Set 29, 2019 | Focolari nel Mondo
Anche quest’anno in tutto il mondo il Movimento dei Focolari ha invitato uomini e donne, piccoli e grandi, persone di ogni provenienza a fare nelle Mariapoli l’esperienza di una città, basata sulla legge della fraternità.
I modi sono diversi, l’esperienza è la stessa: la Mariapoli è l’espressione tipica dei Focolari. Per alcuni giorni i partecipanti a questi convegni – in genere estivi – sono invitati a realizzare un’utopia: quella di una società basata sull’amore reciproco del Vangelo. Con la grande Mariapoli Europea, realizzata in quattro tappe di una settimana ciascuna nel luogo della sua nascita, a Fiera di Primiero, questa esperienza ha celebrato in questa estate 2019 i suoi settanta anni di vita. Ma anche in tante altre parti del mondo ha attirato gente di ogni provenienza. 235 sono state le Mariapoli 2019 con una partecipazione di circa 46.000 persone. Alla nostra redazione sono giunte lettere e racconti da Galles, Vietnam, Perù, Canada, Finlandia, Italia, Bulgaria e Brasile.
In Turchia la Mariapoli si è svolta a Şile, una piccola località sul Mar Nero nei pressi d’Istanbul, una location che ha dato un tocco di vacanza apprezzatissimo da tutti. I 70 partecipanti venivano da Ankara, Iskenderun, Smirne e anche dall’estero. Il tema centrale, la santità personale e comunitaria, è stato affrontato, tra l’altro, attraverso la presentazione di alcuni dei santi di questa terra: San Giovanni Crisostomo, Sant’Efrem, Sant’Elena e Santa Tecla la cui storia ha offerto uno sguardo di riconoscenza alla Chiesa dei primi tempi. A Kerrville in Texas (USA) si è approfondito il tema che quest’anno ha guidato la vita dei Focolari in tutto il mondo: lo Spirito Santo e la Chiesa. Tra le 350 persone presenti, 100 partecipavano per la prima volta ad una Mariapoli, forse anche per il fatto che l’approfondimento sulla Chiesa, in una situazione contrassegnata da tanti scandali e sofferenze, era di particolare interesse. Lo stesso argomento, ma approfondito con un taglio ecumenico è stato al centro della Mariapoli della Svezia svoltasi a Marielund-Stoccolma con la partecipazione di luterani e cattolici. Erano presenti in Mariapoli anche due persone di religione buddista e alcuni non credenti. I partecipanti arrivavano da varie città della Svezia con una buona rappresentanza della Norvegia.
Nonostante questa diversità è stato possibile approfondire “lo Spirito Santo come colui che è l’energia vitale della Chiesa – scrivono – e che da a ciascuno una grazia particolare per realizzare la propria chiamata in funzione all’unità di tutte le membra del mistico corpo di Cristo”. Un tocco gioioso ha dato alla Mariapoli di Leopoli, Ucraina, la partecipazione delle nuove generazioni al programma. Ai giovani, ai ragazzi e ai bambini era affidata la preparazione e la conduzione di una giornata intera. L’hanno realizzata in modo vivace e coinvolgente. E all’inizio di ogni giornata sono stati proprio i bambini ad “insegnare” gli adulti, raccontando come avevano vissuto il giorno precedente le parole del Vangelo. La Mariapoli organizzata a Penang in Malaysia, è stata caratterizzata invece da diversità di lingue, culture, provenienze etniche ed anche da grandi distanze, i partecipanti arrivati da Singapore, ad esempio, hanno affrontato un viaggio di 700 km. “Lo sforzo di mantenere vivo tra di noi l’amore reciproco – scrivono – e dare così spazio alla presenza di Gesù in mezzo a noi, l’impegno di affrontare e superare le difficoltà e la disponibilità di rinunciare alle proprie idee, ha reso possibile questa impresa”. Alla Mariapoli di Boconó nell’ ovest del Venezuela l’incontro voleva offrire ai partecipanti la possibilità di riposare, viste le difficoltà di una vita quotidiana stancante a causa dei prolungati periodi senza elettricità, delle code interminabili per la benzina e delle ristrettezze economiche. A questa offerta – anche economicamente – attraente hanno aderito più del doppio delle persone previste.
Però la prima notte un uragano con grandine, pioggia, alberi sradicati e vento fortissimo ha provocato un black-out elettrico durato fino alla fine della Mariapoli. La conseguenza è stato il collasso totale: bagni senza acqua, impossibilità di cucinare e problemi per conservare gli alimenti. Poi, attraverso gli approfondimenti di spiritualità, l’amore invincibile di Dio è diventato esperienza esistenziale: si è trovato un modo per cucinare con la legna, un vicino ha offerto un generatore, l’attenzione di tutti per le necessità degli altri è cresciuta. “Dio non si lascia vincere in generosità” scrivono a conclusione di questa esperienza meravigliosa.
Joachim Schwind
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Nov 14, 2018 | Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
In che modo lo Spirito Santo agisce oggi nella Chiesa? Ha ancora senso parlare di cammino ecumenico in un tempo, come quello attuale, segnato anche per i cristiani da frammentazione, complessità, scandali e sfide umanitarie? A due anni dall’evento di Lund, che ha dato nuovo impulso al dialogo ecumenico, 40 vescovi di varie Chiese, provenienti da 18 Paesi, si sono incontrati a Sigtuna (Svezia) dal 6 al 9 novembre scorso. Quattro giorni di confronto e condivisione promossi dal Movimento dei Focolari attorno al tema “Il soffio dello Spirito, la Chiesa nel mondo di oggi”. Presenti anche la presidente dei Focolari Maria Voce e il copresidente Jesús Morán, con una rappresentanza delle comunità del Movimento che vivono in Svezia. Maria Voce è intervenuta sul tema “Il soffio dello Spirito, anima della Chiesa, nell’esperienza e nel pensiero di Chiara Lubich”, mentre Jesús Morán ha proposto una lettura delle sfide della contemporaneità nell’ottica della spiritualità dell’unità. Il convegno, giunto alla sua 37° edizione, è frutto di un’esperienza di sinodalità e comunione iniziata su desiderio di Giovanni Paolo II, che lo propose al vescovo di Aachen, Klaus Hemmerle.
«Oltre alle diverse relazioni, abbiamo voluto dedicare ampio spazio al dialogo e alla condivisione delle sfide ecumeniche che viviamo quotidianamente nei nostri contesti nazionali e continentali» spiega il cardinale Francis Kriengsak Kovithavanij, arcivescovo di Bangkok e moderatore del convegno. Il grande tema della riconciliazione è stato trattato da Mons. Brendan Leahy, vescovo cattolico della diocesi di Limerick (Irlanda). In un intervento sul potere del perdono e della pacificazione, in seguito agli scandali che hanno colpito la Chiesa irlandese, ha affermato che «lo Spirito ci spinge a non lasciarci mai derubare della speranza (cfr. Rm 8). Una delle grandi tentazioni è quella di scoraggiarsi, ma lo Spirito mantiene viva la speranza, aiutandoci sempre a ricominciare con nuovo impegno nell’avventura cristiana dell’unità e della riconciliazione». Il vescovo anglicano Trevor Williams, irlandese, ha portato la propria testimonianza di pastore, responsabile per vari anni di Corrymeela, una comunità ecumenica che in Irlanda ha contribuito molto al percorso di riconciliazione tra le diverse fazioni in conflitto. «La riconciliazione non è un’opzione, ma una necessità, se vogliamo trovare una pace duratura. Viviamo in un mondo di “loro” e “noi”. La verità è che c’è solo il “noi”. Rivelare questa verità è opera di Riconciliazione, opera dello Spirito Santo». Il pastore evangelico-luterano tedescoJens-Martin Kruse ha condiviso la sua esperienza pastorale a Roma, un laboratorio ecumenico attuato grazie anche all’azione di Papa Francesco.
Il cammino di riflessione comune continuato dopo la commemorazione dei 500 anni della Riforma, è stato ripercorso dall’arcivescovo Antje Jackelén, Primate della Chiesa di Svezia, dal vescovo cattolico di Stoccolma, il card. Anders Arborelius e dal vescovo Munib Younan, già presidente della Federazione Luterana Mondiale, che nel 2016 aveva presieduto insieme a Papa Francesco la storica liturgia ecumenica a Lund (Svezia).«Vi assicuro che lo Spirito Santo ci ha guidato – ha affermato – e continua a guidarci verso una primavera ecumenica. Sta a noi ora raccogliere i frutti dell’unità. Oggi diciamo insieme: “Viaggiamo insieme come testimoni viventi nel nostro mondo frammentato, affinché il mondo creda”». Uno dei momenti più intensi del convegno è stata la preghiera ecumenica nell’antica chiesa di St. Mary a Sigtuna e la firma del “Patto di unità”, con cui i vescovi si sono impegnati a fare un cammino di comunione effettiva ed affettiva, “amando la Chiesa altrui come la propria”. Impegno che ciascuno ha sigillato con la propria firma e un abbraccio fraterno. (altro…)
Nov 5, 2018 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Hanno scelto la Svezia, per il suo profondo significato nel cammino ecumenico, i 40 vescovi di diverse Chiese cristiane, amici dei Focolari che si riuniranno dal 6 al 9 novembre. L’incontro si svolgerà a due anni dall’evento di Lund che ha dato nuovo impulso al dialogo ecumenico: nella dichiarazione comune firmata da Papa Francesco e dal vescovo Munib Younan, allora Presidente della Federazione Luterana Mondiale, si legge tra l’altro: “Ci impegniamo a testimoniare insieme la grazia misericordiosa di Dio, reso visibile in Cristo crocifisso e risorto. (…) ci impegniamo a un’ulteriore crescita nella comunione radicata nel battesimo, mentre cerchiamo di rimuovere i rimanenti ostacoli che ci impediscono di raggiungere la piena unità conforme al volere di Cristo che desidera che siamo una cosa sola, perché il mondo creda (cfr. Gv 17,22)”. Intessere una comunione che diventi testimonianza è il significato di questi periodici convegni dei vescovi amici dei Focolari che desiderano anche approfondire la spiritualità dell’unità nata dal carisma di Chiara Lubich.
Dopo le tappe di Gerusalemme, Costantinopoli (Istanbul), Londra, Augsburg, Katowice e altre città significative per il cammino ecumenico, i partecipanti di 12 Chiese cristiane e provenienti da 18 Paesi si riuniranno per riflettere sul tema: “Il soffio dello Spirito, la Chiesa e il mondo di oggi”. Sarà presente Maria Voce, Presidente dei Focolari che svolgerà il tema: “Lo Spirito Santo anima della Chiesa, nell’esperienza e nel pensiero di Chiara Lubich”. Diverse le tematiche in campo: dalla sfida ecumenica oggi in diverse regioni geografiche, al senso della riconciliazione nella cultura contemporanea, al rinnovamento della Chiesa, alla sinodalità. Uno spazio sarà anche dedicato alla commemorazione congiunta della Riforma (2017) e al suo significato per le Chiese oggi. Stefania Tanesini (altro…)
Gen 25, 2018 | Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un volto rotondo, con due occhi cerulei e attenti. Incontro per la prima volta Peter Grimheden a Lund, in Svezia, per lo storico incontro tra cattolici e luterani per i 500 anni della Riforma. Peter è un giovane pediatra molto appassionato del suo lavoro a cui si dedica con grande entusiasmo. La sua singolarità è di essere svedese, luterano e focolarino. Di aver scelto, cioè, una strada di donazione totale a Dio. Vive a Stoccolma in una piccola comunità con altri 4 focolarini cattolici: un belga, un argentino, due italiani. Sei cresciuto in un ambiente e una famiglia cristiana? Faccio parte della Chiesa luterana svedese e vengo da una famiglia molto legata alle tradizioni. Quand’ero piccolo era abitudine andare a trovare i nonni. Prima si andava a Messa e poi si cenava insieme. Durante la cena, dopo che le donne avevano lavato i piatti, ci sedevamo e dovevamo ascoltare mio nonno che ci leggeva un sermone di Lutero. Come se quello della Messa non fosse bastato! L’unica cosa che ricordo è che giocavo a trattenere il fiato. Il mio record è stato resistere senza respirare per un minuto di fila. Era una educazione rigida e severa. Tutto era o bianco o nero e non potevo mai andare né al cinema né a giocare a hockey su ghiaccio. Come hai conosciuto i Focolari? Frequentavo una ragazza che mi ha invitato al concerto del Gen verde, una band musicale ispirata dai Focolari. Mi è piaciuta la musica, le parole, l’atmosfera che si è creata. Il fratello di una cantante era stato ucciso in una guerra civile e lei era stata capace di perdonare. Mi piaceva un cristianesimo positivo, non basato su divieti e su ciò che non bisognava fare. Le persone dei Focolari divennero i miei amici e li frequentavo insieme alla mia ragazza. Ma dopo un po’ stavo stretto dentro questa relazione e l’ho mollata. Continuando a frequentare i Focolari mi sono sentito molto attratto dalle persone che si donavano completamente a Dio vivendo in una comunità. Per me è stato come scivolare su una buccia di banana piuttosto che fare una grande scelta. È stato come innamorarsi. Così, a 21 anni, sono andato in Italia a Loppiano, vicino a Firenze, per frequentare la scuola di formazione per focolarini. È stata un’occasione unica per conoscere persone di tutto il mondo anche se mi sentivo un po’ “esotico” perché quasi tutti erano cattolici. Oggi vivi in una comunità di Stoccolma. Costituisce una difficoltà convivere con persone di un’altra Chiesa? L’appartenere ad una Chiesa o l’altra non ha un impatto nella vita quotidiana perché condividiamo gli stessi ideali. Abbiamo in comune la vita cristiana e non avverto differenze tra di noi. Mi sentivo un po’ solo a frequentare la mia chiesa luterana, ma, ora i miei amici, ogni tanto mi accompagnano perché sono interessati a conoscere meglio la mia Chiesa, come io lo sono della loro. Cerchiamo di vivere alla presenza di Gesù tra noi e tutti siamo suoi discepoli. Fonte: Città Nuova (altro…)
Mar 29, 2017 | Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Coraggiosi impulsi a favore dell’impegno ecumenico. Cattolici e luterani possono camminare insieme sulla strada verso una piena riconciliazione. 500 anni sono trascorsi dall’inizio del movimento riformatore di Lutero, le cui commemorazioni dureranno un anno, dal 31 ottobre scorso al 31 ottobre 2017 (data simbolica, in cui si ricorda la pubblicazione, nel 1517, delle 95 tesi di Lutero sulle indulgenze e la giustificazione, a Wittenberg) e inaugurate con l’incontro nella cattedrale luterana di Lund, in Svezia, tra il Vescovo Munib Younan, Presidente della Federazione luterana mondiale, e Papa Francesco. In quell’occasione, il Papa aveva invitato tutti i cristiani, uniti dal battesimo, ad annunciare insieme la Parola di Dio, mettendo fine alle controversie teologiche secolari che avevano separato le due Chiese, e sottolineando i doni comuni ricevuti grazie al dialogo e al reciproco ascolto. La rivista Nuova Umanità ha dedicato il numero 221 a tale evento, con un Focus dal titolo “Mezzo millennio dopo Lutero” (uscito a marzo 2016). Curato da Hubertus Blaumeiser, esso presenta i saggi di un teologo luterano Theodor Dieter, e di un teologo cattolico, Wolfgang Thönissen. L’avvenimento di Lund, di portata storica, era stato preceduto dal documento “Dal conflitto alla comunione”, pubblicato nel 2013 dalla Commissione luterana-cattolica per l’Unità che lavora a nome della Federazione luterana mondiale e del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Il testo indica cinque “imperativi ecumenici” per superare definitivamente le ragioni del contrasto e vivere nella reciproca fiducia una stagione di impegno comune. Primo imperativo: cattolici e luterani, uniti fortemente dal battesimo, dovrebbero partire sempre dalla prospettiva dell’unità e non dal punto di vista della divisione, per rafforzare ciò che vi è in comune, anziché sottolineare e sperimentare le differenze. Le due Chiese, cattolica e luterana, nel corso della storia si sono definite per contrasto. Ora vi è bisogno, al contrario, dell’esperienza, dell’incoraggiamento e della critica reciproci. Ne deriva il secondo imperativo: lasciarsi continuamente trasformare dall’incontro con l’altro e dalla reciproca testimonianza di fede, attraverso il dialogo, che apre a forme e gradi differenti di comunione. Terzo: impegnarsi di nuovo a ricercare l’unità visibile, a elaborare e sviluppare insieme ciò che questo comporta come passi concreti, e a tendere costantemente verso questo obiettivo. Quarto: riscoprire congiuntamente la potenza del Vangelo di Gesù Cristo per il nostro tempo. E infine il quinto: il compito missionario dell’ecumenismo diventerà tanto più grande quanto più le nostre società diventeranno pluralistiche dal punto di vista religioso, per questo occorre rendere insieme testimonianza della misericordia di Dio nell’annuncio del Vangelo e nel servizio al mondo. Conclude il Rapporto: «Gli inizi della Riforma saranno ricordati in maniera adeguata e giusta quando luterani e cattolici ascolteranno insieme il Vangelo di Gesù Cristo e si lasceranno di nuovo chiamare a fare comunità insieme al Signore». La genesi e lo sviluppo di tale documento sono stati approfonditi nel numero 223 di Nuova Umanità, dedicato appositamente a questo decisivo passo per l’ecumenismo. Sulla scia dell’evento di Lund e come logica conseguenza della risposta “teorica” data al Consiglio ecumenico delle Chiese, a fine febbraio, nella cittadella di Ottmaring, connotata da una spiccata vocazione ecumenica, la presidente e il copresidente dei Focolari, a nome di tutto il Movimento, si sono impegnati a voler testimoniare e lavorare per la comunione tra le Chiese al di là delle divisioni. «Come movimento mondiale, cui aderiscono cristiani di molte Chiese e che perciò già vive l’esperienza di un popolo cristiano unito dall’amore reciproco […] ravvisiamo nell’incontro di Lund un vero e proprio kairos, un segno di Dio per il nostro tempo, che sprona i cristiani ad impegnarsi ancora di più affinché il testamento di Gesù, che tutti siano uno, si realizzi». (altro…)