Giu 14, 2011 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“Sono stata cinque settimane in Colombia, Ecuador, Perù. Un popolo meraviglioso, sembra fatto per vivere l’Ideale di Chiara” – tra le prime parole di Bruna, al suo rientro, lei che è stata una testimone diretta della nascita dei Focolari. A conclusione del viaggio ci giunge questa lettera che esprime la gioia, riconoscenza e gratitudine delle centinaia persone che in queste 5 settimane hanno avuto la possibilità di un incontro diretto con lei: “Come stelle che fanno una costellazione: Chiara e le sue prime compagne erano e si sentivano così. Bruna Tomasi, una di loro, è arrivata fin qui per condividere con noi la sua divina avventura”.
In Colombia, dal 26 aprile al 10 maggio, è un susseguirsi di appuntamenti: dal saluto agli 85 sacerdoti radunati al Centro Mariapoli di Tocancipà, agli incontri con la comunità, con i giovani, con i focolarini, le religiose, le famiglie… Da ogni angolo del Paese sono arrivati numerosi e pieni di entusiasmo, superando inondazioni, strade chiuse per lo straripare dei fiumi e per le frane.

Marita Sartori (al centro)
E per Bruna cosa sono stati questi giorni? Della Colombia la colpisce la viva presenza di Marita Sartori, focolarina della prima ora che ha vissuto in Colombia dal 1973 al 2002 “come un seme caduto in questa terra e che porta frutto”. E ancora la colpisce la natura di un popolo molto attivo, che si muove nell’aiuto verso chi ha più bisogno. Ne sono un esempio il “Centro Sociale Unità” – azione sociale di numerosi membri dei Focolari che da oltre 30 anni si impegnano in un quartiere periferico di Bogotà, con assistenza sanitaria, scolastica, educazione artistica – e la Scuola “Sol naciente” sorta nei pressi del Centro Mariapoli nella capitale.
Il viaggio prosegue poi in Ecuador, dal 10 al 23 maggio. “Di questo Paese ciò che viene più in evidenza – è ancora Bruna a raccontare – è la varietà culturale. Ma c’è un’accettazione reciproca molto bella. Ciò che potrebbe essere un ostacolo, è già superato”. All’Università Andina “Simón Bolivar”, il 14 e 15 maggio, si sono dati appuntamento membri dei Focolari provenienti da diverse regioni: Esmeraldas, Guayas, Imbabura, Santo Domingo de los Tsáchilas, Pichincha. Tante le espressioni culturali di un popolo ricco nella diversità. Il canto e la danza si sono fatti presenti, dalla costa alla catena centrale delle Ande, come dono speciale e ringraziamento per la comitiva in visita. Espressione della diversità che diventa dono è stata la “Messa Afro” animata dalla comunità di Esmeraldas. “Cosa fare per diffondere in tutto il Paese l’Ideale dell’unità?” era una domanda ricorrente. “Fortificare il cammino intrapreso e… ravvivare il “fuoco” dell’amore reciproco”, la consegna di Bruna a questo popolo, un appello affinché l’Ecuador viva nella pienezza la fraternità e la doni come un regalo al mondo.
E finalmente giungiamo in Perù. Bruna Tomasi è a Lima dal 23 maggio al 3 giugno. Da sempre i peruviani hanno desiderato una visita di Chiara Lubich, e “Dio attraverso Bruna ci ha fatto questo regalo”, scrivono. “Il popolo peruviano ha una dignità ancestrale – commenta Bruna – Sembra che anche nella tradizione religiosa degli Inca ci siano tracce della Regola d’Oro…”. Anche in questo immenso Paese numerosi gli appuntamenti. Bellissimo l’incontro con tutta la comunità del Perù, circa 320 persone venute da ogni parte, alcuni con più di 30 ore di viaggio. “È stata una festa – scrivono ancora da Lima – Nel 1989, in Perù il terrorismo era una realtà e tanta gente scappava dal Paese, ma proprio in quell’anno è arrivato il focolare a Lima, sottolineando con ciò che la nostra rivoluzione d’amore è più forte di tutto”. Molto importante l’incontro con il Nunzio apostolico, Mons. Bruno Musarò, con il Cardinale di Lima, Mons. Juan Luis Cipriani ed altri Vescovi del posto. Tutti hanno manifestato la loro stima per Chiara e il suo carisma. “L’Ideale di Chiara – conclude Bruna nella nostra intervista – è fatto per il “rapporto” con l’altro a qualsiasi livello, in qualsiasi sfida, anche a livello culturale. La sfida c’è, ma vivendo la carità si superano tutte le differenze”. (altro…)
Giu 13, 2011 | Spiritualità
Quando uno piange, dobbiamo piangere con lui. E se ride, godere con lui. E così è divisa la croce e portata da molte spalle, e moltiplicata la gioia e partecipata da molti cuori. Farsi uno col prossimo è una via, la via maestra per farsi uno con Dio. (…) Fino a stabilire fra i due quegli elementi essenziali perché il Signore possa dire di noi: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Fino cioè a garantirci, per quanto sta in noi, la presenza di Gesù e camminare nella vita, sempre, come piccola chiesa in cammino, chiesa anche quando si sta a casa, a scuola, all’officina, al parlamento. Camminare nella vita come i discepoli di Emmaus con quel Terzo fra noi che dà divino valore a tutto il nostro agire. Allora non siamo noi che agiamo nella vita, miseri e limitati, soli e sofferenti. Cammina con noi l’Onnipotente. E chi resta unito a Lui porta gran frutto. Da una cellula più cellule, da un tessuto più tessuti. Farsi uno col prossimo in quel completo oblio di sé che possiede – senza avvedersene e senza curarsene – colui che ricorda l’altro, il prossimo. Questa è la diplomazia della carità, che ha della diplomazia ordinaria molte espressioni e manifestazioni, per cui dice non tutto quello che potrebbe dire, perché al fratello non piacerebbe e non sarebbe gradito a Dio; sa attendere, sa parlare, arrivare allo scopo. Divina diplomazia del Verbo che si fa carne per divinizzarci. Ha essa però un timbro essenziale e caratteristico che la differenzia da quella di cui parla il mondo, per il quale dir diplomatico spesso è sinonimo di reticente o addirittura falso. La diplomazia divina ha questo di grande e di suo, forse di solo suo: che è mossa dal bene dell’altro ed è priva quindi d’ogni ombra d’egoismo. Questa regola di vita dovrebbe informare ogni diplomazia e con Dio lo si può fare perché Egli non è solo padrone dei singoli, ma re delle nazioni e d’ogni società. Se ogni diplomatico nelle proprie funzioni sarà spinto nel suo agire dalla carità verso l’altro Stato come verso la propria patria, sarà illuminato a tal punto dall’aiuto di Dio da concorrere ad attuare rapporti tra gli Stati come debbono essere quelli fra gli uomini. Dio ci aiuti e noi disponiamoci affinché dal Cielo possa il Signore vedere questo spettacolo nuovo: il suo testamento attuato fra i popoli. A noi può sembrare un sogno, per Dio è la norma, la sola che garantisce la pace nel mondo, il potenziamento dei singoli nell’unità di quell’umanità che ormai conosce Gesù». Tratto da: Scritti spirituali/1 – L’attrattiva del tempo moderno Meditazioni (1959), p. 91 Città Nuova Editrice (altro…)
Giu 13, 2011 | Chiesa, Cultura
9 giugno 2011 – «Scriviamo queste note mentre siamo sul volo di ritorno da Strasburgo. Appena qualche ora fa, eravamo nella sala ‘Low N 3.4’ del Parlamento europeo, dove si svolgeva un Seminario dal titolo “Europa e dialogo. Un valore politico per un mondo globalizzato”, promosso dal Movimento politico per l’unità (Mppu). 32 i partecipanti, fra i quali sette euro-parlamentari di tre diversi partiti (PPE, S&D, Verdi) – cinque italiani, un tedesco, una austriaca – accanto a tre rappresentanti di Ong presso il Consiglio d’Europa e ad alcuni assistenti parlamentari. L’incontro ha avuto il suo significato: tenendo conto del tipico “nomadismo” dei parlamentari europei, quanti ci hanno raggiunto in quella piccola sala (appena 40 posti), l’hanno fatto davvero con convinzione, ed altri deputati di varie nazioni hanno voluto ugualmente farsi presenti, via email o per sms, rammaricandosi di non poter partecipare per concomitanti altri impegni: e questo ci dice la loro ricerca e la loro stima della politica di comunione ispirata dal carisma di Chiara Lubich. Ora ci appare possibile avviare una piccola rete di parlamentari anche a livello europeo, che si affianca a quella dei deputati di vari parlamenti nazionali, in particolare nella prospettiva del progetto di ‘Insieme per l’Europa’. Ogni parte del programma è stata importante per offrire il senso del dialogo fra diverse identità, sostenuto dalla categoria della fraternità, che è il dono del Mppu alla politica. 
Paolo Giusta (funzionario UE a Bruxelles) ha moderato l’incontro, introducendolo e presentando le linee guida del Mppu, di cui, successivamente, Marco Fatuzzo ha comunicato alcune concrete attuazioni, soffermandosi in particolare sui “laboratori di fraternità” avviati da tempo nei parlamenti nazionali in Italia, in Brasile, in Corea del Sud. La relazione principale ha visto il contributo di Jesús Morán – responsabile delle attività culturali del Movimento dei focolari – su alcuni aspetti antropologici e culturali del dialogo. Altro dono di valore la presenza di Gérard Testard e di Severin Schmidt – del Comitato di orientamento di ‘Insieme per l’Europa’ -, che hanno presentato il cammino di “IpE” e l’appuntamento di Bruxelles, tracciando il filo di questa straordinaria esperienza, le cui tappe fondamentali sono state gli eventi di Stoccarda 2004 e Stoccarda 2007. La deputata italiana Silvia Costa (S&D) affermava in conclusione: “…siamo molto interessati a questo dialogo e sono certa che anche quanti sono ‘non credenti’ si sentano interpellati dal Progetto che ci è stato presentato”. La deputata austriaca Ulrike Lunacek, del partito dei Verdi, a sua volta, diceva di avere già avuto occasione di conoscere il progetto di ‘Insieme per l’Europa’ nella sua nazione e che si considerava già invitata alla Giornata del 12 maggio 2012 a Bruxelles. Torneremo al Parlamento di Strasburgo, puntando unicamente all’unità come traguardo possibile, perché le istituzioni politiche in Europa si aprano sempre di più alla forza dei “carismi”, certi che questo incontro sarà uno di quei motori della fraternità universale per cui Chiara Lubich ha speso la vita. Davvero, come lei era solita dire, “se un piccolo gruppo di persone saranno uno, il mondo sarà uno!”». Marco Fatuzzo – Presidente internazionale Movimento politico per l’unità (altro…)
Giu 11, 2011 | Cultura
“Igino Giordani was a giant among 20th century Italian religious and civic writers, with over 100 books and some 4000 published articles. The eminent Dominican theologian, Garrigou-Lagrange OP, acclaimed Giordani as “a master among Italian writers”. Important as his theological writings are, even more important is the story of Giordani’s personal journey to God. Giordani’s true genius is that he imbibed the words of Scripture and the reflections of the patristic writers, treasured their words in his heart, and endeavoured to live them heroically in the ordinary occurrences of daily life: as a soldier on the front line; as a journalist in Fascist Italy; as a parliamentarian; as a husband and father; and in his work with the Focolare Movement building unity especially in ecumenical and inter-religious dialogue. Giordani witnessed to the fact that, by loving in each present moment, any lay person can transform their day into a liturgy and their human existence into a divine activity. I see Christ in my neighbour; I unite myself with him in the name of Christ, and Christ sits in our midst.” With the process of Giordani’s beatification underway it is most timely that this biography is made available in English. A valuable addition to this translation are expanded footnotes which give the historical context to persons or events which, whilst well known in continental Europe, are largely unknown in the Anglo-Celtic world. The author of the book, Tommaso Sorgi, is the foremost expert on the thought and life of Igino Giordani having published, aside from a number of essays and articles about him, the biography “Giordani, Segno di Tempi Nuovi” (1994) and “Un’anima di Fuoco” (2003) of which this volume is its English translation.”
— Keith Linard, MTheol (JPII Inst, Melbourne)
Paperback: 144 pages Language: English (translation by Margaret Linard) Publisher: Focolare Movement ISBN-13: 978-0975025215 Copies available from the Focolare Movement’s Igino Giordani Centre Email: info@iginogiordani.info
Giu 11, 2011 | Cultura
Editora Cidade Nova Autor: Luigino Bruni
Sobre o Livro
Uma visão da economia a partir do projeto da Economia de Comunhão, por meio de algumas palavras-chave: gratuidade, trabalho, empresa, cooperação, felicidade, reciprocidade e pobreza. Reunidas, elas dão uma idéia da palavra sintética e plural comunhão.
Detalhes do Livro
Publicação: 2010 Formato: 14×21 cm Páginas: 184 Código de Barras: 9788589736343 Edição: 1 edicão.
Giu 11, 2011 | Cultura
Product Description The author began life as a bricklayer, became a war hero, worked as a journalist against Fascism. His diary begins in WWII with his burning desire to love God and a conviction that married life is a way to sanctity. Available from: New City London and New City Philippines
Giu 11, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità

Isabella Barbetta
«Da alcuni mesi davanti al supermercato c’è un signore che aiuta a portare il carrello della spesa, in cambio di un’offerta. Inizio a salutarlo, ma rimane freddo, provo ad avvicinarlo ma non parla italiano. Ogni mattina ci salutiamo e la freddezza poco a poco scompare. Cerca lavoro, ma nessuno si ferma sia perché non sa l’italiano, sia per il suo aspetto burbero. Dopo l’estate compare anche la moglie, Valentina, che sa l’italiano perché prima lavorava come badante. Con Valentina il rapporto è più facile. Mi fermo volentieri tutte le mattine a parlare con lei. Cerca lavoro, ma in Italia è un momento difficile. Dormono nell’androne del supermercato su dei cartoni. Fausto riesce a trovare per loro una sistemazione per la notte presso un istituto di suore. Ora ogni giorno nelle mie preghiere ci sono Valentina e Michele. Una mattina Valentina non riesce a parlare e a deglutire. Capisco che è una cosa seria.
Le compro le medicine, poi chiedo a Fausto di andarla a visitare. La portiamo all’ospedale, dove le fanno delle flebo. Durante la notte la vado a riprendere e la riporto dalle suore, insieme al marito Michele rimasto nella sala d’attesa. Non riescono ancora a trovare lavoro. Inizia l’inverno e invece di tornare in Bulgaria, come avrebbero dovuto fare, tornano a dormire all’aperto. Porto loro dei dolci che preparo con tanta cioccolata, così sono più sostanziosi. Si avvicina Natale. Una sera la temperatura è a 2° sotto zero. Con Fausto, al ritorno della festa della comunità di Ariccia per il Natale, passiamo vicino al supermercato. Valentina e Michele sono seduti su un cartone intirizziti dal freddo. Sento una stretta al cuore. Cerchiamo di convincerli ad andare a passare provvisoriamente la notte in un luogo al caldo. Il marito non vuole. Mi viene da piangere e dico che passerò la notte lì, se non si trova una soluzione. Fausto chiede come mai non sono ritornati in Bulgaria, come era loro intenzione. La risposta è semplice: “Non abbiamo i soldi per i biglietti.” Con Fausto ci guardiamo: se il problema sono i soldi, ci pensiamo noi, faremo meno regali a Natale. Chiediamo quando parte il pullman per la Bulgaria: l’indomani mattina dalla stazione Tiburtina. Andiamo a casa e mentre Fausto prende i soldi, preparo una busta con panini, formaggio, prosciutto, frutta, dolci, acqua, ecc. per il viaggio che durerà due giorni. Partiamo con Valentina e Michele e all’una e mezza arriviamo alla stazione Tiburtina. Ci scambiamo gli indirizzi, contenti che anche per loro sarà un bel Natale da passare in famiglia. Ma il giorno dopo sono di nuovo ad Ariccia. Valentina telefona che il pullman era pieno e non sono potuti partire, ma hanno fatto i biglietti per partire il venerdì successivo. Valentina mi dice: “Italia non volere, Bulgaria non volere, solo tu volere bene a noi.” Le suore li alloggiamo volentieri, avendo apprezzato la loro educazione e la loro cortesia. Venerdì mattina alle 6 Fausto li prende e li porta a Roma. Anche questa volta penso ad un’abbondante busta di viveri per il viaggio, oltre ad un bel caldo cappotto per sostituire la giacca sporca e malconcia di Valentina. Non ho potuto dare lavoro ai miei amici, ma sono sicura di aver dato loro un po’ di amore». NdR: la storia è stata raccontata da Isabella nel gennaio 2008. L’abbiamo riproposta oggi per la sua straordinaria attualità. (altro…)
Giu 10, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“TUTTI INSIEME di nuovo per favore!!!”, così scrive sul suo account Facebook un’amica tedesca esprimendo il desiderio di molti dei 50 partecipanti al seminario di Media Education, rivolto ai giovani e ai loro coordinatori. Il corso, promosso da associazioni di sei Paesi diversi e curato nei contenuti da NetOne e da Charisma Community Projects (Gran Bretagna), ha ricevuto un sostegno finanziario dal programma Youth in Action (Giovani in azione) della Commissione Europea.
Il programma prevedeva una parte teorica – tre lezioni di Educazione ai media, tenute dal prof. Luciano di Mele dell’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO di Roma (partner esterno del progetto); delle serate con professionisti delle aree della comunicazione su: reti sociali, giornalismo e pubblicità; e quattro laboratori creativi per tutto il resto delle giornate, molto apprezzati dai giovani per la qualità dei contenuti che vi hanno appreso, per la creatività di gruppo sperimentata, per la multiculturalità vissuta. La Cittadella Arco-Iris del Movimento dei focolari ad Abrigada si è dimostrato luogo adatto ad ospitare il seminario, non solo per gli ambienti ma soprattutto per la grande accoglienza e l’attento servizio.
A cuore dei lavori e per promuovere la cittadinanza europea si è trascorsa una giornata a Lisbona, per viverla, conoscerla e poi raccontarla attraverso foto, interviste, riprese, pubblicità sociali e turistiche presentate poi in una serata di festa aperta al pubblico, animata anche dai contributi artistici degli abitanti della cittadella. Di grande interesse è stata la visita guidata agli studi e al museo di RTP, emittente radiotelevisiva pubblica, che cortesemente ci ha accolti nonostante il grosso lavoro di preparazione delle dirette elettorali a due giorni dalle votazioni portoghesi. La stessa emittente ha realizzato un servizio sul seminario.
Ma più che le parole possono essere le foto e il blog dei partecipanti a raccontare questa esperienza indimenticabile per i giovani ma anche per i loro tutor. “Grazie Europa che ci hai permesso questo!” è uscito dal cuore di un partecipante nel giro di commenti che ha chiuso il seminario. Il seminario non è stata un’iniziativa isolata ma uno dei momenti salienti di un progetto più ampio, che comprenderà altre iniziative locali e internazionali scopo delle quali è far ri-scoprire il valore della “buona comunicazione” e insegnare ai giovani il modo di informarsi ed informare usando i media come strumenti per la pace e lo sviluppo, ponti tra culture e differenze, agenti di coesione sociale. Flickr Gallery: News&You Seminar 2011 Youth in Action: http://eacea.ec.europa.eu/youth/ (altro…)
Giu 9, 2011 | Centro internazionale, Chiara Lubich
«Significate per noi una parte importante nel processo di pace che l’umanità attende»: è con grande gioia che Maria Voce accoglie i diplomatici convenuti al Centro Internazionale del Movimento dei Focolari a Rocca di Papa, l’8 giugno 2011. Centro che lo stesso Papa Giovanni Paolo II visitò nel 1984. Gli ambasciatori presenti erano 13 e 5 i diplomatici in rappresentanza delle proprie ambasciate, rappresentanti di alcuni dicasteri pontifici, la presidente dei Focolari, oltre ad alcuni membri del Consiglio generale del Movimento.
La recente beatificazione di Papa Wojtyła ha spinto i Focolari e l’Ambasciata della Polonia presso la Santa Sede a promuovere l’incontro odierno, nel desiderio di esprimere la profonda gratitudine a Giovanni Paolo II, che ha seguito con grande amore i Focolari sin dagli anni del suo episcopato in Polonia. Questo appuntamento fa seguito ad un primo, rivolto ad Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, promosso nel 2010 in occasione del secondo anniversario della morte della fondatrice, Chiara Lubich. «Vi vediamo impegnati nel dialogo – continua Maria Voce, che è di ritorno da un lungo viaggio in Europa Orientale -. In mezzo ad una società caratterizzata da tensioni, conflitti, minacce, e perfino guerre, questa vostra funzione è preziosa». Riscontra inoltre una “sintonia particolare” fra il lavoro dei diplomatici e quello dei Focolari: Il Movimento infatti «ha come sua finalità propria quella di contribuire alla realizzazione del sogno di Gesù: “Che tutti siano una cosa sola”».
Vari gli interventi. La Sig.ra Anna Kurdziel, Primo Segretario dell’Ambasciata di Polonia, ha sottolineato le affinità fra Giovanni Paolo II e Chiara Lubich, due straordinarie figure del ‘900, in una evangelizzazione che comincia dall’amore. L’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco, ha ricordato l’eredità di Giovanni Paolo II per l’Italia, non ultima l’importanza da lui data ai movimenti ecclesiali, elemento di coesione del Paese oltre che di moralizzazione della vita sociale. Mons. Joao Braz de Aviz, prefetto per la Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica, ha esortato infine a «conoscere e apprezzare il carisma dell’unità, come un segno di speranza molto grande per il mondo di oggi». Dalla voce di una testimone diretta ed autorevole, Eli Folonari, si è poi ascoltato qual è stato il rapporto di Giovanni Paolo II con Chiara Lubich, dal primo invito alla Messa nella cappella privata a pochi giorni dall’elezione al soglio Pontificio, alle 30 lettere autografe, le immancabili telefonate di auguri il giorno di Santa Chiara, i 9 inviti a pranzo… “Chiara voleva una sua conferma, ma voleva soprattutto dargli gioia”. E così era, se più volte il Papa ebbe a dire che ad ogni incontro con lei o con i focolarini provava “una grande consolazione”. (www.centrochiaralubich.org)
Due giovani hanno poi offerto le loro testimonianze sugli incontri di Giovanni Paolo II con la loro generazione, e i coniugi Zanzucchi con le famiglie, a partire dalla loro personale e diretta conoscenza del Santo Padre. Si è spaziato inoltre verso l’impegno di Chiara Lubich per la comunione tra i Movimenti, come impegno promesso al Papa in piazza San Pietro durante la Pentecoste 1998. Gabriella Fallacara, sul fronte ecumenico per tanti anni, ha quindi presentato l’esperienza di “Insieme per l’Europa”, il cammino di Movimenti e Comunità di varie Chiese nel e per il continente europeo, che avrà come prossima tappa un meeting a Bruxelles il 5 maggio 2012, collegato a vari eventi contemporanei in molte città europee. A Mons.Vincenzo Zani, sottosegretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, presente insieme al segretario Mons. Jean-Louis Bruguès, abbiamo chiesto in conclusione una battuta sul significato di questo incontro: «Mi viene in mente la meditazione di Chiara Lubich dal titolo “Diplomazia”. Chiara parlava della diplomazia dell’amore che nella sua semplicità è capace di rimettere anima e sangue che circola in quelle strutture della vita sociale e politica, che tante volte ci sembrano sovrastrutture. Oggi qui c’era una espressione di questa struttura della vita sociale e politica che sono le ambasciate e le diplomazie. Se c’è l’amore si capisce che il mondo ha bisogno di questa rete, invisibile, nascosta, ma al servizio del bene comune, dell’unità». [nggallery id=50] (altro…)
Giu 8, 2011 | Cultura, Focolari nel Mondo
“Le cattedre di Sophia” sono lezioni magistrali di esponenti autorevoli della cultura contemporanea. Dopo Ugo Amaldi, il Card. Marc Ouellet, Stefano Zamagni e Sergio Zavoli è la volta di Martha Nussbaum. Pochi, forse, conoscono il suo nome: ma è stata lei nel 1986 la prima ad introdurre il concetto di “beni relazionali” – ormai entrato stabilmente in economia – e ad influenzare notevolmente, grazie al capability approach (approccio secondo le capacità) elaborato insieme al premio Nobel Amartya Sen, addirittura le Nazioni Unite nell’elaborazione dell’indice di sviluppo umano. E no, non è un’economista, ma una filosofa: su tratta dell’americana Martha Nussbaum, docente di diritto ed etica all’Univesità di Chicago, e conosciuta negli ambienti accademici – e non solo – soprattutto per aver introdotto il tema delle emozioni nella riflessione politica e sociale. E proprio le “emozioni pubbliche” sono state il nucleo delle conferenze che l’hanno portata in Italia. A Loppiano ha prima incontrato gli studenti di Sophia, dando vita un interessante scambio in cui non sono stati soltanto loro a rivolgere domande, ma sono stati interpellati a loro volta dalla Nussbaum. Ne è seguito un confronto non solo sulla convivenza tra culture e religioni diverse, ma anche sui differenti sistemi educativi, particolarmente sentito in virtù della variegata provenienza geografica dei partecipanti. Ma anche il rapporto tra filosofia ed economia ha occupato buona parte del dibattito, a partire dal racconto dell’esperienza diretta della Nussbaum con Sen: tema che ha aperto quello dell’interdisciplinarietà del sapere e della necessità di collaborazione tra gli studiosi dei vari settori.
Riguardo all’esperienza di Sophia nello specifico, la Nussbaum ha osservato come questa fornisca «un tipo di formazione interdisciplinare che è cruciale nella formazione di “cittadini del mondo”: se ci si limita ad un solo campo del sapere, non si è sufficientemente equipaggiati in questo senso». E agli studenti ha rivolto l’invito a «cercare di capire come mettere insieme l’approccio critico e quello emozionale», elementi essenziali, nel suo pensiero, per costruire una società che sappia rispettare tutti gli aspetti della vita umana. La conferenza aperta al pubblico, dal titolo Public emotions and the decent society, è stata poi una sorta di viaggio attraverso il tempo e lo spazio – dall’Europa dopo la Rivoluzione francese e dal pensiero di Comte e Mill, fino all’India di Tagore e Gandhi – per esaminare come l’idea di una società costruita attorno ad una “religione civile” sostenuta – appunto – dalle emozioni abbia fatto strada, e si sia concretizzata in modo particolare nell’esperienza del Subcontinente. Emozioni intese soprattutto nel senso di “empatia” per l’altro, di capacità di percepire un “bene comune” da perseguire che abbraccia l’intera società, che lo Stato stesso è chiamato a promuovere partendo dall’educazione dei ragazzi. Fonte: Città Nuova online (altro…)
Giu 8, 2011 | Cultura
Un percorso che offre illuminanti spunti di riflessione e stimola ad ulteriori investigazioni sull’argomento
Il ’900 ha conosciuto una vigorosa e imprevista rinascita d’interesse per la Trinità. Da qui l’intento del saggio: rivisitare il lascito della tradizione cristiana nella consapevolezza che il volto trinitario di Dio non è un accessorio secondario del credo cristiano ma il suo orizzonte di verità ultimo e risolutivo.
Dopo un’introduzione di carattere metodologico, la riflessione si sofferma sulla promessa veterotestamentaria, si concentra sulla
pienezza dei tempi nell’evento di Gesù Cristo e si ripercorrono alcune figure significative della Tradizione cristiana e della storia del pensiero.
Giu 4, 2011 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Un’occasione per vivere la fraternità tra noi Vescovi, per approfondire rapporti di vera amicizia: questo lo scopo del convegno”. Così nell’introduzione Mons. Boniface Lele, Arcivescovo di Mombasa, Kenya. A fargli eco è il Cardinale Emmanuel Wamala, Arcivescovo emerito di Kampala, Uganda: “Per riscoprire il nostro compito a servizio della società, cerchiamo di capire insieme il disegno di Dio su di noi. In questi giorni possiamo constatare quanto Lui ci chiami proprio all’unità, che è il carisma di Chiara Lubich”. Dal loro arrivo alla cittadella Piero, i Vescovi si sono proposti di vivere “l’arte di amare”, di amarsi reciprocamente da poter meritare la presenza del Risorto. “Sarà Lui che ci illuminerà, che ci porterà i doni dello Spirito”, ha detto il Cardinale Miloslav Vlk, promotore del convegno. Uno stile di vita questo, vissuto da più di 1000 Vescovi in tutto il mondo che si ispirano alla “spiritualità di comunione”. Infatti Mons. Salutaris Libena, vescovo ausiliare di Dar es Salaam, Tanzania, afferma subito: “Sono venuto per imparare a servire, ad amare concretamente. È uno stile di vita che riempie il cuore, che dà gioia soprannaturale”. E Mons. Salesius Mugambi, vescovo di Meru, Kenya: “In un’atmosfera serena e gioiosa abbiamo riflettuto, approfondito la spiritualità. Abbiamo ascoltato aggiornamenti, condiviso gioie e dolori, ma anche vissuto momenti di distensione”. Un punto di vista condiviso da Mons. Damiao Franklin Arcivescovo di Luanda, Angola: “Sono stati giorni vissuti nella sincerità con Dio e con i fratelli”.
Vari sono stati i momenti di scambio di esperienze, da quelle personali a quelle pastorali, con uno sguardo anche ad alcune sfide che il continente africano deve affrontare: i conflitti e le violenze che purtroppo persistono, la povertà, la piaga della corruzione; tutte sfide nelle quali anche i membri del Movimento sono immersi, e alle quali cercano di rispondere vivendo la spiritualità di comunione, che li porta ad essere operatori di pace e unità nei posti in cui si trovano. A conferma di questo, il sudafricano Mons. Patrick Mvemve, vescovo di Klerksdorp, racconta del suo primo contatto con i Focolari ancora nel periodo dell’apartheid, come giovane prete: “Avendo incontrato due sacerdoti che vivevano veramente il vangelo a fatti, senza fare tanti discorsi, mi sono incuriosito, così un giorno mi parlarono di Gesù crocifisso e abbandonato. In quel momento sono ‘guarito’ dai miei pregiudizi e sono diventato apostolo dell’unità”.
Un altro argomento affrontato: “l’emergenza educativa”. L’esperienza di formazione dei sacerdoti nella prospettiva della ‘spiritualità di comunione’ è stata apprezzata dai vescovi come “uno dei contributi validi per la Chiesa oggi”, come ha affermato Mons. Virgilio Pante, vescovo di Maralal, Kenya. A conclusione di questo Convegno, i Vescovi hanno voluto formulare un “patto” di amore scambievole, dichiarandosi di voler continuare a prendersi cura gli uni degli altri una volta tornati nelle loro diocesi. Mons. Sithembele Sipuka, vescovo di Umtata, Sud Africa, riassume l’esperienza fatta: “Parto entusiasta con un programma per la vita. Prego lo Spirito Santo di guidarmi per metterlo in pratica nella realtà concreta di tutti i giorni”. In varie aree geografiche del mondo, hanno luogo incontri di Vescovi amici del Movimento dei Focolari che si ispirano alla “spiritualità di comunione” proposta da Giovanni Paolo II e praticata nell’esperienza continua del Movimento. A seguito del convengo in Kenya, si svolgeranno simili eventi in Madagascar e in Camerun, come pure nelle Filippine, in Medio Oriente, in Europa. [nggallery id=49] (altro…)
Giu 3, 2011 | Cultura, Focolari nel Mondo
Il 20 maggio 1993, a Solingen, in Germania, alcuni giovani avevano dato fuoco alla casa di una famiglia turca: nell’incendio erano morte cinque persone. Da allora, ogni anno, si celebra l’anniversario di quel tragico episodio di intolleranza razziale. Quest’anno, in questa ricorrenza, un gruppo di giovani hanno deciso di fare qualcosa di concreto per la loro città. Di recente, avevano preso parte, in partenariato con altri gruppi giovanili di scuole tedesche ed italiane, al progetto europeo denominato “Heimat Europa” (Europa, casa per tutti). Un progetto nato in Germania nel 2010 su iniziativa dell’associazione tedesca Starkmacher, in collaborazione con il Movimento politico per l’unità. Un percorso formativo, durato più di un anno, in cui hanno riflettuto e lavorato, confrontando le rispettive opinioni sull’immigrazione nella prospettiva dell’integrazione, sull’ambiente, sul futuro dell’Europa, con particolare riferimento allo sviluppo federale che l’Unione europea dovrebbe saper realizzare. Un percorso convincente che ha lasciato un segno nel cuore ma anche nella testa e che, partito come un gioco, mano a mano è cresciuto, divenendo esperienza politica concreta. Il sindaco di Solingen e le altre autorità cittadine si sono mostrati subito entusiasti del progetto dei giovani e hanno offerto il loro sostegno. Ci sono stati vari momenti. Per prima cosa, sapendo che prima della celebrazione dell’anniversario, il “luogo della memoria” doveva essere ripulito, si sono offerti di farlo. In collaborazione con la loro scuola poi, hanno coinvolto molti altri studenti. Un gruppo di lavoro ha elaborato le informazioni sulla tragedia del 1993 per gli scolari più giovani. E, poiché il 20 maggio si situava durante la “settimana europea”, hanno colto l’occasione per presentare l’idea di un’ Europa “casa comune” per tutti, anche per gli immigrati.
Un momento ricco di suggestioni. Dopo aver osservato un minuto di silenzio, è stato piantato un “albero della pace”, ed i giovani presenti sono stati invitati a scrivere su dei bigliettini quelli che per loro sono “ i valori” (pace, fraternità, unità, solidarietà, responsabilità,…). Biglietti che sono stati simbolicamente inseriti nella buca in cui era piantato l’albero. Un melo. Una giovane: “L’albero ha tante foglie, che simboleggiano l’Europa in comunione nella diversità. I frutti, le mele, simboleggiano le nuove generazione e le nuove idee.” E un’altra: “Il piccolo melo sta per una grande meta, la pace, in Europa ma anche nella nostra città”. Ed è una realtà interiore quella che è venuta in rilievo alla fine, la conferma che “è possibile credere ancora in un mondo diverso, e il cambiamento dipende dalla nostra responsabilità personale e dalla nostra capacità di lavorare insieme”. “Di questa politica è possibile perfino appassionarsi.” (altro…)
Giu 2, 2011 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
È il 22 maggio. La cittadella messicana di “El Diamante”, nei pressi di Acatzingo, a 150 km da Città del Messico, ospita un atteso appuntamento che vede riuniti amici ebrei e cristiani, segno di un dialogo vivo, tra persone che vogliono riscoprire le comuni radici. I “nostri fratelli maggiori”, aveva detto Giovanni Paolo II in un’espressione rimasta celebre. E “Che cosa potrà avvenire” – aveva detto Chiara Lubich – “quando sempre più approfondiremo la relazione fraterna fra noi, ebrei e cristiani, che abbiamo in comune il patrimonio inestimabile della Bibbia, in quello che noi chiamiamo l’Antico Testamento?”. Su queste basi ancora oggi continua e si sviluppa sempre più l’amicizia e il dialogo fra ebrei e cristiani, nel Movimento dei focolari. La giornata di Acatzingo ne è un esempio. Dopo una breve presentazione, centrata sulla scoperta di Dio Amore, base della nostra fraternità, e con tratti della storia dei Focolari e del dialogo con il mondo ebraico, Liviu Bleier, il nuovo presidente della B’nai B’rith Mexico, ha sottolineato che “la religione migliore è quella che più ci avvicina a Dio”, esprimendo la sua stima e la gioia di quest’occasione di scambio.
Il gruppo, composto da 23 amici ebrei di Città del Messico, e dagli amici della cittadella, ha visitato i laboratori e la scuola, collegata alla Mariapoli, in un ambiente rurale, con l’obiettivo di formare persone capaci di amare e perdonare, e di vivere una cultura “del dare”. Gli abitanti della cittadella, giovani, adulti e bambini, hanno presentato una carrellata di testimonianze di vita cristiana nel quotidiano, molto apprezzate dagli ospiti. La cerimonia attorno all’albero d’ulivo – simbolo di pace, e segno comune fra cristiani ed ebrei – infine, è stata un momento importante per sottolineare la dimensione di fraternità fra tutti: “Grazie per come ci avete ricevuti – ha affermato uno dei presenti – per lo spirito di fraternità, come se ci conoscessimo da tanto tempo: mi fa capire che dobbiamo essere umili e al servizio, per cambiare noi stessi ed il mondo”. Prossimo appuntamento dal 21 al 24 agosto a Buenos Aires, per un nuovo simposio ebraico-cristiano, dopo quello che si è svolto lo scorso anno a Gerusalemme. (altro…)
Giu 1, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
(ومُرْضي وكامل”. (رومية 12، 2
نقرأ هذه الآية في الجزء الثاني من رسالة القدّيس بولس إلى أهل رومية. فيها يصف القدّيس بولس سلوك الإنسان المسيحي على أنه تعبير عن الحياة الجديدة، والمحبّة الحقيقيّة، والفرح الحقيقي، والحرية الحقيقيّة التي وهبنا إياها المسيح. إنها الحياة المسيحيّة، إنه
طريقة جديدة تجعلنا، بنور وقوّة الروح القدس، نواجه الواجبات والمشاكل المختلفة التي قد تعترضنا. في هذه الآية، المرتبطة بشكل وثيق بالآية السابقة، يعلن الرسول عن الهدف والسلوك الأصيل اللذَيْن يجب أن تتّسم بهما كل تصرّفاتنا، وهما أن نجعل من حياتنا تمجيداً لله، وفعل محبّة دائم على مرّ الزمن، باحثين باستمرار عن إرادته وعمّا هو مرضي ومقبول لديه. ولا تتشبّهوا بهذا الدهر بل تغيّروا بتجديد عقولكم، لكي تميّزوا ما هو مشيئة الله، أي ما هو صالح ومُرْضي وكامل”. من المؤكّد أنه علينا أن نعرف قبل كل شيء ما هي إرادة الله، لنتمكّن من تحقيقها. ولكن القدّيس بولس لا يخفي علينا صعوبة هذا الأمر، إذ لا نستطيع أن نعرف جيّداً مشيئة الله من دون نور خاص يساعدنا على تمييز ما يريده منّا الرب في كل موقف، فنتجنّب الأوهام والأخطاء التي قد نقع فيها بسهولة. إنها موهبة من مواهب الروح القدس، تُدعى “التمييز”، والتي لا بدّ منها لبناء عقليّة مسيحيّة حقيقيّة عند كل واحد منّا. ولا تتشبّهوا بهذا الدهر بل تغيّروا بتجديد عقولكم، لكي تميّزوا ما هو مشيئة الله، أي ما هو صالح ومُرْضي وكامل”. ولكن ما العمل لإكتساب هذه الموهبة المهمّة إلى هذا الحد وتنميتها؟ مطلوب منّا من دون شك معرفة جيّدة للعقيدة المسيحيّة. ولكنّها وحدها لا تكفي؟ كما يقترح علينا الرسول بولس، إنها مسألة حياة وسخاء وإندفاع لعيْش كلمة يسوع، تاركين جانباً مخاوفنا وشكوكنا وحساباتنا الضيّقة. إنها مسألة إستعداد وإسراع في إتمام مشيئة الله. إنها الدرب التي تسمح لنا باكتساب نور الروح القدس وببناء العقليّة الجديدة التي تطلبها منّا هذه الآية. ولا تتشبّهوا بهذا الدهر بل تغيّروا بتجديد عقولكم، لكي تميّزوا ما هو مشيئة الله، أي ما هو صالح ومُرْضي وكامل”. كيف نعيش إذًا كلمة الحياة لهذا الشهر؟ فلنسعَ لنستحق نحن أيضاً النور اللازم لإتمام مشيئة الله علينا بطريقة جيّدة. ولنقترح على أنفسنا أن نتعمّق بمعرفة أفضل لإرادته علينا، كما تعبّر عنها كلمته وتعاليم الكنيسة وواجبات كلٍّ منا وإلتزاماتنا إلخ… ولكن، سنركّز أكثر من ذلك كله على طريقة العيْش، لأنه كما سبق وقلنا، من الحياة والحب يشعّ النور الحقيقي. فيسوع يتجلّى للإنسان الذي يحبّه إذ يعيش عمليّاً وصاياه (يو21,14). هكذا بإتمام مشيئة الله، سوف ننجح في أن نقدّم له أجمل هدية. هديّة مرضيّة لديه ليس فقط بسبب المحبّة التي تحملها، بل أيضاً بفضل النور وثمار تجدُّد الحياة المسيحيّة، التي سوف تولد من حولنا.
كيارا لوبيك (أغسطس 1993)
(altro…)
Giu 1, 2011 | Non categorizzato
[:ot]Download pdf – Ġunju 2011
“Timxux max-xejra ta’ din id-dinja, iżda nbidlu, skont it-tiġdid ta’ fehmietkom, biex iseħħilkom tagħrfu xinhi r-rieda t’Alla, xinhu li jogħġbu, xinhu perfett” (Rm 12,2)1. Dan il-kliem insibuh fit-tieni parti tal-ittra ta’ San Pawl lir-Rumani li fiha hemm deskrizzjoni tal-imġiba tan-nisrani bħala espressjoni tal-ħajja ġdida, tal-imħabba vera u tal-ferħ u l-ħelsien veru li tana Kristu. Il-ħajja tan-nisrani trid tkun mod ġdid kif naqdu d-dmirijiet u nħollu l-problemi li nistgħu niltaqgħu magħhom, bid-dawl u l-ħila tal-Ispirtu s-Santu. Dan il-vers jorbot ma’ dak ta’ qablu. Fih San Pawl jgħid xinhu l-iskop u kif għandha tkun l-imġiba tagħna f’kull sitwazzjoni: ħajjitna trid tkun tifħir lil Alla, att ta’ mħabba mifrux tul iż-żmien. Dan nagħmluh billi nfittxu naraw xinhi r-rieda tiegħu, xinhu dak li l-aktar jogħġob lilu. “Timxux max-xejra ta’ din id-dinja, iżda nbidlu, skont it-tiġdid ta’ fehmietkom, biex iseħħilkom tagħrfu xinhi r-rieda t’Alla, xinhu li jogħġbu, xinhu perfett”. Hi ħaġa ċara li biex tagħmel ir-rieda t’Alla, l-ewwelnett trid tagħrafha. Imma, skont kliem San Pawl, din mhix ħaġa ħafifa. Ma tistax tagħraf sew ir-rieda t’Alla jekk ma jkollokx dawl partikulari li jkun jista’ jgħinek tagħraf dak li Alla jrid minnek fil-ħafna sitwazzjonijiet tal-ħajja, u tevita ħolm u żbalji li faċli taqa’ fihom. Dan hu don tal-Ispirtu s-Santu li nsejħulu “dixxerniment”. Mingħajru ma nistgħux nibnu fina mentalità tassew nisranija. “Timxux max-xejra ta’ din id-dinja, iżda nbidlu, skont it-tiġdid ta’ fehmietkom, biex iseħħilkom tagħrfu xinhi r-rieda t’Alla, xinhu li jogħġbu, xinhu perfett”. Imma x’nistgħu nagħmlu biex ikollna u niżviluppaw dan id-don hekk importanti? Żgur li dan jitlob minna li nkunu nafu sew it-tagħlim nisrani. Imma dan mhuwiex biżżejjed. Kif jgħid San Pawl, din hi fuq kollox kwistjoni ta’ ħajja; din hi kwistjoni ta’ ġenerożità, ta’ ħeġġa biex ngħixu l-Kelma ta’ Ġesù waqt li nwarrbu l-biża’, l-inċertezzi u l-kalkoli msejkna tagħna. Irridu nkunu disposti u lesti li nwettqu r-rieda t’Alla. Din hi t-triq li biha jkollna d-dawl tal-Ispirtu s-Santu u nibnu fina mentalità ġdida li Alla qed jitlob minna. “Timxux max-xejra ta’ din id-dinja, iżda nbidlu, skont it-tiġdid ta’ fehmietkom, biex iseħħilkom tagħrfu xinhi r-rieda t’Alla, xinhu li jogħġbu, xinhu perfett”. Mela kif għandna ngħixuha l-Kelma tal-ħajja ta’ dan ix-xahar? Għandna nfittxu li jkollna aħna wkoll dan id-dawl meħtieġ biex nagħmlu r-rieda t’Alla. Għalhekk irridu nagħrfu dejjem aħjar ir-rieda tiegħu li nsibuha fi Kliemu, fit-tagħlim tal-Knisja, fid-dmirijiet tal-istat tagħna, eċċ. Imma l-aktar ħaġa importanti hi li ngħixu għax, kif diġà rajna, id-dawl veru joħroġ mill-ħajja, mill-imħabba. Ġesù juri lilu nnifsu lil min iħobbu u jżomm il-kmandamenti tiegħu u jħarishom. (ara Ġw 14, 21). B’hekk jirnexxilna nagħmlu r-rieda t’Alla u dan ikun l-isbaħ don li nistgħu noffrulu. Dan jogħġbu mhux biss għax b’hekk inkunu qed nuruh imħabbitna, imma wkoll minħabba d-dawl u l-frott ta’ tiġdid nisrani li jqanqal madwarna. Chiara Lubich
1 Parola di vita, Awwissu 1993, ippubblikata fuq ir-rivista
Città Nuova, 1993/14, p.34-35.
[:]
Giu 1, 2011 | Parola di Vita
“Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”. E’ evidente che, per compiere la volontà di Dio, occorre innanzitutto conoscerla. Ma, ci lascia capire l’apostolo, questo non è facile. Non è possibile conoscere bene la volontà di Dio senza una luce particolare, la quale ci aiuti a discernere nelle varie situazioni quello che Dio vuole da noi, evitando le illusioni e gli errori in cui potremmo facilmente cadere. Si tratta di quel dono dello Spirito Santo, che si chiama “discernimento” e che è indispensabile per costruire in noi un’autentica mentalità cristiana. “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”. Ma come acquistare e sviluppare in noi questo dono così importante? Senza dubbio si richiede da parte nostra una buona conoscenza della dottrina cristiana. Ma non basta. Come ci suggerisce l’apostolo, è soprattutto una questione di vita; è una questione di generosità, di slancio nel vivere la parola di Gesù, mettendo da parte le paure, le incertezze e i calcoli mediocri. E’ una questione di disponibilità e di prontezza a compiere la volontà di Dio. E’ questa la via per avere la luce dello Spirito Santo e costruire in noi la nuova mentalità che qui ci viene chiesta. “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”. Come vivremo allora la Parola di Vita di questo mese? Cercando di meritare anche noi quella luce che è necessaria per compiere bene la volontà di Dio. Ci proporremo allora di conoscere sempre meglio la sua volontà così come ci viene espressa dalla sua Parola, dagli insegnamenti della Chiesa, dai doveri del nostro stato, ecc. Ma soprattutto punteremo sulla vita, giacché, come si è appena visto, è dalla vita, è dall’amore che scaturisce la vera luce. Gesù si manifesta a chi lo ama, mettendo in pratica i suoi comandamenti (cf Gv 14,21). Riusciremo così a compiere la volontà di Dio come il dono più bello che gli possiamo offrire. E questo gli sarà gradito non soltanto per l’amore che potrà esprimere, ma anche per la luce ed i frutti di rinnovamento cristiano che susciterà attorno a noi. Chiara Lubich .
Mag 31, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Tininha Cavalcanti
In tutto il mondo, ma specie in Brasile dove nacque, si sta celebrando il ventesimo dell’Economia di Comunione. Un progetto definito a suo tempo una “bomba”, perché già s’intuiva che portava in sé la capacità di dire una nuova parola nell’agire economico, mettendo la persona, anzi, soprattutto chi è nel bisogno al centro dell’economia stessa. Tu sei brasiliana, di Recife, tra le prime a venire a contatto con la spiritualità di Chiara. Come hai vissuto quei giorni così speciali? “All’epoca lavoravo nella segreteria di Chiara e l’ho accompagnata nel suo viaggio in Brasile. Sono stati giorni veramente straordinari, da lungo attesi… Ricordavo i nostri discorsi con Vera Araújo, Heleno Oliveira e altri ‘passionari’ come me, del primo gruppo dei brasiliani che avevamo conosciuto questa vita nuova: quando le speranze di vedere risolti i problemi sociali – così forti e palesi nel nostro Paese – si erano un po’ affievolite… Avevamo deciso di costituire la ‘banda del chicco di grano’ (in riferimento al chicco di grano di cui parla il Vangelo, che muore per dare frutti), pronti a dare la vita perché un giorno nascesse, attraverso quell’Ideale che ci aveva affascinati, una risposta forte. E l’Economia di Comunione è stata proprio questa risposta, ed è risuonata come una ‘bomba’ nei nostri cuori, superando ogni nostra aspettativa.” 
Tininha con Chiara Lubich
Quando Chiara è ripartita dal Brasile, nel ’91, come ti sentivi, cosa hai fatto? Non saprei dire altro. Ogni contatto nella mia terra natale è stato fruttuoso e pieno di speranza. Ed io, con grande meraviglia, mi accorgevo di non essere più la stessa; mi sentivo quasi una ‘scheggia rovente di quella bomba’. Posso solo dire che in quel momento ho avuto la certezza che era valsa la pena investire tutte le mie energie. E ora vediamo gli effetti positivi dell’EdC in tutto il mondo, riconosciuta come un progetto che sa rispondere alle forti disuguaglianze del Brasile e non solo, ma anche accolta nel mondo accademico.” (altro…)
Mag 30, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Quest’anno nel mondo gen4 c’è stata un’importante novità: due grandi appuntamenti per le gen 4 filippine. Prima a Cebù – isola dell’arcipelago filippino, circondata da 167 isole più piccole -, dove si sono radunate in 68, venute anche da altre isole. Poi in 75 a Tagaytay, nei pressi di Manila, dove sorge la cittadella asiatica dei Focolari. Presente ai loro congressi anche Cristiane Heisendorff, del Centro Gen 4 mondiale. Grande attenzione per l’argomento centrale: il filo d’oro dell’amore di Dio nell’antico testamento, da Abramo a Mosè. E poi, la vita di Chiara Lubich – da cui anche le gen 4 sono nate – come risposta d’amore alla volontà di Dio. Una storia affascinante: la sua “più grande avventura”, come Chiara stessa aveva raccontato ai e alle gen 4 nel 1988, quando a Loreto aveva capito la sua strada. Per tutte le bambine presenti, una scoperta luminosa: fare la volontà di Dio fa diventare la vita davvero un’avventura! I giochi, le scenette, le canzoni e in particolare le danze, moderne e tipiche, in questo clima d’amore reciproco hanno creato un’atmosfera bellissima. Non si sarebbe più andati via! Le gen 4 venivano da situazioni familiari e sociali molto varie, qualcuna anche con tante difficoltà – ma siamo davvero una famiglia e le loro necessità hanno ridato al nostro cuore la spinta per trovare nuove strade per fare arrivare loro almeno il necessario per vivere, anche attraverso il sostegno a distanza e i progetti sviluppati con il Movimento dei focolari.
Qualche flash direttamente con le loro parole: “Sono stata felice durante il congresso. Ho imparato tante cose. Ho imparato ad amare”. “Una bambina mi ha dato una botta. Mi faceva tanto male e ho pianto, ma mi ha chiesto scusa e allora ho accettato e le ho perdonato. Non sono più arrabbiata con lei e siamo già amiche di nuovo”. “Caro Gesù, grazie perché ho potuto andare a Tagaytay. Grazie anche per le benedizioni che ci hai dato, per le nuove amiche che ho conosciuto. Grazie per la mia famiglia e amici. Grazie anche per la bimba che mi ha prestato le sue ciabatte. E anche se l’altra mi da tanta noia, io le voglio bene lo stesso”. A cura del Centro Gen4 (altro…)
Mag 30, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Economia al futuro. Diciassette giovani di varie parti del pianeta leggono nelle loro lingue il messaggio da loro elaborato – “Da San Paolo al mondo” –, un vero e proprio programma di lavoro: “Che l’economia del 2031 sia di comunione, per noi e per tutti”. È il segno di ciò in cui credono, in cui osano sperare, ma anche il risultato di un cammino avviato. I 1.700 partecipanti al convegno “La profezia si fa storia. Venti anni di Economia di Comunione” accolgono in profondo ascolto le convinzioni e le articolate richieste di questi ragazzi, insofferenti nei confronti delle logiche capitalistiche. «Noi giovani qui a San Paolo nel maggio 2011, con le radici nel maggio 1991, ma più che mai responsabili per come saranno l’economia e il mondo nel 2031, crediamo che l’EdC sia venuta sulla terra, su questa terra brasiliana venti anni fa, anche per alimentare e rendere possibile la nostra speranza». Le loro proclamate idealità sono il sigillo sulle riflessioni degli esperti e sulle testimonianze di imprenditori che hanno contraddistinto il convegno, atto conclusivo dell’assemblea, con 650 partecipanti da 37 Paesi, svoltasi nei quattro giorni precedenti. Quanto mai felice la scelta di tenere in Brasile il grande appuntamento dell’EdC. L’assemblea ha avuto la sua cornice nella Mariapoli Ginetta, 50 chilometri a sud di San Paolo, proprio lì dove Chiara Lubich comunicò per la prima volta l’intuizione che era maturata in lei dopo aver osservato con dolore la cerchia di favelas attorno ai grattacieli della metropoli paulista. Non meno significativa la scelta di collocare il convegno di domenica 29 maggio nell’auditorium Simon Bolivar nel Memoriale dell’America Latina, un centro, progettato dal grande architetto Niemeyer, che vuole favorire, attraverso l’arte, legami più stretti tra i popoli del continente.

Luigino Bruni
L’EdC ha «la potenzialità di trasformare dall’interno il vissuto economico, non solo delle imprese, ma anche delle famiglie, delle istituzioni finanziarie, delle politiche economiche», ha fatto presente Maria Voce, presidente dei Focolari, nell’indirizzo di saluto inviato per l’occasione. Ricorda che occorre tenere presente una condizione di fondo: «L’EdC avrà nuovo slancio se avrà come orizzonte il mondo unito e sarà capace di muovere i cuori, le azioni, gli entusiasmi di chi ha esigenze di grandi ideali per cui giocare la propria vita». Ella allora non dubita che «verrà una nuova stagione di creatività e di protagonismo di tutti voi e risponderemo a un grande appuntamento con la storia». A supporto di questi passaggi l’imprenditore Alberto Ferrucci ha ripercorso i fecondi lavori dell’assemblea; Rubens Ricupero, rettore dell’università Faapi di San Paolo, ha delineato sfide e speranze dell’economia; la sociologa brasiliana Vera Araujo ha evidenziato i fondamenti della cultura del dare, mentre l’economista Stefano Zamagni ha parlato dell’EdC quale “risorgimento” per l’economia nella società globale. «Siamo venuti in Brasile per ricomprendere meglio l’ispirazione di Chiara», ha precisato Luigino Bruni, coordinatore della commissione internazionale dell’EdC. Delineando le prospettive, ha indicato che «oggi c’è bisogno di un salto di scala, un’impennata di ciascuno e di tutti se vogliamo avviarci con speranza verso il 2031», perché «l’EdC cura la povertà e trasforma le persone, ma adesso occorre cambiare anche le istituzioni economiche».
Ribaltando l’impostazione dominante che vede al centro il capitale, Bruni ha fatto presente che «il primo e fondamentale fattore nell’impresa e nell’economia sono le persone. È la loro creatività, la loro passione a fare la differenza». Infine, «l’EdC è nata e nasce ogni giorno da un carisma: anche per questa ragione esiste un profondo legame tra EdC e giovani: i carismi e i giovani hanno in comune la speranza, la fede nel futuro, i grandi progetti e ideali». Le nuove generazioni nell’EdC sono un frutto prezioso di questi primi venti anni, ma anche una garanzia per camminare a passo spedito nel futuro.
Dall’inviato Paolo Lòriga
(altro…)
Mag 30, 2011 | Cultura
La vita di Chiara Lubich, la sua opera, la sua spiritualità, raccontate ai bambin i e ai ragazzi. In un volume interamente illustrato.
«Immaginate un grande albero, forte, robusto, che stende oggi i suoi rami fino agli ultimi confini della terra. Questa è la storia della nascita e dello sviluppo del Movimentodei Focolari: un’opera di Dio, nata, come tutte le cose Sue,da un piccolo seme. Chiara Lubich, colei dalla quale tutto è iniziato, ci accompagna, attraverso queste pagine come sfogliando il suo diario, a ripercorrere le tappe principali del suo cammino di vita, quella “divina avventura” come lei la definiva, che l’ha portata da Trento al mondo». In un volume riccamente corredato di foto e illustrazioni. Un libro per ragazzi e non solo.
Mag 29, 2011 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
“Cosa ti aspetti da noi?”, avevano chiesto le focolarine dell’Ungheria a Chiara Lubich nell’85. La fondatrice dei Focolari aveva risposto: “Come 42 anni fa non c’era nulla o forse una sola persona con questo Ideale, ed ora siamo un po’ in tutto il mondo, m’aspetto che nel vostro Paese, il Movimento, che ora è presente con un certo numero di persone e con un certo sviluppo, invada tutte le città, i paesi; concorra con i suoi strumenti, i vari movimenti nel campo religioso e nel campo umano, a rinvigorire la Chiesa ed a rinnovare la società; e assieme alle altre invenzioni della Madonna faccia sì che un giorno il Cuore Immacolato di Maria trionfi”. Chissà cosa direbbe Chiara al vedere gli sviluppi che sono avvenuti dall’85 ad oggi in terra ungherese. “C’è da ringraziare Dio perché quello che fate è meraviglioso”, afferma l’attuale presidente, Maria Voce, davanti al popolo focolarino riunito il 28 maggio a Budapest. Testimonianze di impegno in tutti i campi dell’agire umano fanno intravedere un Movimento in azione, chiamato oggi a vivere una nuova tappa della sua storia. L’incontro si svolge in una ex caserma russa e a qualcuno dei 650 presenti non sfugge l’aspetto simbolico di ciò, quasi a conferma del fatto che il carisma dell’unità ha in sé la forza per trasformare la società. Si parte con una ricostruzione inedita del viaggio di Chiara nel 1961 a Budapest, il primo nei Paesi dell’allora blocco comunista. Un impatto duro, alla vista di quanto il regime stava operando nel Paese e nelle persone. Ma se il dolore era molto forte in Chiara, altrettanto lo era l’impressione che “la Madonna aveva cominciato la sua opera”. E che ciò non fosse rimasta solo un’impressione era evidente dalla presentazione delle varie comunità sparse in tutto il Paese.
A questo popolo fiero, con una sua identità ben stagliata e contemporaneamente alla ricerca di un equilibrio tra nazionalismo e apertura alla dimensione universale, tra anelito di libertà e capacità di assumersi responsabilità, Maria Voce, augura di riuscire “a superare quella diffidenza nei confronti degli altri popoli” che a volte può essere di ostacolo alla reciprocità. “E’ giusto affermare la propria identità, ma nel concerto delle nazioni – sottolinea la presidente –. La sfida è quella di accorgersi dei tanti talenti che ci sono in Ungheria, donarli, e accogliere quelli degli altri popoli, imparare sempre di più a collaborare”. E in questo tutti nel Movimento sono chiamati a fare la loro parte, sottolinea Maria Voce. I volontari, ad esempio, nel cui dna è insita la chiamata a trasformare l’umanità con la coscienza che “la nostra piccola parte, lì dove siamo, contribuisce all’avanzata del regno di Dio nel mondo intero”; le persone impegnate in Umanità Nuova, chiamate a “testimoniare il Vangelo in misura qualche volta eroica, senza lasciarsi schiacciare dalle situazioni, ma trasformandole con l’amore. Perché, come diceva Chiara in una meditazione, sai cosa si fa quando si ha straamato? Si ama ancora”; le famiglie, interpellate dalle tante difficoltà che ne minano la solidità, a cui poter dare risposta con “un amore più grande, sempre rinnovato, un’apertura senza limiti, trovando in Dio la radice di questo amore”; i bambini che vogliono sapere dalla presidente dove trovare Dio e sono soddisfatti di sapere che, ad esempio, possono incontrarlo nei fratelli; i ragazzi, che rischiano di essere emarginati se non si uniformano al branco e che partono fortificati dalla certezza che “anche Gesù non è stato capito da tutti. Non preoccuparti di questo, preoccupati di quello che vuole Dio. Già per il solo fatto che riesci a portare la tua idea, sei un esempio e una provocazione”, incoraggiano Maria Voce e Giancarlo Faletti.

L'incontro di Maria Voce con i giovani dell'Ungheria
Ma non può mancare una domanda su quello che sarà un grande evento mondiale per i giovani e che tanti di loro hanno voluto si svolgesse proprio a Budapest: il Genfest, l’1 e 2 settembre 2012. Già il giorno precedente, in un a tu per tu aperto e profondo di una settantina di gen, e poi nel grande incontro di sabato, i giovani vogliono capire quali sono le attese per questo importante appuntamento. Maria Voce apre il cuore: “Dovrebbe essere una grande festa, dare grandissima gioia a noi che lo prepariamo e ai giovani che verranno. Attraverso la vostra testimonianza dovrebbe essere evidente che non c’è niente di più bello della rivoluzione evangelica, l’unica capace di cambiare la nostra vita. E’ una grande opportunità, un esempio di quello che l’Ungheria è in grado di dare. Avete tanto da fare per preparare la “casa” ai giovani di tutto il mondo. Non vedo l’ora che arrivi”. Aurora Nicosia [nggallery id=46] [nggallery id=47] (altro…)
Mag 29, 2011 | Focolari nel Mondo
Mag 28, 2011 | Famiglie
In apertura in primo piano: il beato Giovanni Paolo II, il cui pontificato ha riservato “un’attenzione prioritaria e appassionata per la famiglia”. Il Card. Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, nel suo discorso, ha evidenziato come “per il Papa della nuova evangelizzazione, la famiglia, piccola chiesa o chiesa domestica, non è un modo di dire. Si tratta di un’attuazione della Chiesa specifica e reale: i coniugi infatti – come è scritto nella Familiaris Consortio “non solo rivivono l’amore di Cristo diventando comunità salvata, ma sono chiamati a trasmettere ai fratelli il medesimo amore di Cristo diventando comunità salvante” (FC 49). Nel pomeriggio l’atteso incontro con la presidente dei Focolari, Maria Voce, che ha intessuto con i partecipanti, oltre un migliaio da tutti i continenti, un dialogo profondo, esprimendo la gioia di essere con famiglie che si pongono come strumenti di unità negli ambienti dove vivono. Le testimonianze hanno messo in luce come, la fiducia nell’Amore, trasforma e illumina la quotidianità ed è di sostegno e guida nei momenti più difficili: malattie, sospensioni, separazione, vedovanza. In collaborazione con la sezione giovanile dei Focolari, nell’intento di condividere gli obiettivi educativi e collaborare alla loro realizzazione, due momenti sono state dedicati all’educazione dei figli. E dell’educazione si è parlato anche nei lavori di gruppo: educazione a uno stile di vita sobrio, all’affettività e all’uso dei media, relativamente alle diverse fasce d’età. Significativo poi, lo spazio dedicato alle giovani famiglie. Seguita da moltissimi, nei vari punti di ascolto nel mondo, la diretta Internet, durante la quale si è parlato di affettività, comunicazione e spiritualità. Messaggi di condivisione e di gioia sono giunti da: Canada, Venezuela, Israele, El Salvador, Brasile, Spagna, ecc. “Ringraziamo infinitamente per questo amore concreto che ci ha dato la possibilità di seguire il convegno in diretta, scrivono ad esempio dal Panama – riaffermando il valore della famiglia e la fede che Gesù ci aiuta a costruirla. La società trasmette l’idea che la famiglia è passata di moda – ma oggi ascoltandovi, sentiamo che la famiglia è qualcosa di moderno e attuale”.“Avete illuminato la nostra vita matrimoniale in tutti i suoi aspetti – dicono dalla Slovenia – Vivere la spiritualità del Vangelo ci porta alla pienezza della felicità e rinfresca l’amore che vorremmo portare a più famiglie possibile.” (altro…)
Mag 28, 2011 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Non è situato nella parte di maggior passaggio dei 650 partecipanti all’assemblea dell’Economia di Comunione, ma è lo stand più affollato durante gli intervalli dei lavori. Si vendono borse per donna, giubbotti e oggetti per l’abbigliamento femminile. Il successo di visitatori è davanti agli occhi di tutti. Le linee dei prodotti artigianali sono un mix di qualità e design moderno, con felici tocchi di originalità, come unica è la provenienza delle materie prime impiegate: teloni da camion ormai in disuso e ritagli di cuoio e di jeans che non sarebbero serviti ad altro, recuperati perché ecologicamente compatibili. Ma la principale caratteristica dell’azienda sono ragazzi e ragazze minori o da poco maggiorenni, che vengono da situazioni difficili. Il marchio di fabbrica “Dalla strada” è perciò perfettamente esplicativo dell’iniziativa imprenditoriale che nello scorso aprile ha posto la sua sede nel polo industriale Spartaco, a cinque chilometri dalla Mariapoli Ginetta. Conoscendone le origini, sembra più una scommessa che una realtà produttiva, ma vedendo la decina di ragazze e ragazzi all’opera e ascoltando le motivazioni che li muovono si capisce la bontà dei risultati produttivi che danno garanzie per il futuro dell’azienda. I giovani lavoratori vengono in buona parte da uno dei quartieri in cui la povertà è evidente, il barrio Jardin Margarida, a Vargem Grande Paulista, 30 chilometri a sud di San Paolo. «La nostra è più che una impresa. Tra noi ci aiutiamo, perché il nostro è un lavoro di gruppo, ma anche perché c’è un clima di famiglia. Iniziamo ogni giorno con la parola di vita tratta dal Vangelo ed essa ci aiuta a superare le difficoltà». Divani è una diciottenne, giunta qui dopo un anno di formazione professionale ed uno stage nel Nord-Est, a Recife, nell’azienda madre legata ai principi dell’Economia di Comunione.
Dietro l’impresa c’è la mitezza e la determinazione di João Bosco Lima de Santana, un imprenditore andato in Italia per specializzarsi nella produzione di borse e poi tornato in patria per mettere su un’attività remunerativa. Ma dentro lo muoveva qualcosa di più grande. Da giovane aveva incontrato la spiritualità dei Focolari ed era rimasto colpito dalla proposta di Chiara Lubich di «morire per la propria gente». La vita lo aveva poi portato su altre strade. Ma quando conosce p. Renato e la sua casa dei minori, che accoglie ragazzi e bambini dalla strada, si è consolidato un suo desiderio: «Mettere a disposizione la mia competenza e la mia vita per dare ai giovani una professione. Educare al lavoro è una forma di sviluppo e abbiamo costatato che l’amore vissuto per una grande causa è capace di rinnovare cose, idee e persone che vengono dalla strada». È sulla base di questa verifica quotidiana che João Bosco può affermare con credibilità che «qui in azienda il primo posto ce l’hanno loro, i giovani, la loro formazione, non la produzione, pur puntando alla qualità». Un paradosso nella logica imprenditoriale, ma che porta i suoi frutti. Dalla Costa d’Avorio è arrivata la richiesta di imparare quest’attività produttiva e avviarla sul posto, mentre attraverso i Giovani per un mondo unito, tramite la cooperativa Equiverso, è iniziata l’importazione di borse in Italia. Piccole multinazionali dell’EdC crescono. Dall’inviato Paolo Lòriga (altro…)
Mag 27, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
È all’insegna della vitalità che si svolge il viaggio in Ungheria di Maria Voce e Giancarlo Faletti. Prima tappa coi sacerdoti in contatto col Movimento dei focolari. Molti di loro qui ne hanno portato e diffuso lo spirito e oggi raccontano il loro impegno nel ricostruire le chiese e la Chiesa, il servizio come parroci, direttori nei seminari, vicari generali, il loro ruolo a livello di docenza o nei diversi uffici diocesani, il rapporto semplice con la gente che suscita la comunità, attira i giovani, accosta chi non ha un riferimento religioso. E, oltre che delle attività, fanno dono ai presenti della loro vita di comunione che sostiene e alimenta tutto.
Nel pomeriggio del primo giorno si svolge un incontro con i dirigenti delle diverse diramazioni in cui si articola il Movimento in Ungheria. Le famiglie portano i frutti di un impegno a tutto campo verso le coppie giovani, i fidanzati, i divorziati, altre famiglie di tutte le età; i responsabili del movimento Umanità Nuova, espressione nel sociale dei Focolari, appassionano tutti con le loro iniziative nel mondo della sanità come dell’economia, della politica come nella pedagogia o nello sport; laici e sacerdoti raccontano del rinnovamento in atto in tante parrocchie delle 13 diocesi del Paese. Il dialogo è aperto e tocca tanti aspetti. L’equilibrio fra dimensione locale ed universale: “Se la spinta a realizzare il testamento di Gesù ‘Che tutti siano uno’, è nata in una piccola città a Trento e poi da lì ha assunto le dimensioni del mondo – ricorda Maria Voce -, vuol dire che interessarsi di un particolare è una scuola d’amore che poi permette di allargare lo sguardo oltre. Avere un cuore allargato sulla fraternità universale non significa quindi non occuparsi del particolare”. Viceversa, sottolinea in un passaggio successivo, “sentiamo in noi la spinta ad uscire dai nostri confini. Non possiamo disinteressarci della grande famiglia del Movimento sparsa nel mondo, cerchiamo di farlo con tutti i mezzi”. La domanda di una gen 2 sui vari input anche di carattere spirituale ai quali dare risposta, dà alla presidente lo spunto per ricordare una delle consegne che Chiara Lubich sentiva fortemente di dover lasciare ai suoi: “Lascia a chi ti segue solo il Vangelo, nient’altro che il Vangelo”. Tutto il resto è uno strumento che aiuta a concretizzare il Vangelo, spiega, ma “la cosa più importante è vivere la parola di Dio. Chiedersi sempre come vivrebbe Gesù”.
Nell’incontro dei dirigenti, come l’indomani durante quello con i focolarini e le focolarine che vivono in Ungheria, non mancano domande su come migliorare i rapporti interpersonali a più livelli, interrogativi leciti per chi ha deciso di vivere una spiritualità collettiva. Il leit motiv è quello di un amore più grande che esige il massimo da sé stessi, un amore libero da perfezionismi o dal desiderio di raggiungere certi risultati, che sia capace di andare oltre le naturali diversità fra uomo e donna, fra grandi e piccoli, fra chi si occupa di un aspetto e chi di un altro. Un amore che genera, che fa mettere in gioco la propria vita sino a “lasciar vivere Gesù in noi”. “Io sono stata creata in dono per chi mi sta vicino e chi mi sta vicino è stato creato in dono da Dio per me”, ripeteva con convinzione Chiara Lubich. Maria Voce lo sottolinea ai presenti ricordando anche il modello a cui Chiara si ispirava: “La famiglia di Nazareth, o, ancora di più, la vita della Trinità”. Il massimo del rapporto, dell’amore, modelli arditi ma non inimitabili. L’esperienza lo dimostra. Dall’inviata Aurora Nicosia (altro…)
Mag 27, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Segui l’assemblea in streaming su http://live.focolare.org/EdC2011/ Flickr Photo Gallery
«Parlate! Parlate forte! Abbiate il coraggio di parlare dell’EdC anche ai grandi economisti del mondo. Forse non vi daranno credito subito, ma siccome è una realtà basata sulla verità delle cose si affermerà con il tempo». Maggiore sprone e migliore incoraggiamento non poteva dare il card. Odilo Scherer, arcivescovo di San Paolo, in visita il 26 maggio all’Assemblea internazionale dell’EdC, in corso di svolgimento alla Mariapoli Ginetta, a 50 chilometri dalla metropoli brasiliana. «Ho voluto passare di qua – ha confidato ai 650 partecipanti, provenienti da 37 Paesi – per dire una mia parola di incentivo e di incoraggiamento ai lavori di questa iniziativa». E subito spiega: «È un evento, il vostro, che propone qualcosa di nuovo per la società». Il porporato – una delle figure più ascoltate di tutto il Latino America – non dubita della presenza di una domanda diffusa e di una ricerca in atto: «Certamente molti sono interessati a sapere cosa significhi l’espressione Economia di Comunione, cosa possa portare di buono per i nostri tempi, per l’economia dei nostri Paesi, per la nostra società, cosa ha da dire per risolvere la crisi economica che persiste da tante parti». Egli non dubita circa il fondamento dell’EdC: «Vedo che la proposta dell’EdC è pienamente sintonizzata con ciò che propone da tempo la Dottrina sociale della Chiesa per l’economia». Da questa considerazione nasce il suo perentorio invito, citato in apertura: «Parlate! Parlate forte!».
Ha maturato una convinzione il Cardinale: «L’EdC offre certamente la possibilità di una via d’uscita diversa per i problemi economici del mondo», perché «il sistema economico basato nel binomio socialismo-capitalismo non porterà certamente nel mondo una soluzione all’economia». Commenta infatti: «Se non ci sarà un nuovo orientamento dell’economia, proprio nel senso della comunione e della solidarietà, noi – come ha avvertito papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate – ci stiamo incamminando decisamente verso il disastro. Perché il mondo non offre beni in quantità inesauribili. La ricchezza, se non è condivisa, genera conflitti». «La proposta dell’Economia di Comunione potrà offrire luci per l’economia di tutte le nazioni. – continua – essa comincia dal piccolo, dall’economia delle famiglie, dall’economia dei piccoli gruppi locali che, sommati, potranno dare inizio veramente ad un cambiamento grande che, col passare del tempo – forse noi non lo vedremo – potrà produrre una vera trasformazione, anche nell’economia di tutto il mondo». Ravvisa inoltre che l’EdC «è una proposta di globalizzazione della solidarietà, come Giovanni Paolo II aveva tante volte richiamato e che la Chiesa continua a far presente» e riferendo della sua imminente partenza alla volta di Roma per un incontro dell’organismo vaticano per la nuova evangelizzazione, di recente istituzione, il porporato ha preannunciato che vede «nell’EdC uno strumento particolarmente adatto per la nuova evangelizzazione nel campo dell’economia». Le parole di Scherer non possono che arrecare maggiore consapevolezza nei presenti, rappresentanti di quanti operano nel mondo per l’EdC, ma li ha investiti di ulteriori responsabilità. «Continuate con molta fede, con molta speranza in questo cammino, condividendo queste esperienze in tutto il mondo, affinché ciò possa produrre un effetto sempre più ampio». Dall’inviato Paolo Lòriga (altro…)
Mag 27, 2011 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Così annota Chiara Lubich nel suo diario:
“La ‘corona di spine’ – così il cardinale Arns [allora arcivescovo] di San Paolo, chiama la cintura di povertà e miseria che circonda la città che pullula di grattacieli – è il grande problema di queste terre in via di sviluppo, uno dei più grandi problemi del nostro pianeta, per il quale noi possiamo fare sempre poco, ma che Dio Padre può prendersi cura di risolvere, anche per la nostra fede di figli suoi. Dio può tutto. Lo dobbiamo sperare e occorre pregare. La città di San Paolo: nel 1900 era un villaggetto. Ora non è una selva, ma una foresta di grattacieli. Tanto può il capitale in mano ad alcuni e lo sfruttamento di altri. Ma perché tanta potenza non si orienta alla soluzione degli immani problemi del Brasile? Perché manca l’amore al fratello, domina il calcolo, l’egoismo. Dobbiamo crescere, finché il bene camminerà da sé. E la speranza c’è e – vorrei dire – la sicurezza.” Il 29 maggio 1991, davanti a circa 650 tra imprenditori, lavoratori, giovani, riuniti da tutto il Brasile, nella cittadella “Ginetta”, Chiara lancia l’idea maturata in quei giorni:
“Qui dovrebbero sorgere delle industrie, delle aziende i cui utili andrebbero messi liberamente in comune con lo stesso scopo della comunità cristiana: prima di tutto per aiutare quelli che sono nel bisogno, offrire loro lavoro, fare in modo, insomma, che non ci sia alcun indigente. Poi gli utili serviranno anche a sviluppare l’azienda e le strutture della cittadella, perché possa formare uomini nuovi: senza uomini nuovi non si fa una società nuova! Bisognerebbe associare tante persone che potrebbero diventare azionisti, pur con quote minime. Anche i giovani con le loro piccole iniziative potrebbero raccogliere una quota per far parte della società che farà nascere questa città industriale. Una cittadella così, qui in Brasile, con questa piaga del divario tra ricchi e poveri, potrebbe costituire un faro e una speranza.” (altro…)
Mag 27, 2011 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
“Dio! Dio! Dio! Risuoni questo ineffabile nome, fonte di ogni diritto, giustizia e libertà, nei Parlamenti, nelle piazze, nelle case e nelle officine…”. Nel desiderio di rispondere a questo accorato appello pronunciato da Pio XII in radiomessaggio del 10 settembre 1956, a causa della repressione in Ungheria, Chiara Lubich scrive una lettera che diventerà la “magna carta” di una nuova vocazione nel Movimento dei focolari: i “volontari di Dio”. Uomini e donne di tutto il mondo – dove è presente il Movimento –, formati dalla spiritualità dell’unità, che s’impegnano a portare Dio nella società, con la propria vita, nei vari ambiti dove agiscono.

2006 – A Budapest
“C’è stata – scrive Chiara il 15 gennaio 1957– una società capace di togliere il nome di Dio… l’amore di Dio dal cuore degli uomini. Ci deve essere una società capace di rimetterlo al Suo posto. (…) Ci sia chi Lo santifica con tutte le sue forze e si riunisce a quelli che sentono identica chiamata per fare un blocco agli ordini di quella eterna Parola che nessuno potrà mai cancellare dalla terra. Occorre gente che segua Gesù come vuole essere seguito: rinunciando a se stessi e prendendo la sua croce. Che crede quest’arma: la croce, più potente delle più potenti bombe atomiche perché la croce è un varco nelle anime, mediante la quale Dio entra nei cuori… Fare un blocco di uomini di tutte le età, condizioni, legati dal vincolo più forte che esista: l’amore reciproco lasciatoci dal Dio umanato morente, come testamento… Amore reciproco che fonde i cristiani in un’unità divina… che sola può opporsi all’unità provocata dall’interesse, da motivi di questa terra, dall’odio. Amore reciproco che significa: fatti concreti, proiezione di tutto il nostro amore verso i fratelli per amore di Dio. Insomma occorrono discepoli di Gesù, autentici nel mondo, non solo nei conventi. Discepoli che volontariamente Lo seguano, spinti solo da un illuminato amore verso di Lui, in quest’ora tenebrosa… Un esercito di volontari, perché l’amore è libero. (…) Occorre… edificare una società nuova, rinnovata dalla Buona Novella, dove splendano con l’amore la giustizia e la verità. (…) Una società che testimoni un nome solo: Dio.” (altro…)
Mag 26, 2011 | Non categorizzato
Dal 23 al 27 maggio si svolge un Convegno che riunisce alla cittadella di testimonianza dei Focolari in Kenya, 20 Vescovi provenienti dal Sud Africa, Angola, Tanzania, Uganda, Burundi e Kenya, in un clima di comunione e semplicità fraterna. Sotto il tema “Riscoprire i disegni di Dio nell’oggi” il convegno offrirà riflessioni teologiche, aggiornamenti sull’attualità della Chiesa, presentazione di fatti di vita evangelica e esperienze stimolanti. Il tutto intercalato da momenti di meditazione, da celebrazioni e preghiere in comune.
Da alcuni anni nelle varie aree geografiche del continente Africano, hanno luogo incontri di Vescovi che si ispirano alla “spiritualità di comunione” proposta dagli ultimi Papi e messa in atto nell’esperienza continua del Movimento dei focolari. A seguito del convengo in Kenya si svolgeranno altri due convegni a Moramanga (Madagascar) e a Bamenda/Fontem (Camerun). (altro…)
Mag 26, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Luigino Bruni parla della storia dell'EdC
È proprio qui, nell’auditorium della Mariapoli Ginetta Calliari, a cinquanta chilometri da San Paolo, che vent’anni fa Chiara Lubich, sotto il pressante impulso dello Spirito, comunicò un’intuizione: il carisma dell’unità aveva qualcosa da dire per contribuire ad innovare l’apparentemente inscalfibile sistema economico e produttivo internazionale. Sono arrivati qui in Brasile in 650 (cospicua la presenza di giovani) da 37 Paesi del mondo in rappresentanza delle 800 aziende impegnate nell’EdC, degli otto poli imprenditoriali presenti nel mondo, degli studiosi e degli studenti delle discipline economiche coinvolti nella riflessione scientifica e nell’elaborazione culturale. Già in apertura dell’assemblea, iniziata ieri, 25 maggio, c’era gioia e gratitudine per questi due decenni di cammino, ma anche commozione quando si è tornati alle parole della fondatrice dei Focolari che ebbero, come allora fu detto, l’«effetto di una “bomba” in campo economico». A queste origini è tornata Maria Voce, presidente dei Focolari, in un messaggio video che non indugia comunque sui registri della commemorazione e della celebrazione. «Occorre riconoscere che il progetto dell’EdC deve ancora affermarsi», ha fatto presente, complimentandosi con gli organizzatori per la scelta di un dettaglio, rivelatore però dell’approccio di fondo: «Mi sembra molto significativo che nel logo delle celebrazioni abbiate voluto far apparire la data del 2031 ad indicare un futuro che oggi possiamo solo intuire e che si definirà grazie ai contributi che continuerete a dare». Senza fare sconti, la presidente Voce ha indicato le sfide che attendono l’EdC che ha «la potenzialità di trasformare dall’interno il vissuto economico, non solo delle imprese, ma anche delle famiglie, delle istituzioni finanziarie, delle politiche economiche». Ma occorre tener presente una condizione di fondo: «L’EdC avrà nuovo slancio se avrà come orizzonte il mondo unito e sarà capace di muovere i cuori, le azioni, gli entusiasmi di chi ha esigenze di grandi ideali per cui giocare la propria vita». Auspica allora che «ne verrà una nuova stagione di creatività e di protagonismo di tutti voi e risponderemo a un grande appuntamento con la storia». Di storia aveva parlato anche Luigino Bruni, coordinatore della commissione internazionale dell’EdC, aprendo i lavori dell’assemblea, per sottolineare il cammino compiuto dalla profezia di Chiara in ambito economico. Quattro le parole su cui è stato imperniato il suo intervento: festa, per i venti anni; responsabilità, per il compito da svolgere in questo periodo di crisi; memoria, per non dimenticare le domande fondative di Chiara pronunciate in questa sala nel 1991; speranza, nella forza del progetto loro affidato e nelle nuove generazioni di imprenditori e studiosi impegnate nell’EdC.

Alberto Ferrucci
Inevitabili i rimandi storici anche per l’imprenditore Alberto Ferrucci, nell’Edc sin dalla prima ora. Ha ricordato il modo organizzato con cui agli inizi Chiara e le compagne di Trento sovvenivano alle necessità dei poveri della città, giungendo così a indicare una «vocazione laica di santità» in quanti avrebbero sostenuto l’EdC, da chi vendette modeste proprietà, offrì i pochi risparmi per consentire di acquistare i terreni per i poli produttivi a chi lasciò ottimi posti di lavoro e le proprie città per dar vita all’intuizione di Chiara. Un eroismo che ha poi permesso a Benedetto XVI di citare l’EdC nella sua prima enciclica sociale. Un’esigenza ha consegnato Ferrucci all’assemblea: «Occorre elaborare teoricamente i paradigmi di questa nuova economia, potendo mostrare poli produttivi ed aziende che mettono in pratica questi principi e scuole ed università che formano ad essi». È il futuro che l’assemblea è chiamata a declinare con il futuro. Dall’inviato Paolo Lòriga (altro…)
Mag 26, 2011 | Centro internazionale, Spiritualità
“I sacerdoti in Cechia siamo pochi ed è praticamente impossibile vivere insieme almeno in due, però quando il sacerdote che aveva sposato i miei genitori è diventato anziano ho proposto che venisse ad abitare con me perché potessi occuparmi di lui. La presenza di una persona anziana ha influenzato l’architettura della canonica come della chiesa, adattata alle sue esigenze. Poco dopo è stato colpito da un ictus e quindi è stata necessaria una maggiore cura. Ma se devo dire la cosa più bella della mia esperienza sacerdotale non è tanto il numero delle persone che ho visto convertirsi, quanto questa condivisione profonda di vita”. “Dopo nove anni di duro impegno nella vita sacerdotale ho avuto un esaurimento nervoso e allora mi è stata data la possibilità di vivere con un altro confratello. Questa è stata per me la salvezza. Ho potuto continuare a dare il mio apporto in parrocchia e pian piano mi sono ripreso”. Queste due delle testimonianze offerte durante l’incontro di un gruppo di sacerdoti in contatto col Movimento dei focolari, il 24 maggio, nella giornata conclusiva del viaggio di Maria Voce a Praga. Non è facile la vita dei sacerdoti nella Repubblica ceca. In un Paese dove i cattolici sono il 25 per cento e i praticanti si attestano intorno al 4 per cento, anche il numero dei sacerdoti è molto basso così che ognuno di loro deve seguire contemporaneamente più parrocchie. I sacerdoti riuniti al Centro Mariapoli, che sin dai tempi del comunismo (nella maggior parte dei casi) hanno fatta propria la spiritualità di comunione proposta da Chiara Lubich, non mancano di sottolineare quanto condividere gioie e dolori, fatiche e successi con altri confratelli sia stato per loro un vero e proprio punto di forza, e per qualcuno, come si diceva, la salvezza.
Non manca di sottolinearlo il nunzio a Praga, mons. Diego Causero, venuto a salutare il gruppo: “Ringrazio i sacerdoti che hanno parlato. Mi hanno fatto piacere due aspetti in particolare: la disponibilità di vivere con un sacerdote anziano e il fervore con cui hanno raccontato la loro vita. A tanti di noi manca questo fervore; magari sappiamo tante cose, ma abbiamo bisogno di appassionarci. Tra i focolarini questo succede ancora e dà energia, creatività, forza espansiva. Essi hanno avuto un ruolo importante negli anni del comunismo: auguro loro di riprendere quella stessa forza perché il popolo ceco ha bisogno di leader con una ricchezza umana, una capacità di entrare in rapporto. Adoperiamoci!”. Intenso il dialogo con Maria Voce e Giancarlo Faletti su vari argomenti: dalla novità della spiritualità collettiva portata dal carisma dell’unità, all’impegno nella chiesa locale e all’interno del Movimento, dalle vocazioni ai giovani. Un sacerdote chiede: “Nelle terre con un tenore di vita più alto le vocazioni calano; viceversa, in quelle magari meno ricche si hanno più vocazioni. Secondo voi questo ha una motivazione spirituale o sociale?”. Maria Voce risponde: “Certamente le motivazioni sociali non mancano perché dove ci sono maggiori possibilità economiche ci sono più distrazioni che rischiano di soffocare la voce di Dio. Non penso che ci siano meno vocazioni perché Dio continua a chiamare, ma sicuramente ci sono meno risposte positive. Però, anche se i giovani hanno la possibilità di fare qualsiasi tipo di esperienza, a volte, proprio per questo, provano un’insoddisfazione più profonda. Tutto ciò può dare a Dio l’occasione di farsi sentire ancora di più. Io penso quindi che più che l’aspetto sociale vada curato quello spirituale. Preoccupiamoci di mostrare una forte spiritualità e di far vedere che siamo felici”. Anche in campo giovanile l’apporto dei sacerdoti qui risulta determinante: è normale che i giovani facciano riferimento a loro. E grande è l’attenzione della Chiesa in tutto il Paese verso le nuove generazioni. Nelle nove diocesi della Repubblica sono attivi i “Centri giovanili”, case con la presenza stabile di un sacerdote, una famiglia e dei giovani laici, centri di spiritualità dove vengono gruppi organizzati e giovani di passaggio, battezzati e non credenti. Saranno circa tremila i giovani cechi che parteciperanno alla prossima Gmg di Madrid. Una speranza per la Chiesa e per il Paese. Dall’inviata Aurora Nicosia (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 25, 2011 | Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Il 22 Maggio il Gen Rosso ha presentato a Kingston, capitale della Giamaica, lo spettacolo “Streetlight” nell’ambito della seconda Convocazione Ecumenica Internazionale che si è tenuta nel Paese caraibico, promossa dal Consiglio Ecumenico delle Chiese. L’assemblea ha rappresentato una nuova importante tappa del cammino di comunione e di reciproco impegno delle Chiese sul tema “Pace – Giustizia – Salvaguardia del Creato” nato a metà degli anni ‘80. In particolare, l’evento del 2011 si è posto come conclusione del “Decennio per superare la violenza”, che ha visto le Chiese di tutto il mondo approfondire sempre più il proprio impegno per la pace e la non violenza. Proprio su questo stesso fronte, il Gen Rosso è attivo oramai da anni con il progetto “Forti senza violenza” che coinvolge le scuole medie e superiori di alcuni paesi.
Tomek Mikusinski, a nome del gruppo, scrive così alla redazione: «Siamo tornati da un grande teatro tenda, chiamato popolarmente “Tent” con il cuore colmo di gioia per quanto è accaduto stasera a Kingston: 700 persone di ogni ceto sociale hanno partecipato al nostro musical Streetlight. Il Re. Dr. Olaf Tveit, Segretario Generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, coordinatore di tutto l’evento, ci ha accolti con calorose parole di benvenuto e di stima per quanto abbiamo operato insieme ai giovani della Trench Town, un quartiere impregnato di violenza nella famosa Downtown di Kingston». Infatti proprio con i ragazzi di questo quartiere il gruppo musicale ha lavorato nei giorni precedenti lo spettacolo; tramite vari workshop, laboratori, ma soprattutto con un rapporto basato sulla fraternità instaurato tra i membri del gruppo e i ragazzi, il Gen Rosso ha potuto trasmettere, con diverse forme artistiche, quei valori che aiutano i teeenagers a combattere la violenza, l’emarginazione, il bullismo e le varie forme di disagio che molti di loro vivono nei grandi agglomerati urbani: «Ogni “pasto”, ogni “Buon giorno” e ogni saluto, è stata un’occasione per stabilire un rapporto e per dire che ci siamo anche noi in questo importante dialogo tra le Chiese Cristiane. Lavorare poi con i ragazzi del ghetto è stato bellissimo. “Forti senza violenza” in Jamaica è ormai un dato di fatto!»- conclude Mikusinski.
Se, dunque, lo spettacolo al “Tent” ha rappresentato l’evento clou del tour in Giamaica, non sono mancati altri importanti momenti durante i quali il Gen Rosso ha potuto dare un contributo fattivo alla risoluzione del problema della violenza tra le giovani generazioni del Paese, che rimane il terzo al mondo per l’elevato tasso di criminalità. Così è stato lunedì 23 Maggio, quando il gruppo, insieme all’associazione Starchmaker, ha potuto presentare “Forti senza violenza” nell’ambito di una sessione ufficiale del convegno, a persone scelte e interessate alle diverse declinazioni artistiche del progetto, e agli ambiti sociali in cui esso prende forma. (altro…)
Mag 25, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Tanino con i primi focolarini ungheresi
Tanino Minuta, italiano, docente di storia della lingua italiana, ha vissuto molti anni in Ungheria dove ha insegnato nella cattedra di italianistica presso l’Università Janus Pannonius di Pécs. Gli chiediamo di raccontarci i suoi ricordi, quando si è aperto il focolare nel paese magiaro. Il primo impatto con quel mondo così diverso dal tuo? Sono arrivato in Ungheria nell’ottobre del 1980 e vi sono rimasto per 16 anni. Ero stato mandato per dare inizio al focolare maschile a Budapest. Non era facile entrare nel Paese allora sotto il regime comunista. Il Ministero degli Affari Esteri mi aveva concesso una borsa di studio per delle ricerche sulla letteratura per l’infanzia. All’inizio la mia vita si svolse prevalentemente nella capitale. Sulle facciate dei palazzi c’erano ancora i segni della rivoluzione del 1956. Ma più che sulle case le ferite erano rimaste nel cuore della gente: delusione amara, profonda umiliazione e, ciò che era spaventoso, sospetto di tutto e tutti. Cos’è stata per te questa esperienza? 
Grazia Passa, la prima focolarina mandata in Ungheria
Un grande dono di Dio. Arrivato in Ungheria, impoverito dal forte cambiamento dei ritmi sociali, tagliato fuori dai rapporti costruiti fino allora, ero nelle migliori condizioni per vedere la dinamica interna che genera una comunità e ho capito meglio la didattica e gli scopi del Movimento dei focolari che ha la missione di agire alla radice dei rapporti, creare le condizioni perché i rapporti ci siano, crescano e siano costruttivi e costitutivi della società. Ristabilire l’unità. Ho visto una rivoluzione allo “statu nascendi”. È stata un’esperienza dello Spirito che, come afferma David Maria Turoldo, «è il vento che non lascia dormire la polvere». Proprio mentre stavo partendo per l’Ungheria, Chiara Lubich mi aveva fatto pervenire un regalo “Per il focolare di Budapest”. Chi me l’ha consegnato mi ha trasmesso un augurio: “Vedrai miracoli!”. Sì, ho visto miracoli! Ho visto “lo spirito soffiare sulla polvere” e “l’impossibile diventare possibile”. 
Una delle prima Mariapoli alla fine degli anni Settanta
L’impossibile diventare possibile? Ho visto che quel primo piccolo gruppo che viveva la spiritualità del Movimento, costituito da famiglie, da sacerdoti, da alcune ragazze e ragazzi, da bambini… era di fatto una comunità ordinata dalla carità, esattamente come dice Chiara, che non c’è “niente di più organizzato di ciò che l’amore ordina e nulla di più libero di ciò che l’amore unisce”. Ora il Movimento dei focolari è diffuso e molto stimato in Ungheria. Un augurio per questa visita di Maria Voce? Con la rara combinazione di cordialità immediata e di nobile raffinatezza che lo distingue, il popolo ungherese non si è lasciato sedurre da ideologie e mode non degne dell’uomo. Penso che saprà accogliere il dono di questa visita ed essere dono non solo alla presidente Maria Voce, ma a tutto il Movimento. Il fatto che il Paese sia stato consacrato a Maria, con l’atto di donazione a lei della corona da parte di Santo Stefano, costituisce un sigillo e una responsabilità storica e spirituale. Io direi che proprio perché, come dice l’inno nazionale, “gli ungheresi hanno già scontato il passato ed il futuro”, sono nella condizione di essere un paese che può dare molto ad altri popoli. Il mio augurio è che la Presidente, 50 anni dopo, possa raccogliere i frutti della preghiera di Chiara e constatare che Maria è veramente Signora dei Magiari. (altro…)
Mag 24, 2011 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità

Grottaferrata. Don Foresi, Igino Giordani, il canonico anglicano Bernard Pawley, la signora Margaret Pawley, Chiara Lubich, Eli Folonari (1962).
Il 14 gennaio Chiara si incontrò con un gruppo di luterani in Germania e quell’incontro le fece capire che la spiritualità dell’unità, basata sul Vangelo vissuto, non era per i cattolici soltanto, ma per tutta la cristianità. Nel mese di maggio, Chiara incontrò a Roma il canonico anglicano Bernard Pawley, che fu poi invitato come osservatore al Concilio Vaticano II. E il 24 maggio 1961 Chiara annotò nel suo diario: «La volontà di Dio è l’amore scambievole. Perciò per suturare questa rottura è necessario amarsi”. Questi i prodromi che portarono Chiara a fondare a Roma il “Centro Uno”, per l’unità dei cristiani. Affidò la direzione a Igino Giordani, pioniere ecumenico già dagli anni ’20. Il 1961 fu un anno carico di intuizioni. È l’inizio di quel promettente dialogo basato sul Vangelo vissuto. La spiritualità dell’unità con gli anni interessò anglicani in Gran Bretagna, riformati in Svizzera, Olanda e Ungheria. Fu accolta da cristiani di varie Chiese in Europa, dalle Chiese orientali in Medio Oriente e successivamente negli altri continenti. Il Patriarca Atenagora si interessò alla spiritualità dell’unità e chiamò Chiara ad Istanbul nel 1967 incoraggiando la diffusione di questo spirito nelle Chiese ortodosse. 
Chiara Lubich, Gabri Fallacara, Frère Roger Schutz (1978).
Dopo quasi 30 anni di impegno ecumenico del Movimento, nel 1996 a Londra, altra tappa storica. Incontrando un migliaio di anglicani, cattolici, metodisti e battisti che vivevano la spiritualità dell’unità, Chiara constatò che stava emergendo uno specifico dell’impegno ecumenico del Movimento: il “dialogo della vita”, “dialogo del popolo”, che non si contrappone agli altri tipi di dialogo ma che li sostiene. Oggi ci sono cristiani di 350 Chiese nei 5 continenti che vivono questo dialogo e testimoniano che è possibile vivere in unità con Cristo fra noi. Il 50° del Centro “Uno” è stato ricordato a Trento nel Teatro Sociale il 12 marzo scorso con una Giornata ecumenica internazionale intitolata: “Chiara Lubich: un carisma, una vita per l’unità dei cristiani”, che faceva parte di una “Settimana ecumenica” commemorativa dall’11 al 16 marzo a Cadine (Trento), dove, anche con testimoni della prima ora, si sono ripercorsi i frutti di questi cinquant’anni di impegno ecumenico di Chiara e del Movimento. 
Istanbul. Il gruppo della 18ª scuola di ecumenismo promossa dal Centro “Uno” sulla Chiesa ortodossa ricevuto al Fanar dal Patriarca Bartolomeo I (2010).
Nel suo messaggio, il card. Koch, tra l’altro, dice: “La testimonianza ed il servizio reso da Chiara Lubich alla promozione dell’unità dei cristiani sono doni preziosi ed inestimabili” perché “ha tracciato scie di luce e ha toccato in profondità il cammino di vita di tanti cristiani di diverse generazioni ed appartenenti a tante tradizioni ecclesiali”. E il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, invita i focolari sparsi nel mondo “ad alimentare ovunque il ‘dialogo della vita’ nel popolo cristiano, lievito nel Movimento ecumenico”, nella consapevolezza che “solo l’intensa spiritualità può accelerare il cammino verso la piena comunione visibile mediante la ricezione dei progressi conseguiti dai dialoghi ufficiali da parte di un popolo ecumenicamente preparato”. È arrivato anche un messaggio dal Rev. Olav Fykse Tveit, Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese: “La ricordiamo come dono dell’amore premuroso di Dio, che ispira così tanti di noi col suo carisma e la sua spiritualità dell’unità”. Poi ricorda la sua prima visita nel 1967 che ha gettato “le fondamenta per decenni di stretta collaborazione, da cui, in tanti modi la fraternità delle Chiese membra del Consiglio delle Chiese ha tratto beneficio”. Il Centro “Uno” segue l’impegno ecumenico del Movimento nel mondo anche attraverso una rete di incaricati e promuove “settimane ecumeniche” e corsi di formazione. Sede attuale del Centro “Uno” Via della Pedica 44 A 00046 Grottaferrata (Roma) Email: centrouno@focolare.org (altro…)