Apr 25, 2007 | Famiglie, Sociale
Una “rete di protezione” per le adozioni internazionali – Non ci si può nascondere le molteplici difficoltà sottese all’adozione internazionale. Al trauma dell’abbandono, l’istituzionalizzazione aggiunge quasi sempre altri problemi, altre sofferenze. L’adozione internazionale è un volo d’amore senza confini, ma con molti lati d’ombra. Da qui la necessità di prepararsi seriamente. E soprattutto di farlo con altri, in rete, e possibilmente con una “rete di protezione”. Famiglie e Istituzioni in rete possono agire a sostegno di quei genitori che, mossi dalla generosità, si librano nell’ignoto per dare affetto, casa, certezze, a chi non li ha mai avuti. E’ questo l’obiettivo del Convegno promosso da Afn Azione Famiglie Nuove, ente autorizzato per l’adozione internazionale. Attese oltre 500 persone, famiglie adottive o aspiranti tali, provenienti dalle varie regioni italiane. Interverranno: esperti AFN, il sottosegretario Letizia De Torre del Ministero della Pubblica Istruzione e due componenti il gruppo adozione-scuola dello stesso Ministero: Anna Genni Miliotti e Vincenza Iossa. Fra gli ospiti internazionali, la dott.ssa Dr.ssa Sahda Fayad del MIMDES, autorità centrale per le adozioni in Perù e quattro direttori di istituti per l’infanzia del Vietnam. La sfida che vuol lanciare Azione Famiglie Nuove è che tutti gli istituti del mondo siano al più presto svuotati mediante l’adozione. I bambini costretti in istituto di qualsiasi latitudine devono sentirsi cercati, voluti, accolti. Devono sentirsi figli. Il Convegno vuol mettere in luce il profondo significato dell’adozione internazionale: non è la soluzione, come comunemente si pensa, alla mancata genitorialità biologica, ma una formidabile risposta d’amore ai tanti, troppi bambini che sul pianeta popolano gli istituti per l’infanzia. Afn, azione per Famiglie Nuove onlus, è sorto nell’ambito del Movimento Famiglie Nuove, diramazione del Movimento dei Focolari. Nato nel ‘67, conta oggi circa 300mila aderenti nel mondo. Fra i suoi obiettivi lo sviluppo di una cultura familiare innovativa secondo quattro linee guida: educazione, formazione, socialità, solidarietà. In merito a quest’ultima, Famiglie Nuove ha attivi 102 interventi per l’infanzia svantaggiata in 52 Paesi attraverso i quali offre concrete opportunità di sviluppo a 18.630 minori e le loro famiglie. Col tramite di AFN, nel 2006 sono stati adottati da famiglie italiane 96 bambini stranieri. Dal 2005 è in corso nelle Filippine un progetto habitat che prevede la costruzione di 170 casette per famiglie senza tetto. Per saperne di più: Anna Friso, vicepresidente AFN: cell. 335.1046306 – www.famiglienuove.org
Apr 18, 2007 | Sociale
Il progetto prevede il recupero di computer dismessi da enti pubblici o privati, per distribuirli a scuole, biblioteche o altre istituzioni che non potrebbero permetterseli. Per realizzarlo, il Ministero dello sviluppo economico, e la Fondazione Banco del Brasile hanno eletto come partner il Centro Afago, per la serietà del lavoro svolto a favore dei meno abbienti.
Obiettivo: il superamento del divario tecnologico – Il presidente Luiz Inacio Lula, all’inaugurazione del centro, ha evidenziato come l’accesso alla conoscenza permetta di ridurre le differenze sociali: “Costa meno costruire scuole, che prigioni”, ha affermato, impegnandosi entro la fine del 2010 a dotare tutte le scuole pubbliche di una connessione a internet con la banda larga. Presenti all’inaugurazione, oltre al Presidente Lula e la sua signora, anche il Ministro dello sviluppo economico, Paulo Bernardo, il Governatore del Banco del Brasile, Jacques Penna, il Presidente del Distretto Federale di Brasilia, deputati federali e distrettuali, oltre a giornalisti delle più importanti testate brasiliane e reti Tv nazionali. Durante la visita al centro Afago, il Presidente Lula si è intrattenuto con vari giovani volontari del Centro, alcuni dei quali aiutati da piccoli con il “sostegno a distanza”, attuato dal Centro Afago in collaborazione con Famiglie Nuove. “Parlando con R. pochi minuti – ha detto Lula – ho capito che sarà sempre un uomo con un’anima grande, disposto ad aiutare gli altri perché lo ha imparato fin da piccolo, grazie all’inserimento in una comunità”. Cos’è il Centro Afago – Negli anni ’90, di fronte alla grave situazione dei bambini di strada, e in concomitanza con il lancio da parte del Movimento Famiglie Nuove, del progetto delle “Adozioni a distanza”, conosciuto anche come “sostegno a distanza”, si è costituita l’associazione Afago-Df, che oggi aiuta 220 bambini e adolescenti dai 4 ai 14 anni, che frequentano il Centro, dove possono usufruire di una mensa, svolgere attività pedagogiche, informatiche e sportive. (altro…)
Apr 15, 2007 | Famiglie
Il matrimonio è fondato su un elemento divino: l’amore.
Dio è Amore e il matrimonio è fondato su Dio che si manifesta come amore.
Se i due sposi si amano, Dio passa tra di loro;
due sposi che perdono tempo a non amarsi,
sono due creature che perdono tempo a morire,
perché la vita non ha più senso, la famiglia non esiste più.
Ma l’amore si regge se è anche soprannaturale:
il solo amore naturale si indebolisce e s’estingue
col cedere della natura: malattie, avversità, capricci, vecchiaia, miseria…
L’amore sta all’organismo familiare come il calore all’organismo umano.
Il calore è portato dal sangue umano:
l’amore è portato dal sangue divino: l’Eucarestia.
C’è comunità perfetta – umano-divina – se circola il sangue dell’Uomo-Dio.
Da La famiglia. Ricordi Pensieri, Città Nuova ed. 1994
Apr 15, 2007 | Ecumenismo
Oltre 11.000 partecipanti da tutta Europa, si riuniranno al Palasport Hanns Martin Schleyer, a Stoccarda in Germania, il 12 maggio prossimo. L’evento si svolgerà in collegamento satellitare con incontri contemporanei in varie città d’Europa. E’ un evento che testimonia un fatto nuovo nella storia europea: un cammino di comunione in continua crescita tra movimenti e comunità laicali di varie Chiese che abbraccia, come una rete, il continente dall’Atlantico agli Urali. Prefigurando la ricchezza dell’unità nella diversità, vuol offrire all’Europa un contributo “di popolo”. Nella difficile fase che sta attraversando l’Europa, sotto il profilo sociale, culturale, politico e spirituale, la manifestazione Insieme per l’Europa 2007 vuol dare testimonianza, soprattutto con fatti di vita, della inesauribile luce che scaturisce dal Vangelo vissuto nei vari ambiti: famiglia, convivenza nelle città sempre più multiculturali e multireligiose, economia, politica, nuove e vecchie povertà, ecologia. La manifestazione ‘Insieme per l’Europa’ sarà preceduta e preparata dal Congresso ‘INSIEME IN CAMMINO’ per responsabili e collaboratori di Movimenti e Comunità. Si svolgerà, sempre a Stoccarda, il 10 – 11 maggio 2007. (altro…)
Apr 12, 2007 | Cultura
Tra i titoli di Città Nuova n. 7 del 10 aprile 2007: 12 maggio: “Più famiglia” di Nedo Pozzi L’Africa altra di Vera Araujo Coerenza eucaristica Vivere secondo la domenica di Antonio Maria Baggio Aspetti sociali e politici dell’esortazione apostolica di Papa Benedetto XVI “Sacramentum Caritatis”. Non solo bulli di Aurora Nicosia Di fronte ad episodi sempre più ricorrenti di devianza giovanile ci si interroga sulle cause e sulle possibili soluzioni. Intervista allo psicologo Ezio Aceti: investiamo in educazione. La rete della pace Segnali pasquali in Terra Santa di Michele Zanzucchi Il Peres Center for Peace ha coagulato la migliore tradizione ebraica di tensione alla riconciliazione e al perdono. E ha coinvolto palestinesi, musulmani e cristiani. Il ruolo crescente della società civile. Intervista al direttore Ron Pundak. Svolta ambientale L’Europa sceglie sole e vento di Paolo Lòriga Decisione cruciale tra i 27 Paesi dell’Unione europea a favore dell’ambiente. La nostra analisi e la condivisione di proposte concrete. Corea-Italia Segnali di novità di Stefania Tanesini e Daniela Ropelato Una significativa delegazione parlamentare coreana del Movimento politico per l’unità in visita in Italia per guardare al bene della famiglia umana, a partire da Oriente. Sui campi da sci «Che spettacolo vedere come si aiutano!» di Domenico Salmaso Una iniziativa sportiva per i più giovani e le famiglie che è diventata scuola di vita.
Apr 12, 2007 | Cultura
“Artisti: quale vocazione per la nostra epoca?”. Sollecitati da questo interrogativo, pittori e scultori, registi e attori, musicisti e cultori delle diverse discipline artistiche, da 14 Paesi, dall’India all’Argentina, dalla Corea al Brasile, dalla Finlandia al Portogallo, si incontreranno per il loro 2° Convegno internazionale che si svolgerà dal 13 al 15 aprile al Centro Mariapoli di Castelgandolfo (Roma). Chi lo promuove – L’organismo promotore è Clarté: sta per luce, chiarezza, claritas. Gli artisti che ne fanno parte vorrebbero contribuire a realizzare un’arte portatrice di luce nella notte culturale di quest’ epoca di profonde trasformazioni. Caratteristica peculiare di Clarté – che si ispira alla spiritualità dell’unità di Chiara Lubich – è il dialogo tra artisti, l’ascolto reciproco. L’ispirazione – affermano – nasce anche da questi rapporti. Scopo del convegno – Se nell’arte moderna e contemporanea è dominante “la perdita del centro”, l’esclusione di ogni punto di riferimento, il Convegno vorrebbe promuovere un’arte rinnovata da un’esperienza umano-divina, universale. Un’arte che, proprio perché si rivolge a tutto l’uomo, può divenire luogo di realizzazione di una visione umana integrale. Il programma – Come recita il titolo, il Convegno seguirà quattro piste: inquietudine, speranza, luce, prospettive. – L’evento trae ispirazione dalla “lezione magistrale” di Chiara Lubich – in occasione del dottorato h.c. in arte, conferitole dall’Università cattolica di Maracaibo (Venezuela) – che sarà letta in apertura del Convegno. – Tra i relatori, la sociologa brasiliana Vera Araujo: darà una lettura sociologica del contributo che l’arte può offrire nella società di oggi. – “L’arte protagonista della vita di una città” : sezione dedicata ad iniziative artistiche che suscitano il risveglio dei valori e coesione sociale nei più diversi contesti culturali e sociali, in città come Napoli, Caracas (Venezuela) e Gerusalemme, dove è nata un’orchestra composta da palestinesi e israeliani. – Una serata vedrà protagonista il cinema, con registi come L. Lambertini, E. Cappuccio. – Ampio spazio verrà dedicato al dialogo sia in sessione plenaria, sia in gruppi tra artisti delle diverse discipline artistiche. – In conclusione, un momento culmine: “Doni di Luce”, una conversazione di Chiara Lubich con un gruppo indù (video). La commissione internazionale di Clarté è formata da: Liliana Cosi, ballerina étoile; Ave Cerquetti, scultrice; Thérèse Henderson, compositrice; Valerio Ciprì, compositore; Paolo Vergari, pianista; Michel Pochet, pittore; Don Luigi Razzano, teologo, scrittore e pittore; Clara Zanolini, architetto; Davide Viganò, musicista. Per saperne di più: www.clarte.org Ufficio stampa: Servizio Informazione Focolari Tel. 06947989 – cell. 348.856.33.47 – e-mail: sif@focolare.org Segreteria del Convegno: Via Piave, 15 – 00046 Grottaferrata (Roma) Tel. 06/945407217 – e-mail: segr.arte@focolare.org
Apr 4, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
35 progetti in 29 Paesi del mondo: 1.847 borse di studio finanziate in 5 anni. Una rete di reciprocità attivata a livello planetario fra gli “School-mates”: i compagni di scuola a distanza, un progetto dei Ragazzi per l’Unità, del Movimento dei Focolari, che di anno in anno coinvolge sempre più scuole. 455 le borse di studio assegnate nel 2006. Cos’è il progetto Schoolmates – Con il progetto “Schoolmates” i Ragazzi per l’Unità promuovono una rete di rapporti tra le scuole: classi di diversi Paesi corrispondono per scambiarsi reciproche ricchezze e condividere culture, lingue, tradizioni ed iniziative già in atto per costruire un mondo unito. Attraverso un fondo di solidarietà si sostengono borse di studio in favore dei ragazzi dei Paesi più svantaggiati. L’impegno: la classe o il gruppo che vuole aderire a Schoolmates si impegna a vivere la Regola d’oro – Fai agli altri ciò che vorresti gli altri facciano a te. Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te!”-, a corrispondere con altre classi o gruppi e a sostenere borse di studio. Ogni classe potrà impegnarsi per una borsa di studio annuale, con solo 1 Euro al mese per ciascun ragazzo che vuole aderire. Si può contribuire con risparmi personali o coinvolgendo tutta la classe in attività varie, tutte da inventare. Una di queste, ormai un appuntamento attesto dei Ragazzi per l’Unità in Italia, sono le Fiere Primavera. Nel 2007 sono in corso 30 progetti in 26 Paesi. Guardiamone da vicino alcuni:
Contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico in Albania – La mancanza di risorse finanziarie e di un programma nazionale sono fra le cause del crollo del sistema scolastico albanese negli ultimi anni. Fra i problemi più seri: i bassi salari degli insegnanti, la mancanza di materiali didattici e di ambienti idonei. Il progetto mira a dare la possibilità a tanti ragazzi della classe più povera di frequentare la scuola dell’obbligo, e di poter intraprendere corsi professionali, per avere prospettive migliori per il futuro e contribuire, una volta adulti, alla vita del proprio Paese. Vai al progetto: http://www.school-mates.org/progetti/main_albania_ita.html
Bandra, la “regina delle periferie” di Mumbai. Sostegno ai ragazzi più emarginati – A Mumbay, 20 milioni di abitanti, la continua urbanizzazione ha portato al formarsi di vastissimi slums dove masse di persone, richiamate in città dalla possibilità di ricevere un salario anche minimo, vivono in condizione di estrema indigenza. I ragazzi degli slums, prima di recarsi a scuola, lavorano per guadagnare qualcosa, perciò arrivano già stanchi in classe. Pur studiando seriamente e con impegno, rischiano spesso la bocciatura. Attualmente sono 16 le borse di studio assegnate per riuscire a finire gli studi e trovare in futuro un lavoro qualificato. Vai al progetto: http://www.school-mates.org/progetti/main_india_bandra_ita.html Fiere Primavera 2007: 22 quest’anno le edizioni della Fiera Primavera in Italia: Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Marche, Sicilia, Calabria. Alcune si sono già svolte alle porte della primavera, le prossime in calendario sono:
15 aprile Valmontone (RM), Cagli (PU), Recanati (AN), Ascoli Piceno
21 aprile Viterbo
22 aprile Poggio Mirteto (RI), Grottaferrata (RM)
5 maggio Arcidosso (GR)
6 maggio Grosseto, Roma – Villa Pamphili (altro…)
Apr 4, 2007 | Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
All’ora nona Gesù lanciò un alto grido: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mc 15,34)
Gesù abbandonato! Ci dai l’altissima, divina, eroica lezione di che cosa è l’amore. Perché avessimo la Luce, ti facesti “buio”. Perché Dio fosse in noi, lo provasti lontano da te. Perché possedessimo la sapienza, ti facesti “ignoranza”. Perché avessimo la vita, tu provasti la morte. Perché ci rivestissimo dell’innocenza, ti facesti “peccato”. Perché sperassimo, quasi provasti la disperazione… Perché fosse nostro il Cielo, ti sentisti abbandonato. Gesù abbandonato! Ci dai la certezza che, rivivendoti, ognuno di noi può dare dal proprio angolo di mondo quell’avvio indispensabile e decisivo alla svolta che l’umanità attende, irradiandovi la luce della resurrezione. Chiara Lubich (altro…)
Apr 3, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Una sera del 2004 sono invitata alla presentazione d’un film sull’Associazione “Per un sorriso di bambino”, nata in Cambogia. Rimango sconvolta dalla testimonianza dei fondatori dell’Associazione, una coppia di pensionati francesi che ha salvato migliaia di bambini della capitale cambogiana. Hanno ridonato loro dignità e fiducia, creando una scuola pilota dove tutti si preparano ad un mestiere. Senza fortuna né sostegno, grazie solo alla fede, hanno realizzato un’azione umanitaria eccezionale. Mi tornano in mente le parole della Scrittura, quando Pietro dice al mendicante: “Non ho né oro, né argento ma quello che ho, te lo dono”. Ciò che ho è la mia professione, sono giornalista. Vengo a sapere che questa coppia vorrebbe scrivere un libro sulla loro storia ma non ha il tempo. Mi dico: sono in pensione e, malgrado i numerosi impegni, potrei provare. E poi, amare significa servire! Mi propongo, così, di aiutarli a scrivere il loro libro. Lavoro dunque sul fascicolo dell’associazione “Per un sorriso di bambino” in Francia e faccio conoscenza dei suoi responsabili. Poi m’imbarco per Phnom – Penh. Quando arrivo, questa coppia decide di abbandonare l’idea di “dettarmi” il loro libro per lasciarmi fare piuttosto un reportage. Torno in Francia. Annuncio ai miei che sarò indisponibile per un mese. Ho soltanto 5 settimane per scrivere, per rispettare i tempi della Casa Editrice: passo dalle otto alle dieci ore davanti al computer, quasi appiccicata allo schermo poiché ho rotto i miei occhiali in Cambogia. Malgrado queste condizioni di lavoro, durante il periodo di Natale, grazie anche alla comprensione di mio marito e dei miei figli, posso inviare il manoscritto in Cambogia il primo gennaio. Comincia un periodo di scambi quasi quotidiani di e-mail con i protagonisti del libro. Ho promesso che questo sarà il “loro” libro e che accettavo in anticipo tutte le loro osservazioni e modifiche. Certo, quando ciò avviene, non è sempre facile per me. Il libro esce, a oggi sono state vendute migliaia di copie e non ha finito, credo, di raggiungere e di toccare il pubblico francofono. L’associazione e i suoi fondatori sono ora molto più conosciuti e sono state raggiunte oltre 1000 sponsorizzazioni. Più di mille bambini sono stati salvati dalla miseria e dai maltrattamenti. I membri dell’associazione sono rimasti impressionati da questa mia esperienza. Ma, a dir la verità, io stessa mi sono trovata cambiata profondamente. (F. D. – Francia)
Apr 3, 2007 | Cultura
“Artisti: quale vocazione per la nostra epoca?” Sollecitati da questo interrogativo, pittori e scultori, registi e attori, musicisti e cultori delle diverse discipline artistiche, da 20 Paesi, dall’India all’Argentina, dalla Corea al Brasile, dalla Finlandia al Portogallo, si incontreranno per il 2° Convegno internazionale che si svolgerà dal 13 al 15 aprile al Centro Mariapoli di Castelgandolfo (Roma). Chi lo promuove: Clarté: sta per luce, chiarezza, claritas. Gli artisti che vi fanno parte vorrebbe contribuire a realizzare un’arte portatrice di luce nella notte culturale di questa epoca di profonde trasformazioni. Caratteristica peculiare di Clarté – che si ispira alla spiritualità dell’unità di Chiara Lubich – è il dialogo tra artisti. L’ispirazione – affermano – nasce anche da questi rapporti. Scopo del convegno – Se nell’arte moderna e contemporanea è dominante “la perdita del centro”, l’esclusione di ogni punto di riferimento, il Convegno vorrebbe promuovere un’arte rinnovata da un’esperienza umano-divina, universale. Un’arte che, proprio perché si rivolge a tutto l’uomo, può divenire luogo di realizzazione di una visione umana integrale.
Il programma – Come recita il titolo, il Convegno seguirà quattro piste: inquietudine, speranza, luce, prospettive. Tra l’altro, prevede:
“Lezione magistrale” di Chiara Lubich sull’Arte – in occasione del dottorato h.c. in arte, conferitole dall’Università cattolica di Maracaibo (Venezuela) – che aprirà il Convegno.
La sociologa brasiliana Vera Araujo interverrà sul contributo che l’arte può offrire nella società di oggi.
“L’arte protagonista nella città”: iniziative artistiche che suscitano il risveglio dei valori e coesione sociale nei più diversi contesti culturali e sociali, in città come Napoli, Caracas (Venezuela) e Gerusalemme, dove è nata un’orchestra composta da palestinesi e israeliani.
Ampio spazio al dialogo sia in sessione plenaria, sia in gruppi.
Momento conclusivo: “Doni di Luce”, conversazione di Chiara Lubich con un gruppo indù (video). (altro…)
Mar 31, 2007 | Parola di Vita
Il giorno degli Azzimi, la festa di Pasqua, nella “sala al piano superiore”, Gesù condivide la sua ultima cena con i discepoli. Dopo aver spezzato il pane e fatto circolare il calice del vino, dona loro l'insegnamento conclusivo: nella sua comunità il più grande si farà il più piccolo e colui che governa come colui che serve.
Nel racconto di Giovanni, Gesù pone anche un gesto eloquente a indicare la novità dei rapporti che egli è venuto a instaurare tra quanti sono suoi seguaci: lava loro i piedi, contro ogni comune logica di superiorità e di comando (gli apostoli in quell'ultima cena si domandavano chi tra loro poteva essere considerato “il più grande”).
«Io sto in mezzo a voi come colui che serve»
“Amare significa servire. Gesù ce ne ha dato l'esempio” – dice Chiara Lubich in una sua conversazione .
Servire, una parola che sembra degradi la persona. Coloro che servono non sono solitamente considerati di livello inferiore? Eppure tutti desideriamo essere serviti. Lo esigiamo dalle istituzioni pubbliche (non si chiamano “ministri” le persone che detengono le massime cariche?), dai servizi sociali (non sono detti proprio “servizi”?). Siamo grati al commesso quando ci serve bene, all'impiegato quando sbriga in fretta la nostra pratica, al medico e all'infermiere quando si prendono cura di noi con competenza e attenzione…
Se questo ci aspettiamo dagli altri, forse anche gli altri si aspettano altrettanto da noi.
La parola di Gesù rende consapevoli noi cristiani che abbiamo un debito d'amore verso tutti. Con Lui e come Lui anche noi, davanti ad ogni persona con la quale viviamo o che incontriamo nel nostro lavoro, dovremmo poter ripetere:
«Io sto in mezzo a voi come colui che serve»
Chiara Lubich ricorda ancora che il cristianesimo è “servire, servire tutti, vedere in tutti dei padroni. Se noi siamo servi, gli altri sono padroni. Servire, servire, sotto, sotto, cercare di raggiungere il primato evangelico sì, ma mettendoci al servizio di tutti. (…) Il cristianesimo è una cosa seria; non è un po' di patina, un po' di compassione, un po' di amore, un po' di elemosina. Ah, no! Ed è facile far l'elemosina per sentirsi la coscienza a posto e poi comandare, opprimere.”
Ma come fare a servire? In quella conversazione Chiara indicava due semplici parole: “vivere l'altro”, ossia “cercare di penetrare nell'altro, nei suoi sentimenti, cercar di portare i suoi pesi”. “Con i bambini – esemplificava – come faccio? I bambini vogliono che io giochi con loro: giocare!”. Devo anche assecondare un'altra persona di casa che vuol vedere la televisione o fare una gita? Verrebbe da dire che è una perdita di tempo: “No, non è perso il tempo, è tutto amore, è tutto tempo guadagnato, perché bisogna farsi uno per amore”. “Debbo proprio portare la giacca all'altro che sta per uscire o debbo proprio portare il piatto in tavola?” Proprio così, perché “il servizio che Gesù domanda non è un servizio ideale, non è un sentimento di servizio. Gesù parlava di un servizio concreto, con i muscoli, con le gambe, con la testa; bisogna proprio servire.”
«Io sto in mezzo a voi come colui che serve»
Sappiamo allora come vivere questa Parola di vita: prestando attenzione all'altro e rispondendo con prontezza alle sue esigenze, amando con i fatti.
A volte si tratterà di migliorare il proprio lavoro, di svolgerlo con sempre maggiore competenza e perfezione, perché con esso si serve la comunità.
Altre volte di venire incontro a particolari domande d'aiuto che sorgono lontano o attorno a noi da anziani, disoccupati, portatori di handicap, persone sole; oppure che giungono da Paesi lontani in seguito a calamità naturali, a richieste di adozioni, a sostegno di progetti umanitari.
Chi ha incarichi di responsabilità metterà da parte atteggiamenti odiosi di comando, ricordando che siamo tutti fratelli e sorelle.
Se faremo tutto nell'amore scopriremo, come dice un antico detto cristiano, che “servire è regnare”.
A cura di Fabio Ciardi e Gabriella Fallacara
Mar 25, 2007 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Ero una ragazza frastornata da esperienze dolorose in famiglia e dalla mancanza di veri e stabili affetti, quando ho conosciuto delle persone che avevano una gioia che io credevo impossibile sperimentare nella vita e me ne hanno fatto dono. Attraverso di loro ho scoperto Dio e il Suo amore per me. Per me è stato come scorgere una luce nella notte, che con sicurezza mi indicava la strada, una strada d’amore, proprio quella che stavo cercando. Sono la più giovane di quattro fratelli e i nostri genitori hanno sempre avuto un rapporto difficile e conflittuale, segnato da liti e discussioni che spesso sfociavano nella violenza. Mio padre aveva, oltre alla nostra, anche un’altra famiglia: una donna e dei figli. Per questo, e per il suo atteggiamento aggressivo nei confronti di nostra madre, noi figli lo respingevamo come padre e, invece di amarlo, lo odiavamo sempre di più. Pian piano, i miei fratelli sono andati via di casa, chi per studiare, chi per sposarsi. Con i miei genitori sono rimasta solo io, la più piccola, fino al giorno in cui mio padre ha picchiato così forte la mia mamma che ho dovuto portarla in ospedale. Dopo, lei è andata a vivere con mia sorella e a casa siamo rimasti mio padre ed io. Il Vangelo mi sosteneva, ma dentro di me pensavo che mai e poi mai avrei potuto perdonare mio padre. Un giorno di questa difficile convivenza forzata, lui mi è corso dietro per picchiarmi ed io sono riuscita a sfuggirgli per un pelo. Sono rientrata in casa da una finestra, dopo che lui era uscito. È stato allora, in quei momenti di paura e di dolore, che ho deciso di vivere le parole di Gesù con radicalità. Era arrivata l’ora di vendicarmi di mio padre, ma la mia sarebbe stata una vendetta d’amore! Ho messo a posto tutta la casa, ho pulito, ho preparato il pranzo per lui e sono uscita per andare a lavorare. Al ritorno a casa, la sera, mio padre mi stava aspettando. Tremavo ma ero decisa ad amarlo qualunque fosse il suo comportamento. Mi ha chiesto di chiamare la mamma e mia sorella perché voleva parlare anche a loro. Ho fatto fatica a vincere le loro resistenze e a persuaderle a venire da noi, ma alla fine ci sono riuscita. Mio padre era scosso: ci ha chiesto di perdonarlo per il male che ci aveva fatto e ci ha promesso che mai più sarebbe tornato nell’altra famiglia. Però ci chiedeva il permesso di mantenere, con una quota mensile, i figli avuti fuori del matrimonio, che non avevano nessuna colpa degli errori commessi da lui. Anche se le nostre condizioni economiche non erano floride, noi siamo state subito d’accordo e, da allora, la situazione è veramente cambiata: la pace è tornata in famiglia. R. B. – (Brasile) (altro…)
Mar 22, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Un progetto di solidarietà – Nell’ambito della campagna umanitaria “Il cuore si scioglie”, lanciata dalla Unicoop, catena di supermercati italiani, è partito il progetto “Noi con gli altri”. Obiettivo: sensibilizzare gli studenti delle scuole superiori toscane al tema della condivisione, coinvolgendoli in prima persona in esperienze di solidarietà in zone disagiate. Tra le varie aree di intervento è stato scelto anche il Camerun (Africa), dove a Fontem il Movimento dei Focolari è presente da oltre 40 anni. In collaborazione con i Focolari della Toscana e di Fontem, sono stati avviati anche alcuni interventi a favore della tribù dei Mundani.
In viaggio – Dal 14 al 24 febbraio, un gruppo di 20 persone coinvolte nel progetto si è recato a Fontem. Fra loro: Claudio Vanni, dirigente Unicoop, Massimo Toschi, assessore alla Regione Toscana, Piero Taiti, direttore sanitario dell’ospedale di Prato, e 7 studenti dell’Istituto Tecnico “Dagomari” di Prato, vicino Firenze, accompagnati da una insegnante. Strutture in continuo sviluppo – Ha suscitato grande interesse la visita al nuovo reparto per le malattie infettive dell’ospedale di Fontem, e al nuovo campo di pallavolo del College. Ma la meta dei giovani visitatori italiani era il villaggio di Besalì, nella regione dei Mundani, tribù di 8.000 persone. Avventuroso il viaggio per raggiungerlo: 58 km di pista in piena foresta, parecchi corsi d’acqua da attraversare su ponti di fortuna o a guado, dato che si era ancora nella stagione secca. Ma alla fine la fatica ed il disagio sono stati cancellati dalla calda accoglienza del Fon, il capo tribù, dei dignitari e di tutta la popolazione del villaggio in festa.
Perché proprio Besalì? Per rispondere ad una richiesta di aiuto per i tanti ragazzi che non hanno la possibilità di andare a scuola. La Unicoop ha accettato la proposta di inserire tra i suoi progetti umanitari anche la scuola di Besalì. I dirigenti di Unicoop si erano già mostrati in passato molto interessati all’esperienza di Fontem, offrendo volentieri la loro collaborazione per completare l’installazione del sistema elettrico nel nuovo reparto per le malattie infettive. Ora è stata avviata la costruzione della scuola elementare a Besalì, dove il Fon ed alcuni dignitari del villaggio hanno offerto il terreno. I lavori, portati avanti in mezzo a tante difficoltà logistiche, sono ormai nella fase conclusiva. (altro…)
Mar 21, 2007 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Nel momento difficile che passa attualmente il mondo della scuola, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Firenze, e l’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze promuovono la presentazione di Albertina Violi Zirondoli per mettere in evidenza questa educatrice di Carpi (Mo), che con il suo “metodo educativo” ha precorso i tempi e molte riforme proposte più tardi da pedagogisti europei ed americani. L’incontro, titolato “Il coraggio dell’educazione”, che si svolgerà a Firenze, mercoledì 18 aprile 2007, al Palagio di Parte Guelfa – Piazza della Parte Guelfa, verrà aperto da interventi del Dirigrnte dell’Ufficio scolastico Provinciale di Firenze, Dott.ssa Rosa De Pasquale, e dell’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze, Prof.ssa Daniela Lastri. Seguiranno interventi del Prof. Michele De Beni dell’Università di Verona, della dott.ssa Irene Gualco, autrice di una tesi di laurea su Albertina e due testimonianze. L’incontro sarà intervallato da momenti musicali di cantautori che hanno conosciuto Albertina Violi Zirondoli e che per Lei hanno composto canzoni e poesie. Questa iniziativa è in collaborazione con l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC), il Centro Italiano Femminile (CIF) e “Edu – Educazione e unità” del Movimento dei Focolari, alla cui spiritualità si è ispirata la vita di Albertina. Albertina Violi Zirondoli (Carpi, 1° luglio 1901 – Roma, 18 luglio 1972), maestra elementare nelle scuole di Carpi e dintorni, è figura di laica e donna. Nel dopoguerra lavorò molto per i ragazzi e per l’emancipazione delle giovani donne che passavano da un lavoro agricolo a quello industriale, aiutandole ad ottenere la licenza elementare o un diploma, e procurando loro, oltre alla formazione, nuove opportunità di occupazione. Prima presidente locale del Centro Italiano Femminile, organizzò doposcuola per bambini e ragazze, scuole per maestre d’asilo e vigilatrici di colonie estive in montagna o al mare, corsi di economia domestica e di educazione sociale e politica. L’esperienza educativa di Albertina Violi Zirondoli è radicata nel Vangelo vissuto. Di lei è in corso il processo di beatificazione diocesano promosso dal vescovo di Fiesole, che si chiuderà il prossimo 8 maggio. (altro…)
Mar 18, 2007 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
E’ l’ora della Cina – Europa e Cina si stanno avvicinando in un processo sempre più accelerato. Obiettivo del seminario aperto ai giornalisti è offrire un luogo d’incontro tra questi due universi. La categoria dell’interdipendenza, da cui muovono i lavori del seminario, vuole far conoscere soprattutto quegli aspetti che favoriscono l’incontro autentico tra popoli e culture e superare disinformazione, difficoltà di comunicazione, stereotipi banali e pre-comprensioni ingiustificate. L’iniziativa si inserisce nel quadro delle “Giornate dell’interdipendenza – persone, popoli, stati per un mondo più unito”. L’edizione 2006 aveva affrontato il rapporto tra occidente e mondo islamico. Molte le questioni in dibattito: sviluppo degli ordinamenti legislativi, arte e tradizioni culturali, religioni, mass media, società civile, diritti umani, libertà di opinione, problema ecologico. Si confronteranno: studiosi e giornalisti europei che si interessano in modi diversi alla Cina, ed esponenti cinesi, protagonisti e testimoni della sua millenaria civiltà.
Fra gli interrogativi – In che modo la Cina attuale riesce a tenere assieme la sua plurimillenaria tradizione e lo sforzo immane d’innovazione? Esiste uno spazio nuovo per le religioni e la vita spirituale nella Cina che transita dal comunismo al liberalismo? Conosciamo le nostre chinatown? Esistono esperienze di integrazione riuscita in Italia? Una società civile in crescita – «I segnali che provengono dalla Grande Muraglia – scrive Michele Zanzucchi in un recente reportage su Città Nuova (n.4/2007) – sono evidenti, contradditori a volte, ma sempre stimolanti. Un miliardo e trecento milioni di persone, un paese unito dal 221 a.C., una nazione dall’incredibile potenza economica e sociale, con 55 etnie diverse. Proprio nel momento del massimo sviluppo economico, cresce la richiesta interna di democrazia e di rispetto dei diritti umani. E ciò avviene non attraverso la politica, ma grazie a quella società civile che cresce impetuosamente. Forse bisogna guardare a questo mondo con più attenzione per capire dove va la Cina». (altro…)
Mar 16, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Chiara M. nel suo diario di alcuni anni fa annota: “Annaspo in questo buio doloroso, solitario e di lacrime d’anima, un urlo silenzioso che oltrepassa sconfinate galassie, rivolte lassù in un eco senza fine. Ma dove sei? Perché non parli? Che stai facendo mentre urlo il mio dolore, la mia impotenza, la mia solitudine? Stringi i denti, mi dicevo e credi, nonostante tutto. Credi al di là dell’incredibile, dell’impossibile, perdere tutto. Nulla, non deve restare nulla. Sentivo la mia anima piangere. Non mi è rimasto nulla, ma è un nulla riempito dal tutto, solo Dio”. Finiti gli studi, ho iniziato a lavorare nell’ospedale della mia città a Trento, nel nord Italia, come infermiera professionale. E mi piaceva tutto: viaggiare, suonare la chitarra, fotografare, leggere, studiare lingue, conoscere popoli e culture diverse, arrampicarmi in montagna, o contemplare il mare, cantare intorno a un fuoco di bivacco, oppure incantarmi davanti ai giochi di luce che fa il sole attraverso le foglie di un bosco. Poi avevo programmato di andare a Fontem, nel Camerun, la cittadella internazionale dei Focolari in quel Paese, per arricchirmi, perché avevo questo bagaglio culturale e umano appunto da ampliare. Solo che non avevo fatto i conti con l’imprevisto. A causa di un farmaco, ho avuto una reazione violenta, inspiegabile, tanto da dover essere ricoverata immediatamente nel mio stesso reparto. E da lì è iniziato un calvario fatto di esami, ricoveri, viaggi in varie città, ospedali diversi, cure o tentativi di cure di tutti i generi, speranze, attese, delusioni, impotenza, ma soprattutto tanto, tantissimo dolore che nemmeno la morfina non è mai riuscito a eliminare. La mia demolizione fisica è iniziata lentamente e continua costantemente in uno stillicidio quotidiano. Ricordo il momento in cui ho deposto per l’ultima volta la mia chitarra nel fodero. Piangevo perché intuivo che davvero era l’ultima. Le mani mi facevano troppo male e sapevo che ogni peggioramento era senza ritorno. Un’altra volta, poi, a causa di un gravissimo errore medico, ho rischiato di perdere una gamba. E lì davvero non ce l’avrei fatta da sola. La frase di una mia amica del Movimento mi ha aiutato davvero a non annegare in una disperazione totale. “Tu sai cos’è questo dolore. Lo portiamo insieme; ma se tu non ce la fai, non preoccuparti, lo portiamo noi per te”. E lì la realtà che io avevo sul mio corpo non è che cambiava, però io avvertivo dentro la forza dell’unità tra noi. Ci sono stati dei momenti in cui è stato tremendo dire di sì a Dio. Sì a perdere il lavoro che amavo moltissimo, sì a trovarmi definitivamente su questa carrozzina. Se ci pensi è da folli dirGli di sì, costantemente, tenacemente, continuamente. E’ da folli cadere nel vuoto, fidandosi unicamente di Lui, darGli carta bianca, lasciarLo agire. Eppure paradossalmente ogni caduta apparente nel vuoto, nel buio, diventa un tuffo nella luce; e il mio “socio” non finisce mai di sorprendermi. Un anno fa mi ha dato anche la possibilità di scrivere un libro dal titolo “Crudele dolcissimo amore” dove raccolgo questa esperienza. E ogni giorno ricevo e-mail, lettere di persone che si aprono, si confidano, e anche tornano a sperare, grazie a questo sì radicale che io dico a Lui, al mio socio. (C. M. – Italia) (altro…)
Mar 9, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Nel 1964 un primo gruppo di paraguaiani partecipa all’incontro estivo (la Mariapoli) del Movimento dei Focolari in Argentina, accompagnati da un sacerdote di Asunción, che aveva conosciuto il Movimento a Roma. Ritornati col cuore infuocato dall’esperienza fatta in quei giorni, da quel momento si incontrano regolarmente per comunicarsi le esperienze del Vangelo che incominciano a vivere. Nel 1968 la Mariapoli del Paraguay è stata portata avanti dagli stessi paraguaiani, con l’aiuto di chi in quegli anni aveva seguito regolarmente la comunità. Nel luglio del 1981 Chiara Lubich invia un gruppo di focolarine e si apre il primo focolare ad Asunción. Arrivano in seguito anche i focolarini, e si ha un nuovo sviluppo delle comunità sparse in tutto il Paese (in una trentina di città circa), intessendo così una rete che diventa ogni anno sempre più fitta. Nascono via, via, le varie diramazioni (famiglie, giovani, ecc.) e si sviluppano le espressioni del Movimento più impegnate nel sociale, come il Movimento Politico per l’Unità. Vivo è anche l’impegno per favorire lo sviluppo sociale del Paese. In campo economico sono sorte le prime aziende di produzione ispirate ai principi dell’Economia di comunione, con la destinazione sociale di parte degli utili. Altri si impegnano in opere come quella che porta il nome di “San Miguel di Capiatà”: ha contribuito alla nascita di un nuovo quartiere nei pressi della capitale, Asunción, dove vent’anni fa, erano sfollate alcune famiglie da un quartiere degradato, permanentemente inondato. Sono poi molti i membri del Movimento che animano le comunità parrocchiali locali. Gli ultimi recenti sviluppi: il nuovo Centro Mariapoli “Madre dell’Umanità”, casa di formazione dei membri del Movimento, aperto a tutti; l’inaugurazione della sede paraguaiana dell’Editrice Ciudad Nueva, organo ufficiale del Movimento; e la “Casa per i Giovani”, nei pressi del Centro Mariapoli. (altro…)
Mar 9, 2007 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Nell’accogliere il premio “Tomas Moro 2006” – ritirato a suo nome da Esperanza Aid e Mauro De Souza, corresponsabili del Movimento dei Focolari in Paraguay – Chiara Lubich, in un messaggio, augura all’Università un anno ricco di iniziative che, per i valori cristiani e profondamente umani da loro promossi, contribuiscano sempre più alla fraternità universale. Prima della consegna del premio è stata data lettura della motivazione: “A Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, Opera di Maria, per il suo grande impegno a favore dell’unità e dell’ecumenismo. Per il contributo del suo carisma nella proposta della cosiddetta Economia di Comunione, di fronte alle tante disuguaglianze che oggi colpiscono l’umanità. Per la costruzione della pace in un mondo unito”. Chiara è tra le personalità premiate, dall’ “Istituto
Tomas Moro” della Facoltà di scienze giuridiche e diplomatiche dell’Università cattolica di Asuncion, il 27 dicembre scorso insieme a Mons. Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia per la vita, José Antonio Fortea, teologo spagnolo che ha visitato quest’anno il Paraguay, e la Conferenza Episcopale Paraguaiana che celebrava il suo 50° anno di vita. Il Paraguay ha una ricca storia, segnata non solo da guerre, conquiste e rivoluzioni ma, in particolare, dall’incontro, non senza dolore, della cultura aborigena guaranì con quella europea. Un paese bilingue, in cui si parla spagnolo e guaranì. Era il 1964 quando un primo gruppo di paraguaiani partecipa ad una Mariapoli in Argentina. Oggi il Movimento dei Focolari è presente in Paraguay con persone impegnate in vari campi per il rinnovamento della società e della Chiesa, per portare semi di fraternità nei diversi ambienti, in questa terra ricca di potenzialità. Un solo esempio: la testimonianza di impegno politico di Cesar Romero. (altro…)
Mar 8, 2007 | Cultura
SOMMARIO
Editoriale
DEUS CARITAS EST. UNA RILETTURA AD UN ANNO DI DISTANZA – di Luigino Bruni – Ad un anno di distanza dalla pubblicazione della Deus Caritas Est, si propone una rilettura della Enciclica di Benedetto XVI mettendo in luce alcune implicazioni per la vita economica e civile contenute nella prima parte della lettera. In particolare a partire dalla unitarietà e non contrapposizione delle forme dell’amore (Eros, philia e agape), si sviluppano alcune intuizioni relative ad una nuova declinazione del «principio di sussidiarietà».
Nella luce dell’ideale dell’unità
SE IL TUO OCCHIO È SEMPLICE – di Chiara Lubich – Riportiamo un commento – scritto nel novembre del 1949 – alla frase del Vangelo: «Lucerna del tuo corpo è l’occhio. Se il tuo occhio è puro, tutto il tuo corpo sarà illuminato» (Lc 11, 34). LA CONOSCENZA – di Pasquale Foresi – Quanto dice Aristotele, cioè che per comprendere la facoltà bisogna studiarne gli atti, per comprendere gli atti bisogna studiarne gli oggetti, è fondamentale anche per il problema della conoscenza dell’esistenza di Dio. E anche se su questo punto le scuole aristotelico-tomiste moderne si distinguono, la gran parte degli studiosi di filosofia realista ammette che l’intuizione profonda dell’essere è il vero principio di conoscenza. Se la dimostrazione dell’esistenza di Dio dovesse avvenire per qualche cosa di estrinseco e sopraggiunto all’atto conoscitivo confuso comune ad ogni uomo, e solo attraverso una deduzione si potesse cogliere, neanche i filosofi potrebbero in realtà pervenire a conoscere Dio con il ragionamento. Infatti i principi primi della metafisica acquistano validità proprio nella percezione confusa dell’essere creaturale. Solo nell’aver colto, come ogni uomo coglie, la realtà esistenziale collegata a Dio mistero, si trova la soluzione e la fondazione di una filosofia e di una metafisica. SPUNTI PER L’ETICA IN ALCUNI SCRITTI DI CHIARA LUBICH SU GESÙ ABBANDONATO – di Giorgio Marchetti – La teologia contemporanea sembra essersi rivolta con particolare attenzione all’evento pasquale: la morte in croce e la resurrezione di Gesù. Per quanto riguarda specificamente la Teologia Morale, il Concilio Vaticano II ha certamente segnato una svolta fondamentale aprendo varie prospettive. Tra queste, sempre più prende vigore quella del “cristocentrismo” che apre ad una morale filiale, per vivere come figli nel Figlio. Proprio per la teologia morale – ma anche per l’etica in generale –, può essere allora importante rifarsi a “Gesù Abbandonato”, come viene proposto attraverso il carisma di Chiara Lubich di cui l’Autore presenta vari testi con qualche breve commento come premessa per ulteriori studi. Saggi e ricerche ONTOLOGIA TRINITARIA: DAL MISTERO DELLA RIVELAZIONE UNA SFIDA PER LA FILOSOFIA CONTEMPORANEA – di Emanuele Iezzoni – Parlare di ontologia e, addirittura, di un’ontologia che vuole lasciarsi illuminare dal dato della Rivelazione trinitaria, rappresenta, nel mondo contemporaneo, un’autentica sfida rivolta non tanto a questa o quella scuola o orientamento filosofico, bensì alla filosofia tout court, nella sua stessa costituzione globale. Muovendosi da posizioni vicine alla scuola fenomenologica heideggeriana, l’autore vuole mostrare l’originalità e l’attualità dell’ontologische Denken di Klaus Hemmerle nell’ambito della ricerca del fondamento della comprensione dell’essere e dell’agire concreto. LA DIGNITÀ DEL LAVORO IN ALCUNI SCRITTI DI IGINO GIORDANI. SULLA LINEA DEL NUOVO “COMPENDIO” – di Mauro Mantovani – L’Autore partendo da quanto affermato dal Compendio della Dottrina sociale della Chiesa [CDSC], pubblicato nel 2004, si sofferma su alcune pagine di Igino Giordani a proposito della dignità del lavoro umano particolarmente rilevanti. Esse appaiono non solo di notevole profondità ma anche di grande attualità e significatività e, pur senza particolari pretese di esaustività nel riportare i brani più importanti e conosciuti di Igino Giordani a proposito di questo tema, è davvero interessante accostare alcune sue espressioni ad alcuni nuclei tematici del CDSC che evidenziano, anticipandola, quasi una «mistica del lavoro» di grande valore profetico proprio nella prospettiva dell’elaborazione (sia teoretica che esperienziale) di un «nuovo umanesimo», «integrale e solidale». IL CORAGGIO DI ESSERE EDUCATORI OGGI – di Michele De Beni – Di fronte al disorientamento e al non-senso che serpeggia nella cultura post-moderna molti nostri educatori, famiglie e insegnanti in primo luogo, sono scoraggiati perché avvertono di non essere valorizzati e di esser lasciati soli. C’è chi parla addirittura del tramonto dell’educazione stessa. Bisogna invece ri-dare centralità all’educazione, il tesoro vero dell’umanità, ma prima di tutto ri-pensare ad una cultura della formazione degli educatori e risvegliare una fede nell’educazione. Il peggior pericolo per l’educazione è proprio lo scoraggiamento degli adulti. Urge un più generoso investimento educativo: nelle famiglie e tra famiglie; nei curricoli scolastici; nelle relazioni tra persone e gruppi. Per questo occorre sostenere i giovani che intraprendono gli studi nel campo dell’educazione, sostenerli e valorizzarli in questa vocazione. C’è bisogno di competenza, ma anche di passione, di candore e di semplicità, di valori e di maestri veri a cui mirare.
Spazio letterario
«Nuova Umanità» continua nelle sue pagine l’apertura di spazio dedicato alla produzione letteraria. IO NON CANTO – di Stefano Redaelli.
Per il dialogo
PER IL DIALOGO CRISTIANO-BUDDISTA. INTERVISTA CON DONALD W. MITCHELL – a cura di Carlos G. Andrade – Per gentile concessione riportiamo questa intervista rilasciata alla rivista Unità e Carismi da Donald W. Mitchell, professore nel Dipartimento di Filosofia della Purdue University negli Stati Uniti, specializzato in filosofia buddista ed autore di numerose pubblicazioni sul dialogo interreligioso.
In dialogo con i contemporanei
LA MEMORIA CHE SALVA – di Oreste Paliotti – Ricordare è un’attività propriamente umana, perché elaborata dall’intelligenza sulla base dell’esperienza, e al tempo stesso aperta al mistero di Dio. Intervista al gesuita artista p. Marko Ivan Rupnik.
Libri
ECONOMIA SENZA GIOIA DI TIBOR SCITOVSKY – di Alessandra Smerilli – Il saggio Economia senza gioia, traduzione italiana di Joyless economy di Tibor Scitovsky, può essere considerato un libro originale e profetico. Sebbene non recepito favorevolmente dalla critica all’epoca (1976) in cui fu scritto, ha il doppio merito di averci donato un’analisi originale e ricca del rapporto tra reddito e felicità, basata sul confronto tra comfort e stimolazione e di essere stato un libro fecondo, poiché ha originato molte ricerche successive. NUOVA UMANITÀ XXIX – Marzo- Aprile – 2007/2, n.170
Mar 6, 2007 | Chiara Lubich, Spiritualità
L’8 marzo scorso, nella cattedrale di Osasco (San Paolo) è stato aperto il processo di beatificazione alla presenza di oltre 2000 persone, 9 vescovi, personalità di varie Chiese, di movimenti ecclesiali e di altre religioni.
“Una delle cose che più mi hanno colpito nella testimonianza di Ginetta è che tra quello che diceva e quello che lei era non c’erano incrinature. Parole e vita, avevano in lei un unico spessore, senza vuoti. Mi ha colpito il suo rapporto con Gesù crocefisso e abbandonato. Lei lo amava come lo Sposo della sua anima, era il centro della sua vita”. Così l’arcivescovo di Brasilia, mons. Joao Braz de Aviz, all’omelia. E il vescovo di Osasco, mons. Ercilio Turco: “Ginetta portava le persone non solo all’incontro con Gesù, ma anche all’impegno a vivere la vocazione cristiana nella società, in una via di santità che suscitava trasformazione, aprendo nuove prospettive”. Personalità del mondo religioso, civile e politico del Brasile hanno avuto in Ginetta una leader spirituale e una fonte d’ispirazione per le loro idealità e per il loro agire. Nei 42 anni in cui ha vissuto in quella terra, Ginetta non ha risparmiato le forze per diffondere la cultura della fraternità e l’ideale dell’unità, tipici dei Focolari. Con fede adamantina nella forza di trasformazione del Vangelo, ha trascinato in questa avventura migliaia di brasiliani ed ha suscitato numerose opere sociali e culturali. È stata una delle prime sostenitrici dell’Economia di comunione, un progetto lanciato da Chiara Lubich proprio in Brasile, per contribuire a colmare il divario tra ricchi e poveri, coinvolgendo aziende di produzione e di servizi dei più diversi settori alla destinazione sociale di parte dei loro utili. Ginetta Calliari (1918-2001), nata a Trento (Italia), è stata accanto a Chiara Lubich fin dall’inizio del Movimento dei Focolari, negli anni ’40.
Nel 1959, è tra i primi giovani focolarini che partono per il Brasile, primo Paese fuori dell’Europa in cui si è diffuso il Movimento. Attualmente in Brasile conta circa 300.000 aderenti e 61 centri. (altro…)
Feb 28, 2007 | Parola di Vita
Questa Parola di vita è tratta da un Salmo che canta l’intervento decisivo e potente di Dio che libera il suo popolo dall’esilio di Babilonia e che continua a intervenire, lungo la sua storia, ogniqualvolta lo vede abbattuto, scoraggiato, insidiato dal male.
È la storia di ciascuno di noi, condensata in un’immagine efficace: da una parte l’incertezza, la trepidazione del seminatore che affida alla terra il seme (sarà buona la stagione? spunterà il frumento?), dall’altra la gioia della raccolta della mèsse sospirata.
«Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo»
Quando pensiamo la nostra vita, ha scritto Chiara Lubich, spesso la immaginiamo tutta armoniosa, come “una serie di giornate che ci proponiamo una più perfetta dell’altra, col lavoro compiuto bene, con lo studio, col riposo, con le ore trascorse in famiglia, con gli incontri, i convegni, lo sport, con i tempi di ricreazione… svolti nell’ordine e nella pace (…). C’è sempre nel cuore umano la speranza che le cose vadano così e solo così.
In realtà, il nostro ‘Santo viaggio’ poi si dimostra diverso, perché Dio lo vuole diverso. E pensa lui stesso a introdurre nel nostro programma altri elementi da lui voluti o permessi, perché la nostra esistenza acquisti il vero senso e raggiunga il fine per cui è stata creata. Ed ecco i dolori fisici e spirituali, ecco le malattie, ecco mille e mille sofferenze che parlano più di morte che di vita.
Perché? Forse perché Dio vuole la morte? No, ché anzi, Dio ama la vita, ma una vita così piena, così feconda che noi – con tutta la nostra tensione al bene, al positivo, alla pace – non avremmo mai saputo immaginare” .
Ed ecco l’immagine del seminatore che getta un seme destinato a morire, quasi segno delle nostre fatiche e del nostro patire e l’immagine del mietitore che raccoglie il frutto della spiga germogliata da quella morte: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” .
“Dio vuole che durante la vita noi sperimentiamo una certa morte – o, a volte, molti tipi di morte – ma (…) per portare frutto, per fare opere degne di lui e non di noi semplici uomini. Questo è per lui il senso della nostra vita: una vita ricca, piena, sovrabbondante, una vita che sia un riflesso della sua” .
«Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo»
Come vivere questa Parola di vita? Ce lo suggerisce ancora Chiara, che ci guida nella attuazione della Parola di Dio: “Occorre valorizzare il dolore, piccolo o grande, prenderlo in rilievo (…). Dar valore in particolare alla fatica, al sacrificio che comporta l’amare il prossimo: è il nostro tipico dovere” . È un dolore che genera la vita!
E questo senza mai arrendersi, anche quando non vediamo il risultato, ben sapendo che a volte “uno semina e uno miete” . Quale sarà il futuro dei figli che cerchiamo di educare il meglio possibile? Chi vedrà gli effetti del mio impegno sociale e politico? Non stanchiamoci mai nel fare il bene , i frutti ci saranno comunque, forse molto più tardi, forse altrove, ma ci saranno.
Una speranza, una certezza, una mèta sicura ci sta davanti nel cammino della vita. Le difficoltà, le prove, le avversità, dalle quali a volte ci sentiamo oppressi, sono un passaggio obbligato che ci apre alla beatitudine e alla gioia.
“E allora avanti! Guardiamo al di là di ogni dolore. Non fermiamoci solo a quella sospensione, a quella prova… Guardiamo alla mèsse che verrà” .
«Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo»
Patricia, 22 anni, studentessa di diritto, da un po’ di tempo ricopre la carica di assistente di un direttore di dipartimento. “Fin dall’inizio – ci confida -, mi sono proposta di cercare sempre di migliorare il lavoro e di curare il rapporto con i miei colleghi, facendo in modo che ognuno si senta apprezzato”.
Ma spesso si tratta di andare controcorrente nel difendere i propri principi, fino alle ultime conseguenze, come lei stessa racconta: “Una persona importante nel mio ambiente di lavoro, che godeva di certi privilegi, aveva un comportamento chiaramente disonesto. Dovevo dirglielo”.
Per aver manifestato le sue convinzioni, Patricia perde però il lavoro. “Ho sofferto terribilmente, ma allo stesso tempo ero tranquilla, perché sapevo che avevo agito in modo giusto”. Non si dispera poiché è forte in lei la coscienza di avere un Padre a cui tutto è possibile e che l’ama oltre misura. Sembra impossibile nella situazione economica e lavorativa che vive il Paraguay, eppure quella stessa sera le arrivano due proposte di impiego. Il nuovo è addirittura migliore del precedente e più direttamente collegato con i suoi studi.
a cura di Fabio Ciardi e Gabriella Fallacara
Feb 28, 2007 | Cultura
E’ un volto del mondo della medicina che presenta molte novità quello emerso dai lavori del 1^ Congresso internazionale, svoltosi il 16 e 17 febbraio scorso al Policlinico Gemelli di Roma, in collegamento satellitare con 54 punti: dal Giappone alla Siberia, dalla Tanzania agli Stati Uniti. Al centro dei lavori, una tematica oggi ineludibile: “Comunicazione e relazionalità in medicina”. Sulle frontiere della cura dell’Aids, sono stati presentati un nuovo modello culturale in atto in alcuni Pesi dell’Africa, e i frutti della collaborazione tra nord e sud del mondo, come il progetto tra Università di Firenze e regione Toscana con l’ospedale di Fontem, nel cuore della foresta camerunese. Queste alcune tra le ‘buone pratiche’ che mostravano, con evidenza scientifica, l’efficacia della relazionalità. I profondi cambiamenti in atto nel mondo sanitario, non ultimo il rapporto medico-malato, sono stati affrontati nelle intense giornate di lavori: 46 i relatori da 17 Paesi con le più diverse competenze, iter formativi impegnati nei diversi campi della medicina. “Potremmo definire la relazione il paradigma della medicina del XXI secolo” – è stato affermato, come una sfida, un progetto operativo, fin dalle prime battute del Congresso. Di qui le nuove vie che si prospettano ora sul fronte formativo – come la proposta di nuove materie di studio nelle università e scuole di specializzazione – e su quello dello sviluppo dei modelli applicativi.
Il Congresso ha così risposto al messaggio di Papa Benedetto XVI che, tra l’altro, invitava gli oltre 600 partecipanti a “scoprire nuove vie per una sempre maggiore autenticità delle relazioni nel mondo della medicina” e di Chiara Lubich che aveva augurato che il Congresso fosse “di stimolo e impegno rinnovato nel lavorare per costruire rapporti veri di fraternità, così che l’impegno culturale sia supportato da un’autentica esperienza di vita comunitaria”. Al Congresso non è mancato l’apporto di presenze istituzionali, dal Ministro italiano della Sanità Livia Turco, presente con un messaggio, al Presidente della Commissione Sanità e Igiene del Senato della Repubblica Italiana, Ignazio Marino, oltre a numerosi rappresentanti del mondo accademico. I messaggi sono pubblicati in www.mdc-net.org (altro…)
Feb 28, 2007 | Cultura
“Dalla ricchezza delle esperienze e delle realizzazioni che abbiamo presentato questi giorni emerge la necessità di trarre alcune linee per la definizione di modelli scientifici, che riescano a far coniugare il vissuto con le linee teoriche e – viceversa – a tradurre quanto deriva dalle elaborazioni culturali nella prassi medica”. “Siamo consapevoli di essere solo all’inizio di questo percorso nel quale ciascuno può e deve sentirsi interpellato. Perché quanto sviluppato fino ad ora trovi una sua continuità e possa dar origine ad ulteriori sviluppi, si propongono alcuni obiettivi: A. Ipotesi formative nei vari Paesi: – gruppo di studio internazionale per l’elaborazione di linee culturali sulle tematiche emerse dal congresso – seminari di approfondimento e confronto della prassi medica nelle specifiche discipline – corsi di formazione – elaborazioni di proposte per introdurre nei curricula universitari moduli formativi su comunicazione e relazionalità. B. Sviluppo di modelli applicativi quali: – progetti basati sull’interdipendenza (tra servizi, enti, istituzioni, sistemi sanitari) – protocolli di ricerca per la validazione dell’efficacia di una metodologia basata sulla “reciprocità” applicata nei diversi contesti professionali – sviluppo di “sinergie” tra associazioni, privati, enti che promuovono servizi per la valorizzazione della relazione in medicina. Tra i progetti, il primo che sarà realizzato nell’anno in corso è l’edizione di una raccolta di elaborati scritti da professori di varie discipline mediche, che hanno voluto offrire quasi un “distillato” della loro esperienza professionale alla luce della relazionalità. Da questi testi traspare quella che si potrebbe definire l’essenza dell’arte medica. Per dare rilievo adeguato a questo progetto, si è pensato ad una presentazione ufficiale del volume che raccoglierà questi contributi”.
Feb 18, 2007 | Chiara Lubich, Chiesa
Sabato 17 febbraio, “il Padre ha chiamato a sé don Silvano Cola”, deceduto improvvisamente per arresto cardiaco, al Centro sacerdotale a Grottaferrata, dove viveva con altri sacerdoti.
Era responsabile della diramazione dei sacerdoti diocesani che si è formata sin dagli anni ’50 nel nascente Movimento dei Focolari. Don Silvano è stato tra i primi sacerdoti che, a contatto con i Focolari, hanno trovato nuovo impulso per il ministero sacerdotale, nell’unità che scaturisce dalla reciprocità dell’amore evangelico, centrale nella spiritualità dei Focolari. Comunicando la notizia della morte, Chiara Lubich evidenzia in modo particolare la “generosità instancabile” con cui ha svolto il suo incarico al servizio del mondo sacerdotale: “Avendoli amati, li amò fino alla fine”. In questi ultimi anni, don Silvano Cola aveva condiviso con una delle prime focolarine, Valeria Ronchetti, la responsabilità della segreteria istituita dalla fondatrice dei Focolari per promuovere la comunione tra movimenti ecclesiali e nuove comunità, avviata, in risposta al desiderio di Giovanni Paolo II, dopo il grande incontro in piazza San Pietro, la vigilia di Pentecoste 1998. Don Silvano Cola era nato a Camerino (Macerata) il 22 gennaio 1928 ed è stato ordinato sacerdote a Torino il 27 giugno 1950. D’accordo col suo arcivescovo, nel 1964 si era trasferito al Centro del Movimento, a Rocca di Papa (Roma). Nel 1990 prese parte come uditore al Sinodo dei Vescovi sulla formazione sacerdotale. Attualmente era membro del Consiglio generale dei Focolari. I funerali avranno luogo martedì prossimo, 20 febbraio, alle ore 14.30, al Centro Mariapoli di Castelgandolfo (Roma) – in via san G. Battista de la Salle. (altro…)
Feb 17, 2007 | Ecumenismo
Più Europa, più unità e più ecumenismo. Sulla strada che porta all’Assemblea continentale di Sibiu, 180 movimenti cattolici, evangelici, anglicani e ortodossi si incontreranno il 12 maggio a Stoccarda, per lanciare un segnale forte al Vecchio continente. «I cristiani – ha spiegato Marco Impagliazzo della Comunità di Sant’Egidio – vogliono un’Europa unita, che non si ripiega su se stessa, ma riconosce anche un destino comune con altri continenti, a partire dall’Africa». Il messaggio è partito ieri proprio dalla sede della Comunità, nata a Trastevere nel 1968, dove l’incontro di Stoccarda (che prevede di riunire più di 10 mila persone dal vivo, oltre al pubblico in collegamento via satellite da vari Paesi) è stato presentato alla stampa. Insieme con Impagliazzo, che ha fatto gli onori di casa, erano presenti Gabriella Fallacara, del Movimento dei Focolari, il tedesco Gerhard Pross, della Comunità evangelica, il belga Christophe D’Aloisio, presidente della Confederazione mondiale della gioventù ortodossa, il francese Gerard Testard, presidente della comunità Fondacio e l’inglese Emma Barnes, del corso Alpha della Chiesa anglicana. «Non siamo l’Onu dei movimenti – ha proseguito Impagliazzo – ma una realtà di comunione. E anche con manifestazioni come questa noi cristiani vogliamo essere uniti in un’Europa unita, per costruire un tessuto sociale nuovo nel nostro continente». L’incontro di Stoccarda, infatti, ha alle spalle tutto un cammino di preparazione. «Intanto è già il secondo della serie (il primo si svolse nel 2004) e inoltre è stato preceduto da una serie di incontri tra i responsabili dei movimenti, che hanno preso il via nel 1999 proprio nello stesso giorno della storica firma della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione». Come ha ricordato durante la conferenza stampa Gabriella Fallacara, «in questo momento della storia europea, così complesso e difficile, in cui i valori cristiani subiscono violente scosse, vogliamo dire, tutti insieme: la nostra notte non ha oscurità. La luce che scaturisce dal Vangelo, in famiglia, in politica, nel lavoro, nella convivenza tra diversi, è inesauribile. Crediamo nell’Europa dello spirito». A sottolineare i progressi in tal senso ci ha pensato il tedesco Gerhard Pross: «Ci sono gruppi che due anni fa non avrebbero immaginato di ritrovarsi insieme. E nessuno di noi ha paura di perdere la propria identità, ma arricchiamo la Chiesa e la nostra esperienza di comunione, senza cercare accordi al ribasso». Il programma di “Insieme per l’Europa” prevede gli interventi, tra gli altri, di Chiara Lubich e Andrea Riccardi, rispettivamente fondatori del Movimento dei Focolari e della Comunità di Sant’Egidio. Largo spazio sarà dedicato alle esperienze di comunione e agli indirizzi comuni su grandi temi sociali europei: giovani, matrimonio e famiglia, economia, povertà, pace e giustizia, oltre all’ambito “città”, che comprenderà vari argomenti tra i quali l’arte, l’ecologia e la cittadinanza. La giornata del 12 maggio sarà preceduta – il 10 e 11 maggio – da un congresso dei rappresentanti dei movimenti e delle comunità di tutta Europa. Numerose le personalità invitate alla manifestazione del 12. Tra gli altri i cardinali Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, Peter Erdö, arcivescovo di Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee e Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Anche la Kek, Conferenza delle Chiese cristiane, sarà rappresentata ai massimi livelli, mentre si aspettano adesioni dal mondo politico. (da Roma Mimmo Muolo – Dal quotidiano Avvenire 17.2.2007, pag.18)
Feb 13, 2007 | Cultura
Venerdì 16 febbraio 2007
Introduzione ore 10,00 Roberto Bernabei
I sessione ore 10,30 – 11,15 COMUNICAZIONE E RELAZIONALITÀ IN MEDICINA
Moderatore: Flavia Caretta “Medicina Dialogo Comunione”: le radici, gli sviluppi, gli obiettivi Giuseppe Mazzella La “persona” in relazione: quale modello di riferimento? Vera Araujo Comunicazione e relazionalità in medicina: lo stato dell’arte Flavia Caretta
II sessione ore 11,45 – 13,00 LA RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE
Moderatore: Ulrike Zachhuber Dalla “costruzione” della storia clinica al conseguimento degli obiettivi terapeutici Teodoro Marotta Pratica medica, comunicazione e qualità di vita Michel Dupuis Curare chi cura Massimo Petrini
Discussione
Sessione poster/workshop ore 14,00 – 15,00
III sessione ore 15,30 – 17,00
La comunicazione della diagnosi in una prospettiva interdisciplinare: Tavola rotonda Moderatori: Gabrielle Mettendorff – Enrico Rezzonico Intervengono: – l’internista: Gabrielle Mettendorff – il neurologo: Paolo Bongioanni – lo psichiatra: David White – il pediatra: Luisa De Cristofaro – il palliativista: Umberto Mazzotti Diez – il ginecologo: Salvatore Mancuso – il medico universitario: Witold Lukas Discussione
IV sessione ore 17,30 – 19,00 LA RELAZIONE TRA GLI OPERATORI
L’inter-relazione tra operatori in medicina: Presupposti, metodi, effetti Antonio Acquaviva Presentazione di alcuni modelli applicativi Moderatori: Mariagrazia Arneodo – Antonio Bavazzano Il lavoro d’équipe in un dipartimento di terapia intensiva Matthieu Middelkoop L’inter-relazionalità nel distretto sanitario Pilar Fernandez del Moral L’epidemiologia: una professione al centro di relazioni interdisciplinari e interprofessionali Farouk M. Mesli Multiprofessionalità e qualità dell’assistenza in ospedale Mateus Rotta Inter-relazione in oncologia: IRIS (Insieme per realizzare iniziative di solidarietà) Giovanni Scambia Interdisciplinarietà in geriatria: un’ipotesi formativa Alberto Marsilio
Sabato 17 febbraio 2007
V sessione ore 9,00 -10,45 LA PROFESSIONALITÀ IN MEDICINA
Le componenti della professionalità nella società che cambia Cesare Catananti Interpretando la professionalità – Tavola rotonda Moderatori: Francesco Marabotto – Roberto Girelli Intervengono: – il docente universitario: Fernanda Bueno Morrone – lo studente: Marta Iuzzolini – Lucia Luzi – il medico ospedaliero: Gerard van Meel – il medico di famiglia: Mabel Aghadiuno – l’infermiere: Yvonne Kremmer – l’anestesista: Gabriele Mueller – il riabilitatore: Aino Mirjam Inkeri Kelo Discussione
VI sessione ore 11,15 -13,15 DALL’INTER-RELAZIONALITÀ ALLA RECIPROCITÀ
Presupposti della reciprocità Anna Fratta Progetti internazionali: realizzazioni, risultati preliminari, nuove prospettive Moderatori: Elena Giacchi – José Juan Quesada Arroquia Collaborazione multicentrica: risultati del gruppo europeo “IOTA” (International Ovarian Tumor Analysis) Antonia Testa, Lil Valentin, Dirk Timmermamn Un nuovo modello culturale nel trattamento dell’ HIV/AIDS. Un progetto in Africa nell’ambito dell’UNAIDS Marcel Mbula “Bukas Palad”: medicina di comunità a Manila Imelda Palomino Un percorso di reciprocità : dalla Clinica Sorriso – Igarassu-Brasile all’Ambulatorio per il bambino adottato e immigrato – Ospedale Meyer – Firenze Honorina Nobrega Costa, Josafa De Oliveira Costa, Giuseppina Veneruso Management del cancro della cervice: sviluppo di un modello di partnership secondo l’approccio etnografico tra Paesi a diverso standard assistenziale (Italia-Cameroun) Laura Falchi
Conclusioni
Feb 12, 2007 | Cultura
Mentre nel mondo occidentale è vivo il dibattito su eutanasia, accanimento terapeutico e limiti alle cure, il Congresso internazionale di Medicina propone ricerche, modelli applicativi, risultati di progetti internazionali che affrontano in una prospettiva pluridisciplinare le sfide poste da sofferenza, malattia e morte. 600 gli operatori sanitari attesi da 35 nazioni dei 5 continenti. Chiave del Congresso – Il Congresso ha individuato nella “Comunicazione e relazionalità” la chiave per aprire nuove prospettive all’agire medico di fronte alle sfide attuali. Verranno presi in esame i diversi ambiti, come epidemiologia e prevenzione, trattamento Hiv/Aids, patologia oncologica, geriatria. L’obiettivo del Congresso infatti è: individuare strategie ed elaborare linee culturali che promuovano una formazione alla relazionalità nella prospettiva della fraternità. Tra i temi al centro del confronto: la relazione medico-paziente; la comunicazione della diagnosi, dal “punto di vista del chirurgo, del neurologo, dello psichiatra, del pediatra, dell’oncologo, dell’anestesista”. Verranno presentati alcuni modelli applicativi, come l’inter-relazionalità nel distretto sanitario e nella gestione ospedaliera, un progetto di formazione interdisciplinare o una collaborazione in campo epidemiologico nel mondo musulmano in Algeria. Progetti internazionali – Nel corso del Congresso verranno presentati i risultati di alcuni progetti: un nuovo modello culturale nel trattamento HIV/Aids in Africa; l’esperienza di medicina di comunità del Centro “Bukas Palad” (A mani aperte) di Manila; collaborazioni in ambito sanitario tra nazioni a diverso standard assistenziale. Collegamento satellitare – 20 le capitali collegate: in Europa (Spagna, Svizzera, Polonia, Romania, Belgio, Lituania, Ungheria, Russia), Africa (Camerun, Benin, Tanzania), America del Nord (Stati Uniti e Canada), America del Sud (Venezuela, Colombia, Uruguay, Argentina), Asia (India, Giappone) verranno organizzati in contemporanea convegni e seminari di professionisti del mondo della salute. I promotori – L’evento è organizzato dall’associazione MDC – Medicina Dialogo Comunione, nata con lo scopo di contribuire ad un’antropologia medica ispirata ai principi della spiritualità dell’unità che anima il Movimento dei Focolari. Il Congresso si svolgerà in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Gerontologiche, Geriatriche e Fisiatriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Feb 11, 2007 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
M. e io eravamo sposati da 17 anni e avevamo quattro figli, quando ho avvertito in lei un profondo cambiamento nei miei confronti. Era spesso assente da casa per via del suo lavoro come assistente sociale, in un ente governativo che si dedicava ai ragazzi abbandonati. Dopo alcuni mesi ho scoperto che aveva una relazione con un suo collega. È stato un momento terribile: ho visto crollare il nostro rapporto, la famiglia, la mia vita. Mi sentivo tradito, profondamente ferito nel mio orgoglio e disperato, vedendo la distruzione di quanto avevamo costruito negli anni. Poco dopo mia moglie ha deciso di abbandonare la famiglia. Un giorno, mentre io ero al lavoro, è andata a casa a prendere le sue cose e ha litigato con le figlie più grandi, di 15 e 17 anni. Non avevo alternative: potevo soltanto accettare la sua decisione, anche se ciò ha causato in noi enorme sofferenza. Ho pregato e chiesto a Dio: “Aiutami tu! Dammi la forza e la grazia per superare tutto!” Ero certo del Suo amore. Ma non è stato facile. Avevo chiesto aiuto pure a mia sorella, che mi aveva fatto riflettere su quanto anche Gesù non meritasse la sofferenza patita: era stato tradito dagli uomini, aveva sofferto l’umiliazione, ed è giunto persino a gridare l’abbandono del Padre. Riconoscendolo e amandolo in questo enorme dolore, mi sono rimesso in piedi, giorno dopo giorno, e ho fatto una scelta più radicale di Dio. Fissando la mente e il cuore in Lui, il mio dolore trovava significato: all’odio iniziale stava subentrando un sentimento di misericordia. Finalmente riuscivo a perdonare mia moglie. Insieme ad altre persone con cui condividevo l’impegno cristiano, ho trovato la forza per andare avanti. La fiducia costante in Gesù crocifisso e abbandonato mi ha permesso anche di mantenere, nella separazione subìta, l’impegno di fedeltà assunto con il sacramento del matrimonio. Dopo un anno dalla separazione, la spiritualità dell’unità illuminava ogni giorno di più la mia vita con i ragazzi e così riuscivo a cogliere le varie esigenze dei figli che crescevano. Per avere più tempo per loro, ho lasciato il lavoro di ingegnere nella mia azienda, che mi impegnava molto, e ho avviato un piccolo negozio. Ho fatto questa scelta, anche se il lavoro precedente era ben retribuito. Sapevo che le nostre risorse economiche sarebbero diminuite, ma non temevo. Guardando ora, dopo alcuni anni, a quanto Dio ha operato in me e nei miei figli, Gli siamo profondamente riconoscenti. (A. C. – Brasile) (altro…)
Feb 8, 2007 | Chiesa
Dalla comunione tra Vescovi e Movimenti nuovo impulso all’annuncio e alla testimonianza del Vangelo in ogni angolo del mondo. Così il Papa ai vescovi amici del Movimento dei Focolari e ai vescovi amici della Comunità di Sant’Egidio ricevuti in udienza ieri mattina
“Dalla comunione tra Vescovi e Movimenti può scaturire un valido impulso per un rinnovato impegno della Chiesa nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo della speranza e della carità in ogni angolo del mondo”. E’ uno dei passaggi salienti del discorso rivolto da Benedetto XVI ai vescovi, quasi 200, ricevuti da lui in udienza giovedì mattina 8 febbraio: vescovi amici del Movimento dei Focolari riuniti in questi giorni a Castel Gandolfo e vescovi amici della Comunità di Sant’Egidio convenuti a Roma per l’anniversario della fondazione. Nel suo discorso ricco di indicazioni, Benedetto XVI ha espresso la sua convinzione, già evidenziata da Giovanni Paolo II nel 1998, che i Movimenti e le nuove Comunità “sono un dono provvidenziale dello Spirito Santo alla Chiesa per rispondere in maniera efficace alle sfide” e ha parlato della comunione tra i carismi come “un tipico segno dei tempi” incoraggiante e importante. Sottolineando la multiformità e l’unità dei carismi e ministeri al servizio dell’unica Chiesa, ha invitato i vescovi a adoperarsi per questo, in comunione col Successore di Pietro. “I rapporti scambievoli tra vescovi – ha ricordato – vanno ben oltre i loro incontri istituzionali”. Ed ha osservato: “in convegni come i vostri si sperimenta non solo collegialità, ma una fraternità episcopale che trae dalla condivisione degli ideali promossi dai Movimenti uno stimolo a rendere più intensa la comunione dei cuori, più forte il reciproco sostegno e più condiviso l’impegno a mostrare la Chiesa come luogo di preghiera e di carità, come casa di misericordia e di pace”. Parlando della Comunità di S. Egidio e del Movimento dei Focolari, ha messo in rilievo la loro “forte dimensione missionaria”. Nel ricco mondo occidentale dove non manca “un diffuso desiderio di spiritualità – ha detto – i vostri Movimenti testimoniano la gioia della fede e la bellezza dell’essere cristiani in grande apertura ecumenica. Nelle vaste aree depresse della terra essi comunicano il messaggio della solidarietà e si fanno prossimi ai poveri e ai deboli”. Soffermandosi sulle caratteristiche di ciascuno dei due, ha detto del Movimento dei Focolari: “proprio a partire dal cuore della sua spiritualità e cioè da Gesù crocifisso e abbandonato, sottolinea il carisma e il servizio dell’unità, che si realizza nei vari ambiti sociali e culturali come, ad esempio, quello economico con l’ ‘economia della comunione’, e attraverso le vie dell’ecumenismo e del dialogo inter-religioso”. L’incontro con il Papa era iniziato con il suo “augurio e benedizione per Chiara Lubich”, estesa a tutti i membri del Movimento dei Focolari, insieme ai saluti per Mons. Vincenzo Paglia, il Prof. Andrea Riccardi e l’intera Comunità di Sant’Egidio. Subito dopo l’udienza, i vescovi amici dei Focolari hanno avuto un incontro con 30 giornalisti di testate nazionali e internazionali su aspetti della “notte culturale” in diverse parti del globo e sull’apporto della spiritualità dell’unità per promuovere una cultura della fraternità. Sono intervenuti i cardinali Vlk (Praga), Antonelli (Firenze) e Toppo (India) e i vescovi Pérez González (Madrid) e Ntagwarara (Burundi). Tra gli argomenti affrontati: il crollo dei valori e l’individualismo nel mondo occidentale, la fame e l’ingiustizia in vaste zone del pianeta, il fondamentalismo religioso e la pena di morte. Su questo sfondo – hanno sottolineato i vescovi interlocutori – assume particolare significato una spiritualità della comunione e del dialogo come quella dei Focolari che ha notevoli riflessi sociali e che trova nel Cristo crocifisso e abbandonato – come hanno illustrato con la loro personale testimonianza – la chiave per accogliere le sfide e far crescere fra gli uomini l’unità e la fraternità. Servizio Informazione Focolari – Via Frascati 306, I – 00040 Rocca di Papa (Roma) Tel. +39. 06 94 79 89 – Fax 06. 94 74 93 20 – sif@focolare.org – www.focolare.org
Feb 8, 2007 | Chiesa
“Dalla comunione tra Vescovi e Movimenti può scaturire un valido impulso per un rinnovato impegno della Chiesa nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo della speranza e della carità in ogni angolo del mondo”. E’ uno dei passaggi salienti del discorso rivolto da Benedetto XVI ai vescovi, quasi 200, ricevuti da lui in udienza giovedì mattina 8 febbraio: vescovi amici del Movimento dei Focolari riuniti in questi giorni a Castel Gandolfo e vescovi amici della Comunità di Sant’E
gidio convenuti a Roma per l’anniversario della fondazione. Di seguito il discorso integrale del Santo Padre: «Venerati Fratelli nell’Episcopato! Sono lieto di accogliervi in questa speciale Udienza e saluto cordialmente tutti voi, che venite da vari Paesi del mondo. Rivolgo anche un particolare pensiero a coloro che sono qui con noi ed appartengono ad altre Chiese cristiane. Alcuni di voi partecipano all’annuale appuntamento dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari, che ha per tema: “Il Cristo crocifisso e abbandonato, luce nella notte culturale”. Colgo volentieri questa occasione per inviare a Chiara Lubich il mio augurio e la mia benedizione, che estendo a tutti i membri del Movimento da lei fondato. Altri prendono parte al IX Convegno di Vescovi amici della Comunità di Sant’Egidio, che affronta un argomento quanto mai attuale: “La globalizzazione dell’amore”. Saluto Mons. Vincenzo Paglia, e con lui il professor Andrea Riccardi e l’intera Comunità, che, nell’anniversario della sua fondazione, questa sera si radunerà nella Basilica di San Giovanni in Laterano per una solenne Celebrazione eucaristica.
Cari Fratelli nell’Episcopato, vorrei dirvi anzitutto che la vostra vicinanza ai due Movimenti, mentre sottolinea la vitalità di queste nuove aggregazioni di fedeli, manifesta altresì quella comunione tra i carismi che costituisce un tipico “segno dei tempi”. L’Esortazione post-sinodale Pastores gregis ricorda che “i rapporti scambievoli tra Vescovi… vanno ben oltre i loro incontri istituzionali” (n. 59). E’ quello che avviene anche in convegni come i vostri, nei quali si sperimenta una fraternità episcopale che trae dalla condivisione degli ideali promossi dai Movimenti uno stimolo a rendere più intensa la comunione dei cuori, più forte il reciproco sostegno e più condiviso l’impegno a mostrare la Chiesa come luogo di preghiera e di carità, come casa di misericordia e di pace. Il mio venerato Predecessore, Giovanni Paolo II, ha presentato i Movimenti e le Nuove Comunità sorte in questi anni come un dono provvidenziale dello Spirito Santo alla Chiesa per rispondere in maniera efficace alle sfide del nostro tempo. Ed anche io, altre volte, ho avuto modo di sottolineare il valore della loro dimensione carismatica. Come dimenticare, ad esempio, la straordinaria Veglia di Pentecoste dello scorso anno, che ha visto la corale partecipazione di molti Movimenti ed Associazioni ecclesiali? E’ ancora viva in me la commozione provata nel partecipare in Piazza San Pietro ad una così intensa esperienza spirituale. Ripeto a voi quanto allora ebbi a dire ai fedeli giunti da ogni parte del mondo, e cioè che la multiformità e l’unità dei carismi e ministeri sono inseparabili nella vita della Chiesa. Lo Spirito Santo vuole la multiformità dei Movimenti al servizio dell’unico Corpo che è appunto la Chiesa. E questo lo realizza attraverso il ministero di coloro che Egli ha posto a reggere la Chiesa di Dio: i Vescovi in comunione col Successore di Pietro. Questa unità e molteplicità, che è nel Popolo di Dio, si rende in qualche modo manifesta anche quest’oggi, essendo qui riuniti con il Papa parecchi Vescovi, vicini a due diversi Movimenti ecclesiali, caratterizzati da una forte dimensione missionaria. Nel ricco mondo occidentale dove, anche se è presente una cultura relativista, non manca però al tempo stesso un diffuso desiderio di spiritualità, i vostri Movimenti testimoniano la gioia della fede e la bellezza dell’essere cristiani. Nelle vaste aree depresse della terra essi comunicano il messaggio della solidarietà e si fanno prossimi ai poveri e ai deboli con quell’amore, umano e divino, che ho voluto riproporre all’attenzione di tutti nell’Enciclica Deus caritas est. Dalla comunione tra Vescovi e Movimenti può scaturire pertanto un valido impulso per un rinnovato impegno della Chiesa nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo della speranza e della carità in ogni angolo del mondo. Il Movimento dei Focolari, proprio a partire dal cuore della sua spiritualità e cioè da Gesù crocifisso e abbandonato, sottolinea il carisma e il servizio dell’unità, che si realizza nei vari ambiti sociali e culturali come, ad esempio, quello economico con l’“economia della comunione”, e attraverso le vie dell’ecumenismo e del dialogo inter-religioso. La Comunità di Sant’Egidio, mettendo al centro della propria esistenza la preghiera e la liturgia, vuole farsi prossima di coloro che sperimentano situazioni di disagio e di emarginazione sociale. Per il cristiano l’uomo, anche se lontano, non è mai un estraneo. Insieme è possibile affrontare con più forte slancio le sfide che ci interpellano in maniera pressante in questo inizio del terzo millennio: penso in primo luogo alla ricerca della giustizia e della pace e all’urgenza di costruire un mondo più fraterno e solidale, a partire proprio dai Paesi dai quali alcuni di voi provengono, e che sono provati da sanguinosi conflitti. Mi riferisco specialmente all’Africa, continente che porto nel cuore e che spero possa finalmente conoscere un tempo di stabile pace e di vero sviluppo. Il prossimo Sinodo dei Vescovi africani sarà sicuramente un momento propizio per mostrare il grande amore che Dio riserva alle amate popolazioni africane. Cari amici, l’originale fraternità che esiste tra voi e i Movimenti di cui siete amici vi spinge a portare insieme “i pesi gli uni degli altri” (Gal 6,2), come raccomanda l’Apostolo, soprattutto per quanto concerne l’evangelizzazione, l’amore per i poveri e la causa della pace. Il Signore renda sempre più proficue le vostre iniziative spirituali ed apostoliche. Io vi accompagno con la preghiera e volentieri imparto l’Apostolica Benedizione a voi qui presenti, al Movimento dei Focolari e alla Comunità di Sant’Egidio, ed ai fedeli affidati alle vostre cure pastorali». Benedetto XVI Giovedì 8 febbraio 2007, Sala Clementina (altro…)
Feb 2, 2007 | Chiesa
Dal Libano sull’orlo di una nuova guerra e dal Sudan dell’apocalisse del Darfur, dal Pakistan crocevia del terrorismo: alcune delle provenienze degli 85 Vescovi dei cinque continenti che parteciperanno dal 3 al 9 febbraio prossimo al 31° Convegno di Vescovi amici del Movimento dei Focolari. Benedetto XVI riceverà i Vescovi in udienza speciale giovedì mattina 8 febbraio. Nella stessa mattinata, incontro dei vescovi con i giornalisti sul loro impegno e quello delle loro Chiese locali in alcuni tra i contesti più travagliati nell’attuale panorama mondiale (ore 13, nella sala dell’Augustinianum, Via Paolo VI, 25). Titolo dell’incontro: “Il Cristo crocifisso e abbandonato, luce nella notte culturale”. “La vita dell’umanità e il cammino della Chiesa – spiega il moderatore del Convegno, il Card. Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga – sono oggi alle prese con particolari sfide che Giovanni Paolo II non ha esitato a caratterizzare come ‘notte oscura’ epocale. Tale situazione non comporta solo rischi ma anche – come sottolinea Benedetto XVI – l’opportunità di un nuovo inizio, di un nuovo ed efficace annuncio di Dio come Amore, che porti ad una visione della vita umana incentrata nel dono di sé e nella condivisione”. Un contributo centrale su questa tematica è stato preparato da Chiara Lubich. Altro tema di rilievo: la collaborazione di Movimenti e Comunità laicali di varie Chiese per una testimonianza comune, che si esprimerà il 12 maggio prossimo, nella II Giornata “Insieme per l’Europa” a Stoccarda e, in parallelo, in molte altre città d’Europa. (altro…)
Gen 31, 2007 | Parola di Vita
È il modo più intelligente di vivere: porre la propria vita nelle mani di Colui che ce l’ha donata. Qualunque cosa accada, di Lui possiamo fidarci ciecamente: è Amore e vuole il nostro bene.
Il profeta Geremia, proclamando questa “benedizione”, richiama un’immagine cara alla tradizione biblica: un albero piantato sulla sponda di un ruscello ricco di acqua. Non teme la stagione calda: le sue radici sono bene alimentate, le foglie rimangono sempre verdi ed è fecondo di frutti.
Al contrario, chi pone la propria speranza fuori di Dio – può essere nel potere, nella ricchezza, nelle amicizie influenti – viene paragonato ad un arbusto in terreno arido, salmastro, che stenta a crescere e non porta frutto.
«Benedetto l'uomo che confida nel Signore»
Ci si rivolge al Signore quando si è in situazioni estreme, disperate: una malattia inguaribile, un debito insolvibile, un imminente pericolo di vita… Non può non essere così. Sappiamo che ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio. Ma se a Lui tutto è possibile , perché non ricorrere a Lui in ogni momento della vita?
La Parola di vita ci invita ad una comunione costante con il Signore, ben al di là delle richieste che pure dobbiamo rivolgergli, perché sempre siamo bisognosi del suo aiuto. È “benedetto”, ossia ha trovato la gioia e la pienezza della vita, chi instaura con Lui un rapporto di fiducia e di confidenza che scaturisce dalla fede nel suo amore.
Egli, il Dio vicino, più intimo a noi di noi stessi, cammina con noi e conosce ogni palpito del nostro cuore. Con Lui possiamo condividere gioie, dolori, preoccupazioni, progetti… Non siamo soli, neppure nei momenti più bui e difficili. In Lui possiamo confidare pienamente. Non ci deluderà mai.
«Benedetto l'uomo che confida nel Signore»
Dice Chiara Lubich che un modo particolare per esprimere questa confidenza può essere “lavorare a due”.
A volte ci assalgono pensieri così assillanti, per circostanze o persone cui noi non possiamo direttamente dedicarci, che ci è difficile compiere bene quello che la volontà di Dio ci chiede in quel momento. Vorremmo essere vicini a quella persona cara che soffre, che vive nella prova, che è ammalata. Vorremmo poter risolvere quella situazione intricata, andare in aiuto a popolazioni in guerra, a profughi, ad affamati…
Ci sentiamo impotenti! Ecco il momento della confidenza in Dio che a volte può raggiungere l’eroismo. Chiara cita qualche esempio: “Io non posso far nulla in quel caso (…). Ebbene io farò ciò che Tu vuoi da me in questo attimo: studiare bene, spazzare bene, pregare bene, accudire bene i miei bambini… E Dio penserà a sbrogliare quella matassa, a confortare chi soffre, a risolvere quell'imprevisto”.
Il pensiero di Chiara conclude: “È un lavoro a due in perfetta comunione, che richiede a noi grande fede nell’amore di Dio per i suoi figli e mette Dio stesso, per il nostro agire, nella possibilità d’aver fiducia in noi.
Questa reciproca confidenza opera miracoli.
Si vedrà che, dove noi non siamo arrivati, è veramente arrivato un Altro, che ha fatto immensamente meglio di noi.
L’atto eroico di confidenza sarà premiato; la nostra vita, limitata ad un solo campo, acquisterà una nuova dimensione; ci sentiremo al contatto con l’Infinito (…). Balzerà più evidente, anche perché sperimentata, la realtà che siamo veramente figli di un Dio Padre che tutto può.”
«Benedetto l'uomo che confida nel Signore»
“Suona il telefono – racconta Rina, che gli anni hanno ormai costretto a vivere ritirata in casa -. È una signora anziana come me, a cui da tempo invio la Parola di vita. Il fratello è morente e lei non sa come fare. Siamo nel periodo delle vacanze ed è difficile trovare chi lo possa seguire, tanto più che negli ultimi anni si è ridotto a fare il barbone… Sento mio il dolore della mia amica e insieme mi sento impotente, come lei. Cosa posso fare, io che abito tanto lontano, immobilizzata su questa sedia? Vorrei almeno dirle parole di conforto, ma stentano a venire, neppure di questo sono capace. Non mi rimane che assicurarle il ricordo. Ma ancor più la preghiera.
A sera, quando le mie compagne tornano dal lavoro, insieme affidiamo a Dio questa situazione e mettiamo nel suo cuore i timori e le incertezze.
La notte mi sveglio e mi rivedo quel barbone solo, morente. Mi riaddormento e ancora mi sveglio. Ora ogni volta mi rivolgo al Padre: 'È un tuo figlio, non puoi abbandonarlo. Pensaci tu'.
Pochi giorni dopo una telefonata della mia amica mi dice che, dopo aver parlato con me quel giorno, ha sentito una grande pace. 'Sai che lo abbiamo potuto portare all’ospedale? Lo hanno aiutato, alleviando i dolori. E' stato purificato dalla sofferenza, era pronto. Si è spento serenamente, avendo ricevuto l'Eucaristia'.
Nel mio cuore un senso di gratitudine, e di maggiore confidenza nel Signore.”
a cura di P. Fabio Ciardi e Gabriella Fallacara
(altro…)
Gen 29, 2007 | Chiara Lubich, Nuove Generazioni
“Il Movimento gen è nato per far risperare il mondo in Qualcuno che non inganna mai”. Con queste parole Chiara Lubich ha ricordato, in un messaggio lanciato in diretta mondiale, il compito del Movimento “Gen”, – ‘generazione nuova’ dei Focolari – nato 40 anni fa, in piena contestazione giovanile. Il 2007, anno del 40°, per i gen non è una semplice ricorrenza, ma segna una nuova tappa, con la consegna di Chiara: “Siete in cammino. ‘Sempre in Via’. Ma la Via è Gesù. Che questo 40° impegni ancor più il Movimento Gen a vivere con Gesù compagno di viaggio”, “Darete così dal vostro angolo di mondo quell’avvio indispensabile e decisivo alla svolta che va operata nell’umanità”. Un evento vissuto a livello planetario ha legato in un’unica rete i giovani che vivono la spiritualità dell’unità: Terra Santa, Filippine, Brasile, Sud Africa, Corea, Stati Uniti, Egitto, Uganda, Tanzania, e molti altri ancora – in tutto 44 – erano i Paesi presenti all’appuntamento attraverso un collegamento satellitare; 23 i congressi contemporanei e oltre 2000 i giovani riuniti a Roma, provenienti da tutta Europa e con rappresentanza degli altri continenti. E alla sfida di diventare “atleti di Dio, eroi del Vangelo, testimoni della verità, dimostrazione che Dio è pienezza, felicità, pace, bellezza, ricchezza, abbondanza, amore, misericordia, fiducia”, i gen, da tutto il pianeta, hanno risposto con entusiasmo e generosità. Alcuni flash – Dal Cairo: “E’ la prima volta che assisto a un avvenimento storico come questo!”; dal Venezuela: “Il mio cuore cresceva vedendo il mondo in collegamento, non solo satellitare ma soprattutto spirituale”; da Hong Kong: “Voglio dire il mio Sì a Gesù, anche se umanamente è difficile, voglio dirGli sì sempre, subito, con gioia”; dall’Italia: “Lui riempie ogni vuoto. Ma richiede tutto il cuore, tutta l’anima: che Ideale questo!”.
Un momento di grandissima gioia è stato poi il saluto del Santo Padre Benedetto XVI ad un gruppo di gen che ha partecipato all’udienza di mercoledì 10 gennaio 2007, a conclusione del loro congresso. Il Movimento Gen nasce nel 1967, proponendo ai giovani di tutto il mondo una rivoluzione pacifica, che cambi i cuori, e da lì incida sul sociale, rinnovando le strutture, portando ovunque la vita del Vangelo: «Questa è la rivoluzione che noi vogliamo fare: né occidente ci piace, né oriente ci piace, né il capitalismo ci piace, né il comunismo ci piace, il cristianesimo ci piace, il capitale di Dio ci piace» è stato uno dei motti fondanti del Movimento Gen. Non solo cristiani – Nel tempo, con la crescita del Movimento dei Focolari, fra i gen sono arrivati anche cristiani di altre chiese e giovani seguaci di altre religioni. Li ritroviamo anche nelle zone di conflitto, come in Terra Santa, in Iraq, in Colombia, pronti a testimoniare con la vita una cultura della pace. Oggi sono 18.000 in tutto il mondo. Animatori del movimento Giovani per un Mondo Unito, insieme a loro e a molti altri giovani, si impegnano a costruire
ovunque “frammenti di fraternità”, danno vita ad azioni che incidono sull’opinione pubblica, e si adoperano per dare una risposta alle disuguaglianze sociali in atto nei propri paesi. (altro…)
Gen 25, 2007 | Dialogo Interreligioso
«Come dice il Concilio Vaticano II, la Chiesa per la sua stessa natura è realmente e intimamente solidale con il genere umano e la sua storia: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (Gaudium et spes, n.1). Ma la storia della Chiesa cattolica nel Novecento si è intrecciata con una tragedia senza precedenti come lo sterminio pianificato di sei milioni di ebrei. Indagare sugli eventi e dibattere sul loro concatenarsi è compito degli storici che si confrontano ormai da decenni sulle fonti, ricercandone sempre di nuove e arricchendo il patrimonio delle nostre conoscenze. La tragedia bellica e la Shoah hanno segnato profondamente la nostra civiltà. Il patrimonio di tolleranza e di democrazia è stato messo a dura prova, ma è stata anche messa a repentaglio l’Europa con i suo valori religiosi. A questo patrimonio a questi valori, gli uomini di buona volontà si sono sempre aggrappati quando tutto sembrava ormai perduto. “Tu mio Signore, hai fatto di tutto perché io non credessi in Te. Ma io muoio così come sono vissuto: con una fede incrollabile in Te”. L’ebreo Yossi Rakover, di cui narra Kolitz, si rivolge all’Onnipotente con queste parole, prima di soccombere ai nazisti nell’insurrezione del Ghetto di Varsavia. In queste parole sembra di leggere anche la storia dei Giusti, così analiticamente descritta nel libro di Sir Martin Gilbert che oggi presentiamo. E’ una storia del bene, anzi di una corrente di bene, che attraversa l’umanità prescindendo dalle differenze religiose. I cristiani, tra cui moltissimi cattolici, ma anche i musulmani, accettarono (a costo della loro stessa vita) di salvare gli ebrei dalla Shoah. Agirono a volte senza aspettare di avere paura, a volte percorsi dal terrore di un tragico destino, a volte dubbiosi, a volte indecisi. Ma agirono e lo fecero conducendo una guerra pacifica e silenziosa per la salvezza dei tanti ebrei che rischiavano di finire nei Lager. Fu questa una guerra fatta senza proclami, senza manifesti, senza teorie, senza retorica e questi “Giusti” la combatterono a volte contro le convenzioni e contro i pregiudizi del loro stesso ambiente. In questa guerra la Chiesa cattolica, intesa come istituzione, ebbe una sua parte. Specifica e rilevante, sotto Pio XII e seguendone le direttive, essa cercò di coordinare gli sforzi in favore delle vittime di guerra e soprattutto trasmettere un esempio ai fedeli. Non si trattava soltanto di organizzare burocraticamente la ricerca dei dispersi e l’assistenza ai prigionieri. Fu invece un’attitudine precisa nei confronti degli ebrei perseguitati. Essi andavano aiutati, in ogni modo possibile. E’ questo il presupposto su cui si fondò l’azione del Papa e dei suoi collaboratori, come si evince dalla documentazione esistente. Ho ricevuto recentemente Suor Margherita Marchione che mi ha presentato l’Opera “Crociata della carità: l’impegno di Pio XII per i prigionieri della seconda guerra mondiale”. E’ una documentazione impressionante. La storia dei Giusti cattolici s’intreccia quindi con l’azione di Pio XII. Essa è innanzitutto una storia di comprensione e di dialogo nella carità, così come registrata nelle numerose testimonianze riportate da Gilbert. E’ una storia che vide impegnati cattolici ed ebrei insieme (si pensi al ruolo di monsignor Roncalli a Istanbul), intrisa di impegno, di speranze e di gratitudine degli israeliti per la Chiesa e per il Papa. Ma è soprattutto una storia che toglie ogni ragion d’essere alle ricorrenti accuse di “collaborazionismo” papale e di antisemitismo cattolico. Perché indipendentemente dai deprecabili pregiudizi di alcuni nuclei di cristiani, rimane il fatto che l’antisemitismo era stato già da tempo condannato dal Vaticano. Ormai è chiaro che quello di Papa Pacelli non fu un silenzio ma un parlare intelligente e strategico, come dimostra il radiomessaggio natalizio del 1942 che fece andare Hitler su tutte le furie. Le prove sono negli Archivi vaticani, dove è presente ad esempio la dichiarazione di condanna dell’antisemitismo del 1928 dell’ex Sant’Uffizio, molto netta e molto chiara. Un documento che viene assolutamente dimenticato come se la condanna dell’antisemitismo fosse solo quella del Vaticano II. E’ questo il tessuto su cui si dipana la trama dei “Giusti”, resa ancora più preziosa per il fatto di provenire da un celebrato e autorevole studioso ebreo, la cui opera è pubblicata in Italia da una casa editrice cattolica: ma la storia che si legge in questo volume di Martin Gilbert meritava di essere conosciuta anche per un altro motivo: perché essa non è solo la storia di quei “Giusti” proclamati tali davanti al mondo, ma è anche la storia di quei tanti “Giusti impliciti”, che non poterono essere onorati perché se n’era persa la memoria storica. Recuperare questa memoria è stato il compito dell’Autore, che è riuscito brillantemente nel suo intento, offrendoci un patrimonio di conoscenze da trasmettere soprattutto alle giovani generazioni: affinché esse imparino a non dimenticare la Shoah e il valore della memoria del bene che ad essa ci lega. Desidero citare qui i giusti di un paese molto martoriato per contrastanti ragioni, e cioè della Polonia. Secondo lo storico polacco Jan Zaryn, membro dell’Istituto della Memoria Nazionale, nelle varie forme dell’aiuto agli ebrei erano coinvolti circa un milione di polacchi. Un milione di polacchi che in ogni momento rischiavano la morte immediata per mano degli occupanti tedeschi (tale rischio si estendeva spesso su tutta la famiglia della persona che offriva aiuto). Spesso ci si scorda che la Polonia era l’unico paese dove vigeva la pena di morte per l’aiuto agli ebrei. Un attivista ebreo Adolf Barman ricordò questo importantissimo fatto nel corso della conferenza riguardante l’aiuto degli ebrei durante la Guerra mondiale, che si è svolta a Gerusalemme nel 1974 (vedi Rescue Attempts during the Holocaust, Yad Vashem, Jerusalem 1977, p.453). perciò furono migliaia i polacchi morti per aiutare i loro connazionali ebrei. Alcuni di loro hanno ricevuto la medaglia dei “Giusti tra le nazioni del Mondo”, altri sono visti come esempi di virtù cristiane, soprattutto della carità. In agosto del 2003 nella diocesi di Przemsyl è cominciato il processo diocesano di un’intera famiglia: Giuseppe Ulma, sua moglie Vittoria, sei figli ed un altro figlio non nato (Vittoria era negli ultimi mesi di gravidanza) trucidati il 24 marzo 1944 per mano dei gendarmi tedeschi nel villaggio Markowa, per aver nascosto a casa loro otto ebrei. Termino citando il discorso fatto da Benedetto XVI, in occasione degli auguri natalizi alla Curia Romana, durante il quale ha sintetizzato le emozioni provate nel corso dei suoi viaggi apostolici, fra cui quello in Polonia: “Nei miei spostamenti in Polonia – ha detto – non poteva mancare la vista ad Auschwitz-Birkenau nel luogo della barbarie più crudele – del tentativo di cancellare il popolo di Israele, di vanificare così anche l’elezione da parte di Dio, di bandire Dio stesso dalla storia. Fu per me motivo di grande conforto veder comparire nel cielo in quel momento l’arcobaleno, mentre io, davanti all’orrore di quel luogo, nell’atteggiamento di Giobbe gridavo verso Dio, scosso dallo spavento della sua apparente assenza e, al contempo, sorretto dalla certezza che Egli anche nel suo silenzio non cessa di essere e di rimanere con noi. L’arcobaleno era come una risposta: Sì, Io ci sono, e le parole della promessa, dell’Alleanza, che ho pronunciato dopo il diluvio, sono valide anche oggi (cfr Gn 9,12-17)”». Cardinale Tarcisio Bertone, 24 gennaio 2007 (altro…)
Gen 23, 2007 | Focolari nel Mondo
Oltre la semplice tolleranza – Vivo a Londra e faccio parte di un’unità gen (generazione nuova). L’unità gen è per noi una palestra di… unità! Ci esercitiamo a viverla innanzitutto tra noi, in piccoli gruppi. Siamo ragazze appartenenti alla Chiesa cattolica, alla Chiesa ortodossa e io, che appartengo alla Chiesa d’Inghilterra. La nostra esperienza insieme è quella di costruire un rapporto che vada oltre la semplice tolleranza, che si basi sull’amore reciproco. Ciò richiede l’allenamento ad andare sempre verso l’altra con cuore aperto, per conoscere la cultura e la Chiesa dell’altra ed amarla come la propria. Ed è dalla forza dell’unità che attingiamo quell’amore che suscita semi di fraternità, lì dove viviamo. Aprire gli occhi – Quando Chiara Lubich è stata a Londra due anni fa, ha lanciato un progetto chiamato “Bridging London”. E’ fantastico, perché i londinesi per lungo tempo sono andati fieri di essere multi-religiosi e multi-culturali, ma Chiara ci ha detto che questo non era abbastanza: c’è bisogno del dialogo fra fedi e culture, c’è bisogno dell’amore. Questo mi ha veramente aperto gli occhi. Oltre la separazione – La maggior parte delle mie esperienze è sul posto di lavoro: un Museo di Londra. Lì regna una grande differenza nella composizione dello staff. Molti dei curatori, scienziati, e personale della Mostra sono europei bianchi. Molti dello staff delle pulizie vengono dall’Asia o dall’Europa dell’Est, e africani o afro-americani, per la maggior parte hanno contratti a breve termine. La separazione è evidente e spaventosa. Nello sforzo di ‘gettare ponti a Londra’ ho fatto la scelta di cercare di conoscere e amare il personale attorno a me, in modo particolare chi è di un’altra etnia. Dallo staff della sicurezza… – Il posto più semplice da cui iniziare è stato l’entrata del Museo, dove lo staff della sicurezza ha il compito di controllare le borse. Cerco di sorridere e di aprire la mia borsa velocemente. Un giorno una delle guardie mi ha detto: “E’ la gente come te che rende il nostro lavoro più leggero!”. Ero sorpresa che una cosa piccola come un sorriso avesse fatto una tale differenza. Da allora in poi ci fermiamo a parlare ogni volta che entro. … a tutta Londra – Con gli altri gen siamo impegnati nell’operazione “Bridging London” in molti modi. A volte organizziamo dei “Caffè Internazionali” che riuniscono giovani di diverse fedi e culture. Per esempio, recentemente abbiamo organizzato una grande serata latino-americana con 200 giovani. Prima di cominciare, ci siamo trovati fra noi per pregare insieme, anglicani e cattolici, ed assicurarci la presenza di Gesù tra noi, come da lui promesso quando “due o tre sono riuniti nel suo nome”. E’ stata una serata molto speciale, con un’atmosfera bellissima, molto diversa da quella che respiri nei club e pub al centro di Londra, e molte persone ci hanno chiesto della nostra vita e del nostro impegno per il mondo unito. (A. G. – Londra) (altro…)
Gen 22, 2007 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Il dono dell’armonia del canto e della musica può concorrere, nella celebrazione della fede e oltre, a unire i cuori, a intonare la fraternità. Da questo desiderio, in un’epoca travagliata da tensioni di ogni tipo, nasce la composizione della “Messa della concordia”, una raccolta di 12 brani, per un’opera che dichiara già dal titolo il suo obiettivo. Un anno di lavoro svolto con la collaborazione del teologo e compositore Pierangelo Sequeri, che, oltre alla consulenza musicale, teologica e liturgica, ha scritto i testi di 3 brani; il CD è uscito in concomitanza con la ricorrenza del 40° del Gen Verde – nato la vigilia di Natale del 1966 – ed è pubblicato da Città Nuova Editrice. I brani sono interpretati dalle voci di Gen Verde e Gen Rosso; quest’ultimo, per il 40° festeggiato nello stesso anno, aveva pubblicato il cd “Zenit”, 10 brani scelti fra le canzoni più importanti, riarrangiate, e un pezzo inedito. Dal 20 gennaio il Gen Verde è ripartito in tournée con “La coperta del mondo”: Piemonte e Liguria le prossime tappe, per proseguire in Portogallo e Spagna; il Gen Rosso, invece, riprende fiato dopo i 31 spettacoli realizzati nel 2006 in Brasile, dove ha incontrato circa 110.000 persone. (altro…)
Gen 11, 2007 | Cultura
VENERDÌ 16 FEBBRAIO
I sessione – “Medicina Dialogo Comunione”: le radici, gli sviluppi, gli obiettivi
– La “persona” in relazione: quale modello di riferimento? – Comunicazione e relazionalità in medicina: lo stato dell’arte
II sessione – LA RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE
– Nella formulazione della diagnosi – Nella definizione del programma terapeutico – Come contributo alla qualità di vita del paziente – Nella prospettiva del medico: Curare chi cura – Spazio per la discussione
III sessione – LA COMUNICAZIONE DELLA DIAGNOSI
– Tavola rotonda interdisciplinare: il punto di vista dell’internista, del neurologo, dello psichiatra, del pediatra, del palliativista, del ginecologo, del medico universitario – Spazio per la discussione
IV sessione – L’INTER-RELAZIONE TRA OPERATORI IN MEDICINA: PRESUPPOSTI, METODI, EFFETTI
Presentazione di alcuni modelli applicativi: – Il lavoro d’équipe in un dipartimento di terapia intensiva – L’inter-relazionalità nel distretto sanitario – Risultati di una collaborazione in campo epidemiologico in Algeria – Multiprofessionalità e qualità dell’assistenza in ospedale – Inter-relazione in oncologia – Interdisciplinarietà in geriatria: un’ipotesi formativa
SABATO 17 FEBBRAIO
V sessione – LA PROFESSIONALITÀ IN MEDICINA
– Le componenti della professionalità nella società che cambia – Interpretando la professionalità – Tavola rotonda Intervengono: un docente universitario, uno studente, un medico di famiglia, un anestesista, un infermiere, un medico riabilitatore, un ricercatore – Spazio per la discussione
VI sessione – DALLA INTER-RELAZIONALITÀ ALLA RECIPROCITÀ
Progetti internazionali: realizzazioni, risultati preliminari, nuove prospettive: – Collaborazione multicentrica: risultati del gruppo europeo “IOTA” (International Ovarian Tumor Analysis) – Un nuovo modello culturale nel trattamento dell’ HIV/AIDS. Un progetto in Africa nell’ambito dell’UNAIDS – “Bukas Palad”: medicina di comunità alla periferia di Manila – Management del cancro della cervice: sviluppo di un modello di partnership secondo l’approccio etnografico tra Paesi a diverso standard assistenziale Conclusioni (altro…)
Gen 11, 2007 | Cultura
L’universo della medicina oggi richiede inter-relazioni sempre più intense: sofferenza, malattia e morte pongono sfide che mettono in discussione il significato stesso della vita ed esigono risposte non facilmente acquisibili; l’iperspecializzazione medica esige confronto e collaborazione interdisciplinare; lo sviluppo informatico consente condivisione e diffusione del sapere specifico. Sempre più cruciale è saper esercitare l’arte del ‘relazionarsi’. Queste le tematiche al centro del Congresso internazionale che prevede la partecipazione di 600 medici e operatori sanitari dei Paesi europei, e di rappresentanti degli altri continenti. L’evento, in programma a Roma, presso il Policlinico Gemelli, il 16 e 17 febbraio prossimi, si svolgerà in collegamento satellitare con oltre 20 capitali del mondo. Titolo: Comunicazione e relazionalità in medicina: nuove prospettive per l’agire medico. L’obiettivo: individuare strategie ed elaborare linee culturali che promuovano una formazione alla relazionalità nella prospettiva della fraternità. Al Congresso verranno presentati i risultati di progetti internazionali condotti in diversi ambiti della medicina: epidemiologia e prevenzione, trattamento Hiv/Aids, patologia oncologica. L’evento è organizzato dall’associazione MDC – Medicina Dialogo Comunione – nata con lo scopo di contribuire all’elaborazione di un’antropologia medica ispirata ai principi contenuti nella spiritualità dell’unità. Il Congresso si svolgerà in collaborazione con il dipartimento di Scienze Gerontologiche, Geriatrie e Fisiatriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Per informazioni: Segreteria scientifica Associazione “Medicina – Dialogo – Comunione” (M.D.C.) Via di Frascati, 306 – 00040 Rocca di Papa (Roma) e-mail: mdc@flars.net (altro…)
Gen 9, 2007 | Nuove Generazioni
«Di fronte alla grande crisi argentina del dicembre 2001, come tanti giovani anch’io mi sono sentita derubata del futuro», racconta G. D. L., di Buenos Aires, una dei 395 studenti che si sono iscritti ai corsi di formazione politica del Mov. politico per l’unità che, nei mesi successivi, hanno preso avvio nel suo Paese. Mentre in quelle circostanze tanti suoi amici chiudevano con la politica, G. ha avvertito che, aderendo a questo progetto, si apriva per lei una soluzione diversa. Come sono organizzate le ‘scuole’? Si tratta di un percorso di due anni di studio, in cui si approfondisce il sistema politico, culturale ed economico del proprio Paese, in una prospettiva ampia che guarda all’intera famiglia umana come comunità politica fondamentale. Ciò dà significato anche all’esercizio della cittadinanza nel territorio locale, con le sue regole.
Attualmente le “comunità di formazione” sono presenti, oltre che in Argentina e in Italia (dove operano già da alcuni anni), anche in Uruguay e Paraguay; sono in fase di avvio in Brasile. Cardine della proposta formativa è il patrimonio culturale del MppU, che si ispira alla spiritualità e all’esperienza di Chiara Lubich, offerto ai giovani con l’elaborazione di strumenti conoscitivi adeguati ad approfondire la storia, i sistemi culturali e gli ordinamenti dei propri Paesi, ed agire di conseguenza, nel rispetto della diversità e della pari dignità di persone e popoli. Il progetto si presta a forme di partecipazione e “sostegno a distanza”, attraverso contributi una tantum oppure finalizzati a coprire i costi delle attività formative, optando tra le diverse sedi in Argentina (18 sedi), Uruguay (2), Paraguay (1), Brasile (13). Per saperne di più: Movimento Politico per l’Unità Via Frascati, 306 00040 Rocca di Papa (Roma) IT tel. +39-06-945407210 fax +39-06-9412080 email: mppu@focolare.org Sito web: www.mppu.org (altro…)
Gen 4, 2007 | Chiara Lubich
Chiara Lubich stessa ha annunciato con una lettera ai membri del Movimento il suo “ritorno a casa”.
Era stata ricoverata nel reparto di terapia intensiva il 2 novembre scorso per una insufficienza respiratoria causata da un episodio infettivo polmonare. Il prof. Salvatore Valente, ordinario di pneumologia, che ha seguito Chiara Lubich nel reparto dove è stata trasferita a fine novembre, nel dimetterla, ha dichiarato: “Si è ottenuta una risoluzione completa della polmonite. La situazione respiratoria è più che soddisfacente. Si registra una normalizzazione di tutti i parametri clinici”.
Viva è la gratitudine di Chiara e di tutto il Movimento per le cure prestate con il massimo impegno, professionalità e grande umanità da parte di tutti i medici, i fisioterapisti, gli infermieri e gli altri operatori sanitari che hanno permesso un recupero sorprendente.
Nella lettera inviata al Movimento, Chiara ha ringraziato anche per le preghiere. In questi due mesi, infatti, incessanti sono state le espressioni di solidarietà e le preghiere per il suo ristabilimento.
Mons. Stanislao Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha voluto farle di persona gli auguri di Natale. L’ha ringraziata soprattutto per i frutti del suo impegno per la comunione tra i movimenti ecclesiali e nuove comunità, dopo il grande incontro dei Movimenti con Giovanni Paolo II, alla vigilia di Pentecoste ’98. Diceva di aver costatato – nelle varie parti del mondo in cui si è recato, e recentemente in Brasile – il reciproco apprezzamento e sostegno fra Movimenti.
Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, prof. Andrea Riccardi, le aveva fatto visita di ritorno da Istanbul, appena terminato il viaggio del Papa in Turchia. Alcuni giorni fa, Chiara Lubich ha ricevuto Walter Veltroni, sindaco di Roma, di cui è cittadina onoraria.
Un ringraziamento particolare, oltre al prof. Valente, va al Reparto di Rianimazione diretto dal Prof. Massimo Antonelli, al Dipartimento di Scienze Gerontologiche, Geriatriche e Fisiatriche diretto dal Prof. Roberto Bernabei, al Reparto di Osservazione Breve, diretto dal Prof. Nicolò Gentiloni, al Reparto di Medicina Riabilitativa coordinato dalla Prof.ssa Diana Barbara Piazzini. Si coglie anche l’occasione per ringraziare il Direttore Sanitario, nella persona del Prof. Cesare Catananti, che ha messo a disposizione con la massima tempestività ed efficienza i diversi servizi e strutture del Policlinico.
Gen 3, 2007 | Sociale
Il Sudan non è solo Darfur. Attorno alla capitale Khartoum, sfollati che giungono a più riprese dal Sud, a causa della lunghissima guerra civile, vivono in bidonville, con l’inevitabile seguito di povertà e di fame. Qui non esistono infrastrutture: né acqua, né ospedali, né scuole, né elettricità e i bisogni, in campo alimentare, sanitario, educativo sono immensi. La Chiesa è loro vicina, ma è necessario il sostegno di tutti perché possa proseguire nelle sue attività. Per questo il Movimento ha accolto la proposta di sostenere il progetto “Salvare il salvabile”, di cui hanno scritto i responsabili locali dei Focolari. «Nel maggio 2006, durante un viaggio in Sudan abbiamo costatato di persona la situazione molto difficile in cui vive gran parte della popolazione. Siamo stati toccati dall’amore e dalla testimonianza eroica di persone che si impegnano con perseveranza al servizio della popolazione più bisognosa. Tante le persone incontrate nelle bidonville, dove si vive in modo precario in capanne di paglia o di terra. Ci hanno colpito la dignità profonda, l’accoglienza ricevuta, la vitalità e la loro fede. C’è stato chi, alla domanda “Come stai?”, con un grande sorriso ha risposto: “Benissimo, non siamo mai soli: Dio è con noi…”. I momenti più belli sono stati nel partecipare alle loro Messe con le danze e gli splendidi canti al ritmo dei tamburi».
Col progetto “Salvare il salvabile”, finora sono state realizzate scuole, aule – alcune sono solo tettoie – per i circa 52.000 bambini che abitano le baraccopoli. Il progetto mira ad assicurare la scolarità fino alle superiori ed un pasto al giorno agli studenti, sottonutriti. Una buona istruzione per questi giovani, educati con valori e testimonianze positive, consente una vita dignitosa ed evita loro di cadere nella spirale della violenza. Come contribuire – E’ necessario provvedere alla costruzione di aule dove mancano; alla riparazione dei servizi igienici; alla sostituzione di infrastrutture che stanno crollando; acquisto di materiale didattico; stipendi per 950 insegnanti; formazione del personale docente. Del progetto è direttamente responsabile la Diocesi di Karthoum, a cui andranno i fondi raccolti anche attraverso l’Azione Mondo Unito (AMU). (Confronta Amu Notizie n. 4/2006 .pdf) Per informazioni: amu@azionemondounito.org www.azionemondounito.org (altro…)
Dic 31, 2006 | Parola di Vita
Umlazi: uno dei tanti sobborghi delle grandi città del Sud Africa sorti negli anni '50 per la popolazione di colore. Vi abitano circa 750.000 persone. Penuria di scuole, di ospedali, di alloggi dignitosi. Neppure un campo per giocare a calcio. La disoccupazione supera il 40%. La povertà genera violenze, abusi e diffusissimo il contagio dell'AIDS. Tanti si sentono isolati, hanno paura di parlare delle loro sofferenze, dei loro mille problemi.
Cosa fare? si sono chiesti i responsabili delle varie comunità cristiane di Umlazi. Occorre “rompere il silenzio”, si sono detti, e aprire un dialogo con ciascuno fatto di ascolto e di comunione di vita, per portare insieme le difficoltà. Hanno iniziato con i giovani, intavolando con loro un dialogo costruttivo e costruendo rapporti sempre più profondi.
Forti di questa esperienza i cristiani di Umlazi hanno proposto, per la “Settimana di preghiera per l'unità” dei cristiani, che si attua in questo mese in molte parti del mondo, il brano del Vangelo di Marco da cui è tratta la Parola di vita. Sia la ricerca dell'unità tra i cristiani che la risposta cristiana alla sofferenza umana sono entrambe intenzioni presenti nella “Settimana” – secondo il commento della Guida alla “Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani” 2007. Mentre Gesù è in viaggio, gli viene condotto un sordomuto e Lui lo guarisce pronunciando la parola “Effatà”, ossia “Apriti”. La gente, al vedere ciò, esprime meraviglia e gioia ed esclama:
«Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!»
I miracoli di Gesù sono l'espressione del suo amore per quanti incontra sul proprio cammino. Sono anche “segni” del mondo nuovo che egli è venuto ad instaurare. La guarigione del sordomuto è il segno che Gesù è venuto a donarci una capacità nuova di intendere e di parlare.
“Effatà” è stata la parola pronunciata anche su di noi, al momento del nostro battesimo.
“Effatà”: e Lui ci apre all'ascolto della Parola di Dio, perché la lasciamo penetrare in noi.
“Effatà” è il suo invito ad aprirci all'ascolto di tutti quelli nei quali si è identificato: ogni persona, soprattutto i piccoli, i poveri, i bisognosi, e ad instaurare con tutti un dialogo d'amore che arriva a condividere la propria esperienza evangelica.
Riconoscenti a Gesù per quanto continua ad operare in noi, proclamiamo, come la folla a suo tempo:
«Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!»
Come vivere questa Parola di vita?
Infrangendo la nostra “sordità” e facendo tacere i rumori che, dentro e attorno a noi, ci impediscono di ascoltare la voce di Dio, della nostra coscienza, dei nostri fratelli e sorelle.
Da tante parti ci giunge, spesso tacita, una richiesta di aiuto: un bambino che domanda attenzione, una coppia di sposi in difficoltà, un ammalato, un anziano, un carcerato che hanno bisogno di assistenza. Ci giunge il grido di cittadini che invocano una città più vivibile, di lavoratori che domandano maggiore giustizia, di popoli interi a cui è negata l'esistenza… Distratti da mille interessi e attrattive, spesso l'orecchio del nostro cuore non è attento a quanti ci sono attorno. Oppure, ripiegati sui nostri bisogni, ci può capitare di far finta di non sentire.
La Parola di vita ci domanda di “ascoltare” per portare insieme agli altri le preoccupazioni e le difficoltà, così come di condividere le gioie e le attese, in una ritrovata solidarietà. Ci invita a non essere “muti”, ma a trovare il coraggio di parlare: per partecipare le esperienze e le convinzioni più profonde; per intervenire a difendere chi non ha voce; per fare opera di riconciliazione; per proporre idee, soluzioni, strategie nuove…
E quando l'impressione di non essere all'altezza delle situazioni ci farà sentire impari, ci sosterrà una certezza: Gesù, che ci ha aperto orecchi e bocca:
«Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!»
E' l'esperienza di Lucy Shara, del Sud Africa, che, trasferitasi con la famiglia a Durban, si era trovata ad affrontare la vita di una grande città e con essa ad incominciare un nuovo lavoro, di responsabilità. Erano gli anni dell'appartheid ed era inusuale che una donna africana rivestisse posti di dirigenza.
Un giorno si rende conto che tra gli operai si sta diffondendo una forma asmatica acuta, causata dalle cattive condizioni di vita sul lavoro. Molti di essi improvvisamente sparivano oppure si assentavano dal lavoro per lunghi mesi. Ne parla con il vicedirettore proponendo una soluzione: installare un efficiente macchinario per la depurazione dell'ambiente. E' una forte spesa e l'azienda rifiuta.
Lucy, che da tempo cerca di vivere la Parola di vita, trova in essa la sua forza e la sua luce. Avverte dentro di sé come un fuoco che le infonde coraggio, che la mantiene calma in tutte le trattative e la pone in sincero ascolto delle opinioni espresse dalla direzione. “Ad un certo punto – racconta – mi sono fiorite sulla bocca le parole giuste per difendere coloro che erano senza voce. Sono riuscita a far capire come il rilevante costo iniziale si sarebbe ammortizzato per le migliorate condizioni di salute degli operai, non più costretti ad assentarsi per malattia”.
Le sue sono parole convincenti. Il depuratore viene installato, l'asma scende dal 12% al 2% e di pari passo cala l'assenteismo. La direzione la ringrazia, le dà perfino un extra bonus nello stipendio. Tra gli operai si diffonde la gioia e nella fabbrica si respira una nuova “atmosfera”, in tutti i sensi!
Chiara Lubich
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Dic 27, 2006 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
«Il messaggio del Vangelo, vissuto da persone che hanno condiviso tutto con noi e insieme hanno cercato per noi i mezzi di sostentamento, è diventato qualcosa che ci ha liberati dentro, e ci ha aperto un nuovo orizzonte, che ci ha portato a fare della nostra vita un “santo viaggio”, e ci ha resi “soggetti” della trasformazione del nostro ambiente sociale». Sono nato e abito nell’isola che ora è denominata S. Terezinha, alla periferia della città di Recife nel Nord-est del Brasile. Oltre trenta anni fa il suo nome era “Isola dell’Inferno”, per il grave degrado in cui viveva. Da allora il Movimento dei Focolari svolge in questa comunità un’azione di promozione sociale e allo stesso tempo spirituale e culturale. Per questa esperienza vissuta insieme è sorta l’Associazione degli abitanti dell’isola S. Terezinha, della quale sono stato presidente per cinque mandati consecutivi, con l’obiettivo di far vivere agli abitanti un’esperienza comunitaria, diventando così protagonisti del proprio sviluppo. Abbiamo scelto come motto la frase del Vangelo: “Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia…”. Ponendo in Dio la nostra forza, il Vangelo è diventato come una bussola nella nostra vita perché, a quell’epoca, vivendo in un paese a sistema capitalista e ancora sotto il regime militare, quasi tutte le comunità erano orientate a partiti che avevano scelto la lotta come unica proposta per il superamento delle disuguaglianze sociali. Noi invece eravamo sempre aperti a dialogare con gli amministratori pubblici, indipendentemente dalle correnti partitiche, manifestando chiaramente le nostre posizioni come comunità. Ne sono seguiti avanzamenti e conquiste: la bonifica di un’area che prima era sempre allagata a causa delle piogge o dell’alta marea; la costruzione di case anche con il sostegno dello Stato, per risolvere il problema della mancanza di abitazioni; l’istituzione di una scuola elementare, che conta più di 600 alunni, per combattere l’analfabetismo. Per arrestare il problema della mortalità infantile abbiamo aperto un ambulatorio in collaborazione con il Comune di Recife e con l’appoggio di organizzazioni tedesche. Abbiamo aperto anche un centro per il recupero dell’infanzia denutrita. Per combattere la disoccupazione, abbiamo creato un’impresa di materiale da costruzione in cemento, che dà lavoro a 7 padri di famiglia. Attraverso l’iniziativa delle adozioni a distanza è sorta anche un’associazione di sostegno all’infanzia e agli adolescenti che svolge un’opera preventiva, occupando i bambini e gli adolescenti nel tempo libero dall’orario scolastico con una formazione umana ed educazione civica. Il rispetto e il riconoscimento delle autorità competenti non hanno tardato ad arrivare: non conoscevano l’esperienza evangelica che vivevamo “dietro le quinte”, ma ci vedevano come una comunità organizzata e un popolo che sa lottare. L’amore che ci spinge invita a crescere, a migliorare. Non possiamo accontentarci di come abbiamo vissuto ieri. Con l’apertura democratica sono sorti nuovi sistemi di partecipazione come il “Bilancio Preventivo-Partecipativo” secondo il quale le comunità eleggono i propri rappresentanti per poter discutere col Comune e trattare l’impiego di parte delle risorse finanziarie che sono decise dal Sindaco e dalla giunta. La città è divisa in 6 aree, chiamate “Regioni Politico-Amministrative” e vengono eletti i rappresentanti come delegati di questo bilancio di partecipazione: in tutto 470. Nel corso di un’assemblea sono stato eletto delegato della mia regione, per rappresentare nei negoziati non solo la mia comunità, ma anche vari villaggi della zona. Anche nell’esercizio di questo mandato, ho avuto l’opportunità di sforzarmi di vedere Gesù nell’altro, secondo le parole del Vangelo: “Qualunque cosa hai fatto al minimo l’hai fatta a me!”. Facile, quando si tratta di qualcuno che appartiene alla mia stessa comunità, ma più difficile quando si tratta di qualcuno che non sempre agisce in accordo con le aspirazioni dei meno avvantaggiati. Dovevo lavorare per la mia comunità, ma allo stesso tempo mantenere il rapporto con loro, non solo per diplomazia. Un giorno in una riunione discutevamo l’allocazione dei finanziamenti. I delegati presenti volevano includere solamente le località dei delegati che partecipavano alla riunione. Ricordando che dobbiamo “amare la patria altrui come la nostra” e, in questo caso, amare la comunità dell’altro come la nostra, dissi che non era giusto sacrificare una comunità soltanto perché i suoi rappresentanti non erano presenti, e che non avremmo dovuto guardare solo alle nostre necessità, ma anche a quelle degli altri. Accolsero la mia proposta. In un’altra occasione, in cui non avevo potuto essere presente a causa del mio lavoro, si era constatato che i fondi destinati ad una piazza dell’Isola Santa Terezinha non erano sufficienti. Anche senza la mia presenza, gli altri delegati stanziarono una parte delle loro risorse per la nostra piazza. Sono vari i frutti di questo lavoro congiunto: siamo riusciti ad asfaltare le strade principali dell’Isola, oltre alla costruzione della piazza; abbiamo ottenuto attrezzature per il nostro centro sanitario e patrocini per le manifestazioni culturali. Poi, in altri villaggi e comunità della zona di Recife, siamo riusciti ad avviare varie opere di costruzione, insieme ad altri delegati del bilancio partecipato. (J. – Recife) (altro…)
Dic 19, 2006 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La celebrazione, che si è svolta alla Camera dei Deputati, presso il Parlamento di Brasilia lo scorso 7 dicembre, ha visto la partecipazione di oltre 200 deputati federali, a poche settimane dal recente insediamento dei nuovi organi legislativi e di governo. Il Presidente dell’assemblea parlamentare, on. Aldo Rebelo, ha inviato un messaggio. La notizia della sessione solenne in onore del Movimento politico per l’unità (Mppu) figurava anche sul sito istituzionale della Camera, all’interno del
calendario ufficiale dei lavori. “Nel particolare momento storico che vive il Brasile, al crocevia di scelte politiche cruciali, sia sul piano nazionale che internazionale per il suo popolo come per numerosi paesi emergenti, ci siamo trovati a vivere una giornata davvero importante” – così l’on. Lucia Crepaz, Presidente del Mppu internazionale, al rientro dal suo viaggio. “Nel corso della sessione ho ascoltato deputati di partiti diversi interrogarsi e prendere posizione sulla fraternità universale, principio ispiratore del Mppu. E devo dire che, se negli ambienti della politica a volte la si considera una categoria fragile, inadatta alla faticosa composizione degli interessi, lì al contrario è emersa ancora una volta la sua capacità di progetto, di farsi contenuto e metodo politico, guida delle azioni personali quotidiane come di grandi trasformazioni politiche”. La piccola storia del Mppu è stata tratteggiata dall’On. Luiza Erundina, che ha ricordato anzitutto il messaggio di Chiara Lubich consegnato ai parlamentari nel 1998 da Ginetta Calliari – una delle prime compagne della Lubich, confondatrice dei Focolari in Brasile. In seguito, nel 2001, la fondazione del Movimento politico per l’unità, a cui è seguita l’espansione nei diversi Stati del Brasile, con una serie di iniziative politiche in tutto il territorio e nelle sedi politiche istituzionali, che non hanno mancato di coinvolgere anche il Parlamento a Brasilia. Nelle due giornate successive, la Convention del Mppu ha accolto altre decine di politici e amministratori, funzionari, cittadini interessati e studiosi, provenienti da 25 Stati del Brasile, per tracciare i prossimi percorsi di azione, a partire da quanto realizzato dal 2001 ad oggi.
Per l’occasione, messaggi di partecipazione sono giunti anche dai centri nazionali Mppu di Argentina, Uruguay e Paraguay, dove questa esperienza procede similmente già da qualche anno. Il Movimento Politico per l’Unità – Nato per iniziativa di Chiara Lubich nel 1996, può essere definito un laboratorio internazionale di dialogo politico che riunisce politici appartenenti a schieramenti diversi e operanti nei più vari contesti sociali e politici, che trovano nel Carisma dell’unità una fonte di ispirazione e di motivazioni universali per operare congiuntamente a favore del bene comune. (altro…)
Dic 18, 2006 | Nuove Generazioni
«…Questo mondo ricco si è “accalappiato” il Natale e tutto il suo contorno, e ha sloggiato Gesù! Ama del Natale la poesia, l’ambiente, l’amicizia che suscita, i regali che suggerisce, le luci, le stelle, i canti. Punta sul Natale per il guadagno migliore dell’anno. Ma a Gesù non pensa». Da queste parole di Chiara Lubich, nella meditazione “Hanno sloggiato Gesù”, è nata una singolare iniziativa, promossa dai più piccoli del Movimento dei Focolari: i e le gen 4. Ogni Natale, dal 1996, sfidando il freddo dell’inverno e del consumismo sfrenato, offrono Gesù bambino sulle piazze principali, nei centri commerciali delle grandi città.
Quest’anno per la loro azione “Hanno sloggiato Gesù”, sono andati alla conquista del Central Park di New York, sono a Roma a Piazza del Popolo, nella centralissima Via Po a Torino… Dal Centro Gen 4 mondiale sono partiti più di 8.000 piccoli cestini, destinati a fare da culla al piccolo Gesù che troverà casa dalla Spagna al Giappone, dall’Africa alla Svezia. Ecco alcuni flash da varie parti del mondo: Torino – Portare tanti Gesù bambino Avendo sentito al telegiornale la notizia che alcune catene di supermercati hanno abolito dalle loro vendite i presepi in quanto “poco commerciabili”, Margherita, una bambina di Torino, ha esclamato: «Quest’anno dobbiamo portare tanti, tanti Gesù bambino!». Germania – E ritorna con due buste I e le gen 4 della Germania hanno la loro bancarella in un mercatino di Natale. Un uomo si avvicina, prende in mano una statuetta di Gesù bambino, lo guarda, lo riguarda … ma poi si allontana senza prendere niente. Le gen 4 decidono di regalarglielo. Lo raggiungono in fretta: “Ti vogliamo regalare questo!”. I suoi occhi si illuminano. Racconta che ha perso il lavoro e per questo non ha i soldi per prendere una statuetta, poi li saluta e va a casa. Dopo un po’ ritorna con due buste. Anche lui vuole regalare qualcosa ai gen 4. Nella prima busta trovano una preghiera che ha copiato per loro, e nella seconda, una lettera che dice: “Ciao carissimi bambini! Voglio ringraziarvi per il più grande dono che esiste. Non lo dimenticherò mai. Mi avete fatto una grande sorpresa! Auguro a tutti un buon Natale e bei regali”. Dallas (Texas) – Neanche il tempo di fermarsi
Davanti ad un alto grattacielo pieno di uffici, i e le gen 4 di Dallas sono riusciti per la prima volta ad avere il permesso di offrire Gesù Bambino. Ma non è facile: le persone passano frettolose, mormorando: “No, thank you!” o domandano: “Cosa sono? Biscotti?”. “Come mai tutte queste persone non hanno neanche il tempo di fermarsi per portare Gesù a casa?” si chiedono sgomenti i gen 4. E chiedono a Gesù di aiutarli a far arrivare a tutti il suo amore: non importa se non arrivano i soldi per i poveri, sanno di essere lì per portare Lui nel mondo. Non si danno per vinti: preparano dei cartelloni colorati che mostrano alle persone, offrendo Gesù Bambino come regalo di Natale e cantando canzoni natalizie. Ora le persone si fermano e prendono Gesù Bambino. Una signora che voleva prendere una statuetta si è resa conto di aver dimenticato a casa il portafoglio. Senza indugio, i gen 4 subito glielo regalano, e lei se ne va commossa e felicissima. Anche i gen 4 sono felici: ancora una volta Gesù ha trovato casa. Al momento di contare i soldi, si ricordano di dover dare il 10% alla ditta davanti alla quale hanno offerto Gesù Bambino. Tutti insieme vanno nell’ufficio del direttore che, toccato, dice di non volere niente: vuole dare anche lui il suo contributo perché attraverso i gen 4 i soldi arrivino a chi ne ha bisogno. Trento – Siete invitati tutti a casa mia Silvia e Monica si trovano per fabbricare i Gesù Bambino di gesso: perché non invitare anche i loro amichetti? Silvia prepara dei bigliettini: “Sabato pomeriggio siete invitati tutti a casa mia per fare Gesù Bambino” e il giorno dopo li distribuisce a tutti i suoi compagni di classe. Il sabato sono in dieci all’opera! Prima di cominciare, Silvia e Monica fanno vedere a tutti un video dove i gen 4 spiegano come è nata l’azione “Hanno sloggiato Gesù”. Nessuno vorrebbe più tornare a casa e si lasciano con la promessa di ritrovarsi presto. Pisa – Un atto d’amore lo posso fare anch’io! Un distinto signore, trovandosi davanti Lorenzo che gli offre il piccolo Gesù, ha risposto: «Non mi interessa, io sono ateo» e Lorenzo: «Io sono un gen 4. Cosa vuol dire ateo?». «E cosa vuol dire gen 4?» ribatte il signore. «I gen 4 sono quelli che fanno gli atti d’amore». «Anche se non credo, un atto d’amore lo posso fare anch’io!» conclude il signore, e prende un Gesù bambino lasciando una generosa offerta. (Altri episodi sono raccolti nel libro “Hanno sloggiato Gesù”, Città Nuova 2005) (altro…)
Dic 18, 2006 | Spiritualità
Natale.
L’Invisibile si è reso visibile. Il Verbo si è fatto carne. La luce ha brillato tra le tenebre. Se Dio è disceso in terra per noi, non c’è dubbio che ci ama! Se Dio ci ama tutto è più leggibile: dietro i tratti oscuri dell’esistenza si può scoprire la mano amorosa di Lui, un perché spesso a noi ignoto ma un perché d’amore. Chiara Lubich (altro…)
Dic 1, 2006 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Nel deserto fiorisce la fraternità. E’ il titolo del libro appena pubblicato da Città Nuova editrice. Matilde Cocchiaro, l’Autrice, attraverso la testimonianza di quanti, cristiani e musulmani, lo hanno conosciuto, ripercorre la vita e l’esperienza di Ulisse Caglioni, seme di speranza per il futuro di questa terra. IL VOLUME – «…È stata la fedeltà di Ulisse all’amore evangelico del prossimo che ha permesso di scoprire e di vivere profonde amicizie islamo-cristiane, ponendo su questo cammino un segno di Dio»: sono le parole dell’arcivescovo di Algeri, Mons. Henry Teissier, alla notizia della morte di Ulisse Caglioni (1943-2003). Di umili origini bergamasche, Ulisse all’età di 20 anni incontra e aderisce alla spiritualità dell’unità del Movimento dei Focolari. Nel 1966, dopo essersi consacrato a Dio all’età di 23 anni, gli viene proposto di andare in Algeria. Inizia così un’avventura che durerà più di 30 anni segnata da un fecondo “dialogo della vita” con il mondo musulmano. Un dialogo fatto di poche parole, ma intessuto di piccoli gesti d’amore, di attenzione all’altro, di rispetto, di ascolto. Un dialogo che frutta rapporti profondi e induce chiunque egli avvicina a fare altrettanto.
Nov 30, 2006 | Parola di Vita
Il poeta che compone il canto da cui è tratta la Parola di vita è stato in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme. Avrebbe voluto rimanervi, come le rondini che vi hanno fatto il nido, ma è dovuto tornare alla sua terra. Pensa con nostalgia alle “amabili dimore” del Signore dove ha sperimentato la presenza di Dio. Decide allora di tornare e si rimette in viaggio per salire a Gerusalemme. Sarà un “santo viaggio” che lo porterà nuovamente “davanti a Dio”. Come in tutte le culture e le religioni il viaggio diventa una parabola della vita.
Il “santo viaggio” è il simbolo del nostro itinerario verso Dio. Siamo infatti diretti verso una mèta che non dovremmo chiamare “morte”, ma “incontro”, perché inizio di una nuova Vita nell’incontro con Dio. Tutti vi siamo destinati, chiamati da Lui.
Perché, allora, non impostare la nostra esistenza in relazione al traguardo che ci aspetta? Perché non fare dell’unica vita che abbiamo, un viaggio, un viaggio santo, perché Santo è Colui che ci attende?
Sì, tutti siamo chiamati a divenire santi secondo il cuore di Dio ; quel Dio che ci ama uno per uno di amore immenso e ha sognato e disegnato per noi un doveroso cammino da seguire, e un traguardo preciso da raggiungere.
«Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio»
Certo, siamo figli del nostro tempo che ama l’attivismo, a volte sfrenato, l’efficienza, che valorizza alcune professioni e ne sottovaluta altre, che copre di silenzio certi momenti della vita per paura, nell’illusione di cancellarli…
Forse, anche a noi, influenzati o abbagliati da simili tendenze, può succedere di sprecare inutilmente energie. E può accadere che si vedano inutili i giorni di riposo, superflui i momenti di preghiera, o si considerino le malattie e le varie difficoltà, che Dio permette per un suo fine d’amore, intralci alla propria vita.
Come incamminarci o riincamminarci seriamente nel santo viaggio? Non è difficile scoprirlo: fare non la nostra volontà, ma la volontà di Dio; seguirla nel momento presente della vita, consapevoli che – e questo è un grande dono – per ogni azione che compiamo in questa maniera c’è una grazia speciale che la accompagna, la “grazia attuale”, che illumina l’intelligenza e inclina al bene la nostra sensibilità e la nostra volontà.
Anche chi non ha un preciso credo religioso può fare della sua vita un capolavoro, intraprendendo con rettitudine un cammino di sincero impegno morale.
«Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio»
Se la vita è un “santo viaggio” lungo il tracciato della volontà di Dio, il nostro cammino domanda di progredire ogni giorno. L’amore che ci spinge invita a crescere, a migliorare. Non possiamo accontentarci di come abbiamo vissuto ieri. “Oggi, meglio di ieri”, possiamo ripeterci ogni tanto…
E quando ci fermiamo? Quando retrocediamo, ricadendo negli errori o anche solo nella pigrizia? Dobbiamo abbandonare l’impresa, scoraggiati dai nostri sbagli? No, in questi momenti la parola d’ordine è “ricominciare”.
Ricominciare, mettendo nella misericordia di Dio questo nostro passato con i suoi sbagli, i suoi peccati.
Ricominciare, ponendo tutta la fiducia nella grazia di Dio più che nelle nostre capacità. Non dice la Parola di vita che troviamo in Lui la nostra forza? Ogni giorno ripartiamo come fosse il primo.
E soprattutto camminiamo insieme, uniti nell’amore, aiutandoci gli uni gli altri. Il Santo sarà in mezzo a noi e Lui si farà nostra “Via”. Lui ci farà capire più chiaramente la volontà di Dio e ci darà il desiderio e la capacità di attuarla. Uniti tutto sarà più facile ed avremo la beatitudine promessa a chi intraprende il “santo viaggio”.
«Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio»
Mi viene qui in mente una persona amica.
Enzo Fondi ha 22 anni quando a Roma, nel 1951, decide di impegnarsi interamente per Dio nel nascente Movimento dei Focolari. Dopo la laurea in medicina e chirurgia lo troviamo a lavorare come medico in un ospedale di Lipsia, e testimoniare, anche al di là della “cortina di ferro”, l’amore evangelico. E' ordinato sacerdote. Passa negli Stati Uniti per portare lo stesso messaggio.
Negli ultimi anni l’impegno nel dialogo interreligioso, che il Movimento attua, lo porta in luoghi e ad impegni diversi, ma sempre unico il progetto: seguire Dio nella sua volontà. Completa il “santo viaggio” la sera dell'ultimo dell'anno 2001; viene trovato davanti al computer, al lavoro, col capo poggiato sul tavolo, il volto sereno senz'ombra di dolore. Più che morto sembra passato dolcemente da una “stanza” all'altra.
Quindici giorni prima della morte aveva scritto: “Le ultime volontà, il testamento. Per me, è l'ultima volontà di Dio quella che Lui vuole da me adesso. Non ce n'è un'altra. Lasciare fatta in perfezione l'ultima volontà di Dio, qualunque essa sia, quella è la mia ultima volontà. Non so quale sarà poi veramente l'ultima volontà di Dio che farò nella vita. Una cosa però so: che, come per quella di questo attimo, avrò la grazia attuale che mi aiuta a farla tanto in quanto mi sarò esercitato nello sfruttare questa grazia vivendo bene il presente.”
Chiara Lubich
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Nov 28, 2006 | Chiara Lubich
Le condizioni di salute di Chiara Lubich sono in progressivo miglioramento. Ricoverata al Policlinico Agostino Gemelli di Roma il 2 novembre scorso per insufficienza respiratoria causata da un episodio infettivo polmonare, Chiara Lubich è stata dimessa dal reparto di terapia intensiva. Il Direttore del reparto, prof. Massimo Antonelli, ha dichiarato che “la risposta positiva alle terapie ha consentito il raggiungimento di un quadro clinico stabile e soddisfacente”. Viva è la gratitudine del Movimento per le cure prestate, per la disponibilità e la competenza del Direttore e dei suoi collaboratori. Il 21 novembre, aveva fatto visita a Chiara il cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, dopo aver presieduto la S. Messa per l’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Insieme ad una nuova benedizione del Papa, le ha consegnato a suo nome un rosario. Il giorno successivo Chiara Lubich ha ricevuto la visita del prof. Lorenzo Ornaghi, Rettore dell’Università Cattolica. Tra i messaggi che giungono ogni giorno: Il Capo del Governo italiano, Romano Prodi, auspica che “il suo ‘soggiorno’ in ospedale sia molto breve”, perché – aggiunge – “c’è troppo bisogno di lei…”. Hanno scritto anche la Presidente dell’Irlanda, Mary McAleese, parlamentari europei, italiani e brasiliani di diversi schieramenti, vari sindaci, tra cui il sindaco di Roma, Walter Veltroni e Alberto Pacher, sindaco di Trento, città natale di Chiara, che esprime la vicinanza della città per la sua salute. Il Segretario Generale del Consiglio mondiale delle Chiese, il pastore metodista Samuel Kobia, auspica che Chiara possa “riprendere le sue attività al servizio della Chiesa e del mondo”. E così il rev.do Ishmael Noko, Segretario generale della Federazione Luterana mondiale. Frère Alois, successore di Frère Roger Schutz, fondatore della Comunità ecumenica di Taizé, in una lettera ricorda la profonda comunione tra il priore e Chiara Lubich. Espressioni di augurio e assicurazione di preghiere sono giunte dal Segretario Generale della Conferenza mondiale delle religioni per la pace (WCRP), dr. William Vendley, da amici ebrei, tra cui rabbini e personalità di Israele, Argentina e Stati Uniti. Il rabbino-capo di Roma, Riccardo Di Segni, augura “che il suo corpo sia forte come il suo spirito e possa superare questa crisi”. Amici musulmani, indù e buddisti, in vari Paesi, pregano per Chiara, tra cui leader di movimenti e organizzazioni, come molti afro-americani, insieme al loro leader, l’Imam W.D. Mohammed e all’Imam Pasha della Moschea di Harlem (New York); dall’India, Didi Athawale, Presidente del movimento Swadhyaya Family, assicura “preghiere speciali”. Tra i buddisti, Nichiko Niwano, Presidente del Movimento giapponese Rissho Kosei-kai, invoca “la benedizione di Dio e di Buddha”, perché – scrive – “la tua leadership continui ad essere faro di speranza per milioni di uomini nel mondo”. (altro…)
Nov 27, 2006 | Non categorizzato
L’assistenza sanitaria, in Camerun, pur avendo fatto negli ultimi anni passi da gigante nella cura dell
a malattia del sonno e nel far nettamente abbassare il tasso di mortalità infantile, manca degli strumenti adeguati per la prevenzione e la cura di altre patologie, come il tumore ginecologico – fra le principali cause di mortalità per le donne. I mezzi però esistono: si tratta solo di condividerli. Per questo l’Amu (Azione per un Mondo Unito) ha lanciato un progetto di cooperazione internazionale sanitaria, con l’obiettivo di creare all’interno dell’ospedale di Fontem e nel dispensario di Fonjumetaw, in Ca
merun, un Centro Oncologico di riferimento regionale e dare il via ad un programma di prevenzione e trattamento per il tumore ginecologico. Il progetto, accolto dalla Regione Toscana, che ha messo a disposizione l’esperienza delle proprie strutture sanitarie e un cospicuo finanziamento, prevede l’educazione sanitaria della popolazione, la formazione professionale del personale sanitario locale, l’installazione di attrezzatura medica, ed ha alla base una cultura sanitaria fondata su un nuovo agire medico, che metta al centro il senso della vita, la dignità e il valore della persona, il rapporto salute-malattia sia nella dimensione personale che sociale. Patrocinato dal Ministero della Salute, e con la collaborazione di Azienda ospedaliera di Firenze-Careggi, Asl 4 di Prato, Università di Firenze, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, Associazione Culturale “Medicina Dialogo Comunione”, l’iniziativa è stata presentata lo scorso 25 novembre presso la sede Rai di Firenze, nel corso di un convegno scientifico che ha visto la partecipazione di 150 persone, fra specialisti, rappresentanti delle istituzioni e medici camerunensi. Presenti anche la dott.ssa Laura Bazzini, medico dell’ospedale di Fontem, toscana e da oltre 10 anni in Camerun, e il dott. John Ivo Robert Leke, Presidente Società Camerunese di Ginecologia e Ostetricia, dell’Università di Yaoundè. L’ospedale di Fontem – Nato negli anni ’60 per iniziativa del Movimento dei Focolari, dispone oggi di 115 posti letto e cura ogni anno circa 30 mila persone, per le patologie più comuni nella zona. Ultimamente è stato aperto un reparto per la cura dell’Aids. Il dispensario di Fonjumetaw, che dista da Fontem 20 kilometri ed è collegato all’ospedale, ha 13 posti letto e dispone di un reparto maternità e di un ambulatorio per pazienti esterni. Tuttavia, nonostante il prezioso livello dell’assistenza offerto, nei due presidi manca ancora uno spazio specifico per le patologie tumorali e spesso queste patologie vengono scoperte soltanto quando lo stadio è avanzato, se non addirittura terminale. Per ulteriori informazioni email: laurafalchi@tiscali.it www.azionemondounito.org