Ott 17, 2007 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
E’ tutto falso?
Sono l’unica in classe a partecipare all’ora di religione. Spesso i miei compagni mi bombardano letteralmente di domande mettendo in discussione tanti punti della nostra fede. Dopo la pubblicazione del libro “Il codice da Vinci”, poi, soprattutto una compagna non perdeva occasione per ripetermi che ciò in cui credo è tutto falso. Lo sapevo che non aveva ragione, ma ero incapace di risponderle con delle esatte motivazioni. Parlando di questo mio problema con le altre ragazze che come me vogliono vivere il Vangelo, abbiamo deciso di approfondire insieme la figura di Gesù, cercando di capire come rispondere alle domande della mia compagna. E’ stata un’esperienza bellissima. Se prima era chiaro solamente che la mia compagna aveva torto, adesso ho degli argomenti per risponderle veramente. (L. – Spagna)
Andare o non andare?
Mi trovavo in chiesa con i miei compagni di scuola per il precetto pasquale. Durante la celebrazione tutto era ok, però al momento delal comunione ho incominciato a pensare se alzarmi o no dal banco. Tra i miei amici, infatti, essere cristiani non va certo di moda! Anzi, per loro i cristiani sono persone deboli, per cui mi vergognavo di farmi vedere in fila per la comunione. Temevo di essere preso in giro e questa paura continuava a ripetermi: “Non andare”. Ma poi mi sono fatto coraggio: era più importante seguire la mia fede, piuttosto che le idee dei miei compagni! Tornato al posto, mi sentivo sereno per come avevo agito e felice per aver ricevuto Gesù. Col fatto di conoscere altri ragazzi che vivono come me, grazie al loro amore e alla loro amicizia, ho acquistato più sicurezza in me stesso e in ciò che credo. (M. – Italia)
Ott 17, 2007 | Cultura
Un laboratorio di dialogo, creatività ed innovazione verso un’Economia di comunione. E’ questo lo scopo di “Polarizziamoci: Expo 2007” in programma dal 25 al 30 ottobre 2007, al Polo imprenditoriale “Lionello Bonfanti” in località Burchio di Incisa in Val d’Arno (Firenze). Si tratta della prima expo di aziende che hanno raccolto la sfida del progetto di “Economia di comunione”. Ovvero: coniugare mercato e solidarietà. La manifestazione, che ha il Patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Firenze, del Comune di Incisa in Val d’Arno, ha richiamato al Polo “Lionello Bonfanti” numerose imprese appartenenti a diversi settori. L’iniziativa, prima nel suo genere in Italia, sarà presentata nel corso di una conferenza stampa che si terrà venerdì 19 ottobre 2007 alle ore 12.00, nella nuova sala stampa “Oriana Fallaci” di Palazzo Medici Riccardi, in via dei Ginori 8, a Firenze. Alla conferenza stampa interverranno: Matteo Renzi, Presidente della Provincia di Firenze; Giorgio Del Signore, Amministratore Delegato di Unilab Consulting Srl; Giorgio Balduzzi, Presidente del Consorzio Terre di Loppiano; Cecilia Mannucci, Amministratore Delegato di E. di C. SpA. All’Expo 2007 sono attesi oltre 3000 visitatori tra imprenditori, manager, operatori economici, sociali e culturali.
Ott 12, 2007 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Testimonianza raccontata all’incontro in preparazione dell’Agorà dei giovani di Loreto 2007, il 30 agosto 2007 a Civitanova Marche “Morire per la propria gente – Desiderosi di fare qualcosa per le nostre terre, ci siamo ricordati di una consegna che Chiara Lubich, già nel 1977, aveva dato a noi giovani e che si può sintetizzare nello slogan “morire per la propria gente”. Chiara ci incoraggiava a cercare le situazioni più dolorose, le persone che più soffrono nelle nostre città e ad andare loro incontro per amarle concretamente fino a dare la vita. Ci siamo chiesti: “…se Gesù venisse in persona oggi nella nostra terra, per chi darebbe la sua vita?”. Subito abbiamo pensato alle tante situazioni dolorose che in particolare nel Sud d’Italia ci troviamo a vivere: dalla mancanza di lavoro che costringe tanti, in particolare i giovani, a trasferirsi nel Nord, ai disagi economici in cui tante famiglie vivono, ma soprattutto ci è venuto in mente il volto di tante nostre città sfigurato dalla cultura dell’illegalità, della violenza, della mafia. E’ proprio lì che ci siamo sentiti chiamati a proporre una nuova cultura, quella della fraternità. Da qui parte una meravigliosa avventura: “Be a sign of Hope – Essere segni di speranza”. Proporre cioè ai nostri amici un’ esperienza di Vangelo vissuto, con durata di qualche giorno, avendo come scopo quello di essere costruttori di frammenti di fraternità in località particolarmente segnate da una cultura mafiosa: sperimentare quindi tutti insieme come potrebbe essere la società se tutti vivessero la fraternità. 2005 – Corleone, per coinvolgere la città in un’autentica esperienza di fraternità 2006 – A Locri, dopo l’omicidio Fortugno 2007 – Gela, con 2.000 studenti delle scuole superiore 2005 – Corleone – Cominciamo, nel luglio del 2005, da questa città vicino Palermo, purtroppo famosa in tutto il mondo per essere una delle culle della mafia in Sicilia. A Corleone sono nati tanti dei boss mafiosi protagonisti di questi anni e da qui sono partite tante azioni di violenza, tra cui gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino. Sempre a Corleone quest’anno è stato arrestato il boss Bernardo Provenzano, latitante da oltre 20 anni. Lì, insieme a 150 giovani provenienti dalla Sicilia, dalla Calabria ed anche da Malta, nonostante il caldo che superava a volte i 40 gradi, attraverso workshop, passeggiate ecologiche, momenti di sport, dialogo ed approfondimenti culturali alla luce dell’Ideale dell’unità, coinvolgiamo l’intera cittadina, giovani e meno giovani, in un’autentica esperienza di fraternità. L’anno successivo Corleone è stato il punto di ascolto del collegamento mondiale dei giovani per un mondo unito che si svolge l’ultimo giorno della Settimana Mondo Unito. In presenza del vice sindaco, attualmente sindaco della città, simbolicamente è stato piantato un Ulivo in una delle piazze di Corleone, per richiamare a quella che noi sentiamo possa essere adesso la vera vocazione di questa città: la fraternità universale. 2006 – Locri – Lo scorso anno, pochi mesi dopo l’omicidio dell’On. Fortugno, vice presidente della Regione Calabria, accogliamo il desiderio dei Giovani per un Mondo Unito di Locri di portare un segno di speranza anche in quella città, segnata dalla presenza di una forte realtà mafiosa. Ancora in questi giorni il telegiornale racconta di episodi di violenza che hanno come protagonisti esponenti della criminalità presente nella Locride. In più di 200 ci ritroviamo lì, nel week-end del 1° maggio, proprio a palazzo Nieddu, la stessa sede in cui era avvenuto l’omicidio. La costruzione di un mondo migliore dipende dall’impegno di ciascuno di noi, e ‘insieme’ la pace è possibile. Chiudiamo la manifestazione il 1° maggio con una solenne Messa insieme a Monsignor Bregantini, anche lui protagonista in questi anni di una azione di rinnovamento della Locride, e che sin dall’inizio ha appoggiato la nostra attività. La seconda edizione di “Be a sign…” è trasmessa in diretta, da una radio locale e attraverso internet in tutto il mondo. Gli echi che arrivano in radio sono tanti e tutti positivi, tanto che ci viene proposto di proseguire quest’esperienza con un trasmissione a cadenza mensile. Quest’anno è quindi nata “K2, il mondo visto da un’altra prospettiva”…quella della fraternità appunto: una trasmissione radio a cura dei Giovani per un Mondo Unito della Calabria, che tocca vari ambiti del vivere umano e vuole diffondere quanto di bello e di costruttivo avviene in Calabria e non solo, proponendo così a tanti l’Ideale del Mondo Unito. 2007 – Gela – Ed arriviamo al 27 aprile di quest’anno con la terza edizione del nostro meeting al quale hanno partecipato in maniera stabile più di 200 persone. Come luogo abbiamo scelto Gela, cittadina della Sicilia Sudorientale dove la presenza della mafia è ormai fortemente radicata nella società in tanti suoi aspetti, dando vita ad una vera e propria cultura dell’illegalità: a Gela il tasso di criminalità è uno dei più alti d’Italia, in media più di un centinaio di omicidi di mafia ogni anno. I giovani rappresentano un’ inesauribile fonte per le cosche criminali per assoldare sempre nuovo “personale”. Tante sono le notizie di omicidi compiuti da “baby killer” pagati solo poche centinaia di euro. A Gela interi quartieri della città sono stati costruiti abusivamente; inoltre l’ambiente è stato quasi completamente deturpato da anni di politiche industriali non proprio “pulite”. Nei mesi precedenti abbiamo preso numerosi contatti con varie realtà che già si impegnano per una rinascita della città: istituzioni pubbliche, associazioni locali, autorità civili e religiose ed inoltre abbiamo incontrato circa 2000 studenti delle scuole superiori, cercando di coinvolgere tutti in questa esperienza di fraternità. Le difficoltà non sono mai mancate: ostacoli nel ricevere autorizzazioni, nel trovare alloggi, nel portare avanti ogni cosa nel rispetto della legalità. Per farvi capire: è stato molto difficile riuscire a trovare una sala per il programma che possedesse l’agibilità, in quanto molte delle stesse strutture comunali sono tutt’ora dichiarate non agibili. A pochi giorni dalle elezioni amministrative della città, è stata forte l’esperienza di non scendere a nessun compromesso, anche se questo significava tante sospensioni, tanti ostacoli anche nelle procedure più semplici. Possiamo dire però che fidandoci di Dio e dell’unità tra tutti noi, alla fine, tra mille peripezie non ci è proprio mancato niente. I vari momenti del programma, con tematiche inerenti alla “cultura del dare” presentata come risposta alla ricerca di felicità che c’è in ogni giovane, approfondimenti su una nuova cultura dello Sport, vissuto come strumento di pace e di fraternità, momenti di dialogo, workshop artistici e sportivi, concerti in piazza, sono stati veri e propri laboratori dove abbiamo sperimentato che la fraternità è possibile. Tutti i giovani presenti sono diventati protagonisti nell’amare. Chi si rendeva disponibile ad orari impensati a lavare i bagni, chi si metteva a servizio di chi si trovava in difficoltà, chi metteva a disposizione la propria auto, chi i propri talenti…insomma tutti siamo diventati costruttori di un bozzetto di Mondo Unito. Anche questa attività è terminata il 1° maggio, con una Messa solenne con la presenza del vescovo della diocesi Mons. Pennisi. Chiara ci ha sempre sostenuti ed incoraggiati con le sue parole. Quest’anno, informata dell’esperienza di legalità che stavamo facendo già durante la preparazione della manifestazione, ci ha suggerito di vivere in modo particolare quelle parole del Vangelo che dicono: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Queste parole di Gesù ci sono subito risuonate fortissime, come fossero il programma da vivere non solo in quei giorni a Gela ma sempre. La via da percorrere per incidere nella nostra terra, per dare la vita per la nostra gente, per cambiare per primi noi stessi e quindi poter essere quei costruttori di un mondo nuovo che tutti desideriamo.
Ott 12, 2007 | Nuove Generazioni
«Guardati intorno per capire le necessità degli altri. Puoi fare qualcosa? Vai oltre i rancori e i pregiudizi, perdona chi ti ha fatto un torto. Orfanotrofi, ospizi, ospedali, le idee possono essere tante, la città è tua!» Suona così l’invito dei Giovani per un Mondo Unito in uno dei tanti punti del globo che si sono attivati per la Settimana Mondo Unito 2007 (SMU). L’undicesima edizione di quella proposta, nata dopo il Genfest 1995, e nota come SMU, rivolta ai giovani di tutto il mondo, alle istituzioni nazionali e internazionali, pubbliche e private, a tutti, per valorizzare le iniziative che promuovono l’unità ad ogni livello. Data d’avvio: domenica 14 ottobre. Ma molte iniziative si svolgono già a partire da sabato 13. Centinaia gli eventi in tutto il mondo con cui migliaia di giovani propongono il loro stile di vita: impegnarsi ogni giorno a superare le barriere che ci separano – attraverso la condivisione di idee, di beni, di esperienze.
Collegamento planetario: sabato 20 e domenica 21 ottobre. Culmine della settimana un collegamento telefonico fra i giovani coinvolti, in oltre 100 città del mondo, con un messaggio di Chiara Lubich ai giovani del mondo e con uno scambio di esperienze dai punti più caldi del pianeta. Quest’anno, per la prima volta, anche dal Nepal e dalla Siria. Ma facciamo un rapido giro del mondo, toccando alcuni dei punti accesi dalla SMU:
Asia
Filippine Manila – Osare l’amore: Attività presso il centro sociale Bukas Palad (link), per raccogliere fondi per l’educazione dei bambini e per la promozione sociale delle famiglie del posto. Il 20 ottobre: “U-Nite” (unite + youth at night): musica, esperienze, fraternità. Il 22 ottobre il concerto “Step Up”, con una band dei Giovani per un Mondo Unito insieme ad altri artisti filippini.
Africa
Costa d’Avorio A Man, la radio diocesana ripristinata da alcuni mesi dopo 5 anni di “occupazione”, offre uno spazio dove i giovani potranno presentare le loro attività. In questo momento non facile, i giovani porteranno tra altro le loro esperienze sulla riconciliazione. Per la prima volta, anche i giovani di Bamako in Mali, entrano nella rete.
Congo
A Lubumbashi, una città a 2000 Km da Kinshasaandare i Giovani per un mondo Unito andranno a trovare i bambini e gli adolescenti di un orfanatrofio. Giochi, canzoni, danze per fare festa a questi ragazzi, pronti a dire con qualche esperienza il segreto che li anima. Per il 18-19 ottobre campo di lavoro nella diocesi per lavorare con altri giovani alla costruzione di alcune classi di scuola e per mettere un po’ di ordine nel terreno adiacente la basilica.
Kenia – una città non basta Azione con i ragazzi di strada in collaborazione con il Ministero degli Affari Interni
America
Venezuela Caracas: concerto all’università Simón Bolìvar per l’inaugurazione della SMU. A seguire, Forum sulla non violenza e sulla fraternità in politica Maracay: concerto per presentare l’ideale della fraternità Maracaibo: interviste in un canale televisivo, per presentare la SMU in Venezuela e nel mondo. Costa Rica Sostegno alla popolazione dei comuni più danneggiati dalle recenti piogge torrenziali, attraverso azioni di volontariato con la Croce Rossa e la Protezione Civile. Panama 15 ottobre: incontro tra i Giovani per un Mondo Unito e i giudici della Città di Panama, sul tema della fraternità.
Europa
Austria A Graz verso la Run4Unity – 14 ottobre – 1000 giovani e ragazzi corrono una maratona per sostenere il progetto “Udisha”, negli slums di Mumbai (India). Per ogni chilometro corso si raccoglie 1 € che permetterà di finanziare borse di studio. Irlanda A Dublino, sabato 13 ottobre: “Intercultural Exchange” – Samba brasiliana, danza del drago cinese, arti marziali, e ‘buonumore’ irlandese: tutto questo e altro ancora nella fiera multiculturale che si terrà al Dublin University College. Obiettivo: celebrare in una giornata il meglio delle molte nazionalità che formano oggi l’Irlanda, un Paese che sta diventando sempre più multiculturale. All’interno dell’Intercultural Exchange anche un workshop dedicato ai diritti dei lavoratori (workers and tenants legal rights) – www.cinews.ie Italia Milano e dintorni Venerdi 12 ottobre: concerto degli Skortza, un gruppo musicale di giovani molto grintosi, una band tra simpatia e voglia di comunicare. La voglia di esprimere, attraverso la loro musica, molto vivace, giovanile e coinvolgente, l’ideale dell’unità. Da lunedì 15 a venerdì 19 ottobre: “Give a free seat – una sedia per la pausa pranzo” dalle 12 alle 14 in piazza San Fedele nel centro di Milano. Un semplice gesto – offrire una sedia alle tante persone che affollano la piazza mangiando velocemente un panino – per promuovere la gratuità e riconciliarsi col tempo.
Torino – La città che sogno Domenica 14 ottobre – aperitivo di presentazione della SMU. Il ricavato sarà devoluto al progetto di Famiglie Nuove nelle Filippine “Una famiglia, una casa”. Domenica 21 ottobre – conclusione della SMU con collegamento internazionale con tutti i Giovani per un Mondo Unito. Castelli Romani 20-21 Ottobre a Segni: Orientamondo. Una gara di orienteering per orientare tutti alla fraternità. E poi un laboratorio artigianale creativo, il cui ricavato andrà a sostegno di progetti in Paesi in via di sviluppo, raccolta straordinaria di coperte per gli immigrati di un quartiere di Roma, e animazione in una casa di riposo di Rocca di Papa. E altro ancora sul sito: www.mondounito.net (altro…)
Ott 2, 2007 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“Stiamo assistendo alla primavera ecumenica di Praga”. Queste parole, del vescovo romeno ortodosso di Serbia, Daniil, ben esprimono l’intensa esperienza di comunione vissuta dal 20 al 27 settembre 2007 a Praga, crocevia nel cuore dell’Europa, da 43 vescovi amici dei Focolari, di 18 Chiese, provenienti da 17 nazioni di 4 continenti, per il loro 26° Convegno annuale. I prossimi appuntamenti: 2008 nel Libano, travagliato da gravi tensioni; 2009 a Wittenberg (Germania), città-simbolo del protestantesimo. Nelle loro celebrazioni e riflessioni, i vescovi si sono concentrati sull’attuale svolta epocale, convinti che dall’odierno travaglio dell’umanità potrà nascere nelle Chiese un impegno ancora maggiore per portare la luce del Vangelo nel mondo. “La mia notte non ha oscurità: per una cultura della risurrezione”, è stato infatti il tema del Convegno, illustrato da una conversazione preparata da Chiara Lubich. Nel dialogo conclusivo, i vescovi erano unanimi nel costatare che si era avverato l’augurio espresso loro dalla fondatrice dei Focolari: “Che vivano nella luce!” .
La “Domenica ecumenica”, celebrata nella Repubblica Ceca il 23 settembre, ha segnato il culmine della settimana, ricca di approfondimenti biblici, di incontri e visite alle varie Comunità cristiane, nonché ai tesori artistici e culturali di Praga. Nel Centro dedicato a Madre Teresa di Calcutta, i vescovi hanno incontrato 400 esponenti della vita civile ed ecclesiale della città: tra loro, Cattolici, Ortodossi, Luterani, Evangelici, Metodisti, Battisti, Vecchi cattolici, Pentecostali, Hussiti e membri della Chiesa dei Fratelli. “L’Europa stava uscendo dal 20° secolo con tante ferite esteriori ed interiori – ha detto in quest’occasione il Vescovo Christian Krause, già presidente della Federazione Luterana Mondiale e, come tale, firmatario della Dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla giustificazione – ma Dio è intervenuto”. E ha ricordato “la rivoluzione di velluto” di Praga e il crollo del muro di Berlino, ma anche la firma della Dichiarazione, siglata nel 1999 ad Augsburg, che ha fatto crollare secolari barriere fra le due denominazioni. Esemplare l’impegno per la riconciliazione e per una comune testimonianza dei cristiani, senza spirito di rivalità, in seno alla società post-comunista, esposto dal presidente del Consiglio ecumenico nazionale delle Chiese, Dott. Pavel Cerny e dal Vescovo cattolico Frantisek Radkovsky.
Un lungo applauso ha sottolineato l’intervento di alcuni Vescovi partecipanti al Convegno, che hanno reso testimonianza della profonda comunione che li unisce nella carità fraterna, “con Cristo in mezzo a noi”. “Tornerò in Australia e porterò le altre Chiese nel mio cuore. Camminerò mano nella mano con gli altri Vescovi”, ha assicurato il vescovo anglicano David Murray di Perth. “Realizziamo un ‘dialogo della vita’ – aveva detto il card. Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga e promotore del Convegno – ponendo l’accento su ciò che abbiamo in comune, a cominciare dal battesimo. Non ignoriamo le difficoltà che ci sono nelle Chiese e fra le Chiese, ma sperimentiamo che l’amore evangelico, soprattutto l’amore per Gesù crocifisso e abbandonato, dà nuova forza per costruire, lì dove viviamo, la comunione”. E’ venuto in rilievo il contributo dei cristiani alla costruzione dell’Europa, emerso durante la grande III Assemblea Ecumenica Europea di Sibiu (Romania), promossa, lo scorso settembre, dalle Chiese d’Europa (CCEE, Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, e Kek, Conferenza delle Chiese cristiane d’Europa), con 3000 delegati, e alla Manifestazione “Insieme per l’Europa” del 12 maggio scorso a Stoccarda (Germania), organizzata da movimenti e comunità di diverse Chiese del vecchio continente.
Nel corso del Convegno, toccanti sono state le testimonianze di sacerdoti e laici che, nutriti dalla spiritualità dei Focolari, sin dagli anni ’60, tempo di persecuzione, hanno sostenuto la Chiesa nell’allora Cecoslovacchia, irradiando la vita evangelica. Altro momento di grande intensità spirituale è stato vissuto alla cattedrale, con la celebrazione della Messa cattolica nella storica cappella di San Venceslao, dove i vescovi hanno ricordato i santi e i martiri dell’inizio della nazione Ceca e i testimoni vittime del nazismo e del comunismo. Qui i vescovi si sono proposti di riconoscere il volto del Crocifisso nella storia personale e in quella delle loro Chiese, e di fare una nuova scelta di Lui, che solo può condurre i Cristiani alla comunione tanto sperata. (altro…)
Set 30, 2007 | Parola di Vita
Sì, occorre parlare, a tutti, sempre!
Tante volte la Parola di vita ci invita a vivere, a essere l’amore. Ma occorre anche trasmettere ad altri la Parola, annunciarla, comunicarla, fino a coinvolgerli in una vita di donazione, di fraternità.
Sono state le ultime parole di Gesù: “Andate in tutto il mondo, annunciate il vangelo…” .
Era questa la passione che spingeva Paolo a viaggiare per il mondo allora conosciuto e a rivolgersi a persone di culture e di fedi differenti: “Non è per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo!” .
Facendosi eco delle parole di Gesù e forte della sua stessa esperienza, Paolo raccomanda anche al suo fedele discepolo, Timoteo, e a ciascuno di noi:
“Annunzia la parola…”
Perché il parlare sia efficace occorre prima – quando è possibile – costruire un rapporto con le persone a cui ci si rivolge.
Anche quando non si può parlare con la bocca, lo si può sempre col cuore. A volte la parola può esprimersi solo in un silenzio rispettoso, con un sorriso, oppure nell’interessamento al mondo dell’altro, ai suoi interessi, ai suoi problemi, con un chiamare l’altro per nome, in modo che avverta che lui o lei è importante per noi. E lo è realmente: l’altro non ci è mai indifferente.
Queste parole senza rumore, se indovinate, non possono non aprire un varco nei cuori e spesso l’altro si interessa di me e mi domanda. Ecco allora il momento dell’annuncio. Non bisogna attendere, occorre parlare chiaramente, dire anche poche parole, ma parlare e comunicare il perché della nostra vita cristiana.
“Annunzia la parola…”
Come vivere questa Parola di vita e dire anche solo col nostro passaggio, il Vangelo? come donarlo a tutti?
Amando ognuno, senza distinzione.
Se saremo cristiani autentici, vivendo quanto il Vangelo insegna, le nostre non saranno parole vuote.
L’annuncio sarà ancora più luminoso se sapremo testimoniare il cuore del Vangelo, l’unità tra di noi, consapevoli che “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” .
E' questo l’abito dei cristiani comuni che, uomini e donne, sposati o no, adulti e bambini, ammalati o sani possono indossare per testimoniare dovunque e sempre, con la propria vita, Colui nel quale credono, Colui che vogliono amare.
Chiara Lubich
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Set 19, 2007 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La spiritualità di comunione è decisiva per la causa ecumenica e per il progresso della fede in questo 21° secolo. E’ questa la convinzione, confermata dall’esperienza, che accomuna i vescovi “amici del Movimento dei Focolari” di diverse Chiese e aree culturali del mondo, giunti in oltre 40 a Praga, da 18 Paesi – dall’Australia all’India, dal Libano alla Svezia, dalla Germania all’Italia, alla Repubblica Ceca – per il loro convegno annuale, giunto alla 26ma edizione. Il 23 settembre, giornata in cui a Praga si celebra l’annuale Domenica ecumenica nazionale, i vescovi si incontreranno con personalità del mondo religioso e civile alle quali porteranno la testimonianza di un dialogo vissuto. In programma anche la visita alle comunità delle diverse Chiese della città, per conoscere la loro vita e la loro storia, spesso segnata da repressione e persecuzione di ogni manifestazione pubblica della fede.
Filo conduttore dell’incontro, il tema: “La mia notte non ha oscurità: per una cultura della risurrezione”. E’ un invito a guardare in faccia i sintomi di “notte” culturale e collettiva che segnano gran parte dell’umanità e non risparmiano i credenti, ma anche a scorgere i molteplici segni di speranza e di vita. Tra questi, i recenti eventi ecumenici europei che hanno avuto luogo a Sibiu (Romania) in questo stesso mese di settembre e a Stoccarda (Germania) nel maggio scorso. Vari i momenti di scambio di esperienze tra i Vescovi e con rappresentanti del mondo sociale, economico e culturale. Questi Convegni avvengono sulla base della spiritualità dell’unità, caratteristica del Movimento dei Focolari. Ufficio stampa Praga: Irena Sargankowa – cell. 00420604935872 Servizio Informazione Focolari – Rocca di Papa (Roma) tel. 06.947989 – Carla Cotignoli cell. 348.8563347 (altro…)
Set 18, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Ho 25 anni e studio ingegneria elettronica. All’età di 8 anni, a causa di un male scambiato inizialmente per un tumore al cervello, ho subìto una lesione al nervo ottico che mi ha ridotto notevolmente la funzionalità visiva. Questa esperienza mi ha portato tante volte a chiedermi cosa fosse il dolore, ma soprattutto perché il dolore. Ad 11 anni fui scartato alla visita medica necessaria per praticare sport a livello agonistico. Potevo praticare qualsiasi sport, ma a livello amatoriale. Mi iscrissi così a basket; mancandomi il senso della tridimensionalità non ero bravo e gli altri mi prendevano in giro. Anche a scuola, quando si facevano le squadre per giocare, ero sempre l’ultimo ad essere scelto perché nessuno mi voleva con lui. Dentro di me, sempre più forte mi chiedevo cosa in questa vita veramente contasse. A 18 anni la patente! Una patente speciale, da rinnovare ogni 2 anni, ma non basta saper portare la macchina, bisogna capire cosa fanno gli altri sulla strada: non ci vuole arte, ma una buona vista sì. Vedevo tutti i miei amici “prendere e andare”, mentre io no. E’ stata davvero dura, e lo è tutt’ora. Ma c’è una cosa che mi fa credere all’utilità del dolore: pensando a Lui, a Gesù morto sulla croce, mi dicevo: “Però, Gesù. Avrebbe avuto mille altri modi per salvarci, perché proprio tramite la croce? Il dolore deve avere un’importanza prioritaria, sennò avrebbe risolto la questione diversamente!” Ho potuto sperimentare che le parole del Vangelo, se vissute radicalmente, sono proprio vere: “a chi mi ama mi manifesterò, date e vi sarà dato…”. Quelle volte che sono riuscito a viverle sul serio, ho toccato con mano che tutto ciò che Gesù promette si verifica. Ed ho avvertito nell’intimo, una serenità immensa, silenziosa, che nessuno poteva togliermi. Questa pace intima che nasce spontanea in questi momenti, mi fa credere che Qualcuno lassù mi ama e ha un disegno d’amore su di me. E le difficoltà quotidiane sono diventate una palestra per esercitare la carità, la pazienza, la fede, e le altre virtù. Dopo 15 anni, la protesi che mi avevano messo nella testa ha smesso di funzionare perché deteriorata. Si sapeva che prima o poi sarebbe accaduto, ma i medici hanno impiegato 10 giorni per capire che era proprio la valvola a non funzionare. E nel frattempo il campo visivo si è ulteriormente ristretto. Pensavo: Se ogni volta che mi si otturerà la valvola di drenaggio, la vista mi diminuisce di una certa percentuale, a 45 anni andrò in giro col cane… Appena uscito dallo studio del dottore, dopo l’amaro verdetto, ho cercato di ascoltare cosa Gesù volesse dirmi. Ma dentro avevo solo un vuoto enorme, un silenzio cosmico. Sono andato avanti ad amare nell’unico attimo che possiedo, quello presente. Il senso di giustizia si è tradotto nel cercare di fare qualcosa per gli altri: all’università, esiste un ufficio che supporta gli studenti che, per problemi oggettivi, hanno più difficoltà a seguire le lezioni e a studiare. Più che un ufficio è per me una palestra per amare chi più è in difficoltà. Mi hanno dato in uso una telecamera e un pc portatile con i quali riprendo le lezioni dei corsi più difficili, quelli per i quali non esistono testi utili, o, se anche esistono, necessitano di un professore che ti faccia capire appieno le cose. Tutta questa esperienza è una palestra per allenarmi giorno dopo giorno alla pazienza, alla mitezza, ma soprattutto mi apre un canale diretto di comunicazione con chi soffre. La scoperta di Dio che è Amore mi dà la forza e la gioia di non chiudermi nel piccolo orticello dei miei problemi, ma di spingere lo sguardo oltre, verso il prossimo. (M. T. – Italia) (altro…)
Set 16, 2007 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
E’ ben espresso nel titolo l’obiettivo del Simposio che vedrà riuniti per tre giorni, al Centro Mariapoli del Movimento dei Focolari a Castelgandolfo (Roma), esponenti di istituzioni accademiche e sociali gandhiane, quali il Movimento Sarvodaya Illakiya Pannai, lo Shanti Ashram, la Gandhigram Rural University, provenienti dal Tamil Nadu, al sud dell’India. La prima parte del Simposio offrirà uno scambio di proposte e concretizzazioni nei mondi della pedagogia, economia, politica, ecologia. Segnerà un ulteriore approfondimento di un cammino intrapreso da alcuni anni tra esponenti della cultura ispirata al Mahatma Gandhi e da quella ispirata al carisma dell’unità dei Focolari. I partecipanti, mercoledì prossimo, si recheranno in udienza dal Papa, dopo aver visitato il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. Seguiranno appuntamenti presso la cittadella dei Focolari di Loppiano e a Firenze, città che ha una particolare vocazione al dialogo interreligioso per la pace tra i popoli. Saranno presenti rappresentanti del Comune e della Regione Toscana.
Questi eventi testimonieranno che l’India, dove non mancano fenomeni di intolleranza religiosa, come emerge dalla cronaca delle persecuzioni verso cristiani e musulmani, è attraversata anche da una rete che unisce in un dialogo fraterno cristiani e indù, con incidenza nel campo sociale e culturale. Dal 20 al 23 settembre la delegazione indiana sarà presente in Toscana con un fitto programma: Scambio di esperienze sulla vita delle cittadelle dei Focolari e dello Shanti Ashram – presso la cittadella dei Focolari di Loppiano (Incisa Valdarno – Firenze) – dal 20 alla mattina del 21 settembre. Convegno su “La Città e la Pace” – Firenze, Cenacolo di S. Croce, 21 settembre, ore 17,30 – Promosso da: Movimento Politico per l’Unità (Focolari) – Centro Regionale Toscana, Centro Internazionale per Studenti Stranieri “Giorgio La Pira”, Associazione Giovani per un mondo Unito, con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Incontro con la Consulta regionale per il dialogo interreligioso e la pace tra le culture – Firenze, Presidenza della Giunta Regionale Toscana, via Cavour, 18 – 22 settembre, ore 10.00. (altro…)
Set 7, 2007 | Ecumenismo
I testi inediti di Chiara Lubich sull’ecumenismo da lei vissuto in prima persona nel viaggio a Ginevra del 2002 sono stati pubblicati completi da Città Nuova Editrice nel luglio scorso, con il titolo preso da una sua conversazione «Il dialogo è vita». Il card. Kasper nella prefazione afferma che il libro «ci fornisce spunti profondi e preziosi, partendo dall’abbandono di Gesù sulla croce».Infatti il viaggio ginevrino ha dato a Chiara la possibilità di esporre quasi un «trattatello» sulla spiritualità dell’unità, evidenziandone la chiave, Gesù Abbandonato. Come si legge nell’introduzione di Gabriella Fallacara del Centro «Uno» – che ha curato il volume – il «quaderno» è risposta alle richieste di molti ed è il primo di una serie intitolata “Quaderni di ecumenismo”. I discorsi di Chiara sono presentati da cinque ecumenisti del Consiglio Ecumenico delle Chiese e della Chiesa protestante di Ginevra, che l’avevano invitata (Joan Sauca, Joël Stroudinsky, Konrad Raiser, Teny Pirri Simonian, Yorgo Lemopoulos). Documentarie le foto. L’impegno ecumenico dei Focolari risale agli inizi degli anni Sessanta, quando Chiara Lubich, in uno dei suoi primi viaggi in Germania, conobbe alcuni evangelici e luterani. Nel 1961 fonda a Roma il Centro “Uno” per l’unità dei cristiani. Chiara Lubich è stata interlocutrice di capi di Chiese dell’Occidente e dell’Oriente, fra cui gli Arcivescovi di Canterbury e i Patriarchi di Costantinopoli. E’ invitata a condividere la spiritualità dell’unità e l’esperienza ecumenica dei Focolari al Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) di Ginevra nel 1967 e nel 1982, oltre che nel 2002. La sua opera ecumenica è apprezzata e incoraggiata dai Pontefici, iniziando da Paolo VI.
Set 5, 2007 | Chiesa, Ecumenismo
«Quest’Europa non immaginava di doversi confrontare molto velocemente con il terrorismo, con la crescita del divario tra il nord e il sud del mondo, con un confronto tra le culture e tra le religioni, con una mobilitazione di popoli così grande; non si immaginava che lo sviluppo scientifico e tecnico avrebbe creato delle domande etiche così forti, che toccano la stessa visione dell’uomo. Diventa urgentissimo in un’Europa che, anche incoscientemente, cerca una luce, testimoniare che esiste questa luce». Così, mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE) – promotore dell’iniziativa, insieme alla Conferenza delle Chiese cristiane (Kek) – presenta gli obiettivi della III Assemblea ecumenica d’Europa, in corso nella storica città rumena di Sibiu, dal 5 al 9 settembre 2007. Il titolo dell’Assemblea – «La luce di Cristo illumina tutti. Speranza per il rinnovamento e l’unità dell’Europa» Il luogo – Sibiu, punto di arrivo di un itinerario che tutte le Chiese e le comunità cristiane d’Europa hanno condiviso quale percorso al cuore dell’ecumenismo, la ricerca di Cristo, riscoperto a partire dalle diverse tradizioni. Prima tappa della preparazione: Roma, centro del cattolicesimo; seconda: Chiese locali; terza: Wittenberg – la città simbolo della Riforma luterana -, e ora Sibiu, a maggioranza ortodossa.
I partecipanti – 2100 delegati cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti; vescovi e laici, rappresentanti di diocesi, movimenti e comunità. Presenti tra gli altri: il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, il card. Walter Kasper, il Metropolita Kyrill del Patriarcato di Mosca, il vescovo luterano Huber, ma anche personalità politiche come il Presidente della Commissione Europea, Barroso e il Presidente rumeno Basescu. In programma – Apertura martedì 4 settembre alle 19, nella piazza principale della città, Piata Mare: musiche e canti della cultura rumena, benvenuto degli organizzatori e delle autorità civili della città. 5 settembre: in mattinata assemblea plenaria su temi tratti dalla Charta Oecumenica: unità-spiritualità-testimonianza; 6 settembre: Europa-religioni-migrazioni; 7 settembre: Creazione-pace-giustizia. Nel pomeriggio di ogni giorno: gruppi di lavoro. L’Assemblea si chiuderà con la pubblicazione di un documento finale. Il 7 settembre la serata artistico-culturale “Sulle vie della luce”, un programma di musica ed esperienze, di fede e di vita, animata dal Movimento dei Focolari, con esperienze di Comunione e Liberazione, Cammino Neo-catecumenale, Comunità di Sant’Egidio. L’appuntamento è alle ore 20,30 nella Piata Mare. Non è un caso che questo evento si svolga in un Paese dell’Est – Mons. Aldo Giordano: “L’unificazione europea avverrà soltanto quando riusciremo a mettere insieme queste due culture dell’Est e dell’Ovest. Questo è un lavoro in cantiere e crediamo che Sibiu possa dare questo grande contributo. D’altra parte, è una questione ecumenica: le Chiese dell’Occidente hanno una chance, qui, di confrontarsi con la grande tradizione orientale. E siccome abbiamo vissuto separati da un muro, adesso abbiamo l’occasione invece di conoscerci più profondamente e di imparare soprattutto a dare una testimonianza comune del Vangelo”. (L’intervista a Mons. Aldo Giordano è stata realizzata dalla Radio Vaticana)
Set 4, 2007 | Nuove Generazioni
Esperienza raccontata all’incontro “Io sono e Amo” organizzato, dai Giovani per un Mondo Unito all’interno dell’Agorà a Civitanova Marche, Diocesi di Fermo, il 30 agosto 2007, in preparazione all’incontro col Papa a Loreto Ho letto recentemente che la cultura occidentale sta attraversando come una ‘notte’, ed ho sperimentato che questa ‘notte culturale’ circonda anche il mondo del divertimento e dello spettacolo. Vorrei condividere con voi un’esperienza che ho vissuto a Brescia con i miei amici vicini di casa. Un sabato pomeriggio, questi miei amici mi propongono di uscire, di trascorrere una serata insieme per fare qualcosa di diverso. Siamo un gruppo di sei o sette ragazzi. Per iniziare la serata, andiamo a ballare in un locale. La serata si svolge bene, ma ben presto mi accorgo che certe persone ballano senza alcun rispetto né per loro stesse né per gli altri. Dentro di me, avverto una voce sottile, quella di Gesù che mi chiede di andare controcorrente e di ballare con dignità e con amore. Dopo qualche ora, i miei compagni propongono di cambiare locale. Mi fido di loro, perché sono i miei amici, e accetto. Una volta nel locale, rimango sconvolto. Mi accorgo che si tratta di un locale con delle ragazze che si prostituiscono. Sono molto deluso da questo atteggiamento e da questo luogo. Senza parlare e senza fare rumore esco. Uno dei miei compagni se ne accorge e mi segue. Mi insulta, dandomi del ritardato. Qualche minuto dopo, ne esce un altro, ma non per insultarmi ma per darmi ragione. Successivamente ne esce ancora uno, sempre per darmi ragione. Mi sentivo contento, avevo creato una catena di controcorrente, senza aver parlato né degli ideali in cui credo né di Dio. Gli altri mi avevano guardato vivere e avevano capito. Infatti, uno di loro mi viene ogni tanto a fare delle domande sulla religione, e a volte mi chiede gli orari della Messa. Eppure non avevo parlato né della Chiesa né di Dio. Qualche mese dopo, un terzo ragazzo si fa avanti, dice di pentirsi di quella serata e esprime il desiderio di non frequentare mai più quel tipo di locali. Sono stato estremamente colpito. Erano passate tante settimane e avevo quasi dimenticato l’episodio, ma il mio amico se lo ricordava ancora perfettamente. Gesù stava lavorando il suo cuore. Questa esperienza mi ha aiutato a capire più radicalmente la necessità di rischiare, dicendo di no alle proposte del mondo, perché è una testimonianza che colpisce le persone che ci circondano anche se a volte non ce ne accorgiamo. (Y. – Camerun)
Set 4, 2007 | Chiesa, Nuove Generazioni
«Le parole del Papa sono state fortissime, in particolare quando ha ricordato che dobbiamo andare controcorrente sempre, che non dobbiamo ascoltare quello che la società ci dice, gli attacchi alla Chiesa. Il Papa conta su di noi, anche se sa quanto è difficile vivere da cristiani». L’impressione a caldo di Novella, una ‘Giovane per un Mondo Unito’, dei Castelli Romani. Ben esprime l’impatto che le parole del Papa hanno avuto sui giovani: Un ideale grande… «Gesù ha una predilezione per i giovani; ne rispetta la libertà, ma non si stanca mai di proporre loro mete più alte per la vita: la novità del Vangelo e la bellezza di una condotta santa». … da raggiungere senza arrendersi: «Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere.
Non abbiate paura di preferire le vie “alternative” indicate dall’amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l’interesse profondo per il bene comune. Non abbiate paura di apparire diversi e di venir criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo». L’incontro con il Papa era stato preparato da varie iniziative promosse, nei due giorni precedenti, da giovani di vari movimenti e parrocchie, ospitati nelle diverse diocesi della regione.
I Giovani per un Mondo Unito del Movimento dei Focolari si erano riuniti nella Diocesi di Fermo, ospitati con grande generosità dalle famiglie. Hanno potuto far dono delle loro esperienze più profonde, in un incontro nel pomeriggio del 30 a cui hanno partecipato molti giovani delle parrocchie circostanti con i loro amici. Al centro dell’incontro: la scelta di Dio nelle situazioni concrete di ogni giorno, la purezza nei rapporti con la fidanzata; il coraggio di uscire da un locale immorale, a rischio di essere deriso da tutti, come ha raccontato Yves del Camerun. E ancora le risposte del Vangelo vissuto, al dolore, alle malattie, alle delusioni: l’esito è libertà interiore, gioia. Un linguaggio forte che ha toccato e messo in crisi vari coetanei: testimoniava la radicalità del Vangelo, una radicalità che ha incidenza anche sul territorio, come testimoniato dai giovani della Calabria e della Sicilia. Un augurio divenuto realtà – Nel messaggio inviato ai Giovani per un mondo unito, Chiara Lubich riproponeva ai giovani la radicalità della scelta di Dio come ideale e concludeva con l’augurio, pienamente condiviso, di andare dal Papa con una decisione in cuore: «Io sono con te nel portare Cristo al mondo, perché L’ho fatto entrare nella mia vita e so cosa significa».
Set 3, 2007 | Nuove Generazioni
«Carissimi giovani! amore, amando, meglio che possiamo, Gesù in tutti quelli che incontriamo? Diventiamo le persone più felici del mondo! Persone realizzate, gioiose, simpatiche, ottimiste, libere! Vorrei dirvi qualcosa che nasce dalla mia lunga esperienza, diventata esperienza di milioni di persone in tutto il mondo. Sapete cosa accade quando scegliamo Dio come Ideale? Quando Gesù Crocefisso e Abbandonato diventa il nostro più grande, intimo amico? Quando rispondiamo all’amore di Dio col nostro Tutti vogliono essere liberi! Penso sia difficile trovare qualcuno che dica: non mi va di essere libero. Ma è molto difficile esserlo, perché il mondo ti bombarda continuamente con mille false ricette di libertà. Ad esempio: i soldi! “Sono i soldi che comandano nel mondo, più ne hai – così ti dicono – più sei libero!” Ma Gesù ti dice di guardarti attorno e di usare i soldi che hai per condividere, per dare. Questo ti farà libero. Le piante prendono dalla terra solo quello di cui hanno bisogno per vivere, per essere se stesse. Così dobbiamo fare anche noi: essere liberi dal consumismo frenetico e creare una cultura del dare. E ancora: il gruppo! Che paura di essere diversi, di non essere accettati! “Desidero essere amato da tutti, essere qualcuno”. Penso che tutti conosciate la frase: ma che male c’è? Lo fanno tutti, lo dicono tutti, lo pensano tutti! Ma Gesù ti dice di non cercare di essere amato, anzi di amare per primo! Prendi tu l’iniziativa. Non aspettare che gli altri ti vengano incontro. Cerca tu chi ha bisogno di te. Non dividere il mondo in gente simpatica e non: ama tutti. Ma capite che libertà? Carissimi giovani, coraggio! Il mondo è di chi più lo ama. Dio non si fa vincere in generosità. Certo, una vita per Lui e con Lui comporta impegno, costa sforzo, ma in cambio non è mai noiosa, non è mai grigia. Ha mille colori, è attraente e infinitamente interessante. Io vi auguro che andiate sabato dal Papa con questa decisione in cuore: io sono con Te nel portare Cristo al mondo, perché L’ho fatto entrare nella mia vita e so cosa significa». 30 agosto 2007
Ago 31, 2007 | Parola di Vita
“Tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza” (1 Tim 6, 11).
Come fare a vivere tutte queste virtù nel nostro quotidiano?
Forse potrà sembrare difficile attuarle una per una. Perché allora non vivere il presente con la radicalità dell’amore? Se uno vive il presente nella volontà di Dio, Dio vive in lui e se Dio è in lui, in lui è la carità.
Chi vive il presente, secondo le circostanze, è paziente, è perseverante, è mite, è povero di tutto, è puro, è misericordioso perché ha l’amore nella sua espressione più alta e genuina; ama veramente Dio con tutto il cuore, tutta l’anima, tutte le forze; è illuminato interiormente, è guidato dallo Spirito Santo e quindi non giudica, non pensa male, ama il prossimo come se stesso, ha la forza della pazzia evangelica di “porgere l’altra guancia”, di “andare per due miglia…” .
“Tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza”.
L’esortazione è rivolta a Timoteo, fedele collaboratore di Paolo, suo compagno di viaggio e amico, confidente fino a diventare come un figlio. “Tu, uomo di Dio – gli scrive l’apostolo dopo aver denunciato orgoglio, invidie, litigi, attaccamento al denaro – fuggi queste cose”, e lo invita a tendere ad una vita dove risplendono le virtù umane e cristiane.
In queste parole riecheggia l’impegno assunto al momento del battesimo di rinunciare al male (“fuggi”) e di aderire al bene (“tendi”). Dallo Spirito Santo viene la radicale trasformazione e la capacità e la forza per attuare l’esortazione di Paolo:
“Tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza”.
L’esperienza vissuta col primo gruppo di ragazze che a Trento nel 1944 diede vita al focolare, lascia intuire come si può vivere la Parola di vita, soprattutto la carità, la pazienza, la mitezza.
Specie agli inizi non era sempre facile vivere la radicalità dell’amore. Anche fra noi, sui nostri rapporti, poteva posarsi della polvere, e l’unità poteva illanguidire. Ciò accadeva, ad esempio, quando ci si accorgeva dei difetti, delle imperfezioni degli altri e li si giudicava, per cui la corrente d’amore scambievole si raffreddava.
Per reagire a questa situazione abbiamo pensato un giorno di stringere un patto fra noi e lo abbiamo chiamato “patto di misericordia”.
Si decise di vedere ogni mattina il prossimo che incontravamo – in focolare, a scuola, al lavoro, ecc. -, nuovo, nuovissimo, non ricordandoci affatto dei suoi difetti, ma tutto coprendo con l’amore. Era avvicinare tutti con questa amnistia completa nel nostro cuore, con questo perdono universale.
Era un impegno forte, preso da tutte noi insieme, che aiutava a essere il più possibile sempre prime nell’amore, a imitazione di Dio misericordioso, il quale perdona e dimentica.
Chiara Lubich
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Ago 26, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Carissimi giovani e stimati politici, Desidero anch’io dirvi una parola durante la vostra giornata dedicata a costruire il futuro di questa “nostra” – permettetemi di dire così – amata Svizzera, dato che abbiamo già fatto molta strada assieme. Quest’anno sono i giovani che ci hanno dato la possibilità di arricchire questa storia di una nuova tappa, invitando tutti, politici di ogni livello e di ogni orientamento, funzionari e cittadini, ad impegnarsi insieme nella scelta della fraternità come categoria ispiratrice della politica. Vorrei fare a tutti voi una proposta: stabilire un patto, un vero e proprio patto, tra generazioni diverse, per dare alla politica il suo autentico spirito di impegno comunitario. Un patto di amore scambievole tra voi giovani, che avete la capacità di credere nell’attuazione dei grandi valori come la fratellanza universale, la pace, la libertà e rappresentate la Svizzera che verrà, e voi politici, che già lavorate per la vostra gente, con il peso, ma anche la ricchezza dell’esperienza e rappresentate ciò che oggi è possibile mettere in atto. Perché non mettere in comune queste ricchezze e far crescere così le effettive capacità di tenere fede agli impegni che prenderete? Vi posso assicurare che, se avrete il coraggio di questa logica di ascolto e di lavoro in comune, si metterà in moto un nuovo stile di vita politico che aprirà strade e idee nuove, che, per “osmosi” d’amore, contagerà altri e sarà così possibile attuare quello che in questi giorni abbiamo creduto e voluto insieme. Si può operare per l’unità di un popolo solo se alcuni, per primi, si mettono a sperimentarla tra loro. Io sono con voi e prego Dio, l’Amore, quel Dio che i vostri Padri hanno voluto come garante del Patto Federale, che ci aiuti a fare della Svizzera una comunità unita, aperta e solidale, testimonianza viva sulla strada del mondo unito. Chiara Lubich (altro…)
Ago 25, 2007 | Non categorizzato
“Mettere da parte le proprie idee preconcette e le proprie convinzioni politiche e riimparare a rispettare il prossimo”. Solo così è possibile una politica che coniughi pace e giustizia, bene comune e che esprima le aspirazioni e le attese dei giovani. Così i giovani, tramite il loro rappresentante, Laurent Moesching – studente di 22 anni, presidente del Comitato composto da 14 giovani, che ha ideato il Politics-party.ch -, hanno mostrato di accogliere la sfida lanciata loro dal messaggio di Chiara Lubich, iniziatrice del movimento politico per l’unità (Focolari): “Se avete il coraggio di avere questa logica di ascolto e di lavoro in comune si metterà in moto un nuovo stile di vita politica”. E’ questo nuovo stile l’attesa più sentita dai giovani, come è emerso dal vivace dialogo con i politici presenti e dallo scambio di esperienze che si è svolto a Martigny, il 25 e 26 agosto 2007, con 300 partecipanti, di cui 100 giovani e molti politici impegnati a livello nazionale, cantonale e comunale. Toccante un’esperienza dal Medio Oriente: Hand in Hand. Ha mostrato quanto ascolto e lavoro comune sia possibile anche in situazioni di grave conflitto. Sonia Chason e Nebal Bakoey hanno descritto il loro impegno nel progetto scolastico “Hand in Hand” (mano nella mano) a Gerusalemme: una scuola che parte dall’idea che le culture araba ed ebrea sono un valore importante. Ogni classe ha un insegnante ebreo ed uno arabo che preparano insieme il programma dei corsi. Nebal Bakoey spiega: “Il rispetto è il fondamento di tutti i nostri scambi. Questo non significa che siamo sempre dello stesso parere, ma che diamo importanza a ciò che scopriamo insieme”.
Il pilastro più debole è quello fondamentale – Nel tema principale, Lucia Fronza Crepaz, presidente del Movimento politico per l’Unità a livello internazionale, ha presentato la fraternità universale come “categoria atta ad ispirare l’impegno politico”, come base della vita civile in una società multiculturale che presenta grandi sfide. L’ex deputata italiana ha indicato nei poveri una priorità politica, con una immagine significativa: “Per valutare la resistenza di un ponte, non è determinante la capacità di portata del pilastro più forte, ma di quello più debole”. I membri più deboli della nostra società devono avere la priorità “non per pietà – ha aggiunto – ma perché i poveri, lasciati a se stessi, non hanno voce nel quadro della democrazia”. Musica pop dopo gli interventi – Politics-party: così era stato annunciato questo appuntamento. Dopo la politics è giunto il momento del party: gli interventi hanno ceduto il posto a musica pop e i dibattiti alla danza. L’organizzazione era in mano ai giovani, ed anche in questo la simbiosi tra politica e “party” ha avuto una buona riuscita. (altro…)
Ago 24, 2007 | Famiglie, Focolari nel Mondo
Oltre 500 morti, 1600 i feriti, 20.000 famiglie senza tetto. Incalcolabili i danni materiali. Un primo bilancio del violento terremoto che il 15 agosto ha colpito le città di Pisco, Chincha, Ica e Cañete a circa 300 km. a Sud di Lima, capitale del Perù. Dal Paese andino membri della comunità del Movimento dei Focolari ci scrivono: “Le città sembrano distrutte dalla guerra. Migliaia di famiglie hanno perso tutto: parenti stretti, casa, cibo, lavoro… In tutto il Paese è scattata una vasta campagna di solidarietà. Migliaia di persone sono scese in soccorso alle popolazioni colpite, hanno fatto donazione di viveri, medicinali, coperte (in Perù è pieno inverno). Paesi, istituzioni e industrie hanno raccolto tonnellate di aiuti umanitari. Ci siamo messi a collaborare con organizzazioni, come la Croce Rossa o altri Enti di solidarietà, per unire gli sforzi e rendere più efficace l’aiuto. Nelle nostre case c’è un andirivieni di persone amiche o di altre che non conosciamo, ma che ci portano vestiti, viveri e medicine. Le famiglie del Movimento, insieme ai propri bambini, hanno aderito ad un progetto di aiuti: riempire borse di tela con una giacchetta, un berrettino, un libro, un peluche, colori, un blocco da disegno, adesivi e una cartolina con un disegno per un amichetto del Sud. I bambini sono felici di poter condividere. Questo progetto si sta estendendo a tanti bambini e migliaia di borse verranno consegnate il 1° e 2 settembre”. L’AMU (Azione Mondo Unito), ong dei Focolari, riconosciuta dal Ministero degli esteri italiano, ha inviato un primo contributo di 7.000 dollari per le necessità più urgenti, e lancia una campagna di raccolta fondi per assicurare una continuità di aiuti nel prossimo futuro quando, superata la fase di emergenza, si dovrà provvedere alla ricostruzione delle abitazioni e all’avvio di attività economiche per il sostegno delle famiglie. Chi desidera contribuire all’azione di solidarietà per il Perù, può inviare il suo contributo con la causale “Emergenza Perù” su uno dei seguenti conti intestati a: Associazione “Azione per un Mondo Unito – Onlus” Via Frascati 342 – 00040 Rocca di Papa (Roma) – c/c postale n. 81065005 oppure c/c bancario n. 000000120434 – presso Banca Popolare Etica – Filiale di Roma – CIN G – ABI 05018 – CAB 03200 – Codice BIC: CCRTIT2184D Coordinate internazionali EUR IBAN: IT16 G050 1803 2000 0000 0120 434 codice BIC (swift) CCRTIT2184D (altro…)
Ago 23, 2007 | Chiesa, Nuove Generazioni
Mancano ormai pochi giorni alla festa ‘in piazza’ (Agorà!) dei giovani italiani – migliaia, senza dimenticare gli 800 delegati di altri Paesi – fra loro e con Benedetto XVI a Loreto. Sul sito www.loreto07.it tutti i dettagli della manifestazione dell’1 e 2 settembre. Nei giorni precedenti però nelle regioni vicine già cominciano le manovre: 32 diocesi delle Marche, dell’Umbria, dell’Emilia Romagna e dell’Abruzzo infatti accolgono in gemellaggio i giovani dei movimenti e delle altre diocesi italiane. Un fiorire di iniziative in cui ciascuno ha espresso la propria creatività. “Questi momenti – dichiara M. Bruna Romito della Segreteria centrale dei Giovani per un Mondo unito – sono una preparazione all’incontro con Benedetto XVI, e per realizzare la fraternità nelle comunità che ci accolgono, in comunione con le diocesi e con gli altri movimenti. Abbiamo scelto dei temi impegnativi, ma sono quelli che ci si presentano come sfide quotidiane”.
Ecco uno zoom sul contributo dei Giovani per un Mondo Unito, in collaborazione con la Diocesi di Fermo e il comune di Civitanova Marche. 30 agosto “Io sono e amo” – Grande festa, ma anche momento di riflessione e scambio di esperienze. Da Sicilia e Calabria – dove i Giovani per un Mondo Unito con il percorso di “Signs of Hope” in questi tre anni hanno portato avanti delle azioni a sostegno della cultura della legalità – , al centro storico di Genova; dall’esperienza di un giovane africano che vive in Italia, a quella di una coppia di fidanzati, fino alla domanda cruciale: cosa fare quando il dolore bussa alla nostra porta? E’ lì che Gesù, nel momento culmine della sua sofferenza, si presenta come risposta ai dolori personali e dell’umanità. Teatro Rossini di Civitanova Marche – ore 17 (download .pdf )
Concerto degli Skortza – A conclusione del pomeriggio, la rock-band milanese che mette in musica il lato positivo dei fatti di ogni giorno, offrirà il suo repertorio. Il gruppo degli Skortza nasce tra Milano, Varese, Novara e Pavia nel 1998. Da allora calca i palcoscenici più diversi: teatri, piazze, scuole, comunità e prigioni. Ha incontrato sinora più di 20.000 persone. Oltre alla musica li unisce un ideale: l’unità, che nasce quando ciascuno fa dell’arte di amare il proprio stile di vita. Ed è un’avventura sempre nuova, basta spaccare la “skortza” che dice di no!! – http://www.korazym.org/news1.asp?Id=24034 30 – 31 agosto: workshop – “Scoprire la vocazione della città”: una proposta per vivere la propria vocazione di cittadini attivi, che conoscono la propria città, sono attenti ai suoi problemi, sognano il suo futuro e sono costruttori del progetto più ‘alto’. Civitanova Marche, oratorio di Santa Maria Apparente, ore 10 – “Stili di vita per la fraternità universale”: il divario fra il nord e il sud del mondo; l’impronta ecologica nel nostro stile di consumo; sobrietà, fraternità e uso dei beni. Pensare insieme come trovare sempre nuove soluzioni a queste problematiche è l’obiettivo del workshop, che prevede molti momenti di dialogo. Civitanova Marche, oratorio S. Marone, ore 10 – “Orienteering”: gioco nel centro storico di Montecosaro, antico borgo medievale marchigiano. Montecosaro Alto, al Cassero, ore 10
Ago 21, 2007 | Chiesa, Nuove Generazioni
E’ possibile amare? – Una sfida, una proposta. Quella con cui Benedetto XVI si è rivolto quest’anno ai giovani di tutto il mondo, nel suo messaggio per la 22° Giornata Mondiale della Gioventù. Su questa scia una porzione di mondo, la più giovane, “futuro e speranza dell’umanità” nelle parole del Papa, si è incamminata in un itinerario alla ‘scoperta’ dell’amore vero. E se l’appuntamento mondiale, per trovare insieme la risposta, è a Sydney nel 2008, per arrivarci preparati i giovani italiani – ma con rappresentanze internazionali da 53 Paesi, compresa la delegazione australiana – si ritrovano con il Papa a Loreto, il 1° e il 2 settembre prossimi. Agorà dei giovani italiani – Festa sì, ma anche ricerca. Di un senso profondo, di una radice al nostro vivere, al nostro agire. Se il nostro cuore è felice solo nell’amore, i due giorni lauretani, vissuti ‘in profondità’, vorrebbero svelare il ‘segreto’, la ‘misura’, la ‘qualità’ di quest’amore, sul modello di Gesù sulla croce. Un amore che arriva fino a dare la vita: «Come Io vi ho amato». E’ questo infatti il tema dell’incontro, per il quale è prevista una partecipazione di 300.000 persone.
Un gemellaggio – Loreto 2007 è qualcosa in più della Veglia sulla spianata di Montorso. E’ anche 3 giorni di preparazione in 32 diocesi ospitanti delle Marche, dell’Umbria, dell’Emilia Romagna e dell’Abruzzo, dove giovani di altre diocesi e di movimenti ecclesiali, si ‘gemelleranno’, animando alcune giornate di condivisione e di riflessione, portando alle comunità cristiane e alle realtà civili la voce del mondo giovanile. Obiettivo: conoscersi, incontrarsi, scambiarsi esperienze, condividere gli aspetti fondamentali della vita. I Giovani per un Mondo Unito, dei Focolari, saranno ospitati, dal 29 al 31 Agosto, nella Diocesi di Fermo, nelle Marche. Per info: sgmu@focolare.org. Una testimonianza viva di solidarietà – I giovani dell’Agorà per i giovani del Sud del mondo: il 29 giugno è stata lanciata la campagna di raccolta fondi per realizzare una chiesa nella città di Wolkite ed una sala polivalente per un centro giovanile nella città di Emdeber, in Etiopia. L’importo complessivo del progetto è calcolato in 500mila euro: le donazioni di singoli e gruppi potranno essere effettuate anche via sms, nei giorni dell’incontro nazionale di Loreto. Potranno contribuire al progetto non solo i presenti nella spianata di Montorso, ma anche coloro che assisteranno da casa agli eventi dell’1-2 settembre.
Ago 15, 2007 | Chiesa, Ecumenismo
“Helmut Nicklas, era davvero una persona carismatica per la capacità di ascoltare la voce di Dio e seguirlo con radicalità”. Così, Chiara Lubich nel messaggio letto nella chiesa chiesa episcopale evangelico-luterana San Matteo, di Monaco, venerdì 17 agosto 2007, al momento dell’ultimo saluto a questo “amatissimo amico e vero fratello” che, con “passione”, ha speso la vita per l’unità.
Helmut Nicklas ha concluso il suo viaggio terreno domenica 12 agosto, a causa di una dolorosa malattia che lo aveva colpito più di un anno fa. Aveva 68 anni. Nato a Nabburg (Germania), era sposato, con 2 figli. Dal 1971 al 2002 è stato responsabile dell’YMCA di Monaco (Associazione ecumenica di giovani cristiani). Dal 1982 al 1998 aveva ricoperto anche l’incarico di vicepresidente dell’YMCA World-Urban-Network (che comprende oltre 2000 associazioni diffuse nel mondo), e dal 1985 è stato membro dell’Advisory Bord dell’International Carismatic Consultation. Di lui Chiara Lubich ha sottolineato soprattutto il “ruolo decisivo” svolto nel cammino di comunione tra movimenti e comunità di varie Chiese. Lo hanno testimoniato anche la folta rappresentanza di comunità e movimenti evangelici e cattolici presenti alla celebrazione funebre, e i numerosi messaggi, tra cui quelli della Comunità di Sant’Egidio e di Schoenstatt. Questo cammino di comunione, iniziato nel 1999, è sfociato nelle grandi manifestazioni dal titolo “Insieme per l’Europa”, che si sono svolte a Stoccarda (Germania) nel 2004 e nel maggio scorso, per contribuire a dare un’anima al continente e superare conflittualità e barriere. Già negli anni ’60 c’era stato un primo incontro tra Chiara e Helmut. Ma riportiamo qui di seguito l’intero messaggio di Chiara Lubich: “Ho rivisto dopo tanti anni Helmut Nicklas nel 1999 a Ottmaring, con vari responsabili di Movimenti evangelici. Era l’ora della nascita di una comunione fra Movimenti di varie Chiese. Da allora questo cammino, a cui partecipiamo, ha avuto varie tappe in tutta l’Europa ed oltre, con degli sviluppi grandi, storici del Popolo di Dio. E nelle diverse tappe di questo cammino di comunione Helmut ha avuto sempre un ruolo decisivo.
Proprio nella Chiesa di San Matteo l’8 dicembre 2001 ci fu uno scambio di doni spirituali che ricordiamo come molto importante. Dopo un mio intervento sull’amore scambievole, Helmut ha invitato gli 800 responsabili di vari Movimenti presenti a fare un “patto di amore reciproco” (Gv 13,34). Questo patto, rinnovato in tante occasioni, è considerato il fondamento della comunione fra Movimenti e l’ accompagnerà anche nel futuro. Helmut era davvero una persona carismatica per la capacità di ascoltare la voce di Dio e seguirla con tutta radicalità. Questa capacità lo ha reso lungimirante e lo ha riempito della passione per l’unità. E’ stato un vero servitore della comunione tra Movimenti, uno che – come diceva lui stesso – deve essere capace di dimenticare sé e gli interessi della propria comunità, e mettersi a servire. E ne ha dato l’esempio. Tutti noi del Movimento dei Focolari porteremo sempre in cuore Helmut Nicklas, amatissimo amico e vero fratello.” Durante la malattia, Chiara è stata in continuo contatto con lui attraverso alcuni membri dei Focolari della Germania. Due giorni prima della sua dipartita, a Severin Schmid, che gli aveva fatto visita nella clinica di Monaco dove era ricoverato, aveva consegnato quasi un testamento, proprio riguardo alla comunione tra i movimenti: “Abbiamo vissuto dei momenti storici. Sono come segnali che ci indicheranno anche in futuro la strada. Dobbiamo essere fedeli a ciò che Dio ci ha fatto vivere. Dobbiamo raccontare questa storia.” Helmut Nicklas era uno dei due delegati della Chiesa evangelica tedesca invitati al Congresso internazionale che ha preceduto il grande incontro dei movimenti e nuove comunità con Papa Benedetto XVI, alla vigilia di Pentecoste 2006. In un’intervista all’agenzia Zenit, alla domanda su ciò che accomuna movimenti e comunità evangelici e cattolici, Helmut Nicklas aveva risposto: “Con i movimenti cattolici ci unisce la forte convinzione che gli uomini oggi hanno bisogno di Gesù Cristo”. (altro…)
Ago 14, 2007 | Chiara Lubich
“Dal 1974, Chiara Lubich trascorre l’estate a Mollens e siamo onorati d’accogliere questa personalità internazionalmente riconosciuta, impegnata a favore della pace e della fratellanza universale fra tutti i popoli” Queste le motivazioni del riconoscimento della cittadina che sorge sulle alture del Vallese. In Svizzera, il 25 e 26 agosto 2007 avrà luogo un altro appuntamento: il Politics-Party che coinvolge giovani e politica. Una iniziativa che si ispira allo spirito di Chiara Lubich. Fa seguito ad altri appuntamenti con varie personalità politiche svizzere, tra cui il sindaco di Mollens che in un’intervista ha dichiarato: “Il Movimento Politico per l’Unità è una sfida formidabile perché propone un approccio molto diverso rispetto alla politica che noi conosciamo. In esso la fraternità prende il sopravvento sulla politica, e viene scelto il dialogo piuttosto che il confronto dialettico e conflittuale. E questo ai vari livelli dell’ impegno politico. Che i nostri giovani siano coinvolti in questa riflessione, mi sembra che sia un’apertura non indifferente per il futuro, perché non dimentichiamo che saranno i nostri giovani a decidere un giorno sulla politica”. (altro…)
Ago 9, 2007 | Spiritualità
Maria non è facilmente capita dagli uomini, anche se tanto amata. È più facile infatti trovare in un cuore lontano da Dio la devozione verso di Lei che la devozione verso Gesù. È universalmente amata. E il motivo è questo, che Maria è Madre. Le madri, in genere, specie dai figli piccoli, non sono «capite», sono amate, e non è raro il caso, anzi frequentissimo, che anche un uomo di ottant’anni muoia pronunciando come ultima parola: «mamma». La mamma è più oggetto d’intuizione del cuore che di speculazione dell’intelletto, è più poesia che filosofia, perché è troppo reale e fonda, vicina al cuore umano. Così è di Maria, la Madre delle madri, che la somma di tutti gli affetti, le bontà, le misericordie delle mamme del mondo non riesce ad eguagliare. Gesù sta in certo modo più di fronte a noi: le sue divine e splendenti parole sono troppo diverse dalle nostre per confondersi con esse; sono anzi segno di contraddizione. Maria è pacifica come la natura, pura, serena, tersa, temperata, bella; quella natura lontana dal mondo, in montagna, in campagna, al mare, nel cielo azzurro o stellato. Ed è forte, vigorosa, ordinata, continua, inflessibile, ricca di speranza, perché nella natura è la vita che riaffiora perennemente benefica, ornata dalla vaporosa bellezza dei fiori, caritatevole nella ricca abbondanza dei frutti. Maria è troppo semplice e troppo vicina a noi, per esser «contemplata». Ella è «cantata» da cuori puri e innamorati che esprimono così quello che di meglio è in loro. Porta il divino in terra soavemente come un celeste piano inclinato che dall’altezza vertiginosa dei Cieli scende alla infinita piccolezza delle creature. È la Mamma di tutti e d’ognuno, che sola sa balbettare e sorridere al suo bimbo in una maniera unica e tale che, pur piccolo, ognuno sa già godere di quella carezza e rispondere col suo amore a quell’amore. Maria non si comprende perché è troppo vicina a noi. Lei, destinata dall’Eterno a portare agli uomini le grazie, gioielli divini del Figlio, è lì appresso a noi ed attende, sempre sperando, che ci si accorga del suo sguardo e si accetti il suo dono. E se qualcuno, per sua ventura, la comprende, lo rapisce nel suo Regno di pace, dove Gesù è re e lo Spirito Santo è il respiro di quel Cielo. Di là, purificati dalle nostre scorie e illuminati nelle nostre oscurità, la contempleremo e la godremo, paradiso aggiunto, paradiso a parte. Di qua meritiamo che ci chiami per la «sua via» onde non rimanere piccoli nello spirito, con un amore che è solo supplica, implorazione, richiesta, interesse, ma, conoscendola un po’, poterla glorificare. (Tratto da Maria, Trasparenza di Dio – Città Nuova editrice, 2003)
Ago 4, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
In famiglia non abbiamo avuto una vita facile. Siamo in cinque fratelli e questa non è una cosa straordinaria, ma quando i miei genitori si sono sposati, erano molto giovani. Gli anni successivi, i problemi economici, i debiti, i momenti di crisi tra il papà e la mamma ci hanno messo tante volte in difficoltà. I miei fratelli più grandi hanno cercato la loro strada, spesso contestando fortemente il papà… mettendo lo studio all’ultimo posto. Era difficile trovare qualcosa di positivo nell’esperienza che avevamo vissuto fino a quel momento. Poi, la nostra strada si è incrociata con quella di un’altra coppia che la mamma ha conosciuto: si volevano bene, volevano bene ai loro figli, e questo amore si riversava in modo concreto anche fuori dalla loro famiglia. Io ero piccolina ma mi ricordo la novità che era entrata nella nostra casa: sapere che esisteva una rete di persone unite, giovani e adulti, che vivevano il Vangelo. Dopo un po’ però questa famiglia si è trasferita e, perdendo il loro sostegno, noi ci siamo allontanati sempre di più dalla realtà che avevamo conosciuto. Di nuovo discussioni, offese, debiti… A volte la mamma era costretta ad andare dai vicini a chiedere qualcosa da mangiare da mettere nei piatti. Io sono andata totalmente in crisi: perchè Dio permetteva tutto questo? Davanti a noi c’era di nuovo una situazione terribile. Andando alle superiori, uno spiraglio: un giorno, conosco una ragazza che mi rimette in contatto con la comunità del Movimento dei Focolari nella mia città. Era una ragazza che faceva la mia stessa scuola e ho riconosciuto nei suoi gesti, nelle sue scelte, nelle sue parole, lo stesso impegno di vivere il Vangelo. Partecipando ad un incontro, sento una signora raccontare com’era riuscita a perdonare suo marito che l’aveva tradita. Lì, accanto a lei, ora c’era tutta la sua famiglia… Guardandoli, ho pensato: forse ci riesco anch’io. Sono tornata a casa e piano piano ho capito cosa fare: non volevo aspettare che fossero gli altri ad amarmi. Avrei cominciato io. Volevo provare se c’era ancora posto per l’amore vero anche nella mia famiglia. Se il piccolino, il figlio di mia sorella, piangeva, lo prendevo io e lo cambiavo. Se la mamma aveva bisogno di aiuto, senza aspettare che me lo chiedesse, mi mettevo con lei a pulire la casa. Se il papà era da solo, andavo da lui e con un abbraccio cercavo di dargli un po’ di attenzione, di affetto, mettendomi a guardare il calcio con lui per tutto il pomeriggio. E’ cambiato il clima tra tutti: io stessa mi sono ritrovata carica di affetto e di gesti di attenzione concreti, ma ho visto che anche tra papà e mamma le cose miglioravano, quasi senza accorgersene. Abbiamo cominciato a capire che cos’è una famiglia. Un giorno, sono tornata dopo aver passato un pomeriggio a giocare con i bambini malati nel reparto di un ospedale; il papà ha voluto sapere com’era andata… E più gli raccontavo e più mi accorgevo che anche lui cominciava ad aprirsi, ricordando momenti difficili della sua infanzia, il suo dolore quando aveva perso il papà… Era la prima volta che scoprivo in lui una sofferenza così grande. E’ stato un momento di rapporto speciale tra di noi. Quando, tempo fa, il papà ha rischiato di morire, ho chiesto a Dio di non portarlo via. Era troppo presto: c’era ancora qualcosa da fare. Infatti, sono stati mesi importanti anche per la mamma che è stata sempre accanto a lui. Penso che questa lunga esperienza mi abbia fatto sperimentare che l’amore vince tutto. Sicuramente ci sono ancora delle difficoltà, perchè c’è sempre tanto da migliorare, ma ho avuto la conferma che la realtà straordinaria e originale che è il cuore di ogni famiglia, ciascuno la deve costruire in prima persona. (C. D. – America del Sud)
Lug 31, 2007 | Parola di Vita
“Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù”.
La vita dei cristiani a cui si indirizza la lettera agli Ebrei conosce prove e sofferenze. A volte ci sarebbe da scoraggiarsi: perché non scegliere una via più facile, perché non arrendersi?
L’autore dello scritto invita invece a proseguire nella strada intrapresa: è difficile, costa, ma la via del Vangelo è quella che porta alla pienezza della vita. Anzi, egli incita i cristiani a correre e a rimanere saldi anche sotto il peso dei patimenti.
Come ad ogni atleta così ad ognuno di noi che decide di seguire Gesù, per giungere alla mèta occorre la perseveranza, ossia la resistenza, la capacità di tenuta, che ci viene dalla convinzione che Dio è con noi e dalla ferma decisione di volercela fare.
Ma soprattutto siamo invitati a tenere lo sguardo ben fisso su Gesù, che ci ha preceduto e ci fa da guida. Egli infatti, sulla croce, specialmente quando si sente abbandonato dal Padre, è il modello del coraggio, della perseveranza, della sopportazione: ha saputo rimanere saldo nella prova e si è riabbandonato nelle mani di quel Dio da cui si sentiva abbandonato .
“Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù”.
Chiara Lubich parla spesso di Gesù che affronta con coraggio, senza arrendersi, la prova più grande: è il modello della nostra corsa e di come si superano le prove. Ogni nostro dolore o prova della vita è già stato fatto proprio da Gesù nel suo abbandono sulla croce.
Lasciamo che sia lei stessa ad indicarci come tenere lo sguardo su di Lui.
“Siamo presi dalla paura? Gesù in croce nel suo abbandono non appare forse invaso dalla paura che il Padre si sia dimenticato di Lui?”
Quando siamo presi dallo sconforto e dallo scoraggiamento, possiamo ancora guardare a Gesù che in quel momento “sembra sommerso dall’impressione che nella sua passione manchi il conforto del Padre e pare che stia perdendo il coraggio di concludere la sua dolorosissima prova (…). Le circostanze ci portano ad essere disorientati? Gesù in quel tremendo dolore sembra non comprendere più nulla di quanto gli sta succedendo dato che grida 'Perché?' (…) E quando ci sorprende la delusione o siamo feriti da un trauma, o da una disgrazia imprevista, o da una malattia o da una situazione assurda, possiamo sempre ricordare il dolore di Gesù abbandonato che tutte queste prove e mille altre ancora ha impersonato” .
In ogni nostra difficoltà egli ci è accanto, pronto a condividere con noi ogni dolore.
“Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù”.
Come vivere dunque questa Parola? Guardando a Gesù e abituandoci a “chiamarlo per nome nelle prove della nostra vita. Così gli diremo: Gesù Abbandonato-solitudine, Gesù Abbandonato-dubbio, Gesù Abbandonato-ferita, Gesù Abbandonato-prova, Gesù Abbandonato-desolazione e così via.
E chiamandolo per nome, egli si vedrà scoperto e riconosciuto sotto ogni dolore e ci risponderà con più amore; ed abbracciandolo diverrà per noi: la nostra pace, il nostro conforto, il coraggio, l’equilibrio, la salute, la vittoria. Sarà la spiegazione di tutto e la soluzione di tutto” .
“Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù”.
Così è stato per Luigia che anni fa trovò un foglietto con il commento a questa Parola di vita. Lei stessa racconta: “Improvvisa piomba la notizia terribile: il mio primogenito, di 29 anni, ha subito un incidente stradale ed è gravissimo. Corro in ospedale col cuore in gola. Mio figlio è lì, immobile, assente. Sono disperata. Nei giorni di angosciosa attesa passo per caso nella cappella dell’ospedale e trovo la Parola di vita che mi invita a tenere lo sguardo su Gesù abbandonato. La leggo attentamente: sì, mi dico, parla proprio della mia prova… La stanza di rianimazione, ormai senza speranza, non appare più un martirio: è un legame con l’amore di Dio. E sono capace, tenendo la mano di mio figlio, di pregare per lui che mi lascia. È morto e mai l’ho sentito così vivo”.
A cura di Fabio Ciardi e Gabriella Fallacara
Lug 8, 2007 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Per me essere libera significa anche avere il coraggio di andare controcorrente. In Brasile lavoravo in una TV locale, come giornalista politica. All’interno di questa TV si cercava di avere una audience alta per poi ottenere sovvenzioni da grandi multinazionali o da persone facoltose. Nel periodo delle elezioni molti dei candidati politici pagavano, perché dessimo notizie favorevoli a loro e al loro partito. Così molte volte succedeva che la nostra équipe di giornalisti aveva già il materiale pronto ma non ci era permesso di mandarlo in onda, perché non era favorevole a questo o quel “politico amico”. Per questo motivo sentivo che era limitata non solo la mia personale libertà, ma anche quella del pubblico, che era costretto a ricevere notizie tendenziose e parziali, anche se magari non proprio false. Quando ho deciso di parlarne con il mio capo lui mi ha derisa, dicendomi che ero un’ingenua. Qualche tempo dopo, il capo ha lasciato quel posto di lavoro per andare in una televisione più seria e importante e proprio perché conosceva i miei principi, mi ha chiesto di andare a lavorare con lui. Lo stipendio sarebbe stato più basso, ma avrei potuto lavorare secondo la mia coscienza, così ho accettato. Alle successive elezioni politiche ho cercato di fare il mio lavoro bene, pensando sempre che potevo in qualche modo aiutare le persone che seguivano le nostre notizie a farsi un’opinione il più possibile veritiera, per poter decidere liberamente a chi dare il proprio voto. (A. B. – Brasile) (altro…)
Lug 3, 2007 | Dialogo Interreligioso
Le minoranze religiose nei Paesi musulmani sono una grande risorsa verso la risoluzione dei conflitti. Riportiamo quanto pubblicato da Avvenire e dall’Agenzia Sir dopo la presentazione del volume “Cristiani nelle terre del Corano”. Cristiani in terra araba, il dialogo alla prova (Da Avvenire del 3 luglio 2007) La testimonianza dei “cristiani nelle terre del Corano” (Da Sir – 28.6.2007) “Oggettività e sentimento” sono
alla base del libro “Cristiani nelle terre del Corano. Viaggio nei Paesi musulmani del Mediterraneo” di Michele Zanzucchi, caporedattore di “Città nuova”, come ha spiegato lo stesso autore, alla presentazione del volume. “Per scrivere – ha detto Zanzucchi – mi sono posto in una prospettiva dialogica, perché il dialogo è più che mai necessario tra cristiani e musulmani nelle terre della mezza luna”. Se sono tante le forme di dialogo, “quella assolutamente indispensabile sembra quella della vita, dell’amore, dello spirito, della solidarietà, del vicinato”. La testimonianza dei cristiani, infatti, “è fondamentale in quella terra dove non è possibile il proselitismo”. Nel suo viaggio in 14 Paesi del Mediterraneo, il giornalista ha incontrato laici e vescovi, patriarchi e imprenditori, religiosi e madri di famiglia. “Ho trovato – ha detto l’autore – una ricchezza umana impressionante, ma anche tanto dolore. I problemi maggiori sono quelli economici, di libertà e di carattere politico e culturale: a ciò si lega, prevalentemente, l’emigrazione di tanti cristiani”. Se “il sentimento di scontro tra civiltà non esiste”, si avverte, però, “il contrasto”. “Creare un’alleanza, tra musulmani e cristiani” – Il giornalista tunisino Adnane Mokrani ha ricordato che “La presenza cristiana in Oriente era più numerosa prima della nascita dello Stato moderno. Nella Turchia contemporanea, ad esempio, quasi non ci sono più cristiani”. Il vero problema, per Mokrani, “è che nel mondo islamico difetta la democrazia”. Da qui “nasce il fondamentalismo”. Anzi, “in quest’area caratterizzata da tante tensioni non c’è più spazio per la politica, si ritorna alle etnie e alle tribù. In caso di guerra civile il razzismo tribale e religioso si acuisce: a pagare il prezzo più alto sono i gruppi più deboli, come sta avvenendo adesso in Iraq”. Per aiutare i cristiani in queste terre “non servono marines o paracadutisti”, ma “creare un’alleanza, tra musulmani e cristiani, per promuovere lo sviluppo della società civile e la democrazia”. La presenza dei cristiani nella terra di Gesù, ha osservato Mokrani, “è più di una necessità per favorire una visione dialogante e garantire il pluralismo”. “Un pensiero comune di cristiani e musulmani su questioni importanti” – Nei Paesi islamici del Mediterraneo “l’evoluzione verso la democrazia non può essere imposta dall’esterno, ma deve nascere dall’interno e i valori dello spirito, presenti nell’islam, possono giocare un grande ruolo in questa direzione”. Parola di padre Giuseppe Scattolin, islamologo, vissuto negli ultimi 30 anni tra Libano, Sudan ed Egitto, “L’Islam – ha detto Scattolin – è una realtà molto complessa e con molte anime. Anche in passato ci sono stati momenti di intolleranza e irrigidimento. Come già è successo in Occidente che ha riflettuto sulla sua storia per puntare poi ad alcuni valori fondamentali come i diritti umani, anche nell’Islam c’è la necessità di ripensare la propria storia”. Un punto di partenza per favorire l’apertura verso la democrazia e il riconoscimento dei diritti di ogni uomo e, quindi, per “una fratellanza universale” è, per l’islamologo, la considerazione, comune a cristiani, ebrei e musulmani, che “l’uomo è stato creato a immagine di Dio”. “È necessario – ha osservato Scattolin – che ci sia un pensiero che accomuni cristiani e musulmani su questioni importanti come i diritti umani”.
Lug 2, 2007 | Spiritualità
Ci sono giorni in cui le cose – umanamente parlando – vanno meglio, ci sono dei giorni in cui vanno meno bene. Allora ripeti la dolce esperienza che nella vita presente che ti è data non conta se va bene o meno bene, ma vale come la vivi questa vita, perché in quel come è la carità, che sola dà valore a tutto. Infatti ama Dio chi osserva la sua parola. Noi, durante il giorno, dobbiamo pensare che in Paradiso non porteremo né le gioie, né i dolori. Anche il dar il corpo alle fiamme, senza la carità, è nulla. Né valgono le opere di apostolato. Anche il saper la lingua degli angeli, senza la carità, non vale. Né le opere di misericordia. Anche il dar via tutto ai poveri, senza la carità, non vale. In Paradiso porteremo come abbiamo vissuto tutto questo: se cioè secondo la parola di Dio, che ci dà modo di esprimere la nostra carità. Perciò, alziamoci ogni giorno felici: sia che tempesti, sia che sorrida il sole; e ricordiamoci che varrà della nostra giornata quanto di parola di Dio avremo nel corso di essa «assimilato». Così facendo, in quel giorno Cristo sarà vissuto in noi ed Egli avrà dato valore alle opere da noi compiute, o con il contributo diretto, o con quello della preghiera e della sofferenza. Ed esse, alla fine, ci seguiranno. Insomma si può ammirare come la parola di Dio, la Verità, ci faccia liberi… , liberi dalle circostanze, liberi da questo corpo di morte, liberi dalle prove dello spirito, liberi dal mondo che attorniandoci vorrebbe scalfire la bellezza e la pienezza del Regno di Dio dentro di noi. (tratto da Scritti Spirituali/2 Città Nuova editrice 1997)
Lug 1, 2007 | Cultura
SOMMARIO
Editoriale
CONFLITTI DI LAICITA’. L’INTELLIGENZA LAICA E LA LOGICA DELLA COSA – di Antonio Maria Baggio – Negli ultimi anni, in Europa, si sono accesi regolarmente dei «conflitti di laicità», a partire, in particolare, da temi riguardanti la famiglia e la procreazione, l’aborto, l’eutanasia. Il dibattito si è però ampliato e coinvolge, più in generale, le concezioni delle laicità e i rapporti fra Stati e religioni. L’editoriale prende in esame il percorso storico che ha portato alla costruzione della cultura del rispetto e del limite che caratterizza la laicità, distinguendo il significato civile-politico di “laico” dal significato intra-ecclesiale. Considera, successivamente, il «modello dell’indifferenza» e quello della collaborazione nei rapporti tra Stato e Chiesa; prende infine in considerazione le condizioni del dibattito tra culture diverse (specialmente religiose e non religiose) all’interno dello spazio pubblico, con particolare considerazione per il tema della razionalità.
Nella luce dell’ideale dell’unità
DIO-BELLEZZA, NELLA SPIRITUALITA’ E NELL’ESPERIENZA DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI – di Chiara Lubich – In occasione del conferimento del dottorato honoris causa in Arte da parte dall’Università di Maracaibo (Venezuela) l’Autrice, dopo aver ripercorso i principali cardini della spiritualità del Movimento dei Focolari, si sofferma sulla realtà di Dio-Bellezza ravvisando nell’esperienza del Movimento una vera e propria vocazione ad essa. In tal modo l’arte è sempre stata presente fin dagli inizi dell’esperienza dei Focolari. Da qui la presenza in esso di numerosi artisti che vi hanno trovato un terreno fertile per la loro attività, presenza culminata nel grande Congresso che, nel 1999, ha radunato 1700 partecipanti provenienti da tutto il mondo. CREATURALITÀ ED ESISTENZIALISMO – di Pasquale Foresi – Continuando a riflettere sul valore delle diverse dimostrazioni dell’esistenza di Dio l’Autore, conscio delle difficoltà che le posizioni aristotelica e tomista possono porre all’animo contemporaneo, si pone qui da una prospettiva esistenzialista rivolgendosi a coloro che credono maggiormente nella percezione, o immediata o riflessa, che nel raziocinio e nel ragionamento. Partendo, così, dalla percezione della creaturalità esistente, ne esamina il significato, cogliendo in essa il termine dell’atto creativo di Dio la cui effettualità è il motivo dell’esistere e dell’essere della creatura. Tale percezione della creaturalità ha poi impliciti anche i principi di causalità efficiente e finale così come gli altri principi primi della metafisica come il buono, il vero, l’uno, il bello. Saggi e ricerche PER UN NUOVO INCONTRO TRA FEDE E LÓGOS – di Piero Coda – L’istanza che attraversa e lavora la profondità dell’interrogazione culturale del nostro tempo è stata così espressa da Benedetto XVI: il compito che ci sta di fronte è «un nuovo incontro tra fede e lógos». Per mostrare l’efficacia storica di una fede che, per sé, è amica dell’intelligenza e della libertà, la fede stessa è infatti chiamata a misurarsi su quella forma compiuta di lógos introdotta nella storia dal Lógos che «carne si è fatto» (Gv 1,14), è stato crocifisso ed è risorto per lievitare dal di dentro – nell’universalità del dono dello Spirito – il cammino culturale dell’umanità. In questa direttrice di marcia si fa possibile e praticabile un esercizio del pensiero credente che incontri, da un lato, la razionalità scientifica moderna e, dall’altro, la razionalità custodita dagli universi culturali altri rispetto a quello forgiato in simbiosi con la fede cristiana. Di qui la necessità di dar vita a comunità di formazione, di studio e di ricerca in cui anche culturalmente prenda forma quel «soggetto più grande» – per dirla con le parole di papa Ratzinger al Congresso di Verona del 2006 – che si costituisce in virtù dell’esperienza di fede, ma è aperto e accessibile a chiunque si ponga in sincero ascolto della verità. TRANSDISCIPLINARITÀ E DIALOGO – Sergio Rondinara – L’affermarsi all’interno delle scienze naturali del paradigma della complessità lancia sul piano metodologico la provocazione ad abbandonare il metodo interdisciplinare a favore di quello transdisciplinare. L’orizzonte inaugurato dalla prospettiva transdisciplinare reca con sé una opportunità storica per molte discipline. Per la teologia, ad esempio, si presenta la possibilità di uscire dall’isolamento plurisecolare in cui è stata relegata e rimettersi in gioco come una specifica forma accanto ad altre forme del sapere contemporaneo mantenendo la propria autonomia e distinzione da esse, ma anche capace di superare qualunque forma di autoreferenzialità. INDAGINE SUL CINEMA. IL TEMA DELLA “PROVA” NEL CINEMA ITALIANO CONTEMPORANEO – di Mario Dal Bello – L’Autore presenta la situazione del cinema italiano, sempre in bilico tra superficialità e ricerca, riferendosi soprattutto ad alcuni lavori degli ultimi anni di registi particolarmente impegnati. Si sofferma poi ampiamente sul tema della “prova” in sé, in famiglia, nella società e nella cultura, presente in alcune opere uscite nella primavera 2007. I lavori di Cappuccio, Costanzo ed Olmi gettano uno sguardo attento e approfondito su una tematica di grande attualità e rappresentano un segno di speranza per la cinematografia del Belpaese. RIFLESSIONI SULL’ETICA E LA FRATERNITA’ POLITICA. UNO SGUARDO DALL’ARGENTINA – di Rafael Velasco S. J. – Il pensiero filosofico greco classico, distingueva tra doxa (opinione) ed episteme (scienza), facendo delle seconda il luogo della gnoseologia, della metafisica e dell’etica che a queste ultime si connette. In tal modo, l’attuare umano si vincola alla conoscenza della verità, anche nell’agire politico, così come Aristotele sottolinea. La pratica politica contemporanea ha però abbandonato questa impostazione e si basa sull’opinione; in particolare, attua le proprie scelte attraverso l’interrogazione dell’opinione pubblica; questa, poiché non può essere identificata col bene comune, porta la politica a compiere essenzialmente scelte tattiche, non fondate sul “sapere” del bene. In questo contesto, l’Autore prende in considerazione il Movimento Politico per l’Unità, in quanto esso propone il riscatto della pratica politica sviluppando tre concetti di fondo: l’umanità intesa come soggetto politico, il superamento della categoria del nemico politico, la prospettiva della competizione fraterna. SPUNTI PER UNA RICERCA SUL PRINCIPIO DI FRATERNITA’ NEL PENSIERO LATINOAMERICANO – di Domingo Ighina – Il termine “fraternità” è quasi assente dall’ampio corpus dei testi che compongono il cosiddetto pensiero latinoamericano. Alcuni studi (Mario Casalla, Carlos Beorlegui, Arturo Andrés Roig) cominciano però ad individuare un ruolo del principio di fraternità nel processo che ha condotto alla costituzione di un «soggetto storico collettivo», che può essere definito come “popolo” o “i popoli”: la fraternità agisce dunque nella promozione dell’identità storica latinoamericana. Questo processo attinge le sue radici intellettuali nella Scuola di Salamanca, ma si forma accogliendo anche l’influsso dell’Illuminismo. Il saggio traccia il percorso di tale processo, evidenziandone alcune tappe fondamentali: dall’individuazione dell’identità coloniale in Viscardo y Guzmán, alla ricerca di una nuova fraternità americana in Simón Bolívar, alla riscoperta del modello preispanico della fraternità.
Spazio letterario
«Nuova Umanità» continua nelle sue pagine l’apertura di spazio dedicato alla produzione letteraria. AFFIDAMENTO – di Cinto Busquet
Libri
DUE LIBRI PER UNA CULTURA NUOVA – di Giovanni Casoli – Vengono presentati i primi due volumetti della collana “Universitas” di Città Nuova dai titoli Notte della cultura europea. Agonia della terra del tramonto? di Giuseppe Maria Zanghì, e Interpretazione del reale tra scienza e teologia di Sergio Rondinara. Il primo è il testo di esordio delle pubblicazioni del nascente Istituto Universitario “Sophia” del Movimento dei Focolari, ma anche la sua preliminare descrizione fondativa, in creativa fedeltà alla spiritualità e dottrina dell’Unità di Chiara Lubich. Il secondo testo procede con delicatezza, sul sentiero nascosto ma realmente percorribile che si distende tra scienza e teologia sulla traccia di una filosofia correlata ad esse che modernamente è tutta da reinventare, perché richiede alle diverse forme di conoscenza relazioni fondate su una reciproca apertura e sul rigoroso rispetto dei propri statuti epistemologici. NUOVA UMANITÀ XXIX – Maggio-Giugno – 2007/3, n.171
Giu 30, 2007 | Parola di Vita
“Voi (…) siete stati chiamati a libertà” (Gal 5, 13).
Negli anni 50 l’apostolo Paolo aveva visitato la regione della Galazia, al centro dell’Asia minore, l’attuale Turchia. Erano sorte comunità cristiane che avevano abbracciato la fede con grande entusiasmo. Paolo aveva rappresentato davanti ai loro occhi Gesù crocifisso, ed essi avevano ricevuto il battesimo che li aveva rivestiti di Cristo, comunicando loro la libertà dei figli di Dio. “Correvano bene” nella nuova via, come riconosce Paolo stesso.
Poi, improvvisamente, cercano altrove la loro libertà. Paolo si stupisce che così presto abbiano voltato le spalle a Cristo. Di qui il pressante invito a ritrovare la libertà che Cristo aveva dato loro:
“Voi (…) siete stati chiamati a libertà”.
A quale libertà siamo chiamati? Non possiamo già fare quanto vogliamo? “Non siamo mai stati schiavi di nessuno”, dicevano, ad esempio, i contemporanei di Gesù quando egli affermava che la verità da lui portata li avrebbe resi liberi. “Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato”, aveva risposto Gesù .
C’è una schiavitù subdola, frutto del peccato, che attanaglia il cuore umano. Ne conosciamo bene le sue molteplici manifestazioni: il ripiegamento su noi stessi, l’attaccamento ai beni materiali, l’edonismo, l’orgoglio, l’ira…
Da soli non saremo mai capaci di svincolarci fino in fondo da questa schiavitù. La libertà è dono di Gesù: ci ha liberato facendosi nostro servo e dando la vita per noi. Di qui l’invito ad essere coerenti con la libertà donataci.
Essa “non è tanto la possibilità di scegliere fra il bene e il male, quanto di andare sempre più verso il bene”. Così Chiara Lubich parlando ai giovani. “Ho costatato – continua – che il bene libera, il male rende schiavi. Ora, per avere la libertà bisogna amare. Perché ciò che ci rende più schiavi è il nostro io. Quando invece si pensa sempre all’altro, o alla volontà di Dio nel fare i propri doveri, o al prossimo, non si pensa a se stessi e si è liberi da se stessi” .
“Voi (…) siete stati chiamati a libertà”.
Come vivere dunque questa Parola di vita? Ce lo indica Paolo stesso quando, subito dopo averci ricordato che siamo chiamati a libertà, spiega che questa consiste nel mettersi “a servizio gli uni degli altri”, “mediante la carità”, perché tutta la legge “trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso” .
Si è liberi – ecco il paradosso dell’amore – quando per amore ci si pone a servizio degli altri, quando, contrastando le spinte egoistiche, ci si dimentica di noi stessi e si è attenti alle necessità degli altri.
Siamo chiamati alla libertà dell’amore: siamo liberi di amare! Sì, “per avere la libertà bisogna amare”.
“Voi (…) siete stati chiamati a libertà”.
Il vescovo Francesco Saverio Nguyen Van Thuan, imprigionato per la sua fede, rimase in carcere 13 anni. Anche allora si sentiva libero perché gli restava sempre la possibilità di amare almeno i carcerieri.
“Quando sono stato messo in isolamento – racconta – fui affidato a cinque guardie: a turno, due di loro erano sempre con me. I capi avevano detto loro: 'Vi sostituiremo ogni due settimane con un altro gruppo, perché non siate 'contaminati' da questo pericoloso vescovo'. In seguito hanno deciso: 'Non vi cambieremo più; altrimenti questo vescovo contaminerà tutti i poliziotti'.
All’inizio le guardie non parlavano con me. Rispondevano solo sì e no. Era veramente triste (…). Evitavano di parlare con me.
Una notte mi è venuto un pensiero: 'Francesco, tu sei ancora molto ricco, hai l’amore di Cristo nel tuo cuore; amali come Gesù ti ha amato'.
L’indomani ho cominciato a voler loro ancora più bene, ad amare Gesù in loro, sorridendo, scambiando con loro parole gentili. Ho cominciato a raccontare storie dei miei viaggi all’estero (…). Hanno voluto imparare le lingue straniere: il francese, l’inglese… Le mie guardie sono diventate miei scolari!”
A cura di Fabio Ciardi e Gabriella Fallacara
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Giu 29, 2007 | Cultura
Krizevci è a 60 chilometri da Zagabria (Croazia). Qui in seguito alla guerra provocata dalla frantumazione della Yugoslavia negli anni ’90 i conflitti non sono arrivati direttamente, ma tutti i suoi abitanti ne hanno sentito le conseguenze, visto l’alto numero di profughi che anche in questa cittadina di 23.000 abitanti sono arrivati in quegli anni. Anche l’asilo, inaugurato nel 1995, ha riflettuto fin dall’inizio questa situazione: fra i primi bambini, dai 3 ai 6 anni, parecchi erano i figli dei profughi che la guerra ha portato qui dalla Bosnia e dalle zone occupate della Croazia. Adesso sono 110 i piccoli ospiti, e in questi anni ne sono passati oltre 400. Un passo per la ricostruzione del tessuto sociale di una società devastata dalla guerra. Forse è per questo che quando il vescovo Miklovs ha offerto un terreno per edificare la scuola materna, è partita subito una gara di solidarietà internazionale. Con il contributo dell’AMU, l’associazione “Azione per un mondo unito”, organizzazione non governativa legata al Movimento dei Focolari, e di altre realtà associative organizzate, come dai singoli cittadini, sono state fatte le opere in muratura, rifiniture, arredi, pavimentazione esterna, e messo a disposizione materiale didattico. “In tempi così difficili – aveva detto il sindaco di Krizevci durante la cerimonia di inaugurazione – quando sembra che nel mondo dominino solo l’odio, la violenza, la guerra, Krizevci è uno dei fari che cerca di portare la luce e la gioia in questo mondo di lacrime”.
Un “raggio di sole” – E non è quindi un caso se l’asilo ha preso il nome di “Raggio di sole”. Un vero raggio di sole in questa terra martoriata sono i sorrisi, la vivacità travolgente di questi ragazzini, autentici e consapevoli protagonisti di questo luogo dove la speranza di un mondo di pace è palpabile realtà. Forse è proprio grazie a loro, che l’asilo ha saputo trasformarsi da oggetto della solidarietà a motore di iniziative di comuni, di associazioni, non solo di ispirazione religiosa. Così anche nella scelta del metodo pedagogico basato sulla pedagogia di comunione, si è provato, per primi in Croazia, ad applicare anche quello di Agazzi, educatrici italiane del primo dopoguerra, che utilizza un materiale didattico molto semplice, povero e naturale che il bambino rielabora con fantasia insieme ai suoi coetanei, sviluppando così la sua capacità di collaborazione e di integrazione. “Ma il valore fondamentale – spiega una delle insegnanti – vuole essere l’amore che crea una comunità viva. Avevo già lavorato in una scuola materna, ma qui c’è qualcosa di nuovo. E’ un lavoro di équipe, nel quale sono coinvolti anche i genitori.” Qui si educa alla pace – Intanto le attività dell’asilo di Krizevci si moltiplicano secondo le linee di un progetto formativo di “educazione alla pace”. In questo senso i bambini vivono esperienze forti di cultura del dare, visitando per esempio un vicino orfanatrofio, o prendendo contatto con altri asili, anche in Italia, intessendo una corrispondenza sempre più fitta. “Raggio di sole” si inserisce ed è una espressione della Mariapoli Faro, una cittadella dei Focolari che ripropone, anche in terra croata, uno stile di vita “cittadino” fondato sull’amore scambievole. La Mariapoli Faro sorge proprio all’interno del comune di Krizevci. Nella cittadella abitano oggi un centinaio di persone con storie, tradizioni, lingue, culture, religioni diverse: sono croati, sloveni, italiani, bosniaci, ungheresi, rumeni, ruteni. Chi passa per la cittadella non può restare indifferente. La gioia profonda dei suoi abitanti – che hanno fatto l’esperienza della guerra – ha la sua radice nel dolore superato con l’amore. (altro…)
Giu 29, 2007 | Cultura
La scuola materna “Biseri” (Perle)
è il primo esperimento di questo genere in Macedonia, una delle repubbliche della ex Yugoslavia, uscita dal sistema socialista. Nel campo dell’educazione il regime non lasciava libertà di iniziativa. Ora si cercano nuovi punti di riferimento e valori. In un paese multietnico e multireligioso, dove nel recente passato non sono mancati conflitti violenti, questa scuola, inserita nell’università trilingue (macedone, albanese, turco) sarà anche un ‘laboratorio’ in cui sperimentare l’educazione alla pace e dove gli studenti possono fare il loro tirocinio ed essere formati ai nuovi principi pedagogici. Il ministro Adnan Ćahil, presente all’inaugurazione, si è augurato che queste iniziative siano uno stimolo per il futuro della loro società, e si moltiplichino in tutta la Macedonia e negli altri Paesi del Sud-est Europeo.
«Un’idea coraggiosa e innovativa» – l’ha definita Chiara Lubich nel suo messaggio in occasione dell’inaugurazione della scuola, alla quale hanno partecipato rappresentanti del Governo, dell’Università “S. Kliment Ohridski”, e di diverse istituzioni educative, alla presenza di oltre 150 persone. Sono intervenuti il rettore Giorge Martinovski, il decano Murat Murati, e, a nome di Chiara Lubich, Valeria Ronchetti. «Un’idea – continua Chiara – che trova il suo senso più alto nella promozione dell’unità tra persone, popoli, culture e religioni». «Auguro ai bambini che frequenteranno questa scuola di diventare “piccole perle”, esempio per tanti! E ai loro educatori che possano sperimentare quella vera cultura di dialogo e d’amore reciproco, che è percorso educativo irrinunciabile per l’edificazione di una nuova società impostata sulla fraternità e sulla pace.» Il modello a cui si ispira la scuola “Biseri”, è il metodo educativo sperimentato ormai da anni presso la scuola materna Raggio di Sole, a “Faro” (Krizevci), cittadella del Movimento dei Focolari in Croazia. Fondata nel 1995, si basa sui principi educativi della pedagogia di comunione del Movimento dei focolari e del metodo sorelle Agazzi – educatrici italiane del primo dopoguerra, che utilizza un materiale didattico che il bambino rielabora con fantasia insieme ai suoi coetanei, sviluppando così la sua capacità di collaborazione e di integrazione.
Dal 1995 ad oggi numerosi sono stati i passi avanti, in direzione dell’educazione primaria, per ricostruire, a partire dai piccoli, il tessuto sociale di una regione, qual’ è il sudest europeo, segnata da anni di conflitti: dopo Raggio di Sole in Croazia, anche a Belgrado (Serbia) è nata la scuola Fantasy; nel febbraio 2007 per approfondire queste tematiche, ha preso il via ufficiale all’Università di Zagabria (Croazia), un corso di specializzazione post-laurea di 180 ore in pedagogia di comunione e metodo Agazzi. L’esperienza educativa della scuola materna “Raggio di sole” dove opera da anni la pedagoga Anna Lisa Gasparini, insieme ad un’équipe qualificata, è stata oggetto di numerosi seminari di studio, sostenuti anche da EDU-Educazione-Unità, che hanno destato l’interesse del Ministero della Pubblica Istruzione della Croazia e d varie Università anche dei Paesi vicini: Serbia, Slovenia, Macedonia, Albania. Da qui è nato il desiderio di avere anche in Macedonia una scuola dove superare le barriere etniche, e gettare semi per una speranza di pace. (altro…)
Giu 25, 2007 | Cultura, Nuove Generazioni
IL VOLUME – «Sono ormai più di vent’anni che i due personaggi di Walter Kostner ci fanno compagnia con quelle loro storie così “semplici” nelle quali a tutti viene facile immedesimarsi. Ma cos’hanno di speciale Gibì e Doppiaw da essere sempre attuali? Hanno che, parlandoci della vita di tutti i giorni, in un continuo richiamo alla natura per ritrovare se stessi, pongono l’altro al centro dei propri pensieri, senza giudicare; si esprimono con poche chiare parole dando valore al silenzio; osservano per capire, prima d’agire; hanno tempi lenti e calmi, com’è dei bambini e dei saggi avere. La loro ricchezza educativa è tale da aver dato vita ad un progetto per famiglie, scuole e comunità, ideato nel 2000 e intitolato “I tesori di Gibì e Doppiaw”, come il piccolo e improtante libro che lo presenta(a cura di Michele De Beni, ed. Città Nuova 2006). L’autore, attraverso il disegno, rilancia temi e offre modi nuovi per riscoprire e vivere insieme la bellezza originaria dell’umanità e dell’universo intero, dando forma con le sue vignette agli ideali a cui si ispira. La sua è una visione del mondo che interpreta l’ostacolo e l’errore come via alla conoscenza di sé e alla comprensione dell’altro; e il dolore come porta aperta verso quell’ “oltre” in cui l’esistenza scopre i suoi più profondi significati». (dalla prefazione di Lia De Pra Cavalleri). Questo libro si presenta come un album di grande formato in cui le storie sono raccolte per temi. Centocinquanta strisce scelte tra le circa trecento ad oggi realizzate.
L’AUTORE – Walter Kostner (Ortisei, 1947) vive e lavora a Roma dal ’78, dove è tra i responsabili del movimento “Ragazzi per l’Unità” del Movimento dei Focolari. Oltre che disegnare, scrive racconti e si occupa di fotografia. COME NASCE L’IDEA – «Verso la metà degli anni ’70 – scrive l’autore – ho vissuto un periodo di tempo a Salisburgo, dove lavoravo come scultore del legno e mi occupavo della formazione di ragazzi. Con loro salivamo le montagne, facevamo teatro, ci impegnavamo per le persone emarginate…ma ciò che dava senso ad ogni cosa, era viverle alla luce dell’amore evangelico, dove anche gli ostacoli potevano diventare una pedana di lancio per andare avanti. Ritornato in Italia sono rimasto in contatto con alcuni di loro e tra questi con Gibì – lo chiamavo così per le iniziali del suo nome. Dopo un anno mi scrive una lettera dalla quale comprendo che sta attraversando un momento di crisi. Avrei voglia di dargli delle risposte, di indicargli una direzione. Ma come farlo senza correre il rischio che sembrino consigli paternalistici di una persona adulta e preoccupata? Sento che le parole potrebbero non essere accettate. Così abbozzo per la prima volta la figura di un clown con la bombetta, Gibì, e quella del suo interlocutore col papillon a quadri, Doppiaw, iniziale del mio nome. Disegno piccole storie che riprendono le situazioni che lui vive, nel tentativo di aiutarlo a uscire dal guscio in cui si sta rinchiudendo. Nascono così le prime strisce: esperienze di vita, fatti positivi e cantonate, sogni, disillusioni, scoperte».
Giu 24, 2007 | Cultura
Tra i titoli di Città Nuova del 25 giugno 2007 (n. 12): Focolarini e politica (leggi l’articolo ) di Paolo Lòriga Libano oltre il Tribunale di Giovanni Romano Politica, antipolitica e You Tube di Lucia Fronza Crepaz Bilancio di metà anno Italia, come stai? di Paolo Senesi Economia in ripresa. Merito delle aziende capaci di imporsi sui mercati. Ma il Paese è più vecchio e più povero. Servono riforme e il Parlamento arranca. Come uscirne? Inattesa indicazione del governatore Draghi. Firenze sogna… Un’alleanza per la famiglia a cura di Nedo Pozzi La Conferenza Nazionale della famiglia, primo evento di una nuova stagione istituzionale? Alcune prospettive dicono di sì. I pareri di alcuni partecipanti. In prima linea Lo “scopritore” della fertilità di Roberto Di Pietro Ritratto di John Billings, da poco scomparso, che, insieme alla moglie Evelyn, ha messo a punto il celebre metodo di regolazione delle nascite. Minori immigrati La scuola cambia pelle di Aurora Nicosia Sempre più fra i banchi di scuola si ritrovano ragazzi di varie nazionalità. Quella dell’integrazione è una sfida aperta che, insieme a tante domande, ha già tante risposte positive. Storie in controluce I muri distrutti di Michele di Marco Tealdo Ha trascorso una vita ad alzare muri. Eppure la storia di Michele appare più quella di chi i muri ha sempre tentato di abbatterli. Vite sospese Luciano, la sua notte di Caterina Ruggiu Dieci anni di “non-vita”, come li ha definiti, raccontati con straordinaria e a volte cruda sincerità. Storia di Luciano Saltori, che ha perso la sua scommessa con l’Aids. Ma non quella con se stesso, nella ricerca del “senso di vivere”.
Giu 19, 2007 | Famiglie
Per incrementare le iniziative di sostegno e solidarietà per la Terra Santa, il Movimento dei Focolari ha dato vita al progetto: “Turismo a Gerusalemme”, in risposta al desiderio espresso dai vescovi locali. Tra le molte iniziative, il viaggio di 280 tra coppie e figli di ogni età, da tutta l’Italia. Il viaggio prevede visite ai luoghi santi, incontri con le comunità cristiane, con autorità della Chiesa e personalità sia ebraiche che musulmane. Commoventi le testimonianze di chi ha già fatto questo viaggio: “Le Parole del Vangelo qui prendono un risalto particolare. Si vivono momenti di grande commozione e profonda unità con Gesù, con una scelta nuova e radicale alla Sua sequela: molti rinnovano il «sì» a Dio, ripetendo il sì di Maria a Nazaret; a Betlemme, nasce un nuovo impegno a mantener sempre vivo l’amore scambievole che “genera” oggi la presenza spirituale di Gesù, e al Calvario si fa più consapevole la scelta di riconoscere e amare, nei molti volti di dolore, Gesù Crocifisso e Abbandonato”. Ulteriori informazioni: www.famiglienuove.org
Giu 5, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Sono stato nominato difensore d’ufficio di A., arrestato per furto aggravato. Mentre faccio ingresso in tribunale, si avvicina a me il padre dell’arrestato, supplicandomi di fare in modo che il figlio resti in carcere perché «drogato, violento e ribelle verso la famiglia, rifiuta ogni forma di recupero dalla tossicodipendenza». Gli agenti penitenziari mi accompagnano dal detenuto che aveva trascorso la notte in carcere. Come prima cosa mi chiede di aiutarlo a non rimanere in quell’orribile posto. Studiando le carte del processo, noto che ci sono delle sfasature processuali che mi consentirebbero di ottenere la scarcerazione dell’interessato. Ma mi assale il dubbio: cosa sarà meglio per questo povero ragazzo? Ha forse ragione il padre? Tuttavia il carcere non è poi così salutare per un tossicodipendente, che – per mia esperienza – è quasi sempre un essere sensibile e bisognoso d’affetto. Cerco di ascoltare dentro di me la voce dello “Spirito di verità”, per cercare una via d’uscita. All’udienza per il giudizio in direttissima, chiedo al magistrato di concedere un termine di 5 giorni per preparare la difesa. A. torna in carcere, ma – mentre viene portato via dalle guardie – mi lancia uno sguardo impaurito che ancora non dimentico. Gli dico: «Stai tranquillo, verrò a trovarti, dobbiamo parlare». La mia intenzione era quella di trovare una casa di recupero per tossicodipendenti. All’uscita dal Tribunale mi viene ancora incontro il papà di A., convinto che il figlio non avrebbe accettato di andare in questa casa: loro ci avevano provato più volte, inutilmente. Raccolgo il suo sfogo, in cui mi racconta il dramma della sua famiglia che si stava sgretolando a causa di questo figlio drogato. Passano i cinque giorni. In carcere A. riceve delle cure di metadone; migliora di giorno in giorno. Riusciamo nel frattempo a trovare la casa di cura, la migliore, che qualche mese prima lo aveva rifiutato. Poco prima del processo parlo al ragazzo: «Promettimi di andare in casa di cura, e di tornare a volerti bene; io farò in modo che tu venga rimesso in libertà. Sappi, in ogni caso, che i tuoi genitori ti vogliono un bene grande e che tuo padre di certo è qui fuori ad attendere la sentenza del giudice». Commosso, mi risponde: «Ok, ci sto!». A. viene rimesso in libertà. Il giudice aveva intuito tutto il lavorìo che c’era stato e mentre andava via, mi saluta con un sorriso. All’uscita un grande abbraccio tra il padre e il figlio. A. oggi vive in una casa di cura per tossicodipendenti e in famiglia è tornata la pace. Il padre in seguito mi ha detto: «Siamo entrambi padri di A.» (C. I. – Italia)
Mag 31, 2007 | Parola di Vita
Il Vangelo affascina con le sue parole di verità. In esso parla Colui che ha detto: “Io sono la Verità” . Egli spalanca davanti a noi il mistero infinito di Dio e ci fa conoscere il suo progetto d’amore sull’umanità: dona la Verità.
Ma la Verità ha la profondità infinita del mistero. Come comprenderla e viverla appieno? Gesù stesso sa che non siamo capaci di portarne il “peso”. Per questo, durante la sua ultima cena con i discepoli, prima di tornare al Padre, promette di mandare il suo stesso Spirito perché sia Lui a spiegarci le sue parole e a farcele vivere.
«Lo Spirito di verità (…) vi guiderà alla verità tutta intera»
La comunità dei credenti conosce la verità perché vive di Gesù. Nello stesso tempo è in cammino verso la “pienezza della verità”, sotto la guida sicura dello Spirito.
La storia della Chiesa può essere letta come la storia della comprensione graduale e sempre più profonda del mistero di Gesù e della sua Parola. Lo Spirito la conduce lungo questo cammino in molteplici modi: con la contemplazione e lo studio dei credenti, con i carismi dei santi, con il Magistero della Chiesa .
Lo Spirito parla anche nel cuore di ogni credente, lì dove egli abita, facendo sentire la sua “voce”. Suggerisce, di volta in volta, di perdonare, servire, donare, amare. Insegna cosa è bene e cosa è male. Ricorda e fa vivere le Parole di vita che il Vangelo semina in noi di mese in mese.
«Lo Spirito di verità (…) vi guiderà alla verità tutta intera»
Come vivere questa Parola di vita? Ascoltando quella “voce” che parla in noi, nella docilità allo Spirito Santo che guida, esorta, spinge.
“Il cristiano – spiega Chiara Lubich – deve camminare sotto l'impulso dello Spirito, affinché lo Spirito possa operare nel suo cuore con la sua potenza creatrice per portarlo alla santificazione, alla divinizzazione e alla risurrezione”.
Per comprendere meglio, quasi amplificata, quella “voce”, Chiara invita a vivere in unità tra noi, così da imparare ad ascoltare la voce dello Spirito non soltanto dentro di noi, “ma anche quella di Lui presente fra noi uniti nel Risorto”.
Lo Spirito, quando c'è Gesù fra noi, “perfeziona l'ascolto della sua voce in ciascuno di noi. La voce dello Spirito infatti per Gesù fra noi è come un altoparlante della sua voce in noi.
“Ci è sempre sembrato che il modo migliore di amare lo Spirito Santo, di onorarlo, di tenerlo presente nel nostro cuore fosse proprio quello di ascoltare la sua voce, che può illuminarci in tutti gli attimi della nostra vita (…). E, ascoltando «quella» voce, si è costatato, con grandissima sorpresa, come si cammina verso la perfezione: i difetti piano piano spariscono e le virtù vengono in rilievo” .
«Lo Spirito di verità (…) vi guiderà alla verità tutta intera»
Questa Parola di vita, letta nella festa della Santissima Trinità, ci invita a invocare lo Spirito Santo:
“O Spirito Santo, non ti chiediamo altra cosa che Dio per Dio. (…). Donaci di vivere la vita che ci resta (…) soltanto e sempre ed in ogni istante in funzione di Te solo, che solo vogliamo amare e servire.
Dio! Dio, spirito puro, cui la nostra umanità può far da calice vuoto per esserne riempita…
Dio, che deve trasparire dal nostro animo, dal nostro cuore, dal nostro volto, dalle nostre parole, dai nostri atti, dal nostro silenzio, dal nostro vivere, dal nostro morire, dal nostro apparire, dopo la nostra scomparsa sulla terra, dove possiamo, dobbiamo lasciare solo una scia luminosa della sua presenza, di Lui presente in noi, fra le materie e le macerie del mondo, che vive o che crolla, nella lode o nella vanità di tutte le cose, a sgabello o a sgombero di tutto per il posto del Tutto, del Solo, dell’Amore” .
a cura di Fabio Ciardi e Gabriella Fallacara
Mag 28, 2007 | Cultura
«Intermediando», seminario per studenti e giovani professionisti della comunicazione – Sotto la spinta della rivoluzione digitale, i mestieri della comunicazione stanno moltiplicandosi e sempre più specializzandosi. Eppure si assiste a continue “passerelle” tra un mestiere e l’altro: tra giornalismo e comunicazione aziendale, ICT e televisione, tra letteratura e cinema…
Focus – Questo corso internazionale vuol offrire un “approfondimento creativo” per singoli campi della comunicazione (informazione, cinema e tv, Informatica e nuove tecnologie, marketing e comunicazione d’impresa e pubblica), ma con aperture inter e intra-disciplinari. Chi lo promuove: NetOne, rete di professionisti, studenti e operatori dei media dei cinque continenti che lavorano o studiano nel campo dei media, nella prospettiva di un mondo unito. Previsti cinque giorni di corso, dal 18 al 23 giugno 2007, a Ciampino (Roma) per 120 giovani professionisti e studenti tra i 20 e i 35 anni, provenienti dal mondo intero, in lingua italiana e in lingua inglese. Metodo – Gli insegnamenti interdisciplinari di Inter-mediando, affidati ad alcuni esperti di comunicazione, offriranno ai partecipanti, durante le sessioni plenarie, una visione d’insieme sulla realtà comunicativa nella quale si troveranno a lavorare. Per il resto del tempo, il programma si articolerà in laboratori distinti secondo i vari campi della comunicazione. Sono previsti momenti che contribuiscano alla coesione all’interno di ciascun gruppo: “esercizi di dialogo e di comunicazione interpersonale”. Parte integrante di Intermediando sarà, infatti, il metodo di lavoro, basato sulla convivenza tra insegnanti e studenti e sul continuo dialogo tra essi. In programma visite alla RAI, a Radio Vaticana e all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) di Frascati. Lunedì 18 giugno 2007 la scuola si aprirà sul territorio per una serata – aperta al pubblico – con Sergio Maistrello sugli argomenti del suo ultimo libro “La parte abitata della Rete”. Per saperne di più e per iscriversi: www.net-one.org (altro…)
Mag 27, 2007 | Sociale
Amu – Azione per un mondo unito: un nome ormai conosciuto nel campo della cooperazione internazionale, una ONG nata con lo scopo di promuovere progetti nei paesi del sud del mondo e diffondere ovunque la cultura del dialogo e dell’unità tra i popoli. In questi anni l’AMU ha realizzato 20 progetti pluriennali di sviluppo in Argentina, Brasile, Guatemala, Costa d’Avorio, Uganda, Filippine e Croazia ed ha sostenuto oltre 260 micro-realizzazioni, definite e realizzate in risposta ai bisogni locali ed insieme alle comunità di molti paesi dell’Asia, Africa, America Latina, Medio Oriente ed Est Europa. Obiettivo di ogni attività di cooperazione dell’Amu è infatti lo sviluppo integrale delle comunità destinatarie degli interventi, grazie all’impegno educativo e sociale dei membri del Movimento dei Focolari, presenti nei vari paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’America Latina, del Medio Oriente e dell’Europa dell’Est. Con il Convegno del 2 e 3 giugno prossimi, rivolto ai sostenitori dell’Amu e a quanti si interessano di cooperazione e sviluppo, si vuole percorrere un viaggio ideale nella storia dell’Amu, con interviste ai protagonisti; verrà poi fatto uno zoom sui progetti di sviluppo, con videocollegamenti in Palestina e Congo; dall’Argentina e dall’Indonesia testimonianze, sempre in videocollegamento, sugli interventi che stanno portando questi Paesi dall’emergenza alla riabilitazione. L’educazione alla cittadinanza globale e consapevole sarà proposta all’interno della sessione ‘L’AMU per una cultura della fraternità’. Nell’ultima sessione un approfondimento culturale su “sviluppo e reciprocità”. Il Convegno si concluderà guardando al futuro, a prospettive e progetti in Italia e nel mondo. Link: www.azionemondounito.org (altro…)
Mag 24, 2007 | Sociale
Principali progetti di sviluppo in corso
Rep. Dem. Congo: progetto socio-sanitario, prevenzione e cura per malati da SIDA (Kinshasa); Camerun: attività sanitarie, formative e culturali nella Divisione di Lebialem; Brasile: formazione e microimprenditoria a Benevides (Parà); Argentina: centro di riabilitazione per ragazzi diversamente abili (Rosario); Uruguay: animazione sociale e formazione professionale (Montevideo); Palestina: educazione alla pace e sostegno economico alle famiglie (Betlemme); Libano: ricostruzione tessuto economico e sociale nel sud dopo la guerra del 2006; Vietnam: prevenzione abbandono minorile, aiuto familiare (Kontum e Binh Duong); Sud Est Asia: aiuti di emergenza e ricostruzione post maremoto 2004; Sudan : formazione scolastica dell’infanzia per vittime guerra civile.
Microrealizzazioni attive
Formazione professionale e scolastica (Algeria, Brasile, Burundi, Kenya, Pakistan); Infrastrutture ed igiene (Costa d’Avorio, Pakistan, Tanzania); Infanzia e famiglie (Brasile, Bolivia, India, Vietnam); Sviluppo economico e sociale (Argentina, Camerun, Colombia, Kenya, Madagascar, Paraguay, Sud Africa, Uruguay).
Progetti di Educazione allo Sviluppo (Eas)
“ABC… della solidarietà per educare alla pace e allo sviluppo nella nuova Europa unita”; “Acqua per tutti! Anno internazionale dell’acqua dolce”, campagna acqua 2003; “Acqua: bene comune, diritto di tutti” progetto consortile CIPSI – CEVI 2004-2005.
Principali corsi di formazione per il personale della scuola
L’Altro nella relazione educativa (Benevento, marzo 2003); Corsi di integrazione Interculturale (Treviso, 2004 – 2006); Educazione ai valori per una cittadinanza responsabile (Roma, febbraio 2004); Dalla frammentazione all’unità. Lo sguardo dell’educatore. Lo sguardo dell’educazione (Roma, aprile 2004); Didattica e metodologia interculturale (Treviso, novembre 2004); Villaggio globale o supermarket globale? Piste di riflessione su economia e globalizzazione (Grottaferrata, novembre 2004); La scuola dei saperi e dei valori, per una cittadinanza attiva e responsabile (Piacenza, dicembre 2004); Acqua, bene comune dell’umanità: educare alla cittadinanza attiva (Cagliari, gennaio 2005); L’incontro, icona della prosocialità (Caserta, gennaio 2005); Relazionalità nel Diritto: quale spazio per la fraternità? (Roma, novembre 2005); Cittadinanza attiva: comunicazione e convivenza civile (Caserta, marzo 2006); … E per scuola una città: convegno internazionale di pedagogia (Roma, aprile 2006); Educazione alla cittadinanza attiva e responsabile (Perugia, marzo 2006).
Attività d’informazione
Rivista – AMU Notizie (trimestrale) Video – “Magnificat, una terra di speranza” – “ Uomo accanto a Uomo” DVD – Progetti AMU di riabilitazione nel Sud Est Asiatico (altro…)
Mag 17, 2007 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Siamo due sorelle di 11 anni ed abitiamo in provincia di Roma. Con tutti i gen 3 e le gen 3 del mondo quest’anno siamo impegnati a colorare con l’amore i nostri paesi e città, specialmente dove ci sono persone sole, tristi o ragazzi senza amici. Vi raccontiamo l’esperienza che stiamo facendo. Da qualche mese abbiamo cominciato ad andare a trovare una bambina poco più piccola di noi. Ha una grave malformazione e non può camminare, non muove un braccio e non parla. Fa solo qualche versetto e pronuncia poche parole. Noi andiamo a casa sua e giochiamo con lei. All’inizio non sapevamo neanche come fare, non capivamo se era contenta e se riusciva a capire quello che le dicevamo. Poi ci siamo conosciute meglio ed abbiamo scoperto i giochi che le piacciono. Per esempio, le piace fingere di telefonare o fingere di bere il the con le tazze di plastica. Allora ci mettiamo vicino a lei, giochiamo come le piace e l’aiutiamo a ripetere i nostri nomi o alcune parole semplici. Un giorno abbiamo scoperto che le piace la musica ed allora ogni volta mettiamo su una delle cassette con le nostre canzoni e balliamo per lei. Anzi, facciamo ballare anche lei, prendiamo la carrozzina a la facciamo girare veloce. In quei momenti lei è davvero felice e ci fa dei sorrisi grandissimi. Le abbiamo anche portato dei regalini, come un braccialetto o dei biscotti fatti proprio da noi. Una volta quando siamo state a trovarla, l’abbiamo portata fuori a passeggiare ed a farle vedere i fiori. Lei si divertiva tantissimo ad annusarli. Quando è stato il momento di tornare a casa si è messa a piangere, perché ormai si è molto affezionata a noi! E’ diventata la nostra amica prediletta perché è quella più sola e che più soffre. La sua mamma un giorno ci ha detto che la figlia sente tanto il nostro amore e che ha fatto più progressi da quando andiamo noi a casa sua, di tutti quelli che fa con la fisioterapia. Questa cosa ci ha dato tantissima gioia. Quando abbiamo compiuto gli anni, abbiamo deciso di fare la nostra festa di compleanno non a casa nostra, ma in un’altra casa senza gradini per poter invitare anche lei. Poi il regalo lo abbiamo fatto noi a lei in un bel pacchetto, perché eravamo felici di poter far festa con lei presente! Non possiamo descrivere la sua gioia. Anche alcune nostre amiche, e compagne di scuola che non la conoscevano sono rimaste colpite da come ci capivamo, eravamo unite tra noi e dal vedere la sua gioia. Così non solo coloriamo la vita della nostra amica, ma anche la nostra vita si colora di amore.
Mag 11, 2007 | Chiesa, Ecumenismo
E’ in un clima di festa che si è aperto questa mattina la grande manifestazione “Insieme per l’Europa.” Un evento nato dal nuovo fenomeno di un processo di comunione in continua crescita tra movimenti e comunità cattolici e evangelici, ortodossi e anglicani di tutta Europa. Gli aderenti di oltre 250 movimenti e comunità cristiane sono qui presenti in 8000. Benedetto XVI, in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, auspica che l’iniziativa “rafforzi il desiderio di comunione” che anima queste realtà ecclesiali e “contribuisca a sciogliere pregiudizi, a superare nazionalismi e barriere storiche e spinga ad impegnarsi perchè non venga meno nell’Europa dei tempi post-moderni la dimensione spirituale“.
Insieme per l’Europa: E’ un programma di vita che affonda nel vissuto, quello tracciato questa mattina a Stoccarda. “Da chi andremo? Dove andremo? E’ la domanda che ci poniamo per il futuro dell’Europa”, ha detto Ulrich Parzany – pastore evangelico promotore del progetto di evangelizzazione ProChrist. “All’entusiasmo per l’Europa è subentrato lo scetticismo, la paura di subire svantaggi. Le correnti del nostro tempo ci sballottano di qua e di là. Con serena fiducia ripetiamo: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita”. E’ lui la risposta alle domande dei giovani, come ha evidenziato Nicky Gumble, anglicano, responsabile dei corsi di evangelizzazione Alpha internazional nati nella Chiesa anglicana: “I giovani stanno cercando trascendenza, uno scopo nella vita”.
Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha parlato di una corrente profonda della storia che sarà sempre più coinvolgente. “In un’Europa dove le istituzioni sono rigide, i processi ritardano, e i politici esitano, c’è bisogno – ha detto – di un popolo profetico, capace di far scaturire un sentimento unitivo che diventi una corrente vitale tra i nostri concittadini europei, cristiani e non cristiani, credenti o non credenti, perché l’Europa promuova un nuovo umanesimo, una nuova corrente di passione per l’unità capace di travolgere rigidità e frontiere. Perché L’Europa guardi al di là dei suoi confini, all’africa dove più dei due terzi sono esclusi dal benessere”.
Chiara Lubich ha approfondito la sorgente da cui scaturisce nuova corrente di vita. Le sue parole – lette da una delle sue prime compagne, Bruna Tomasi – hanno toccato il mistero di Gesù nel momento che sulla croce lancia il grido di abbandono. In lui l’immagine di ogni lacerazione, oscurità, dubbio, turbamento.
“Riconoscendo e amando lui sotto tutti i volti del dolore, – ha concluso – potremo raccogliere il grido dell’umanità di oggi e per il suo grido che ha tutto redento, creare attorno a noi la società rinnovata che il mondo attende”.
Nel pomeriggio la testimonianza della vitalità del Vangelo per il rinnovamento di famiglia, economia e lavoro, la vita nelle città multiculturali, vecchie e nuove povertà, giustizia e pace. Con l’intervento di personalità politiche come il Presidente del Consiglio italiano Romano Prodi e il vice-Presidente dlla Commissione Europea, Jacques Barrot.
Da Stoccarda Carla Cotignoli per la Radio Vaticana
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Mag 10, 2007 | Chiesa
“Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Sono parole divine che giungono al fondo dell’anima, che scuotono persino le sue radici più profonde”. Queste parole sono state pronunciate il 12 maggio scorso, da Papa Benedetto XVI alla Fazenda de Esperança. A due ore dalla metropoli di San Paolo, la Fazenda è un’opera sociale per il recupero dei tossicodipendenti, alcolisti, ragazze madri, nata nel 1983. Sono ora 42 i centri diffusi in Brasile e in altre 8 nazioni, tra cui Germania e Russia.
Il Papa va subito al cuore dell’esperienza dei giovani che lo ascoltano: “In un certo momento della vita, Gesù viene e bussa, con tocchi soavi, nel profondo dei cuori ben disposti. Con voi, Egli lo ha fatto attraverso una persona amica o un sacerdote o, chissà, ha predisposto una serie di coincidenze per farvi capire che siete oggetto della predilezione divina”. Sì, è proprio quanto i giovani ospiti della Fazenda sperimentano: non solo – come ancora dice il Papa – “riescono a liberarsi dalla dipendenza delle droghe e dall’alcool” – a tutt’oggi sono 10.000 – “ma ritrovano Dio e la partecipazione attiva alla vita della Chiesa”, e si apre per loro la via della speranza. Benedetto XVI esprime “apprezzamento per quest’Opera che ha come fondamento spirituale il carisma di san Francesco e la spiritualità del Movimento dei Focolari”. Lo spirito della Fazenda è in profonda sintonia con il forte messaggio che Benedetto XVI ha lanciato in Brasile all’intera America Latina, specie nel discorso in apertura alla V Conferenza generale dell’Episcopato dell’America Latina. Come ha detto p. Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, il Papa “ha affrontato in chiave cristiana le sfide dovute alle grandi ingiustizie, agli squilibri di questo continente”. Ed ha ancora una volta indicato nei “valori di amore e di giustizia portati dal Vangelo e dall’annuncio della Chiesa”, la via “per creare strutture di carattere sociale, economico, politico che offrano una crescita integrale, umana e spirituale”. “Qualunque cosa avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatta a me”. E’ vivendo queste parole, con semplici gesti quotidiani, che nasce la Fazenda de Esperança. Da persone – un francescano tedesco, Hans Stapel, e un giovane brasiliano, Nelson Giovannelli, che, senza alcun programma, giorno per giorno, si sono lasciate guidare dallo Spirito Santo. (altro…)
Mag 9, 2007 | Nuove Generazioni, Spiritualità
«Carissimi giovani che siete venuti a Loppiano per il 1° Maggio, a ciascuno un saluto con tutto il cuore! Sono con voi più che mai in questa giornata. Voi giovani rappresentate il futuro: il mondo che sarà è nelle vostre mani e questo vi dà spesso antenne che sanno cogliere onde particolari, che sanno trasmettere progetti alti, come il sogno di un mondo nuovo, più unito. Una conferma ne è anche il titolo dell’incontro di oggi: “Raggi di luce oltre l’oscurità”. Sì, immersi come tutti nel travaglio del nostro tempo, nei vostri cuori e nelle vostre menti c’è la certezza di un’alba splendente che dia senso alla vostra ricerca. Solo Gesù ha detto: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” e chi lo incontra e lo segue, trova la Luce. Anche Lorenzo, giovane martire dei primi tempi del cristianesimo, guardando a Gesù, ha trovato il coraggio di dire, davanti ai suoi persecutori: “La mia notte non ha oscurità, ma tutte le cose risplendono nella luce”. Si sente dire spesso che oggi l’umanità vive una delle notti più buie della sua storia, che c’è bisogno di luce, di una luce che buchi le tenebre. La mia esperienza, l’esperienza di tanti del Movimento dei Focolari dimostra che Gesù non ci ha lasciato soli, nemmeno nella notte più nera. E’ stata una scoperta che ha cambiato radicalmente la nostra vita. Quando sulla croce Gesù è arrivato a gridare “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, ha preso su di sé ogni oscurità, i dolori degli uomini di ogni tempo. Mistero infinito, misura senza misura del suo amore per noi. E da quel momento, ogni dolore ha avuto un solo nome: Gesù Abbandonato. Lui ci si presentava sotto mille volti: non è simile a Lui abbandonato l’angosciato, il solo, il separato, il disorientato? Non è immagine di Gesù Abbandonato ogni divisione, la fame di Dio, l’emarginazione, ogni violenza? E non vi pare stupendo poter condividere con Lui questi dolori in noi e in ogni persona che ci passa accanto? Se è così, allora possiamo scegliere Gesù Abbandonato come “compagno di viaggio” della nostra vita, accoglierlo nel cuore come la perla più preziosa. Carissimi giovani, guardando a Gesù Abbandonato troverete la possibilità di non tremare di fronte a qualsiasi situazione. Anzi sarete “raggi di luce” lì dove vivete, per guidare questa nostra umanità verso la fraternità universale». Chiara
Mag 9, 2007 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
P. Hans Stapel vive un’infanzia difficile. La sua famiglia durante la guerra perde tutto. Cogli anni, vive una intensa ricerca di fede. Trova risposta nella spiritualità dei Focolari, sino ad arrivare a lasciare tutto per entrare nell’Ordine francescano. Ancor prima di essere ordinato sacerdote, viene inviato in Brasile e in seguito gli viene affidata una parrocchia a Guarantinguetà. E’ proprio qui che inizia la nuova divina avventura. “Una notte – racconta – qualcuno bussa alla porta. E’ una ragazza in attesa di un bimbo. Chiede da mangiare e un posto per dormire. Ma come può un prete accogliere nella sua casa, di notte, una ragazza giovane e bella? San Francesco, al mio posto, che cosa farebbe?” Fa entrare la ragazza che si rifocilla e dorme sino a tarda mattinata. Qualche tempo dopo torna per ringraziarlo. “Mi confida che se non le avessi aperto la porta quella notte, il suo bambino non sarebbe mai nato”. E’ la testimonianza di questo stile di vita che tocca il cuore dei parrocchiani. Da quell’episodio nasce una casa per ragazze madri, sostenuta dalla comunità parrocchiale. Un giovane parrocchiano, Nelson Giovannelli, che faceva parte del Movimento Gen (Generazione Nuova del Movimento dei Focolari), è particolarmente colpito dall’insegnamento di P. Hans. Tutti i giorni, dopo il lavoro, Nelson va a Messa. Sulla strada per tornare a casa, incontra un gruppo di giovani che si drogano. Ispirato dalle parole di San Paolo “Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli”, Nelson prende il coraggio di avvicinarsi a quei giovani. E’ per mezzo di un semplice gesto – chiede che uno di loro gli insegni a fare braccialetti di artigianato – che Nelson viene introdotto nel gruppo, e messo alla prova nelle sue intenzioni. Un giorno un ragazzo gli chiede in prestito la bicicletta, che usava per andare a lavoro. Volevano venderla per avere in cambio un po’ di droga? Nelson decide di correre il rischio. Con sua grande sorpresa i giovani gli restituiscono la bicicletta perfino riparata e pulita. Ma questo era solo l’inizio. Durante una Messa, Nelson chiede a Dio qualcosa di più: che almeno uno di quei ragazzi cambi vita. Qualche tempo dopo, uno di quei giovani gli chiede aiuto per poter uscire dal mondo della droga. Nelson non ha nessuna esperienza nel recupero dei tossicodipendenti; può proporre come aiuto ciò che lui stesso sta vivendo: il Vangelo. Il giorno dopo si incontrano a Messa. Scelgono una parola di Dio da mettere in pratica. La sera dopo si comunicano com’è andata. Antonio a poco a poco è un’altra persona. Torna ad aver fiducia in se stesso, a ritrovare il gusto delle cose semplici, al punto da attirare altri amici della strada, che desiderano conoscere l’esperienza di Nelson e Antonio. Si cominciano ad intuire gli effetti anche terapeutici di un’esperienza di Vangelo vissuta nell’apertura all’altro. Qualche tempo dopo vanno ad abitare insieme, in un fattoria abbandonata ricevuta in dono. Mettono tutto in comune: lavoro, tempo, idee. Nasce così la prima “Fazenda da Esperança”, una comunità di giovani che desiderano uscire dal tunnel. “Noi non avevamo medici né medicine, non era facile procurarseli” – ricorda p. Hans, sempre presente con il suo accompagnamento spirituale. “Nello stesso tempo, dovendo andare incontro a chi non poteva attendere, ci siamo messi all’opera con l’unico mezzo a nostra disposizione: la spiritualità di comunione. Abbiamo cercato in primo luogo di risvegliare nei giovani il dinamismo dell’amore cristiano”. E a quest’avventura partecipano non solo i tossico-dipendenti, ma altri giovani della parrocchia, che sentono la spinta a mettersi a disposizione dei “piccoli”. La gioia derivante da questa esperienza funziona come “terapia” ed è il seme da cui fioriranno le prime consacrazioni a Dio in questo servizio alla Chiesa. Il primo è naturalmente Nelson: si era sempre lasciato guidare dallo Spirito Santo, e adesso sentiva di non poter abbandonare l’opera nata con lui per seguire progetti personali. L’idea di consacrarsi a Dio si fa strada dentro di lui. In una lettera a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, Nelson comunica questo suo desiderio. Chiara lo incoraggia in questo cammino, per continuare a vivere per Dio, in mezzo ai giovani emarginati. Dopo qualche anno, anche alcune ragazze – un’assistente sociale di 30 anni, e una giovane di 21 che decide di lasciare famiglia e fidanzato per dedicarsi ai “piccoli” – iniziano una comunità di recupero femminile. Nel 1992 anche Padre Hans può dedicarsi a tempo pieno alla Fazenda. I vescovi riconoscono sempre più in questa opera la mano di Dio, tanto da definirla “un santuario moderno di evangelizzazione”. Il card. Aloisio Lorscheider dirà: “Qui il Vangelo ha trovato casa, e con esso la speranza”. In continuo aumento il numero di giovani e famiglie che – attraverso il contatto con queste comunità – ritornano alla vita non solo liberi dalla droga, ma con fede rinnovata e viva. (altro…)
Mag 9, 2007 | Chiesa, Famiglie
Una manifestazione non contro, ma per… e in dialogo, in clima di sereno impegno come è tipico della vita familiare. Lo spirito dell’evento è far prendere coscienza alle istituzioni della condizione di precarietà in cui versa la famiglia: instabilità del legame coniugale, denatalità record con prospettive di profonde crisi sociali a medio termine, disagio giovanile… Obiettivo della manifestazione: stimolare adeguate politiche familiari, lasciando però fuori della porta le connessioni politico-partitiche. Non quindi una manifestazione antigovernativa, ma in dialogo propositivo con le istituzioni. La manifestazione nazionale è aperta a tutti i cittadini che condividono i principi espressi nel Manifesto dal titolo “Più famiglia – Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese”, redatto dai promotori: forum delle associazioni familiari, e altre 21 associazioni, movimenti e nuove realtà ecclesiali. In esso si richiedono politiche sociali “audaci e impegnative”, operando a diversi livelli. Il contributo di Famiglie Nuove dei Focolari – Famiglie Nuove è tra i redattori del Manifesto e tra i promotori della manifestazione. Nelle varie regioni italiane sta organizzando la partecipazione alla manifestazione sia in modo diretto, sia collaborando con i Forum regionali della famiglia.
Mag 9, 2007 | Ecumenismo
“L’atmosfera spirituale dell’Europa può cambiare”. Così Gerhard Pross, cristiano evangelico dell’Ymca della Germania, questa mattina, davanti a circa 3000 persone che gremiscono la Liederhalle di Stoccarda.
Riportiamo il servizio della Radio Vaticana: 3000 pessoas estão já reunidas na Liederhalle de Estugarda. São animadores de movimentos e comunidades de toda a Europa, de diferentes Igrejas, que vieram de todas as partes do Velho Continente para o Congresso que precede e prepara a grande manifesta� Più che un congresso, qui a Stoccarda, è un’esperienza spirituale profonda quella che si sta vivendo. Non sono parole, ma la cronaca sorprendente, sconosciuta ai più, di quanto sta operando lo Spirito Santo in Europa. E’ la testimonianza forte di una chiamata di Dio – come ha detto Gerhard Pross – ad uscire dalla propria nicchia per portare nuova vita nel deserto della nostra società – e qui ha fatto cenno alle prime parole pronunciate da Papa Benedetto XVI. “Una società – ha proseguito Pross – “che non spera più che l’atmosfera spirituale dell’Europa possa cambiare”. “Dove attingere la forza? Gesù Cristo. In Lui la fonte delle grandi ricchezze di vita spirituale che sperimentiamo”. Un’esperienza che si fa tanto più forte ed incisiva quanto più è vissuta in un cammino di comunione. Infatti Insieme per l’Europa prima di essere il programma di un evento, è l’esperienza di un cammino in continua crescita sia in espansione che in profondità, tra movimenti, comunità cattoliche e evangeliche, ortodosse e anglicane e anche delle Chiese libere di tutta Europa. Un cammino iniziato nel 1999, segnato da una tappa importante: 2004 primo Congresso preparatorio e prima manifestazione che ne è seguita sempre a Stoccarda. “E’ Dio l’attore di questo “cammino” – ha detto ancora Pross – E’ Lui che ha fatto sì che ci fossero tanti luoghi di grazia dove gli uomini del nostro tempo possano attingere questa vita di cui avvertono una sete così profonda”. Sorprendente la carrellata dei frutti di questo cammino. Lipsia: 16 movimenti insieme sono un segno di riconciliazione per non credenti. Un nuovo impulso per superare le persistenti paure e diffidenze tra Germania dell’Est e dell’Ovest. Albania: ad un incontro analogo sono presenti anche dal Kosovo: “Un raggio di luce”. Copenhagen, in Danimarca: aiutano a sciogliere pregiudizi tra cattolici e protestanti. Svizzera: una grande giornata con 48.000 persone. Ci sono tutti i 2008 comuni con le loro bandiere. Si avvia un movimento di preghiera nazionale, segno di un rinnovato spirito di fede e riconciliazione. Questa mattina anche una meditazione sulla spiritualità dell’unità con la lettura di un tema di Chiara Lubich. Oggi pomeriggio i partecipanti saranno suddivisi in oltre 20 Forum che tratteranno dei temi sociali e spirituali più vari. Carla Cotignoli per la Radio Vaticana (altro…)
Mag 2, 2007 | Famiglie
– La famiglia è un bene umano fondamentale dal quale dipendono l’identità e il futuro delle persone e della comunità sociale. Solo nella famiglia fondata sull’unione stabile di un uomo e una donna, e aperta a un’ordinata generazione naturale, i figli nascono e crescono in una comunità d’amore e di vita, dalla quale possono attendersi un’educazione civile, morale e religiosa. La famiglia ha meritato e tuttora esige tutela giuridica pubblica, proprio in quanto cellula naturale della società e nucleo originario che custodisce le radici più profonde della nostra comune umanità e forma alla responsabilità sociale. Non a caso i più importanti documenti sui diritti umani qualificano la famiglia come “nucleo fondamentale della società e dello Stato”. – Anche in Italia la famiglia risente della crisi dell’Occidente – diminuzione dei matrimoni e declino demografico – e le sue difficoltà incidono sul benessere della società, ma allo stesso tempo essa resta la principale risorsa per il futuro e verso di essa si rivolge il legittimo desiderio di felicità dei più giovani. Nel loro disagio leggiamo una forte nostalgia di famiglia. Senza un legame stabile di un padre e di una madre, senza un’esperienza di rapporti fraterni, crescono le difficoltà di elaborare un’identità personale e maturare un progetto di vita aperto alla solidarietà e all’attenzione verso i più deboli e gli anziani. Aiutiamo i giovani a fare famiglia. – A partire da queste premesse antropologiche, siamo certi che la difesa della famiglia fondata sul matrimonio sia compito primario per la politica e per i legislatori, come previsto dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione. Chiediamo al Parlamento di attivare – da subito – un progetto organico e incisivo di politiche sociali in favore della famiglia: per rispetto dei principi costituzionali, per prevenire e contrastare dinamiche di disgregazione sociale, per porre la convivenza civile sotto il segno del bene comune. – L’emergere di nuovi bisogni merita di essere attentamente considerato, ma auspichiamo che il legislatore non confonda le istanze delle persone conviventi con le esigenze specifiche della famiglia fondata sul matrimonio e dei suoi membri. Le esperienze di convivenza, che si collocano in un sistema di assoluta libertà già garantito dalla legislazione vigente, hanno un profilo essenzialmente privato e non necessitano di un riconoscimento pubblico che porterebbe inevitabilmente a istituzionalizzare diversi e inaccettabili modelli di famiglia, in aperto contrasto con il dettato costituzionale. Poiché ogni legge ha anche una funzione pedagogica, crea costume e mentalità, siamo convinti che siano sufficienti la libertà contrattuale ed eventuali interventi sul codice civile per dare una risposta esauriente alle domande poste dalle convivenze non matrimoniali. Come cittadini di questo Paese avvertiamo il dovere irrinunciabile di spenderci per la tutela e la promozione della famiglia, che costituisce un bene umano fondamentale. Come cattolici confermiamo la volontà di essere al servizio del Paese, impegnandoci sempre più, sul piano culturale e formativo, in favore della famiglia. Come cittadini e come cattolici affermiamo che ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese. Perciò la difenderemo con le modalità più opportune da ogni tentativo di indebolirla sul piano sociale, culturale o legislativo. E chiederemo politiche sociali audaci e impegnative. Il nostro è un grande sì alla famiglia che, siamo certi, incontra la ragione e il cuore degli italiani. Hanno sottoscritto il Manifesto : • ABC – Associazione bambini cerebrolesi Federazione italiana • ACI – Azione cattolica italiana • ACLI – Associazioni cristiane lavoratori italiani • ACS – Associazione Cooperatori Salesiani • AFI – Associazione delle famiglie. Confederazione Italiana • AGE – Associazione italiana genitori • AGESC – Associazioni genitori scuole cattoliche • AIART – Associazione spettatori • AIBI -Associazione amici dei bambini • AIFA – Associazione italiana famiglie con figli ADHD • ALFA – Associazione laicale famiglie Agà pe • ANFE – Associazione nazionale famiglie emigrati • ANSPI – Associazione naz. San Paolo Italia – Oratori e circoli • ARA – Associazione roveto ardente • Associazione Comunità “Papa Giovanni XXIII” • Associazione Famiglie per l’accoglienza • Associazione Guide Scouts d’Europa cattolici • Associazione Medici Cattolici Italiani • Associazione nazionale famiglie numerose • Azione Cattolica Italiana • Cammino Neocatecumenale • Centro Italiano Femminile • Centro Sportivo Italiano • CFC – Confederazione italiana consultori familiari di ispirazione cristiana • CHP. Associazione C.Péguy • CIF – Centro italiano femminile • CNAL – Consulta Nazionale Aggregazioni Laicali • Co.Per.Comunicazione • Coldiretti • COLDIRETTI (CNCD) Confederazione nazionale dei coltivatori diretti • Comunione e Liberazione • Comunità di Sant’Egidio • Confederazione italiana dei Centri per la regolazione naturale della fertilità • CONFEDEREX (Confederazione italiana ex alunni ed ex alunne di scuola cattolica) • FAES – Centri Scolastici e di Orientamento • Famiglie Nuove del Movimento dei Focolari • Famiglie separate cristiane • Fed. Ital. exallievi/e di don Bosco • Forum delle associazioni Familiari • Istituto Pro familia • Istituto Santa Famiglia • KFS – Katholischer familienverband Sudtirol (Associazione cattolica delle famiglie dell’Alto Adige) • MCL – Movimento cristiano lavoratori • Misericordie • MOICA – Movimento italiano casalinghe • Movimento Tra noi • MPV – Movimento per la vita italiano • MRC – Movimento rinascita cristiana • NOI – Oratori e circoli parrocchiali • OFS – Ordine francescano secolare • OFS – Ordine francescano secolare d’Italia • Retinopera • RnS – Rinnovamento nello Spirito Santo • SIDEF – Sindacato delle famiglie • UCIPEM – Unione consultori italiani prematrimoniali e matrimoniali • Unione Giuristi Cattolici Italiani • Unitalsi
Mag 2, 2007 | Ecumenismo
Dopo tre anni di preparazione, sta arrivando al traguardo la seconda manifestazione internazionale del prossimo 12 maggio a Stoccarda (Germania), in collegamento satellitare con eventi paralleli in varie città d’Europa. Al Palasport Hans Martin Schleyer sono attese migliaia di persone da tutti i Paesi dell’Europa occidentale e centro-orientale. Mentre altri incontri contemporanei sono in cantiere in diverse città: da Parigi a Mosca, da Belfast a Madrid, Budapest e Praga. In Italia, dalla seconda metà di maggio, l’esperienza di Stoccarda sarà rivissuta in oltre 30 incontri nelle principali città. Ma che cos’é „INSIEME PER L’EUROPA“? E’ una manifestazione-testimonianza ispirata ai valori della fraternità e della condivisione. Vuol offrire un contributo al superamento di pregiudizi, nazionalismi, ferite storiche, conflittualità sociali, della paura del futuro e della perdita di identità, in risposta alle domande di senso e di valori. „INSIEME“ 250 movimenti e comunità di tutta Europa, per gettare ponti tra culture e popoli diversi, tra cittadini e istituzioni, ed imprimere un nuovo impulso alla costruzione del continente. IN PROGRAMMA Approfondimenti storico-culturali e spirituali di: Ulrich Parzany, pastore evangelico, leader delle iniziative di evangelizzazione Pro-Christ, Nicky Gumbel, Presidente di Alpha International, sorto nella Chiesa Anglicana, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. Fatti di vita e iniziative in atto in Europa, saranno al centro della seconda parte dell’evento. Mostreranno come Movimenti e nuove comunità: – favoriscono la vita della famiglia; – influiscono nel mondo del lavoro e dell’economia; – costruiscono rapporti di fraternità e solidarietà con i poveri e gli svantaggiati; – si impegnano per la giustizia e la pace nel mondo; – favoriscono la coesione nelle città e rispondono alle sfide della multiculturalità. Dialogo con rappresentanti di istituzioni civili ed ecumeniche europee che interverranno nella fase iniziale su quanto è maturato dal primo evento del 2004 e, in chiusura, sulle prospettive. Tra gli invitati: Jacques Barrot, Vicepresidente della Commissione Europea; Romano Prodi, Presidente del Consiglio italiano; Walter Kasper, Presidente del Pontifico Consiglio per l’unità dei cristiani; Anastasios Yannulatos, Arcivescovo ortodosso di Tirana e di tutta l’Albania, tra i Presidenti del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC); Arnold de Clermont, Presidente della Conferenza delle Chiese europee (KEK) e della Federazione protestante in Francia. Messaggio all’Europa. Sarà l’atto conclusivo dell’evento: innanzitutto una dichiarazione di impegno dei movimenti e comunità delle varie Chiese cristiane ed una proposta di coinvolgimento di politici e società civile.
Spazi artistici dei diversi Paesi e culture intervalleranno l’intero programma e comunicheranno la ricchezza e varietà del patrimonio europeo. Dal 2004 … – “Insieme per l’Europa” prima di essere una manifestazione è un cammino di comunione inedito tra movimenti e comunità di diverse Chiese, “laboratorio” di un’ Europa, famiglia di popoli riconciliati. Una tappa in questo cammino è stata segnata dalla prima grande manifestazione di Stoccarda dell’8 maggio 2004 che ha raggiunto quasi 100.000 europei presenti agli incontri contemporanei e oltre, grazie all’eco sui media. Un cammino in crescita: 170 movimenti e comunità coinvolti nel 2004; 250 nel 2007. L’evento si inserisce: nel 50^ dei Trattati di Roma – 1957-2007; nella Settimana Europea che ricorda: 8 maggio – anniversario della fine della seconda guerra mondiale (8.5.1945); 9 maggio – festa dell’Europa, nell’anniversario della storica dichiarazione di Robert Schuman del 1950, che proponeva la formazione di una comunità a servizio della pace, prodromo dell’Unione Europea. La manifestazione ‘Insieme per l’Europa’ sarà preceduta e preparata dal Congresso ‘INSIEME IN CAMMINO’ per Responsabili e Collaboratori di Movimenti e Comunità – Stoccarda 10 – 11 maggio 2007 – Oltre 20 Forum e 16 tavole rotonde tratteranno numerose tematiche tra cui: evangelizzazione, ecumenismo, matrimonio e famiglia, difesa della vita, impegno politico, immigrazione, economia, ambiente, mass media, pace e giustizia. Promotori dell’evento: Friedrich Aschoff, Rinnovamento carismatico nella Chiesa evangelica in Germania; Christophe D’Aloisio, Syndesmos – Fraternità di 126 organismi giovanili ortodossi; Nicky Gumbel, Alpha International – Corsi di evangelizzazione nati nella Chiesa anglicana d’Inghilterra; Chiara Lubich, Movimento dei Focolari; Michael J. Marmann, Movimento di Schönstatt (cattolico); Helmut Nicklas, YMCA, Associazione ecumenica internazionale di giovani cristiani; Ulrich Parzany, Pro Christ, iniziativa di evangelizzazione nata nella Chiesa evangelica-luterana; Gerhard Pross, Coordinamento dei Convegni periodici di Responsabili di Movimenti e Comunità evangelici; Andrea Riccardi, Comunità di Sant’Egidio; Thomas Römer, YMCA di Monaco; Gérard Testard, Fondacio – nata nella Chiesa cattolica in Francia; Sr. Anna-Maria aus der Wiesche, Fraternità di Cristo di Selbitz, nata nella Chiesa evangelico-luterana. per saperne di più: Together for Europe 2007 (altro…)
Apr 30, 2007 | Parola di Vita
Gesù è seduto a mensa con i suoi amici. È l’ultima cena prima di partire da questo mondo, il momento più solenne per consegnare l’ultima volontà, quasi un testamento: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Sarà questa, lungo i secoli, la caratteristica dei discepoli di Gesù che consentirà di identificarli: da questo tutti li riconosceranno!
Fu così fin dall’inizio. La prima comunità dei credenti, a Gerusalemme, godeva la stima e la simpatia di tutto il popolo proprio per la sua unità, al punto che ogni giorno nuove persone si univano ad essa.
Anche pochi anni più tardi Tertulliano, uno dei primi scrittori cristiani, riportava quanto si andava dicendo dei cristiani: “Vedi come si amano tra loro, e come sono pronti a morire l’uno per l’altro”. Era l’avverarsi delle parole di Gesù:
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri»
L’amore reciproco è dunque “l’abito dei cristiani comuni che, vecchi e giovani, uomini e donne, sposati o meno, adulti e bambini, ammalati o sani possono indossare per gridare dovunque e sempre, con la propria vita, Colui nel quale credono, Colui che vogliono amare”.
Nell’unità che nasce dall’amore reciproco tra i discepoli di Gesù quasi si rispecchia e si rende visibile quel Dio che Egli ha rivelato come Amore: la Chiesa è icona della Trinità.
È questa, oggi più che mai, la via per annunciare il Vangelo. Una società spesso frastornata dalle troppe parole cerca testimoni prima che maestri, vuole modelli prima che parole. Essa è più facilmente resa partecipe se vede un Vangelo fatto vita, capace di creare rapporti nuovi, improntati dalla fraternità e dall’amore.
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri»
Come vivere questa Parola di vita? Tenendo vivo tra noi l’amore reciproco e formando ovunque “cellule vive”.
“Se in una città – ha scritto Chiara Lubich –, nei punti più disparati, s’accendesse il fuoco che Gesù ha portato sulla terra e questo fuoco resistesse per la buona volontà degli abitanti al gelo del mondo, avremmo fra non molto accesa la città d’amor di Dio. Il fuoco che Gesù ha portato sulla terra è Lui stesso, è carità: quell’amore che non solo lega l’anima a Dio, ma le anime fra loro. (…)
“Due o più anime fuse nel nome di Cristo, che non solo non hanno timore o vergogna di dichiararsi reciprocamente ed esplicitamente il loro desiderio d’amor di Dio, ma che fanno dell’unità fra loro in Cristo il loro Ideale, sono una potenza divina nel mondo.
“E in ogni città queste anime possono sorgere nelle famiglie: babbo e mamma, figlio e padre, nuora e suocera; possono trovarsi nelle parrocchie, nelle associazioni, nelle società umane, nelle scuole, negli uffici, dovunque.
“Non è necessario che siano già sante, perché Gesù l’avrebbe detto; basta che siano unite nel nome di Cristo e non vengano mai meno a questa unità. Naturalmente sono destinate a restare per poco tempo due o tre, perché la carità è diffusiva per se stessa ed aumenta con proporzioni immani.
“Ogni piccola cellula, accesa da Dio in qualsiasi punto della terra, dilagherà poi necessariamente e la Provvidenza distribuirà queste fiamme, queste anime-fiamma, dove crederà, affinché il mondo sia in più luoghi ristorato al calore dell’amor di Dio e risperi” .
A cura di Fabio Ciardi e Gabriella Fallacara