Movimento dei Focolari
“Basta conoscersi”

“Basta conoscersi”

BC_Brochure_Corso_Cattolica_A4_DEF_Pagina_1 L’obiettivo del corso è quello di trasmettere conoscenze e competenze interculturali e metodologiche attraverso una metodologia e-learning, laboratoriale, frontale e sul campo. La durata complessiva della formazione sarà di 25 ore, 7h a distanza tramite il sistema e-learning e 18h di persona nelle due giornate previste. Il corso verrà a breve pubblicato sulla piattaforma SOFIA e sarà pertanto possibile utilizzare il Bonus della “Carta del docente”. Ulteriori informazioni e modalità di iscrizione al corso clicca qui.

Ecumenismo um Estilo de Vida

Ecumenismo um Estilo de Vida

Screen Shot 2018-03-07 at 15.10.06 Ecumenismo Simples Tolerância ou um Estilo de Vida O objetivo da Autora é focalizar o ecumenismo enquanto diálogo para a construção de um Mundo Unido, pode-se afirmar que, apesar de tudo, o mundo experimenta uma onda de comunhão universal que penetra na história do gênero humano. Sandra Ferreira Ribeiro Editora Cidade Nova

Cattedra ecumenica a Sophia

Proseguono le lezioni iniziate presso l’Istituto Universitario Sophia il 14 dicembre 2017 con l’avvio della Cattedra ecumenica internazionale intitolata al Patriarca Athenagoras e a Chiara Lubich. Ospite atteso della settimana dal 5 al 8 marzo è Sua Eminenza Maximos Vgenopulos, Metropolita di Selyvria, co-titolare della Cattedra con il prof. Piero Coda, preside di Sophia. Tema del ciclo di lezioni dell’anno accademico in corso è l’ecclesiologia della Chiesa ortodossa, per studiare il significato culturale, rivisitare le tappe storiche e sviscerare le implicazioni ecclesiali e sociali del cammino ecumenico verso la piena unità della Chiesa, nello scambio delle ricchezze spirituali, teologiche e culturali dell’Oriente e dell’Occidente cristiani. In particolare, il 7 marzo, il Metropolita Maximos ha tenuto una conferenza sull’importante Sinodo pan-ortodosso che si è svolto a Creta nel 2016.

Alle mafie diciamo NOi

Alle mafie diciamo NOi

Alle mafie diciamo noi Un libro non può camminare. Ma le idee che veicola, a volte, sì. Quelle possono pure mettersi in viaggio e farsi strada. Così “La legalità del noi” di Gianni Bianco e Giuseppe Gatti – un giornalista e un magistrato – quattro anni fa raccontava quanto di buono l’Italia può fare contro le mafie, quando non si affida agli eroi solitari, ma al gioco di squadra. Quattro anni dopo, si vedono i passi avanti (piccoli e grandi) fatti grazie a tanti comuni cittadini incontrati da Nord a Sud e che, nella condivisione, hanno trovato il coraggio e la forza per dare risposte nuove all’arroganza dei clan. Una spinta al cambiamento che parte da studenti e insegnanti, a cui queste pagine, in particolare, si rivolgono. I ragazzi e le ragazze del nuovo millennio sono la prima linea di un’antimafia che non delega, ma si impegna in prima persona. Sono l’avamposto del “noi”. Quell’energia vitale che attiva processi di riscatto e di emancipazione prima impensabili. La carta da giocare per sperare – anche in questi tempi di crisi – di costruire un Paese migliore, senza più mafie. Insieme.   Editrice Città Nuova

Loppiano – Open Week Sophia

Loppiano – Open Week Sophia

All’Ist. Universitario Sophia a Loppiano si potranno conoscere da vicino i corsi in programma, partecipare alle lezioni, sperimentare in prima persona cosa significa formarsi qui. Sarà possibile fermarsi per un solo giorno o per più giorni. Per ricevere maggiori dettagli basterà compilare il form.   Maria Stella Giannetti Comunicazione – Relazioni Esterne Istituto Universitario Sophia Via san Vito 28, Loppiano – 50064 Figline e Incisa Valdarno (FI) Tel.  +39.055.9051521  –  Cell. +39.349 62 72 045 relazioni.esterne@iu-sophia.org  – www.iu-sophia.org   Destina il tuo “5 per mille” alla Fondazione Per Sophia: è un dono prezioso a costo zero! Per sostenere la Fondazione e, quindi, l’Istituto Sophia bastano due semplici operazioni: 1) firmare nel riquadro “sostegno del volontariato…fondazioni riconosciute” (modelli 730, CUD e UNICO); 2) indicare il codice fiscale della Fondazione Per Sophia: 94177760488. Grazie per il tuo sostegno! www.fondazionepersophia.org OPEN WEEK Sophia

Un “sogno” che si rinnova

Un “sogno” che si rinnova

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Foto © CSC Audiovisivi

È iniziato con un evento all’insegna della musica, della poesia, delle immagini in movimento, della coreografia, del canto, per sottolineare e accompagnare le parole dei testimoni, l’anno dedicato al ricordo della fondatrice dei Focolari, nel decennale della sua morte. Oltre duemila persone provenienti da tutto il mondo (lo rivelano anche i costumi tipici), autorità religiose – in prima fila il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin – e personalità del mondo della cultura, della comunicazione e delle istituzioni hanno partecipato, sabato 3 marzo, al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, vicino Roma, a quella che da molti è stata definita non una commemorazione, ma una festa della vita. Quella scaturita dal carisma dell’unità di Chiara Lubich in innumerevoli e diversissimi contesti del mondo, spesso in territori ostili, di guerra, di degrado, dando vita ad opere di trasformazione sociale dal timbro evangelico. Adriana è un’artista brasiliana: «Non volevo stare chiusa dentro un atelier. Chiara mi ha detto: scegli Dio, che ti ha fatto artista». Dall’amore per i fratelli e dalla disponibilità a mettersi in gioco in un progetto sociale nella favela di Pedreira, a sud di San Paolo, per dare un tetto a 500 famiglie in situazione di povertà estrema, rinasce per lei la possibilità di mettere a frutto il proprio talento di pittrice. «Sono venuta qui – dice Adriana – per rendere omaggio a Chiara». Roberto e Maurizio, in Italia, hanno inaugurato una pescheria all’insegna dell’economia di comunione, perché «se basiamo la nostra vita sul profitto, a che serve? Nessuno ci ricorderà per i soldi che avevamo, ma per il bene che abbiamo fatto». Maria lavora da 15 anni in una scuola nella difficile periferia di Parigi, da cui solitamente i professori scappano appena possono. «Quei bambini devono poter avere le stesse possibilità di chi frequenta le scuole dei migliori quartieri di Parigi». Letizia e suo marito, imprenditori, hanno rifiutato una importante commessa e rischiato di fallire, pur di non produrre componenti per l’industria della guerra.
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Jesús Morán. Foto © CSC Audiovisivi

Ancora. Una coppia siriana offre la propria testimonianza attraverso un videomessaggio: «Non siamo voluti scappare dalla guerra per non chiudere la nostra scuola per bambini sordi. Da chi sarebbero andati?». La storia di una bambina filippina viene affidata alla voce e all’espressione intensa di un’attrice: accolta nel centro sociale Bukas Palad (“a mani aperte” in lingua tagalog), a Manila: «Sono grata, perché da povera sono diventata una persona speciale, amata. Qui è cominciata la mia rinascita». Sono solo alcuni dei frutti dell’“intrinseca socialità” del carisma di Chiara Lubich, come viene definita dal copresidente dei Focolari Jesús Morán: «Chiara non è stata una riformatrice, il suo sogno punta più in alto, al fondamento antropologico e teologico di ogni riforma sociale: la fratellanza universale». L’opzione preferenziale per gli ultimi – “riscattati dall’anonimato e resi protagonisti” – caratterizza fin dagli esordi la storia dei Focolari.
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Foto © CSC Audiovisivi

È Maria Voce a ricordare le premesse di una esperienza che ha raggiunto 182 Paesi nel mondo, con frutti tangibili di fraternità, come le 25 cittadelle, “bozzetti di mondo unito” presenti in tutti i continenti. Racconta: negli anni della Seconda Guerra Mondiale, «le prime focolarine non si risparmiavano nel correre da una parte all’altra di Trento a portare il loro aiuto a chiunque avesse bisogno. Invitavano i poveri a pranzare nella loro casa e, mettendo la tovaglia più bella che avevano, si sedevano a tavola: una focolarina, un povero, una focolarina, un povero; davano da mangiare ma da fratelli, non da benefattori. Il Vangelo, letto insieme a lume di candela nei rifugi antiaerei, riscoperto e vissuto con l’intensità dell’irrompere di questa Luce, si rivelava sorgente della più profonda trasformazione sociale». Sulla grande parete della sala, resa schermo cinematografico, scorrono, come parte integrante del racconto, le immagini in movimento di una lunga storia, partita da un sogno: “la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati tra tutti, uomo accanto a uomo”. In tutti i Paesi del mondo, dove Chiara Lubich verrà ricordata, questo sogno oggi si rinnova. Chiara Favotti (altro…)

I social network non sono un gioco da ragazzi

I social network non sono un gioco da ragazzi

Social Network non giocoI minori sono il bersaglio più ambito dalle piattaforme digitali ma gli strumenti per difenderne la presenza online sono pressoché assenti. Sapere come muoversi è oggi fondamentale. In occasione della presentazione del libro: Nasci cresci e posta. I social network sono pieni di bambini: chi li protegge? di Simone Cosimi e Alberto Rossetti. Appuntamenti di Città Nuova a Tempo di Libri (Milano, 8-12 marzo)

Social-One: scienze sociali in dialogo

Il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione dell’Università di Salerno e il research network Social-One, con il patrocinio della Sezione Teorie Sociologiche e Trasformazioni Sociali dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS) e in partenariato con 11 università e enti di ricerca in Italia e nel mondo, promuove  il convegnoSociological Imagination and social promotion: the category of “Love” to read the changes taking place and imagine new future” (“Immaginazione sociologica e promozione sociale: la categoria dell’amore per leggere i cambiamenti in atto e immaginare nuovi futuri”). Obiettivo del convegno è scandagliare tutte le prospettive di analisi e di azione suscitate dalla categoria dell’”agire agapico” nell’ambito delle discipline sociali e umane, nell’ipotesi che tale concetto possa offrire nuove chiavi di lettura e prospettive di intervento per la promozione di una società plurale basata su equità, inclusività e dialogo. Nei vari panel verranno presentati contributi e testimonianze che coniugano teoria, ricerca e azione. Il Comitato Scientifico del Convegno, coordinato da Gennaro Iorio (Università di Salerno), è composto da: – CALLEBAUT BERNHARD – Istituto Universitario Sophia (Italia) – CAMPANINI ANNA MARIA – Università di Milano Bicocca (Italia) – HOCHSCHILD MICHAEL – Time-lab (Francia) – MAGATTI MAURO – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Italia) – MARTINS PAULO HENRIQUE – Universidade Federal de Pernambuco – UFPE (Brasile) – MONGELLI ANGELA – Università di Bari (Italia) – MORA EMANUELA – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Italia) – ORTEGA SANTO PEDRO JOSE – Universidade Autónoma de Santo Domingo – UASD (Repubblica Dominicana) – RAMA RUDINA – University of Tirana (Albania) – REMBIERZ MAREK – University of Silesia in Katowice (Polonia) – SALAS MARCELO – Universidad del Salvador en Buenos Aires (Argentina) – WAGNER IZABELA – University of Warsaw (Polonia) – WIELECKI KRZYSZTOF – Cardinal Stefan Wyszynski University (Polonia) Per informazioni: Social-One online Scarica invito (altro…)

[:es]Asombro y empatía

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Con este volumen de Manuel María Bru, Asombro y empatia, la editorial Ciudad Nueva da inicio a una interesante colección: Nueva Evangelización. Coeditada junto a la Delegación Episcopal de Catequesis de la Archidiócesis de Madrid, busca ofrecer una herramienta de formación para catequistas, educadores y toda persona deseosa de vivir la fe de manera consciente, responsable y abierta al diálogo con una sociedad cada vez más plural. ¿Estaremos a la altura de una evangelización que realmente sea nueva en su ardor, en sus métodos y en sus expresiones, como quería san Juan Pablo II?, ¿de una catequesis renovada, más esencial, más mistagógica y más inculturada con el hombre de hoy, sobre todo con las nuevas generaciones? En nuestras manos está el intentarlo, a sabiendas de que, como nos dice Francisco, más vale «una Iglesia accidentada, herida y manchada por salir a la calle, que una Iglesia enferma por el encierro y la comodidad de aferrarse a sus propias seguridades» (Evangelii gaudium, 49). Acceso a las primeras páginas del libro.

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Nosotros creemos en el amor

Nosotros creemos en el amor

Nosotros creemos en el amor Nosotros creemos en el amor es la respuesta que cualquier cristiano puede dar a quien le exige razones de su fe. Este libro lo demuestra de modo ágil y convincente. El texto nació del diálogo que el autor tuvo con centenares de jóvenes en distintos países, en encuentros para profundizar lo esencial de la fe cristiana. Recorriendo el camino que llevó a los primeros discípulos de Jesús a reconocer en él al Hijo del Padre y a entrar en la comprensión de la Trinidad, Vandeleene no elude las innumerables preguntas que la fe en el Amor suscita y responde con la claridad que otorga una rica experiencia de vida evangélica. El autor no se erige en el papel de maestro pero brinda su competencia y experiencia, e instaura un diálogo con los jóvenes en el que intenta adentrarse en un tema como el de la fe, tan decisivo en la vida y para la vida. Dice María Voce –presidente de los Focolares– en el prefacio: “Es mi deseo que las páginas de este libro brinden a los jóvenes el impulso para entrar en diálogo con Jesús. Para conocerlo mejor, por lo tanto para amarlo más y para dejarse amar por él libremente. Una aventura que deseo a muchos”. Editorial Ciudad Nueva (Buenos Aires)

Segnare sulla folla ricami di luce

Segnare sulla folla ricami di luce

ChiaraLubich_3marzo2018 «Ecco la grande attrattiva del tempo moderno; penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo. Vorrei dire di più: perdersi nella folla, per informarla del divino, come s’inzuppa un frusto di pane nel vino. Vorrei dire di più: fatti partecipi dei disegni di Dio sull’umanità, segnare sulla folla ricami di luce e, nel contempo, dividere col prossimo l’onta, la fame, le percosse, le brevi gioie. Perché l’attrattiva del nostro, come di tutti i tempi, è ciò che di più umano e di più divino si possa pensare, Gesù e Maria: il Verbo di Dio, figlio d’un falegname; la Sede della Sapienza, madre di casa». (altro…)

Maria

Maria

Maria-capa-v.1A experiência de Chiara Lubich na relação com Maria é fascinante e de uma riqueza enorme. Suas contribuições revelam aspectos da vida da mãe de Jesus pouco conhecidos até mesmo no âmbito da Igreja Católica. A fé na maternidade divina de Maria – Mãe de Deus, Theotokos – é apresentada no livro a partir da própria vivência da autora na relação vital e filial com Ela, com beleza poética e profundidade teológica, e de forma acessível a toda pessoa interessada no assunto. A concepção de Chiara sobre Maria como cristã autêntica, Aquela que por primeiro põe em prática a Palavra de Deus, é inovadora e impulsiona o diálogo entre cristãos de denominações diferentes. Como cristã autêntica, Ela é modelo para todos os cristãos. Os organizadores desta obra foram muito cuidadosos e perspicazes ao apresentar de forma sistemática a rica contribuição de Chiara Lubich sobre Maria, que, na discrição de sua vida, muitas vezes, é conhecida apenas numa perspectiva devocional. Vê em CIDADE NOVA: https://www.cidadenova.org.br/livraria/produtos/view/1147

10ChiaraLubich – Brasil: São Paulo – Bahia – Rio de Janeiro – Mariápolis Santa Maria

10ChiaraLubich – Brasil: São Paulo – Bahia – Rio de Janeiro – Mariápolis Santa Maria

Universidade da Madeira homenageia Chiara Lubich

Universidade da Madeira homenageia Chiara Lubich

Chiara“A Universidade da Madeira vai organizar uma exposição e conferência para homenagear Chiara Lubich, fundadora do Movimento dos Focolares e antiga presidente honorária da Conferência Mundial das Religiões pela paz, no âmbito das comemorações do Dia Internacional da Mulher. A exposição é inaugurada a 8 de março no Campus da Penteada. Esta mostra vai depois para o Colégio dos Jesuítas onde vão ser recordados os 16 Doutoramentos “Honoris Causa”, recebidos em vida por Chiara Lubich, assim como diversos prémios e cidadanias honorárias.” (in Jornal Económico) Deste acontecimento, que contará com a presença de Anna Maria Rossi, do Centro Chiara Lubich, numa conferência a 14 de março, para assinalar o 10º aniversário da morte de Chiara Lubich, foi dada nota nos meios de comunicação social, nomeadamente no Jornal EconómicoDiário de Notícias Madeira e Funchal Notícias Universidade-Madeira Campus da Universidade da Madeira, Penteada, Funchal

Vangelo vissuto: “Partecipare alla vita di Dio”

Ricominciare da zero Quando ero ancora piccolo mio padre ci ha lasciati. Mia madre è caduta in una forte depressione e ha cominciato a bere. Sono stato educato dalla nonna materna. Quando mia madre è morta, ero nel periodo dell’adolescenza e covavo in me un desiderio di vendetta. In seguito ho conosciuto una ragazza che mi ha introdotto nella sua comunità parrocchiale. Attraverso queste persone, piano piano ho scoperto Dio, la vita interiore, ritrovando pace ed equilibrio. Quando ci siamo sposati, potevo dire che quella comunità era la mia famiglia. Un giorno, nel posto dove lavoro, è arrivato un uomo e si è presentato come mio padre. Era desolato e temeva la mia reazione. Nonostante la sorpresa, l’ho accolto con calore, gli ho parlato della bambina che era nata e l’ho invitato a casa. Dopo una settimana è venuto insieme alla sua compagna. Io e mia moglie li abbiamo accolti con grande festa e affetto. Più che nonni, ci sembravano due figli adottivi. Da allora la vita della nostra famiglia è cambiata, e anche la loro. Il passato è come se non esistesse, esiste solo la volontà di ricominciare da zero. P.P. – Serbia La caricatura Un compagno ha disegnato la mia caricatura, l’ha fotocopiata e poi l’ha distribuita in tutta la scuola. Avrei voluto picchiarlo! Poi però ho deciso di avvicinarlo e di parlargli con calma. Anzi, gli ho proposto di venire a casa mia, fare insieme i compiti e poi andare a vedere un film. Quando mi ha chiesto perché avessi reagito in quel modo, gli ho risposto che ho imparato a vedere Gesù in ogni prossimo, sapendo che tutti possiamo sbagliare. Sorpreso, ha voluto saperne di più. Adesso anche lui cerca di mettere in pratica le parole del Vangelo. Daniel – Brasile L’umanità di Gesù I primi sintomi del mio male, una sclerosi multipla, risalgono a quando mia moglie Susi era in attesa di nostra figlia Tecla. Io, che ero abituato a lavorare, a fare sport, mi sono ritrovato a fare i conti con una sempre maggiore difficoltà a muovermi, fino alla totale immobilità. Eppure, fin dall’esordio della malattia, ho avvertito in me un risveglio e una sete di valori veri. Sono passati molti anni da allora. Essere ammalato, vedere che le gambe non rispondono più, dipendere dagli altri in tutto, soffrire, conoscere l’umiliazione, sentirsi diverso: ho sperimentato tutto questo. Ma la sofferenza mi ha aiutato a capire molto più di prima l’”umanità” di Gesù. Renato – Italia La fioraia Era una serata freddissima. Una anziana fioraia cercava di vendere i suoi fiori. Aveva addosso una vecchia coperta e sembrava rassegnata a veder passare la gente, frettolosa e indifferente. Pensai che se fossi stata al suo posto avrei desiderato qualcosa di caldo. Ma in giro non c’erano bar. Ho trovato invece un ragazzo che vendeva dolci fatti in casa. Così ne ho preso uno per lei. Quando l’ha ricevuto mi ha ringraziato, senza dire molte parole, con la commozione negli occhi. Ho ripreso la mia strada, sentendo ancora su di me quello sguardo. Szidi – Romania (altro…)

Lezione pubblica Cattedra Ecumenica

Lezione pubblica Cattedra Ecumenica

CATTEDRA_athenagoras.Lubich_7.03.18L’Istituto Universitario Sophia è lieto di invitarvi alla lezione pubblica della Cattedra Ecumenica Patriarca Athenagoras-Chiara Lubich che sarà tenuta da Sua Eminenza Maximos Vgenopoulos, Metropolita di Selyvria nel contesto del ciclo di lezioni sull’Ecclesiologia della Chiesa Ortodossa (5-8 marzo 2018). Il Santo Sinodo Panortodosso di Creta (2016) Genesi e significato 7 marzo – ore 18:00 Sala B – Auditorium di Loppiano (Firenze) Comunicazione – Relazioni Esterne: Maria Stella Giannetti relazioni.esterne@iu-sophia.org Istituto Universitario Sophia – www.iu-sophia.org Via san Vito 28, Loppiano – 50064 Figline e Incisa Valdarno (FI) Tel. +39.055.9051521 – Cell. +39.349 62 72 045

Nuovo sito per Sophia

Nuovo sito per Sophia

SophiaUniversityRinnovato nella grafica e nell’impostazione, il nuovo sito in due lingue (inglese e italiano), esprime la vocazione dell’Istituto Universitario Sophia a diventare una realtà sempre più globale. E non solo per la natura multidisciplinare dei suoi percorsi di studio e per la comunità cosmopolita di studenti e docenti che la compongono, ma anche per l’apertura, prossimamente, di nuovi poli formativi che si aggiungeranno all’ateneo di Loppiano (Firenze). Da dieci anni (è del 2008 l’inaugurazione del primo corso, preceduto da anni di sperimentazione e ricerca) Sophia ha fatto del dialogo e dell’interazione tra i diversi campi della conoscenza un metodo innovativo per superare la frammentazione, l’astrazione e l’isolamento dei diversi rami della conoscenza. Con l’obiettivo di fornire una visione aperta delle diverse discipline e la possibilità di confrontare e combinare i loro contenuti, metodi e risultati. Ad oggi Sophia ha accolto 450 studenti e docenti, provenienti da 50 Paesi di 4 continenti. Conosci il nuovo sito (altro…)

La grande attrattiva di oggi

La grande attrattiva di oggi

20180228-01 Il 14 marzo 2018 ricorre il 10º anniversario della morte di Chiara Lubich. Le comunità del Movimento dei Focolari sparse nel mondo celebrano questa ricorrenza con molteplici iniziative, improntate sull’azione del carisma dell’unità come motore di cambiamento sociale. A Seoul, Corea, il 3 marzo convegno alla Maria Hall dell’Ospedale dell’Università Cattolica, previsti 800 partecipanti. A Goma, Rep. Democratica del Congo, l’11 marzo giornata su “Maria: un sì che cambia la società”. Ancora l’11 marzo a Chicago, USA, convegno su “Chiara Lubich: una vita di dialogo per la pace”. A Firenze, Italia, il 17 marzo convegno al Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio su “Conoscenze plurali”. A Chiang Mai, Tailandia, il 18 marzo giornata multietnica di azione sociale presso un villaggio tribale. A Chisinau, Repubblica Moldova, il 24 marzo giornata su “Chiara Lubich e le opere sociali”. Queste alcune tra le centinaia di iniziative previste. Una panoramica a 360º sul volto sociale del carisma di Chiara Lubich, con 2.000 partecipanti dai cinque continenti, sarà data dall’evento artistico in programma al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, Roma, il 3 marzo. Sarà presente il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, e personalità del mondo della cultura, della comunicazione, delle istituzioni. L’evento potrà essere seguito via internet con traduzione in inglese, spagnolo, portoghese, francese e italiano (http://live.focolare.org/chiaralubich/). 10 anniversario Chiara - GiordaniaPer Chiara la grande attrattiva del tempo presente era «penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo» . Sergio Zavoli, legato a lei da profonda amicizia, l’ha definita una mistica dell’unità tra cielo e terra, affermando che Chiara opera una svolta nella mistica trinitaria: «Il far abitare Dio nell’intimità della propria anima diventa il farlo vivere in mezzo agli uomini nella comunicazione – riprendo le sue parole – del Dio in me col Dio nel fratello. Il pensiero di Chiara Lubich non a caso ci interpella sul da farsi per rimettere insieme i frammenti dell’indivisibile, cioè l’uomo, e ricomporre le fratture del condivisibile, cioè la comunità» . Il cambiamento sociale che ne deriva ha suscitato, fin dall’inizio dell’esperienza di Chiara nella sua città natale di Trento, iniziative con una forte impronta sociale. Oggi si ritrovano un po’ in tutto il mondo, incarnate con le caratteristiche proprie di ogni regione e cultura, azioni ed opere nate per contribuire a risolvere specifiche situazioni di necessità di persone, gruppi, comunità (vedi link). Maria Voce, alla domanda a cosa debbano puntare oggi i Focolari, risponde: «mantenere assolutamente l’unità con la fonte che è Chiara, quindi la fedeltà al carisma originario così come ci è stato trasmesso; il ritorno alla vita dei primi tempi per scoprirvi quella radicalità che anche oggi ci viene richiesta, forse ancora di più. Sviluppare il Movimento perché possa essere quello strumento che Dio ha pensato per portare questa spiritualità di comunione nel mondo, per costruire l’unità della famiglia umana. Approfondire la conoscenza e la trasmissione – in termini accessibili a tutti – del grande carisma che Dio ha dato a Chiara e che non ha soltanto aspetti spirituali ma anche dottrinali, sociali, politici, aspetti che possono influire in tutti i campi» . Maria Voce non nasconde la convinzione che oggi la visibilità dell’incidenza del Movimento dei Focolari sulle realtà umane e sociali, seppure buona, «sia ancora troppo localizzata»: «Penso che questa visibilità debba essere più efficace e più estesa: forse il Movimento deve diventare più noto anche a livello mondiale, perché siamo presenti in quasi tutti i paesi, ma questo forse ancora non è abbastanza espresso. Sarà una cosa che verrà con la vita: quanto più vivremo, tanto più incideremo e saremo visibili» . Fonte: SIF


Segui la diretta streaming: http://live.focolare.org/chiaralubich (dalle 16.00 fino alle 19.00/CET, in Inglese, Francese, Spagnolo, Portoghese e Tedesco) (altro…)

Generazione Fame Zero

Generazione Fame Zero

2017HM-Albania_2Sono 17 gli obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030, contenuti nell’Agenda approvata dai 193 Stati membri delle Nazioni Unite. Il secondo, “Zero Hunger”, al centro di un accordo siglato già nel 2012 durante una Conferenza delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro, punta a liberare il mondo dalla fame. I ragazzi e i giovani del Movimento dei Focolari hanno deciso di scendere in campo accanto alla FAO, in risposta ad una richiesta di collaborazione inviata dall’agenzia dell’ONU per sensibilizzare sull’argomento la generazione che, ci si auspica, potrà vedere sconfitta la fame nel mondo.Da oltre un decennio, la fame nel mondo è di nuovo in aumento. Lo scrive il recente Rapporto annuale delle Nazioni Unite sulla sicurezza alimentare e la nutrizione nel mondo (2017). Nel 2016 circa 815 milioni di persone (38 milioni di persone in più rispetto all’anno precedente), vale a dire l’11% della popolazione mondiale, non è stata sufficientemente nutrita. Circa 155 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni sono sotto sviluppati (troppo bassi per la loro età), mentre 52 milioni soffrono di deperimento cronico, che significa che il loro peso non è adeguato rispetto alla loro altezza. 2017HM_Serbia (152)Contemporaneamente, per mancanza di alimenti sani, 600 milioni di persone (di cui 41 milioni di bambini) soffrono di obesità, altra faccia della malnutrizione. Il Rapporto identifica nei conflitt, causa principale delle migrazioni, e negli shock legati al clima alcuni dei fattori chiave del riacutizzarsi della fame e delle molte forme di malnutrizione. Liberare il mondo dalla fame richiede scelte e misure urgenti da attuare a tutti i livelli della società, dalla gestione delle risorse naturali alla promozione di stili di vita sostenibili, dai consumi al cambiamento di rotta delle politiche internazionali. Ma prima di tutto, richiede una forte sensibilizzazione e un cambiamento nei rapporti personali. È questo il messaggio che dalla fine dello scorso anno i Ragazzi per l’Unità e i Giovani per un Mondo Unito dei Focolari stanno diffondendo, con la proposta di alcune azioni da percorrere a livello planetario. Tra queste: la necessità di studiare e di prendere coscienza delle radici e cause del problema; di osservare e monitorare la situazione nella propria città e coinvolgere il maggior numero di ragazzi, giovani e associazioni. E ancora: di comunicare e mettere in rete, attraverso i social, con foto e video, le proprie esperienze e gli impegni presi a favore dei più poveri, nella propria regione o città, per uno stile di vita sobrio, per il dialogo per la pace, l’ecologia, l’accoglienza ai migranti, con un’attenzione verso il locale e insieme una sensibilità globale. E infine la proposta di celebrare, con iniziative diffuse, la giornata mondiale dedicata dalle Nazioni Unite al tema dell’alimentazione (16 ottobre). TEENS_COVER_2018_02#ZeroHunger è ora anche una rubrica fissa di Teens, la rivista per adolescenti pubblicata da Città Nuova (in collaborazione con AFN Onlus, AMU onlus, New Humanity), che nel prossimo numero di marzo-aprile 2018 sarà interamente dedicata a questo argomento. «Che emozione per la nostra delegazione – scrivono i ragazzi della redazione – entrare nella sede della FAO di Roma. Cominciamo subito affinché la nostra sia davvero la prima #GenerazioneFameZero. Teens seguirà questa appassionante azione mondiale». Il calendario di queste azioni prevede, nel mese di aprile, la pubblicazione sui social della Carta d’Impegno dei Ragazzi per l’Unità, redatta da ragazzi di 11 paesi del mondo, sulle modalità per operare concretamente nei diversi contesti per sconfiggere la fame. A maggio, le tradizionali manifestazioni “Settimana Mondo Unito” e “Run4Unity” quest’anno saranno interamente dedicate al tema. A giugno, un gruppo di 600 bambine e ragazze (9-12 anni), partecipanti ad un congresso internazionale del Movimento dei Focolari, saranno ospiti della FAO per una mattinata di condivisione sui temi dell’obiettivo. Infine, nel mese di luglio, all’interno del programma “United World Project” del Genfest 2018 si terrà un Forum sul tema #GenerazioneFameZero con la partecipazione di un rappresentante della FAO. Chiara Favotti (altro…)

Parola di vita – Marzo 2018

Il re e profeta Davide, autore di questo salmo, è oppresso dall’angoscia e dalla povertà e si sente in pericolo di fronte ai suoi nemici. Vorrebbe trovare una strada per uscire da questa situazione dolorosa, ma sperimenta la sua impotenza. Allora alza gli occhi verso il Dio di Israele, che da sempre custodisce il suo popolo e lo invoca con speranza perché venga in suo aiuto. La Parola di vita di questo mese sottolinea, in particolare, la sua richiesta di conoscere le vie e i sentieri del Signore, come luce per le proprie scelte, soprattutto nei momenti difficili. “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”. Anche a noi capita di dover fare scelte decisive per la nostra vita, che impegnano la coscienza e tutta la nostra persona; a volte abbiamo tante possibili strade davanti a noi e siamo incerti su quale sia la migliore, altre volte ci sembra di non averne nessuna …. Cercare una via per andare avanti è profondamente umano, e a volte abbiamo bisogno di chiedere aiuto a chi consideriamo amico. La fede cristiana ci fa entrare nell’amicizia con Dio: Egli è il Padre che ci conosce intimamente e ama accompagnarci nel nostro cammino. Egli ogni giorno invita ciascuno di noi ad entrare liberamente in un’avventura, avendo come bussola l’amore disinteressato verso Lui e tutti i suoi figli. Le strade, i sentieri sono anche occasioni di incontro con altri viaggiatori, di scoperta di nuove mete da condividere. Il cristiano non è mai una persona isolata, ma fa parte di un popolo in cammino verso il disegno di Dio Padre sull’umanità, che Gesù ci ha rivelato, con le sue parole e tutta la sua vita: la fraternità universale, la civiltà dell’amore. “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”. E le vie del Signore sono audaci, a volte sembrano al limite delle nostre possibilità, come i ponti di corda gettati tra le pareti delle rocce. Esse sfidano abitudini egoistiche, pregiudizi, falsa umiltà e ci aprono orizzonti di dialogo, incontro, impegno per il bene comune. Soprattutto ci richiedono un amore sempre nuovo, stabilito sulla roccia dell’amore e della fedeltà di Dio per noi, capace di arrivare fino al perdono. Esso è la condizione irrinunciabile per costruire relazioni di giustizia e di pace tra le persone e tra i popoli. Anche la testimonianza di un gesto d’amore semplice, ma autentico, può illuminare la strada nel cuore degli altri. In Nigeria, durante un incontro in cui giovani e adulti potevano condividere le esperienze personali di amore evangelico, Maya, una bambina, ha raccontato: “Ieri, mentre stavamo giocando, un bambino mi ha spinta e sono caduta. Mi ha detto “scusa” e l’ho perdonato”. Queste parole hanno aperto il cuore di un uomo il cui padre era stato ucciso da Boko Haram: “Ho guardato Maya. Se lei, che è una bambina, può perdonare significa che anche io posso fare altrettanto”. “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”. Se vogliamo affidarci ad una guida sicura nel nostro cammino, ricordiamo che proprio Gesù ha detto di sé: “Io sono la Via …”(Gv 14,6). Rivolgendosi ai giovani riuniti a Santiago di Compostela, per la Giornata mondiale della gioventù del 1989, Chiara Lubich li ha incoraggiati con queste parole: “[…] Definendo se stesso come “la Via”, ha voluto dire che dobbiamo camminare come ha camminato lui […]. Si può dire che la via percorsa da Gesù ha un nome: amore […] L’amore che Gesù ha vissuto ed ha portato è un amore speciale ed unico. […] E’ l’amore stesso che arde in Dio. […] Ma amare chi? Amare Dio certamente è il primo nostro dovere. Poi: amare ogni prossimo. […] Dal mattino alla sera, ogni rapporto con gli altri va vissuto con quest’amore. In casa, all’università, al lavoro, nei campi sportivi, in vacanza, in chiesa, per strada, dobbiamo cogliere le varie occasioni per amare gli altri come noi stessi, vedendo Gesù in loro, non trascurando nessuno, anzi amando tutti per primi. […] Entrare più profondamente possibile nell’animo dell’altro; capire veramente i suoi problemi, le sue esigenze, i suoi guai e anche le sue gioie, per poter condividere con lui ogni cosa. […] Farsi, in certo modo, l’altro. Come Gesù che, Dio, si è fatto, per amore, uomo come noi. Così il prossimo si sente compreso e sollevato, perché c’è chi porta con lui i suoi pesi, le sue pene e condivide le sue piccole felicità. “Vivere l’altro”, “vivere gli altri”: questo è un grande ideale, questo è superlativo […]”. Letizia Magri (altro…)

600 anni della Vergine dell’Africa

600 anni della Vergine dell’Africa

vergine_africa_600anniAffacciata sul Mediterraneo, a sud-est dallo Stretto di Gibilterra ‒ ponte tra due continenti ed ex ‘fine del mondo’ ‒ sorge la città di Ceuta. Per la posizione strategica su un tratto di costa privilegiato nell’Africa del Nord la città da decenni è identificata dai migranti come possibile porta d’accesso all’Europa. Ogni giorno uomini, donne e bambini provenienti dai più svariati Paesi africani, in fuga da guerre, povertà e persecuzioni d’ogni tipo, attraversano interi Stati per provare a varcare la soglia sbarrata prossima alla città, in alternativa all’ancor più pericoloso viaggio per mare. Proprio in questo lembo di terra, che dal 1851 fa parte della Diocesi di Cadice (Spagna), ci si prepara ai grandi festeggiamenti per i 600 anni dell’arrivo di quella che da allora è chiamata “Vergine dell’Africa”, un blocco unico di legno che rappresenta la Madonna seduta con il corpo di Cristo morto tra le braccia. Dal 1949, per volere di Papa Pio XII, la Vergine è la patrona della città. (altro…)

Chiara Lubich: imitare Maria

Chiara Lubich: imitare Maria

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“Madonna della bella-accoglienza” © Centro Ave Ceramica

«In un anno dedicato a Maria noi dovremmo trovare il modo di onorare la madre di Dio. E quello migliore. Ma c’è maniera e maniera di onorarla. Lo si può fare parlandone, lodandola, pregandola, visitandola nelle chiese a lei dedicate; dipingendola, scolpendola, innalzandole inni, adornando le sue effigi di fiori… Ci sono tanti modi di imitare Maria. Ma ce n’è uno che supera tutti: è quello di imitarla, di comportarsi come altra lei sulla terra. Credo che sia quello a lei più gradito, perché le dà la possibilità di ritornare in certo modo sulla terra. Noi, senza escludere tutte le altre possibilità che abbiamo di onorare Maria, dobbiamo puntare su questa. Imitarla. Ma come imitarla? Cosa imitare di lei? Imitarla in ciò che è essenziale. Ella è Madre, madre di Gesù e spiritualmente madre nostra: Gesù ce l’ha data come tale sulla croce nella persona di Giovanni. Dobbiamo essere un’altra lei come madre. Dobbiamo in pratica formulare questo proposito: durante l’Anno Mariano mi comporterò verso tutti i prossimi che avvicinerò, o per i quali lavorerò, come fossi madre loro. Così facendo costateremo in noi una conversione, una rivoluzione. E non solo perché a volte ci troveremo a fare da madre magari a nostra madre o a nostro padre, ma perché assumeremo un atteggiamento particolare, specifico. Una madre accoglie sempre, aiuta sempre, spera sempre, copre tutto. Una madre perdona ogni cosa di suo figlio, fosse anche un delinquente, un terrorista. L’amore di una madre infatti è molto simile alla carità di Cristo di cui parla Paolo. Se noi avremo il cuore di una madre o, più precisamente, se ci proporremo di avere il cuore della Madre per eccellenza: Maria, saremo sempre pronti ad amare gli altri in tutte le circostanze e a tener vivo perciò il Risorto in noi. Ma faremo anche tutta quella parte che è richiesta a noi per mantenere presente Gesù, il Risorto, in mezzo a noi. Se avremo il cuore di questa Madre, ameremo tutti e non solo i membri della nostra Chiesa, ma anche quelli delle altre. Non solo i cristiani, ma anche i musulmani, i buddisti, gli induisti, ecc. Anche gli uomini di buona volontà. Anche ogni uomo che abita sulla terra: perché la maternità di Maria è universale (Cf. LG 79), come è stata universale la Redenzione. Anche se lei non è a volte riamata, ama sempre, ama tutti. Ecco dunque il nostro proposito: vivere come Maria, come fossimo madri di tutti».   Da CHIARA LUBICH – Cercando le cose di lassù – Città Nuova 1992 pp 40-41-42 (altro…)

Premio “Renata Borlone, donna in dialogo”

Premio “Renata Borlone, donna in dialogo”

RenataBorloneDomenica 25 febbraio, presso l’Auditorium del Centro internazionale di Loppiano (Firenze), alla presenza di rappresentanti del mondo scientifico e autorità civili, verrà consegnato il “Premio Renata Borlone” al prof. Suleiman Baraka, originario di Gaza, astronomo di fama internazionale. Giunto alla IV edizione, il Premio, istituito dall’omonima Associazione culturale, in collaborazione con l’Istituto Universitario Sophia, nasce per onorare la memoria di Renata Borlone (1930-1990), per oltre vent’anni corresponsabile della cittadella di Loppiano ed ora Serva di Dio. Ricca di valori umani e spirituali, Renata nutriva una particolare passione per la scienza, intesa come strumento privilegiato per la costruzione dell’unità della famiglia umana. Il Comitato scientifico del Premio ha conferito il riconoscimento al prof. Baraka per “la sua ricerca scientifica attenta ai valori umani e alla pace”. «Questo premio in onore di Renata Borlone che molto ha operato a favore della società – ha detto il premiato – per me è un’ulteriore spinta e incoraggiamento a mettere la scienza e la sua bellezza al servizio dell’umanità, della pace fra i popoli e permettere alle giovani generazioni di aprirsi alla speranza malgrado le difficoltà e ostacoli in cui si possono trovare». Leggi anche: Terrasanta.net (altro…)

C’ero anch’io al Genfest ’90

C’ero anch’io al Genfest ’90

Chiara Favotti

Chiara Favotti

Quello del 1990 è stato per tutti il “Genfest del muro”. O meglio, del crollo del muro. Soltanto pochi mesi prima un fatto di portata storica aveva cominciato a cambiare il volto dell’Europa e del mondo. Durante una indimenticabile notte, dopo settimane di disordine pubblico e i primi spiragli di apertura tra la Germania dell’Est e quella dell’Ovest, molti cittadini di Berlino Est si erano arrampicati sul muro che da 28 anni li divideva dall’Ovest e avevano cominciato ad aprire delle brecce a colpi di piccone. Quel muro era solo un tratto di una linea spartiacque fra Est e Ovest lunga 6.500 chilometri, che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale spaccava in due il continente, dalla Finlandia, sul Baltico, fino a Trieste, sull’Adriatico. Muro non solo materiale, fatto di torrette, sbarramenti di filo spinato, cani poliziotto, radar infrarossi, ma anche mentale, economico e culturale. Sono nata a Trieste, città italiana del Nordest, dove tutto parla di “con-fine”, di convivenza con il limite. Già solo arrivarci significa fare l’esperienza del limite netto tra terra e mare, con lo spettacolo meraviglioso della costa rocciosa che si tuffa a strapiombo. La bellezza di questa città si rivela all’improvviso, dietro una curva. Dal limite “fisico” a quello “politico”, sull’altipiano che la circonda, passano pochi chilometri. A cinque minuti in macchina da casa mia il confine di Stato con la Slovenia, oggi sempre aperto, fino al 2007, data d’ingresso della Slovenia nell’area Schengen, era uno sbarramento presidiato dai militari dentro una garitta. Nella vicina città di Gorizia, un muro simile a quello di Berlino, ma più piccolo, in calcestruzzo, tagliava la città in due. Sono cresciuta con questa idea di “separazione”: italiani da una parte, sloveni e croati (minoranza anche a Trieste) dall’altra. Ricordo isole culturali, scuole e teatri rigorosamente italiani o sloveni, come arcipelaghi che raramente entravano in comunicazione. Ricordo la lingua incomprensibile di altri studenti in autobus, verso scuola. Ricordo i pullman targati Slovenia o Croazia che entravano in città e si dirigevano sicuri verso i negozi attigui alla Stazione per fare incetta di tutti i prodotti che “di là” non arrivavano, le donne che indossavano molteplici strati di gonne e pantaloni, fino a sembrare enormi, per portare più merce possibile. Ricordo il loro impulso a comprare di tutto, e la maleducazione con cui venivano trattati, con un epiteto irripetibile. Noi italiani superavamo il confine di Stato mostrando un “lasciapassare” riservato ai frontalieri, per acquistare benzina e carne a prezzi migliori. In macchina stavamo zitti, un po’ impauriti. L’ordine di papà era quello di “non dire nulla”, perché quanto si dichiarava al militare che controllava i documenti poteva essere frainteso. Appena superato il momento di suspence, entrati in Slovenia, tornava la solita allegria. Genfest1990Durante l’adolescenza, la frequentazione con i gen e giovani per un mondo unito e le tante esperienze vissute insieme mi hanno spalancato il cuore ben oltre i muri che conoscevo, pensando e sognando “in grande” un mondo davvero unito. Non era un’utopia, ma una mentalità nuova, una direzione verso cui muoversi con piccoli passi, ma di fraternità autentica. Con loro partecipai al Genfest ‘90. Indimenticabile. Per la prima volta, in un’esplosione di gioia, giovani dell’est e dell’ovest ci guardavamo negli occhi, ci stringevamo le mani, mentre una diretta via satellite portava milioni di telespettatori dentro il catino del Palaeur. A tutti venne rivolto un mandato: riportare nel mondo l’amore. «Non è sufficiente l’amicizia o la benevolenza – ci disse Chiara Lubich – non bastano la filantropia, la solidarietà o la non-violenza. Occorre trasformarsi da uomini concentrati sui propri interessi a piccoli eroi quotidiani al servizio dei fratelli». L’anno dopo partii per Mosca. La cortina di ferro che separava Est e Ovest era caduta, ma a caro prezzo, sgretolando ideali e polverizzando un sistema sociale. Non c’erano né vinti né vincitori, solo disillusione, sofferenza e povertà diffusa. Mi fu chiaro: non bastava abbattere un muro per creare una società libera e giusta. E le parole sentite al Genfest “solo nella concordia e nel perdono si può costruire un futuro” sono da allora, per me, l’unica strada possibile.

Chiara Favotti


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Vangelo vissuto: “la vita come dono”

Dal carrozziere Avevo portato la macchina dal carrozziere per una riparazione di poco conto. Il giovane operaio mi avrebbe chiamato quando sarebbe stata pronta. Passano sei ore e nessuna telefonata. Vado di persona al garage e stranamente lui fa finta di non ricordarsi nemmeno del lavoro da fare e si mette a servire altri clienti. Dopo un’ora di attesa lui torna con il conto. Spropositato, per un lavoro così piccolo. Ho la pelle nera, è chiaro che questo è un gesto di discriminazione. Pago, ma mi sale la rabbia e un acuto dolore. Quando sto per esplodere mi fermo a pensare come vivere questo momento alla luce del Vangelo. Mi calmo e pazientemente espongo i fatti al responsabile. Lui mi ascolta e capisce. E mi fa rimborsare. Quel rimborso mi è sembrato il compimento delle promesse del Vangelo. Welile – Sudafrica Fame e sete di giustizia Ero una rivoluzionaria, avevo fame e sete di giustizia e lo dicevo a voce alta, dappertutto. A un certo punto ho trovato una risposta in Dio, e per lui ho lasciato tutto. Un giorno mi è stato chiesto di parlare in una fabbrica, ma adesso c’era una differenza: non ero più io, era Gesù che parlava in me perché cercavo di amarlo nei fratelli. Guardando quei volti inquieti, sofferenti, in rivolta, assetati di giustizia, ho avuto la conferma che solo l’amore può realizzare il miracolo di cambiare le persone, le idee, le strutture. Questo amore è Dio in noi e tra noi. Maria Teresa – Brasile Cambio di programma D’accordo con mio marito, pensavo di iscrivermi a un corso di studi che sarebbe stato utile per il mio lavoro. Ero entusiasta, perché vedevo man mano appianarsi tutte le difficoltà e tutto sembrava confermare che ero sulla strada giusta. Avevo iniziato a raccogliere i documenti necessari quando la scoperta di essere incinta mi ha confuso le idee. Avrei dovuto accantonare il mio progetto per un po’. La lettura del Vangelo con mio marito ci ha fatto capire che Dio aveva altri piani su di noi e ci siamo disposti ad accogliere con gioia il bambino. D.T.B. – Croazia La carta vincente Sono un agente di commercio. Un giorno sono entrato nella sede di una grossa azienda per presentare i miei prodotti al responsabile degli acquisti. Poiché aveva dimostrato poco interesse, mi accingo ad uscire dal suo ufficio. Ma durante quel breve incontro mi ero accorto di avere a che fare con una persona sofferente. Sono già sulla porta, quando avverto di dover tornare indietro e gli chiedo semplicemente: “Ma lei è sicuro di stare bene?”. Con gli occhi sbarrati mi chiede: “Come mai questa domanda?”. Rispondo dicendogli della mia sensazione, rinnovo i saluti ed esco. Il giorno dopo ricevo una telefonata da lui. “La volevo ringraziare, dopo che lei è andato via la sua domanda mi risuonava in mente, così la sera sono andato dal mio medico che mi ha confermato che potevo avere un collasso da un momento all’altro e bisognava intervenire subito con una energica terapia”. Lo stesso giorno, quell’azienda ha fatto un ordine consistente. Così, non solo ho trovato un grosso cliente, ma anche ho aiutato una persona a stare meglio. Mettere l’amore al primo posto nelle nostre relazioni è sempre la carta vincente. Dal sito dei Focolari www.flest.it – Italia (altro…)

Loppiano: Gen Rosso “Music and Arts Village”

Loppiano: Gen Rosso “Music and Arts Village”

Genrosso villageIl GEN ROSSO (INTERNATIONAL PERFORMING ARTS GROUP) presenta la 1° edizione del Gen Rosso Music and Arts Village, un’esperienza residenziale di approfondimento artistico e di condivisione di valori alla luce del carisma dell’unità. Il progetto intende coinvolgere giovani professionisti e studenti di discipline quali: musica, danza, canto e teatro, di età, preferibilmente, compresa tra i 18 e i 30 anni. La metodologia didattica è progettata e gestita da tutor del Gen Rosso con docenti dalla riconosciuta capacità ed esperienza artistica. Il programma prevede l’approfondimento di tematiche specifiche, lo scambio di esperienze, sessioni di dialogo e laboratori pratici che convergeranno in una performance finale. Le serate saranno arricchite da interessanti contributi artistici. La prima edizione del Village si terrà dal 25 marzo (con arrivo nel pomeriggio) al 1° aprile 2018. A conclusione verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Il Gen Rosso, attraverso la segreteria del Village, è a disposizione per fornire ulteriori informazioni e tutta la documentazione necessaria all’iscrizione (a numero limitato). Contatti Segreteria VILLAGE: +39 0558339821 (ore 9,00-13,00, ora italiana) Franco Gallelli cell +39 3806592166 Email segreteria VILLAGE: village@genrosso.com (altro…)

La rete d’amore intessuta da Gis

La rete d’amore intessuta da Gis

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Gis e Ginetta

Terza di tre sorelle, fra cui Ginetta che diventerà anch’essa focolarina, Gis nasce a Lavis (provincia di Trento), il 18 aprile 1920. Grazie ai tanti sacrifici della madre, le tre ragazze riescono a proseguire gli studi anche dopo la morte prematura del papà. Con lo scoppio della guerra Gis e Ginetta si trasferiscono per lavoro in Veneto dove, di tanto in tanto, Gis riceve notizie da una compagna di scuola. Con espressioni forti e incisive l’amica le descrive la singolare esperienza di Vangelo che sta nascendo a Trento da un gruppo di loro coetanee. Le sue parole colpiscono profondamente l’animo sensibile di Gis che tornata a Trento per la Pasqua, vuole conoscere Chiara Lubich. Ben presto avverte in quell’esperienza evangelica la sua strada. Senza indugi comunica all’imprenditore veneto che, pur grata per il vantaggioso lavoro, non sarebbe più tornata in azienda e al giovane cui è legata da un promettente sentimento scrive: “Non è per un altro uomo che ti lascio, ma per Dio”. Da allora ogni occasione è buona per recarsi alla ‘casetta’ in Piazza Cappuccini, l’appartamento che una signora aveva messo a disposizione di quel gruppo di ragazze. «Abitavo a qualche chilometro da lì – racconta Gis – e la strada era tutta in salita. Mi alzavo alle cinque per assistere con loro alla messa e per la meditazione, nella quale Chiara ci faceva penetrare nel fuoco delle parole del Vangelo che cambiavano il senso a tutto: non c’era difficoltà di sorta per metterle in pratica». In città a causa della guerra manca tutto. Gis si ricorda di un podere della sua famiglia coltivato a frutta e verdura. Ma come reperirle se a transitare sono solo i carri armati? Per amore dei tanti che bussano alla porta della ‘casetta’ in cerca di cibo, si arma di coraggio e, posta sul ciglio della strada, fa l’autostop ai soldati che guidano i carri armati. Essi passano via senza neppure guardarla, ma ad un certo punto uno si ferma e, sentite le ragioni del suo ardire, la fa salire sul carro armato. Lo stesso avviene al ritorno, così può portare alla ‘casetta’ due grosse sporte di tanto ben di Dio. FNFOC-20180123-Profilo-024_600x333Finita la guerra Gis e Ginetta chiedono alla madre di andare a vivere in focolare. Ginetta ha il permesso ma la ‘piccola’ no. Lei non si rassegna: sa che la sua scelta è definitiva; è solo questione di tempo. La soluzione la trova l’on. Giordani il quale, sapendo che mamma Calliari è una sua appassionata lettrice, offre a Gis un posto di lavoro a Roma. Il 6 dicembre ‘49, la madre, contenta di favorire Giordani, la lascia partire alla volta di Roma, ignara che la figlia, oltre a far da segretaria all’onorevole, con Chiara e altre sue compagne avrebbe aperto il primo focolare nella capitale. Da allora Gis vive accanto a Chiara, con qualche breve intervallo per l’avvio dei Focolari in alcune regioni italiane. Di questa sua vita con lei, nel 2005 confida: «È molto semplice, limpida, profonda: tutto ciò che è suo è mio, tutto ciò che è mio è suo». Affermazioni che trovano pieno riscontro in ciò che rappresenta per Chiara il suo focolare: «La filadelfia è più che una realtà – dice Chiara –. È qui che io prendo forza per affrontare le croci di ogni giornata, dopo l’unione personale con Gesù. Qui si va dalla sapienza, comunicata con spontaneità, ai consigli pratici sulla salute, sul vestito, sulla casa, sul mangiare; ad aiuti continui, quotidiani, con sacrifici che spesso non si contano. Qui […] scorre sangue di casa, ma celeste». FNFOC-20180123-091«Dal suo ufficio – ricorda Gabri Fallacara – telefonava a tutti, intessendo una rete d’amore, incisivo, omnicomprensivo. Nella massima fiducia, ci metteva nelle condizioni più favorevoli per capire quello che il carisma dell’unità, giorno dopo giorno, chiedeva a Chiara e a noi». Dopo la morte di Chiara, Gis continua a vivere per tutti essendo, al di là delle ridotte capacità, sorgente zampillante di affetto e tenerezza. Ai primi di luglio 2017 un peggioramento di salute trasforma la sua camera in un crocevia di incontri di cielo. Il 20 gennaio 2018, a 97 anni, Gis lascia serenamente questo mondo. La presidente dei Focolari Maria Voce, al suo funerale testimonia: «Fino alla fine ha dato tutta se stessa per continuare a far vivere Chiara nel Movimento di oggi. Mi ha dato una grande lezione di essenzialità, di radicalità, di fiducia nei disegni di Dio, di unità con tutti». A cura di Chiara Favotti (altro…)

Cammino neocatecumenale

Cammino neocatecumenale

Cammino Neocatecumenale

María Ascensión Romero, Kiko Argüello y el P. Mario Pezzi. Foto: Camino Neocatecumenal

María Ascensión Romero è entrata a far parte dell’equipe responsabile a livello internazionale del Cammino Neocatecumenale, l’itinerario di formazione cattolica per adulti finalizzato alla riscoperta delle ricchezze del Battesimo, attualmente diffuso in più di 900 Diocesi di 105 Paesi, con oltre 20 mila comunità in 6 mila parrocchie. «María Ascensión Romero – ha precisato un comunicato dei neocatecumenali – non sostituirà Carmen Hernández (co-iniziatrice insieme a Kiko Argüello del Cammino neocatecumenale, morta il 19 luglio 2016), ma farà parte dell’equipe insieme all’iniziatore del Cammino e al presbitero Mario Pezzi». Nata nel 1960 a Tudela, Navarra (Spagna), la Romero ha studiato nel Collegio della Compañía de María. Mentre studiava pedagogia a Soria, ha trovato nel Cammino una risposta alle sue domande esistenziali. «Questa elezione mi ha lasciato completamente spiazzata – ha affermato – in quanto sento di essere una persona debole e povera per una missione tanto grande come quella di aiutare Kiko e il P. Mario». (altro…)

Ambasciatori del Mondo Unito

Ambasciatori del Mondo Unito

UWPContestC’è tempo fino al 1° marzo per partecipare al contest #FraterniTALES, organizzato da United World Project, per diventare “Ambasciatore del mondo unito”. Gli Ambasciatori selezionati collaboreranno con le Commissioni Nazionali UNESCO, presentando le buone pratiche promosse durante la Settimana Mondo Unito nei rispettivi Paesi. «Oltre a dar voce ad azioni e progetti di pace, i giovani dovranno dar prova di possedere un certo fiuto per scovare fatti e scelte di fraternità» spiega Marco Desalvo, presidente della ONG New Humanity promotrice del contest e del più vasto United World Project insieme ai Giovani per un Mondo Unito dei Focolari. Possono partecipare alla selezione giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, con competenze, passione e interesse in tematiche quali fraternità universale, cittadinanza globale, sviluppo sostenibile, educazione ai diritti umani, funzionamento delle istituzioni internazionali, ethical leadership. Tutti i #FraterniTALES saranno pubblicati sulle pagine Facebook e Instagram del concorso. I 30 candidati più meritevoli diventeranno veri e propri portavoce di United World Project nel loro Paese d’origine dopo un percorso di formazione in due fasi, di cui la seconda a Manila, durante il Genfest. Per informazioni e invio elaborati (video o testo): United World Project (altro…)

Capodanno cinese

Capodanno cinese

ChineseNewYear_Loppiano_03La festa di primavera (春節, 春节, chūnjié) o capodanno lunare (農曆新年, 农历新年, nónglì xīnnián), in Occidente noto come capodanno cinese, è una delle più importanti e maggiormente sentite festività tradizionali cinesi, in cui si celebra l’inizio del nuovo anno secondo il calendario cinese. Le celebrazioni cominceranno il 16 febbraio e si protrarranno per circa due settimane fino alla Festa delle Lanterne, con numerose attività, spettacoli e mercati. La vigilia di capodanno le famiglie si riuniscono per la “cena di ritrovo”, il pasto più importante dell’anno. In questa occasione diverse generazioni siedono intorno a tavole rotonde gustando il cibo e il tempo insieme. Ogni strada, casa o palazzo è decorato di rosso, il colore principale della festività. Pregare in un tempio, durante il Capodanno, è ritenuto un ottimo auspicio per l’anno nuovo che inizia. A Shanghai migliaia di persone si riversano al Tempio Longhua, il più grande della città. A Loppiano, cittadella internazionale dei Focolari, dove molti abitanti provengono dall’Estremo Oriente, si festeggerà l’ingresso nell’anno del Cane con una festa, sabato 17 febbraio, occasione per entrare nelle culture dell’Asia attraverso giochi, arte, musica, danze. (altro…)

Fidanzati: la forza della testimonianza

Fidanzati: la forza della testimonianza

P1320454 Si è da poco concluso a Castel Gandolfo (Roma) il corso internazionale per fidanzati organizzato da Famiglie Nuove dei Focolari cui hanno partecipato 65 coppie. Oltre a parlare della scelta della persona e su come identificare e superare le crisi relazionali con ampi excursus su comunicazione, affettività e spiritualità e oltre ai momenti di condivisione, ciò che ha fatto gran presa sono state le storie di vita vissuta. Una fra tutte? Massimo e Francesca di Roma, sposati da 17 anni, rispettivamente manager in una società di telecomunicazioni e insegnante di italiano a stranieri. Francesca: Secondo i medici non avremmo né potuto né dovuto avere figli e se pure ci fosse stata una gravidanza, era certo che non sarebbe andata a buon fine. Una condanna senza appello. Allo sconforto dei primi momenti subentra una rassicurante convinzione: la fecondità non è solo nella capacità biologica ma nel saper generare amore intorno a sé. Così continuiamo a portare avanti con immutato entusiasmo le iniziative che avevano accompagnato le nostre scelte giovanili verso gli altri. E aperti alla vita, nonostante lo spauracchio di seriali e traumatici aborti. Non trascorrono due anni che scopriamo di aspettare un bambino. P1320237Come previsto è una gravidanza difficile, fattasi largo nonostante i verdetti dei medici i quali non mancano di ricordarci i gravi rischi e le molte attenzioni che dobbiamo prendere. Nei tanti momenti difficili ci appelliamo a Dio, l’autore della vita, che ci fa ancora più consapevoli della preziosità di quel fagottino che vuole crescere dentro di me nonostante il severo parere dei medici. La tenerezza dell’uno verso l’altra si intensifica, scacciando le paure e dando senso al nostro dolore. Alessandro nasce a termine, sanissimo ed anch’io sto bene, lasciando i medici nello stupore. Massimo: Rimaniamo ancora aperti alla vita e dopo un paio d’anni si affaccia una nuova gravidanza, seguita da una nuova ondata di incredulità, scetticismo e raccomandazioni dei medici. A gravidanza avanzata c’è il sospetto della sindrome di Down, da accertare con l’amniocentesi. Ancora una volta, nonostante il trauma di questa notizia, sentiamo che è più forte la certezza dell’amore di Dio per noi e per nostro figlio, cui vogliamo dare un’accoglienza incondizionata. Così rinunciamo al test e ai rischi che esso comporta e ci portiamo il dubbio fino alla nascita. Sono mesi di paure e di sconforto che superiamo puntando di nuovo a non voler restare invischiati nel dolore ma di viverli come occasioni di amore fra noi e con tutti. Matteo, ci dicono alla nascita, non ha la sindrome di Down, ma una malformazione cardiaca che richiede il ricovero fino all’intervento che avverrà a soli 4 mesi di vita. P1320257Francesca: Quattro mesi durante i quali la stanchezza e soprattutto l’impotenza di fronte al dolore innocente ci portano a momenti di incomprensione. Quella tensione a volersi bene a volte sembra svanire, anche perché io devo rimanere in ospedale con Matteo e Massimo a casa con Alessandro o al lavoro; ci si vede solo nel reparto e spesso basta una frase sbagliata per accendere i toni. Massimo: Una sera, dopo essere stato da loro in ospedale, nel salutarci in corridoio avvertiamo tutti e due l’esigenza di un dialogo sincero, benefico, cuore a cuore. Capiamo che tra le tante preoccupazioni l’unica che deve trovare spazio è quella di volerci bene. E anche adesso, quando le inevitabili tensioni del quotidiano sembrano avere il sopravvento, torniamo al ricordo di quei momenti di luce nei quali anche come famiglia il dolore ci ha rigenerati all’amore più vero. (altro…)

Il viaggio che mai avrei immaginato

Il viaggio che mai avrei immaginato

Raccontata con il ritmo di un romanzo, la storia di Vittorio Sabbione risulta, come lascia intendere il titolo di questa biografia, non solo un viaggio nello spazio e nel tempo, ma anche all’interno di una personalità assolutamente originale e affascinante. Di essa vengono ripercorse le inquietudini intellettuali e sociali della giovinezza vissuta a Torino, la partecipazione alla resistenza partigiana, il compromesso politico, la professione di avvocato, l’intensa esperienza matrimoniale, il dolore per una perdita irreparabile fino all’incontro con la spiritualità del Movimento dei Focolari che riempie le sue aspirazioni più profonde. Inframezzato di dati congiunturali, linguaggio realistico e testimonianze dirette, il racconto ripercorre un tratto della storia italiana del XX secolo intrecciandosi con la diffusione del Movimento dei Focolari in America latina, in cui tanta parte ebbe il protagonista di questa storia.   Collana: Verso l’unità Citta Nuova Editrice Il viaggio che mai avrei immaginato