Movimento dei Focolari
Psicologia e Comunhão: a psicologia e o diálogo

Psicologia e Comunhão: a psicologia e o diálogo

Convite-Encontro-Psicologia-2015-300x116 De 18 a  20 de setembro será realizado na Mariápolis Santa Maria, em Igarassu (PE), o VIII Encontro de Psicologia e Comunhão, intitulado “O encontro com o outro: Empatia e Diálogo”. O Encontro deseja ser um momento de diálogo entre as diversas linguagens e experiências que o saber psicológico proporciona na compreensão das relações interpessoais. O evento é direcionado a psicólogos e psiquiatras, profissionais e estudantes. “Psicologia e Comunhão” é um grupo que nasceu inspirado na cultura da unidade, vivida por Chiara Lubich e o Movimento dos Focolares, a partir do Doutorado honoris causa em Psicologia recebido por ela na Universidade de Malta, em 1999. Conta com pesquisadores de diversos países e realiza encontros que possibilitam o diálogo entre os diversos olhares e perspectivas que a Psicologia proporciona. Mais informações e inscrições podem ser feitas pelo site http://psicologiacomunhao.wix.com/site

Liliana Cosi: La mia storia è come una fiaba

Milanese di nascita, presidente dell’Associazione Balletto Classico, con sede a Reggio Emilia, Liliana Cosi fa parte della rete internazionale “Clarté, artisti in dialogo”. Un ambito che raccoglie «artisti e studiosi di tutto il mondo che si interrogano sul senso del proprio operare guardando alla luce di cui ogni vera opera d’arte è portatrice e alle nuove prospettive culturali aperte dalla spiritualità dell’unità». Nel suo recente passaggio dal Meeting di Rimini, alla domanda della giornalista su cosa significa per lei “Parlare ai bambini per raccontarsi”, il titolo del suo intervento, la Cosi risponde: «I ragazzini sono puri, allora uno può parlare a “ruota libera”. Non è che deve contestualizzare, stare attenta alle paroline, ma deve conquistarli dal cuore … penso raccontarle la mia storia personale che è come una fiaba …». https://www.youtube.com/watch?v=28tl7-MG7j4

Paolo VI e Chiara Lubich

Paolo VI e Chiara Lubich

lubichI contributi raccolti nel presente volume analizzano i rapporti che si sono intrecciati tra Giovanni Battista Montini-Paolo VI, Chiara Lubich, Igino Giordani e il Movimento dei Focolari (Opera di Maria). È una storia che risale a ben prima della stagione del Vaticano II e che ha avuto un seguito anche dopo la metà degli anni Sessanta, in un periodo che ha visto la crescita e l’affermazione all’interno della Chiesa cattolica di numerosi movimenti ecclesiali. Dall’analisi di documenti d’archivio inediti emerge il profondo legame tra Chiara Lubich e Giovanni Battista Montini, il quale, fin dagli anni del servizio in Segreteria di Stato e durante il suo pontificato, seppe valorizzare e incoraggiare la dimensione cristocentrica, fraterna ed ecumenica del carisma del Movimento dei Focolari. A testimonianza le parole di Chiara Lubich dopo la morte di Paolo VI: «Per me il Papa non è morto, ha cambiato sede: dalla cattedra di Pietro dalla quale vigilava anche su di noi e ci proteggeva, alla presenza di Dio dove non può non continuare a proteggerci con quell’amore sensibile, fattivo, materno, costante di cui ci aveva colmati quando era su questa terra». Quaderni dell’Istituto Paolo VI

Chiara Lubich: Ho un sogno

Chiara Lubich: Ho un sogno

Chiara_Lubich«Se osservo ciò che lo Spirito Santo ha fatto con noi e con tante altre “imprese” spirituali e sociali oggi operanti nella Chiesa, non posso non sperare che Egli agirà ancora e sempre con tale generosità e magnanimità. E ciò non solo per opere che nasceranno ex-novo dal suo amore, ma per lo sviluppo di quelle già esistenti come la nostra. E intanto per la nostra Chiesa sogno un clima più aderente al suo essere Sposa di Cristo; una Chiesa che si mostri al mondo più bella, più santa, più carismatica, più famigliare, più intima, più configurata a Cristo suo Sposo. La sogno faro dell’umanità. E sogno in essa una santità di popolo, mai vista. Sogno che quel sorgere – che oggi si costata – nella coscienza di milioni di persone d’una fraternità vissuta, sempre più ampia sulla Terra, diventi domani, con gli anni del 2000, una realtà generale, universale. Sogno con ciò un retrocedere delle guerre, delle lotte, della fame, dei mille mali del mondo. Sogno un dialogo d’amore sempre più intenso fra le Chiese così da far vedere ormai vicina la composizione dell’unica Chiesa. Sogno l’approfondirsi d’un dialogo vivo e attivo fra le persone delle più varie religioni legate fra loro dall’amore, “regola d’oro” presente in tutti i libri sacri. Sogno un avvicinamento e arricchimento reciproco fra le varie culture nel mondo, sicché diano origine a una cultura mondiale che porti in primo piano quei valori che sono sempre stati la vera ricchezza dei singoli popoli e che questi s’impongano come saggezza globale. Sogno che lo Spirito Santo continui a inondare le Chiese e potenzi i “semi del Verbo” al di là di esse, cosicché il mondo sia invaso dalle continue novità di luce, di vita, di opere che solo Lui sa suscitare. Affinché uomini e donne sempre più numerosi s’avviino verso strade rette, convergano al loro Creatore, dispongano anima e corpo al suo servizio. Sogno rapporti evangelici non solo fra singoli, ma fra gruppi, movimenti, associazioni religiose e laiche; fra i popoli, fra gli Stati, sicché si trovi logico amare la patria altrui come la propria. È logico il tendere a una comunione di beni universale: almeno come punto d’arrivo. (…) Sogno perciò già un anticipo di cieli nuovi e terre nuove come è possibile qui in terra. Sogno molto, ma abbiamo un millennio per vederlo realizzato». Chiara Lubich Da: Attualità. Leggere il proprio tempo, Città Nuova, Roma 2013, pp. 102-103 (altro…)

Parola di Vita – Settembre 2015

Ecco una di quelle parole del Vangelo che domandano di essere vissute subito, con immediatezza. È così chiara, limpida – ed esigente – che non richiede tanti commenti. Per cogliere la forza in essa contenuta può essere tuttavia utile ricollocarla nel suo contesto. Gesù sta rispondendo alla domanda di uno scriba – uno degli studiosi della Bibbia – che gli ha chiesto quale fosse il più grande comandamento. Era una questione aperta, soprattutto da quando nelle Sacre Scritture erano stati individuati 613 precetti da osservare. Uno dei grandi maestri vissuto pochi anni prima, rabbi Shammaj, si era rifiutato di indicare il comandamento supremo. Altri invece, come farà poi Gesù, si orientavano già sulla centralità dell’amore. Rabbi Hillel, ad esempio, affermava: «Non fare al prossimo tutto ciò che è odioso a te; questa è tutta la legge. Il resto è solo spiegazione».[1] Gesù non soltanto riprende l’insegnamento sulla centralità dell’amore, ma pone insieme, come unico comandamento, l’amore di Dio (cf. Dt 6, 4) e l’amore del prossimo (cf. Lv 19, 18). La risposta che egli dà allo scriba che lo interroga è infatti: «Il primo [comandamento] è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». «Amerai il tuo prossimo come te stesso» Questa seconda parte dell’unico comandamento è espressione della prima parte, l’amore di Dio. A Dio sta talmente a cuore ogni sua creatura che per dargli gioia, per dimostrargli a fatti l’amore che abbiamo per lui, non vi è modo migliore che essere l’espressione del suo amore verso tutti. Come i genitori sono contenti quando vedono i loro figli andare d’accordo, aiutarsi, stare uniti, così anche Dio – che verso di noi è come un padre e una madre –, è contento quando vede che amiamo il prossimo come noi stessi, contribuendo così all’unità della famiglia umana. Già da secoli i Profeti andavano spiegando al popolo d’Israele che Dio vuole l’amore e non i sacrifici e gli olocausti (cf. Os 6, 6). Gesù stesso richiama il loro insegnamento, quando afferma: «Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici» (Mt 9, 13). Come infatti si può amare Dio che non si vede, se non si ama il fratello che si vede? (cf. 1 Gv 4, 20). Lo si ama, lo si serve, lo si onora, nella misura in cui amiamo, serviamo, onoriamo ogni persona, amica o sconosciuta, del nostro o di altri popoli, soprattutto i “piccoli”, i più bisognosi. È l’invito, rivolto ai cristiani di ogni tempo, a trasformare il culto in vita, ad uscire dalle chiese, dove si è adorato, amato, lodato Dio, per andare incontro agli altri, in modo da attuare quanto si è appreso nella preghiera e nella comunione con Dio. «Amerai il tuo prossimo come te stesso» Come vivere dunque questo comando del Signore? Ci ricordiamo innanzitutto che esso fa parte di un dittico inscindibile, che comprende l’amore di Dio. Occorre darsi il tempo per conoscere cos’è l’amore e come si ama, e quindi occorre fare spazio ai momenti di preghiera, di “contemplazione”, di dialogo con lui: lo si impara da Dio, che è Amore. Non si ruba tempo al prossimo quando si sta con Dio, anzi ci si prepara ad amare in modo sempre più generoso e appropriato. Nello stesso tempo, quando torniamo da Dio dopo aver amato gli altri, la nostra preghiera è più autentica, più vera, e si popola di tutte le persone incontrate, che riportiamo a lui. Per amare il prossimo come se stessi occorre poi conoscerlo come si conosce se stessi. Dovremmo giungere ad amare come l’altro vuole essere amato e non come a noi piacerebbe amarlo. Adesso che le nostre società si fanno sempre più multiculturali, con la presenza di persone provenienti da mondi molto diversi, la sfida è ancora più grande. Chi va in un Paese nuovo deve conoscerlo nelle sue tradizioni e nei suoi valori; soltanto così può capire e amare i suoi cittadini. Lo stesso per chi accoglie i nuovi immigrati, spesso spaesati, alle prese con una nuova lingua, con problemi di inserimento. Le diversità sono presenti all’interno della stessa famiglia, o negli ambiti di lavoro e di vicinato, anche quando sono composti da persone della stessa cultura. A noi piacerebbe trovare qualcuno pronto a dedicare il suo tempo ad ascoltarci, ad aiutarci a preparare un esame, a trovare un posto di lavoro, a riordinare la casa? Forse anche l’altro ha esigenze simili. Dobbiamo saperle intuire, facendoci attenti a lui, ponendoci in ascolto sincero, mettendoci nei suoi stessi panni. Conta anche la qualità dell’amore. L’apostolo Paolo, nel celebre inno alla carità, enumera alcune sue caratteristiche che non sarà inutile ricordare: essa è paziente, vuole il bene dell’altro, non è invidiosa, non assume atteggiamenti di superiorità, considera l’altro più importante di sé, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (cf. 1 Cor 13, 4, 7). Quante occasioni dunque e quante sfumature nel vivere: «Amerai il tuo prossimo come te stesso» Possiamo infine ricordare che questa norma dell’esistenza umana è alla base della famosa “regola d’oro” che troviamo in tutte le religioni e nei grandi maestri della stessa cultura “laica”. Potremmo cercare, alle origini della propria tradizione culturale o credo religioso, analoghi inviti ad amare il prossimo e aiutarci a viverli insieme, indù e musulmani, buddhisti e aderenti alle religioni tradizionali, cristiani e uomini e donne di buona volontà. Dobbiamo lavorare insieme per creare una nuova mentalità che dia valore all’altro, che inculchi il rispetto della persona, la tutela delle minoranze, l’attenzione verso i soggetti più deboli, che decentri dai propri interessi per mettere al primo posto quelli dell’altro. Se tutti fossimo davvero consapevoli di dover amare il prossimo come noi stessi, fino a non fare all’altro ciò che non vorremmo fosse fatto a noi e che dovremmo fare all’altro ciò che vorremmo che l’altro facesse a noi, cesserebbero le guerre, la corruzione sparirebbe, la fraternità universale non sarebbe più un’utopia, la civiltà dell’amore diventerebbe presto una realtà. Fabio Ciardi [1] TB, Shab. 31a (altro…)

Vangelo vissuto: camminare nella carità

Vangelo vissuto: camminare nella carità

Una malattia Mio marito da due anni è malato. Un tumore al cervello lo ha trasformato. Talvolta si lamenta perché gli cadono gli oggetti dalle mani. Con i figli ci siamo accordati per non fargli mai sentire che è successo qualcosa di strano… Tante volte, osservando la delicatezza con la quale trattano il padre, rendendomi conto di quali sacrifici e rinunce fanno pur di aiutare in famiglia, vedo in loro una maturità più grande dell’adolescenza. Stiamo vivendo una stagione della famiglia come mai avevamo vissuto. Nonostante il dolore inconfessabile che pesa sulle nostre giornate, sperimentiamo una grande serenità (B.S. – Polonia) Il vecchietto Non c’era più nulla da mangiare in casa. Ho preso un sacco di granturco e 1000 franchi: metà per il trasporto e metà per il mulino. Fermo il primo taxi. Accanto all’autista un uomo anziano dormiva profondamente. Ho notato che il tassista cercava di sfilargli il borsellino dalla borsa, così quando sono arrivata a destinazione ho detto: «Questo è mio padre: deve scendere con me». L’autista continuava a ripetermi che non era questo il posto che lui gli aveva detto, ma dietro la mia insistenza, per far scendere quell’uomo, mi ha chiesto 1000 fr. Glieli ho dati subito e, presa la borsa, ho tirato fuori il vecchietto che continuava a dormire. Da noi capita spesso che gli autisti narcotizzano per derubare. Il vecchietto si è svegliato quando gli ho gettato dell’acqua sulla testa. Ha cercato la sua borsa e ha controllato se c’erano tutti i soldi. Mi ha detto: «Mi hai salvato la vita» e mi ha dato 5.000 fr. Ho cercato un tassista di fiducia che lo ha accompagnato sano e salvo al suo villaggio (M. A. – Camerun) 20150827-01Pantaloni alla moda In classe venivo preso in giro perché non ero vestito alla moda come gli altri. La mia famiglia era numerosa e vivevamo in campagna. Un giorno ho aiutato un compagno che aveva difficoltà con la matematica e siamo diventati amici. Un altro giorno gli altri hanno cominciato a canzonarmi per i miei pantaloni e lui si è messo a difendermi. Da quel momento non ci sono stati più problemi. Bisogna essere almeno in due per lottare contro le idee sbagliate. Nel giro di poco tempo siamo diventati tutti più amici, e quando si è trattato di scegliere il nuovo capoclasse hanno scelto me (E.C. – Italia) Il mendicante In comunità ogni giorno chiediamo la benedizione di Dio sui nostri cibi e di saperli condividere con chi non ne ha. All’ora di pranzo bussa il solito mendicante e non avevamo altro che un po’ di polenta per il pranzo e per la cena. E soldi non ne avevamo. Dico al mendicante che purtroppo non abbiamo nulla. Quando mi siedo a tavola non ho appetito. Poco dopo mi gira nella testa «Date e vi sarà dato». Allora ho preso quello che avevamo e l’ho dato al mendicante che era sempre in attesa. Non molto tempo dopo bussano alla porta. Una ragazza recava un grande piatto di polenta: «Ve lo manda la mamma». Incredibile la puntualità di Dio (Suor Madeleine – Burkina Faso) (altro…)

Una valle rinata grazie ai migranti

Una valle rinata grazie ai migranti

20150826-01Cinque anni fa era inquadrato nelle classifiche tra i paesi con più alto tasso di “marginalità” sociale ed economica in Piemonte. Ma l’intera comunità ha imparato ad accogliere. Oggi, 30 profughi, quasi tutti africani oltre a una famiglia del Kosovo con tre bambini, vivono da otto mesi in un immobile di proprietà del Cottolengo. «Li abbiamo adottati», confidano due ultraottantenni sedute sulla panchina nella piazza del municipio. Lo avevano fatto anche durante la guerra, fa notare il presidente della “Pro Loco”, con gli ebrei e i partigiani. La Storia ritorna. Il sindaco Giacomo Lisa non ha dovuto convincere i 180 residenti del paese. Di questi solo 90 vivono a Lemie tutto l’anno. Era successo già nel 2011, quando era meno forte il problema dell’accoglienza dei profughi e dei rifugiati arrivati sulle coste italiane a bordo di un barcone arrugginito. Per Lemie già allora, quell’arrivo di “amici” aveva rappresentato una rinascita della comunità. 12 bambini, seguiti da formatori e dal parroco, erano anche stati battezzati nella chiesa parrocchiale durante una cerimonia destinata a entrare nella piccola storia del paese. Una festa. Tutte famiglie con bambini, accolti da famiglie e da altri bambini in quelle valli alpine. «Certo, all’inizio eravamo un po’ sorpresi – spiega Giacomo Lisa -, la popolazione qui ha una media di età molto alta, non è semplice aprirsi. O almeno non lo era. Non ho dovuto dare molte spiegazioni perché nessuno mi ha fatto domande. Accogliere ci è parso naturale». Così nel 2011, così oggi. E come allora, uomini e donne arrivati dalla Libia e da altri Paesi dell’Africa sub sahariana vorrebbero lavorare, rendersi utili. «Con la Provincia di Torino nel 2011 avevamo anche messo in piedi delle borse lavoro. Adesso alcuni stanno facendo domanda per prestare un “volontariato di restituzione” che fa bene a loro e a noi», commenta il primo cittadino. 20150826-03Non solo questi “amici profughi” vorrebbero fermarsi in Italia, è la stessa comunità a chiedere loro di restare. «I cittadini li hanno subito accettati, direi di più, accolti – conferma Giacomo Lisa – e un paio di persone del posto hanno trovato lavoro come formatori, d’intesa con un’associazione legata ad una cooperativa. I problemi? «Solo di ordine burocratico. Hanno fatto domanda di protezione, come rifugiati, ma i tempi per le risposte sono lunghissimi». Poi i trasporti: «Chiederò a chi gestisce i pullman per Torino, di aiutarli; trovo inutile far pagare loro il biglietto per le corse che fanno verso il capoluogo». Quando chiedi al sindaco se il paese grazie ai profughi africani sia rinato, lui sorride e apre le braccia. «Guardi questa valle. È piena di seconde case, aperte solo qualche settimana d’estate. Molti giovani continuano ad andarsene, anche se il legame con il paese resta forte. Le nuove persone arrivate hanno portato molta vivacità. Basta scendere al parco giochi in un pomeriggio di sole per vedere finalmente dei bambini che giocano, urlano, si divertono. Hanno pure salvato la scuola». Scusi? «Certo. Cinque bambini in più nella scuola hanno permesso di mantenere più insegnanti e una migliore qualità formativa. Cosa possiamo volere di più da questi amici che abbiamo accolto? La famiglia si è allargata e Lemie non è più così piccolo e marginale. Vogliamo essere un paese diverso, nuovo, aperto a tutti». Fonte: Città Nuova online (altro…)

Argentina: la cittadella Lia sommersa dall’acqua

Argentina: la cittadella Lia sommersa dall’acqua

20150825-01Intense piogge hanno colpito recentemente le provincie argentine di Buenos Aires e Santa Fe. I media locali parlano di 20.000 persone colpite e di 4.000 evacuati. Ci sono strade chiuse e altre con circolazione ridotta. La pioggia non si attenua e continua l’allerta meteorologica. Comunque, in alcune zone l’acqua è cominciata a scendere lentamente. La cittadella “Mariapoli Lia”, immersa nella Pampa argentina, è stata letteralmente sommersa dall’acqua. Ovviamente, anche il “Polo Solidaridad” dove sorgono alcune aziende dell’Economia di Comunione. «L’acqua è entrata in due case del polo e anche nel garage di una terza – scrive Jorge Perrín, dal Polo Solidaridad –. Altre due sono a rischio: il livello dell’acqua è a pochi centimetri. Nel resto delle case, in alcune l’acqua è entrata in cantina ma le abitazioni sono per il momento sicure. Anche le serre di “Primicias” prossime alla strada sono allagate e la produzione si è persa, tranne una parte dei pomodori; le altre hanno troppa umidità sul terreno. “Pasticcino” (Biscotti per il caffè) sta consegnando i suoi prodotti col trattore di “Primicias”. Per il momento l’acqua non è entrata nelle abitazioni della cittadella». Come in buona parte della provincia di Buenos Aires, le lagune sono collegate tra di loro; i canali di scarico non sono sufficienti e gli specchi d’acqua diventano come dei mari. «Il canale della Mariapoli e del Polo era stato ripulito recentemente e funziona molto bene – spiega Perrín –. Se smetterà di piovere in pochi giorni l’acqua scenderà in tutta la cittadella. Diverso è il problema della strada che collega la cittadella col paese vicino, che drena da un’altra parte. L’accesso tra la Mariapoli e il paese vicino è completamente allagato e si può circolare soltanto con veicoli speciali». «La solidarietà fra noi è straordinaria – aggiunge – . Le sole macchine che possono circolare a causa del fango sono l’unico trattore che abbiamo e il pulmino della cittadella. Così, questi due mezzi sono sempre in giro portando persone al lavoro, alla scuola, a fare la spesa per tutti, oppure portando le merci da consegnare, etc. In questi giorni – conclude – , nelle numerose chiamate, nella comunione tra tutti, nello spirito sereno col quale si affronta ogni difficoltà, capisco ancor di più che siamo una grande famiglia!». Per chi desidera collaborare concretamente, tutti gli aiuti saranno coordinati attraverso la mail: polosolidaridad@gmail.com Scrivendo a questo indirizzo si riceveranno le indicazioni opportune a seconda della provenienza e del tipo di aiuto. (altro…)

Cuba: ero carcerato e sei venuto a visitarmi

Cuba: ero carcerato e sei venuto a visitarmi

Prison«Dal 1994 sono impegnata nella Pastorale Penitenziaria dell’arcidiocesi di Santiago di Cuba che comprende anche la città di Guantanamo. Con altri volontari ci prendiamo cura di loro e dei loro famigliari, proprio perché sono i più poveri fra i poveri. Nel 2007, quando ho conosciuto la spiritualità dell’unità, un raggio di luce è penetrato dentro di me, che ha ancor più illuminato questo mio servizio in carcere e mi ha fatto comprendere che nella vita si deve ricercare ciò che unisce e non ciò che divide. Condividere con altri questo modo di vivere mi ha aiutato molto. Qualcuno mi dice: «Come fai a trattare con assassini e stupratori, sapendo che la maggior parte di loro nemmeno si accorge di chi li segue nel loro cammino…». È vero, a volte succede anche così, ma la spiritualità di Chiara Lubich mi aiuta a vedere in ciascuno di loro il volto di Gesù crocifisso e abbandonato. Noi dobbiamo soltanto seminare quel piccolo seme del Vangelo, senza aspettarci niente in cambio. Questa convinzione mi dà forza, mi sostiene e non mi fa sentire sola. Mi impedisce di cadere nella tentazione di lasciare questo servizio e scopro che alla fine sempre ricevo di più di quanto ho dato. Da qualche tempo, tutti i mesi abbiamo iniziato a portare il foglietto della Parola di Vita, per darlo sia ai carcerati che alle loro famiglie. Dopo un po’, grande è stata la sorpresa di sapere che nel settore a regime speciale è nata una piccola comunità di detenuti, guidata da un giovane. Insieme commentano il testo del foglietto e durante il mese cercano di metterlo in pratica per poi fare delle esperienze davvero significative. “Negli anni della gioventù – racconta Y, uno di loro – ho commesso dei reati che sto scontando con la reclusione a vita. Mi trovo nel carcere della città di Guantanamo (non lontano dal famigerato carcere americano di altissima sicurezza). Ho trovato la fede in Dio attraverso persone del Movimento dei Focolari che da diversi anni vengono regolarmente a trovarmi. Ho anche scritto la mia storia dove racconto del mio incontro con Dio e di come mi sia rinata la speranza nella Vita che non finisce. Ogni giorno m’impegno a mettere in pratica la Parola di Vita del mese». Y. un giorno al telefono ci diceva: «Ho la febbre e un forte mal di testa; avevo bisogno di sentirvi e ho sfruttato questo momento di permesso per farlo. Parlare con voi è un balsamo per me». Lo rassicuriamo che preghiamo per lui, che Gesù è venuto a salvarci per sempre, al di là della nostra vita terrena. Si dice certo di ciò e aggiunge che «è quello che ogni giorno mi dà le forze per andare avanti amando tutti». (Carmen, Santiago di Cuba) (altro…)

[:zh]菲律賓大谷地(Tagaytay):2015年度為和平而團結一致[:]

[:zh]https://vimeo.com/131517252 Maika (英語+意大利語字幕): 名為『慶幸有差異,構建橋樑』是一個培育年輕領袖締造和平的計劃。在亞洲不同地方推行。 Nikko (英語+意大利語字幕): 二月份,大約30位來自印尼、泰國和菲律賓的學生,也有已踏入社會工作的青年參加這個活動。他們各自有不同的信仰,相聚在菲律賓馬尼拉附近的大谷地和平福音小城。 Maika(英語+意大利語字幕): 四天一起的生活有助練習『對談』的生活方式。對談是一條途徑來克服暴力與不能容忍。他們散發出富創造性的爆炸力。 Nikko(英語+意大利語字幕): 有反思和具體留心聆聽的時刻。以團隊方式工作,學會寬恕之道、犧牲與彼此信任的價值,視不同文化和宗教是充實自己之源。這些都是解決紛爭和成為推動和平使者的條件。 Maika (英語+意大利語字幕): 聚會隨後的幾個月,來自這三個國家的青年,在各自的地方為來自不同組織與團體的同齡青年舉行聚會,目的是分享他們在大谷地所體會到經驗,並明白到如何為各自城市和地區出現的問題尋找解決辦法,但首先要以身作則,由自己做起。 Nikko (英語+意大利語字幕): 菲律賓已開始進行具體的行動。在馬尼拉的一個地區舉行了一個同樂日,回教和天主教的兒童參加,加強彼此的認識和尊重。在菲律賓中部Tacloban,特別 為2013年因颱風受害的兒童舉辦一個提高自我形象和對未來充滿希望的工作坊。 Maika (英語+意大利語字幕): 要締造和平需要漫長的準備功夫。 Nikko (英語+意大利語字幕): 然而,如果我們現在不努力去建設,難有明天的成就。[:]

Al di là della precarietà del lavoro

Al di là della precarietà del lavoro

20150819-01«Mi chiamo Marco e ho 35 anni. Dal 2008 svolgo – come supplente – il lavoro di insegnante di religione cattolica. Purtroppo – per situazioni burocratiche – sono chiamato a lavorare in modo sporadico e saltuario: tre giorni in una scuola, poi passano mesi, e vengo chiamato altrove per una settimana. Poi, qualche giorno da una parte e qualche giorno da un’altra. Insegno mediamente circa due mesi l’anno. In qualità di dipendente dello Stato non posso avere due lavori e devo essere sempre disponibile quando mi chiamano ad insegnare, altrimenti – se rifiuto – vengo superato da altri. Avendo tempo a disposizione mi dedico a varie mansioni in casa, vivo con i miei, poi alcuni impegni in parrocchia, dalla formazione dei giovani e adulti di un oratorio al coordinamento della Parola di Vita una volta al mese; faccio volontariato in una casa di cura per anziani e sono un componente dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso. Tutte attività, le mie, che mi tengono impegnato e attivo. Ma quando manca il lavoro, inizia a crescere un velato senso di inadeguatezza, bassa autostima e tutto ti sembra sempre e gradualmente più difficile. Un giorno, un amico, sapendo della mia situazione lavorativa, mi telefona per dirmi che aveva conosciuto un ragazzo del Liceo classico che aveva bisogno di ripetizioni private di latino e di greco. Il mio amico confidava sulla mia propensione allo studio ed era certo che io potessi farcela benissimo. In effetti dopo il liceo non ho mai abbandonato del tutto le lingue antiche. Anzi, per guardare meglio anche l’Antico Testamento, negli ultimi tempi studiavo pure l’ebraico biblico. Tuttavia, a quella proposta, il mio primo stato d’animo è stato quello del rifiuto. Avrei avuto 10 giorni per decidere che cosa fare. Poi, il ragazzo si sarebbe rivolto ad altri professori privati. Chi ha familiarità con l’arte della traduzione e delle lingue antiche, sa bene che una cosa è tradurre per se stessi o divertirsi a tradurre per gioco, ben altra cosa è dare lezioni private a qualcuno che ha bisogno di progredire e che deve portare profitti in pagella. Avevo bisogno di lavorare, anche se significava per me dover riprendere le regole grammaticali della lingua greca e della lingua latina in dieci giorni, ricomprenderle e saperle comunicare. Avrei dovuto mollare tutti i miei impegni per sette giorni e studiare dalle 8 alle 10 ore al giorno, seduto davanti ai libri per farcela. Dovevo fare un salto nel buio. E così è stato: ho iniziato a studiare come un forsennato. E dopo qualche giorno lo stesso amico mi offre lo spazio della sua abitazione, dandomi pure le chiavi di casa. Un altro amico che è venuto a sapere del mio “nuovo lavoro”, mi fa presente che anche suo figlio ha bisogno di ripetizioni, ma più che un professore ha bisogno di un precettore: non solo ripetizioni di latino e di greco, ma anche di filosofia, letteratura italiana e inglese, coprire insomma tutta l’area umanistica. Il suo era un caso disperato. Non solo, infatti, si tratta di un ragazzo molto problematico dal punto di vista relazionale, all’ultimo anno delle superiori e in tutte le materie a fine gennaio aveva avuto un “non classificato”. Mi sono affidato a Dio e ho risposto positivamente. Oggi il ragazzo ha cominciato a collezionare diversi 8 e mezzo e 9 e ci ha preso gusto. Anche i suoi rapporti personali stanno cominciando a migliorare. Di recente ho fatto un mese intero di supplenza, ho continuato a dare ripetizioni private il pomeriggio e a mantenere gli impegni che avevo prima». (altro…)

[:de]E-Book: Chiara Luce Badano[:]

[:de]E-Book: Chiara Luce Badano[:]

[:de]Chiara Luce Das vorliegende Buch bietet eine kurze Biografie mit Selbstzeugnissen, Erinnerungen ihrer Bezugspersonen und vielen Farbfotos. Autoren-/Herausgeber: Stefan Liesenfeld e Gudrun Griesmayr Chiara Badano kommt 1971 in einem kleinen Dorf in Norditalien zur Welt. Der Vater LKWFahrer, die Mutter Angestellte in einem Betrieb, der Amaretti herstellt. Chiara besucht den Kindergarten und die Grundschule im 2000-Seelen-Dorf Sasello, treibt Sport, lernt Klavierspielen. Als sie 14 Jahre alt ist, hat sie so manche Bewährungsprobe zu bestehen: Im Gymnasium muss sie die Klasse wiederholen, die Familie zieht in die Stadt Savona, ihre Freundin beginnt ihr Studium in Turin. Im Januar des Jahres 1989 wird ein Knochenkrebs diagnostiziert. Es folgen Operationen, Chemos, verschiedene Therapien, Hoffnungen, Enttäuschungen … Geprägt von einer tiefen Beziehung zu Jesus gestaltet Chiara ihren Umgang mit ihrer Familie, ihren Freundinnen und Bekannten und auch mit ihrer Erkrankung. Ihr Verhalten weckt Erstaunen, ihre innere Klarheit und die tiefe Freude in ihren Augen wirken anziehend. Als Chiara Badano am 7. Oktober 1990 stirbt, bleibt das Zeugnis eines jungen Menschen, der den Alltäglichkeiten des Lebens eine große Bedeutung geben konnte. Chiara Badano wurde am 25. September 2010 in Rom seliggesprochen. -[:]

Chiara Lubich: Jésus Eucharistie

Chiara Lubich: Jésus Eucharistie

jesus_euch-438x657Comme le Concile Vatican II l’a réaffirmé avec conviction, l’Eucharistie produit des fruits inattendus qui la révèlent « sacrement d’unité », faisant naître une communauté nouvelle et des germes de résurrection dans l’histoire et dans la nature. Tout au long de son livre, à travers des extraits de son journal intime, des passages inédits de conversations, des textes publiés mais peu connus et des épisodes vivants et concrets, Chiara Lubich raconte sa graduelle découverte de Jésus Eucharistie dans sa vie personnelle et dans celle du Mouvement qu’elle a fait naître. Une narration qui devient « mystagogie » : proposition discrète du mystère qui convainc et entraine le lecteur vers la même expérience. Un ouvrage fait pour un public large, extrêmement simple et complet à la fois, utilisable aussi bien comme outil de catéchèse que comme livre de méditation. Edition: Nouvelle Cité

CONTEMPLAR SAIR E INOVAR

CONTEMPLAR SAIR E INOVAR

convite3-300x215“Contemplar, Sair e Inovar – O carisma de Chiara Lubich a serviço da Igreja e da humanidade”. É o título programático do primeiro Congresso Nacional para bispos, padres, religiosos e diáconos organizado pelo Movimento dos Focolares. “A escolha do título é inspirada pelo Papa Francisco” – explica dom Francisco Biasin, entre os promotores desse evento. “As três palavras que serão o fio de ouro que liga todo o congresso, são tiradas da mensagem que o Papa Francisco dirigiu ao Movimento dos Focolares, na audiência concedida aos membros da Assembleia geral em setembro de 2014. O Papa, reconhecendo em Chiara Lubich “a fonte geradora de um carisma do Espirito Santo para a Igreja e para o mundo”, impulsionou a oferecer, “com responsabilidade e criatividade, a sua peculiar contribuição a esta nova etapa da evangelização”. O Congresso quer ser uma resposta a este pedido. O evento será realizado na Mariapolis Ginetta (Vargem Grande Paulista – SP), a cidadezinha do Movimento dos Focolares, nos dias 21-25 de setembro próximo. No programa: experiências pastorais, testemunhos concretos de vida, aprofundamentos históricos, teológicos e espirituais. • 22.9: CONTEMPLAR – As palavras do Papa Francisco na Assembleia dos Focolares; experiências: dom Alberto Taveira, arcebispo de Belém do Pará; Ir Maria Inês presidente da CRB nacional. • 23.9: SAIR. As primeiras focolarinas com os pobres de Trento; experiências a partir da realidade de conflito social e respostas à luz do Carisma com os testemunhos de Pe Vilson Groh, Pe Renato Chiera e Frei Hans Stapel. • 24.9: INOVAR. O segredo: Jesus Abandonado e a unidade. Experiências no âmbito eclesial e na sociedade, na economia, política e educação. • 25.9: FORMAR. A Cultura que brota do carisma da unidade. Inscrição: www.cmginetta.org.br Mais informações: Pe Antonio Capelesso – E-mail: pe.capelesso@uol.com.br – Tel.: (11) 4158-3580 e (11) 98538-8145 Pe Fabiano Almeida: E-mail: fabianodigesu@ig.com.br – Tel.: (11) 4158-3580 e (11)98465-1655 Pe. Dionísio Zamuner: E-mail: difoza@hotmail.com – Tel.: (11)94992-0759 Ver também o site: www.focolares.org.br

Come una volpe dal fiuto sottile

Come una volpe dal fiuto sottile

Enrico CavalliniL’avventura appassionante di un uomo affermato, dal carattere indomito, dichiaratamente ateo, che in circostanze inusuali incontra Dio. Furbo e pieno di intuito. Come una volpe. Così ricorda Enrico Cavallini chi lo ha conosciuto. L’Autore ripercorre l’avventura di un uomo dal carattere indomito, semplice e focoso, dapprima rivoluzionario ateo e partigiano, quindi medico, professore, luminare e precursore in medicina, che in circostanze inusuali, entra in contatto con la spiritualità dell’unità del Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich, e viene conquistato dall’Amore. Una storia vera. Appassionante come un romanzo. Clicca per acquistarlo Città Nuova Editrice, Roma, 2010.

Mariapoli 2015: «Strade che si incontrano»

Mariapoli 2015: «Strade che si incontrano»

Astorga Mariapoli«Incontro da cuore a cuore», così una persona che partecipava per la prima volta ha definito la Mariapoli di Astorga, una delle tante manifestazioni dello stesso tipo che si sono svolte o sono in corso di svolgimento in tutta Europa e tanti altri paesi. L’evento, dal 2 al 6 agosto, ha pacificamente invaso la città con 800 persone di varie parti della Spagna ma anche da Francia, Italia, Germania e Brasile. All’uscita dalla visita ai monumenti e musei tipici, o dalla messa che si celebrava nella storica cattedrale gotica, o nelle serate in cui si organizzavano concerti di generi musicali sempre diversi, le strade e le piazze della città erano gremite da queste persone. E gli abitanti di Astorga, osservando il loro tipico modo di rapportarsi ispirato alla fraternità, incuriositi rispondevano ai loro saluti. Una signora ha fermato una ragazza che passeggiava per strada per ringraziarla della presenza in città di questo gruppo così gioioso. Particolarmente apprezzato è stato l’equilibrio fra i momenti più riflessivi e formativi e gli spazi dedicati al dialogo, alle testimonianze e alle attività ludiche. Un mix che ha ben contribuito agli obiettivi della Mariapoli: facilitare l’incontro con se stessi, con Dio, con gli altri. «Non è stato un crescendo – ha osservato un partecipante –, non si è iniziato cioè ad un certo livello per poi progredire in intensità e qualità. Ogni giorno è stato pieno, completo, ognuno di grande valore in se stesso». Fra i diversi incontri specifici per adolescenti e bambini, si è svolta anche una marcia nella città, con tappe in alcune vie e piazze dove in ognuna si sono realizzate varie attività. La Mariapoli di Astorga era presente anche su Facebook, uno spazio virtuale di incontro sia per i partecipanti stessi che per le persone che non avevano potuto presenziare. Tanti i contributi attraverso commenti e foto, cui tuttora si può accedere tramite cluster. Alcuni commenti: «È la mia prima Mariapoli – scrive Cati –. Sono stati giorni di fraternità, di amore e unità. Insieme alla mia figlia ringraziamo tutti quelli che hanno fatto possibile quest’incontro»; «Ancora in viaggio di ritorno verso Toledo – scrive Paco –, ne approfitto per ringraziare tutti per questi giorni. Posso dire che è stata una Mariapoli piena di grazie». 20150816-01Nella prospettiva di attuare lo spirito della Mariapoli nella vita quotidiana, è stato proposto il progetto «Tutti siamo mediterranei», per sensibilizzare i cittadini europei sul dramma dell’immigrazione che investe il comune mar Mediterraneo, dai suoi confini del sud, dai paesi in guerra o svantaggiati economicamente, in cerca di condizioni migliori di vita. Questo progetto, in sintonia col tema della Mariapoli «Strade che si incontrano», si materializza in una raccolta di firme per chiedere all’Unione Europea un significativo cambiamento della politica migratoria. Nel giorno conclusivo, alla valutazione del programma svolto, i partecipanti si sono dichiarati tutti soddisfatti, specialmente riguardo all’accoglienza che ognuno ha sperimentato fin dal primo momento, anche chi veniva per la prima volta. La città di Astorga, per le sue dimensioni a misura d’uomo e per il suo clima moderato, riunisce molte caratteristiche che hanno facilitato le possibilità di incontro. In questo senso, «il Movimento dei Focolari – scrivono gli organizzatori – ringrazia vivamente il Vescovado e l’Amministrazione comunale per la loro squisita collaborazione». (altro…)

Maria, trasparenza di Dio

Maria, trasparenza di Dio

Maria_TrasparenzadiDioFra le tante parole che il Padre pronunziò nella Sua Creazione ve ne fu una tutta singolare. Non poteva esser tanto oggetto d’intelletto quanto d’intuizione, non tanto splendore di sole divino, quanto ombra soave e tiepida, quasi nuvoletta alacre e bianca che tempera e adatta i raggi del sole alla capacità visiva dell’uomo. Era nei piani della Provvidenza che il Verbo si facesse carne, che una parola, la Parola, fosse scritta in terra a carne e sangue, e questa Parola abbisognava d’uno sfondo. Le armonie celesti bramavano, per amor di noi, trasferire il loro concerto unico e solo, sotto le nostre tende: ed esse avevano bisogno d’un silenzio. Il Protagonista dell’umanità, che dava senso ai secoli passati e illuminava e convogliava dietro a Sé i secoli futuri, doveva apparire sulla scena del mondo, ma Gli occorreva uno schermo bianco che a Lui desse tutto il rilievo. Il più gran disegno che l’Amore-Dio potesse immaginare, doveva tracciarsi maestoso e divino e tutti i colori delle virtù dovevano trovarsi composti e pronti in un cuore per servirLo. Quest’ombra mirabile che contiene il sole e ad esso cede ed in esso si ritrova; questo sfondo bianco immenso quasi una voragine, che contiene la Parola che è Cristo ed in Esso si inabissa, luce nella Luce; questo altissimo silenzio che più non tace perché in esso cantano le armonie divine del Verbo ed in Lui diventa nota delle note, quasi il «la» dell’eterno canto del Paradiso; questo scenario maestoso e bello come la natura, sintesi della bellezza profusa dal Creatore nell’universo, piccolo universo del Figlio di Dio, che più non si osserva perché cede le sue parti ed il suo interesse a Chi doveva venire ed è venuto, a Quello che doveva fare ed ha fatto; quell’arcobaleno di virtù che dice «pace» al mondo intero perché la Pace al mondo ha dato; questa creatura immaginata negli abissi misteriosi della Trinità e a noi donata, era Maria. Di Lei non si parla di Lei si canta. A Lei non si pensa, La si ama ed invoca. Non è oggetto di studio, ma di poesia. I più grandi geni dell’universo hanno messo il pennello e la penna al Suo servizio. Se Gesù incarna il Verbo, il Logos, la Luce, la Ragione, Ella impersona l’Arte, la Bellezza, l’Amore. Capolavoro del Creatore, Maria, per la quale lo Spirito Santo ha sbizzarrito tutte le Sue invenzioni, ha versato molte Sue ispirazioni. Bella Maria! Di Lei mai abbastanza si dirà. (da Maria trasparenza di Dio, Città Nuova, Roma 2003) Fonte: Centro Chiara Lubich Immagine in evidenza: Ave Cerquetti, ‘Mater Christi’ – Roma, 1971 (altro…)

[:zh]全部資料[:]

[:zh]https://vimeo.com/131558375 Andrei Papkouski (俄語+意大利語字幕)說「:我與安吉莉卡(Angelika)結婚26年,育有五子女,住在白俄羅斯首都明斯克(Minsk)。許多的鄰居都有各自的宗 教和信念,包括東正教徒、天主教徒、新教徒、無神論者等。我們每天盡量按照愛的原則生活,尊重所有人。城市有兩萬人口,但只有四座天主堂。我們的聖堂不 大,也是最近才興建。以前,我們一直在社區的一個禮堂祈禱。」 Anzhalika Papkouskaya (俄語+意大利語字幕)說:「小聖堂是由團體的奉獻建成,我們現在可以聚集祈禱,但只能容納50至60人。因此,每逢主日,大多數人要在聖堂外的道路上參與禮儀。我們的家庭按照合一理想生活,努力去打造有生命力的教會。」 Andrei (俄語+意大利語字幕)又說: 「我們發覺本堂神父辛勞地從事牧靈服務,明白到他需要幫助,於是對他說:「我們可以為堂區具體的做些什麼嗎?」他大受感動,建議我們購買一個可以改造成房 間的『貨櫃箱』,作為教授道理的課室,但要耗資3000美元,對我們是一筆龐大的費用。」 Angelika (俄語+意大利語字幕)說:「為了籌募龐大的經費,需要艱苦的工作。我們打電話給人家,解釋募款的目的。我們團體的家屬滿懷熱情的幫助我們。兩個月後,我 們的「貨櫃教理課室」開幕了。我們很高興能夠一起行動,相互信任和團結共融,達到具體又可見的成果。」[:]

Cuba si prepara ad accogliere Francesco

Cuba si prepara ad accogliere Francesco

Plaza de la Revolución

Plaza de la Revolución e monumento José Martí

C’è grande attesa nell’Isola per la visita del primo Papa nato in America Latina, prevista dal 19 al 23 settembre. Certamente un’attesa che si esprime in una grande varietà a seconda della coscienza e della conoscenza di chi sia il papa e cosa rappresenti. Se si chiede alla gente per la strada si sentono, infatti, risposte di ogni genere: “Credo che si tratti di una grande persona, mi auguro che da noi si senta come a casa sua”; “Speriamo che la sua visita porti cambiamenti benefici per la gente”; “Sembra un sogno! Ci sentiamo dei privilegiati”; “È una benedizione per questo piccolo popolo, di cuore grande, accogliere tre papi in soli 13 anni”. Infatti, solo Cuba e il Brasile possono vantare questo primato. E dello stesso parere sono tanti cubani che non nascondono l’orgoglio per la terza visita di un pontefice, credenti e non. I lavori di allestimento sono già in corso sulle strade e le facciate degli edifici di La Habana che si trovano lungo l’itinerario previsto e, in particolare, quelli della famosa “Plaza de la Revolución, José Martí” dove papa Francesco celebrerà la messa sono stati rimessi a nuovo. Così anche nella città di Holguín, mai visitata da un papa; nel Santuario nazionale di “La Vírgen della Caridad, del Cobre”; e anche a Santiago di Cuba, seconda città del Paese nella parte orientale dell’Isola, dove i restauri della bella e storica Cattedrale (1522) si sono ormai conclusi. Chiesa Cattolica e Stato. Con il trionfo di “La Revolución” (1959), a partire dal ’61 rapporti tra queste due realtà sono stati sempre più difficili e traumatici. “Il pensiero marxista derivato dal materialismo dialettico che verso la fine degli anni ’60 hanno portato avanti i giovani ribelli del governo rivoluzionario, ha condotto al secolarismo”[1]. Infatti, durante il Primo Congresso di Educación y Cultura (1971), si sono messe le basi per la secolarizzazione della società cubana, imponendo come dottrina ufficiale dello Stato il marxismo ortodosso, “l’asse rettore degli insegnamenti medi, medi superiori e universitari”. Nella Costituzione del 1976 si è determinata la regolamentazione delle attività religiose e si sono esclusi i credenti dal Partito Comunista Cubano (PCC). Durante gli anni ’80 si è allentata un po’ la morsa del regime, anche per “la partecipazione di sacerdoti cattolici ai diversi movimenti di liberazione in America latina, nelle guerriglie del Salvador, Honduras e Guatemala”, nonché per la visita, tra gli altri, di personalità religiose del calibro di Madre Teresa di Calcutta, del Gran Rabbino Israel Meir Lau e dei membri della Conferenza Episcopale Latinoamericana (CELAM). Nel IV Congresso del PCC (1991) si è aperta la partecipazione anche ai credenti all’unico partito politico. Da segnalare le importanti e storiche visite di Giovanni Paolo II (1998) e, poi, di Benedetto XVI (2012), che hanno segnato altri passi importanti verso la riconciliazione e la distensione che fanno ben sperare nell’ormai vicina venuta di papa Francesco.
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Il Santuario nazionale di “La Vírgen della Caridad, del Cobre”

Disgelo tra Avana e Washington. Per quanto papa Francesco cerchi di minimizzare il suo ruolo nella distensione dei rapporti tra i due Paesi, sia Barack Obama che Raúl Castro l’hanno riconosciuto non senza gratitudine. Il 20 luglio si sono riaperte le ambasciate in ambedue i Paesi in questione ed è prevista la presenza nell’Isola, il 14 agosto prossimo, del Segretario di Stato americano, John Kerry, per l’inaugurazione ufficiale dell’ambasciata USA. Si sa che ci vuole ancora l’approvazione da parte del Congresso americano, e non a caso il Pontefice dopo Cuba si recherà negli USA per ’8° Incontro Mondiale delle Famiglie (World Meeting of Families: WMOF) che si terrà a Philadelphia, dopo essere passato da Washington e New York. Sarà, infatti, il primo papa a parlare al Congresso degli Stati Uniti. In un’intervista rilasciata ai tanti giornalisti presenti sull’aereo che lo riportava a Roma, dopo l’impegnativo viaggio in tre paesi latinoamericani, a chi gli chiedeva sui benefici o svantaggi che potrebbe produrre questo “disgelo” tra Cuba e gli USA, Francesco ha risposto: “Tutti e due guadagneranno qualcosa e perderanno qualcosa. Perché in un negoziato è così. Quello che guadagneranno tutti e due è la pace. Questo è sicuro. L’incontro e l’amicizia e la collaborazione, questo è il guadagno!”. Cuba_04I vescovi cattolici cubani. Ricordando le visite dei predecessori di papa Francesco “che arriverà come Missionario della Misericordia”, e tracciando una continuità spirituale tra le tre visite, la Conferenza dei vescovi cattolici, in un messaggio, si rivolge “ai figli della Chiesa Cattolica, ai fratelli di altre confessioni religiose, e a tutto il nostro popolo”. Si fa menzione della recente Lettera Pastorale di papa Francesco in preparazione all’Anno della Misericordia, che si aprirà il prossimo 8 dicembre. E i vescovi esortano tutti a prepararsi alla venuta del Papa, facendo “gesti di misericordia nell’agire quotidiano, come visitare i malati, condividere ciò che abbiamo, perdonare e chiedere perdono, consolare chi è triste, amare gli altri di più e meglio. Ci auguriamo – continuano – che questi giorni e sempre le nostre case siano luoghi di pace e di accoglienza per tutti quelli che sono in cerca di misericordia!”. Invitano, poi, ad “avere delle iniziative che dispongano il cuore dei cubani ad ascoltare e accogliere il messaggio di speranza e misericordia che ci porterà papa Francesco”. Un segnale positivo che non può certamente passare inosservato è la pubblicazione, in data 17 luglio, da parte di “Granma” – principale testata cubana e quotidiano ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba -, del testo integrale di questo documento. Un gesto simile non accadeva da oltre 50 anni.

Pope_Cuba3Il contributo del Movimento dei Focolari. I membri dei Focolari nelle varie comunità sparse sull’Isola, cercano di dare – insieme alla Chiesa – il proprio specifico contributo orientato principalmente alla formazione delle persone ai valori della fraternità, contro la “cultura della scarto”, privilegiando i più bisognosi, promuovendo l’unità nella diversità e proponendo il dialogo come metodo indispensabile per una convivenza pacifica in un Paese multiculturale.

Infine. Il messaggio dei vescovi cattolici ai cubani si conclude con la preghiera alla “Vírgen de la Caridad, Madre di Cuba, a Colei che invochiamo anche come ‘Regina e Madre della misericordia”, perché “abbia cura materna su questa tanto attesa visita. Lei, che ha accompagnato il nostro popolo nella buona e cattiva sorte, ottenga dal cielo una grande benedizione per Cuba e i suoi figli, dovunque si trovino, comunque la pensino e credano”.

Dall’inviato Gustavo Clariá

____________________________ [1] Dennys Castellano Mogena y Sergio L. Fontanella Monterrey, Sin pecado concebidas, La Caridad del Cobre en las artes visuales cubanas. Editorial UH, 2014, La Habana, pag. 66. (traduzione dell’autore) (altro…)

Knowing How to Lose

Knowing How to Lose

howtolose2015_web.600Is it possible for one person truly to love another? Am I able to love you for you and not for me? And when it comes to God, do I not use him as a prop for my own lack of maturity? This collection of short reflections will help us to see that true love between persons is possible and that our love of God is the fulfillment of our personal freedom. Again and again the meditations return to the first Christian, Mary, who emerges as the freest human being there has ever been. Available from New City Press (UK)

Moments to Remember – Ignatian Wisdom for Aging

Moments to Remember – Ignatian Wisdom for Aging

moments_to_remember_coverThis book offers a faith perspective for reflecting on the experience of aging, drawing especially upon the wisdom of St. Ignatius of Loyola. It provides the reader with a context for understanding their spiritual journey and a variety of reflection questions aimed at deepening their gratitude and hope. The book uses poetry and quotations of well-known people to affirm the reader’s reflection process.

Available from New City Press (NY)

Thailandia: ricordando un’amica speciale

Thailandia: ricordando un’amica speciale

OLYMPUS DIGITAL CAMERAAnche alcuni monaci buddhisti che frequentano il Focolare la conoscevano bene. Benedetta era una donna che si lasciava avvicinare e conoscere, senza timore e con delicatezza. Sapeva accoglierti e da lei potevi andare in qualsiasi momento. Un problema, grande o piccolo, una necessità urgente, una cosa bella da condividere: lei non si scandalizzava di nulla, conosceva bene l’animo degli uomini e delle donne e li sapeva amare. Un vescovo una volta disse di Suor Benedetta che era “una suora d’oro e d’argento” per tutto il denaro che sapeva trovare per i poveri. Andando all’estremo nord della Thailandia era d’obbligo passare da lei e ‘chiacchierare’ un po’, come diceva lei. Gioiva di tutte le notizie della ‘sua grande famiglia’, come amava chiamare il Movimento, e ridonava questa vita a tante altre persone. Magari poi trovavamo in una delle Mariapoli estive persone a cui lei aveva parlato dello spirito dell’unità, oppure qualcuno che passava in focolare a trovarci perché ne aveva sentito parlare da Sister Bene. Insomma, Benedetta era una vera ‘madre spirituale’ che ha donato tanta vita soprannaturale a tanta gente presente al suo funerale, partecipato da vescovi, sacerdoti e da un foltissimo ‘popolo di Dio’ che ha riempito all’inverosimile la chiesetta di Wien Pa Pao, col convento adiacente, dove lei abitava. 1966-08-CG-A-Suor-Benedetta-Birmania-4Sister Bene, al secolo Benedetta Carnovali, classe 1925, è stata una colonna per il Movimento: tanti dei membri che compongono oggi la comunità dei Focolari in Thailandia sono stati avvicinati personalmente da lei (anche buddhisti). ‘Una vera suora di Maria Bambina ed una vera focolarina’, come è stata definita da qualcuno: una suora ‘fuori dal comune’, sempre di corsa per portare qualcosa a qualcuno e al tempo stesso ‘ferma’ ad amare personalmente chi incontrava. Un’amica che ti chiamava per farti gli auguri d’onomastico, anche se ogni anno la sua voce si faceva sempre più flebile, ma non la sua forza interiore. Avvicinandola non si aveva mai l’impressione di disturbarla: sembrava che aspettasse solo te e non avesse altro da fare. E non era così, a giudicare, per esempio, da tutte le adozioni ‘a distanza’ che portava avanti personalmente, fino ai suoi ultimi giorni. Sister Bene, ha conosciuto la spiritualità dell’unità da un religioso, nel 1963, e da quel momento ha dato la sua vita affinché tanti, in Myanmar, dove era in quel periodo, e poi in Thailandia (dopo che tutti i religiosi furono espulsi dal regime), potessero conoscere ed iniziare a vivere questa via dell’unità. Trasferitasi poi in Thailandia, ha continuato ed approfondito la sua amicizia con i Focolari. Quando aveva, raramente, l’occasione di poter passare qualche giorno con noi, si nutriva avidamente dei discorsi di Chiara Lubich. Come tutti coloro che realmente seguono Dio, Suor Benedetta ha incontrato anche lei la sua notte, ‘la tempesta’ nel seguire Gesù e l’ha affrontata da vera discepola di Gesù, con una carità eroica. Profondamente unita con Vale Ronchetti, una delle prime focolarine, è andata avanti, in mezzo a molte incomprensioni: “Com’è possibile che una suora faccia parte di un movimento laico?”, si è spesso sentita chiedere; e ad altre piccole e grandi ‘persecuzioni’ umanamente assurde. Eppure, sicuramente e misteriosamente, Dio si è servito anche di queste per rendere Suor Benedetta sempre più suora, sempre più ‘figlia spirituale di Chiara’ (come lei diceva spesso) e quell’apostola dell’unità che non ha pari nel sud est asiatico a giudicare dai frutti che ha portato. Ci lascia un’eredità di carità, di dolcezza, di tenerezza e di grande forza, d’amore e di servizio agli ultimi: alla gente della tribù Akha, per esempio. Ci lascia quel sorriso tipico di chi sperimenta che è possibile trasformare il dolore in Amore e ne fa il suo motivo di vita. Suor Benedetta è ‘volata’ in cielo all’età di 90 anni, dopo aver ascoltato la canzone che lei amava tanto: ‘Solo grazie’; è morta consumata ma serena, come aveva sempre vissuto; nella pace perché certa, che ‘quelle braccia’ che l’hanno accolta fin da bambina (lei era orfana dei genitori) e portata avanti nella sua vita di religiosa, la stavano aspettando per l’ultimo abbraccio e l’ultimo tratto di viaggio: il più importante. Una donna meravigliosa, insomma, che testimonia che anche oggi ci si può far santi. Luigi Butori (altro…)

Giordani: Frammenti di vita quotidiana

Giordani: Frammenti di vita quotidiana

Foco 3«Stare ai campi, attendere alla vita delle piante, partecipare, dentro gli ampi silenzi, segnati dai cicli solari e lunari, all’opera di creazione della vita naturale, è compito, anch’esso, quasi sacerdotale, che vuole raccoglimento e sacrificio: vuole il coraggio di sapersi sentire a tu per tu con la propria anima, dentro l’aspettazione dell’universo e, nei contatti con la natura, che è un miracoloso vivaio, sapersi sentire, senza stramazzare, alla presenza di Dio». (FIDES, luglio 1938) «Ci volle una bellezza e una purezza superiore all’ideale umano perché l’uomo salisse sino a contemplare Maria. Fu lei che lo tirò su: e in quella contemplazione sbocciarono le aspirazioni più belle dell’anima, che cercarono di fermarsi in espressioni d’arte, le più alte mai raggiunte. La maternità, la tenerezza muliebre, la rassegnazione e la pietà trovarono in Maria un modello, e un alimento: e l’umanità ne nutre la sua passione più bella, nei momenti che più si solleva oltre la brutalità, per un impeto di divinizzazione». (FIDES, marzo 1938) «La rivoluzione cristiana non fece complotti, non sovvertì istituti, non uccise tiranni: ma immise nell’organizzazione fatiscente del mondo antico, nella famiglia logora, negli istituti giuridici affetti da decrepitezza, nei rapporti sociali intossicati dalla cupidigia, un fermento nuovo: il fermento dell’amore, che li rigenerò: quello per cui, di colpo, davanti al padrone venne a trasfigurarsi la natura dello schiavo, davanti all’uomo assunse un valore nuovo la donna, davanti al greco e al romano s’avvicinò dalle sue distanze abissali il barbaro e l’operaio». (FIDES, febbraio 1943) «II cristiano cosciente – il santo – è uno che utilizza il tempo con una cura d’ogni attimo, sommando quante più opere nello spazio breve, per l’onore del Capo di casa, per il buon nome comune, per la salute dei fratelli. Questa attività, questo apporto, si chiama nel linguaggio corrente apostolato. Un cristiano che non ne fa, nei modi e nel tempo consentitigli, è un cristiano che ignora il suo posto nella Chiesa: che ignora la Chiesa. La Chiesa nell’atto che vive, agisce: fa azione. Noi diciamo fa azione cattolica. E questa si fa in mille modi: c’è posto per tutti. La può fare un poeta e la può fare un deficiente; un anacoreta e un cenobita, un capo di famiglia e un caposezione, il metropolitano in istrada e il ciabattino in bottega». (FIDES, ottobre 1938) Fonte: Centro Igino Giordani (altro…)

[:zh]波蘭:一家以共融經濟理念的EKa 公司的經歷與成就[:]

[:zh]https://vimeo.com/131558378 Polonia Boguslaw Musiolik, EKa 社會長 presidente società EKa (波蘭語+意大利語字幕): ……1991年,共融經濟計畫也傳到波蘭。起初,我們對這個概念不大認同,覺得是共產主義的一種回浪。不久,我們才瞭解到這完全是另一回事。共融經濟的理念幫助我們為別人著想。這種意識大大感染了我們。 不久,我們認識了兩位從Slesia來的青年。他們做糧食批發,也對共融經濟抱有很大的期望。我們便決定合作創辦一家共同企業。雖然我們從事的部門都各自不同,共融經濟的概念卻把我們緊緊地聯合在一起,產生強而有力的協同效應。公司發展得非常順利。 旁述:共產主義倒臺後,海外資金開始湧入波蘭。外資的巨型購物中心和超級市場,與本地商場形成劇烈的競爭。很多公司都倒閉。 Robert Szczepanski, CdA EKa (波蘭語+意大利語字幕): 當時危機四伏,不少公司沒有支付我們,所以我們要抵償相當的損失。不幸,正就在這一段時期,我中了風,一年半不能上班。當其他合夥人協力去推進營業時,我只可以為他們祈禱。 Alojzy Lazar (波蘭語+意大利語字幕): 有一家倒閉了的公司欠我們好幾萬波幣 (zloty)。我們有兩個選擇,用法律途徑追討債項, 或與他們展開對話。看見他們非常困難的處境,我們選擇了第二途徑。 旁述: 結論就是Eka聘用了債主的四名職工,他們又把店舖的物業轉讓給Eka, 包括店主的馳名製作 Zurek 濃湯, 是一味以黑麥製成的傳統食品,用家庭企業方式製造。 Alojzy Lazar (波蘭語+意大利語字幕): 由於這些變動,今天我們的產品也包括了Zurek 和Smalek湯, 也是我們最暢銷的兩種食品。 Robert Szczepanski (波蘭語+意大利語字幕): 現在我們一共有40名員工,六名波蘭合夥人和一名德國合夥人。我們一年接收九百萬波幣的訂單。我覺得經營一家以共融經濟價值觀為本的企業是非常值得的。[:]