Mag 9, 2019 | Chiesa
Ci ha lasciato il fondatore de l’Arche e apostolo degli ultimi. Era in Piazza San Pietro durante lo storico incontro di Pentecoste 1998 insieme a Chiara Lubich e ad altri fondatori di movimenti e nuove comunità. Il ricordo e la gratitudine dei Focolari. Il 30 maggio 1998 resterà nella memoria di molti come il “l’incontro di Pentecoste”. Fu allora che Papa Giovanni Paolo II convocò per la prima volta nella storia tutti i movimenti ecclesiali e le nuove comunità in Piazza San Pietro.
Tra i fondatori che presero la parola davanti al Papa, insieme a Chiara Lubich, Kiko Arguello e d. Luigi Giussani c’era anche Jean Vanier, fondatore della comunità L’Arche che ci ha lasciati nella notte del 7 maggio scorso a 90 anni. Vogliamo ricordarlo, oltre che per la sua grande opera per gli ultimi e i disabili – dal 1964, aveva dato vita a oltre 150 centri in tutto il mondo –, per l’amicizia tra il fondatore de L’Arche e i Focolari, e per il sostegno che con la sua ripetuta presenza ha dato anche agli appuntamenti di “Insieme per l’Europa”. Fin dalle parole che pronunciò in Piazza S.Pietro fu chiara la comune passione per la parolaevangelica dell’unità: “Accogliendo persone con handicap provenienti da confessioni cristiane diverse, accogliendo anche persone musulmane, ebree o indù, abbiamo scoperto quanto il povero possa unirci. Uomini e donne appartenenti a diverse Chiese e a differenti religioni ci fanno scoprire il mistero della nostra comune umanità. (…) Scopriamo che, se accogliamo un povero, egli ci conduce verso il Dio dell’amore, ci conduce verso Gesù”. Nel novembre 2013, a Montmartre, in Francia, Jean Vanier prese la parola durante un incontro degli amici di “Insieme per l’Europa”, il cui tema era proprio la povertà e il contributo che comunità e movimenti cristiani potevano dare per sconfiggere indigenza ed emarginazione in Europa. Iniziò il racconto della sua esperienza con queste parole: “Gesù dice: ‘Il regno di Dio è come un pranzo di nozze’ – ma tutti sono troppo occupati – e il re che ha invitato manda i suoi servi a cercare storpi e zoppi lungo le siepi e ai crocicchi delle strade – è questo che ho cercato di vivere nella mia vita”. Jean Vanier si dedicò in particolare ai disabili mentali, quelli che lui definì “il popolo più oppresso». «Essi mi hanno cambiato, ho visto che il Regno di Dio è loro”. Siamo vicini alla sua famiglia spirituale in tutto il mondo, certi che Dio e la schiera degli ultimi ai quali ha dato casa, dignità e amore, l’hanno accolto in Cielo.
Stefania Tanesini
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Giu 21, 2018 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Il rapporto tra i giovani e Chiesa vive un momento particolarmente felice. Una nuova occasione di confronto e scambio di esperienze su “giovani, fede e discernimento vocazionale” viene dall’incontro annuale dei movimenti ecclesiali, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, della Santa Sede. L’incontro coincide con la pubblicazione dello “Strumento di lavoro” su cui i vescovi si confronteranno durante il prossimo Sinodo di ottobre, tutto dedicato ai giovani. Si tratta di un documento articolato e ricco, frutto anche del contributo dei giovani di tutto il mondo.
Introdotta da Kevin Farrell, il cardinale prefetto del Dicastero, la giornata ha visto i contributi di monsignor Carlos Simón Vázquez, delegato per la Famiglia e la Vita, che ha presentato gli aggiornamenti relativi al IX Incontro Mondiale delle Famiglie, che avrà luogo a Dublino dal 21 al 26 agosto, e di p. Alexandre Awi Mello, segretario del Dicastero, che ha aggiornato sugli sviluppi della preparazione al Sinodo di ottobre, mentre Giovanna Guerrieri Nalin, dell’Ufficio Giovani, sulla preparazione della Giornata mondiale della Gioventù, in calendario a gennaio 2019 a Panama. Nel pomeriggio, il segretario generale del Sinodo dei vescovi, cardinale Lorenzo Baldisseri, ha illustrato le finalità, le attese e le prospettive del Sinodo.
Tra i partecipanti, anche il Movimento dei Focolari, nelle persone di un giovane, Nelson Vanegas del Salvador, e della stessa presidente, Maria Voce, che spiega: «Le iniziative apostoliche rivolte ai giovani nei due diversi ambiti dell’annuncio della fede e della vocazione mettono radici nell’esperienza caratteristica che nasce dal carisma dell’unità». Era ai giovani, in particolare, che si rivolgeva Chiara Lubich, fin dagli anni ‘60. Suo l’appello ad un nuovo tipo di rivoluzione, ispirata all’amore evangelico (“Giovani di tutto il mondo unitevi”), che ha dato vita, nel tempo, a strumenti e luoghi di formazione e testimonianza, vissuti insieme ai giovani stessi, lungo tre direzioni: il dono reciproco tra giovani e adulti, il binomio tra vita e pensiero, la fraternità vissuta concretamente per rispondere alle esigenze e problematiche del mondo di oggi. Nelson, già presente alla riunione presinodale di marzo, espone quanto viene portato avanti dai Focolari: «Negli annuali corsi estivi di formazione per giovani – è la sua testimonianza – si aprono percorsi di approfondimento teologico e morale, frutto di un cammino insieme, secondo uno stile di accompagnamento che trova conferma in quello suggerito da Papa Francesco. Una esperienza analoga si ritrova nelle cosiddette “Scuole di discernimento vocazionale”, un vero e proprio percorso di formazione e accompagnamento per giovani dai 23 ai 30 anni, una fascia d’età cruciale per affrontare scelte decisive nel personale progetto di vita». Ma, spiega, ci sono anche le occasioni in cui i giovani sperimentano che la vita e lo studio sono un tutt’uno: «L’Istituto Universitario Sophia, con sede a Loppiano, nasce per favorire l’interazione tra i saperi in un orizzonte sapienziale, con un progetto accademico centrato sull’esperienza di una comunità di studio in cui si condividono ricerca, pensiero e vita, non solo tra studenti di diversa provenienza, ma anche tra studenti e docenti». Non mancano altri spazi, come le scuole gen o i congressi nazionali e internazionali. Infine, i Genfest: «un’esperienza formativa, che si fonda sullo sforzo continuo di inclusione, accoglienza e ascolto dell’altro, che porta al dialogo vero e alla costruzione di rapporti profondi. Sono soprattutto una profonda esperienza spirituale, in cui tanti giovani hanno sentito o maturato la chiamata di Dio, a vivere per qualcosa di grande, a realizzare il sogno di Gesù». Il prossimo è imminente. A Manila, dal 6 all’8 luglio, avrà per titolo “Beyond all borders”. Chiara Favotti Vedi la breve intervista a Maria Voce (altro…)
Apr 17, 2018 | Chiesa, Focolari nel Mondo

Marc St. Hilaire. Movimento dei Focolari
“La dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i Movimenti sono un’espressione significativa (…) sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù, perché concorrono insieme a rendere presente il mistero di Cristo e la sua opera salvifica nel mondo”. Vent’anni fa – era la Pentecoste del ‘98 – parlando ai 250 mila membri di 50 movimenti e comunità giunti a Roma per il Congresso Mondiale dei Movimenti Ecclesiali, Giovanni Paolo II chiariva per la prima volta qual fosse il posto nella Chiesa delle numerose realtà nate dai carismi. Da allora migliaia di iniziative nel mondo hanno nutrito il cammino di comunione fra i movimenti. All’incontro di Castel Gandolfo (5 all’8 aprile), dal titolo “Comunione – Una promessa che compie vent’anni”, hanno partecipato membri del Movimento dei Focolari di varia provenienza geografica, che collaborano con diverse realtà ecclesiali e che hanno evidenziato i frutti di questo percorso, dando nuovo slancio all’impegno per l’unità. «La parola coessenziale richiama la natura della Chiesa – sottolinea Marc St-Hilaire dei Focolari, consigliere, insieme a Margaret Karram, per la comunione nella Chiesa cattolica –. Significa che non ci può essere Chiesa se non c’è istituzione, e non ci può essere Chiesa se non ci sono i carismi”. 
Salvatore Martinez, Aurelio Molè, P. Marmann, D. Angelo Romano
Il pomeriggio del 7 aprile si apre un momento di riflessione con rappresentanti di altre realtà carismatiche. “È lo Spirito che ce lo chiede” afferma Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito in Italia. Per lui “la comunione è una grande sfida all’interno delle realtà carismatiche, all’interno della Chiesa” e l’amicizia spirituale “nasce nello Spirito ed è un dono meraviglioso”. “Chiara Lubich ha dato alcune indicazioni per coltivare la comunione – racconta Margaret Karram –. Innanzitutto costruire rapporti personali, non con i movimenti in sé ma con le persone che ne fanno parte. Poi pregare gli uni per gli altri, offrire le nostre case per incontri e attività, collaborare a varie iniziative a livello sociale ed ecclesiale e darne spazio sui propri organi di stampa”. Per sviluppare un dialogo fruttuoso – spiega P. Michael J. Marmann, già presidente generale del Movimento di Schoenstatt – “non serve la tecnica; questo dialogo deve essere ispirato da dentro, ossia dall’amore”, nella consapevolezza che la diversità è una ricchezza e la comunione e la corresponsabilità opzioni irrinunciabili. Nascono da qui le iniziative fiorite nel mondo. Partita da un piccolo gruppo, l’esperienza di Insieme per il Messico è arrivata a coinvolgere, nel 2015, 5mila persone di 60 movimenti desiderose di fare qualcosa per il loro Paese. “Ora stanno preparando l’evento del 2019 con 80 movimenti – racconta Margaret Karram. In altri Paesi si portano avanti delle attività ecologiche e in favore del disarmo, in Medio Oriente si prega e opera per la pace, mentre in Italia sono stati fatti concerti per raccogliere fondi per i Paesi poveri o in guerra”.
Secondo Don Angelo Romano, Rettore della Basilica di S. Bartolomeo a Roma, e dell’ufficio relazioni internazionali della Comunità di Sant’Egidio, “ci sono alcuni settori in cui il cammino comune deve crescere: come cristiani non possiamo non interrogarci sul fenomeno delle migrazioni e prendere iniziative comuni. Un altro tema da approfondire è quello dei conflitti, generatori di povertà e sofferenza e di un messaggio contrario al Vangelo per cui se si è diversi non si può vivere insieme, mentre noi crediamo che il Vangelo sia fermento di unità e pace e i cristiani siano chiamati a dare prospettive nuove”. Del resto, l’opera dei movimenti è un’incarnazione del Vangelo: “Noi siamo la risposta – afferma Martinez – a quella dicotomia che molti vorrebbero porre tra dottrina e misericordia, perché la teologia dello spirito si fa con la vita”. E la proposta di una Chiesa povera e missionaria non è in antitesi con la dottrina ma parte da essa: “È quel dialogo con il mondo e la modernità che il Vaticano II aveva profetizzato – conclude Martinez –, che Paolo VI per primo cercò di incarnare e con cui tutti i pontefici hanno, poi, accompagnato la nostra storia. È questa sintesi originale che il Papa ci chiede di testimoniare: una dottrina che si incarna nella storia”. In questa prospettiva, a vent’anni dallo storico incontro del ’98, i movimenti ecclesiali si mostrano sempre più come “la risposta provvidenziale ai bisogni del nostro tempo”. Una risposta che implica un lavoro costante per l’unità, per portare il volto di Cristo nelle periferie dell’umano. (altro…)
Gen 26, 2018 | Chiesa, Spiritualità
Nel primo giorno della settimana dedicata all’unità dei cristiani (18 – 25 gennaio), sotto la splendida volta affrescata in soli cento giorni dal celebre pittore Vasari, nel rinascimentale Palazzo romano della Cancelleria, è iniziata con una invocazione allo Spirito Santo la giornata di studio che Movimenti e Comunità ecclesiali hanno voluto dedicare a “Carisma e Istituzione”. Promossa da Movimento dei Focolari, Nuovi Orizzonti, Famiglia della Speranza, Comunità cattolica Shalom, Comunità dell’Emmanuele e Comunità Papa Giovanni XXIII, insieme al “Centro di alta formazione Evagelii Gaudium” dell’IU “Sophia” e sotto il patrocinio dell’Associazione Canonistica Italiana, la giornata ha rappresentato una nuova tappa della profonda “sintonia affettiva ed effettiva” tra Movimenti e realtà ecclesiali, come sottolineato nel suo intervento di apertura da Maria Voce, qui nella veste di rappresentante di tutti i promotori: «Siamo impegnati ad affrontare, giorno dopo giorno, coerentemente ai carismi ricevuti, le sfide che portano il cammino verso la pienezza della vita cristiana e la perfezione della carità, cercando di accrescere la comunione all’interno dei nostri Movimenti e tra noi». Al tempo stesso, la giornata è stata l’occasione per approfondire un tema specifico, quello del rapporto tra i carismi, doni dello Spirito, e le forme istituzionali, alla luce del documento della Congregazione per la Dottrina della Fede “Iuvenescit Ecclesia” (maggio 2016), che definisce i doni carismatici e i doni gerarchici “coessenziali”: mentre «la presenza dell’istituzione garantisce che non mancherà mai l’annuncio del Vangelo – ha evidenziato il Card. Kevin Joseph Farrell, Presidente del Dicastero per i Laici, Famiglia e Vita – la presenza dei carismi garantisce che non mancherà mai chi li riceve con apertura del cuore». Dopo il loro apparire in seno alla Chiesa, «con quel tanto di sorpresa e di scompiglio che il loro inatteso e inedito fiorire ha provocato», e la loro approvazione, spesso frutto di un cammino lungo e sofferto, ora i Movimenti – ha detto Mons. Piero Coda, Rettore dello IUS – «sono al guado di una terza fase, in cui l’effervescenza carismatica è impegnata a trovare gli opportuni canali per una equilibrata istituzionalizzazione (…) al fine di esprimere meglio il proprio specifico contributo». Una questione ancora aperta riguarda la natura dei movimenti ecclesiali, che in forza del loro carisma fondante non esigono solo una nuova forma giuridica di associazione (i vigenti Codici di Diritto canonico non conoscono i termini “movimenti e comunità ecclesiali” e quindi questi sono collocati giuridicamente tra le “associazioni di fedeli”), ma anche delle distinzioni di natura giuridica atte a sostenere al meglio le ricchezze e specificità carismatiche di ciascuno. Occorre tenere conto, infatti, che partecipano a pieno titolo a queste “associazioni” laici, sacerdoti e religiosi, formando quella che Mons. Christoph Hegge, Vescovo ausiliare di Münster, definisce “unità comunionale”, con riferimento alla “testimonianza comunitaria” che tutti i membri del movimento, che pur con “elasticità e flessibilità di appartenenza”, offrono insieme, come popolo di Dio, accogliendo e vivendo l’annuncio della Chiesa nel nostro tempo. Sulla necessità di differenziare gli statuti giuridici in riferimento alla varietà e alle peculiarità dei carismi si è espresso anche Mons. Luis Navarro, Rettore della Pontificia Università della Santa Croce, per il quale «non c’è una soluzione giuridica unitaria. Occorre per ognuna cucire un vestito su misura». Ma per farlo, occorre «conoscere e indagare un carisma nella sua vita ecclesiale concreta». «Nella storia della Chiesa, i Movimenti sono stati sempre la risposta ad un bisogno» afferma Laurent Landete, sposato e padre di sei figli, responsabile per la Francia della Comunità dell’Emmanuele, tra i partecipanti alla tavola rotonda del pomeriggio, dedicata alla presentazione dei Movimenti e delle realtà ecclesiali che operano a tutte le latitudini. Se l’avvenire dei loro Statuti è il tema di fondo della riflessione, la freschezza, attualità e varietà dei modi con cui operano, mossi dallo Spirito, sulle strade del mondo, suscitano meraviglia e stupore, come davanti ai colori e profumi di un immenso giardino in primavera. (altro…)
Gen 17, 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Da due giorni Papa Francesco è nella “loro” terra, dove la sera del 15 gennaio, dopo l’atterraggio all’Aeroporto di Santiago, ha avuto inizio un viaggio che toccherà in una settimana due Paesi del Sudamerica. «Desidero incontrarvi, guardarvi negli occhi, vedere i vostri volti» aveva detto Papa Francesco prima di partire. Circa 15 mila volontari sono all’opera, offrendo i loro talenti, tempo e impegno per prestare un servizio fondamentale nei diversi eventi che avverranno durante la prima tappa in terra cilena. «Questa esperienza rompe i limiti di un compito affidatoci: è, infatti, l’espressione sincera di un impegno che segnerà per sempre la nostra vita», hanno detto alcuni di loro. «In controtendenza rispetto all’apatia espressa da alcuni mezzi di comunicazione, i giovani del Cile offrono una nota di entusiasmo ed emozione per la venuta del Papa», ben espressa dalla canzone composta per l’occasione da Claudio González Carrasco, della comunità dei Focolari di Temuco (sud del Cile). Accolto dalla Presidente uscente, Michelle Bachelet, il Papa ha poi proseguito verso la Nunziatura apostolica, dove soggiornerà in questa tappa. Tra i numerosi momenti fondamentali del viaggio in Cile vi sarà l’incontro con le popolazioni mapuches cilene, in lotta per la salvaguardia della propria identità, e la Messa del 17 gennaio per i popoli indigeni della regione. (altro…)