Feb 25, 2016 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sono 60 i Vescovi amici dei Focolari radunati in questi giorni a Castel Gandolfo (22-26 febbraio), provenienti da 31 Paesi di 4 continenti: vengono da Siria, Iraq, Libano, varie nazioni sub sahariane, India, Pakistan, Thailandia; ben rappresentato anche il continente americano e l’Europa. Il 24 febbraio i Vescovi hanno partecipato all’udienza generale di papa Francesco in Piazza San Pietro, che nel suo saluto li ha esortati “a tenere sempre vivo nel ministero apostolico il carisma dell’unità, in comunione con il successore di Pietro”. Il Convegno prende le mosse dal disegno di Chiesa tracciato da papa Francesco nella celebrazione del 50° della creazione del Sinodo dei Vescovi: «Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare “è più che sentire”. È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare». La scelta del titolo “Chiesa che genera unità” nasce dalla convinzione che, sullo sfondo delle molte tensioni del nostro tempo e della crescente disgregazione, il popolo di Dio è chiamato oggi a contribuire a rigenerare, in maniera vitale, il tessuto dei rapporti a tutti i livelli e in tutti gli ambienti. Novità che deve prodursi innanzi tutto nella vita della Chiesa stessa e che ha la sua fonte nel cuore di Dio misericordioso. Al centro della riflessione di questi giorni c’è la comprensione dell’unità, chiesta da Gesù al Padre (Gv 17), come “dono, impegno e traguardo”. Prospettive che sono state illustrate, nella luce del carisma di Chiara Lubich, da Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, e dal copresidente Jesús Morán.

Il Card. Lorenzo Baldisseri
L’atteso intervento del card. Lorenzo Baldisseri ha approfondito – attraverso il pensiero e la testimonianza di papa Francesco – l’orientamento verso “una Chiesa tutta sinodale”. Stimolanti, data la diversità geografica e culturale dei presenti, e ricche di indicazioni le testimonianze condivise tra i Vescovi, i laboratori e i dialoghi in plenaria intorno a due domande: come suscitare la comunione, insieme e al servizio del Popolo di Dio, e come vivere positivamente i conflitti, che accompagnano ogni cammino verso l’unità. Nello spirito di una Chiesa in uscita, il Convegno accoglie testimonianze e storie concrete anche di laici impegnati nel costruire ponti in un mondo frammentato, sulle vie dell’ecumenismo, del dialogo interreligioso, con persone di convinzioni non religiose e del multiforme dialogo con la cultura. In chiusura l’attenzione viene focalizzata sulla figura del Vescovo come strumento di misericordia e di unità, alla ‘scuola di Maria’. I Convegni di Vescovi amici del Movimento dei Focolari hanno avuto inizio nel 1977 su iniziativa di mons. Klaus Hemmerle, vescovo di Aquisgrana. Attuale moderatore di questi Convegni è il cardinale Kovithavanij Francis X., arcivescovo di Bangkok. Fonte: Comunicato stampa (altro…)
Feb 22, 2016 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Kolhapur, nel sud del Maharashtra, a metà strada fra Mumbai e Bangalore, è la città che ospita l’incontro con circa 50 mila seguaci e simpatizzanti del movimento Swadhyaya, fondato dal riformatore indù Pandurang Shastri Athawale ed attualmente guidato dalla figlia, Didi. Proprio dall’amicizia fra quest’ultima e Chiara Lubich è nata una consonanza di ideali ed intenti che si è sviluppata negli anni ed è continuata con l’elezione di Maria Voce alla presidenza del Movimento dei Focolari. Dopo i due incontri fra le due donne che sono succedute ai rispettivi fondatori , è arrivato l’invito per Maria Voce, Jesús Morán e la delegazione romana a partecipare alla cerimonia conclusiva di un pellegrinaggio di circa dieci mila coppie del movimento Swadhyay Parivar (la famiglia della conoscenza di se stessi). Queste coppie da anni impegnate nel movimento di rinnovamento indù, avevano trascorso una settimana a contatto con altre famiglie della zona di Kolhapur per portare gli ideali e la dimensione spirituale del loro movimento, visitando anche un importante tempio della zona.
Alla cerimonia conclusiva, tenutasi, in un vasto piazzale al centro della città, dopo alcune manifestazioni folkloristiche, Didi Talwalkar ha raccontato a tutti della sua amicizia con Chiara Lubich. Al termine di una proiezione di immagini che mettevano in rilievo il profondo rapporto fra le due donne, Maria Voce ha portato, come le era stato chiesto, un saluto e la benedizione di Chiara nello spirito del dialogo e della dimensione comune dell’unica famiglia umana, sottolineata anche nei libri sacri indù come vasudhaiva kutumbakan. Un momento di grande intensità ed emozione spirituale, che ha rafforzato il legame fra le due leader dei rispettivi movimenti. Al termine del viaggio emerge come il cammino compiuto in questi anni rappresenti un’esperienza nuova nel dialogo fra seguaci delle religioni dell’India e i cristiani, alla luce dell’incontro con la spiritualità dell’unità. C’è la coscienza di vivere da anni una esperienza di profonda fraternità a livello vitale, ma anche intellettuale, con esperienze preziose di collaborazione sociale. Essa continua ad aprire strade di dialogo e di approfondimento delle rispettive fedi, alla luce del carisma di Chiara, vista come una donna che ha saputo interpretare i segni dei tempi e offrire al mondo uno spirito che può accomunare tutti in un pellegrinaggio verso la Verità. Il dialogo con Maria Voce e Jesús Morán al loro rientro, durante il Collegamento CH in diretta del 13 febbraio, si conclude con una domanda: In questo grande mondo indù dove i cristiani sono appena il 2% su una popolazione che supera ben oltre il miliardo, che impressione riportate? «Di una Chiesa piccola ma viva, vivissima», risponde la presidente. «L’India è un grande dono – aggiunge il copresidente –. Amano molto il pluralismo, e lo vivono in un modo inclusivo. Danno spazio ad ognuno per manifestare esplicitamente la propria fede. Questo è un dono per l’Occidente che, invece, vive il pluralismo in un modo quasi escludente. Un’altra cosa è il silenzio, il silenzio è fondamentale per ogni tipo di dialogo. Senza il silenzio interiore e anche interpersonale, non c’è possibilità di dialogo». «E questo silenzio – conclude Maria Voce – esprime anche l’anima religiosa del popolo indiano. Il dono che possono fare a tutto l’Occidente – come ho detto anche a loro – è di farci riscoprire il senso di Dio, il sentire Dio». Leggi anche: In India: un dialogo di cuori e menti (altro…)
Feb 18, 2016 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo

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Scritture tradizionali dell’induismo e il carisma di Chiara Lubich sono state messe a confronto in tre tavole rotonde al dipartimento di Sanskrito della Mumbai Vidya Peeth lo scorso 7 febbraio. Quale formazione accademica è necessaria nel contesto attuale per dare rilevanza al dialogo? Una formazione orientata alla valorizzazione dell’alterità. Gli interventi hanno sottolineato l’esperienza di dialogo vissuta in questi anni da membri dei Focolari e professori di tradizione indù. Si sono susseguite considerazioni alla luce dell’insegnamento di alcuni recenti riformatori dell’induismo, come Swami Vivekananda, Juddi Krishnamurty ed il Mahatma Gandhi. Presenti al convegno, oltre a diversi rappresentanti del locale Movimento dei Focolari, vari studenti ed assistenti dei dipartimenti di Filosofia e di Sanskrito dell’Università di Mumbai. Positivi i commenti che, nelle parole delle prof.sse Shubada Joshi, Madhavi Narsalay e Meenal Katarnikar, fanno ben sperare per futuri sviluppi sulla via iniziata quindici anni fa da Chiara Lubich nella sua prima visita a Mumbai. 
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Il prof. Sureshchandra Upadhyaya – accademico di Mumbai -, a proposito del suo rapporto con i Focolari, in una video intervista dichiara: «Sono entrato più profondamente nella filosofia di Chiara, quella dell’Amore, e mi sono reso conto che [essa] è rivolta ad ogni essere umano. Chiara appartiene a tutta l’umanità. E quando tu parli con lei, quando leggi i suoi libri, ti accorgi che stai leggendo di te stesso».«Upadhyaya è un uomo di un calibro spirituale e intellettuale straordinario», sottolinea Jesús Morán, copresidente dei Focolari, nel corso della diretta del Collegamento CH lo scorso 13 febbraio, «è un profeta, nel senso più bello della parola. Una delle professoresse che abbiamo incontrato, ha detto: “Il fulcro dell’induismo è la divinizzazione dell’uomo e l’umanizzazione di Dio”. Su questo si può lavorare tanto insieme». 
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Sulle orme di Gandhi – A Coimbatore esistono da anni diversi tipi di collaborazione, sia a livello sociale che culturale come pure progetti di formazione informale alla pace e alla prevenzione dei conflitti. In tale ambito, si sono svolte diverse manifestazioni. Si è, infatti, iniziato con la celebrazione del 25° anniversario della fondazione dei Bala Shanti, asili nido presenti in villaggi della zona di Coimbatore, nati dalla collaborazione fra AFN e Shanti Ashram, che continuano ad assicurare accesso alla scolarità anche a bambini di classi sociali discriminate. La XXI Tavola Rotonda Sarvo-Foco (tra membri del movimento gandhiano Sarvodaya e i Focolari) ha messo in evidenza il cammino compiuto in questi anni ed il coinvolgimento spirituale, vitale e sociale di coloro che sono impegnati nel pellegrinaggio del dialogo, insieme alle rispettive istituzioni e comunità (Gandigram University, Madurai Kamaraj University, Shanti Ashram, Gandhi Museum, Bharatya Vidya Bhavan di Coimbatore per menzionarne solo alcune). Sia a Mumbai che a Coimbatore si sono esaminate possibili vie di collaborazione con l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano. Scambi di docenti e studenti, e studio dei testi di Chiara Lubich a cui il dialogo si ispira e che vengono considerati di natura mistica, nel primo caso; accordi di collaborazione con tre istituzioni Gandhiane del Tamil Nadu, nel secondo, con l’obiettivo di inserire gli studi Gandhiani all’interno del corso di dialogo interreligioso di Sophia. 
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Prima di lasciare Coimbatore Maria Voce, Jesús Morán e tutta la delegazione hanno partecipato alla cerimonia in ricordo dell’assassinio del Mahatma Gandhi, svoltasi presso la Scuola di Bharatya Vidya Bhavan alla periferia della città. È li che Maria Voce ha proposto una riflessione sulla dimensione spirituale della ricchissima personalità di Gandhi, sottolineando come «in questi anni, noi cristiani abbiamo ricevuto in dono molti valori ed intuizioni del Mahatma e vi abbiamo trovato una sorprendente vicinanza e comunanza con lo spirito che Dio ha donato a Chiara Lubich». «Nel Gandhi Memorial, il mausoleo costruito nel luogo dove è stato ucciso Gandhi – racconta poi la presidente al rientro –, un luogo che dice martirio e violenza, tutto parlava di pace, c’era un’armonia che lasciava nel cuore una serenità soprannaturale, divina. Era la testimonianza di un uomo che ha vinto la violenza con la non violenza. E questo lo si vedeva anche in tutti i presenti».
Leggi anche: In India: un dialogo di cuori e menti Servizio video Collegamento CH: https://vimeo.com/155395452 (altro…)
Feb 17, 2016 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Foto © Donald Dsouza
«Sono partita aspettandomi di incontrare un mistero. Sono tornata con l’impressione di aver incontrato un mistero più grande di quanto pensassi». «I sentimenti di queste prime ore: da una parte una grande voglia di assoluto, un desiderio di interiorità; poi, un forte amore per il pluralismo, non avere paura della diversità; infine, la bellezza della gente, specie dei giovani come futuro». Sono le prime impressioni a caldo, durante il Collegamento CH del 13 febbraio, di Maria Voce e Jesús Morán, presidente e copresidente del Movimento dei Focolari, al loro rientro da un lungo viaggio in India per trovare le comunità sparse in questo immenso Paese asiatico. Un viaggio complesso, durato un mese, 16.000 Km percorsi in 13 voli, con tappe a New Delhi, Bangalore, Coimbatore, Trichy e Mumbai. Un sub-continente caratterizzato dal dialogo interreligioso che anche il Movimento dei Focolari porta avanti da quando è presente, e cioè dagli anni ’80. Le vie che si erano aperte nel 2001 e nel 2003 nei due viaggi di Chiara Lubich a Mumbai e Coimbatore, nel corso degli anni, hanno portato ad un rapporto crescente sia con accademici che con gandhiani. Anche se accomunati da alcuni momenti ed esperienze condivise, come i simposi tenutisi nel 2002 e nel 2004 a Roma e nel 2011 in India, i due filoni si sono sviluppati con caratteristiche proprie dando vita a tipologie di dialogo diversificate anche se caratterizzate dallo stesso spirito. Resta vera per tutti, infatti, la definizione data nel 2001 da alcuni amici indù che avevano descritto il dialogo fra i Focolari ed il mondo indù come un ‘dialogo di cuori e di menti’. Nel 2001 a Mumbai, Chiara diceva ad un gruppo di indù: «Sono venuta in India soprattutto col desiderio di ascoltare, di imparare da voi, per aprire possibilmente un cordiale dialogo con voi, nei quali vedo tanti miei fratelli e sorelle». E a chi le domandava sull’atteggiamento d’avere per dialogare, Chiara rispondeva: «Noi puntiamo su quella cosiddetta “regola d’oro” che è presente in tutte le religioni, anche nell’induismo:“non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”». E ancora in un’intervista negli stessi giorni per Radio Vaticana: «Dialogare significa prima di tutto mettersi sullo stesso piano, non avere idee di priorità, di essere meglio degli altri e aprirsi ad ascoltare quello che l’altro ha dentro, spostare tutto per entrare nell’altro. Dopo chiedere naturalmente all’altro di ascoltare noi. E dall’insieme di questo si colgono quegli elementi comuni che si hanno e ci si mette d’accordo di vivere insieme. Questo è il dialogo concreto». 
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A Delhi, nella prima fase del viaggio, presso l’India International Centre, si è tenuto un interessante ed intenso convegno che ha visto la partecipazione di una sessantina di persone di diverse fedi e culture. Moderato dal Sig. Merchant, rappresentante di rilievo della comunità Baha’i della capitale indiana, e dalla dott.ssa Vinu Aram, direttrice di Shanti Ashram a Coimbatore, il programma ha inteso offrire delle risposte plurali alle sfide che il dialogo è chiamato ad affrontare oggi. ‘La rilevanza del dialogo nella società odierna’: questo il titolo del pomeriggio, durante il quale si è presentata l’esperienza del Movimento dei Focolari nel campo del dialogo, prima dei due interventi chiave dell’incontro. In essi Maria Voce e Jesús Morán hanno affrontato, alla luce della società odierna, la questione della tensione fra progresso verso l’unità – che appare essere uno degli elementi caratterizzanti la nostra epoca – e la tendenza a difendere e a caratterizzare le rispettive identità. Proprio in questa tensione tipica dei processi di globalizzazione e, allo stesso tempo, che vede il mondo cambiare rapidamente per i flussi migratori ed i conflitti a livello regionale, si situa l’esperienza carismatica del dialogo proposta da Chiara Lubich che ha aperto vie di dialogo originali ed articolate. Maria Voce ha sottolineato come la Regola d’oro presente in ogni cultura e religione assicuri un punto di incontro che garantisce la possibilità di attuare quella che Chiara amava definire l’arte di amare, vera metodologia dialogica. Jesús Morán ha, invece, presentato l’aspetto antropologico del dialogo definendone alcune caratteristiche che rivelano una consonanza sorprendente proprio con l’esperienza fatta in questi anni fra indù e cristiani. Nel corso del pomeriggio, poi, si sono alternati altri interventi, tutti di grande attualità oltre che di profondità spirituale. Fra questi il Prof. Satyavrat Shastri, famoso esperto di lingua sanscrita, le Prof.sse Uma Vaidya e Shashi Prabhakumar, che hanno evidenziato l’analogia fra quanto affermano e suggeriscono le scritture tradizionali dell’induismo – soprattutto Veda ed Upanishad – ed il carisma dialogico di Chiara Lubich. Loppiano (Firenze), 7 febbraio 2001: https://vimeo.com/155014982 (altro…)
Gen 13, 2016 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
“Una società è buona quando l’ultimo e il più piccolo hanno accesso ad una vita dignitosa”. Questa è stata l’idea forza che nel 1986 ha spinto il Dott. Aram e sua moglie Minoti, con una commissione di amici Gandhiani, a dare inizio allo Shanti Ashram di Coimbatore nel Tamil Nadu. Alfabettizzazione, sviluppo della condizione della donna, sanità, politica ambientale, lotta alla povertà, programmi di leadership per la gioventù e progetti per l’infanzia sono le azioni promosse dall’Ashram, di cui fa parte il progetto Bala Shanti nato nel 1991 per aiutare bambini molto poveri nei villaggi circostanti. Scriveva la Signora Minoti nel 2013: “Tagore,il poeta tanto amato e vincitore del premio Nobel dice: ‘Ogni bambino e bambina è portatore del messaggio che Dio non si è ancora scoraggiato nei riguardi dell’uomo’. È in questo contesto che vedo il nostro lavoro per i nostri bambini: poter servire uno dei doni più preziosi di Dio all’umanità” . Inizialmente il progetto Bala Shanti ha mirato a offrire nutrizione, educazione e servizi sanitari ad un piccolo gruppo di bambini dai 3 a 5 anni. Oggi il progetto aiuta migliaia di bambini in 17 villaggi, coinvolgendoli direttamente a loro volta nella lotta alla povertà, suscitando in loro e nelle loro famiglie una partecipazione attiva sociale.

Chiara Lubich con Minoti Aram (2002) – © Centro S. Chiara Audiovisivi
Nel 2002, dopo i contatti iniziati con i Focolari e le due visite di Chiara Lubich in India, il programma Sostegno a Distanza di Famiglie Nuove inizia una collaborazione con il progetto Bala Shanti che continua tutt’ora, per il sostegno di un centinaio di bambini Uno dei programmi del Bala Shanti è un parlamento dei bambini, nato nel 2006 e composto da ex-alunni del progetto: oltre 800 bambini e giovani dai 6 a 18 anni che si trovano regolarmente per dar voce a temi che li toccano direttamente, come la promozione dell’igiene, l’educazione continuativa, l’adesione sociale e il servizio alla comunità. Nota l’iniziativa più recente, la Banca dei Bambini, nata dai bambini per i bambini. Questa iniziativa è stata lanciata nel maggio 2013 con lo scopo di insegnare ai bambini il valore del risparmio e la pianificazione finanziaria per la propria educazione,oltre a donare una parte dei loro risparmi per aiutare bambini più poveri di loro. Nel 2015 oltre 1500 bambini, piccoli risparmiatori, hanno partecipato al progetto. Quest’anno si festeggia il 25˚ anniversario del Bala Shanti con grande gioia e un consuntivo nettamente all’attivo. Info: Progetto Bala Shanti (altro…)