Set 15, 2010 | Focolari nel Mondo
“Servire Gesù nel fratello, sia come cristiano sia come sacerdote, è per me una delle cose più belle da vivere. Spesso “l’altro” è un emarginato, un escluso dalla società che mi passa accanto. Essere coerente con il Vangelo, significa allora poter entrare nelle ferite che il fratello vive, cercando di sanarle insieme a lui, ma senza attendersi niente in cambio. E’ successo così anche quando il sindaco del paese dove svolgevo il mio ministero mi ha chiesto di occuparmi di alcune famiglie legate ai clan della criminalità, famiglie che sembrava volessero cambiare vita. Per loro sono stati trovati una casa e un lavoro onesto, abbiamo operato per una reale integrazione nella comunità, ma nessuno di loro ha mai colto l’opportunità offerta: le regole stabilite puntualmente sono state disattese, i genitori hanno continuato a rubare di notte senza mandare i figli a scuola di giorno; anche io mi sono sentito complice di questo fallimento e di un degrado sempre più inaccettabile. Il fondo l’ho toccato però quando, a seguito di una mia chiara richiesta di rispettare i patti, le famiglie mi hanno denunciato per scasso, furto e violenza, anche verso una donna incinta. Ero veramente nei guai, circondato da gente che ora mi giudicava e mi guardava con scherno e derisione. “Perché?”- mi sono chiesto – “Perché tutto questo?” In fondo mi sono mosso per Dio presente negli ultimi, negli emarginati, nei soli e… anche nei delinquenti. Condividendo questi dolori con altri sacerdoti con i quali viviamo insieme la spiritualità di comunione, ho trovato la forza di credere ancora una volta all’Amore di Dio per me anche in questa situazione; lì ho deciso di perdonare coloro che mi avevano fatto del male, ma anche di lottare per il trionfo della giustizia. Una sera ho chiesto ai fedeli più vicini della parrocchia di pregare per me. Poi sono andato a casa dei miei accusatori per affrontarli a viso aperto e alla fine hanno ritirato tutte le denunce. Era già notte fonda, ma sono passato ugualmente nelle case dei miei parrocchiani e li ho trovati ancora a pregare in ginocchio, e tutto il Vangelo mi è apparso come chiara verità che, a suo tempo, porta frutto. (altro…)
Set 14, 2010 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La cittadella internazionale di Loppiano (FI), Economia di Comunione – Polo “Lionello Bonfanti”, Istituto Universitario Sophia e Gruppo editoriale Città Nuova presentano: “Piste d’innovazione in risposta alla crisi”. Parte dal centro internazionale di Loppiano (FI), da 45 anni all’avanguardia del dialogo inter-culturale e sociale, la prima edizione di LoppianoLab, evento-contenitore di numerosi appuntamenti, dibattiti, tavole rotonde e percorsi espositivi. Una sfida globale e originale per condividere sperimentazioni e prassi di coesione e innovazione in economia, cultura e formazione: un contributo di vitalità per il Paese. 4 appuntamenti per un Paese più coeso Expo 2010 – Aziende in rete: una risposta innovativa alla crisi e Convention EdC per l’Italia 50 aziende italiane di varia tipologia, aderenti al progetto di Economia di Comunione, daranno vita alla Expo 2010 allestita nel Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti: spazi espositivi, mostre e tavole rotonde in cui imprese dell’economia civile promuovono idee e progetti orientati ad un’economia al servizio dell’uomo e della società. Un’occasione di confronto su energia e ambiente, finanza etica e sostenibilità, interventi sociali e promozione della salute. Convention “EdC per l’Italia: Imprese, progetti, futuro” Il 18 e 19 settembre esperti ed operatori discuteranno sui temi della crisi economica, dell’imprenditoria giovanile e femminile, tra gli altri. Il Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti ospita ad oggi una ventina di aziende EdC e si propone come punto di convergenza e visibilità delle imprese che aderiscono al progetto ma anche delle organizzazioni aziendali e associazioni di categoria che sempre più guardano allo sviluppo sostenibile ed etico della propria attività e dei propri associati. Convegno: “Quale Paese, quale unità?” – per rispondere alla sfida socio-culturale Si tratta del momento clou della manifestazione in cui cultura ed economia sono al centro del dibattito. Studiare, lavorare, trovare nuove soluzioni per rispondere alle sfide di oggi ed esplorare piste possibili verso una visione unitaria del Paese, nel rispetto delle identità culturali ed economiche regionali. Appuntamento annuale del Gruppo Editoriale Città Nuova Lettori, operatori culturali, sostenitori della cultura che scaturisce dal carisma dell’unità s’incontrano per tracciare percorsi d’impegno sociale e civile attraverso forum e dibattiti con gli autori e i redattori della rivista Città Nuova, da 50 anni portavoce di un progetto culturale che si fonda sul riconoscimento dell’unità della famiglia umana, in dialogo con le diverse espressioni contemporanee che credono nei valori dell’uomo. Gli interventi: Luigino Bruni e Nicolò Bellanca (economisti), prof. Mons. Piero Coda (preside Istituto Universitario Sophia), Antonio Maria Baggio (politologo), Johnny Dotti (imprenditore e presidente di Welfare Italia), Lucia Fronza Crepaz (Movimento internazionale Umanità Nuova), Benedetto Gui (prof. Economia Politica – Univ.Padova), Ugo Biggeri (presidente Banca Etica), Marco Morganti (A.D. Banca Prossima), Gianfranco Donato (presidente BCC Valdarno), Paolo Rafanelli (presidente Fidi Toscana), Armando Prunecchi (direttore CNA Toscana), Piero Galardini (direttore Confartigianato), Michele De Beni (pedagogista), Ezio Aceti (psicoterapeuta) e molti altri.
Programma
Altra documentazione (altro…)
Set 14, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria

Four days of activities at Loppiano: EoC Expo and Convention, Loppiano, Italy, 2010
A showcase of Economy of Communion businesses and projects
The international town of Loppiano, near Florence – Italy, is hosting this Expo which involves:
The Economy of Communion project,
"Lionello Bonfanti" Industrial park
Sophia University Institute
Città Nuova publishing house
We suggest that everyone sign up and participate!
See LoppianLab events program
Set 14, 2010 | Focolari nel Mondo
Mentre ci avviamo all’aeroporto mi rendo conto di essere felice e libero. Sveglio! Un gesto di carità non è paragonabile alla chiacchierata confidenziale che nasce con il mio prossimo. L’attenzione all’altro è più efficace di una tazza di caffè. Madre Teresa mi aveva ricordato di amare il prossimo come me stesso. È come se avesse riacceso e resa attuale una frase del Vangelo. Nell’alba piovosa mi sembra che quelli che mettono in pratica le parole di Gesù, i santi, sono i catarifrangenti che mi indicano come arrivare alla meta. T.M. (dal blog di Città Nuova online)
Set 13, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Si è avviata l’azione che promuove una vasta raccolta di 50 milioni firme in tutto il mondo entro il 2010 per sensibilizzare la comunità internazionale e sostenere un forte appello al disarmo. (altro…)
Set 13, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Il punto sulla “Settimana mondo unito” del 2010. (altro…)
Set 9, 2010 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo
“La volontà di Dio nella vita dei cristiani”. Questo il tema al centro del 29° Convegno Ecumenico di Vescovi che, su iniziativa del Movimento dei Focolari, si sta svolgendo dal 9 al 13 settembre al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Roma). Prendono parte all’incontro vescovi della Comunione Anglicana, Metodisti, Evangelici-luterani, Siro-ortodossi e Cattolici, provenienti dall’Australia alla Svezia, da Hong Kong o dall’India fino all’Uruguay. Domenica 12 settembre Benedetto XVI rivolgerà un saluto ai vescovi presenti all’Angelus a Castelgandolfo. Il card. Walter Kasper, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani, farà il punto sullo situazione ecumenica oggi. La testimonianza dei cristiani. “Le prediche oggi non hanno valore. Di fronte alla inflazione della parola a cui i media ci stanno abituando, ciò che oggi vale è la testimonianza; essa è la prospettiva più promettente della evangelizzazione”. A parlare è il card. Miloslav Vlk, arcivescovo emerito di Praga, presentando ai giornalisti il Convegno Ecumenico di Vescovi. Al centro dell’incontro quest’anno ci sarà come tema di riflessione: “La volontà di Dio nella vita dei cristiani”. “Una questione – ha spiegato il cardinale – non solo ed unicamente religiosa, perché in un mondo secolarizzato dove si sperimenta l’assenza di Dio, l’uomo tende a chiudersi nella sua volontà facendo poi fatica ad accettare e a confrontarsi con quella dell’altro”.
Lo scopo del Convegno, di fronte alla crisi che il dialogo ecumenico, secondo molti, sta attraversando, questi Vescovi ribadiscono che “ciò che ci unisce è molto di più di ciò che ci divide. Ci sono moltissime cose che ci permettono di vivere già da adesso in unita: mettendo in pratica la stessa Parola di Dio, avendo ricevuto lo stesso battesimo, accogliendo i doni dello stesso Spirito Santo”. L’esperienza vissuta in questi 29 anni di incontri annuali tra vescovi di varie Chiese – ha concluso uno di loro –, ci conferma nella certezza che “l’unità è possibile”. Lo sottolinea anche il vescovo tedesco Christian Krause, già Presidente della Confederazione mondiale Evangelico-luterana che, pur constatando in atto nell’Europa “una crisi delle istituzioni a tutti i livelli”, non vuole parlare di “inverno ecumenico”, anche perché molte iniziative testimoniano il contrario. Afferma che: “l’esperienza vissuta al Ökumenischer Kirchentag di Monaco, portato avanti dai laici di cui tanti giovani, e la collaborazione ormai consolidata di 250 Movimenti diversi nell’ “Insieme per l’Europa”, ci fanno pensare piuttosto all’inizio di una nuova primavera”. Nel prendere la parola, il vescovo inglese anglicano Robin Smith, che da anni partecipa agli incontri promossi dal Movimento dei Focolari precisa: “A questi incontri non si partecipa per discutere sulle nostre differenze, ma per vivere una esperienza concreta di unità, facendo propria la preghiera di Gesù al Padre, ‘che tutti siano una cosa sola’. Questo ‘essere uno’ in Cristo è’ una esperienza che ci permette di sperimentare la presenza del Risorto tra noi come egli ha promesso”. Un patto che rimane. L’incontro ecumenico di vescovi culmina in un “patto d’amore reciproco”. A raccontarne l’esperienza è mons. Armando Bortolaso, già vicario apostolico di Aleppo (Siria) che ora vive in Libano. “Ci si dichiara pronti a dare la vita l’uno per l’altro, ad amare la diocesi dell’altro come la propria e ci si scambia un abbraccio della pace”. E’ sempre un momento forte, commovente che dà – dice il vescovo – “la temperatura di questo ecumenismo della vita e del cuore.” (altro…)
Set 8, 2010 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Sito ufficiale della cittadella del Movimento dei Focolari a Fontem, Africa
Set 5, 2010 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Diario di Viaggio – Prima tappa
«Riprendiamo l’aereo. Tre ore di volo, 2500 kilometri, e arriviamo a Recife. Nei pressi di questa grande città del Nord Est del Brasile si trova la cittadella Santa Maria del Movimento dei Focolari, seconda tappa della nostra avventura. E’ lì che i due gruppi, quello di San Paolo e quello di Recife, si riuniscono per gli ultimi giorni del progetto e per un bilancio del lavoro fatto. Alle spalle, per ciascuno, 15 giorni intensi di lavoro sociale, in un grande clima di fraternità, immersi in una cultura sconosciuta, in progetti diversi, condividendo ogni giorno la stessa meravigliosa esperienza con tante persone del posto. Marta, italiana, alla fine dell’esperienza conclude: “In questi giorni ho imparato che dobbiamo essere semplici, non persone costruite. Da noi ci sono tanti immigrati… Le persone qui, nella loro semplicità, ti danno tanto. Ora vedo con altri occhi gli immigrati nel mio paese”. Micheal, dalla Germania, ha lavorato per ridipingere una casa. Suo collega di lavoro, un ragazzo che “all’inizio non voleva aiutarmi. Ma gli ho fatto un sorriso e gli ho messo la paletta in mano. Ha cambiato atteggiamento e mi ha aiutato. Anche se da solo avrei fatto il lavoro tre volte più veloce, aver lavorato con lui mi ha reso molto più felice”. E sono fioriti nuovi propositi e decisioni, come quella di Emanuel, paraguaiano: “Qui ho capito come voglio vivere, cosa voglio fare della mia vita. Nel mio paese ci sono anche tanti poveri, ma qui mi sono svegliato!” o di Lara, di nazionalità argentina: “Ho capito che la lingua del cuore non è quella della ragione. E una lingua diversa che ti porta a superare i limiti linguistici e le barriere sociali, e ti mette in gioco l’anima. Questa avventura di essere di paesi diversi, con una cultura diversa, e riuscire comunque a costruire rapporti veri, mi ha fatto credere che il mondo unito è possibile, anche nel quotidiano. Partecipare a questo progetto mi ha aperto la testa ed il cuore. Mi ha permesso di scoprire una società che soffre, che ha tanti bisogni ma anche molto da dare. Torno con tanta voglia che nella mia città possa sorgere un progetto simile”.
Per qualcuno è stata l’occasione di una vacanza alternativa: “Potevo scegliere di riposarmi con gli amici o venire qui. Senza dubbio ho scelto bene!”, afferma Adriano, di Porto Alegre, e quindi cittadino del Paese ospitante. Un’altra connazionale, Sulamita, racconta: “Quando sono arrivata nella favela era come se avessi trovato il mio posto: un posto dove potevo amare tutti i giorni. Ma in realtà siamo stati amati da loro con grande sincerità. Tornando a casa voglio trasmettere quanto ho vissuto perché tutta questa forza che ho ricevuto non muoia”. Viaggio all’insegna della reciprocità, con un “Grazie”, dei bambini della scuola Santa Maria, di Recife: “È stata una settimana molto speciale per noi”. E c’è anche qualcuno che non vuol far più ritorno in patria, come Pakot: “Avevo tanti problemi prima di arrivare qui: a casa, con gli studi…All’Isola S. Teresinha ho scoperto che i miei problemi erano troppo piccoli se confrontati a quello che stavano vivendo quei bambini…e mi sono sentito impotente. Durante le due settimane che sono stato nell`Isola ho ricevuto tanti abbracci, sguardi e adesso mi sento più forte. Se fosse possibile vorrei cambiare la data del mio ritorno in Romania…”. Il progetto GLOCALCITY è realizzato con il sostegno del programma “Gioventù in azione” della Commissione europea Leggi anche: 
Giovani con “Glocalcity” in Brasile Al via un progetto intercontinentale con cinquanta giovani provenienti da dieci paesi (altro…)
Ago 31, 2010 | Parola di Vita
Audio della Parola di Vita
Gesù con queste sue parole risponde a Pietro che, dopo aver ascoltato cose meravigliose dalla sua bocca, gli ha posto questa domanda: "Signore, quante volte dovrò perdonare a mio fratello, se pecca contro di me? fino a sette volte?". E Gesù: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".
Pietro, probabilmente, sotto l'influenza della predicazione del Maestro, aveva pensato di lanciarsi, buono e generoso com'era, nella sua nuova linea, facendo qualcosa di eccezionale: arrivando a perdonare fino a sette volte. […]
Ma Gesù rispondendo: "…fino a settanta volte sette", dice che per lui il perdono deve essere illimitato: occorre perdonare sempre.
"Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".
Questa Parola fa ricordare il canto biblico di Lamech, un discendente di Adamo: "Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamech settantasette" . Così inizia il dilagare dell'odio nei rapporti fra gli uomini del mondo: ingrossa come un fiume in piena.
A questo dilagare del male, Gesù oppone il perdono senza limite, incondizionato, capace di rompere il cerchio della violenza.
Il perdono è l'unica soluzione per arginare il disordine e aprire all'umanità un futuro che non sia l'autodistruzione.
"Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".
Perdonare. Perdonare sempre. Il perdono non è dimenticanza che spesso significa non voler guardare in faccia la realtà. Il perdono non è debolezza, e cioè non tener conto di un torto per paura del più forte che l'ha commesso. Il perdono non consiste nell'affermare senza importanza ciò che è grave, o bene ciò che è male.
Il perdono non è indifferenza. Il perdono è un atto di volontà e di lucidità, quindi di libertà, che consiste nell'accogliere il fratello e la sorella così com'è, nonostante il male che ci ha fatto, come Dio accoglie noi peccatori, nonostante i nostri difetti. Il perdono consiste nel non rispondere all'offesa con l'offesa, ma nel fare quanto Paolo dice: "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male" .
Il perdono consiste nell'aprire a chi ti fa del torto la possibilità d'un nuovo rapporto con te, la possibilità quindi per lui e per te di ricominciare la vita, d'aver un avvenire in cui il male non abbia l'ultima parola.
"Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".
Come si farà allora a vivere questa Parola?
Pietro aveva chiesto a Gesù: "Quante volte dovrò perdonare a mio fratello?".
E Gesù, rispondendo, aveva di mira, dunque, soprattutto i rapporti fra cristiani, fra membri della stessa comunità.
E' dunque prima di tutto con gli altri fratelli e sorelle nella fede che bisogna comportarsi così: in famiglia, sul lavoro, a scuola o nella comunità di cui si fa parte.
Sappiamo quanto spesso si vuole compensare con un atto, con una parola corrispondente, l'offesa subita.
Si sa come per diversità di carattere, o per nervosismo, o per altre cause, le mancanze di amore sono frequenti fra persone che vivono insieme. Ebbene, occorre ricordare che solo un atteggiamento di perdono, sempre rinnovato, può mantenere la pace e l'unità tra fratelli.
Ci sarà sempre la tendenza a pensare ai difetti delle sorelle e dei fratelli, a ricordarsi del loro passato, a volerli diversi da come sono… Occorre far l'abitudine a vederli con occhio nuovo e nuovi loro stessi, accettandoli sempre, subito e fino in fondo, anche se non si pentono.
Si dirà: "Ma ciò è difficile". Si capisce. Ma qui è il bello del cristianesimo. Non per nulla siamo alla sequela di Cristo che, sulla croce, ha chiesto perdono al Padre per coloro che gli avevano dato la morte, ed è risorto.
Coraggio. Iniziamo una vita così, che ci assicura una pace mai provata e tanta gioia sconosciuta.
Chiara Lubich
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Ago 26, 2010 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Studiosi provenienti da Brasile, Bolivia, Cile, Uruguay, Italia e molte altre regioni dell’Argentina, riuniti per parlare su Fraternità e Conflitto: Riflessioni, dibattiti e prospettive, nel seminario in corso a Tucumàn (Argentina) dal 25 al 27 di agosto. La conferenza principale, intitolata “Fraternità e Conflitto nel pensiero contemporaneo” sarà tenuta dal Prof. Antonio Maria Baggio dell’Istituto Internazionale Sophia (con sede in Italia). Il Prof. Baggio, fondatore della rete, è uno dei teorici che si distingue per essersi dedicato a recuperare “il principio dimenticato della fraternità” come punto centrale del pensiero politico. Insieme ad altri intellettuali appartenenti alla Scuola Abba, Centro Studi del Movimento dei Focolari, svolge ricerche ed elabora teorie che mirano a consolidare il “paradigma della fraternità”, categoria teorica che nasce dall’esperienza di Chiara Lubich e dal movimento da lei fondato. Per questo legame con i Focolari, prenderanno parte al seminario, in diversi momenti, politici e giovani appartenenti al Movimento Politico per l’Unità. L’origine del seminario risale alla prima convocazione fatta dall’Università Nazionale di Cordoba nel 2008, intitolata “La fraternità come categoria politica nelle scienze giuridiche e sociali“. Durante quel primo seminario si sono sviluppate quattro tematiche molto vaste: Storia e pensiero Latinoamericano; Diritto; Scienze Politiche; Comunicazione ed Istruzione. Ne sono seguiti lavori e studi, proposti successivamente al secondo incontro: “L’idea della fraternità nel pensiero politico e nelle scienze sociali” (Università Nazionale di La Plata, 2009). E da lì è partita la proposta per l’appuntamento successivo: orientare i lavori verso una tematica più specifica, incentrata sulla realtà latinoamericana, che coinvolgesse maggiormente le discipline scientifiche. Questa è la sfida affrontata dal terzo incontro.
La Casa Editrice Argentina Ciudad Nueva ha pubblicato le presentazioni dei seminari precedenti e per questo evento propone: “Studi recenti sulla fraternità. Dalla enunciazione come principio alla consolidazione come prospettiva”. Incaricato di questo lavoro è il Prof. Osvaldo Barrenche, Direttore della Cattedra Libera: Società, Politica e Fraternità dell’Università Nazionale della Plata, e uno dei pilastri della RUEF. In contemporanea, il Governo di Tucumàn ha convocato il II Spazio aperto “Fraternità e Società”: esperienza formativa che propone idee e pratiche, visioni ed interventi nell’ambito professionale che riconsiderano il concetto di fraternità come un principio di azione e come base per la convivenza sociale. All’interno dello Spazio Aperto si svilupperà un Parlamento Giovanile il cui obiettivo è svolgere pratiche legislative, permettendo così di approfondire l’apprendimento delle regole democratiche applicabili al dibattito, alle discussioni ed al consenso. Durante il convegno si alternano testimonianze e pratiche comunitarie, solidali e fraterne di organizzazioni e comunità. Infine, lo Spazio Aperto prevede la realizzazione di attività artistiche, per dimostrare quanto ogni ambito della nostra vita sociale sia importante per costruire una città più fraterna. Per maggiori informazioni (in portoghese ed in spagnolo): www.ruef.com.ar (altro…)
Ago 24, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Dal 16 al 19 settembre prossimi si apre nella cittadella internazionale di Loppiano (Firenze) “LoppianoLAB”, un appuntamento per creare uno spazio di dialogo e confronto sui temi d’attualità, cultura, educazione ed economia alla ricerca di idee e prassi verso una visione unitaria dell’Italia.
La cittadella dei Focolari, situata sulle colline del Valdarno, in collaborazione con il Polo Imprenditoriale Lionello Bonfanti, l'Istituto Universitario Sophia ed il gruppo editoriale Città Nuova, offrirà quattro giorni di dibattiti, tavole rotonde, esposizioni aziendali, dove attualità e cultura, educazione ed economia, saranno in rete per proporre nuove idee che stimolino la prassi da proporre al paese nella prospettiva della fraternità universale. Una sorta di expo culturale, ma anche di laboratorio dove sperimentare, in pochi giorni, cosa vuol dire declinare nei vari ambiti del sapere il Carisma dell'Unità, e quali possono essere i suoi effetti sulla vita concreta di una nazione.
La prima edizione di “LoppianoLAB” si presenta allora come una serie di eventi tra loro collegati, ai quali si prevede la partecipazione di circa 3000 persone provenienti da tutta Italia.
L'Italia infatti si appresta a festeggiare i 150 anni della sua unità, e l'appuntamento di Loppiano diviene così un'occasione da non perdere per ritrovare le ragioni prime della convivenza civile, in un'ottica di reciprocità tra le varie aree geografiche della Penisola.
"Quale Paese, quale unità?" è infatti il titolo del convegno previsto all'interno della manifestazione, sabato 18 settembre. In quella sede verranno approfonditi nuovi percorsi di sviluppo economico, sociale e culturale per il paese, che stimolino la fiducia nel futuro della nostra nazione.
La mattina dello stesso giorno invece, il gruppo editoriale Città Nuova offrirà ai lettori, ai collaboratori della rivista, e a tutti quelli che vorranno partecipare, un forum culturale durante il quale sono previsti spazi di approfondimento con la consultazione di testi, riviste e siti internet.
Le esperienze in atto e le prospettive future per l'Economia di Comunione saranno, invece, il terreno di gioco per la Convention EdC per l'Italia, che tra il 18 e il 19 Settembre animerà i locali del Polo Lionello Bonfanti.
Comunicato Stampa
Depliant LoppianoLab
Ago 22, 2010 | Chiesa, Famiglie, Focolari nel Mondo, Sociale
Da queste domande ha preso il via il secondo stage della scuola Loreto di AFN (Associazione “Azione per Famiglie Nuove” onlus) con l’obiettivo di rafforzare l’unità di coppia. Sposate da più o meno tempo, provenienti da varie regioni italiane e anche da altri Paesi europei, le coppie partecipanti sono arrivate senza prospettiva, quasi come all’ultima spiaggia… E a misura che i giorni trascorrevano nel favorevole clima di fraternità della “Scuola Loreto”, presso la cittadella internazionale dei Focolari, le coppie hanno ritrovato la forza di ricominciare. Toccati da sofferenze alle volte molto forti e prolungate dovute a incomprensioni e spaccature gravi, i partecipanti hanno trovato, dicono: “La voglia di ricominciare con una energia e uno spirito nuovo” e “una grande gioia nell’aver riscoperto che l’Amore vince tutto”.
L’esperienza dello stage della Scuola Loreto AFN è alla sua seconda edizione. “La base – esordiscono gli organizzatori – è l’atmosfera che si crea con l’amore reciproco che attira la presenza spirituale di Gesù fra i partecipanti, poi viene tutto il resto”. Il programma, infatti, prevede momenti di meditazione e riflessione a partire dalla spiritualità dell’unità di Chiara Lubich, applicata alla vita di famiglia; la proposta di alcuni suggerimenti da mettere in pratica nella comunione nella coppia; oltre al necessario aiuto dei professionisti e alle testimonianze di famiglie che hanno vissuto e superato la crisi. Importante la giornata dedicata al perdono, affrontato nei suoi risvolti psicologici e spirituali; i momenti ricreativi, atelier, cene festose, gite… tutte occasioni per riprovare la gioia di stare insieme in maniera distensiva. L’ultimo giorno, il rinnovo delle promesse matrimoniali. Ecco come si esprimono, prima di partire, alcune coppie: “Ci portiamo a casa molti strumenti per guidare il nostro rapporto di coppia, ma soprattutto la consapevolezza che, nonostante i nostri fallimenti, siamo amati da Dio e possiamo avere la forza di accettare il dolore e credere che si potrà trasformare in Amore tra noi e per gli altri.” “La fiducia che la condivisione profonda, l’aiuto di esperti e la volontà di rimetterci in discussione, possano far ripartire un rapporto che le corse della vita e le difficoltà quotidiane vorrebbero soffocare.” Come lo scorso anno, è previsto un week-end di verifica e valutazione nel prossimo gennaio, per continuare gli approfondimenti e consolidare i risultati.
Ago 19, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Para a Toscana, terra rica de vinhos e sabores, Setembro é o tempo da vindima. Recolhem-se os frutos do trabalho de meses, que se insere, por vezes, no trabalho de anos: nos carros bem carregados, mostram-se as uvas de cores e qualidades diversas, que trasbordam de esplendor e dão boa esperança de que dali vai resultar um produto genuíno, capaz permanecer no tempo.
Para entender o que vai acontecer em Loppiano, de 16 a 19 de Setembro de 2010, podemos valer-nos desta imagem e do significado deste “evento”, fundamental no mundo do vinho.
“LoppianoLab” vai ser uma espécie de vindima, mas de um tipo totalmente diferente. A cidadela dos Focolares, situada sobre as colinas de Valdarno, em colaboração com o Pólo Empresarial “Lionello Bonfanti”, o Instituto Universitário “Sophia”, e o grupo editorial “Città Nuova”, vai oferecer aos visitantes quatro dias de debates, mesas redondas, exposições de empresas, onde atualidade e cultura, educação e economia, formarão uma rede para propor novas ideias que estimulem a prática a ser proposta à Itália, na perspectiva da fraternidade universal. Uma espécie de expo cultural, mas também de um laboratório, onde se pode experimentar, em poucos dias, o que significa inserir nos vários âmbitos do saber o Carisma da Unidade, e quais podem ser os efeitos sobre a vida concreta de uma nação.
A primeira edição de “LoppianoLab” apresenta-se assim como uma série de eventos, ligados entre si, para os quais se prevê a participação de cerca de 3000 pessoas provenientes de toda a Itália.
O “Belo País” prepara-se para festejar os 150 anos da sua unificação, e o encontro em Loppiano torna-se assim uma ocasião a não perder para reencontrar as razões de base da convivência civil, numa óptica de reciprocidade entre as várias áreas geográficas da Península.
“Qual país, qual unidade?”, é este o título do convênio previsto no contexto da manifestação, no sábado 18 de Setembro. Ali, serão aprofundados novos percursos de desenvolvimento econômico, social e cultural para a Itália, capazes de estimular a confiança no futuro do país.
Na manhã do mesmo dia, o grupo editorial “Città Nuova” vai oferecer aos leitores, aos colaboradores da revista e aos visitantes, um foro cultural, no qual estão previstos espaços de aprofundamento com consulta de textos, revistas e sítios da internet.
As experiências em curso e as perspectivas futuras da Economia de Comunhão serão, por sua vez, o terreno de jogo para a “Convention EdC” para a Itália, que nos dias 18 e 19 de Setembro animará os locais do Pólo “Lionello Bonfanti”.
Ago 18, 2010 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Con la presenza di una trentina di giovani giuristi di 6 paesi europei – Spagna, Italia, Slovacchia, Austria, Bulgaria, Romania – il quinto seminario estivo di Comunione e diritto si è chiuso ad Ottmaring, in Germania, il 30 luglio 2010 con un bilancio positivo che ha confermato l’interesse per questa tipologia di incontro che ormai da anni si svolge nel periodo estivo in un diverso paese d’Europa.
Nel panorama giuridico-culturale europeo, giovani studenti del diritto e neolaureati, sperimentano un approfondimento del diritto come ricerca individuale e collettiva di un diritto “nuovo”, nell’apporto di ciascuno invitato a vivere, nell’ascolto reciproco e nell’apertura all’“altro”, un’esperienza di fraternità . “Libertà religiosa e pluralismo” è stato l’argomento trattato quest’anno, su richiesta dei giovani al termine del seminario dello scorso anno. La prima giornata è iniziata con gli aspetti storico-giuridici del diritto di libertà religiosa. Sono seguite accurate relazioni sul diritto di libertà religiosa come espresso nelle diverse carte internazionali e, specificatamente, nelle dichiarazioni e costituzioni dell’Europa e nelle diverse applicazioni giurisprudenziali ricavate da alcune decisioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e da alcune Corti costituzionali o interne agli Stati nazionali. Apprezzato l’approfondimento del principio di laicità dello Stato e la presentazione di alcune esperienze nazionali sul piano della sua interpretazione ed applicazione.
Dialoghi, incontri di gruppo ed escursioni culturali hanno scandito i tempi delle quattro giornate di seminario. Particolarmente coinvolgente la visita di importanti luoghi storici quali quelli della “Pace Augustana”, della chiesa di S. Anna e l’incontro, in una moschea, con l’imam ed alcuni fedeli musulmani, conclusosi con una ospitale degustazione di piatti tipici. Dal confronto sui diversi sistemi giuridici, in un dialogo appassionante arricchito da partecipanti di diverse credenze, nella dialettica fra le ragioni della persona e quelle della collettività, è emersa l’esigenza che gli Stati maturino un concetto di laicità che tenga conto del contributo che la religione può donare per costruire una società laica, aperta e solidale – come ha concluso l’avv. Maria Giovanna Rigatelli nella sua relazione. Dinnanzi al rischio e al pericolo attuale che nell’Europa multietnica si costituiscano gruppi chiusi al resto della società, è risultato di stimolo quanto ebbe a dire Igino Giordani nel suo applaudito intervento all’Assemblea Costituente italiana il 15 marzo 1947: “L’amore è l’anti-limite, l’amore è quello che ci obbliga a superare di continuo anche i particolarismi di razza, i particolarismi di casta ed i particolarismi di nazione.” (altro…)
Ago 17, 2010 | Chiesa, Famiglie, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
La vita di Chiara Badano, prossima beata in settembre, è stata un “sì” a Gesù fino alla malattia e alla morte. Vi presentiamo in due puntate l’intervista ai genitori, Maria Teresa e Ruggero Badano, su quei diciotto anni meravigliosi vissuti assieme. (… continua dalla prima parte)
Prima della sua malattia ha vissuto qualche momento difficile durante la sua adolescenza? Maria Teresa Badano: «Direi di sì. Quando è iniziato il ginnasio è stato un momento di disorientamento per Chiara. Innanzitutto perché ci eravamo trasferiti da Sassello a Savona. Mi ripeteva spesso: “Ma mamma ci sono tanti ragazzi che viaggiano sulla corriera: perché noi dobbiamo andare ad abitare a Savona?”. A questo si è aggiunto l’incomprensione con un insegnante. Un pochino con tutta la classe si comportava così, ma con Chiara in un modo un po’ più pesante. Lei cercava di studiare, ce la metteva tutta, non con l’obiettivo di essere la prima della classe ma per poter dire davanti a Dio: faccio tutta la mia parte. Ecco questo è stato veramente il suo primo grande dolore». Come si è accorta Chiara della malattia che stava arrivando e come l’ha vissuta? Maria Teresa Badano: «A 17 anni, mentre stava giocando a tennis. L’ho vista tornare a casa con un viso un po’ pallido. “Ho accusato un dolore così forte alla spalla − mi ha detto −, che mi è caduta la racchetta”. Un medico di Sassello, cugino di Ruggero, ci ha suggerito allora di portarla al Santa Corona. Qui le hanno fatto i raggi e ci ha rassicurano che si tratta di una slogatura, guaribile in una ventina di giorni con un bendaggio. Ma il dolore di Chiara continuava ed ha iniziato le infiltrazioni alla spalla, ma senza nessun miglioramento. Non andava più in palestra, e quando poteva fare una passeggiata con le sue amiche, preferiva “buttarsi” sempre sul divano. Durante le vacanze di Natale ha deciso di telefonare lei stessa al medico per chiedere degli accertamenti ulteriori. Il giorno seguente era già in ospedale e si dedicava alle persone che aveva attorno. C’era in particolare una ragazza, nell’altra camera, che era lì per disintossicarsi dalla droga. Chiara le lavava i capelli e le faceva tanta compagnia. Vedendola più affaticata, le abbiamo chiesto di limitarsi, ma lei ci ha zittiti con un secco: “Avrò tempo per riposarmi”. Con la TAC siamo venuti a conoscenza di quello che aveva: un osteosarcoma. In quel momento mi son sentita morire. Stringendoci forte con Ruggero ci siamo detti: “Solo Gesù può aiutarci a dire il nostro sì” e abbiamo chiesto con forza alla Madonna di “tenere Chiara per mano in questo nuovo cammino”.
«In breve ci siamo trasferiti a Rovegliasco, vicino Torino, perché Chiara doveva iniziare la chemioterapia. Quel giorno non potevo accompagnarla perché avevo la flebite e un medico mi aveva proibito di fare qualsiasi movimento. Dopo due ore interminabili Ruggero e Chiara sono tornati. Lei camminava davanti, lentamente, immersa nel suo cappottone verde. Era cupa in volto e guardava a terra. Le ho chiesto come fosse andata e lei, senza neppure guardarmi in volto, mi ha risposto: “Ora non parlare”, e si è butta sul lettino con gli occhi chiusi. Quel silenzio era terribile, ma dovevo rispettarlo. La guardavo e vedevo dall’espressione del suo volto tutta la lotta che stava combattendo dentro di sé per dire il suo sì a Gesù. Sono trascorsi 25 minuti così. Ad un certo punto si è voltata verso di me, col sorriso di sempre, dicendo: “Ora puoi parlare”. In quel momento, dentro di me, mi son chiesta quante volte avrebbe dovuto ripetere il suo sì nel dolore. Ma Chiara ci aveva impiegato, come ho detto prima, 25 minuti e da allora non si è più voltata indietro». Maria Teresa Badano: «Si avvicinava il suo diciottesimo compleanno. Telefonò lei stessa al professor Madon chiedendogli di interrompere la chemioterapia perché ormai non sortiva più alcun effetto. Da quel momento ha iniziato la corsa verso il suo sposo, Gesù, e ci dava anche delle consegne, come quella di preparare la sua “festa di nozze”. Era una cosa bella perché lei era gioiosa, una vera meraviglia». L’ultimo saluto di Chiara prima di partire per il Cielo? Maria Teresa Badano: «Le ultime parole di Chiara quando ci ha salutato, ma non il suo ultimo atto d’amore che è stato il dono delle cornee a due giovani, è stato: “Mamma, ciao, eh? Sii felice, perché io lo sono”». (altro…)
Ago 14, 2010 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Una semina cominciata quattro anni prima. Un quartiere, a Santiago, vecchio e povero. Un paio di scarpe numero 42. Inizia così la nostra avventura immersi in questo pezzo di mondo emarginato della nostra capitale. Il primo giorno, appena arrivati, bussa alla nostra porta “don Juan”, uomo anziano, povero e cieco. Forte è la sensazione che sia Gesù arrivato a darci il benvenuto per questa nuova esperienza. Pian piano “don Juan” è divenuto uno di famiglia: ogni giorno ci fa visita per condividere una tazza di tè e per raccontarci le sue belle storie. Il venerdì è invece il giorno in cui apriamo le porte a tutti, specialmente agli amici più bisognosi che cerchiamo di accogliere con tutto l’amore possibile, cercando soprattutto di donare i frutti della presenza spirituale di Gesù che custodiamo tra noi, con l’amore reciproco. Nella vicina piazza Yungay, dove ogni anno organizziamo il pranzo di Natale aiutati da tutta la comunità, un giorno un amico senza tetto ci chiede un paio di scarpe numero 42. È inevitabile pensare all’esperienza vissuta da Chiara Lubich anni prima: proprio come aveva fatto lei chiediamo aiuto a Gesù ed ecco arrivare, il giorno dopo, uno di noi – che non sapeva di questa richiesta – giusto con un paio di scarpe numero 42! Ci viene spontaneo raccontare questo fatterello a Chiara Lubich, allora ricoverata presso l’Ospedale Gemelli di Roma. Che sorpresa ricevere, dopo pochi giorni, la sua risposta, nonostante la gravità della sua salute. Ci dava il nome che le avevamo chiesto per la nostra piccola casa, scelto proprio alla luce delle esperienze vissute fino a quel momento: casetta “Primi Tempi”, in allusione al primo focolare. La sua lettera è stata il sigillo di una nuova tappa per la nostra vita di impegno evangelico in Cile. Sono ormai passati 4 anni. Oggi la “casetta” è abitata stabilmente da tre gen, mentre altri ci vivono per due settimane, a turno. Ci siamo trasferiti definitivamente proprio nei giorni successivi al terremoto del 27 febbraio scorso. Così abbiamo potuto metterci subito a disposizione dei nostri vicini di casa che avevano avuto le loro case danneggiate dal sisma. Le visite ai nostri amici nel bisogno non sono rimaste come semplici gesti d’amicizia, ma con la nostra presenza sul posto c’è un luogo stabile dove possiamo donarci in prima persona, senza ricevere magari delle gratificazioni materiali, ma dove impariamo ad amare in modo soprannaturale. Non è mai mancato l’aiuto di Dio – attraverso tante persone – in beni materiali da distribuire, ed è cresciuto il rapporto di famiglia con tutti. Un venerdì al mese altri giovani aderiscono al nostro progetto di creare uno spazio di fraternità. Essi provengono da diversi punti di Santiago e nella nostra casa, per il clima di fraternità che c’è, riescono a superare le distanze sociali che ancora feriscono la nostra società. E’ con questo amore reciproco costruito prima tra noi che andiamo incontro ai nostri amici bisognosi. (A cura di Edoardo Zenone – Tratto dal giornale “Gen” – luglio-settembre 2010) (altro…)
Ago 13, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria

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Maria Voce, President of the Focolare Movement, spoke today at the Initiatives of Change conference centre in Caux, above Montreux. She spoke on ‘Economy of Communion: an instrument at the service of humanity on the way towards a united world’ at the conference entitled "Trust and Integrity in the Global Economy: Exploring ways to help create a just and equitable global economy".
Read full report
Podcast – the English translation of Maria Voce's Italian speech
Podcast – Mohan Bhagwandas giving a short 4 minute summary of Maria Voce's speech in English Date: Saturday, 14 August, 2010
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Lavinia Sommaruga Bodeo and Maria Voce
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Ago 13, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Traducción del artículo en inglés publicado el 14 de agosto de 2010 en el sito oficial CAUX-Initiatives of Change: A Home for the World.
La líder del Movimiento de los Focolares: “Una ‘economía de comunión’ podría ayudar a alcanzar los objetivos del milenio para el desarrollo de las Naciones Unidas”
María Voce, presidente del Movimiento de los Focolares, intervino hoy en el centro de conferencias “Iniciativas y cambio” en Caux, cerca de Montreux. 
Habló sobre el tema 'Economía de Comunión: un instrumento al servicio de la humanidad en el camino hacia un mundo unido’ en la conferencia titulada ‘Confianza e integridad en la economía global: examinando las formas para contribuir a crear una economía equitativa y global’.
María Voce pidió un regreso a los valores éticos y a una cultura del dar más que del tener y del poseer. “Para que esta profundización ética sea realmente eficaz debe estar radicada en valores humanistas y evangélicos; de lo contrario podría verse reducida al utilitarismo, o ligada a las exigencias de la economía, de las innovaciones tecnológicas, al rendimiento y a la eficiencia”, comentó. La ética exige una gran capacidad de discernimiento para separar lo positivo de los elementos negativos de la globalización, y poder identificar los retos.
“Creatividad, nuevas ideas y nuevas iniciativas económicas serán la clave para nuestro futuro”, observó. “Pero hay una globalización que va en dirección al plan de amor de Dios para la unidad y la fraternidad de la familia humana”, exhortó la abogada María Voce. “El dar es una cultura y un arte”, dijo.
Voce habló de la Economía de Comunión, un concepto desarrollado por la fundadora del Movimiento de los Focolares, Chiara Lubich, quien habló en Caux en julio del 2003. La Economía de Comunión (EdC) involucra empresarios, trabajadores, dirigentes, consumidores y financistas, con el objetivo de construir y de presentar una sociedad humana en la cual, siguiendo el ejemplo de la primera comunidad cristiana de Jerusalén, ‘no exista entre ellos ningún necesitado’.
“Es un concepto bastante sencillo, fascinante, extremamente eficaz –y por qué no decirlo- ¡revolucionario!”, dijo.
Las empresas que aceptan esta filosofía ponen en común sus ganancias de tres formas: una parte para los pobres, para quien pasa necesidad, la segunda parte es para la formación de hombres y mujeres preparados para el compartir y la comunión, y la tercera parte es para invertir en el desarrollo de la empresa. Es menos conflictual o individualista, basada sobre todo en las relaciones humanas.
“Las empresas deben convertirse en comunidades de personas unidas entre ellas por relaciones reales”, dijo Voce. Los valores de la cooperación, la confianza, la escucha, el amor por la verdad, la participación pueden contribuir a producir la creatividad, la innovación y el respeto por la dignidad de las personas. Hoy día hay muchos polígonos industriales de dichas empresas, unidos al Movimiento de los Focolares, en Brasil, Argentina, Estados Unidos, Portugal, Bélgica, Francia e Italia. Más de 200 tesis de doctorado y tesis académicas han sido escritas sobre este concepto, y esto le ha dado al proyecto una credibilidad académica.
María Voce habló de este desarrollo a los Objetivos para el desarrollo del milenio de las Naciones Unidas. “Existen los medios técnicos para hacerles frente”, concluyó, “pero el mundo todavía tiene necesidad de una linfa vital, de un alma, de una coherencia de vida entre los proyectos y las acciones concretas, entre las definiciones y el comportamiento adecuado”.
“El economista está llamado a sentarse a la mesa donde se toman decisiones importantes, y la Economía de Comunión no puede faltar a esta cita con la historia”, concluyó.
Jean-Pierre Méan, presidente de la Fundación CAUX-Iniciativas y Cambio y también de Transparency International Suiza, dio la bienvenida a los numerosos huéspedes de la conferencia venidos pera esta especial ‘jornada suiza´.
Tenemos contacto entre los dos movimientos desde 1948, dijo. CAUX-Iniciativas y Cambio y el Movimiento de los Focolares comparten objetivos similares y pueden ayudarse recíprocamente para afrontar cuestiones de vital importancia que el mundo de hoy debe enfrentar, dijo. Lavinia Sommaruga Bodeo, quien trabaja en Alliance Sud, una red suiza de organizaciones para el desarrollo, introdujo a la conferencista María Voce.
Esta es la última de las seis semanas de conferencias en Caux que reúne entre sus participantes a: profesionales, empresarios sociales, representantes de ONG y personas del sector de la alimentación de todos los continentes, para desarrollar acciones finalizadas a crear una economía más justa. El congreso se concluirá el 17 de agosto.
Ago 13, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria

Le Centre de rencontres d’Initiatives et Changement a eu l’honneur d’accueillir la présidente italienne du mouvement des Focolari, Maria Voce, à Caux-sur-Montreux. Elle s’est exprimée sur «l’économie de communion: un instrument au service de l’humanité vers un monde uni» durant la rencontre «Confiance et intégrité dans une économie mondialisée: explorer de nouvelles voies pour une économie mondiale plus juste». PLUS>>

Discours de Maria Voce, Présidente du Mouvement des Focolari, 14 août, 2010
Ago 13, 2010 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo
Segue la traduzione dell’articolo in inglese pubblicato il 14 agosto 2010 sul sito ufficiale “CAUX-Initiatives of Change: A Home for the World”. Il leader del Movimento dei Focolari: “Un’ ‘economia di comunione’ potrebbe aiutare a realizzare gli obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite”
Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, è intervenuta oggi al Centro delle Conferenze di “Iniziative e cambiamento” a Caux, nei pressi di Montreux. Ha parlato sul tema ‘Economia di Comunione: uno strumento al servizio dell’umanità nel cammino verso un mondo unito’ alla conferenza intitolata ‘Fiducia e integrità nell’economia globale’, esaminando le vie per contribuire a creare un economia equa e globale. Maria Voce ha chiesto un ritorno ai valori etici e ad una cultura del dare piuttosto che dell’avere e possedere. “E’ un discorso etico che, per essere davvero efficace, va condotto alle sue radici evangeliche e umanistiche proprio per impedire che anch’esso sia fagocitato dalle esigenze economiche, dalle innovazioni tecnologiche, dalla tecnica e dall’efficienza e, dunque, risolto unicamente nella dimensione dell’utilitarismo“, ha commentato. Essa richiede una grande capacità di discernimento per separare il positivo e gli elementi negativi della globalizzazione, e di individuare le sfide. “Richiede anche creatività, nuovi sbocchi per il pensiero e l’agire economico emerso come protagonista del nostro avvenire”, ha osservato. “Ma c’è una globalizzazione che va nella direzione del disegno amorevole di Dio che vuole una umanità unita e fraterna”. “Il dare è insieme una cultura e un’arte”, ha aggiunto l’avvocato Maria Voce. Voce ha parlato dell’Economia di Comunione, un concetto sviluppato dalla fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich, che ha parlato a Caux, nel luglio 2003. L’Economia di Comunione (EdC) coinvolge imprenditori, lavoratori, dirigenti, consumatori e operatori finanziari, con l’obiettivo di costruire e di mostrare una società umana in cui, sull’esempio della prima comunità cristiana di Gerusalemme, ‘nessuno tra loro era nel bisogno’. “E’ un concetto semplice, ma è certamente affascinante, oltremodo efficace e, perché no?, rivoluzionario”, ha detto. Le aziende che accettano questa filosofia mettono in comune i loro profitti in tre modi: una parte per i poveri, per chi è nel bisogno; una seconda parte per la formazione di “uomini nuovi”, formati alla solidarietà e alla comunione fraterna; e la terza parte per il reinvestimento nello sviluppo della azienda. Non è conflittuale o individualistico, ma è basato sui rapporti umani. “L’aziende devono diventare comunità di persone unite da rapporti autentici,” ha detto Maria Voce . I valori della cooperazione, fiducia, ascolto, amore per la verità, la partecipazione possono contribuire a produrre la creatività, l’innovazione e il rispetto per la dignità delle persone. Ci sono ora tanti poli industriali composti da tali imprese, legati al Movimento dei Focolari: in Brasile, Argentina, Stati Uniti, Portogallo, Belgio, Francia e Italia. Sono state scritte più di 200 tesi di dottorato e di laurea, che hanno dato credibilità accademica al progetto. Maria Voce, facendo riferimento agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, ha parlato di “un mondo che oggi ha le potenziali strutture per realizzare gli obiettivi del milennio (..) ma che manca ancora di una linfa vitale, di un’anima, di una coerenza di vita fra progetti e prassi, tra enunciati e stili di comportamento adeguati.” “Anche l’economia è chiamata al tavolo delle grandi decisioni. L’Economia di Comunione vuol fare la sua parte e non mancare a questo appuntamento della storia,” ha concluso. Jean-Pierre Méan, presidente della Fondazione CAUX-Iniziative e Cambiamento e di Transparency International Svizzera, ha dato il benvenuto ai numerosi ospiti della conferenza venuti per questo speciale ‘giorno svizzero’. Ci sono stati contatti tra i due movimenti a partire dal 1948, ha ricordato. CAUX-Iniziative e Cambiamento e il Movimento dei Focolari condividono obiettivi simili e possono aiutarsi a vicenda per affrontare le questioni di vitale importanza che il mondo di oggi deve affrontare, ha aggiunto. Lavinia Sommaruga Bodeo, che lavora per Alliance Sud, una rete svizzera di organizzazioni per lo sviluppo, aveva introdotto Maria Voce. Questa è l’ultima delle sei settimane di conferenze a Caux che riunisce partecipanti di ogni continente: professionisti, imprenditori sociali, rappresentanti di ONG e del settore alimentare, con l’obiettivo di sviluppare azioni finalizzate a creare un’economia più giusta. Il convegno si concluderà martedì 17 agosto.
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Ago 12, 2010 | Centro internazionale, Ecumenismo, Focolari nel Mondo
Caux è un piccolo villaggio svizzero che si affaccia sul lago di Ginevra, a circa 1000 metri sul livello del mare. Nel suo monumentale castello, oggi trasformato in hotel, sarà ospitato dal 12 al 17 Agosto 2010 il convegno internazionale dal titolo “Fiducia e integrità in una economia globalizzata”. Sei giorni di dibattito e approfondimento, durante i quali, con il contributo di esperti, personalità accademiche e internazionali del mondo dell’economia provenienti da tutto il mondo, si cercherà di “esplorare nuove vie per una economia mondiale più giusta”, come recita il sottotitolo. Proprio qui, nella stessa nazione che ospita ogni anno il Forum Economico Mondiale di Davos. Il convegno è promosso dalla fondazione svizzera Initiative et changement, che opera in tutto il paese e a livello internazionale, per favorire la prevenzione dei conflitti, il dialogo interculturale e la fiducia tra i vari soggetti sociali al di là delle differenze. La fondazione fa parte infatti di una rete più vasta di soggetti che ha il suo denominatore comune nella fondazione Initiative et changement internationale, una ONG che gode dello status di membro consultivo al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC).
Già nel 2003 Chiara Lubich era intervenuta, su invito del presidente di Iniziative e cambiamento, Cornelio Sommaruga, sul tema “possono le religioni essere partners sul cammino della pace?”. Per rispondere alla sfida senza precedenti emersa dopo l’11 settembre, “il contributo delle religioni è decisivo”, affermò allora Chiara. E proseguì narrando un’esperienza personale, la scoperta di quell’arte di amare che ha radici nel Vangelo, e che porta ad un amore che non conosce “alcuna forma di discriminazione”. (leggi il testo integrale) Il convegno 2010 è rivolto a giovani, studenti, imprenditori, economisti: una full-immersion nell’attualità economica dei nostri paesi e delle nostre città, per comprendere le ragioni della crisi globale nella quale siamo immersi. Da questa prospettiva sarà necessario ripartire per proporre azioni anche a livello comunitario, che mirino a un regime economico più equo, in armonia con lo sviluppo sostenibile e un progresso che sia effettivo per tutti i popoli. Tra i vari interventi è interessante notare un vero e proprio dialogo tra nord e sud del mondo: interverranno, tra gli altri, Lavinia Sommaruga Bodeo di Alliance Sud (Svizzera), Myrna Roselind Jelman, consulente alla Ashridge Business School, il ricercatore Juan Carlos Kaiten, Messico, Amira Elmissiry della Banca Africana dello Sviluppo. Nella mattinata di sabato 14 Agosto è previsto l’intervento di Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, che illustrerà l’Economia di Comunione come strumento a servizio della persona, nella prospettiva di un mondo più unito. (altro…)
Ago 12, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
CAUX-Initiatives et Changement est une fondation suisse d'utilité publique qui centre ses efforts sur la prévention des conflits, le dialogue interculturel et l'instaura- tion de la confiance.
La dernière des six rencontres de l’été, « Confiance et intégrité dans une économie mondialisée » (TIGE), a commencé avec 160 participants originaires de nombreux pays réunis dans le but de développer des actions pour une économie plus équitable. Jean-Pierre Méan, président de CAUX-Initiative et Changement, a inauguré la cinquième rencontre annuelle TIGE sous le thème de «Explorer de nouvelles voies pour une économie mondiale plus juste» Plus d'info sur les Rencontres internationales de Caux 2010
14/08/2010, 10h30, Intervention de Maria Voce, présidente du Mouvement des Focolari, intitulée "L’Economie de communion: un instrument au service de l’homme vers un monde unifié".
Ago 11, 2010 | Centro internazionale
Mollens, 12 agosto 2010
Ieri, nella ricorrenza sempre viva di Santa Chiara, innumerevoli persone nel mondo intero si sono radunate spontaneamente in piccoli e grandi gruppi per festeggiare Chiara e il suo Carisma.
Vorrei ringraziare i moltissimi che – per lettera, email o sms – si sono uniti a noi, comunicandomi il rinnovato e gioioso impegno a testimoniarlo e ad irradiare dovunque la sua luce.
Maria Voce (Emmaus)
Ago 11, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Hier, pour la fête de Chiara, innombrables sont les personnes du monde entier qui se sont réunies spontanément en petits ou plus grands groupes pour fêter Chiara et son charisme.
Je voudrais remercier tous ceux qui se sont unis à nous – par lettre, message électronique ou sms – en m’assurant de leur engagement renouvelé et joyeux pour le témoigner et diffuser partout sa lumière.
Emmaus
Ago 10, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
“Acabei de conversar com Emmaus, nem me parecia falar com a presidente, tamanha é a sua simplicidade e naturalidade. Mas quanta sabedoria! Não estou só, posso superar as dificuldades junto com ela também, porque está ao meu lado”. Palavras de uma jovem focolarina da Igreja russo-ortodoxa. E continua dizendo: “A aventura com o Ideal da unidade é exaltante. Graças a ele cada vez mais descubro a beleza daquilo que a tradição da minha Igreja ortodoxa oferece. Esse ideal é mesmo feito para nós, tanto que no início, quando conheci Chiara e li os seus livros, tinha certeza que ela também era ortodoxa!”.
O último dia da permanência de Emmaus na Mariápolis Farol iniciou com alguns encontros privados, prosseguindo, depois, com um momento especial com os gen.
“Deixamos as nossas famílias para vir até aqui, mas valia a pena. Passar uma semana com 55 irmãos de países diferentes é uma experiência muito forte” (um gen da Hungria). Os jovens receberam Emmaus do seu jeito, com música e muita alegria. “O que está acontecendo aqui, o que recebo nestes dias, pode mudar a minha vida no futuro. É algo fantástico” (um gen espanhol).
Emmaus respondeu sem hesitar: “Não se preocupem de captar ou entender tudo. É suficiente um único conceito que fique na alma de vocês para mudar suas vidas”. E continuou: “Eu também sinto que tenho 55 irmãos, porque compartilhamos o ideal de invadir o mundo com o amor. É uma alegria estar aqui com vocês, e fazer parte, como diz a Escritura, deste povo beato, porque pertence a Deus”.
Giancarlo fez aos gen os votos de “experimentar um amor tão grande que não tenha confins”.
Ao cumprimentá-los Emmaus pediu desculpas porque, não podendo levar uma mala grande demais, era obrigada a deixar para eles todos os chocolates e doces que tinha recebido de presente nesses dias…!
Concluindo o dia, Micia e Florijan acompanharam Emmaus e Giancarlo numa visita às casas e ambientes da Mariápolis, que tem nomes dados por Chiara durante a sua última visita, em 1999. O focolare do Centro Mariápolis, as residências das famílias, a sala de impressão da revista mensal Novi Svijet (Cidade Nova croata) e a redação, os alojamentos para hóspedes e os escritórios. E ainda as ruas, horta, campo de futebol, jardins, e o grande auditório com equipamentos para tradução simultânea em seis línguas.
Em língua croata: Bok Mariápolis Farol! Tchau!
Giulio Meazzini
Ago 9, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
“Ho appena incontrato Emmaus (Maria Voce), personalmente: non mi sembrava neanche di parlare con la presidente, tanta la sua semplicità e naturalezza. Ma quanta sapienza! Non sono sola, posso superare le difficoltà anche con lei, che mi è accanto”. Chi parla è una giovane focolarina russa ortodossa. E continua, sorridendo: “L’avventura con l’ideale dell’unità è esaltante. Grazie ad esso scopro sempre più la bellezza di quello che offre la tradizione della mia Chiesa ortodossa. Questo ideale è proprio fatto per noi. A tal punto che, quando all’inizio ho conosciuto Chiara e ho letto i suoi libri, ero sicura che fosse ortodossa anche lei!”.
L’ultima giornata di Emmaus a Faro inizia con alcuni colloqui personali, per poi proseguire con un intenso momento con i gen.
“Abbiamo lasciato le nostre famiglie per venire qui, ma ne valeva la pena. Ritrovarsi per una settimana con 55 fratelli di paesi diversi è un’esperienza fortissima” (un gen ungherese). I giovani accolgono Emmaus a modo loro, con canzoni, allegria e battimani a ruota libera. “Quello che sta succedendo qui, quello che colgo in questi giorni, può cambiare la mia vita futura. E’ una cosa fantastica” (un gen spagnolo).
Emmaus prende la palla al balzo, ribattendo: “Non preoccupatevi di cogliere o capire tutto. Basta anche un solo concetto, che vi è rimasto nell’anima da questi giorni, per cambiarvi la vita”. E continua: “Sento anch’io di avere in voi 55 fratelli, perché condividiamo l’ideale di invadere il mondo con l’amore. E’ una gioia essere qui e far parte con voi di questo popolo beato, come dice la Scrittura, perché appartiene a Dio”. Giancarlo augura ai gen di “sperimentare un amore così grande da non avere confini”.
Quando li saluta, Emmaus si scusa perché, non potendo portare via una valigia troppo pesante, è costretta a lasciar loro tutti i cioccolatini e i dolci che le sono arrivati in dono in questi giorni…
Alla fine della giornata, Micia e Florijan fanno da guida a Maria Voce e Giancarlo Faletti per la visita ai vari edifici ed ambienti che costituiscono la cittadella, ognuno con un nome dato da Chiara durante la sua ultima visita nel 1999: il focolare del Centro Mariapoli, le case delle famiglie e la sala stampa dove si prepara il mensile Novi Svijet (Città Nuova croata) e l’editoria, gli alloggi per gli ospiti e gli uffici, ma anche i vialetti, l’orto, il campo da calcetto, i fiori e i prati, la grande sala riunioni con 6 traduzioni in contemporanea.
Arrivederci Mariapoli Faro. Bok! (ciao in croato).
Giulio Meazzini
Altre immagini della visita alla Mariapoli Faro: Galleria di foto
Ago 9, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
“Acabo de encontrar a Emmaus personalmente: no me parecía que estaba hablando con la presidente, tanta es su simplicidad y naturalidad. ¡Pero cuánta sabiduría! No estoy sola, puedo superar las dificultades también con ella, que está a mi lado”. Quien habla es una joven focolarina rusa, ordotoxa. Y prosigue, sonriendo: “La aventura con el ideal de la unidad es exaltante. Gracias a él descubro cada vez más la belleza de lo que ofrece la tradición de mi Iglesia ortodoxa. Este ideal está hecho precisamente para nosotros. Al punto que, al principio, cuando conocí a Chiara y leí sus libros, ¡estaba segura de que también ella era ortodoxa!”.
La última jornada de Emmaus en Faro empieza con algunos coloquios personales, para proseguir con un intenso momento con los gen.
“Hemos dejando nuestras familias para venir aquí, pero valía la pena. Encontrarse por una semana con 55 hermanos de países diversos es una experiencia muy fuerte” (un gen húngaro). Los jóvenes acogen a Emmaus a su modo, con canciones, alegría y aplausos interminables. “Lo que está sucediendo aquí, lo que percibo en estos días, puede cambiar mi vida futura. Es algo fantástico” (un gen español).
Emmaus aprovecha la ocasión, rebatiendo: “No se preocupen de captar o entender todo. Basta que les quede en el alma un sólo concepto de estos días para cambiarles la vida”. Y prosigue: “También yo siento que tengo en ustedes 55 hermanos, porque compartimos el ideal de invadir el mundo con el amor. Es una alegría estar aquí y formar parte con ustedes de este pueblo bienaventurado, como dice la Escritura, porque pertenece a Dios”. Giancarlo augura a los gen “que experimenten un amor tan grande que no tenga confines”.
Cuando los saluda, Emmaus se disculpa porque, como no puede llevar una maleta demasiado pesada, se vio obligada a dejarles todos los chocolates y dulces que llegaron en estos días…
Al final de la jornada, Micia y Florijan acompañan a Emmaus y a Giancarlo a visitar los varios edificios y ambientes que constituyen la ciudadela, cada uno con el nombre que Chiara les dio durante su última visita en 1999: el focolar del Centro Mariápolis, las casas de las familias y la oficina de prensa donde se prepara todos los meses Novi Svijet (Ciudad Nueva croata) y la editorial, los alojamientos para los huéspedes y las oficinas, pero también las veredas, el huerto, la plaza de futbolito, las flores y los prados, la gran sala de reuniones con 6 cabinas de traducción simultánea.
Hasta la vista Mariápolis Faro.
¡Bok! (chao en idioma croata).
Giuglio Meazzini
Otras imagienes de la visita a la Mariápolisi Faro:
Galería fotográfica
Ago 9, 2010 | Chiara Lubich
S. Chiara d’Assisi ci interessa tantissimo! Perché è una santa che ha a che fare con noi, ha qualche cosa di molto simile a noi. Io ricordo, all’inizio dell’Ideale (*) quando noi prime focolarine abbiamo scelto Dio, come ideale della nostra vita, perché tutti gli ideali crollavano; ricordo l’impressione che mi faceva questa santa di cui conoscevo la vita, che a 18 anni aveva incontrato san Francesco, la sua dottrina sulla povertà, ed è rimasta affascinata. Quindi voleva pure lei seguire questa strada nuova che lo Spirito Santo indicava. Ricordo l’impressione che mi faceva questa risposta che lei ha dato a san Francesco, quando le ha chiesto: “Ma figliola, che cosa desideri?” E lei risponde: “Dio”. Una meraviglia! Non è che ha detto: “Figliola, che cosa desideri?” “Seguirti, Francesco; la povertà; consacrarmi a Dio”. No. “Figliola, che cosa desideri?” “Dio”. E la risposta che noi abbiamo dato all’inizio dell’Ideale, quando tutti gli ideali crollavano e dentro abbiamo sentito che uno non crollava: Dio, non era effetto di un ragionamento umano, era un’ispirazione, era un colpo dello Spirito Santo, un gettito dentro. Dio abbiamo scelto. Ma non è stato un mio ragionamento, né delle prime focolarine. Dio. Anche in santa Chiara evidentemente. “Figliola, che cosa desideri?” “Dio”. Ecco. E questo ci apparenta con lei, ci fa sentire, pur lontani di secoli, ancora sulla sua strada. Santa Chiara, poi, ci dice un’altra cosa: lei era inchiodata nell’idea della povertà. Viveva una povertà talmente rigida che qualcuno ha influito sulle autorità, e hanno detto: bisogna qui modificare questa povertà, renderla più dolce, meno forte. Quando è arrivato il Papa a visitarla lei ha detto: “Cancelli i miei peccati, ma non la povertà”. E per via della povertà e di tante penitenze in seguito, si è fatta santa. S. Chiara ci dice che ci si fa santi con una sola grande idea, avendola ben fissa in testa, la sua era “povertà”, la nostra è “unità”. Se noi vogliamo farci santi, come è volontà di Dio – “è volontà di Dio la vostra santificazione” dice la Scrittura -, noi dobbiamo avere una sola grande idea, come lei: l’unità. E un’altra cosa che ci ha sempre affascinato in santa Chiara è quella che noi, che eravamo nati 700 anni dopo, vedevamo che ancora lei emanava luce, per cui si poteva imitarla secondo la nostra linea. Perché questi grandi santi che hanno dentro di sé il Risorto, lasciano dove passano una scia di luce. Ricordo come noi prime focolarine eravamo attratte da questa risposta: Dio! “Figliola, che cosa desideri?” “Dio”. E dicevamo: “Anche noi vogliamo vivere in modo da lasciare dietro di noi una scia di luce”. E sapete perché? Perché vorremmo far del bene sulla terra non solo mentre siamo in vita, ma anche dopo, per secoli, su tanti, milioni di persone; ma allora bisogna che sia il Risorto in noi, non noi. Se c’è il Risorto in noi, Lui brilla e lascia una scia di luce. Ecco, è quello che io auguro a tutti voi in questo giorno di santa Chiara. Tratto dal discorso di Chiara Lubich su S.Chiara a Estavayer-le-Lac (Svizzera), 11 agosto 1999 (*) Col termine “Ideale” Chiara, fin dai primi anni ’40, indica la luce della quale si sentiva investita dall’Alto e che comunicava a quanti le stavano attorno (altro…)
Ago 8, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
8 agosto 2010: splendida giornata di sole a Krizevci in Croazia. E non solo come tempo atmosferico. Un passante casuale, infatti, noterebbe forse una gioia di particolare intensità sui volti degli abitanti della cittadella Faro. In particolare tra le focolarine e i focolarini che, dai paesi circostanti in cui vivono – Croazia, Serbia, Macedonia, Bosnia Erzegovina, Moldavia, Romania e Bulgaria –, sono qui convenuti per incontrare Emmaus, la presidente dei Focolari, la “loro” presidente.
Innamorati di Dio
Le hanno parlato della vita in mezzo a popoli tanto diversi, divisi nella storia da muri dolorosi di guerre e incomprensioni. Le hanno raccontato gioie e difficoltà, speranze e decisioni: “O viviamo da innamorati di Dio o non ha senso quello che facciamo”. Emmaus ha risposto ringraziandoli per la loro fedeltà, perché “pur di tante lingue, fedi e provenienze, tutti appartenete all’unico popolo di Dio”. Le ha fatto eco Giancarlo, il copresidente, colpito dal vederli così fortemente “cuore e servizio” delle comunità.
Raggio di sole
Nel pomeriggio, per gli ospiti visita alla scuola dell’infanzia “Raggio di sole”. Sorta nel 1995, con 4 sezioni miste per 110 bambini dai 3 ai 6 anni è oggi il fiore all’occhiello non solo della Mariapoli Faro, ma anche dell’intera città. Subito dopo la guerra, infatti, i focolarini chiesero al comune di Krizevci quale fosse un bisogno primario della popolazione e la risposta fu, appunto, la scuola dell’infanzia. Con gli aiuti ricevuti dall’estero, tanta fantasia e iniziative concrete, iniziò allora un’avventura educativa che oggi è modello sia per la Croazia che per altre nazioni.
Integrando la pedagogia agazziana con i principi educativi frutto del carisma di Chiara Lubich – in particolare la cultura del dare, l’educazione al difficile, al dolore, alla pace, l’accoglienza del diverso e l’arte di amare –, si lavora per la formazione integrale della personalità dei bambini e lo sviluppo delle loro capacità cognitive e comunicative. Dopo 15 anni di attività, grazie anche alla collaborazione con Educazione e Unità, l’esperienza fatta diventa contributo scientifico prezioso per enucleare i paradigmi della pedagogia di comunione anche a livello accademico, come nelle facoltà pedagogiche di Zagabria (Croazia) e Skopje (Macedonia).
Ideale e famiglie
In serata, l’incontro con le famiglie che vivono nella cittadella, e contribuiscono, tra l’altro, anche a dar vita alle aziendine di Economia di Comunione collegate. Bella gente, famiglie unite che hanno attraversato l’orrore della guerra senza perdere la fiducia nell’amore di Dio che tutto vince. Tante le testimonianze, semplici e concrete: “Siamo fortunati, i nostri figli fin da piccoli respirano questo clima di amore scambievole”. “Qui impariamo a vivere onestamente il nostro essere cittadini responsabili”. “Ogni giorno, dopo il lavoro, tornando alla cittadella ci rendiamo conto di quanto sia importante per noi questo ideale”. “Siamo venuti qui per aiutare altre famiglie e abbiamo ricevuto il centuplo”.
Emmaus conferma: “La cittadella è fatta di case, alberi e vialetti, ma soprattutto di persone che testimoniano l’amore reciproco e danno questa impronta anche alle pietre, alle case accoglienti e armoniose, a tutto. Se non ci foste voi la cittadella non esisterebbe. E’ il vostro amore scambievole che ne giustifica il nome, Faro, accendendone la luce”.
“Sì – conclude il co-presidente Giancarlo Faletti –, è merito vostro perché avete creduto nella possibilità di essere cittadella e, con la vostra forza e costanza, siete promessa di tanti frutti in futuro”.
Giulio Meazzini
Altre immagini della visita alla Cittadella Faro: Galleria di foto
Ago 8, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
8 August 2010. It was a day of splendid sunshine in Krizevci, Republic of Croatia. A casual visitor couldn’t but notice the intense joy on the faces of everyone living in Mariapolis Faro and the warm atmosphere of joy among the focolarini who have gathered from the surrounding areas of Croatia, Serbia, Macedonia, Bosnia Herzogovina, Moldavia, Rumania, and Bulgaria. They’ve come to meet Maria Voce, President of the Focolare Movement.
In love with God
They told her of life in the midst of such diverse peoples who have been divided by history and by painful barriers of war and misunderstanding. They told her about joys and difficulties, hopes and decisions: “Either we live like people who are in love with God or what we are doing just doesn’t make any sense.” Maria Voce responded by thanking them for their faithfulness, because “even though you are of many tongues, faiths, and places of origin, you all belong to the one People of God.” Giancarlo, Co-president of the Movement, echoed her sentiments, recognizing how the men and women focolarini were so strongly “heart and service” of the communities.
Sun Ray
In the afternoon there was a visit for guests to the Sun Ray Early Childhood School. The school was begun in 1995, with 4 sections for 110 children between the ages of 2 and 6 years old. Today it is still the flower not only of Mariapolis Faro, but of the entire city. Immediately following the war, the focolarini asked the Krizevci municipality if the local population was in need of anything in particular. The answer was an Early Childhood School. With help from abroad, much creativity and concrete projects, an adventure in education began which is now a model for Croatia and other nations as well.
Integrating the Montessori method with the pedagogical principles of the charism of Chiara Lubich – especially the culture of giving, educating for difficulties, suffering, peace, welcoming those who are different and the art of loving – the school strives to develop the children’s personalities along with their cognitive and communication skills. After 15 years of activity, thanks also to the collaboration with Education and Unity, the school has been able to make a precious scientific contribution, explaining the patterns of a pedagogical method based on communion, even at an academic level in the Zagabria School of Pedagogy (Croatia) and Skopje (Macedonia).
Ideal and Family
In the evening there was the meeting with families living in Mariapolis Faro, who offer their contribution also by running the Economy of Communion businesses which are linked to the place. They are wonderful people, with united families that have undergone the horror of war while not losing their faith in the love of God who conquers all. There was much sharing of simple and concreted experiences of life: “We’re fortunate, our children have been breathing in this atmosphere of mutual love ever since they were small.” “We learn here to live honestly as responsible citizens.” “Everyday, after work, returning to the Mariapolis, we realize how important this Ideal is for us.” “We’ve come here to help other families and we’ve received a hundredfold.”
Emmaus affirmed: “The Mariapolis is comprised of houses, trees and valleys, but above all of persons who give witness to mutual love and leave this mark even on the stones, on the harmonious and welcoming dwellings – on everything. If it weren’t for you this Mariapolis wouldn’t be here. Your mutual love is what justifies its name, “Faro” (Beacon) by enkindling its Light.
Giulio Meazzini
See Photo Gallery for other images of visit to Mariapolis Faro
Ago 8, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
8 de agosto de 2010: espléndida jornada de sol en Krizevci, Croacia. Y no sólo como tiempo atmosférico. Un transeúnte casual, de hecho, probablemente notaría una alegría de particular intensidad en los rostros de los habitantes de la ciudadela Faro. En especial entre las y los focolarinos que vinieron acá desde los países cercanos –Croacia, Serbia, Macedonia, Bosnia Herzegovina, Moldavia, Rumanía y Bulgaria –, para encontrarse con Emmaus, la presidente de los Focolares, “su” presidente.
Enamorados de Dios
Le hablaron de la vida en medio a tantos pueblos diversos, divididos a lo largo de la historia por muros dolorosos de guerras e incomprensiones. Le cuentan alegrías y dificultades, esperanzas y decisiones: “¡O vivimos como enamorados de Dios o no tiene sentido lo que hacemos!”. Emmaus respondió agradeciéndoles por su fidelidad, porque “a pesar de los tantos idiomas, credos y proveniencias, todos pertenecen al único pueblo de Dios”. Lo subrayó también Giancarlo, el co-presidente, impresionado al verlos tan fuertemente “corazón y al servicio” de las comunidades.
Rayo de sol
En la tarde, para los huéspedes empezó la visita al preescolar “Rayo de sol”. Surgido en 1995, cuenta con 4 secciones mixtas para un total de 110 niños de los 3 a los 6 años; hoy en día es la flor en el ojal no sólo de la Mariápolis Faro, sino también de toda la ciudad. De hecho, enseguida después de la guerra los focolarinos preguntaron al municipio cuál era la necesidad primaria de la población, y la respuesta fue precisamente, un preescolar. Con la ayuda recibida del extranjero, mucha fantasía e iniciativas concretas, empezó entonces la aventura educativa que hoy es un modelo en Croacia y en otras naciones.
Integrando la pedagogía agazziana con principios educativos que son fruto del carisma de Chiara Lubich –en especial la cultura del dar, la educación para lo difícil, el dolor, a la paz, la acogida de quien es diferente y el arte de amar-, se trabaja en la formación integral de la personalidad de los niños y el desarrollo de sus capacidades cognitivas y comunicativas. Después de 15 años de actividad, también gracias a la colaboración con Educación y Unidad, la experiencia realizada se ha vuelto un aporte científico precioso para enuclear paradigmas de comunión también a nivel académico, como en las Facultades de Pedagogía de Zagabria (Croacia) y de Skopje (Macedonia).
Ideal y familias
En la noche tiene lugar el encuentro con las familias que viven en la ciudadela, y contribuyen, entre otras cosas, a dar vida a las empresitas de Economía de Comunión afiliadas. Gente bella, familias unidas que han pasado por el horror de la guerra sin perder la confianza en el amor de Dios que vence todo. Son muchos los testimonios, sencillos y concretos: “Somos afortunados, nuestros hijos desde pequeños respiran este clima de amor recíproco”. “Aquí aprendemos a vivir honestamente nuestro ser ciudadanos responsables”. “Todos los días, después del trabajo, regresando a la ciudadela nos damos cuenta de lo importante que es para nosotros este Ideal”. “Hemos venido aquí para ayudar a otras familias y hemos recibido el céntuplo”.
Emmaus confirma: “La ciudadela está hecha de casas, árboles, pero sobre todo de personas que dan testimonio del amor recíproco y dejan su huella en estas piedras, en las casas acogedoras y armoniosas, en todo. Si no existieran ustedes la ciudadela no existiría. Es su amor recíproco lo que justifica el nombre, Faro, encendiendo la luz”.
“Sí – concluye Giancarlo-, es mérito de ustedes porque han creído en la posibilidad de ser ciudadela y, con su fuerza y constancia, son la promesa de tantos frutos para el futuro”.
Giulio Meazzini
Otras imágenes de la visita a la ciudadela Faro: Galeria fotográfica
Ago 8, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
8 de agosto de 2010: um maravilhoso dia de sol em Krizevci, na Croácia. E bonito não só pelo tempo e a temperatura. Alguém que passasse casualmente certamente iria notar uma alegria especial nos rostos dos moradores da Mariápolis Farol, e, principalmente, nos focolarinos e focolarinas que tinham vindo dos países próximos – Croácia, Sérvia, Macedônia, Bósnia Erzegovina, Moldávia, Romênia e Bulgária – para encontrar Emmaus, a presidente do Movimento dos Focolares, a “sua” presidente.
Enamorados por Deus
A ela eles falaram da vida em meio a povos tão diferentes, divididos, em sua história, por barreiras dolorosas de guerras e incompreensões. Contaram suas alegrias e dificuldades, esperanças e decisões. “Ou vivemos enamorados por Deus ou o que fazemos não tem sentido”. Respondendo Emmaus agradeceu pela fidelidade deles, porque “embora de tantas línguas, credos e proveniências, vocês pertencem ao único povo de Deus”. O que foi reforçado pelo copresidente Giancarlo, impressionado em perceber com que força trabalham como “coração e serviço” das comunidades.
Raio de sol
À tarde os hóspedes visitaram a escola infantil “Raio de sol”. Fundada em 1995, com quatro classes para 110 crianças, de 3 a 6 anos, hoje é a jóia não só da Mariápolis Farol, mas de toda a cidade. Terminada a guerra os focolarinos perguntaram ao município de Krizevci qual a necessidade mais primária da população, e a resposta foi, exatamente, uma escola infantil. Com as ajudas recebidas do exterior, muita fantasia e iniciativas concretas, teve início uma aventura educativa que hoje é um modelo para a Croácia e para outras nações.
Integrando o método pedagógico Agazzi com os princípios educativos que florescem do carisma de Chiara Lubich – em especial a cultura da partilha, a educação à dificuldade, ao sofrimento e à paz, a acolhida do diferente e a arte de amar – trabalha-se para a formação integral da personalidade das crianças e para o desenvolvimento de suas capacidades cognitivas e comunicativas. Após 15 anos de atividade, e graças também à colaboração com Educação e Unidade, o experimento desenvolvido dá uma preciosa contribuição científica para a enunciação dos paradigmas da pedagogia de comunhão, inclusive em nível acadêmico, como ocorre nas faculdades de pedagogia de Zagreb (Croácia) e Skopje (Macedônia).
Ideal e famílias
Durante a tarde aconteceu o encontro com as famílias que moram na Mariápolis e que, entre outras coisas, ajudam a desenvolver as pequenas atividades empresariais ligadas à Economia de Comunhão. Um lindo povo, famílias unidas, que atravessaram os horrores da guerra sem perder a confiança no amor de Deus que vence tudo. Os testemunhos são simples e concretos: “Somos afortunados. Desde pequenos os nossos filhos respiram esta atmosfera de amor mútuo”. “Aqui aprendemos a viver honestamente, como cidadãos responsáveis”. “Todo dia, retornando à Mariápolis, nos damos conta de quanto este Ideal é importante para nós”. “Viemos para cá para ajudar outras famílias, e recebemos o cêntuplo”.
Emmaus confirma: “A Mariápolis é feita de casas, árvores, ruelas, mas principalmente de pessoas que testemunham o amor recíproco e deixam esta marca até nas pedras, nas casas acolhedoras, em tudo. Se vocês não estivessem aqui a Mariápolis não existiria; é o amor mútuo que vivem que justifica esse nome, Farol, e que acende a sua luz”.
“Sim – concluiu Giancarlo – o mérito é de vocês, porque acreditaram na possibilidade de ser uma Mariápolis permanente, e com a força e a constância que possuem são promessa de muitos frutos no futuro”.
Giulio Meazzini
Outras imagens da visita à Mariápolis Farol: galeria de fotos
Ago 8, 2010 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo
8 agosto 2010: splendida giornata di sole a Krizevci in Croazia. E non solo come tempo atmosferico. Un passante casuale, infatti, noterebbe forse una gioia di particolare intensità sui volti degli abitanti della cittadella Faro. In particolare tra le focolarine e i focolarini che, dai paesi circostanti in cui vivono – Croazia, Serbia, Macedonia, Bosnia Erzegovina, Moldavia, Romania e Bulgaria –, sono qui convenuti per incontrare Emmaus, la presidente dei Focolari, la “loro” presidente. Innamorati di Dio Le hanno parlato della vita in mezzo a popoli tanto diversi, divisi nella storia da muri dolorosi di guerre e incomprensioni. Le hanno raccontato gioie e difficoltà, speranze e decisioni: “O viviamo da innamorati di Dio o non ha senso quello che facciamo”. Emmaus ha risposto ringraziandoli per la loro fedeltà, perché “pur di tante lingue, fedi e provenienze, tutti appartenete all’unico popolo di Dio”. Le ha fatto eco Giancarlo, il copresidente, colpito dal vederli così fortemente “cuore e servizio” delle comunità.
Raggio di sole Nel pomeriggio, per gli ospiti visita alla scuola dell’infanzia “Raggio di sole”. Sorta nel 1995, con 4 sezioni miste per 110 bambini dai 3 ai 6 anni è oggi il fiore all’occhiello non solo della Mariapoli Faro, ma anche dell’intera città. Subito dopo la guerra, infatti, i focolarini chiesero al comune di Krizevci quale fosse un bisogno primario della popolazione e la risposta fu, appunto, la scuola dell’infanzia. Con gli aiuti ricevuti dall’estero, tanta fantasia e iniziative concrete, iniziò allora un’avventura educativa che oggi è modello sia per la Croazia che per altre nazioni. Integrando la pedagogia agazziana con i principi educativi frutto del carisma di Chiara Lubich – in particolare la cultura del dare, l’educazione al difficile, al dolore, alla pace, l’accoglienza del diverso e l’arte di amare –, si lavora per la formazione integrale della personalità dei bambini e lo sviluppo delle loro capacità cognitive e comunicative. Dopo 15 anni di attività, grazie anche alla collaborazione con Educazione e Unità, l’esperienza fatta diventa contributo scientifico prezioso per enucleare i paradigmi della pedagogia di comunione anche a livello accademico, come nelle facoltà pedagogiche di Zagabria (Croazia) e Skopje (Macedonia).
Ideale e famiglie In serata, l’incontro con le famiglie che vivono nella cittadella, e contribuiscono, tra l’altro, anche a dar vita alle aziendine di Economia di Comunione collegate. Bella gente, famiglie unite che hanno attraversato l’orrore della guerra senza perdere la fiducia nell’amore di Dio che tutto vince. Tante le testimonianze, semplici e concrete: “Siamo fortunati, i nostri figli fin da piccoli respirano questo clima di amore scambievole”. “Qui impariamo a vivere onestamente il nostro essere cittadini responsabili”. “Ogni giorno, dopo il lavoro, tornando alla cittadella ci rendiamo conto di quanto sia importante per noi questo ideale”. “Siamo venuti qui per aiutare altre famiglie e abbiamo ricevuto il centuplo”. Emmaus conferma: “La cittadella è fatta di case, alberi e vialetti, ma soprattutto di persone che testimoniano l’amore reciproco e danno questa impronta anche alle pietre, alle case accoglienti e armoniose, a tutto. Se non ci foste voi la cittadella non esisterebbe. E’ il vostro amore scambievole che ne giustifica il nome, Faro, accendendone la luce”. “Sì – conclude il co-presidente Giancarlo Faletti –, è merito vostro perché avete creduto nella possibilità di essere cittadella e, con la vostra forza e costanza, siete promessa di tanti frutti in futuro”.
Giulio Meazzini
Altre immagini della visita alla Cittadella Faro: Galleria di foto
Ago 7, 2010 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo
Benedettini, Trinitari, Agostiniani, Salesiani, Premonstratensi, Dehoniani e religiosi di altri antichi e nuovi carismi: si ritrovano il 7 agosto, provenienti da vari continenti, in una cittadina croata situata tra verdi colline a un’ora da Zagabria, Krizevci, nel cui tessuto urbano è incastonata la Mariapoli Faro. Un incontro annuale ormai abituale per i rappresentanti dei tanti religiosi che hanno innestato la linfa nuova della spiritualità dell’unità sulla radice del carisma dei propri fondatori. Anche quest’anno il programma è arricchito dalla presenza di Emmaus, Maria Voce, presidente del Movimento dei focolari, che per la prima volta visita un paese dell’est Europa: “Ovunque si trova la stessa famiglia di Chiara”, esordisce incontrandoli. La volontà di Dio Nel dialogo con i religiosi, Emmaus, insieme al copresidente, Giancarlo Faletti, tocca vari punti importanti per la vita di tutto il Movimento nell’anno sociale che si apre dopo l’estate. “Durante l’anno passato abbiamo meditato l’amore di Dio e da lui ci siamo lasciati amare: gioie, difficoltà, provvidenze inattese, tutti sono stati segni, in modi diversi, del suo amore. Nell’anno che sta per iniziare, mi sembra che lui ci sfidi a rispondere, per vedere cosa sappiamo fare e dove ci può portare la reciprocità. Fare dunque la sua volontà risvegliando la nostra tensione alla santità. Ma non da soli: possiamo farcela solo in unità. Santità collettiva, dunque, santità dell’Opera tutta. Fare la volontà di Dio sarà la nostra risposta di amore”. Più bella Un religioso chiede come si può aiutare la Chiesa in questo momento difficile. Emmaus risponde con la sua abituale immediatezza e serenità: “Ho l’impressione che la Madonna voglia fare una carezza alla Chiesa, che la voglia bella, anche attraverso di noi. L’Opera di Maria, se è se stessa, contribuisce come una figlia piccola a fare più bella sua madre”. Sulla stessa linea, il copresidente Faletti sottolinea che i momenti di difficoltà aiutano a far cadere il superfluo, tutto quello che non è Dio. Il dialogo prosegue mettendo in evidenza la fantasia, l’iniziativa, il coinvolgimento richiesti, più che nel passato, ad ogni religioso: essere lievito propositivo nelle comunità del mondo, sentirsi ognuno responsabile non solo della propria piccola o grande area di attività, ma di tutti, in modo da andare avanti “a corpo”. Difficoltà e ottimismo Non mancano domande impegnative, come quella relativa alla difficoltà, per i religiosi, di portare oggi il Vangelo alla gente. “Anche nel nostro passato ci sono stati momenti e luoghi dove non potevamo fare manifestazioni, o incontrarci, o addirittura parlare di Vangelo – puntualizza Giancarlo Falletti –. Non avevamo niente, eppure proprio lì è venuto in evidenza il centro della nostra vita: tenere Gesù sempre presente in mezzo a noi”. “Non è una parola o un concetto – aggiunge Emmaus –, ma una persona, un compagno, la possibilità di non essere soli, di sapere cosa fare in ogni situazione, senza rischiare di essere la brutta copia del passato. La realtà socio-ecclesiale infatti oggi è diversa dal passato, per cui non possiamo ripetere le stesse cose di 25 anni fa. E siccome Dio ha qualcosa da dire, anche attraverso di noi, alle persone del nostro tempo, dobbiamo attualizzare quello che il nostro carisma suggerisce, per la Chiesa e la società di oggi. Questa sfida è anche al centro della mia esperienza di presidente”. E conclude: “Che bella famiglia ci ha donato Chiara! Non riesco a non essere ottimista”. 
Faro Segue la Messa, concelebrata nella cornice della splendida cattedrale greco cattolico di Krizevci. Infine, alcune comunità del Movimento offrono ad Emmaus e Giancarlo, ai religiosi ed anche ai gen (i giovani dei Focolari), qui riuniti da tutto il mondo per la loro scuola annuale, un momento di festa, con canzoni, scenette comiche, costumi e dolci tipici dei loro paesi.Nel saluto finale, Emmaus sottolinea quello che è stato lo sfondo di tutta la giornata: “L’amore scambievole tra tutti ha permesso di fare di tanti popoli e lingue presenti qui alla Mariapoli Faro un’unica armonia. Se ognuno, tornando, porterà nel suo paese questa armonia, allora veramente la cittadella sarà un faro per tanti”.
Giulio Meazzini
Altre immagini della visita alla Cittadella Faro: Galleria di foto
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Ago 6, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
“Después de tanto esperar, finalmente salimos para Brasil. Somos unos veinte jóvenes venidos de Europa, nos acoge un clima frío y lluvioso. Pero el tiempo desfavorable no frena el entusiasmo y la alegría de encontrarnos para la experiencia que nos espera. Estamos alojados en la ‘Mariápolis Ginetta´, la ciudadela de los Focolares a 70 Km. de San Pablo. Los primeros días participamos en un congreso sobre la fraternidad como categoría política para encarnar en la sociedad, junto con alrededor de 400 participantes brasileños de la región de San Pablo. El intercambio de experiencias es muy rico y denso. Empezar con este congreso ha sido muy importante para nosotros, para orientar la brújula y no correr el riesgo, en los días siguientes, de perdernos en un falso activismo. Comprendemos que tenemos que apuntar a relacionarnos con la gente del lugar y su realidad cotidiana, haciendo el esfuerzo de entrar en su cultura. Estos primeros días nos han ayudado a preparar la mente y el corazón para acoger las realidades concretas que tendremos que enfrentar.
La ciudadela de los Focolares empezó hace tantos años –entre tantas otras actividades- dos proyectos: el ‘Jardín Margarita’ y el “Barrio do Carmo”. El primero es un centro educativo y de tantas otras iniciativas, situado en un pequeño barrio al frente de la ciudadela. Ya desde hace muchos años hay una escuela para niños y adolescentes. Enseguida nos injertamos en sus actividades. Una joven alemana junto con una argentina dan clases de canto a un grupo de niños brasileños. Después se hacen talleres de danza, educación física y, obviamente, de fútbol. El amor y la buena voluntad de todos, logra hacer superar la barrera del idioma.
El “Barrio do Carmo” es una aldea afro-brasileña, muy pobre. Allí no existen las estructuras para las actividades que se desarrollan en el ‘Jardín Margarita’, pero hay una panadería y una salita de costura, donde se dan cursos de formación laboral a los jóvenes de la aldea. Un colombiano de nuestro grupo organiza torneos de fútbol con unos cuarenta muchachos felices. En la sala de costura, algunas muchachas del grupo, de Alemania, Colombia e Italia, se suman al grupo de aprendices y, juntas, hacen las camisetas para el equipo de fútbol de la aldea. Otro grupo se pone a frisar y pintar las paredes de la casa. Algunos muchachos del lugar, intrigados, quieren colaborar. En poco tiempo nos encontramos en una gran obra, todos mezclados. Como delante de la casa hay tanta basura, otro grupito empieza a recogerla. Los muchachos involucrados se entusiasman y llaman a sus amigos. El pequeño grupo inicial crece enseguida. Todos están contentos de estar juntos, de trabajar jugando… y no se detienen hasta que la aldea no está limpia.
Los 15 días pasan deprisa y llega el día de volver para el evento conclusivo que tendrá lugar en el noreste de Brasil, junto a un grupo de Recife. Junto con las personas dejamos también muchas lágrimas. Hemos vivido momentos extraordinarios con ellos y resulta duro separarnos. El amor concreto que hemos podido dar con nuestras fuerzas y talentos ha sido retribuido ampliamente con la alegría que experimentamos en nuestros corazones. Hemos construido relaciones auténticas, que permanecerán y fructificarán como semillas de fraternidad”.
(Rafael y Sara)
Ago 5, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Il ricordo di Chiara, una ragazza vivace, allegra e sportiva, a distanza di venti anni è più vivo che mai negli episodi e negli aneddoti raccontati dai genitori Maria Teresa e Ruggero Badano. Diceva la beata Madre Teresa di Calcutta: «Se i membri della famiglia restano uniti, si ameranno reciprocamente come Dio li ama individualmente». È stata anche l’esperienza di Chiara, giovane ragazza di Sassello morta di tumore e prossima beata il 25 settembre al santuario del Divino Amore di Roma, che sembra trovare le sue radici nella testimonianza evangelica vissuta innanzitutto nel nucleo familiare.
Sappiamo che avevate desiderato tanto una figlia. Come avete vissuto l’arrivo di Chiara nella vostra famiglia?
Maria Teresa Badano: «Ci siamo sposati a 26 anni. Il nostro più grande desiderio era quello di avere dei figli, ma abbiamo dovuto aspettare undici anni. Con l’arrivo di Chiara è come se avessimo compreso maggiormente la grazia del sacramento del matrimonio, perché completava la nostra unione. Chiara cresceva bella e sana, e ci dava tanta gioia; ma abbiamo avvertito da subito che non era solo figlia nostra. Era prima di tutto di Dio, e come tale dovevamo educarla, rispettando la sua libertà».
Qualche aneddoto dell’infanzia di Chiara?
Maria Teresa Badano: «Una volta, di ritorno dall’asilo, Chiara mi aveva chiesto di fermarsi dalla nostra vicina Gianna. Dopo un’oretta è tornata a casa con in mano una bellissima mela rossa e gialla. Le ho chiesto come se la fosse procurata. Chiara mi ha risposto che l’aveva presa dalla vicina; ma, l’avevo intuito, senza il suo permesso. Le ho spiegato che avrebbe dovuto riportarla e domandare scusa. La vedevo molto preoccupata, si vergognava, ma le ho promesso che l’avrei seguita con lo sguardo dal terrazzo. Allora ha preso coraggio, è tornata dalla vicina e le ha spiegato l’accaduto. Dopo un quarto d’ora è arrivata Gianna, con un bel cestino di mele, tutto per lei. “Ora potrai fare merenda con la tua mamma − ha affermato la vicina −, perché oggi ti ha insegnato una cosa importantissima”».
Come ha conosciuto il Movimento dei focolari vostra figlia?
Ruggero Badano: «A nove anni e mezzo, grazie a una gen (generazione nuova, i giovani dei Focolari) di nome Chicca. È stato un momento fondamentale per la vita di Chiara. Prendeva una corriera che da Sassello la portava ad Albisola dove abitava la sua nuova amichetta. I miei genitori erano un po’ preoccupati per il fatto che andasse da sola, ma noi ci fidavamo. Spesso al suo ritorno, non conoscendo ancora il Movimento dei focolari, le facevamo alcune domande. Ma lei rimaneva sul vago, limitandosi a raccontare che giocavano e leggevano il Vangelo. Chiara stessa notava però, qualcosa di diverso nel rapporto con la Chicca: “Vedi mamma, io trovo che questa nuova amica è diversa da quelle che frequento di solito qua”».
Com’era Chiara da adolescente?
Maria Teresa Badano: «Chiara era una ragazza piena di vita: le piaceva ridere, cantare ed anche ballare. Ecco: era una ragazza meravigliosa. All’epoca a Sassello non c’erano molti divertimenti, d’estate i ragazzi si ritrovavano al bar, magari per prendere un gelato. E poi a noi piace pensare a Chiara come a una sportiva per eccellenza, ma non in senso agonistico. Praticava il pattinaggio e il tennis; amava la montagna, ma era al mare che “esplodeva” ».
(Continua…)
Ago 5, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Dopo tanta attesa, finalmente si parte per il Brasile. Siamo una ventina di giovani venuti dall’Europa e da vari paesi dell’America del Sud. Arrivati a Sao Paolo, anziché l’atteso sole brasiliano, ci accoglie un clima freddo e piovoso. Ma anche il tempo sfavorevole non frena l’entusiasmo e la gioia di ritrovarci per l’esperienza che ci attende. Siamo alloggiati presso la “Mariapoli Ginetta”, la cittadella dei Focolari a 70 km da Sao Paolo. I primi giorni participiamo ad un congresso sulla fraternità come categoria politica da incarnare nella società, insieme a circa 400 giovani brasiliani della regione di Sao Paulo. Gli scambi di esperienze sono molto ricchi ed intensi. Incominciare con questo congresso è molto importante per noi, per orientare la bussola e non rischiare, nei giorni successivi, di perderci in un falso attivismo. Capiamo che dobbiamo puntare a rapportarci con la gente del posto e la loro realtà quotidiana, facendo lo sforzo di entrare nella loro cultura. Questi primi giorni ci hanno aiutato a preparare la mente ed il cuore per accogliere le realtà concrete a cui saremo dovuti andare incontro.
La cittadella dei Focolari ha iniziato tanti anni fa – e fra tante altre attività – due progetti: il “Jardino Margarita” e il “Bairro do Carmo”. Il primo è un centro educativo e di tante iniziative, situato in una piccola favela di fronte alla cittadella. Ormai da tanti anni c’è una scuola per bambini e adolescenti. Subito ci siamo inseriti nelle loro attivita. Una giovane tedesca insieme con una argentina insegnano canto ad un gruppo di bambini brasiliani. Poi ci sono degli atelier di danza, educazione fisica e, ovviamente, di calcio. L’amore e la buona volontà di tutti, riesce a farci superare la barriera della lingua.
Il “Bairro do Carmo” è un villaggio afro-brasiliano, molto povero. Lì non esistono le strutture per le attività che si svolgono al “Jardino do Margarita”, ma c’è una panetteria e una saletta da cucito, dove si fanno dei corsi di formazione lavorale ai giovani del villaggio. Un colombiano del nostro gruppo organizza dei tornei di calcio con una quarantina di ragazzi felici. Nella sala da cucito, alcune ragazze del gruppo, della Germania, della Colombia e dell’Italia, si aggiungono al gruppo delle apprendiste e, insieme, fanno le magliette per le due squadre di calcio del villaggio. Un altro gruppo si mette a lisciare e ridipingere le mura della casa. Alcuni ragazzi del posto, incuriositi, vogliono collaborare. In breve ci troviamo in un grande cantiere, tutti mescolati. Siccome davanti alla casa c’è tanta spazattura, un altro gruppetto inizia a raccoglierla. I ragazzi coinvolti si entusiasmano e chiamano altri loro amici. Il piccolo gruppo iniziale si ingrandisce subito. Sono tutti così contenti di stare insieme, di fare i lavoretti giocando… che non si fermano finché il villaggio non è pulito.
I 15 giorni passano in fretta e già siamo arrivati al giorno della partenza per l’evento conclusivo che si svolgerà al nordest del Brasile, insieme ad un gruppo di giovani di Recife. Con le persone lasciamo anche tante lacrime. Abbiamo vissuto momenti straordinari con loro, ed è duro separarci. L’amore concreto che abbiamo potuto dare con le nostre forze e i nostri talenti è stato ricambiato ampiamente dalla gioia che proviamo nei nostri cuori. Abbiamo costruito dei rapporti veri, che rimarranno e frutteranno come semi di fraternità.
Ago 5, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
It was 1989, shortly after the clashes that took place in Tiananmen Square; several events seemed to foretell the fall of the Berlin Wall, including an exodus of East German which began on the 11th of September. Meanwhile, in South Africa, with the coming of the new President De Klerk, apartheid was silently under siege.
Chiara Badano, who was already ill, in spite of her physical difficulties, continued with her studies. The teacher who was tutoring Chiara assigned her the task of writing an essay about freedom, in which Chiara Luce exhibits profound sensitivity.
“Newpapers, television and mass media are often talking to us about freedom – one example is the recent painful events which took place in Tiananmen Square. The photograph of that young man standing motionless in front of an armed tank is an emblem of the often desperate and heroic search for freedom which urges young people of our day to fight for it even if it costs them their lives.
Leafing through a newspaper or turning on the TV these days, we are struck by the flood of refugees who are leaving Eastern countries, heedless of the danger, and heading for a better life in the West. Then, immediately, our thoughts turn to the silent and tenacious struggle of the people in South Africa.
Freedom and equality disappear in every form of racism: freedom of self determination of peoples; freedom of expression, of thought, freedom of religion; freedom from want because the means of survival are available to all; Here we remember those portions of the population in which people are still dying of hunger and, therefore, denied their main freedom: the freedom to live.
The quest for freedom and the struggle to win it has always been part of the human journey, a journey that has not yet ended. It is a goal that is still to be achieved even though many barriers have already fallen.
We Westerners who have inherited the ideas of the American Revolution and the French Revolution, formed on Christian principles, we who live in democratic nations, perhaps believe that we have achieved freedom. But is it true?
In spite of our continual effort to achieve this good for all, even as we try to rid ourselves of some prohibitions, we can become enslaved through consumerism, wealth and wellbeing, and a desperate struggle for power.”
(Extract from "Io ho tutto". I 18 anni di Chiara Luce by Michele Zanzucchi, Città Nuova 2010)
Ago 5, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Passados mais de 20 anos a lembrança de Chiara, uma jovem vivaz, alegre, esportiva, conserva-se mais viva do que nunca nos acontecimentos e episódios contados por seus pais, Maria Teresa e Ruggero Badano. Dizia a bem-aventurada Madre Teresa de Calcutá: «Se os membros da família permanecerem unidos se amarão reciprocamente como Deus os ama individualmente». Foi o que viveu Chiara, a jovem de Sassello (Ligúria – Itália) que no próximo dia 25 de setembro será proclamada bem-aventurada no Santuário do Divino Amor, em Roma. Faleceu vítima de um câncer e a sua experiência parece encontrar suas raízes no testemunho evangélico vivido, antes de tudo, no núcleo familiar.
Sabemos que vocês desejavam muito um filho. Como viveram a chegada de Chiara em sua família?
Maria Teresa Badano: «Nós nos casamos com 26 anos e o nosso maior desejo era ter filhos, mas tivemos que esperar 11 anos. Com o nascimento de Chiara foi como se tivéssemos compreendido melhor a graça do sacramento do matrimônio, porque completava a nossa união. Chiara começou a crescer, linda e sadia, e nos dava muita alegria. Mas percebemos logo que não era filha apenas nossa, era, antes de tudo, filha de Deus, e como tal a devíamos educar, respeitando a sua liberdade».
Algum fato interessante da infância de Chiara?
Maria Teresa Badano: «Um dia, voltando da escola infantil, Chiara me pediu para ficar na casa da nossa vizinha, Gianna. Depois de mais ou menos uma hora ela chegou em casa com uma linda maçã vermelha e amarela na mão. Perguntei como a tinha ganho e ela me respondeu que tinha pegado na casa da vizinha, mas pude entender que fora sem a sua permissão. Então expliquei que ela deveria devolver e pedir desculpas. Vi que ela ficou muito preocupada, estava envergonhada, mas eu prometi que a seguiria com o olhar, do terraço de casa. Então ela tomou coragem, voltou à casa da vizinha e contou o que tinha acontecido. Depois de quinze minutos Gianna lhe trouxe uma cestinha de maçãs. “Agora você pode merendar com sua mãe” – ela disse – porque hoje ela lhe ensinou uma coisa importantíssima”».
Como a filha de vocês conheceu o Movimento dos Focolares?
Ruggero Badano: «Com nove anos e meio, graças a uma gen (Geração Nova, os jovens do Movimento), que se chamava Chicca. Foi um momento fundamental para a vida de Chiara. Ela pegava um ônibus em Sassello para ir a Albisola, onde a sua nova amiga morava. Os meus pais ficavam um pouco preocupados que ela fosse sozinha, mas nós tínhamos confiança. Como ainda não conhecíamos o Movimento dos Focolares quando voltava quase sempre lhe fazíamos algumas perguntas. Mas ela dava respostas vagas, se limitava a dizer que brincavam e liam o Evangelho. Mas Chiara mesma notava algo diferente na sua amizade com Chicca. Ela dizia: “Sabe mamãe, eu acho que essa minha nova amiga é diferente daquelas com quem brinco sempre aqui”».
Como era Chiara quando adolescente?
Maria Teresa Badano: «Era uma menina cheia de vida: ela gostava de rir, cantar e dançar. Era uma jovem maravilhosa. Naquela época não havia muitos divertimentos em Sassello, no verão em geral os jovens se reuniam no bar, para tomar sorvete. E nós gostamos de pensar em Chiara como uma pessoa esportiva por excelência, mas não no sentido competitivo. Praticava patinagem e tênis, gostava muito das montanhas, mas era no mar que ela “explodia”!».
(continua)
Ago 5, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
“Depois de muita expectativa finalmente parte-se para o Brasil. Somos cerca de 20 jovens vindos da Europa e de vários países da América do Sul. Ao chegar a São Paulo encontramos um clima frio e chuvoso, o contrário do esperado sol brasileiro. Mas nem o tempo desfavorável freia o entusiasmo e a alegria de estar juntos para viver a experiência que nos espera. Fomos hospedados na Mariápolis Ginetta, a 50 quilômetros de São Paulo. Nos primeiros dias participamos de um congresso sobre a fraternidade como categoria política a ser concretizada na sociedade, com cerca de 400 pessoas, de toda região de São Paulo. Um enriquecedor e intenso intercâmbio de experiências.
Começar com esse congresso foi muito importante para nós, para orientar a bussola e evitar o risco de perder-nos em um falso ativismo, nos dias que viriam. Entendemos que deveríamos criar relacionamentos com as pessoas do lugar e com sua realidade cotidiana, fazendo o esforço de entrar em sua cultura. Esses primeiros dias nos ajudaram a preparar e mente e o coração para acolher as realidades concretas que iríamos enfrentar.
A Mariápolis Ginetta foi fundada há muitos anos e tem – entre tantas outras atividades – dois projetos sociais: o “Jardim Margarida” e o “Bairro do Carmo”. O primeiro é um centro educativo onde se desenvolvem diversas iniciativas, situado num bairro carente, diante da Mariápolis. Há anos funciona uma escola para crianças e adolescentes e logo nos inserimos em suas atividades. Uma jovem alemã e uma italiana deram aulas de canto a crianças brasileiras. E depois, ateliês de dança, educação física e, logicamente, futebol. O amor e a boa vontade de todos tornou possível superar a barreira da língua.
O Bairro do Carmo é uma vila afro-brasileira, extremamente pobre. Lá não existem as mesmas estruturas que se encontram no Jardim Margarida, mas é ativa uma padaria e uma sala de costura, onde são feitos cursos de atividades manuais para os jovens.
Um colombiano do nosso grupo organizou um torneio de futebol com 40 garotos, super felizes. Na sala de costura algumas jovens da Alemanha, Colômbia e Itália, junto com aquelas que frequentam os cursos, fizeram as camisetas para os dois times de futebol do bairro. Outro grupo se ocupou em lixar e pintar as paredes da casa, o que despertou a curiosidade dos jovens de lá, que decidiram ajudar. Logo estávamos em um grande canteiro de obras, todos juntos!
Como existia muito lixo diante da casa outra turma começou a limpeza. Os jovens que já tinham se envolvido se entusiasmaram e chamaram os amigos, e o grupo pequeno do início foi crescendo. Estavam tão felizes por estar juntos e fazer todo tipo de trabalho brincando… que não pararam até que todo o bairro ficasse limpo.
Os 15 dias passaram rapidamente e chegamos ao dia da viagem para a atividade conclusiva do projeto, que acontecerá no nordeste do Brasil, com os jovens de Recife. Deixamos aquelas pessoas e também muitas lágrimas. Com eles vivemos momentos extraordinários e foi duro nos separarmos. O amor concreto que pudemos dar, com as nossas forças e os nossos talentos, foi recompensado amplamente pela alegria que sentimos no coração. Construímos relacionamentos verdadeiros que permanecerão e frutificarão como sementes de fraternidade.
Rafael e Sara
Ago 2, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
É o ano de 1989. Há poucos dias tinham ocorrido os confrontos na Praça de Tiennamen. Alguns acontecimentos preanunciavam a queda do muro de Berlim, não por último o êxodo dos alemães do leste, iniciado no dia 11 de setembro. Enquanto isso, na África do Sul, o Apartheid era combatido silenciosamente, graças à ascensão do novo presidente De Klerk.
Chiara Badano já estava doente, mas continuava a estudar, não obstante as limitações físicas. O professor solicitou, a este propósito, uma dissertação sobre a liberdade, na qual a jovem exprimiu uma profunda sensibilidade.
«Os jornais, a televisão, os mass-media em geral, nos falam muito da liberdade, temos um doloroso exemplo disso nos fatos ocorridos recentemente na Praça de Tiennamen. A fotografia daquele jovem imóvel diante de um tanque é o emblema da busca, frequentemente desesperada e heróica, que impulsiona os jovens de hoje a lutar, até a custo da vida.
Folheando os jornais destes dias ou ligando a televisão, somos tocados por aquele rio humano de prófugos que deixam os países do leste, alheios a qualquer perigo, correndo rumo à liberdade; e imediatamente o pensamento vai à luta silenciosa e tenaz do povo da África do Sul.
Liberdade como igualdade e, portanto, desaparecimento de qualquer forma de racismo; liberdade de autodeterminação dos povos, liberdade de expressão, de pensamento, de religião, liberdade da necessidade, entendida como disponibilidade dos meios de sobrevivência, refiro-me àquela parte de população que ainda está morrendo de fome, à qual é negada a principal liberdade: a de viver.
A busca da liberdade e a luta para conquistá-la é uma constante na história do percurso dos homens. Caminho ainda não terminado, meta a ser ainda alcançada, embora muitas barreiras já tenham caído. Nós ocidentais, herdeiros das ideias da revolução americana, da francesa, formados sobre alicerces ditados pelo cristianismo, nós que vivemos em estados democráticos, talvez pensemos ter alcançado a liberdade. Mas será verdade?
Embora tendendo constantemente a este bem comum, ao procurar liberar-se de algumas proibições o homem torna-se escravo de si mesmo, através do consumismo, do bem-estar, da busca desesperada de poder».
(retirado de “A clara luz de Chiara Luce”, de Michele Zanzucchi, Ed. Cidade Nova, 2005)
Lug 31, 2010 | Parola di Vita
Questa Parola fa parte di un avvenimento semplice e altissimo al tempo stesso: è l'incontro fra due gestanti, fra due madri, la cui simbiosi spirituale e fisica con i loro figli è totale. Sono esse la loro bocca, i loro sentimenti. Quando parla Maria, il bambino di Elisabetta fa un balzo di gioia nel suo ventre. Quando parla Elisabetta sembra che le parole le siano messe sulle labbra dal Precursore. Ma mentre le prime parole del suo inno di lode a Maria sono rivolte personalmente alla madre del Signore, le ultime sono dette in terza persona: "Beata colei che ha creduto".
Così la sua "affermazione acquista carattere di verità universale: la beatitudine vale per tutti i credenti, concerne coloro che accolgono la Parola di Dio e la mettono in pratica e che trovano in Maria il modello ideale" .
"E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore."
E' la prima beatitudine del Vangelo che riguarda Maria, ma anche tutti coloro che la vogliono seguire e imitare.
C'è uno stretto legame, in Maria, tra fede e maternità, come frutto dell'ascolto della Parola. E Luca qui ci suggerisce qualcosa che riguarda anche noi. Più avanti nel suo Vangelo Gesù dice: "Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica" .
Anticipando quasi queste parole, Elisabetta, mossa dallo Spirito Santo, ci annuncia che ogni discepolo può diventare "madre" del Signore. La condizione è che creda alla Parola di Dio e che la viva.
"E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore."
Maria, dopo Gesù, è colei che meglio e più perfettamente ha saputo dire "sì" a Dio. E' soprattutto questa la sua santità e la sua grandezza. E se Gesù è il Verbo, la Parola incarnata, Maria, per la sua fede nella Parola è la Parola vissuta, ma creatura come noi, uguale a noi.
Il ruolo di Maria come madre di Dio è eccelso e grandioso. Ma Dio non chiama solo la Vergine a generare Cristo in sé. Seppure in altro modo, ogni cristiano ha un simile compito: quello di incarnare Cristo fino a ripetere, come san Paolo: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" .
Ma come attuare ciò?
Con l'atteggiamento di Maria verso la Parola di Dio e cioè di totale disponibilità. Credere dunque, con Maria, che si realizzeranno tutte le promesse contenute nella Parola di Gesù e affrontare, come Maria, se occorre, il rischio dell'assurdo che alle volte la sua Parola comporta.
Grandi e piccole cose, ma sempre meravigliose, accadono a chi crede nella Parola. Si potrebbero riempire dei libri con i fatti che lo provano.
Chi può dimenticare quando, in piena guerra, credendo alle parole di Gesù "chiedete e vi sarà dato" abbiamo chiesto tutto quello di cui tanti poveri in città avevano bisogno e vedevamo arrivare sacchi di farina, scatole di latte, di marmellata, legna, vestiario?
Anche oggi accadono le stesse cose. "Date e vi sarà dato" e i magazzini della carità sono sempre pieni, essendo regolarmente svuotati.
Ma ciò che colpisce di più è come le parole di Gesù sono vere sempre e dovunque. E l'aiuto di Dio arriva puntuale anche in circostanze impossibili, e nei punti più isolati della terra, come è accaduto poco tempo fa ad una madre che vive in grande povertà. Un giorno si è sentita spinta a dare i suoi ultimi soldi ad una persona più povera di lei. Credeva a quel "date e vi sarà dato" del Vangelo. E aveva una grande pace nell'animo. Poco dopo è arrivata la sua bambina più piccola e le ha mostrato un dono appena ricevuto da un anziano parente che, per caso, era passato di lì: nella sua manina c'erano i soldi moltiplicati.
Una "piccola" esperienza come questa ci spinge a credere nel Vangelo; e ciascuno di noi può provare quella gioia, quella beatitudine che viene dal vedere realizzate le promesse di Gesù.
Quando, nella vita di tutti i giorni, nella lettura delle Sacre Scritture ci incontreremo con la Parola di Dio, apriamo il nostro cuore all'ascolto, con la fede che ciò che Gesù ci chiede e promette si avvererà. Non tarderemo a scoprire, come Maria e come quella madre, che Egli mantiene le sue promesse.
Chiara Lubich – Parola di vita, agosto 1999, pubblicata in Città Nuova, 1999/14, p. 33
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Lug 29, 2010 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un nome profetico: Faro. Faro di luce per tutti coloro che la visiteranno, luogo di incontro e formazione per persone di varie nazioni, Chiese, religioni e uomini di buona volontà. In questi decenni si è manifestata davvero tale, arrivando ad accogliere – ad oggi – oltre 4.000 visitatori ogni anno, e mettendosi al servizio di corsi di formazione internazionali, campi di lavoro, incontri culturali, e di carattere ecumenico e interreligioso. E’ in circostanze ostili a qualsiasi tipo di raggruppamento di persone che la spiritualità dell’unità si affaccia in Croazia all’inizio degli anni ’60, e nonostante questo, lo stile di vita basato sul Vangelo, promosso dai Focolari, è andato dilagando nelle varie parti del Paese. Una ex-residenza vescovile non in uso, alcune case e 22 ettari di terra a Križevci, a 60 km da Zagabria, sono state messe a disposizione al Movimento negli anni ’80, proprio quando si stava cercando un posto stabile per gli incontri. “Potrebbe essere un punto di incontro per i paesi socialisti!“ ha esclamato Chiara Lubich. Dieci anni dopo, la profezia si è realizzata, col contributo di tanti che si sono rimboccati le maniche per trasformare i vecchi edifici (le stalle, le officine, la residenza e le curie in stato precario) nell’attuale “Centro Mariapoli“, che adesso offre gli ambienti idonei per corsi di formazione. Negli anni della guerra ’91-’95 tanti che dalla Serbia, Bosnia, Croazia sono passati hanno potuto ritrovare la forza di perdonare e di ricominciare. Alcune famiglie si sono stabilite qui. E per educare alla fraternità le nuove generazioni è cominciata la scuola materna „Raggio di sole“. Dopo il lancio dell’Economia di Comunione in Brasile, anche nella cittadella Faro nascono le prime aziendine per dare un lavoro ai nuovi arrivati.
Un momento storico è stata la visita di Chiara nell’aprile ’99 che ha dato una nuova luce a tutte le realtà esistenti lasciando un’impronta indelebile in tutti gli abitanti, nella stessa città di Križevci e oltre. E’ in questo contesto che si svolgerà dal 6 al 10 agosto prossimi la visita della Presidente dei Focolari Maria Voce, e del Copresidente Giancarlo Faletti. Una visita informale, il cui “pretesto“ è l’appuntamento in agenda con la segreteria internazionale dei religiosi – una delle 22 diramazioni del Movimento dei Focolari – previsto per il 7 agosto, ma che comprenderà anche momenti di dialogo con i focolarini e gli altri abitanti della cittadella.
Attualmente nella cittadella – oltre i centri dei Focolari e le famiglie che vi abitano stabilmente – sono presenti alcune attività produttive dell’EdC: un’impresa agricola con il prugneto (15ettari), il punto-vendita all’ingrosso di fiori “Plantart“, l’autofficina “Bestim“, oltre alla ditta “Stellae Fari“ che comprende un calzeificio, un parrucchiere, la vendita di prodotti di una ditta EdC italiana. Nella scuola materna „Raggio di sole“ lavorano 19 operatori per 110 bambini che, nell’ambito della pedagogia di comunione, crescono nella cultura della solidarietà e reciprocità. La sua irradiazione penetra nella Croazia e oltre con frutti spesso inaspettati. E’ un prezioso laboratorio che offre spunti per l’elaborazione delle linee della pedagogia di comunione, anche alle Università di Zagabria e di Skopje. Si muovono alcuni passi anche nel settore dello Sport. La collaborazione con le strutture locali ha avuto una progressiva apertura, fino al riconoscimento pubblico che recentemente la città di Križevci ha dato al Movimento dei Focolari. (altro…)
Lug 24, 2010 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Negli anni cinquanta si svolgevano sulle Dolomiti ed erano temporanee. Oggi si ripetono in ogni punto del globo, e alcune di esse sono diventate “permanenti”. Stiamo parlando delle “mariapoli” che anche quest’anno si svolgono in tante località con una vitalità sorprendente. Tutte diverse per i programmi, per i luoghi scelti, queste originali “città di Maria” temporanee compongono però, insieme, un interessante mosaico, tutto da scoprire. “Tranvier, studenti e medici, speziali e deputati, saliti qui in mariapoli son già parificati” – recitava una canzone di quelle prime esperienze sulle montagne trentine. Parole che ben esprimono però una realtà ancora viva e attuale, quella di essere un bozzetto di una società rinnovata dall’amore evangelico, dove le differenze non sono annullate, ma composte per essere a servizio di chi ci sta accanto, formando così una sola famiglia. E’ questo il denominatore comune a tutte le mariapoli, quella fraternità universale che diventa occasione di incontro tra singoli e popoli che si riscoprono uniti, in grado di dialogare e di crescere insieme grazie al contributo che ciascuno può dare.
E questa è la nota dominante anche per le mariapoli che, proprio in questi mesi, si stanno svolgendo in giro per la Penisola: a Maggio è stata la volta di Sicilia e Lombardia, ora sono in corso le mariapoli per le città di Roma, per quelle dell’Abruzzo, per i Castelli Romani, la Toscana e l’Umbria. Basta fare un click al nostro link dedicato o sul portale di Città Nuova, per scoprire luoghi, date e programmi di ogni mariapoli. Alcune si svolgono in luogo, altre invece tornano in quei posti, le Dolomiti, che hanno dato i natali a queste originali esperienze, e che offrono uno spettacolo naturale che si coniuga bene allo spirito delle diverse iniziative. I programmi sono vari, spaziano da approfondimenti della spiritualità, alle testimonianze dei presenti, a momenti dedicati ai giovani e, dove i luoghi lo permettano, anche momenti di gioco, di “vacanza” potremmo dire, tutta vissuta nello stesso spirito che rende anche il relax molto più bello ed “efficace”. Decisioni a sorpresa, nodi, a volte dolorosi, sciolti alla luce del sole, ma anche novità, gioia, voglia di ricominciare di nuovo. Sono gli effetti che questi incontri, tra i più caratteristici dei Focolari, riescono a provocare tra i partecipanti; segnali di una vita che non si limita certamente a pochi momenti, ma che si trasferisce poi nella quotidianità di ogni giorno. Ne stanno arrivando tanti di echi, anche alla nostra redazione, tramite impressioni, lettere, testimonianze. Ve ne offriremo presto qualcuno. (altro…)
Lug 20, 2010 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dar-es-Salaam è una stupenda città della Tanzania che si affaccia sull’Oceano Indiano, proprio sulla baia che vede l’isola di Zanzibar stagliarsi all’orizzonte. Una città ricca, che porta ancora i segni del dominio coloniale ma che oggi, pur avendo perso lo status di capitale del paese, conserva una vitalità e un’immagine ricche di speranza. E proprio in questa città, alla scuola secondaria St. Joseph, si è svolta dal 24 al 28 Giugno, la “Mariapoli 2010”. Hanno partecipato 280 persone, tra giovani, famiglie, bambini e adolescenti. Non sono mancati i seminaristi, le suore e due vescovi, per comporre un’unica vera città, seppur temporanea, rappresentativa di tante altre comunità, talvolta molto distanti tra loro: Tabora, Singida, Bukoba, Songea, Mbeya, Iringa, Dar: in ognuno di questi luoghi sarebbe possibile trovare tracce di vita di un popolo che dà un contributo concreto a realizzare brani di fraternità universale. “Dio ti ama immensamente”, questo il titolo e il programma dei tre giorni di dialogo e approfondimento dell’ideale della fraternità universale, che ha dato modo ai partecipanti di scoprire, ancora una volta, l’enorme potenzialità e la bellezza di una vita spesa per il Vangelo, spesa per Dio; basta leggere alcune impressioni per rendersene conto: “E’ la mia primissima volta in contatto col Movimento, ho imparato tanto e ho visto l’unità realizzata fra tutti i tipi di persone, di religioni diverse, di colore diverso, tribù” – racconta un seminarista di Segerea. E un religioso – Padre Emile Kindole, afferma: “Mi ha colpito tanto il suggerimento di tradurre ogni evento della mia vita in: “Dio mi ama”. Ho imparato ad essere ottimista, vedere Dio in ogni persona e in ogni cosa che mi succede nella vita. Poi fare tutto in unità e con amore”. Norbert, 17 anni, è rimasto invece molto impressionato dalla storia di Chiara Luce Badano, che la Chiesa riconoscerà beata il prossimo 25 Settembre: “Mi ha colpito tanto Chiara Luce, nel dolore causato dalla malattia ha vissuto e ha preso tutto da Dio. Anch’io voglio cercare solo il Regno di Dio(…) Dio ci ama immensamente, sia nelle cose buone sia in quelle difficili”. Ognuno dei partecipanti ha avuto così modo di riscoprire l’Amore di Dio nella propria vita, nei diversi momenti della mariapoli: dall’ascolto di una conversazione di Chiara Lubich su un aspetto della spiritualità, a quello di alcune testimonianze dei presenti; dai momenti dedicati ai giovani, a quelli di relax e di svago: ognuno, mettendosi al servizio del prossimo, ha sperimentato una gioia – così ci scrivono- che non è mai estemporanea e che dona la forza di prendere decisioni prima impensate.
Lug 20, 2010 | Focolari nel Mondo
Esperienze, canti e contributi artistici attorno alla figura del sacerdote di oggi nell’aula Paolo VI ieri pomeriggio per la vigilia della chiusura dell’Anno sacerdotale. (altro…)
Lug 20, 2010 | Focolari nel Mondo
Un’unità che rende visibile il Risorto, lì dove ognuno vive: nelle famiglie, nei quartieri, nelle fabbriche, nei parlamenti. Quando il Risorto è fra noi, come da lui promesso quando due o tre si riuniscono nel suo nome, cioè nel suo amore, in qualche modo si tocca il divino, la sua pace, la sua luce, il suo amore, l’unità! (altro…)
Lug 20, 2010 | Focolari nel Mondo
Come testimonia Chiara Lubich, “è stato proprio mentre si credeva di vivere semplicemente il Vangelo, che lo Spirito Santo ha scolpito a caratteri di fuoco nelle nostre anime quelli che sarebbero diventati i cardini della “spiritualità dell’unità”, una nuova spiritualità, personale e comunitaria insieme”. (altro…)
Lug 19, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Fugit irreparabile», inicia assim uma dissertação de 1989, de Chiara Luce Badano, a jovem que será beatificada em setembro. Já doente de câncer e constrangida a enfrentar tratamentos dolorosos, decidiu continuar os estudos. Por isso foi acompanhada por um professor de letras que, de vez em quando, ia à sua casa.
O tema da dissertação concentra-se no valor do tempo. Chiara Luce parte desta epígrafe em latim, escrita num relógio solar, diante da Igreja da Santíssima Trindade, em Sassello, onde ainda encontra-se um altar dedicado a ela.
« “FUGIT IRREPARABILE TEMPUS”. Esta inscrição latina, no muro da antiga casa, ao lado de um relógio solar, nos lembra, sempre que levantamos o olhar, que cada dia nosso foge velozmente. Assim, com breves palavras, a sabedoria dos nossos pais nos leva a parar um instante e refletir sobre o sentido da nossa vida, que com frequência corre na superficialidade, porque sufocada por uma tediosa rotina cotidiana ou por correrias frenéticas, às quais o viver moderno às vezes nos constrange.
Refletindo percebemos que muitas vezes o homem não vive a sua vida, porque mergulhado em tempos que não existem: ou na recordação ou no remorso…
Na realidade o único tempo que o homem possui é o momento presente, que deve ser vivido interiormente e desfrutado plenamente. Vivendo assim o homem sente-se livre, porque deixa de estar esmagado pela angústia do seu passado ou pelas preocupações pelo seu futuro. Certamente conseguir alcançar esta meta não é, de fato, simples e exige esforço constante… dar um sentido a cada ação nossa, grande ou pequena que seja, em favor dos outros.
Pensando bem cada homem trabalha já pelos outros: também o operário ajustando um parafuso ou o agricultor semeando o campo; mas frequentemente perde o significado mais verdadeiro e importante do trabalho.
Seria necessário, talvez, dar uma intenção nova aos nossos gestos e certamente nos sentiríamos mais realizados, e tomaríamos consciência do valor da nossa vida, dom precioso que não pode e não deve ser desperdiçado nem queimado em egoísmos estéreis e inúteis ambições».
(retirado de “A clara luz de Chiara Luce”, de Michele Zanzucchi, Ed. Cidade Nova, 2005. Em duas semanas a segunda dissertação de Chiara Luce, sobre a liberdade)