Movimento dei Focolari

Movimento dei Focolari e abusi, un deciso impegno per la tutela della persona 

Proponiamo l’intervista realizzata da Adriana Masotti di Vatican News a Joachim Schwind, focolarino e membro del Consiglio generale al Centro Internazionale dei Focolari.   È stato pubblicato nei giorni scorsi sul sito internazionale del Movimento il primo resoconto sui casi di abuso su minori e adulti vulnerabili e su quelli di tipo spirituale e di autorità avvenuti al suo interno. Oltre ai dati sulle segnalazioni, presenta le misure di riparazione, le nuove procedure d’indagine e le attività di formazione alla tutela integrale della persona. Nell’intervista, Joachim Schwind, focolarino sacerdote e membro del Consiglio generale, spiega il cammino intrapreso “Vi scriviamo per dare un resoconto pubblico sui dati relativi alle segnalazioni e sulle misure che abbiamo intrapreso come Movimento dei Focolari, a causa della piaga degli abusi sessuali su minori e persone vulnerabili e abusi di coscienza, spirituali, di autorità su adulti, che ha colpito anche noi”. Così, in una lettera aperta pubblicata sul sito del Movimento, la presidente Margaret Karram e il copresidente Jésus Morán presentano il primo report sulla gestione dei casi di abuso accaduti all’interno del Movimento. Il documento, che avrà cadenza annuale, arriva ad un anno dall’incarico affidato nel 2020 a GCPS Consulting di indagare sui gravi casi di abuso sessuale ad opera di un ex focolarino francese, J.M.M., caso che ha dato il via ad una presa di coscienza del problema e quindi alla decisione di dare inizio ad un percorso, su più fronti, per garantire la prevenzione e la salvaguardia integrale della persona in tutti gli ambiti e ambienti in cui si svolgono le attività dei Focolari e per contrastare questo crimine. Le vittime al centro: la richiesta di perdono Nella lettera, presidente e copresidente chiedono innanzitutto perdono a ciascuna vittima a nome di tutto il Movimento. Esprimono alle vittime e ai sopravvissuti una profonda gratitudine, come anche alle famiglie e alle comunità coinvolte, non solo in Francia, ma in tutti i Paesi dove sono emersi casi di abuso, perché grazie alla loro collaborazione e soprattutto al coraggio nell’affrontare e portare alla luce questi crimini, il Movimento oggi sta portando avanti con maggiore consapevolezza nuovi impegni e procedure riguardo la tutela delle persone. Le persone che hanno subito abusi occupano in questo processo un posto centrale e prioritario. L’ascolto, la richiesta di perdono, l’offerta di aiuto e il percorso riparativo sono il punto di partenza. La nuova Commissione Indipendente Centrale Il resoconto si compone di diverse parti e presenta i dati relativi agli abusi pervenuti alla Commissione per il Benessere e la Tutela della Persona (CO.BE.TU.) dal 2014 anno, della sua costituzione e dunque della raccolta sistematica delle segnalazioni, fino a dicembre 2022. Un’altra sezione è dedicata alle misure messe in atto o in fase d’implementazione, in risposta alle raccomandazioni dell’indagine indipendente di GCPS Consulting. Nel testo si annuncia che, a partire dal 1° maggio 2023, per la gestione delle segnalazioni entrerà in carica la Commissione Indipendente Centrale e terminerà il compito della CO.BE.TU. Il resoconto presenta inoltre il “Protocollo per la gestione dei casi di abuso nel Movimento dei Focolari” e le “Linee di sostegno e riparazione finanziaria in caso di abusi sessuali su minori/adulti vulnerabili”. E’ previsto infine un Organo di Vigilanza nominato dalla presidente e formato da almeno cinque membri esterni al Movimento. Alcuni dati presentati nel resoconto Secondo i dati riportati nel testo pubblicato il totale delle segnalazioni di abusi ammonta a 61. Quanto alle vittime: 17 denunce si riferiscono a adulti vulnerabili, 28 a giovani tra i 14 e i 18 anni, 13 a meno di 14 anni, 2 segnalazioni riguardano il possesso di materiale pedopornografico. 66 il totale degli autori di abusi di cui 63 uomini e 3 donne. 20 dei responsabili di abusi accertati sono stati dimessi, 9 sottoposti a sanzioni, altri casi sono ancora pendenti. Infine, 39 casi sono avvenuti in Europa, 15 nelle Americhe, 3 tra Asia/Oceania e 4 in Africa. Per il capitolo sugli abusi sessuali, di coscienza, spirituali e di autorità nei confronti di adulti, le segnalazioni sono state 22, 31 gli autori più alcuni non ancora identificati, 12 sono uomini e 19 donne. La distribuzione delle segnalazioni per area geografica vedono: 16 casi in Europa, 3 nelle Americhe, 2 in Africa e 1 tra Asia e Oceania. Una rete per l’accoglienza e l’ascolto delle vittime All’interno del Movimento dei Focolari verranno rafforzate o istituite le Commissioni locali per il benessere e la tutela dei minori e delle persone vulnerabili con la presenza di professionisti negli ambiti del sostegno psicologico, legale, pedagogico e formativo, con il compito di accogliere denunce, testimonianze e di avviare i procedimenti d’indagine. Le commissioni locali potranno offrire anche un punto d’ascolto per chiunque desideri condividere la propria esperienza di abuso, violenza, disagio di vario tipo, avvalendosi anche – se richiesto – di una consulenza per un percorso successivo. In alcuni Paesi, come in Francia, in Germania e in altre nazioni, questi punti di ascolto sono già attivi. Inoltre, verrà istituita una Commissione disciplinare centrale, composta in maggioranza da professionisti esterni, al fine di valutare la responsabilità dei dirigenti del Movimento dei Focolari nella gestione degli abusi di vario tipo. Schwind: una vergogna che richiede un grande cambiamento Joachim Schwind è un sacerdote del Movimento dei Focolari, teologo e giornalista di origini tedesche. E’ membro del Consiglio generale del Movimento e co-responsabile della Commissione incaricata per la realizzazione delle raccomandazioni del rapporto redatto da GCPS Consulting. Ai nostri microfoni ripercorre quanto è stato fatto sulla questione degli abusi, a partire da quell’indagine, e descrive come i responsabili e le comunità del Movimento hanno vissuto ciò che è emerso: Qual è stato il punto iniziale di questo nuovo percorso a tutela della persona? Da che cosa si è partiti? Non so se parlare di un punto iniziale, ma piuttosto di un punto decisivo. E quello è stato senz’altro, un anno fa, la pubblicazione del rapporto della società inglese GCPS che ha indagato su questo caso di abuso in Francia. Non era il punto iniziale perché già dal 2011 erano in atto delle misure, ma assolutamente insufficienti, insoddisfacenti. Invece questo rapporto ha provocato un grande shock e una grande vergogna in tutto il Movimento, per l’estensione, per la durata di questo caso, per il numero delle vittime, ma anche per il fallimento nella nostra gestione di questa situazione, nel coordinamento delle nostre strutture organizzative e governative. Ed era importante la scelta di pubblicare questo rapporto “senza se e senza ma”, anche se qualcuno avrebbe desiderato discutere alcune parti, però per noi significava accettare l’umiliazione che conteneva questo rapporto, accettare il fatto che non siamo meglio di altri. Però va detto che alla base di questo non stava la nostra scelta, ma il coraggio delle vittime che avevano fatto la denuncia e che avevano segnalato quanto era accaduto. Deve essere stato molto doloroso venire a conoscenza di casi di abusi sessuali perpetrati all’interno del Movimento. Quali sono state le prime reazioni? Quali in particolare le reazioni dei responsabili del Movimento a livello centrale? Certo, come ho detto è stato profondamente doloroso, scioccante e vergognoso. Le prime reazioni sono state quelle di riconoscere i fatti, di chiedere perdono. Questo l’avevano già fatto l’allora presidente, Maria Voce, nel 2019 e l’ha fatto di nuovo l’attuale presidente, Margaret Karam e il nostro co-presidente Jésus Morán. Dire poi quali sono state le reazioni di un Movimento mondiale non è facile, perché siamo diffusi in tutto il mondo, in tutti i contesti culturali e perciò abbiamo vissuto tutto il ventaglio di reazioni che possono esserci: shock, incredulità, vergogna, però anche ricerca di giustificazioni. C’era chi cercava di spiegare la situazione come un caso singolare, dicendo che gli autori erano malati, che queste cose non ci toccano, o che non riguardavano il proprio Paese ecc… C’era la rabbia, la rabbia dei genitori che avevano affidato al Movimento i loro figli, le loro figlie. Ci sono state alcune persone che sono uscite dal Movimento, altre che volevano andare a fondo di queste situazioni, c’era chi sentiva di dover fare qualche cosa e poi di “voltare pagina”. E in questo contesto è stato molto indicativo quanto ci ha detto il nostro co-presidente in un incontro, che “questa pagina va letta fino in fondo prima di girarla”. Davanti a questa realtà, quali sono state le decisioni prese, prima di tutto riguardo alle denunce che erano arrivate? La prima cosa che abbiamo fatto al livello di responsabili è stato un pellegrinaggio insieme, con una liturgia di richiesta di perdono, di riconciliazione davanti a Dio. Abbiamo creato una Commissione, della quale sono membro, che aveva il compito di specificare le misure da intraprendere. Abbiamo cercato in tanti, a partire dalla presidente e dal co-presidente, il contatto con le vittime, e anch’io personalmente devo dire che i contatti con le vittime e i sopravvissuti sono state le cose più preziose di tutto questo percorso. La decisione forse più importante è stata poi quella della riforma della Commissione indipendente che ha avuto il compito di indagare sui casi di abuso. E in quella riforma la parte più evidente e più importante è che d’ora in poi ogni abuso sessuale verrà segnalato alle autorità giudiziarie. Nei Paesi dove c’è l’obbligo di denuncia la segnalazione viene fatta immediatamente appena arriva da noi e, dove la legge non lo prevede, si fa una specie di indagine e di accertamento sulla verosimiglianza, fatta questa, viene passata anche lì la segnalazione alle autorità giudiziarie. Poi, con la riforma di questa Commissione, abbiamo cercato di accelerare le procedure, sempre pensando alle vittime che non devono aspettare troppo tempo una volta che hanno preso il coraggio di segnalare. Abbiamo cercato anche di liberare questa Commissione da altri compiti, in particolare quello della formazione, per garantire un percorso più veloce di tutte le procedure, mentre la formazione passa ad una Commissione apposita. Poi abbiamo creato in diverse nazioni punti di ascolto per rendere più facile procedere alle segnalazioni, perché spesso non è così facile prendere il coraggio per farlo. L’altro fronte di impegno è stato quello della prevenzione degli abusi e della formazione alla tutela integrale della persona di tutti gli appartenenti al Movimento. C’è stata in questo una mobilitazione importante…. Certo, quello della prevenzione è il punto forse più importante e in questo contesto ci ha aiutato anche qualche esperto esterno, perché dopo la pubblicazione del report GCPS, eravamo tentati di cercare di realizzare tutto, però c’era anche il rischio di perderci un po’ nel mare delle misure che intendevamo intraprendere. E ci è stato consigliato di concentrarci prima di tutto sul fatto di creare degli ambienti sicuri nel Movimento, cioè che gli spazi del Movimento, gli incontri, i posti, i luoghi siano spazi sicuri. Certo, la sicurezza al 100% non esiste mai, però si deve aumentare a tutti i costi l’attenzione e la sensibilizzazione di tutti e questo richiede formazione, formazione, formazione. La nostra scelta è stata non solo quella di continuare la formazione per gli stessi formatori, gli educatori e gli animatori, che era già in atto, ma di creare percorsi di formazione per tutti i membri del Movimento e abbiamo lanciato la sfida molto ambiziosa che entro due anni ogni membro del Movimento dei Focolari deve aver fatto almeno un corso base per la prevenzione e la protezione dei minori contro gli abusi sessuali. Non solo abusi di tipo sessuale su persone vulnerabili, ma anche spirituali e di autorità. Anche di questo si parla nel resoconto pubblicato. E qui entriamo in un ambito forse più sottile, più difficile da decifrare. Che cosa può dirci a questo proposito? Come si configurano e ci sono state denunce in merito a questo? È molto importante parlare di abusi spirituali, di autorità, di potere, di coscienza. Importante perché gli abusi sessuali quasi sempre sono abusi di potere. Allora il problema che sta alla base non è la questione della sessualità, ma proprio l’abuso della coscienza, l’abuso spirituale, l’abuso di dipendenze legate al potere. Ed è vero, come dice lei, che è molto difficile decifrare che cosa è abuso spirituale. Già il termine non è ancora chiaro e ben definito e penso che questo si rispecchia anche nei numeri relativamente bassi di casi di questo tipo che abbiamo pubblicato nel nostro resoconto. C’è un percorso da fare che è iniziato e in questo ci aiuteranno i punti di ascolto dei quali ho già parlato. Poi ci sono anche persone che hanno sofferto un abuso di potere e che non vogliono fare una segnalazione presso una commissione, ma che chiedono proprio di parlare con chi ha fatto loro del male. Chiedono mediazione, colloquio, magari anche un percorso di riconciliazione. E poi ci sono altri che non hanno ancora trovato il coraggio di denunciare. In tutto questo penso sia molto importante un cambiamento di cultura e per noi c’è stato un momento molto significativo quando, nel settembre scorso, i responsabili del Movimento di tutte le zone del mondo si sono incontrati nel nostro Centro internazionalee insieme con il Consiglio generale, e per diversi giorni abbiamo parlato delle nostre esperienze, abbiamo preso noi il coraggio dell’ascolto, il coraggio della parola e abbiamo cercato di creare una nuova cultura di apertura, di ascolto, di racconto. Poi anche lì ci vuole formazione, distinzione del foro interno e foro esterno, come consiglia il Papa alla Chiesa, formazione alla coscienza, formazione alla prevalenza assoluta della dignità umana. Sappiamo che il potere porta sempre un rischio, allora il nostro è un percorso che è iniziato e lo stiamo ancora raffinando. Vanno riviste le procedure di scelta dei responsabili e ora c’è molto più coinvolgimento della base nella scelta dei candidati e poi va realizzata anche l’alternanza nei ruoli di governo. Che cosa significa per il Movimento dei Focolari rendere pubblico ciò che riguarda la questione abusi? Avrebbe potuto anche scegliere di non farlo… Quale il messaggio che si vuol lanciare? Io non direi che vogliamo lanciare un messaggio con questo resoconto, perché questo potrebbe sembrare che vogliamo curare la nostra immagine. Penso che prima di tutto dobbiamo chiedere perdono ad ogni persona che ha sofferto per l’inadeguatezza delle nostre forme di governo, di controllo, di responsabilità. E poi dobbiamo ringraziare coloro che hanno trovato il coraggio di denunciare e di farci sentire anche la loro rabbia. A loro soprattutto, con la pubblicazione di questo resoconto, vogliamo dire che non l’hanno fatto invano e che il cammino della nostra conversione e riparazione è solo iniziato ma durerà. E penso che uno dei segnali più forti di questo resoconto stia nel semplice fatto che è l’inizio di una serie perchè ci siamo impegnati a pubblicare d’ora in poi ogni anno una tale relazione. E questo permette alle vittime e all’opinione pubblica di seguire e di controllare il nostro percorso e anche all’interno del nostro Movimento, e questo fatto ci costringerà a non mollare mai.

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Fonte: Vatican News (altro…)

Il frutto della Redenzione

Gesù è risorto. Buona Pasqua! A partire dal racconto del Vangelo, Igino Giordani, ci svela la dimensione fraterna della risurrezione. Gesù, risorgendo dalla morte, apparve alle donne, venute al sepolcro; e disse loro: – Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli… E, così, nel momento conclusivo, diede ai discepoli il nome definitivo: quello di fratelli. Fuori della morte, nella gloria, definì così il rapporto con gli uomini. Come allora si presentò, tuttora si presenta, da fratello: il primogenito. Risorgendo, aveva vinto la morte e recuperato la fraternità. Era venuto in terra per ristabilire la paternità del Padre; era disceso all’inferno per vincere il nemico degli uomini; ora dichiarava la ricostituita fraternità dei figli, nella famiglia di Dio. Siamo tutti nella redenzione e siamo dunque tutti fratelli. Se non ci portiamo da fratelli, siamo fuori della redenzione.

Igino Giordani

Igino Giordani, Il fratello, (I edizione Città Nuova 2011 – III edizione, Figlie della Chiesa 1954). (altro…)

“Vieni, Signore Gesù!”

Nel cuore della Settimana Santa pubblichiamo questo pensiero di Chiara Lubich tratto da una conferenza telefonica del Giovedì Santo del 1989. Oggi è Giovedì Santo, un giorno specialissimo per noi. Esso ci ricor­da diverse realtà divine che stanno al cuore della nostra spiritualità, sic­ché ogni anno, alla sua ricorrenza, avvertiamo tutto il fascino di questo giorno e non è raro che qualcosa di paradiso investa la nostra anima. Come infatti non sentire il nostro cuore dilatarsi se il Giovedì Santo sottolinea in tale modo il Comandamento nuovo di Gesù, l’unità, suo testamento, l’Eucaristia, suo straordinario dono, e il sacerdozio che la rende possibile? Soffermiamoci allora oggi con immensa gratitudine su questi straordinarissimi misteri fondamentali per ogni cristiano e per noi in particolare. E domani sarà Venerdì Santo. Anch’esso ci porta nel cuore del cristianesimo e della nostra spiritualità: Gesù muore, muore abban­donato. Non vi sembra questo il momento di affrontare, in qualche modo, un tema che oggi, in un mondo così com’è, preso dal consumismo e da altri mali, nessuno o ben pochi sono disposti a trattare, e cioè l’ar­gomento della morte? Noi lo dobbiamo fare per coerenza col nostro Ideale che insegna come affrontare ogni momento della vita e, quindi, anche il passaggio all’altra, quella eterna. E lo trattiamo rimanendo nell’ambito della preghiera, nostro ar­gomento preferito in queste ultime settimane. Esiste una preghiera brevissima anch’essa, stupenda. Lo Spirito l’ha posta sulle labbra della Sposa, la Chiesa, ed è di­retta allo Sposo, Gesù. Si conclude con essa l’Apocalisse, l’ultimo dei nostri libri sacri. Dice così: “Vieni, Signore Gesù!”[1]. “Vieni, Signore Gesù!”. Questa preghiera potrebbe essere la nostra pensando, attenden­do, preparandoci alla morte. Sì, perché noi abbiamo o dobbiamo avere un concetto nostro ed esatto della morte: essa non è la fine, ma l’inizio; l’incontro con Gesù. E ancora: essa non è facoltativa: è nel programma di tutti; un giorno arriverà per tutti, è volontà di Dio per tutti. Sì, è volontà di Dio per me, per noi, per ognuno. Bisogna saperla accogliere allora come tale, come volontà di Dio. Ma come accettiamo noi in genere la volontà di Dio? Abbiamo capito che la volontà di Dio, qualunque essa sia, è l’e­spressione dell’amore di Dio per noi. Non è logico né giusto allora accettarla unicamente con rasse­gnazione, ma occorre vedervi ciò che di meglio può capitarci. Per cui, noi ci sforziamo di vivere in modo che la volontà di Dio sia la nostra. E ci impegniamo a viverla non solo con tutto l’amore, ma con en­tusiasmo, perché sappiamo che, per essa, siamo incamminati in un’av­ventura divina, in parte nota, in parte da scoprire, e compiamo così il disegno di Dio su di noi. È da questo modo di affrontare la volontà di Dio, infatti, che si distingue un focolarino, perché è su questo punto che è avvenuta la nostra conversione, che ha cambiato rotta la nostra vita. (…) “Vieni, Signore Gesù!”. (…) Ma questa preghiera va bene anche per altre occasioni. Si può dire: “Vieni, Signore Gesù!” attendendo la santa Comu­nione. La possiamo dire prima di un incontro con qualche persona o gruppo in cui vogliamo assolutamente amare lui. E prima di adem­piere ogni altra sua volontà. “Vieni, Signore Gesù!”. Guardando a te, l’amore, nostra vocazio­ne, sarà senza timore. Nell’attesa della tua venuta, costruiremo bene questa vita e, appe­na si aprirà l’altra, ci tufferemo nell’avventura senza fine. Tu hai vinto la morte. E per questa preghiera avvertiamo che tu, sin d’ora, l’hai vinta anche in noi, nel nostro cuore. “Vieni – allora – Signore Gesù!”, sempre, in tutti noi.

Chiara Lubich

(Chiara Lubich, Conversazioni, Città Nuova, 2019, pag. 357/9) [1] Ap 22, 20. (altro…)

Verso una cultura della tutela integrale della persona

Verso una cultura della tutela integrale della persona

Il Movimento dei Focolari pubblica il primo resoconto sui casi di abuso su minori e adulti vulnerabili; su abusi spirituali e di autorità avvenuti al suo interno, con riferimento alle misure di riparazione, alle nuove procedure d’indagine e alle attività di formazione alla tutela della persona.Vi scriviamo per dare un resoconto pubblico sui dati relativi alle segnalazioni e sulle misure che abbiamo intrapreso come Movimento dei Focolari, a causa della piaga degli abusi sessuali su minori e persone vulnerabili e abusi di coscienza, spirituali, di autorità su adulti, che ha colpito anche noi”. In una lettera aperta la Presidente dei Focolari Margaret Karram e il Copresidente Jésus Morán presentano il primo resoconto sulla gestione dei casi di abuso accaduti all’interno del Movimento. Il documento, che avrà cadenza annuale, viene pubblicato il 31 marzo 2023, ad un anno dall’indagine di GCPS Consulting sui gravi casi di abuso sessuale ad opera di un ex focolarino francese, J.M.M. Il Movimento ha lavorato per compiere i passi necessari per garantire la prevenzione e la salvaguardia integrale della persona in tutti gli ambiti e ambienti in cui si svolgono le sue attività. Pertanto, il documento che oggi si pubblica – spiegano la Presidente e il Copresidente dei Focolari – è un primo resoconto sulle misure di prevenzione, indagine, trasparenza, formazione e cambiamento, intraprese dal Movimento, per contrastare questo crimine. La Presidente e il Copresidente chiedono innanzi tutto a ciascuna vittima e sopravvissuto sinceramente perdono a nome del Movimento dei Focolari. Ed esprimono alle vittime e ai sopravvissuti, una profonda gratitudine, come anche alle famiglie e alle comunità coinvolte non solo in Francia, ma in tutti i Paesi dove sono emersi casi di abuso, perché è grazie alla loro collaborazione e soprattutto al coraggio nell’affrontare e portare alla luce questi crimini, che il Movimento oggi sta portando avanti con maggiore consapevolezza nuovi impegni e procedure riguardo la tutela delle persone. Il resoconto si compone di diverse parti e presenta i dati relativi agli abusi pervenuti alla Commissione per il Benessere e la Tutela della Persona (CO.BE.TU.) dal 2014, anno della sua costituzione e dunque della raccolta sistematica delle segnalazioni, fino a dicembre 2022.  Vengono inoltre presentati i dati relativi ai “corsi base sulla tutela” realizzati nei diversi Paesi in cui il Movimento dei Focolari opera. Un’altra sezione è dedicata alle misure prioritarie messe in atto o in fase d’implementazione, in risposta alle raccomandazioni dell’indagine indipendente di GCPS Consulting; i corsi e gli strumenti formativi alla tutela della persona, disponibili per tutti i membri del Movimento, in particolare per i formatori e gli accompagnatori dei minori. Sono già stati avviati eventi formativi per i responsabili del Movimento a vari livelli: dalla leadership centrale ai responsabili territoriali nelle diverse aree geografiche. Novità: la Commissione Indipendente Centrale e le procedure di segnalazione, denuncia e indagine A partire dal 1° maggio 2023 entrerà in carica la Commissione Indipendente Centrale e terminerà il compito di CO.BE.TU. Il nuovo organismo si occuperà esclusivamente della gestione delle segnalazioni, mentre la formazione verrà coordinata a livello centrale e locale da un altro team di esperti e consulenti. Il resoconto inoltre presenta il “Protocollo per la gestione dei casi di abuso nel Movimento dei Focolari”, le “Competenze della Commissione Indipendente Centrale” e le “Linee di sostegno e riparazione finanziaria in caso di abusi sessuali su minori/adulti vulnerabili”.

Stefania Tanesini

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Assemblea Continentale in Africa: la vitalità di una Chiesa sinodale

In unione con la Chiesa universale, la Chiesa in Africa ha celebrato l’Assemblea sinodale continentale che si è riunita ad Addis Abeba, in Etiopia, dall’ 1 al 6 marzo 2023. Alcune impressioni da parte di chi ha partecipato a questo momento così importante per la famiglia del Popolo di Dio. “Comprendere il processo sinodale significa aprire i nostri cuori allo Spirito Santo che ci parla e ascoltarci a vicenda per svolgere al meglio la missione della Chiesa”. Con queste  parole, l’arcivescovo di Xai Xai (Mozambico), Mons. Lucio Muandula, vicepresidente del SECAM (Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar), ha aperto i lavori dell’Assemblea continentale che ha preso il via ad Addis Abeba (Etiopia) all’inizio di marzo 2023. Oltre duecento delegati, tra cardinali, arcivescovi, vescovi, consacrati, laici, seminaristi, novizi, insieme a rappresentanti di altre fedi, si sono ritrovati insieme per riflettere sul documento della fase continentale del Sinodo sulla sinodalità sperimentando la gioia dell’ascolto e la bellezza di sentirsi parte della grande “famiglia di Dio”. “Abbiamo discusso su vari temi e identificato le chiamate del nostro cammino sinodale per preparare un documento finale che rappresenti l’autentica voce dell’Africa – racconta Mons. Markos Gebremedhin, Vicario Apostolico Jimma-Bonga (Etiopia) e amico del Movimento dei Focolari –  è stata un’esperienza di sinodalità vera, un momento di dialogo profondo, di ascolto reciproco e di discernimento, tra le chiese locali e con la Chiesa universale”. Un continente, quello africano,  benedetto da ricchi principi e valori, frutto delle tante culture e tradizioni, e radicati nel senso dello spirito comunitario, della famiglia, della solidarietà, dell’inclusione,  della convivialità. “Questi principi e valori – continua Mons. Gebremedhin – sono un seme buono e sano per la nascita e la crescita di una Chiesa veramente sinodale in Africa, dove tutte le vocazioni devono essere valorizzate. L’assemblea con grande carità ha sentito il dolore e le sofferenze delle nostre sorelle e dei nostri fratelli in Africa e questa famiglia cammina con coloro che sono più colpiti, in particolare dalla guerra, dalle lotte etniche, dall’intolleranza religiosa, dal terrorismo e da tutte le forme di conflitto, tensione e angoscia”. Tra le tematiche affrontate anche la riflessione sul ruolo fondamentale dei giovani, fonte di energia,  passione e creatività per la Chiesa, a quella sulle donne africane, spina dorsale delle comunità,  per riconoscere  i loro talenti, il loro carisma e il grande contributo che possono portare. Prendere la parola, fare spazio all’altro e costruire insieme, invece, sono  state le tre fasi del metodo di lavoro della “conversazione spirituale” indicato ai partecipanti da don Giacomo Costa, consultore della Segreteria generale del Sinodo. “Ho partecipato all’Assemblea come cattolico adulto nominato dalla Conferenza episcopale del Benin – ci racconta Guy Constant, volontario di Dio della comunità dei Focolari. Ci siamo riuniti in piccoli gruppi per confrontarci sull’esperienza personale del cammino della sinodalità durante il primo anno del sinodo. Le relazioni di ciascun gruppo sono poi state presentate in plenaria ed è seguita la presentazione e la riflessione sul documento di sintesi preparato per la fase continentale”. “Invocare lo Spirito Santo per lasciargli guidare il processo e l’intervento di ogni persona – continua Guy Constant – è stato il frutto più bello raccolto. Questo ha permesso di accettare rapidamente e facilmente le proposte degli altri, invece di voler necessariamente imporre  le proprie. Il secondo frutto è stato sperimentare un clima di lavoro di vera unità  tra noi, con i sacerdoti, vescovi e cardinali senza fare distinzioni. C’è stata molta umiltà nell’accogliere gli interventi di tutti”. Questo percorso di sinodalità sembra aver risvegliato la sete di una Chiesa che vuole tener conto dei pensieri e dei sentimenti di ogni membro, che non  cammina da sola, ma che impara dagli altri. Una Chiesa vitale che punta al “noi”. “Ho partecipato all’Assemblea Continentale per il sinodo in Africa come accompagnatrice dei giovani – ci racconta Fidely Tshibidi Musuya, focolarina in Congo, ed è stata davvero un’esperienza unica sentire che anche io ho una voce che può  essere ascoltata. Per la prima volta mi sono sentita veramente figlia della Chiesa. Sono nata in una famiglia cristiana cattolica e tante cose erano ovvie per me. Invece questa esperienza mi ha fatto prendere una coscienza nuova sulla mia appartenenza alla Chiesa, che non è solo quella dei vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, ma è davvero  la Chiesa di tutti.”

Maria Grazia Berretta

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Argentina: Domus – reciprocità in rete

Domus nasce dal desiderio di alcune famiglie argentine di vedere realizzato, come molti, il diritto a possedere una casa propria; sogno reso possibile grazie al progetto di autocostruzione partecipata di alloggi, avviato nel comune di Lincoln (Argentina) nel 2019. Persone di tutte le età, con l’aiuto di professionisti, hanno unito le forze e si sono formate nell’arte della costruzione, generando reciprocità, cittadinanza e comunità fraterna. https://www.youtube.com/watch?v=Fk4RJGw0L6c Copyright 2023 © CSC Audiovisivi – All rights reserved. (altro…)

Vangelo Vissuto: semi di bene

Amare il prossimo non sempre richiede grandi gesti. A volte basta semplicemente guardare all’altro con attenzione per scoprire che rispondere al suo bisogno con gioia non costa nulla. All’improvviso, da quel seminare amore, raccoglieremo tutti frutti bellissimi.   Alla fermata del bus Incontro Karim alla fermata del bus. Lo conosco appena, non so neanche il suo Paese d’origine, anche se credo sia nordafricano, e nell’attesa scambiamo due chiacchiere. Io vado su in città, lui al mare e non certo per nuotare (lo si vede dallo scarso assortimento di articoli balneari da vendere che porta con sé). Noto però che è privo di un cappello per proteggersi dal sole, un accessorio indispensabile in questa estate torrida per chi come lui passerà alcune ore sulla spiaggia assolata. “L’ho dimenticato a casa”, risponde. Mi viene spontaneo offrirgli il mio. L’ho comprato da poco, ma non importa: “Prendilo, ne ho altri due. Dove vado posso trovare l’ombra, mentre tu…”. Spiazzato, Karim mi guarda quasi incredulo. Più volte insiste per non accettarlo, poi finalmente cede vedendo che lo faccio di cuore. Nel frattempo, arriva il mio bus. Ci salutiamo. “Buon lavoro, Karim!”. “Ancora grazie per il cappello!”. Solo adesso mi viene in mente di aver fatto quel dono a Gesù in lui. Fatto sta che l’episodio del cappello illumina tutta la mia mattinata. (Saverio – Italia) L’ombrello Dal Vangelo avevo imparato che dietro i poveri e gli emarginati è Cristo che chiede di essere amato. Ricordo un semplice episodio. Nel bar vicino casa, avevo notato un povero, soprannominato Penna, bagnato fradicio perché quel giorno pioveva. Sapendo che aveva avuto la tbc, e superando una certa resistenza a farmi vedere in sua compagnia, l’ho invitato a casa, per cercargli qualcosa di asciutto. I miei restano sorpresi. “Babbo, servirebbero dei vestiti…”. All’inizio mio padre non sembrava molto entusiasta, poi però ha procurato un paio di pantaloni, mentre io rimediavo una giacca. Ma la pioggia non accennava a finire… Ed io, tornando alla carica: “E se gli dessimo anche un ombrello?”. Anche l’ombrello è arrivato. Felice il povero, ma più felice io, perché ci eravamo mossi insieme per aiutarlo. Ma la cosa non è finita lì. Giorni dopo, Penna è tornato per restituirci l’ombrello. Veramente non era quello che gli avevamo dato, era migliore. Era successo che il nostro glielo avevano rubato e qualcuno gliene aveva regalato un altro. Aveva voluto così ricambiare. (Francesco – Italia)

A cura di Maria Grazia Berretta

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno IX – n.1- marzo-aprile 2023)   (altro…)

Together: necessità di fratellanza

Together: necessità di fratellanza

“Together – Raduno del Popolo di Dio” è la veglia di preghiera ecumenica che si terrà il 30 settembre 2023 a Roma in vista dell’Assemblea sinodale di ottobre. Damian, cattolico polacco, e Masha, ortodossa russa, sono due giovani del Movimento dei Focolari ed hanno recentemente partecipato all’ incontro di preparazione per l’evento al quale è seguita un’udienza privata con il Papa. Pregare insieme riuniti sotto la stessa tenda per scoprirsi fratelli e sorelle in Cristo. È questo il cuore della veglia di preghiera ecumenica che si svolgerà il 30 settembre 2023 in Piazza San Pietro, evento annunciato durante l’Angelus del 15 gennaio 2023 da Papa Francesco per affidare a Dio i lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema della Sinodalità, che si svolgerà in ottobre 2023. Un vero e proprio raduno del Popolo di Dio e l’invito, come spiega anche il nome pensato per questo momento (Together), a camminare insieme; ad “allargare lo spazio della tua tenda”, come indica il versetto di Isaia (cfr. Is 54, 2) scelto per l’occasione. Animata dalla Comunità di Taizé, la veglia, che si svolgerà alla presenza di Papa Francesco e dei rappresentanti di varie Chiese cristiane, nonché molte realtà e organizzazioni, è aperta a tutti, in particolare ai giovani che sono invitati dal venerdì sera fino alla domenica pomeriggio, e saranno accolti per un fine settimana di vera condivisione. Nel team che si occupa dell’organizzazione di Together ci sono anche Damian Skłodowski, polacco, e Masha Iasinskaia, dalla Russia, due giovani del Movimento dei Focolari che dal 12 al 15 marzo 2023 hanno avuto modo di incontrarsi con tante altre persone per cominciare a portare avanti i lavori. Masha, che momento è stato per te? Questo incontro di preparazione è stato davvero forte per me, soprattutto perché sono rimasta piacevolmente impressionata nel vedere tante persone appartenenti a diverse Chiese, a varie confessioni, lavorare insieme. Io sono ortodossa e, facendo parte da quando sono nata del Movimento dei Focolari, ho sempre vissuto nella normalità del dialogo tra le varie Chiese, ma sono stata felice di sorprendermi questa volta. Ho scoperto che in tantissimi, ciascuno nella propria realtà, sentono questa necessità di fratellanza e lavorano fortemente per raggiungere questo obiettivo nelle loro comunità. Damian, come vi siete suddivisi dal punto di vista organizzativo? Il weekend di Together sarà un cammino a tappe. La mattina del 30 settembre saranno organizzati dei percorsi tematici, laboratori, in varie zone di Roma. Seguirà un tempo dedicato alla preghiera per tutti i giovani adulti nel centro della città e poi la marcia che ci condurrà tutti in Piazza San Pietro. Questo momento di preparazione è stato un modo certamente per conoscerci, fare un po’ brainstorming sui temi e capire come dividere il lavoro tra noi. Io e Masha ci occuperemo di preparare uno dei workshop per la mattina. Masha, in questo contesto che ruolo ha per te la parola “Together”? La prima volta che ho sentito di vivere a pieno questo “insieme” è stato in Ungheria, durante il GenFest del 2012, un raduno che coinvolge i giovani dei Focolari ogni 5 anni. Un evento diverso da quello che organizziamo qui, ma ciò che non potrò mai dimenticare è quel mandato che ci è stato consegnato ad essere “ponti”.  Il ponte rappresenta qualcosa che unisce, capace di creare un legame tra noi, tra i nostri Paesi, le nostre Chiese, le nostre differenze, e più saremo uniti più questo ponte sarà incrollabile. Penso che questo essere “insieme” sia una necessità, soprattutto per me, per il mio Paese. Io sono fortunata perché ho avuto la gioia di ricevere questo mandato, ma è necessario farsi testimonianza, diventare davvero ponti e questa veglia può essere una bellissima occasione. Damian, secondo te qual è il punto di partenza per stabilire un vero rapporto di comunione? Il punto di partenza è incontrare davvero l’altro, mettere al centro la persona, conoscersi e chiedersi “come stai?”. Bisogna crearlo quel rapporto. Si, è vero, siamo diversi, ci sono differenze tra le varie Chiese, tra le confessioni, tra le religioni ma anche tra le persone, in generale. Prima di trovare soluzioni o fare grandi discorsi ciò che è importante è l’ascolto. Io, cattolico, e Masha, ortodossa, lo stiamo sperimentando già nella condivisione di questo lavoro e anche durante i pranzi e le cene di questi giorni di preparazione, è stato bello incontrarsi con gli altri in un momento di convivialità, senza troppe pretese, con tanta semplicità. Anche Papa Francesco, nell’accoglierci in udienza privata e ringraziandoci per la nostra disponibilità, ha più volte usato la parola “sinodalità”. È questo il cammino del popolo di Dio: camminiamo, apriamo il nostro cuore, i nostri orecchi per ascoltare, i nostri occhi per vedere e per procedere man mano insieme.

Maria Grazia Berretta

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Vangelo Vissuto: “Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità” (Ef 5, 8-9)

La Parola di Dio, incarnata, vissuta concretamente e nel nostro tempo, ci dà la possibilità di fare della nostra vita una fonte di luce capace di illuminare ogni tenebra, portando il nostro contributo in ogni nostra attività. Uno sguardo nuovo sulle cose che traccia un sentiero di speranza per noi e per chi ci sta accanto. Una pace che porta luce Tutto cominciò quando mio figlio ebbe i primi sintomi della Sla. Come madre mi ero sempre spesa per i figli e anche per i nipoti, ma non poter far niente per arginare un male così subdolo fu terribile. Un giorno ero in chiesa e piangevo. Sull’altare maggiore le sculture della crocifissione con Giovanni, la Maddalena e Maria ai piedi di Gesù fermarono il mio sguardo. Immaginando cosa provasse Maria davanti al Figlio così ridotto, mi vidi come lei, impotente e schiacciata dal dolore. Non ebbi la forza di pregare ma rimasi lì a contemplare, a pensare… e una pace insolita mi rasserenò. Da quel giorno, ogni volta che l’angoscia mi stringe il cuore, torno lì e sembra che Maria mi ripeta: “Stai con me, accogli il mistero e partecipa con me alla Redenzione”. La pace che traggo dalla sua vicinanza cerco di donarla in famiglia. Una mattina in cui mio figlio, alzandosi, si accorse di nuovi limiti, mi telefonò per dirmi: “Mamma, non so cosa sarà domani, ma sostenuto dalla tua forza sento di poter ringraziare Dio di tutto ciò che mi ha dato”. Fu per me un balsamo. (T.F. – Italia) Le redini del futuro Una rimpatriata tra ex allievi, cinquant’anni dopo la maturità. Capelli bianchi o perduti, bastone, malattie, delusioni… ma anche tanta gioia di ritrovarsi. È stato inevitabile ricordare quelli di noi passati all’altra vita. Poi i discorsi hanno toccato speranze e progetti, i giovani, i figli… e qui il punctum dolens da cui scaturiva la stessa grave domanda: “Dove abbiamo sbagliato? Quale futuro abbiamo costruito?”. Uno del gruppo, che aveva consacrato la sua vita a servizio dei poveri, parlando delle varie solitudini incontrate, si è detto convinto che in questo mondo malato, come dice papa Francesco, i giovani sono a rischio perché respirano aria di indifferenza e non si rendono più conto della realtà. E concludeva: “Tocca a noi prendere in mano le redini del futuro”. Ci siamo lasciati con la sensazione (ce lo siamo poi detto) che quell’incontro ci aveva svelato un nuovo obbligo, un compito, secondo le condizioni e le possibilità di ciascuno. Quanto a me, mi sono impegnato a comunicare ai miei nipoti quello che i loro stessi genitori non riescono a trasmettere. (L.A. – Spagna)

A cura di Maria Grazia Berretta

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno IX – n.1- marzo-aprile 2023) (altro…)