Giu 24, 2017 | Focolari nel Mondo
Termina oggi, 24 giugno, il Ramadan, il periodo di 29 o 30 giorni durante il quale i fedeli musulmani ricordano «il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza» (Corano, Sura II, verso 185). Durante tale periodo, il digiuno dall’alba al tramonto costituisce il quarto dei cinque pilastri dell’Islam. Il significato spirituale del digiuno unito alla preghiera e alla meditazione, dell’astinenza sessuale e della rinuncia in generale, secondo molti teologi, si riferisce alla capacità dell’uomo di autodisciplinarsi, di esercitare la pazienza e l’umiltà e di ricordare l’aiuto ai più bisognosi e a coloro che sono meno fortunati. Il Ramadan è dunque una sorta di esercizio di purezza contro tutte le passioni mondane, i cui benefici ricadono sul fedele tutto l’anno. (altro…)
Giu 24, 2017 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Siamo arrivati al Dharma Drum ieri sera all’imbrunire accolti con squisita gentilezza da giovani volontari che ci hanno immediatamente aiutati a sistemarci e trovare sia le nostre chiavi e documenti che le nostre stanze. Poi subito la cena ed i saluti. Accoglienza davvero squisita. Stamattina è iniziato il simposio come lo si era prospettato nella visita fatta con alcuni dirigenti dei Focolari nel febbraio dello scorso anno. La sala del convegno è moderna ed elegante, ma assolutamente lontana da ogni ostentatezza. Tutta la costruzione che ospita il College of Liberal Arts è moderno, costruito da un architetto giapponese e con giardini pensili per assicurare un clima piacevole anche durante la stagione calda ed umida, anche se qui l’umidità pare essere sovrana in ogni momento dell’anno. Il cibo che ci offrono, assolutamente vegetariano, è di grande livello culinario, ma soprattutto è l’espressione di sentimento di accoglienza delicata ed attenta che ci fa sentire a casa anche se in un ambiente che non era conosciuto fino a anche ora fa.
Alle ore 10 ha avuto inizio la cerimonia di apertura. E’ uno dei membri del corpo insegnante, Guohuei Shih che presenta i vari relatori. Rita Moussalem e Roberto Catalano, co-direttori del Centro per il dialogo interreligioso dei Focolari, sono i primi a parlare subito dopo i saluti portati dall’Incaricato di Affari del Vaticano, padre Giuseppe Silvestrini. Siamo una settantina provenienti dagli USA, Europa, Thailandia, Corea, Giappone, Filippine, Cina e, ovviamente, da Taiwan. Siamo cattolici e buddhisti di diverse tradizioni. Ci sono monaci e laici theravada dalla Thailandia, Buddhisti giapponesi mahayana in rappresentanza di diverse scuole antiche come la Nichiren-Shu, la Tendai-Shu e anche di movimenti recenti come la Rissho Kosei-kai. Si avverte molto calore fra tutti, un rapporto consolidato negli anni con alcuni, ormai piuttosto anziani, che sono venuti con alcuni giovani seguaci. Subito dopo la cerimonia di apertura inizia il giro del grande complesso che porta i vari gruppi – i partecipanti sono divisi per lingua – in diverse parti del Dharma Drum Mountain. Molto significativa nella mattina la visita al museo del Master Sheng Yen, fondatore del Dharma Drum e riformatore del buddhismo Chan. Al pomeriggio si continua vedendo le varie sale dove varie immagini molto significative dei Buddha vengono onorate. Particolarmente interessante è la lezione su come qui si venera l’Illuminato. I monaci Theravada umilmente imparano da giovani monaci della stessa tradizione che stanno studiando in questa università.
Ma il momento più bello della giornata è senza dubbio il cosiddetto periodo della Blessing. Si tratta di un lungo momento di preghiera dove ognuno prega secondo la propria tradizione senza la minima tendenza a confusioni e sincretismi: solennità, rispetto e silenzio, caratterizzano questa fase del programma. Nella sala del Buddha, dove con i cristiani stamattina abbiamo celebrato la messa, trascorriamo un’ora e mezza con varie preghiere che si susseguono, secondo le varie tradizioni. Iniziano i monaci theravada e proseguono i cristiani. A seguire, ci sono i membri della Rissho Kosei-kai e quelli della Tendai Shu per arrivare ai monaci del Fo Gu Shan. Il tempo sembra non passare e, man mano che trascorre, si avverte in cuore una grande ricchezza. Da un lato, sembra di toccare con mano l’anelito dell’uomo all’infinito e, dall’altra, la necessità di ogni uomo o donna di arrivare all’assoluto soprattutto di fronte ai grandi problemi del dolore e della guerra. Usciamo e ci sentiamo molto più vicini gli uni agli altri eppure, forse, è stato il momento del programma di questi giorni dove sono venute maggiormente in evidenza le differenze. Ciò che fa la differenza è lo spirito di comunione e, dunque, di rispetto reciproco che ci avvicina in ogni azione ed espressione del programma». Nei giorni successivi, i lavori fra buddhisti e cristiani sono continuati in un crescendo di conoscenza reciproca e di rapporti di amicizia e vera fraternità. Si è parlato di sofferenza con sette interventi che hanno presentato la dimensione personale e sociale della sofferenza e che sono stati presentati da cristiani, buddhisti theravada della Thailandia e da Mahayana – questi di diverse tendenze, la Rissho Kosei-kai, la Tendai-shu ed il Buddhismo Won della Corea. Non sono mancati workshop dove alcuni relatori hanno potuto presentare in simultanea contenuti riguardo a religione e psicologia, dialogo e attività sociali, esperienze di dialogo in diversi contesti e meditazione e dialogo con particolare riferimento alla meditazione vipassana. Alla conclusione della giornata, poi, tre esperti hanno concluso con alcune riflessioni sui contenuti emersi nel corso dei lavori.
Al di là di tutto questo, tuttavia, è stata l’atmosfera che si è creata che ha caratterizzato questo momento del convegno. Lo stesso preside del D.I.L.A. (Dharma Institute of Liberal Arts) il Rev. Huimin Bikshu, ha confidato che è il primo incontro di questo tipo presso questa università. Infatti, il clima di amicizia e fraternità vera ha creato rapporti nuovi e rinsaldato quelli iniziati in passato. Oltre ai partecipanti iscritti al simposio se ne sono aggiunti alcuni fra le monache ed alcuni monaci del Dharma Drum Monastery e gli studenti del College. Per un totale di una novantina di presenze. La giornata è stata caratterizzata da grande impegno non solo spirituale ma anche esistenziale. Il dialogo, soprattutto quello svoltosi in sala, ha permesso di mettere in evidenza vari aspetti che sono comuni sia pure nella grande differenza esistente fra le due tradizioni. Non si può non essere grati a quanti hanno lavorato per questo momento, sia fra i cristiani che fra i buddhisti. Sono esperienze che lanciano ponti di dialogo, come ha affermato il Rev. Nisyoka della Tendai-shu giapponese, e fanno sperare in un mondo difficile e sempre più polarizzato come quello in cui oggi viviamo. La conclusione dei lavori del Simposio si sono svolti poi nel pomeriggio organizzato dalla Providence University, una istituzione accademica privata che ha sede nella città di Thien Chu. Qui si è parlato di economia, ambiente e dialogo fra le religioni. I risultati di questa settimana di esperienza comune, di riflessione e di amicizia spirituale sono difficili da esprimere e quantificare. Fanno parte dell’intimo di ciascuno dei partecipanti. Mi pare che quanto espresso da un giovane monaco giapponese, abate di uno dei templi di riferimento nel suo Paese, possa esprimere bene la profondità dell’esperienza vissuta. «Raramente nella vita ho avvertito la presenza intima di Dio-Buddha come è stato nei giorni del nostro simposio a Taiwan. […] Ho studiato in scuole cristiane ed ho sempre pensato che il cristianesimo fosse una religione che si svolge nella chiesa (nel senso di riti e funzione religiose). Durante il simposio a Taiwan ho capito che il cristianesimo, invece è la religione della presenza di Dio fra gli uomini». Da Roberto Catalano Leggi la prima parte (altro…)
Giu 23, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Las parteras de Egipto
es el último volumen de Luigino Bruni publicado por Ciudad Nueva. El contenido de este libro se basa en los editoriales publicados por Bruni (@bruniluis) en el periódico italiano Avvenire entre el 10 de agosto y el 28 de diciembre de 2014. Leer las primeras páginas. Reseña de Antonio Aradillas en Periodista Digital: “Respuestas de luz, esperanza y salvación en una variedad de temas” A la cultura, a las civilizaciones, a las relaciones humanas y aún “divinas”, a la política, a la religión católica, apostólica y romana, -y demás religiones-, les faltan en la actualidad buenas y sanas dosis de Biblia. La Biblia- la Sagrada Escritura-, es, y será sempiternamente, “palabra de Dios” y, por tanto, certera respuesta a cuantos problemas y vicisitudes definan a los seres humanos en su condición de peregrinaje “por estos mundos de Dios”. Pero que conste con claridad y firmeza, que para ello, las interpretaciones que se ofrezcan a todas y a cada una de las de las palabras bíblicas, en la riqueza de sus situaciones y paisajes, habrán de estar exentas de intereses personales o de grupos, efectuadas desde la transparencia, humildad y humanidad, y en permanente actitud de servicio al prójimo, a la vez que de fidelidad al sentido y contenido que se dicen sagrados y de adoración a la divinidad. Sirva esta elemental reflexión de alabanza para la editorial Ciudad Nueva -CN-, empeñada precisamente en su colección Biblia y temas de hoy, en acercar la palabra de Dios a los problemas humanos, con acierto, oportunidad y largueza. Y es en esta colección en la que acaba de integrarse el título del libro Las parteras de Egipto. Libertad, trabajo y gratuidad en el Éxodo, cuyo autor es Luigino Bruni, profesor en la Universidad Lumsa de Roma, en la que imparte su docencia relacionada con la Economía civil y ética económica, coordinador a la vez del proyecto seriamente cristiano de Economía y Comunión.
El libro, con sus fácilmente legibles 176 páginas, es denso. Muy denso. No se puede leer de un tirón o en una “sentada”. La disposición de meditación-oración ha de exigírseles a sus hipotéticos lectores, atentos, por supuesto, a cuanto es, ofrece y necesita hoy la vida, con posibilidades seguras de encontrar en el sagrado Éxodo, en este caso, respuestas de luz, esperanza y salvación en la variedad de temas y problemas. A título de ejemplo, parte importante del libro está resumida de esta manera: “El Éxodo se abre bajo el signo de las mujeres que salvan la vida. La madre de Moisés, desobedece la orden de arrojar a su hijo al Nilo, lo esconde y, cuando no puede ocultarlo por más tiempo, lo deposita en un cesto de papiro, que entrega a las aguas del río. Otra mujer, la hija del faraón, encuentra el cesto flotando en las aguas y se compadece del niño”. No es casual que el pueblo hebreo -pueblo nómada de partos difíciles den tiendas portátiles-, haya puesto en el origen de su gran historia de liberación a dos parteras de Egipto -Sifrá y Puá- de las que sabemos poco. Ciertamente fueron las primeras objetoras de conciencia: “Las parteras temían a Dios y no hicieron lo que había mandado el rey de Egipto, sino que dejaban con vida a los niños”. En su gesto resuena el mito griego de Antígona, que desobedece al rey para obedecer la ley más profunda de la vida. “El libro del Éxodo es un gran ejercicio espiritual y ético no solo para quienes comienzan la liberación, sino para todos los que deben resistir en el largo camino, después de salir de Egipto. El Dios bíblico es el Dios del tiempo, que nos llama a salir y a caminar por los desiertos hacia una promesa que siempre está más allá de los límites de nuestras certezas y nuestros miedos”. Las “leyes sabáticas” del Éxodo son de comprometida y providencial actualidad para la salvación de la ecología, es decir, de la vida propia y ajena, aplicable a diversidad de ocasiones: “En el Éxodo, junto con el maná, llega un mandamiento: ‘Que nadie guarde nada para el día siguiente…’ No hay nada como el maná para expresar la gratuidad: viene del cielo, no está vinculado a ningún mérito nuestro… Cada vez que alguien muere, porque no tiene poder adquisitivo para el pan y otros bienes primarios de la existencia, estamos renegando de la ley fundamental del maná. No nos falta pan; lo que nos falta, y cada vez más, es respetar la ley del maná. Además, el maná no se puede acumular, no de puede convertir en objeto de comercio: la gratuidad – maná solo vive, mientras que siga siendo gratuidad…”
Giu 23, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo
115 parlamentari della Interparliamentary Assembly on Orthodoxy (I.A.O.) partecipano alla loro 24ª Assemblea generale, ospiti il 26 e 27 giugno 2017 del Parlamento italiano a Montecitorio. Provengono dai Parlamenti di 46 paesi dei 5 continenti. Particolarmente consistenti le delegazioni di Cipro, Georgia, Grecia, Kazakistan, Federazione Russa, Siria e Ungheria. Hanno voluto far precedere l’inizio dei lavori da una visita, domenica 25 giugno, al Monastero Bizantino di San Nilo a Grottaferrata (Roma), e da un incontro del Bureau Internazionale della I.A.O. con Maria Voce, presidente dei Focolari, al Centro internazionale di Rocca di Papa (Roma). Leggi il comunicato stampa (altro…)
Giu 23, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Österreich. Zu einem offenen Fest am 2. September heißt das „Dialog Hotel Wien Am Spiegeln“ 4 Nachbarn und Neugierige willkommen. Grillen im Garten, Live-Musik, Spiele für Kinder, eine Tombola und die Vorstellung von „G’schäftl’n“ aus der Umgebung stehen von 15 bis 21 Uhr auf dem Programm. „Damit uns Fremde nicht fremd bleiben“, heißt es auf der Webseite des von der Fokolar-Bewegung geführten Hauses. www.amspiegeln.at Veranstaltungsorte: 1[:]
Giu 23, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]DEUTSCHLAND. „On the other side“ heißt das Konzert der internationalen Band „Gen Verde“ mit Sitz in Loppiano bei Florenz. Die 22 Musikerinnen sind mit verschiedenen Stilen von Pop, K-Pop, Rock, Reggae, Latin und World Music am 9. September um 19 Uhr im niedersächsischen Stadthagen auf dem Marktplatz zu Gast (Eintritt frei). Gen Verde erleben kann man auch am 20. September in Duderstadt (Sporthalle der BBS) und am 24. in Mannheim (Capitol). Jeweils um 19 Uhr stehen sie dann zusammen mit 170 Schülerinnen und Schülern bzw. 50 Mädchen und Frauen aus Flüchtlingseinrichtungen im Rahmen ihres Workshop-Projekts „Start Now“ auf der Bühne. In Vorbereitung sind auch Auftritte am 13. September in Dortmund und am 15. in Köln. www.genverde.it/tours[:]
Giu 23, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Gemeinschaft erleben und sich erholen können Seniorinnen und Senioren vom 3. bis 8. September in Ottmaring bei Augsburg. In diesen Tagen ist Zeit für Ausflüge, Besichtigungen, Spiele, kreatives Gestalten, Gesang, Gespräche, Gottesdienste und alles, was sich aus dem Miteinander der Teilnehmer ergibt. Kosten: EZ 370 €, DZ 325 € (ohne Eintrittsgelder, Fahrt- und Materialkosten). Anmeldung bis 31. Juli: Verena Beck, Ulrichstr. 28, 86551 Aichach, 08251 1509[:]
Giu 23, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Im Zusammenspiel von Arbeit, Partnerschaft und Familie können Herausforderungen leicht zu Stress werden. Das Ziel: die Auswirkungen von Stress auf sich und die Beziehung erkennen, Kraftquellen nutzen lernen, im Austausch Stärkung und Unterstützung erfahren. Anita & Res Berger, 062 8917947, family@diebergers.net, Anmeldung bis 25.10.: www.zentrum-eckstein.ch/veranstaltungen[:]
Giu 23, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]SCHWEIZ. Was bedeutet das Leben und Wirken von Klaus von der Flüe für uns persönlich, für unsere Kirchen, Gemeinschaften, unser Miteinander? Dieser Frage gehen die im Netzwerk „Miteinander für Europa“ verbundenen geistlichen Bewegungen, Gemeinschaften und Kommunitäten der Schweiz am 9. September nach. Von 10 bis 17 Uhr laden sie dazu an den zentralen Lebens- und Wirkungsort von Bruder Klaus ins Flüeli ein. Anmeldung und Auskunft: Sekretariat Miteinander, 044 3626783, info@miteinander-wie-sonst.ch[:]
Giu 23, 2017 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità

L’evento ha seguito una formula inedita scandita da tre momenti distinti, sia per luogo di svolgimento che per contesto religioso, rivelandosi una sorta di pellegrinaggio di dialogo inteso come un cammino comune, formula cara a papa Francesco che spesso, rivolgendosi a gruppi di diverse religioni, suggerisce di continuare a camminare insieme, sottolineando quanto entrambi i termini del binomio siano fondamentali per quel grande cantiere che è il dialogo interreligioso. La prima parte dell’evento si è svolta presso la Fu Jen University, prestigiosa università cattolica dell’isola stato. Il titolo – Buddhisti e Cristiani in dialogo: dagli scritti dei missionari al dialogo interreligioso – era di per sé invitante. Richiamava, infatti, come in realtà è avvenuto, una riflessione su quanto è cambiato il mondo delle religioni da quando i primi missionari arrivarono in Oriente a partire dal XV secolo fino ad oggi, quando si parla e si lavora a quello che ormai tutti definiscono uno dei bisogni fondamentali dell’umanità: il dialogo fra uomini e donne che credono, qualunque sia la loro fede.
La giornata di riflessione era co-organizzata, oltre che dall’università cattolica di Taiwan, anche dall’Istituto Universitario Sophia con il Centro del Dialogo Interreligioso del Movimento dei Focolari, e dal Dharma Drum Mountain, monastero e università di tradizione buddhista, che rappresenta uno dei centri di rinnovamento fondamentale nel panorama del Buddhismo Chan della Cina. Una settantina i partecipanti, presenza molto qualificata: un nutrito numero di monaci theravada e laici buddhisti e cattolici della Thailandia, un numeroso gruppo di Taiwan, il Presidente del Dharma Drum Institute for Liberal Arts, oltre che ad autorità in campo accademico sull’argomento proposto. I lavori si sono presentati subito di grande interesse. Le presentazioni che riguardavano gli scritti dei missionari si sono concentrate su quelli dei secoli fra il quattordicesimo ed il diciannovesimo. Ma, è necessario riconoscerlo, il centro nevralgico delle riflessioni è stato Matteo Ricci, gesuita, grande apostolo del cristianesimo in questa parte del mondo, ma soprattutto maestro di quell’arte dell’adattamento che ha permesso a lui e a pochissimi altri di arrivare all’anima di questi popoli della Cina. Eppure, proprio Ricci è stato al centro di interesse per la sua posizione tutt’altro che accomodante nei confronti del buddhismo, visto da lui e da molti suoi contemporanei, come una accozzaglia di riti e manifestazioni pagane. I missionari nei secoli che vanno dal XV al XX sono stati tutt’altro che aperti nei confronti dei seguaci di Buddha e, come si usava allora, nei pubblici dibattiti si sono sempre impegnati a dimostrare chi seguiva il vero Dio e la vera religione. E in quanto a questo non hanno mai avuto dubbi di chi fosse nella verità. I lavori, d’altra parte, hanno anche rivelato la posizione critica dei seguaci del Buddha nei confronti dei cristiani. Si è evidenziato come su questi punti si vivano e si nutrano sentimenti reciproci. I cristiani non erano visti senz’altro meglio dai buddhisti, in particolare dai monaci. Proprio questo sfondo storico, riguardo al quale anche noi cattolici non possiamo non negare la necessità di un adeguato esame di coscienza ed una recita altrettanto necessaria di un mea culpa per errori gravi dettati da atteggiamenti discriminatori, ha messo in evidenza il valore delle esperienze di questi ultimi 50 o 60 anni. Il dialogo, oggi, è senza dubbio ben avviato con rapporti di fiducia reciproca anche se con le necessarie prese di posizioni su punti che resta necessario chiarire ed eventualmente difendere per assicurare identità precise ed evitare inutili sincretismi che non servono a nessuno. Nel corso dei lavori si sono presentate esperienze concrete di dialogo a Hong Kong, in Corea, in Thailandia e nelle Filippine, ma anche proposto esempi di attori nuovi, come i movimenti ecclesiali, e di protagonisti che sono riconosciuti ormai come pionieri imprevisti di una esperienza di dialogo che ha poi seguito le piste da loro tracciate. L’esempio dell’amicizia spirituale fra Chiara Lubich e Nikkyo Niwano, fondatori, rispettivamente, del Movimento dei Focolari e della Rissho Kosei Kai, ha evidenziato come i movimenti di rinnovamento, che caratterizzano da circa un secolo le varie religioni, sia pure in modi diversi e caratteristici delle rispettive culture e credo, siano veicoli di incontro e amicizia fra persone e comunità. Proprio questi due sentimenti hanno caratterizzato i lavori della prima giornata del simposio-pellegrinaggio aprendo un confronto sereno sul cammino fatto in questi secoli, aprendo alla speranza di un futuro di reciproca condivisione e collaborazione per le grandi sfide dell’umanità: la giustizia sociale, l’ambiente e la pace (continua). Da Roberto Catalano (altro…)
Giu 22, 2017 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Mettersi in ascolto. È questo lo spirito con cui Gabriela Melo e Augusto Parody del Centro internazionale dei Focolari si sono messi in viaggio per visitare le numerose comunità del Movimento che punteggiano l’America latina. E che li ha spinti fino ad Esmeraldas, in Ecuador, sulla costa del Pacifico, area popolata per lo più da afro-ecuadoriani. Il limpido azzurro del cielo si confonde con quello del mare e fa rilucere come pietra preziosa il verdeggiare della vegetazione. Questo incantevole paesaggio cambia repentinamente non appena ci si addentra nell’abitato, e lascia il posto, specie nei quartieri più disagiati come Isla Bonita, Pampon, Puerto Limon, ad agglomerati di baracche di bambù e lamiera. I bambini, a frotte, dalla mattina alla sera giocano sulla strada e sulla spiaggia, per ritrovarli adolescenti e giovani, se non si interviene in tempo, dediti alla droga, all’alcool, al “pandillerismo” (le famigerate scorrerie metropolitane delle gang). Q
ui ad Esmeraldas da oltre trent’anni la spiritualità dell’unità ha messo radici proprio fra la popolazione afro-ecuadoriana: famiglie, giovani, sacerdoti, bambini, che hanno accolto l’annuncio evangelico dell’amore scambievole facendolo diventare legge della loro vita. Un gettito di spiritualità che ha acceso nuova speranza mettendo in moto nuove idee ed energie. È ciò che è avvenuto attorno a don Silvino Mina, anch’egli uno di loro, che attraverso il gruppo Ayuda formatosi nella sua parrocchia, ha potuto andare incontro ai casi più urgenti di bambini e ragazzi di strada. Da qui l’esigenza di dare consistenza a questi aiuti, facendosi portavoce anche presso le Istituzioni. È nata così la Fundación Amiga (1992) e con essa una scuola per ragazzi a rischio, con la finalità di rendere più degna la loro vita e aiutarli, mediante adeguati programmi educativi, ad affrontare il futuro. Facendo leva sul loro grande talento sportivo (Esmeraldas è infatti conosciuta come la culla degli sportivi ecuadoriani), hanno iniziato con una scuola di calcio, seguita da laboratori artigianali gestiti dagli stessi giovani che vagavano per le strade. «Oggi la scuola accoglie 1.700 bambini e ragazzi dai 3 ai 19 anni – spiega don Silvino – con un progetto educativo di formazione globale, dove si cerca di vivere quello che si impara, coinvolgendo tutta la comunità educante: allievi, docenti e genitori. A tutti i ragazzi, ogni giorno viene offerto un pasto sostanzioso, che per tanti è l’unico che possono permettersi; vaccinazioni e cure mediche; educazione alla salute e prevenzione dell’Aids. Curiamo anche la conoscenza della cultura e delle tradizioni afro. E non solo».
L’Ecuador, infatti, è un crocevia di culture millenarie (Quito è stata una delle due antiche capitali degli Inca), dove si parlano diverse lingue amerinde (il Quechua, lo Shuar, lo Tsafiki ed altre). Lo sforzo del governo è proprio quello di recuperare comunità, culture e forme di religiosità locali, per aprire con e fra di esse un dialogo che valorizzi le loro diversità in un’arricchente esperienza di intercultura. Termine questo che nella nuova Costituzione, approvata nel 2008, appare ben undici volte. «E se a questa esigenza socio-politica – osservano Gabriela e Augusto – si aggiunge, come sta avvenendo ad Esmeraldas, l’impegno a vivere il Vangelo, si costruiscono comunità dove trovano spazio e dignità le diverse componenti etniche, linguistiche e religiose, innescando nel quotidiano un processo di integrazione che si allarga a macchia d’olio. Processo che va a tutto vantaggio di quel grande laboratorio di intercultura che è l’Ecuador, Paese che può davvero offrire al mondo un modello imitabile e sostenibile di incontro e di convivenza». (altro…)
Giu 21, 2017 | Focolari nel Mondo
Il Convegno che si svolgerà a Zwochau è promosso dal Centro “Uno” e Begegnungszentrum Zwochau, centri del Movimento dei Focolari. Il programma prevede non solo seminari ma anche alcune visite alle città di Wittenberg, Wartburg, Erfurt e Leipzig, luoghi importanti nella vita di Lutero e di grande significato per la Chiesa luterana. Il Seminario si svolgerà nelle lingue italiana e tedesca. Invito
Giu 21, 2017 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«Anche se non lo si dice ufficialmente, anche qui da noi si sta combattendo la “terza guerra mondiale a pezzi”. Il governo di transizione sta cercando di riedificare quanto la recente guerra civile ha demolito ma deve misurarsi con le tante tensioni che spesso sfociano in lotte fratricide». Martial Agoua è un prete cattolico della Repubblica Centrafricana, un Paese a prevalenza cristiana, con il 15% di musulmani. In assenza di un organo di difesa nazionale, l’ONU ha inviato i caschi blu (forza Munisca) di alcuni contingenti esteri, ma gli interessi in ballo sono tanti. Anche perché il perpetrarsi della guerriglia paradossalmente fa da copertura ad accaparratori stranieri, avidi delle preziose risorse minerarie del Paese. Vige così la caccia al nemico, che spesso viene fatalmente identificato nella tribù che sta di fronte, o nel villaggio che pratica un’altra religione. È cronaca recente di un vescovo cattolico, mons. Juan José Aguirre Muñoz che ha aperto la sua parrocchia a Tokoyo per ospitare 2000 musulmani che erano sotto attacco degli anti-Balaka, chiamati anche milizie cristiane, originariamente sorte come gruppi di autodifesa delle bande islamiche Seleka, ma che ultimamente sono spesso diventate formazioni terroristiche. E che non fanno differenza tra i gruppi violenti che avevano acceso la rivolta e i civili musulmani, gente pacifica di commercianti o di peuls (mandriani nomadi). «La mia parrocchia – racconta don Martial –, intitolata alla Sacra Famiglia, è a Sibut, il capoluogo della regione Kemo Inbingu. Qui a Sibut recentemente ha avuto luogo una riunione di tutte le autorità: dal prefetto al sindaco, dai capi dei quartieri alla forza Munisca del contingente burundese, dagli ex-Seleka agli anti-Balaka. Ad un certo punto il capo degli anti-Balaka ha preso la parola per dire ad alta voce che i pastori delle varie chiese, i sacerdoti, religiosi e religiose, non devono più parlare di questioni sociali nelle chiese. Tutti si sono intimoriti e nessuno ha osato contraddirlo. Anch’io in quel momento non sono intervenuto, ma quella minaccia non ha fermato il mio impegno cristiano. Dalla spiritualità dei Focolari ho imparato che si deve amare tutti, che bisogna avere a cuore i diritti di tutti. E mi sono detto: se devo scegliere da che parte stare, sempre sceglierò di stare vicino al più debole, al più indifeso». Due giorni dopo i peuls (chiamati anche Mbororo), sono stati attaccati dagli anti-Balaka nella foresta dove pascolavano i loro bovini, a 18 chilometri sull’asse di Bangui. Quattro uomini sono stati uccisi e sette, tra donne e bambini, feriti. La Munisca ha portato i feriti all’ospedale centrale di Sibut, ma per due giorni essi non hanno ricevuto né cure, né cibo. Tutti avevano paura di avvicinarli e assisterli, comprese le Ong e i servizi umanitari. «Quando sono venuto a conoscenza della situazione – spiega il sacerdote– , mi sono fatto coraggio e sono andato dal capo degli anti-Balaka per chiedergli di accompagnarmi all’ospedale. Vedendo quei feriti musulmani, lasciati a loro stessi in una sala dall’odore insopportabile e in condizioni pietose, sia lui che io ci siamo commossi. Sono corso da alcune famiglie cristiane che abitano vicino all’ospedale per chiedere acqua da bere e per lavarli, e anche del cibo per loro. Ho poi ottenuto dal direttore della Caritas diocesana un mezzo di trasporto che li portasse a Bangui a 200 Km di distanza. Grazie a Dio in tre settimane tutti si sono rimessi in salute e la Caritas li ha potuti riportare sani e salvi dai loro cari». Abbé Martial Agoua – Sibut (R.C.A.) (altro…)
Giu 20, 2017 | Focolari nel Mondo
Ormai alla sua V edizione, si svolge a Montefalcone Appennino, nelle Marche, una delle regioni Italiane che quest’anno ha subito il forte terremoto dell’ottobre scorso e mantiene i forti segni della distruzione. Organizzato da Clartè e Dialoghi in Architettura vede coinvolte diverse discipline: la musica, il cinema, la letteratura, l’architettura. Il tema di quest’anno è : “L’Opera e il limite” Sia essa opera musicale o cinematografica, letteraria o architettonica. Scavare all’interno di questo termine permetterà di fare di quella linea che è il limite uno spazio di possibilità di riflessione. Locandina informazioni e iscrizioni segr.architettura@focolare.org
Giu 20, 2017 | Focolari nel Mondo
L’edizione 2017 ha come tema “Abitare la memoria – Andare innovando”. Un tema molto attuale che riguarda le città, i paesaggi, i territori. Tappe a Firenze, Valle del Chianti e Siena, Pescara, Ravello e Costiera Amalfitana, Pompei, Roma, L’Aquila e Amatrice, Montefalcone Appennino. Vogliamo scoprire come e perché la bellezza si fonda nel limite, nascendo da situazioni difficili e instabili e come l’innovazione è parte integrante della tutela e della conservazione della memoria.
Informazioni e iscrizioni: segr.architettura@focolare.org
Giu 20, 2017 | Focolari nel Mondo
Negli USA ad Hyde Park la prima Summer School precede il consueto incontro annuale dell’Associazione Edc Nord Americana (che comprende oltre agli USA anche il Canada) al quale si uniranno anche rappresentanti dal Messico, costituendo un evento complessivo che avrà
come titolo: “Costruire un’Economia di Comunione. Una nuova visione per l’economia ed il business” (Building an Economy of Communion. A new vision for the Economy and Business). A Fontem in Camerun, in 56 parteciperanno all’ EoC Start up Lab 2017: 28 progetti imprenditoriali saranno protagonisti del laboratorio di incubazione di Economia di Comunione, nel continente africano per la prima volta. Per sapere di più: Edc-online
Giu 20, 2017 | Focolari nel Mondo
20 giugno. Papa Francesco in visita a due paesi italiani: Bozzolo (Mantova) e Barbiana (Firenze). «Per rendere omaggio a don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, i due sacerdoti che oggi ci offrono un messaggio di cui abbiamo tanto bisogno. Anche in questo caso ringrazio quanti, specialmente sacerdoti, mi accompagneranno con la loro preghiera», ha detto il Papa all’Angelus di domenica 18 giugno. La visita in forma privata alle tombe dei due sacerdoti, sarà un gesto molto significativo verso questi uomini scomodi per il loro tempo e quindi emarginati. Precursori del Concilio Vaticano II, anticipatori della Chiesa dei poveri, sono stati indicati da Francesco come esempi da seguire. https://youtu.be/IWrf9yUJ32I (altro…)
Giu 20, 2017 | Focolari nel Mondo
Ogni anno si celebra il 20 giugno questa Giornata indetta dall’ONU (UNHCR) nel 2000, in occasione del 50° anniversario della Convenzione relativa allo status dei rifugiati. L’appuntamento ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla condizione dei migranti. Si tratta di milioni di persone costrette a fuggire da guerre e violenza, lasciando i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che era parte della loro vita. Dietro ognuno di loro ci sono storie che meritano di essere ascoltate, intrise di sofferenza, umiliazioni e il desiderio di ricostruirsi un futuro. Nel rapporto Projected Global Resettlement Needs 2017, si afferma che nel 2017 il numero previsto di persone bisognose di reinsediamento sarà di 1,19 milioni, il 72% in più rispetto al 2014. È questa una delle soluzioni migliori per i rifugiati, insieme all’integrazione nella società di accoglienza e al rimpatrio volontario. (altro…)
Giu 20, 2017 | Centro internazionale
Con Alessandro De Carolis, giornalista di Radio Vaticana, in qualità di moderatore, hanno dialogato con l’autore don Julián Carrón (presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione) e Maria Grazia Vergari (vice presidente del settore adulti di Azione Cattolica). La giornalista Giorgia Bresciani di “Radio InBlu”, ha intervistato Jesús Morán il 30 maggio. Ecco alcuni stralci: G. B. – La presentazione del suo libro è stata l’occasione per vivere un momento di dialogo e fraternità tra movimenti ecclesiali. Nella Pentecoste del 1998, Giovanni Paolo II e l’allora cardinale Ratzinger vollero un cammino di comunione tra i movimenti. Le chiedo di aiutarci a capire cosa è accaduto quel giorno e a che punto siamo di quel cammino. J. M. – Penso che la giornata del 29 maggio è stata proprio benedetta dallo Spirito Santo, una grazia per noi. Ricordo molto bene la Festa di Pentecoste del 1998: penso sia stata la più bella della mia vita. Mi sembrava che si attualizzasse la prima Pentecoste, per la presenza di tante persone, per la giornata, che era bellissima! Arrivavo dal Cile, dove allora abitavo. Effettivamente è stato un momento storico, un evento ecclesiale, perché, per la prima volta, i nuovi movimenti erano radunati in piazza San Pietro tutti insieme. Un incontro fondamentale tra il Carisma di Pietro ed i carismi suscitati dallo Spirito Santo in questo tempo. È stato uscire a vita pubblica, dare visibilità ai carismi ecclesiali, un momento di “riconoscimento” di questa realtà. Da allora il cammino è andato avanti, con momenti alterni. Questa esperienza si è estesa anche a livello ecumenico ed è nata “Insieme per l’Europa”. Ci siamo impegnati, quindi, nell’unità di tutti i cristiani. Ma ci sono stati tanti altri momenti di incontro tra i movimenti. In questi anni, però, sono scomparsi alcuni dei fondatori e questo, ovviamente, ha rallentato un po’ il cammino: la partenza di don Giussani, di Chiara Lubich ed altri, ovviamente ha avuto un influsso perché questa realtà di unità e di comunione dei movimenti è stata decisamente voluta da loro.
Un’occasione come quella del 29 maggio ci dice che dobbiamo continuare. Adesso, in una fase diversa, post-fondazionale; dobbiamo riprendere quella “profezia”. Ed il momento della presentazione del mio libro è andato in quella linea direzione. G.B. – Lei ha accennato alla scomparsa di alcuni fondatori. Proprio lei, Maria Voce, don Carrón, siete tra quelli che state vivendo il “dopo –fondazione”, la “seconda fase”, che è una fase delicata: il vostro è un compito complesso e appassionante. Alla luce di ciò che è emerso dal vostro confronto, cosa serve in questa fase ad un movimento ecclesiale? J.M. – Credo che la fase “post –fondazionale” è anche una fase carismatica. Ci sono delle grazie diverse da quelle vincolate alla fondazione, più nella prospettiva dell’incarnazione: la grande sfida è che il carisma, nella scia del fondatore, diventi sempre più “storia”. Quindi è una tappa di servizio alla Chiesa ed all’umanità. Ci vuole una maturità diversa. Dobbiamo lavorare più insieme, mettere in luce tutti i talenti personali e comunitari. Perché quando c’è il fondatore la luce del carisma è fortissima, lo “incarna” quasi da sola. Ora Dio ci chiede di mettere in moto la nostra intelligenza del carisma, le nostre forze. E dobbiamo farlo insieme! Questa è la grande sfida. È ciò che ho cercato di dire con quel concetto (già usato da Giovanni Paolo II) di “fedeltà creativa”: fedeltà al carisma e, al contempo, capacità di innovazione, di creatività, sempre frutto dello Spirito. Ed un inserimento maggiore nella Chiesa e nella società. Ascolta l’intervista integrale (altro…)
Giu 19, 2017 | Cultura
The world of GB & W is full of wonder, simplicity and humor. With loveable clown-like faces, these two pals discover and uncover some of life’s most valuable lessons. Available from New City Press (UK)
Giu 19, 2017 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Che tutti siano uno. Siamo nati per queste parole, per l’unità, per contribuire alla sua realizzazione nel mondo». Le parole di Chiara Lubich, commentate dal vescovo Felix Liam, Presidente della Conferenza Episcopale del Myanmar, il primo giorno dell’incontro dei Vescovi asiatici amici del Movimento dei Focolari (1- 4 giugno 2017), ben evidenziano lo scopo del convegno, svoltosi quest’anno a Yangon, nel Myanmar, Paese dell’Asia Sud-Orientale, sul versante occidentale dell’Indocina. Questi convegni, iniziati circa 40 anni fa su iniziativa di Chiara Lubich e di Klaus Hemmerle (1929-1994), allora vescovo di Aquisgrana (Germania), si svolgono ogni anno a livello internazionale, ecumenico e regionale. A Yangon, con una forte presenza dell’episcopato del Myanmar (19 vescovi), si respira un clima di famiglia e di reciproca accoglienza. Tra i 31 partecipanti un buon numero proviene dalle Filippine, dall’India, dalla Malesia e dalla Corea del Sud. Comunicando l’esperienza del suo incontro con la spiritualità dell’unità, il Card. Francis Xavier Kriengsak di Bangkok, moderatore dei vescovi amici dei Focolari, invita i vescovi a scoprire e ad approfondire uno dei punti fondamentali della spiritualità dell’unità: Gesù crocifisso e abbandonato. E di metterlo al centro della propria vita per essere strumenti di comunione nella Chiesa e nell’umanità. Di questo parlano le testimonianze di membri della comunità locale dei Focolari, che si è preparata per accogliere nel migliore dei modi i presuli. Ma anche le esperienze di alcuni vescovi, come quella dell’irlandese mons. Brendan Leahy, che vede nel mistero di Gesù abbandonato “il volto della misericordia, la chiave del dialogo e dell’unità e la via per una santità di popolo”. Viene presentata attraverso un PowerPoint la vita di mons. Klaus Hemmerle. Brevi video fanno vedere la sbalorditiva fecondità dell’amore all’Abbandonato anche nei contesti più “caldi”. Molto attuale il tema su “Evangelizzazione e Inculturazione nella Spiritualità dell’unità”, che suscita particolare interesse in una nazione a maggioranza buddhista.
La storia di Chiara Lubich e del Movimento da lei nato, insieme alle esperienze dei membri della comunità del posto, suscitano grande commozione. Il Cardinale Carlo Bo, arcivescovo di Yangon: «Sono stato molto colpito dal racconto della vita della fondatrice carismatica e profetica del vostro movimento. Più che mai la Chiesa ha bisogno di movimenti come il Focolare. Quando l’arroganza del potere divideva le persone per il colore e la razza, Chiara ha creato una comunione a livello mondiale, per la pace globale». Il Vescovo Matthias (Myanmar) commenta: «Di solito, quando si partecipa a incontri di vescovi, si ascoltano molte cose, ma sono a livello intellettuale. Qui invece si parla della vita e si vedono persone felici». E il Vescovo Isaac (Myanmar): «La vita di un vescovo non è facile, spesso noi stessi ci sentiamo abbandonati. Conoscendo Gesù Abbandonato avrò la forza e la luce per andare avanti». Dalla Corea, mons. Peter aggiunge: «È la prima volta che partecipo ad un incontro di vescovi. Sono felice di aver conosciuto e approfondito il mistero di Gesù abbandonato. Qui ho visto persone che cercano di amarlo in ogni difficoltà; persone che sono dietro le quinte, che cercano di servire tutti noi», in riferimento ai membri della comunità locale del Movimento. L’apertura al dialogo culturale e interreligioso assume i colori dorati della Pagoda di Shwedagon, la più importante e conosciuta della capitale. La visita di questo luogo sacro, in cui sono gelosamente custodite le reliquie dei quattro Buddha, sulla collina di Singuttara, ad ovest del Lago Reale, simboleggia il rispetto per l’anima buddhista e per la cultura del posto. In cima alla Pagoda, tempestata di pietre preziose, un anemoscopio a banderuola mostra la direzione del vento. Se sufficientemente sostenuto, lo sventolio è accompagnato dal suono di decine di campanelli. Verso dove soffi il vento i vescovi di Myanmar ne sono certi: in direzione dell’unità, verso una Chiesa sempre più “comunione”. (altro…)
Giu 19, 2017 | Cultura
Una nuova lettura delle profezie e dei segreti mariani Qual è il messaggio di Maria a Fatima per la vita spirituale del cristiano di oggi? Nel centenario delle apparizioni di Fatima (13 maggio 1917-2017) Benazzi affronta un tema che appartiene alla tradizione cristiana da sempre, quello dei “segreti” e delle “profezie”. L’Autore chiarisce il senso della profezia nella Bibbia, spiegando che segreti e profezie non parlano del futuro come di qualcosa da attendere, ma del presente dell’umanità e della fede; si tratta di un genere letterario che non svela “quel che accadrà”, ma che punta a dare un criterio di lettura su quello che sta accadendo. I segreti di Fatima e le profezie mariane non sono pertanto per i curiosi cercatori di notizie strabilianti, ma aprono alle domande più serie del credere; ci interrogano su cosa significa convertirsi; sul rapporto tra Chiesa e persecuzione; sulle questioni della violenza e delle guerre; sulle scelte di pace; su quale genere di umanità vogliamo essere di fronte alla proposta di Dio in Gesù Cristo. Natale Benazzi (1961), teologo e saggista, ha pubblicato diverse opere sulla storia della Chiesa. Da anni si dedica all’approfondimento di temi e figure della storia della spiritualità. Fa parte del Consiglio di amministrazione della Fondazione Sant’Ambrogio per la cultura della Diocesi di Milano. Per Città Nuova ha curato La vita comunitaria dei cristiani di Dietrich Bonhoeffer (2015); Nell’abisso del mondo. Diario e autobiografia di Gemma Galgani (2016); La vita in Cristo di Nicola Cabasilas (2017). Città Nuova Editrice
Giu 18, 2017 | Chiesa, Spiritualità
«Un pezzo di pane, in cui Gesù si trasforma per saziare la fame di tutti i cuori: questa è la biografia di Gesù ridotta all’osso. È la nostra: la via piccola del suo amore, amore forte nella debolezza». (da un articolo del maggio 1980) «Ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, ciò che avviene non è soltanto una piacevole comunione con gli altri in uno Spirito di Gesù inteso come semplice idea o sentimento; no, ogni volta che celebriamo l’Eucaristia viene abbattuta la barriera più radicale della realtà, la barriera della morte; ciò che vi avviene è dono, dono che realmente viene a noi; è prossimità – prossimità in cui le distanze reciproche, interiori ed esteriori, vengono annullate. Nell’Eucaristia non solo diventiamo un unico corpo gli uni con gli altri, ma diveniamo il Suo corpo per il mondo. A chi è davvero permeato dall’Eucaristia, questo mondo e questa società non possono restare indifferenti; egli ha in sé questa dinamica e la dynamis del Dio, che si offre, che si dona, che porta con l’umanità, come cosa a lui propria e intima, tutto ciò che l’umanità porta, tutto ciò che essa fa». (Da una conferenza del 31.8.1977) «Importante non è solo che abbiamo l’Eucaristia qui, nella nostra comunità. Serbiamo lo spirito di Gesù solo se e quando amiamo concretamente la comunità altrui come la nostra, se e quando le nostre comunità si aprono al di là delle barriere che le separano, e se al centro delle comunità vive il Signore». (Da un articolo del maggio 1979) Da “La luce dentro le cose”, Klaus Hemmerle, Città Nuova, Roma 1998, pagg. 190, 186, 187, 192. (altro…)
Giu 17, 2017 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Il mio percorso comincia l’ultimo giorno del calendario ruandese in cui si ricorda il massacro avvenuto nel 1994. So che Gesù abbandonato può dare un senso a tutte le sofferenze umane, specialmente a quelle che lasciano profonde ferite nel cuore. Avverto un forte legame tra il sacrificio di Gesù e quello sofferto dal popolo ruandese. Sotto la guida di don Telesphore, sacerdote del posto, conosco la capitale Kigali, nota per la sua pulizia. I segni dello sviluppo economico, però, si vedono soprattutto in centro città, che sembra una capitale europea. Ma non lontano dai moderni palazzi c’è la gente comune, legata all’agricoltura, e che si sposta per vendere i loro prodotti al mercato: frutta, verdure, galline … A causa della pelle chiara e alto come sono, la mia presenza non passa inosservata. Spesso scopro sguardi sorpresi, ma basta un gesto di saluto, «muraho», o un sorriso, ed il ghiaccio si rompe con un bel sorriso come risposta. Le visite alle principali città del Paese le facciamo in macchina. Ogni tanto ci fermiamo per offrire un passaggio a qualcuno. Tra le tante persone a cui diamo un passaggio, mi colpisce una giovane di circa 20 anni. Dietro il suo bel sorriso c’è una dolorosa storia. Don Telesphore mi racconta che i suoi genitori sono stati uccisi nel genocidio degli anni ’90. Lei si recava a pregare presso la loro tomba. Da bambina, assieme a suo fratellino, venivano da don Telesphore. Lì hanno trovato una famiglia che li riempie d’amore. E come loro, incontro tante situazioni simili. Il sabato l’abbiamo trascorso nel seminario teologico che accoglie seminaristi di tutto il Paese: circa 130. Nella messa, intrisa dalla cultura ruandese, rimango molto colpito dall’azione della Grazia dopo la comunione, con canti che coinvolgono tutto il corpo. È una specie di ritmo sacro, non sincronizzato tra tutti, ma incredibilmente armonico. Scuola Gen’s. In uno dei seminari facciamo una “scuola” per i seminaristi che vogliono conoscere la spiritualità dell’unità. Don Telesphore chiarisce dall’inizio che “questa scuola non si fa con i libri, ma con la vita” e che “siamo qui per costruire l’unità voluta da Gesù attraverso il nostro amore reciproco”. Durante l’incontro, infatti, l’amore evangelico si sentiva in modo molto concreto tra tutti. Dopo la partita di basket, infatti, chiedo: “Chi ha vinto?”. La risposta: “Tutti”. Dove regna l’amore la competizione diventa una buona occasione per vivere il Vangelo. Approfondiamo il punto della spiritualità dell’unità che tocca il mistero di Gesù abbandonato. Ci colpiscono la testimonianza di due sacerdoti, uno del Ruanda e l’altro del Burundi, paesi carichi di incomprensioni vicendevoli. Ma le differenze, per l’amore a Gesù nel suo abbandono, danno luogo all’unità cresciuta tra di loro. Uno dei seminaristi esprime tutti: “Quando si parla con il cuore, siamo toccati nel cuore”. Gli ultimi giorni sono dedicati all’incontro con le famiglie e i giovani, ma anche alle altre persone che condividono lo stesso ideale di fraternità. Infine, un pellegrinaggio al santuario della Madonna, non lontano dal seminario. Vogliamo ringraziarla per questo viaggio e per i numerosi doni che abbiamo ricevuto. (Armando A. – Brasile) (altro…)
Giu 16, 2017 | Cultura, Ecumenismo, Famiglie, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
Quando abbiamo cominciato a frequentarci eravamo ben coscienti delle differenze che esistevano fra noi, soprattutto in materia di dottrina. Sentivamo però che il nostro amore era più forte di ogni differenza: questo ci dava l’ardire di credere che dietro al nostro matrimonio poteva esserci un disegno di unità che andava oltre noi due. Fin da ragazzi, con la spiritualità dei Focolari avevamo imparato che per raggiungere l’unità occorre puntare a ciò che ci unisce – che è tantissimo –, anziché guardare a quello che ci divide. Ciononostante, quando la domenica ognuno di noi prende una strada diversa per andare a Messa, è sempre un dolore, quello stesso che avvertiamo quando involontariamente nei nostri discorsi viene fuori il “noi” e il “voi”, o quando a ciascuno viene da criticare qualcosa della Chiesa dell’altro. In questi casi ci rendiamo conto che niente è costruito una volta per tutte e che, fra le tante occasioni per far crescere l’amore tra noi, deve esserci l’impegno di amare la Chiesa dell’altro come la propria. Un’altra chance tipica di noi coppie ‘miste’ è di offrire a Dio le piccole o grandi disunità che ci fanno soffrire, per la piena unità dei cristiani. A volte, proprio per vivere anche in modo visibile l’unità fra noi e nella nostra famiglia, decidiamo di andare tutti insieme nell’una o nell’altra chiesa, condividendo anche certe pratiche spirituali, come, ad esempio il digiuno. Un momento significativo è stato il battesimo della nostra prima figlia. Avevamo discusso a lungo e per diverso tempo, ma non riuscivamo a decidere quale fosse la cosa più giusta: il battesimo cattolico o quello ortodosso. Ovviamente, il valore del sacramento è uguale in entrambe le Chiese, ma le conseguenze sarebbero state profondamente diverse. Hani, infatti, è diacono ed era già stato temporaneamente allontanato dalla sua Chiesa a causa del matrimonio celebrato con rito cattolico-misto. Il battesimo cattolico della figlia lo avrebbe messo in seria difficoltà e non riuscivamo a prendere una decisione. Liliana allora ha deciso di andare a spiegare la situazione al suo vescovo, il quale, dopo averla ascoltata fino in fondo, le ha assicurato che egli avrebbe capito e appoggiato qualsiasi decisione avessimo preso secondo la nostra coscienza. In questa, come in mille altre occasioni, non si è trattato e non si tratta di trovare dei compromessi, ma di cercare di cogliere qual è la volontà di Dio nelle varie situazioni. È chiaro che tutto ciò costa una fatica supplementare, costa sudore, anche con i figli, che da piccoli non capivano perché potevano ricevere l’Eucaristia nella chiesa ortodossa, ma non in quella cattolica. Infatti, nella Chiesa ortodossa, insieme al battesimo, vengono somministrati anche i sacramenti della comunione e della cresima. Un periodo piuttosto difficile è stato quando la più grande dei nostri figli aveva circa 15 anni. Lei iniziava, con una certa aggressività, a chiedere autonomia ma noi non eravamo preparati a questo suo repentino cambiamento. Le liti, anche molto accese, erano praticamente quotidiane. Cercavamo di proteggerla da alcune situazioni che ritenevamo a rischio ma, più le stavamo addosso, più lei si ribellava. Non è stato facile anche tra di noi, perché spesso il modo in cui ciascuno dei due affrontava la situazione non era condiviso. In tutta questa confusione, abbiamo sempre cercato di mantenere alcuni punti che ci sembravano importanti, come la preghiera tutti insieme, oppure l’umiltà di chiederci scusa, anche con i ragazzi. Ad un certo momento abbiamo capito chiaramente che prima di tutto dovevamo puntare all’unità tra noi due. Fatto questo passo, insieme abbiamo trovato la luce per decidere di darle fiducia. La situazione in casa è migliorata, a conferma che anche nel matrimonio ‘misto’ i due sposi hanno la possibilità di essere “una sola cosa in Dio” e dare questa testimonianza ai figli e al mondo circostante. (altro…)
Giu 15, 2017 | Focolari nel Mondo
L’incontro promosso dalla rete internazionale Comunione e Diritto del Movimento dei Focolari, avrà il seguente programma: – Ricordo del dr. Gianni Caso, magistrato (avv. Maria Giovanna Rigatelli) – Parola di Vita (dr. Pasquale de Rosa) – Per un impegno condiviso: riflessioni su ambiente e diritto (dr. Paolo La Manna) – Interventi dei partecipanti. Modera avv. Carlo Fusco È stato richiesto il riconoscimento di 2 crediti formativi all’Ordine degli Avvocati di Roma Invito
Giu 15, 2017 | Centro internazionale, Ecumenismo, Spiritualità

Al giubileo del Rinnovamento carismatico cattolico
“John 17” vuole essere una voce che chiama le Chiese alla riconciliazione e all’unità secondo la preghiera di Gesù: “Che tutti siano uno” (Gv 17,21). Poggia sulla convinzione che l’evangelizzazione è tanto più efficace se è accompagnata dalla testimonianza dell’unità tra i cristiani. I membri di questo movimento desiderano essere dei catalizzatori di unità e per questo si impegnano a stabilire ovunque delle relazioni fraterne e di amicizia, specie fra cristiani di diverse Chiese. Una sessantina di membri di questo Movimento, accompagnati da Joe Tosini e Mike Herron, due dei fondatori, sono venuti a Roma in occasione del Giubileo d’oro del Rinnovamento carismatico cattolico (RCC). Il Papa ha invitato il RCC a ritrovare le proprie radici ecumeniche. La prima esperienza infatti di effusione e di battesimo nello Spirito Santo avvenuta tra un gruppo di giovani cattolici all’Università Duquesne a Pittsburg nel 1967, era anche il frutto di incontri con persone pentecostali. La presenza di pastori di diverse denominazioni sul palco durante la veglia di Pentecoste all’antico Circo Massimo, era un segno visibile di queste origini. Papa Francesco ha chiesto ai carismatici cattolici di essere un luogo privilegiato nella Chiesa per percorrere la via verso l’unità in una “diversità riconciliata”: «Oggi è più urgente che mai l’unità dei cristiani, uniti per opera dello Spirito Santo, nella preghiera e nell’azione per i più deboli. Camminare insieme, lavorare insieme. Amarci. Amarci. … lo Spirito ci vuole in cammino». 
Foto: © CSC Audiovisivi-Caris Mendes
Il gruppo John 17, composto per lo più di leaders da Chiese pentecostali, ha voluto approfittare del suo soggiorno a Roma per incontrare Maria Voce, la presidente del Movimento dei Focolari, conoscere ed approfondire il carisma dell’unità di Chiara Lubich. Per questo essi sono venuti al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo il 7 giugno, accompagnati anche dal pastore della Chiesa Evangelica della Riconciliazione Giovanni Traettino di Caserta. Questo incontro aveva pure come finalità di prepararsi ad un’udienza privata con Papa Francesco, prevista per l’8 giugno; udienza che è poi durata per ben due ore. La convergenza di intenti e di spirito tra i due movimenti – Focolari e John 17 – era palese e le ore passate insieme sono state di gioia e di lode a Dio. Il pastore Traettino ha ricordato a tutti che l’unità si edifica “cominciando dai piedi” e non dalla testa e cioè mettendosi al servizio del prossimo. Questo impegno è stato sigillato tra tutti i partecipanti mediante un rito di reciproca lavanda dei piedi, accompagnato da una preghiera gli uni per gli altri. Maria Voce e altri membri dei Focolari, di diverse Chiese, hanno potuto dare loro l’essenziale della spiritualità dell’unità e le loro esperienze di vita alla luce del Vangelo. (altro…)
Giu 14, 2017 | Focolari nel Mondo
È online il sito web in preparazione al Sinodo dei Vescovi 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Il sito pubblica un questionario in cinque lingue con lo scopo di “promuovere una più ampia partecipazione di tutti i giovani del mondo, non solo ricevendo informazione sull’evento sinodale ma anche interagendo e partecipando nel cammino di preparazione”. “Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori”, aveva esortato ai giovani papa Francesco. Aggiungendo: «San Benedetto raccomandava agli abati di consultare anche i giovani prima di ogni scelta importante, perché “spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore”». (altro…)
Giu 14, 2017 | Focolari nel Mondo
Dal 13 al 18 giugno è in corso a Recife, Brasile, presso la Cittadella dei Focolari “Santa Maria”, una scuola per tutor del progetto Up2Me. Riguarda un percorso di formazione all’affettività e alla sessualità, svolto con metodo innovativo e interattivo, rivolto ad adolescenti per una maturazione armonica e globale della persona alla luce della spiritualità dell’unità. Up2Me Project, coordinato dai Movimenti Famiglie Nuove e Ragazzi per l’Unità, in collaborazione con l’Istituto universitario Sophia, prevede innanzitutto la formazione di tutor da parte di esperti in sociologia, psicologia, pedagogia, medicina, sessuologia, bioetica, filosofia. A Recife sono presenti 22 coppie di futuri tutor, provenienti da tutto il Brasile, e 37 uditori. Prossimi appuntamenti a Castel Gandolfo (Italia) novembre 2017 e in Messico, per tutto il Centro America, a dicembre.
Giu 14, 2017 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo
«Non esiste una ricetta per il successo, ma c’è una ricetta per il fallimento. La ricetta per il fallimento è la violenza “nel nome di Allah”». Così comincia il forte appello ai musulmani europei, vergato l’indomani degli attacchi sanguinosi di Londra e Manchester, del Gran Mufti emerito di Bosnia Erzegovina Mustafa Ceric, presidente onorario, come Chiara Lubich in passato e attualmente anche Maria Voce, della RpP, la Conferenza delle Religioni per la Pace. «Questa non è la mia fede. Questo non è l’Allah in cui credo. La mia fede non è un coltello, non è terrore. Il mio Allah è Amorevole e Misericordioso». «Confesso – afferma il Gran Mufti, insignito tra l’altro, nel 2003, del Premio Unesco per la Pace Felix Houphouet-Boigny e del premio Sternberg del Consiglio Internazionale dei Cristiani e degli Ebrei “per il suo contributo eccezionale alla comprensione tra le fedi”, nel 2007 del Premio Theodor-Heuss-Stiftung per il suo contributo alla diffusione e al rafforzamento della democrazia e, nel 2008, del premio Eugen Biser Foundation per il suo sforzo nel promuovere la comprensione e la pace tra il pensiero cristiano e quello islamico – non mi sono mai sentito così confuso e così inerme nel tentare di spiegare cosa sta accadendo dentro e fuori la mia comunità di fede. Mi consolo pensando che si tratti di atti di minoranze estreme, solo un gioco politico di grandi potenze per guadagnare la ricchezza musulmana». Mustafa Ceric usa parole forti: «La mia comunità di fede ha molti problemi. Il più grande è delegare ad altri la risoluzione dei propri problemi. Invece, la mia Comunità di Fede (la mia Ummah) deve risolvere il problema in sé, prima di poter risolvere i problemi intorno». C’è chi afferma, sostiene Ceric, che gli attacchi contro innocenti civili a Manchester o a Londra siano più importanti di quelli in Palestina, a Kabul, Mosul, Sa’an e Misurata. «Non sono più importanti, ma certamente più pericolosi per i musulmani in Europa, la maggioranza dei quali sono fuggiti dai Paesi musulmani per cercare in Europa pace e sicurezza per i loro figli. La pace e sicurezza che finora hanno sperimentato ora sono minacciate». Dopo Manchester, Londra, ma prima ancora Berlino e Zurigo «i musulmani europei devono essere forti e chiari non solo nel condannare la violenza “in nome di Allah”, ma anche nell’adottare misure concrete contro l’abuso dell’Islam in ogni forma. Devono avere una voce chiara, unica e inequivocabile nella lotta contro la violenza sostenuta “in nome di Allah”. Non è più una questione di buona volontà di individui o gruppi che lavorano per il dialogo interreligioso. È una questione esistenziale dell’Islam e dei musulmani in Europa». Il Gran Mufti lancia quindi un appello ai musulmani d’Europa a «raccogliersi immediatamente intorno a una “parola comune” tra noi e i nostri vicini, indipendentemente dalla loro fede, razza o nazionalità, per fare un giuramento davanti a Dio, a se stessi e ai propri vicini in Europa, quello di amare e promuovere la pace, la sicurezza e la cooperazione cui siamo obbligati dalla nostra cultura e fede Islamica. Dobbiamo giurare che faremo tutto ciò che è necessario per combattere insieme la violenza contro persone innocenti. Noi, attuale generazione di musulmani europei, dobbiamo questo ai nostri discendenti. Non dobbiamo lasciare i nostri debiti ai discendenti che non ne hanno colpa». «Non è più tempo di esitare!» – il gran Mufti, al termine del suo appello, esprime con veemenza tutta la speranza e il desiderio di cambiamento. «Non c’è spazio per il calcolo! Non ci sono più scuse per rimandare, o giustificazioni per aspettare! Non c’è salvezza nel silenzio! Non c’è futuro per l’islam o per i musulmani in Europa se non nella coesistenza e nella tolleranza con i nostri vicini europei!» Leggi l’appello integrale (altro…)
Giu 14, 2017 | Famiglie, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Škofja Loka
Damijan e Natalija abitano a Škofja Loka, una piccola città nel nord ovest della Slovenia, a una ventina di chilometri dalla capitale Lubiana. Sono sposati da 12 anni e hanno 4 figli, dai 4 agli 11 anni. Dialogando con loro, Natalija e Damijan si alternano con naturalezza. «Fin dall’inizio del nostro cammino insieme – comincia lei – abbiamo voluto metter Dio al primo posto. Per noi questo significa perdonare, ricominciare sempre dopo ogni battuta d’arresto, amare per primi e tutti. Vuol dire anche che quando è dura, e siamo stanchi, proviamo a non aspettarci nulla dall’altro, ma sapendo che possiamo sempre contare l’uno sull’altra». E l’educazione dei figli? Damijan spiega: «Ai bambini cerchiamo di dare valori solidi per la vita. Questo richiede da un lato una grande pazienza e perseveranza nell’amore, dall’altro di avere una linea chiara, di decidere cosa è bianco e cosa è nero, anche se a volte questo porta alla loro insoddisfazione o alla loro rivolta. Ci sembra importante che i nostri figli siano il più possibile autonomi e indipendenti. Li coinvolgiamo nei lavori di casa (cucinare, pulire, stirare, sistemare il bucato, ecc.). All’inizio è tutto molto interessante, quasi un gioco. Poi, quando il lavoro deve essere fatto con regolarità, qualcosa sempre si blocca. Ma loro sanno che, se ci aiutiamo tutti, finiamo prima e rimane più tempo per giocare, uscire e fare tutte quelle cose che, come loro dicono, non sono “lavorare”».
«Un anno e mezzo fa – è Natalija a raccontare – abbiamo portato il più piccolo, Lovro, a una visita. La diagnosi è stata: sindrome da deficit di attenzione. Da pedagoga ed ex insegnante, mi sono passati davanti agli occhi tutti i bambini con questo tipo di problemi e le grandi difficoltà che accompagnano questa diagnosi. Spaventata sono ritornata all’asilo “Raggio di Sole” dove, allora, lavoravamo sia io che Damijan. Appena mi ha visto, ha capito che qualcosa non andava. Quello stesso giorno abbiamo parlato a lungo. Ci era chiaro che per stare accanto a Lovro era necessario che uno di noi due lasciasse il lavoro». Damijan: «Considerando il mutuo e la famiglia numerosa, uno stipendio solo non era sufficiente. Abbiamo esplorato tutte le possibili soluzioni finanziarie ma, nonostante umanamente l’incertezza la facesse da padrona, ci sembrava la cosa giusta da fare. Sicuramente Dio non ci avrebbe abbandonato. Abbiamo scritto una lettera ai colleghi di lavoro, che hanno capito e ci hanno sostenuto. Non potevamo immaginare il seguito. Una settimana dopo, mia mamma ha avuto un ictus ed è rimasta paralizzata, quindi abbiamo cominciato a prenderci cura anche di lei, anche se all’inizio era sufficiente farla sedere e portarle da mangiare, perché era ancora in grado di mangiare da sola. Ma dopo due mesi, un secondo ictus l’ha portata alla cecità e a problemi di demenza. Aveva bisogno di attenzioni e cure sempre maggiori. Abbiamo deciso di non portarla in un ospizio, ma di tenerla con noi, fino al suo ultimo respiro. Intanto, anche se non potevamo dedicargli molto tempo, Lovro andava migliorando. In tutto questo tempo, anche se con un solo stipendio, possiamo dire con certezza che nemmeno per un istante abbiamo avuto la sensazione che ci mancasse qualcosa. Abbiamo fatto delle rinunce, ma non le abbiamo vissute come una privazione. Piuttosto, ci siamo resi conto che è stato importante per i bambini rendersi conto da vicino della situazione in casa e prendersi cura della nonna. Hanno sperimentato cosa significa dare vero amore al prossimo. E noi abbiamo capito che Dio è davvero grande: se lo lasciamo agire e ci fidiamo, è Lui che ci guida». Natalija: «Dopo la morte della mamma di Damijan, avvenuta nel mese di luglio, ci siamo resi conto che sarebbe stato meglio per noi se Damijan continuava a restare a casa. In questo modo la mattina si può dedicare totalmente a Lovro, con risultati evidenti. Quando io torno, trovo il pranzo pronto e posso affrontare il resto della giornata con maggiore calma e serenità». (altro…)
Giu 14, 2017 | Focolari nel Mondo
Per “il vostro impegno per la pace, promuovendo una serie di iniziative, volte a convertire una fabbrica di armi che esiste sul territorio di Iglesias” (Sardegna, Italia). La missiva, del 3 giugno, è rivolta alla comunità locale del Movimento dei Focolari (sezione Umanità Nuova), per gli sforzi portati avanti con Amnesty International, Oxfam, Fondazione Banca Etica, Opal Brescia e Rete Italiana per il Disarmo, per la “Riconversione RWM” (multinazionale di produzione di armi). Il Santo Padre si dice “lieto di sapere che vi state concretamente interessando nel promuovere un lavoro dignitoso alternativo alla costruzione delle armi, in un territorio ancora attraversato dalla grave crisi occupazionale”. Infine, esprime la sua “vicinanza per l’impegno nella diffusione della cultura della pace”. Leggi lettera. (altro…)
Giu 13, 2017 | Cultura
Os textos deste volume são somente uma primeira recopilação dos aspectos concretos da vida do Movimento dos Focolares em mais de 50 anos de sua existência. Trata-se de um horizonte muito vasto que exigirá um contínuo trabalho de pesquisa, aprofundamento, ampliação e aperfeiçoamento. Partindo da inspiração de Chiara Lubich, cada aspecto é considerado em sua raiz – que está em Deus, o qual, porque é Amor, é Trindade – e em seu conteúdo “encarnado” na vida daqueles que escolhem o Carisma da Unidade como ideal. O livro foi organizado por um grupo de colaboradores seletos de Chiara, que a ajudaram a concretizar o seu Carisma por anos sob cada um desses aspectos. 
Giu 13, 2017 | Cultura
Muito mais do que uma devoção, a autora enxerga em Maria a cristã por excelência a ser imitada. Num dos textos mais significativos da presente Obra, o leitor vai encontrar: «E ela calou-se. Calou-se porque dois não podiam falar. A palavra há de apoiar-se sempre em um silêncio. ..» (p. 11). Mas, «como então viver Maria, como perfumar a minha vida com o seu fascínio? (…) Fazendo calar em mim a criatura, deixando falar neste silêncio o espírito do Senhor. Assim vivo Maria e vivo Jesus. Vivo Jesus em Maria» (p. 12). 
Giu 13, 2017 | Cultura, Nuove Generazioni
Uma nova edição de “Aos Gen”, revista e ampliada com discursos, mensagens e artigos de Chiara Lubich aos gen, desde a fundação do Movimento Gen até 2001. Três volumes: de 1966 a 1969, de 1970 a 1974, de 1975 a 2001. “Caríssimos gen, acreditem em mim: a mais alta contestação do mundo quem faz e fará é Deus em nós, que existe, se o seguirmos no caminho do amor. De contestações Ele entende bem! Todo o Seu Evangelho é uma contestação ao mundo. E entende de lutas pacíficas e de martírios para renovar o mundo… Ajudem, pois, os seus amigos a resolverem os problemas contingentes deles e de vocês, mas, ao mesmo tempo, mantenham-se estreitamente ligados entre vocês
Naquele que venceu o mundo”. (Do Volume 1)
Vocês, gen, sabem que são chamados a levar para frente, no novo milênio, este grande Ideal, que Deus nos confiou para contribuir na realização do Seu testamento: “Que todos sejam um”.
Toda a minha esperança está depositada em vocês. Sei que almejam coisas grandes e lhes asseguro que no Ideal de vocês encontrarão a plena realização e serão felizes. É isto que lhes desejo com todo o coração. Estou sempre com vocês. (Do Volume 3)

Editora Cidade Nova
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Giu 13, 2017 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità

Foto: © CSC Audiovisivi – C. Mendes
Il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich, protagonisti dell’unità. Il ricominciare non è e non è mai stato facile, soprattutto se il tempo ha scavato fossati, se certe diversità sono diventate cultura, se a complicare le cose c’è pure la convinzione di essere nel giusto. Non si è lontani dalla verità nel dire che era questa all’incirca la situazione a metà ‘900 fra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, dopo che per secoli, per un intero millennio si era coltivata la separazione. Poi, la svolta storica. I celebri, indimenticabili e di gloriosa memoria protagonisti e iniziatori del “dialogo della Carità”, i grandi ideatori del dialogo del popolo, sono Athenagoras, Patriarca Ecumenico, e Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dell’unità. Con la loro vita umile, seria, disponibile, con la dedizione, l’amore e la preghiera, sono stati gli iniziatori di una nuova Era ecumenica; hanno ammaestrato popoli, dando loro coraggio, forza, pazienza, fedeltà, disponibilità, amore e unità. In fondo la soluzione era semplice e l’esprimeva con queste parole il Patriarca: «Abbiamo vissuto isolati, senza avere fratelli, senza avere sorelle per tanti secoli, come orfani. Perché? Il fratello è la porta. Ecco il segreto!». Gli indimenticabili protagonisti del “dialogo della carità”, i grandi ideatori del dialogo del popolo si incontrarono ben 27 volte, dal 1967 al 1972 (morte del Patriarca). Risale al 13 giugno 1967 il primo storico incontro della Lubich al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, anche se, fino ad oggi, quel momento non è stato adeguatamente apprezzato in tutta la sua portata. Il Patriarca approvò e accolse con amore e serietà il carisma di Chiara, una spiritualità mistica che è la spiritualità della Chiesa, tanto da considerare quell’incontro «come un’estasi», e si fece sempre più strada in lui la convinzione che vivendo le parole del Testamento di Gesù si potesse giungere presto all’unico calice. Con parole commoventi diceva: «Sarebbe per me un giorno di paradiso». 
Foto © CSC Audiovisivi
Non ci volle molto tempo prima che il Patriarca si dichiarasse «focolarino» e cominciasse a chiamare la Lubich col nome di “Tecla”, avendo scorto in lei lo stesso zelo dell’isapostola, lui che continuava a dire «abbiamo sete della spiritualità». Allo stesso tempo, altrettanto toccata fu la stessa Chiara, alla quale il Patriarca «appariva come un Arcangelo che lotta e lotterà fino alla fine per il suo ideale: un uomo di Dio, provato nella carità eroica e nella pazienza eroica». Con la sua spiritualità e la sua meravigliosa personalità, Chiara non solo ha preparato i due principali e preziosi Ponti: Paolo VI e Athenagoras, ma è anche riuscita a unire i due Ponti. Per questi incontri fra ortodossi e cattolici, il vincolo dell’amore vicendevole mitigava il dolore di non poter condividere l’Eucaristia, anzi rendeva amabile questa croce come contributo del popolo cristiano all’Unico Calice. «Il Papa è il nostro leader — così il Patriarca confidò a Chiara —; vedo alle volte il Papa “in agonia”, perché Egli conosce tutto ciò che c’è di negativo nel mondo. È per questo che mi sono messo al suo servizio al cento per cento. Lo seguo, lo capisco, lo amo, lo rispetto, lo ammiro». Facendo seguito a questo percorso cinquantennale, ho fatto personalmente la proposta al prof. Mons. Piero Coda, Preside dell’Istituto Universitario “Sophia”, riguardo all’istituzione di una Cattedra Ecumenica come segno riconoscente ai due straordinari protagonisti della fratellanza fra la Chiesa ortodossa e quella cattolica; essa ha avuto una grande e cordiale approvazione, con la benedizione del Patriarca Bartolomeo e la convinta adesione della Presidente dei Focolari, Maria Voce. Offriamo dal nostro cuore un “grande grazie”, come dei bellissimi fiori, ad Athenagoras e a Chiara, mandati da Dio, che hanno dato la loro vita anzitutto per la realizzazione della volontà di Dio: “Che tutti siano una cosa sola”, che si realizzerà come dono dello Spirito Santo. Metropolita Gennadios Zervos, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli (altro…)
Giu 13, 2017 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
http://vimeo.com/95726084 (altro…)
Giu 13, 2017 | Focolari nel Mondo
Che cosa puoi fare? Dona sangue. Dona ora. Dona spesso. Questo è l’invito scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per celebrare il 14 giugno, la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue 2017. Alcuni obiettivi della campagna: incoraggiare tutti i cittadini a rafforzare l’efficienza dei servizi sanitari; coinvolgere le autorità nella creazione di programmi nazionali per rispondere all’incremento del fabbisogno; favorire l’inclusione dei servizi trasfusionali nelle situazioni di emergenza; garantire l’approvvigionamento e raggiungere l’autosufficienza nazionale; ringraziare le persone che donano il sangue regolarmente; promuovere la cooperazione internazionale per garantire la donazione volontaria, aumentando la sicurezza e la disponibilità di sangue. (altro…)
Giu 12, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nella Serbia centrale, Belgrado (“la città bianca”) è una delle più antiche città d’Europa, nel punto di confluenza tra i fiumi Sava e Danubio. “Porta dei Balcani” o “Porta d’Europa” (così definita per la sua posizione al confine tra Oriente e Occidente d’Europa), rinata dopo un passato anche recente di guerre, è oggi una capitale all’avanguardia, dove nuove idee, fermento e vitalità circolano nei campi dell’arte, dell’economia, dell’architettura. E dello sport. In occasione del ventesimo anniversario dalla sua fondazione, il College of Sport and Health, istituto di formazione parificato con 600 studenti, ha organizzato il 12 e 13 maggio scorso una conferenza internazionale dal titolo “Sport, ricreazione, salute”. Tra gli ospiti, su invito del prof. Alexander Ivanovski, anche Sportmeet, espressione nel mondo dello sport di quel rinnovamento sociale e spirituale originato dall’esperienza dei Focolari: una rete mondiale di sportivi, agonisti e non, insegnanti, istruttori, giornalisti, amministratori e operatori del commercio in campo sportivo, che vivono lo sport come realtà positiva di confronto e scambio, come occasione per muovere muscoli e tendini, ma anche idee di fratellanza universale e inclusione. “Sport moves people and moves ideas” titola la sua relazione Paolo Cipolli, presidente di Sportmeet, presente alla conferenza insieme a una delegazione serbo-croata. Il “fenomeno sport” è una delle realtà più complesse, interessanti e avvincenti del nostro tempo. 800 milioni di praticanti, 5 milioni di società sportive, 205 federazioni nazionali aderenti al Comitato Olimpico Internazionale, 208 alla FIFA.
Se si pensa che alle Nazioni Unite aderiscono “solo” 192 nazioni, si capiscono la sua portata e la sua onnipresenza, come una sorta di nuovo potere planetario o, secondo alcuni, di “nuova religione”. Terra di inesausti interessi economici, purtroppo anche malavitosi, lo sport può diventare, in direzione contraria, una vera e propria “palestra” di fratellanza, unità e integrazione. Un “linguaggio dei gesti” universale che abbatte barriere, ostacoli, diversità. A Belgrado è andata di scena questa faccia pulita dello sport: tra i numerosi interventi, sui vari aspetti legati al ruolo e al potenziale dello sport nella promozione della salute, con esperti e docenti provenienti da Slovenia, Croazia, Macedonia, Bulgaria, è emersa una considerazione comune: la necessità di definire politiche nuove per una piena valorizzazione dello sport in direzione di un corretto stile di vita e di tutte le possibili forme di integrazione, specie tra i giovani. La conferenza è stata l’occasione per stabilire nuove relazioni e un protocollo di intesa in vista di future collaborazioni, valorizzando esperienze significative già in atto, come l’uso del gioco in alcune case di accoglienza per ragazzi. Dopo Belgrado, Sportmeet guarda alla prossima tappa. Di inclusione sociale, educazione sportiva, integrazione delle persone con diverse abilità e rapporto tra generazioni si parlerà dal 13 al 16 luglio in Spagna. Quattro giorni in cui testimoni e operatori sportivi si confronteranno, a partire dal simposio internazionale di Barcellona (al Palau Robert, il 13 luglio) promosso in collaborazione con altri partner locali, fra i quali la Universitat Autònoma de Barcelona, per proseguire con la Summer School di Castel d’Aro, un centinaio di chilometri dal capoluogo della Catalogna, e un ricco programma per sensibilizzare allo sport inclusivo e alle buone pratiche. Con il sogno che “sport” divenga davvero, a tutti i livelli, un sinonimo di “incontro”. (altro…)
Giu 10, 2017 | Focolari nel Mondo
Entre el 15 y el 23 de julio es posible disfrutar de unos días de vacaciones en el Centro Mariápolis de Alta Gracia, en las Sierras Cordobesas. Reservas e informes: cmaragracia@focolares.org.ar
Giu 10, 2017 | Focolari nel Mondo
Del 20 al 23 de julio la Mariápolis Lía abre sus puertas para quienes quieran tomarse unos día de descanso en la serena naturaleza y la cordial y cálida convivencia junto a los habitantes de la ciudadela. Se organizan actividades recreativas, momentos de reflexión, juegos en familia, paseos. Para reservas o informes: mariapolis@mariapolis.org.ar 
Giu 10, 2017 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
L’allora arcivescovo di Trento, mons. Carlo de Ferrari, ebbe il compito di valutare ed approvare per primo, a livello diocesano, il Movimento dei Focolari. Il titolo del recentemente volume pubblicato dall’Editrice Città Nuova “Qui c’è il dito di Dio”, richiama una sua espressione nei confronti della esperienza evangelica che si generava attorno a Chiara Lubich. Siamo agli inizi del 1951 e non tutti, nella Chiesa, la pensano come l’arcivescovo di Trento. Anzi, ci sono da parte di alcuni ecclesiastici tante perplessità: una giovane donna, laica, seguita da religiosi, sacerdoti, laici, uomini e donne, giovani e adulti, in tempi preconciliari, desta sospetto. La prudenza suggerisce di allontanarla e, al posto suo, incaricare forse un sacerdote. È in questo contesto che s’inserisce il rapporto decisivo di Chiara con il suo vescovo. Porta la data del 5 gennaio 1951 la lettera che scrive da Roma, dove si trova, a mons. Carlo de Ferrari. La missiva traspare con forza il momento di prova che attraversa il movimento nascente e lei personalmente. Ma anche l’atteggiamento filiale e obbediente di Chiara verso chi le rappresenta la Chiesa, e del suo pieno abbandono ai piani di Dio. La lettera introduce il volume appena uscito. «Altezza Reverendissima, È vero: la croce fu pesante e lo è ed in questi giorni compresi Gesù “caduto” sotto il peso della croce. Però, Altezza, sono felice, felice. E da Gesù ho ricevuto la grazia per essere pronta ad ogni decisione che la Chiesa darà. Non solo: ma per lasciare i “miei” (per qualche tempo posso ancor dir così) cinquanta Focolarini e Focolarine in tale perfetta unità da poter proseguire il loro cammino senza che nessuno s’accorga di un qualche mutamento. Sono felice, Altezza, di poter donare a Dio tutto ciò che Lui nel campo soprannaturale ha fatto attraverso di me. E La assicuro che qualsiasi cosa succeda Lei mi saprà sempre fedele al mio Gesù abbandonato ed obbedientissima alla Chiesa. Sono arrivata a questo punto perché non ho voluto mai da parte mia rompere l’unità con la Chiesa o meglio con chi me la rappresentava. Se non avessi fatto così forse l’opera non ci sarebbe. Ma Iddio mi diede la resistenza fino all’inverosimile. Ora l’Opera c’è e non morrà. Che sia opera /di Dio/ lo dimostrerà forse il fatto che io dovrò allontanarmi da essa. Se debbo testimoniarLo annientandomi, dopo averLo testimoniato con l’Unità, sono felice. Il culmine della vita d’amore di Gesù è la morte: e nessuno ha maggior carità di colui che pone la vita per gli amici suoi. Lei, Padre, mi fu veramente Padre e mi mostrò (ciò che credevo solo per fede) che la Chiesa è Madre. Io La terrò sempre come Padre qualsiasi sia la Volontà di Dio su di me. Nessuno può proibirmi di obbedirLa e cioè di obbedire alla Chiesa. E ciò che importa per farsi santi è /obbedire/: esser uno. Poco importa che ci comandino di agire o di non agire in un modo o nell’altro. Vero, Padre? Padre Tomasi è un sant’uomo. Soffre moltissimo in questi giorni e non mangia. Soffre per me… Non avrei mai detto che in Lui vi fossero simili sentimenti. Però Lei non si preoccupi, Altezza, che noi Lo sosteniamo ed io in sua presenza rido sempre. Non so dirLe in fin fine che una cosa sola: sono tanto, tanto, immensamente, felice. E Le posso assicurare che Gesù Abbandonato mi sosterrà sempre. Del resto: “Beati quando vi separeranno e, /mentendo/, diranno ogni male di voi. /Rallegratevi /ed /esultate/ perché grande è la vostra ricompensa nei Cieli.” Mi benedica sempre, sua figliola Chiara». Da “Qui c’è il dito di Dio”, Ed. Città Nuova, Roma 2017, pg 97-98. (altro…)
Giu 9, 2017 | Cultura, Nuove Generazioni
y4uw.org : Giovani di diverse culture, religioni, nazionalità che vivono in 180 paesi dei 5 continenti. Sono i Giovani per un Mondo Unito del Movimento dei Focolari (GMU). Vogliono vivere per un mondo più fraterno e unito. Come? Mettendo in pratica la cosiddetta ‘regola d’oro’: “Fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te. Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.Per essere più collegati e lavorare insieme a tanti giovani sparsi nel mondo, i GMU lanciano nuovi canali di comunicazione, tra cui una rinnovata piattaforma sul web, y4uw.org , dove si può navigare per conoscere le varie tappe della loro storia, i vari post, video, news, eventi passati e futuri. Genfest 2018: sul nuovo sito è possibile trovare informazioni attualizzate del grande evento mondiale che si prepara a Manila (Filippine) e che si svolgerà dal 6 al 8 luglio 2018. Interazione: y4uw.org dà la possibilità di interagire con i Giovani per un mondo unito. È possibile postare non solo i commenti ma anche i suggerimenti e le iniziative dei giovani delle diverse città. Nuovo Design: che rende più facile visualizzare i numerosi progetti in corso e contattare i protagonisti. Si può contattare e seguire i GMU anche sui social media: Instagram e Twitter: Y4UW.official Facebook: Y4UW.international (altro…)
Giu 8, 2017 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Anne-Marie Pelletier
Tredici teologhe da nove Paesi (Brasile, Canada, Filippine, Francia, Germania, Italia, Kenia, Siria, Usa), hanno dato vita al secondo Seminario internazionale per iniziare a elaborare una “teologia intrinsecamente femminile”. Si è tenuto all’Università Urbaniana in risposta al ripetuto invito di papa Francesco, che più volte ha sottolineato la necessità di una “profonda teologia della donna”, per non lasciare questo campo privo della prospettiva femminile. Dopo il tema “Heart” dell’anno scorso, quello della seconda edizione è stato “Tears”. “Cuore” e “Lacrime”: si tratta di realtà prettamente femminili? Le lacrime sono un dono fatto a tutti, uomini e donne; e Gesù in persona piange per la morte di una amico caro come Lazzaro. Le relazioni mettono in luce il modo femminile «lungi dal dolorismo stereotipato» di affrontare «l’infelicità, la disperazione, e di introdurre nell’inferno il balsamo della compassione o, meglio, della consolazione», ha affermato Anne-Marie Pelletier. Dalle sue parole si staglia la figura di Zabel Essayan, donna armena di fine Ottocento laureata alla Sorbona, nota negli ambienti letterari della capitale turca agli inizi del Novecento. Va in Cilicia come membro di una commissione della Croce Rossa, incaricata dal patriarca armeno di indagare sulle atrocità perpetrate; nonché di organizzare una forma di assistenza agli innumerevoli orfani che vagano, insieme a poche donne e anziani, tra le rovine di Adana. Zabel, pur con gli occhi annebbiati dalle lacrime, “vede” lucidamente l’infelicità senza fondo, e attraverso gli sguardi dei sopravvissuti, resi folli dall’orrore, riesce a ridonare la storia dei morti, che gli assassini torturatori intendono far scomparire nel nulla della dimenticanza. «Che cosa potevamo donare di fronte a quella miseria vasta come l’oceano?», si chiede Zabel. Ad Adana non c’è spazio per la consolazione, ma solo per la compassione. Nella storia, nella vita del mondo esiste anche l’inconsolabile. Ma dalla relazione della teologa francese si staglia anche una figura a noi più vicina nel tempo: Etty Hillesum. Anche lei vuole percorrere fino in fondo il tragico cammino della sua gente, non per voglia di sacrificio o per altruismo, ma per la coscienza della storia in cui si è inseriti e di cui bisogna raccogliere le sfide. Etty si sente impotente, ma continua a credere che la vita, malgrado tutto, è buona, è bella e bisogna porsi al suo ascolto, senza mai lasciarsi travolgere dall’evidenza del male. In lei giganteggia la preoccupazione per l’altro, da aiutare con gesti di compassione e solidarietà. Anche quando l’altro è addirittura Dio. «Se Dio cessa di aiutarmi, spetterà a me aiutare Dio. Lui stesso richiede di essere consolato». Sono sue espressioni di estrema audacia. Maria Clara Lucchetti Bingemer, grande personalità della cultura brasiliana, con forza ed efficacia ci immerge nella straordinaria bellezza del deserto di Atacama, in Cile, dove astronomi e archeologi indagano i misteri della natura e le tracce della storia. Ma dove si aggirano anche le Mujeres de Calama, donne che cercano senza tregua i resti dei corpi dei loro cari torturati e uccisi durante la dittatura militare che ha governato il Paese dal 1973 per ben 16 anni. Il deserto, unico al mondo per le sue particolari condizioni climatiche, li ha conservati e, grazie a queste donne instancabili, li sta ridonando agli affetti e alla storia.
Anche l’Argentina, che conta trentaseimila persone ufficialmente scomparse, vede le donne protagoniste. Sono loro a svolgere un ruolo fondamentale per la destabilizzazione della spietata dittatura militare. “Las locas”, le pazze, le chiamavano in un primo momento, da quando, a partire dal 1977, ogni giovedì al pomeriggio camminavano in cerchio davanti alla Casa Rosada per piangere i propri figli morti. Col passare degli anni sono diventate le “Madres de la Plaza de Mayo”. Indomabili, hanno dato vita a simboli efficaci, come il fazzoletto bianco in testa, e a una lotta “pacifica” ma senza tregua. A loro si sono unite altre donne, madri spirituali, suore, alcune delle quali hanno pagato con la vita la lotta contro la dittatura. Mi viene da pensare alle donne scese in piazza in Venezuela … «Quale il segreto della straordinaria fecondità di Chiara Lubich che ha dato vita ad un’Opera così vasta e universale in pochi decenni? Come ha potuto farsi strada, poco più che ventenne, nella Chiesa pre-conciliare italiana, e resistere con una proposta di vita evangelica che destava sospetto in molti poiché coinvolgeva persone di tutti gli stati di vita, laici e religiosi, uomini e donne? Il segreto risiede in quello che Chiara Lubich, riferendosi al grido di Gesù, riportato da Matteo e Marco, chiama “Gesù crocifisso e abbandonato”». Così Florence Gillet inizia la sua relazione su “Gesù Abbandonato nel pensiero e nell’esperienza di Chiara Lubich”. Al suo intervento segue la toccante esperienza in Iraq, negli anni della guerra, di Mirvet Kelli, siriana, che, proprio nell’unione con Gesù Abbandonato, ha trovato la forza per restare con amore accanto alle gente irachena. Negli incontri di gruppo sono state sottolineate, direi con stupore, la novità, la forza, l’impatto di questo punto fondamentale della spiritualità dell’unità. Maria Rita Cerimele Fonte Città Nuova (altro…)
Giu 7, 2017 | Focolari nel Mondo
“Il ruolo della donna nella formazione alla fraternità universale”, il tema della plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, prevista a Roma dal 7 al 9 giugno. Al centro dell’evento 4 conferenze: suor Nuria Calduch-Benages, biblista spagnola, su “La donna educa alla fraternità universale”; suor Raffaella Petrini, docente di Dottrina Sociale della Chiesa, svilupperà il tema “Qualità femminili contro il paradigma tecnocratico: una prospettiva cattolica e sociale sul contributo delle donne alla fraternità”; Marie Derain, giurista francese e difensore civico per l’infanzia, parlerà del tema “Costruire la pace: la parte delle donne”; infine, Clare Amos, del Consiglio Ecumenico delle Chiese, su “Il ruolo delle donne nell’educare alla fratellanza universale”. I partecipanti saranno ricevuti in udienza dal Papa. (altro…)
Giu 7, 2017 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Questo non è un semplice incontro di educatori», afferma con emozione una partecipante. «Io non sono la stessa persona che è arrivata qui». «La fraternità, come scelta dell’essere, è il sangue che deve scorrere nelle mie vene». Queste alcune impressioni dei numerosi partecipanti provenienti da molti Paesi del Cono Sud che si sono ritrovati dal 12 al 14 maggio 2017 a Rosario, in Argentina. Oltre ai presenti, circa 500 educatori hanno partecipato alla diretta in streaming durante i vari momenti dedicati al tema del Convegno: “L’apprendimento servizio”, “Educare per un’economia fraterna”, “Il dialogo intergenerazionale”, “Laboratorio di empatia e intercultura”, per citarne alcuni. La prima giornata è iniziata con la visita del governatore di Santa Fe, Miguel Lifschitz e altre autorità istituzionali locali. L’Arcivescovo di Rosario, Monsignor Martin, è intervenuto il giorno successivo e ha esordito affermando che la parola fraternità ci dice che non siamo soli. «In questa patria Dio ci ha messi insieme e la sfida si chiama convivenza. … Voi non state divulgando soltanto teorie, ma partite dalla vita, da fatti concreti».
Sono state messe in rilievo le esperienze di fraternità non solo degli alunni fra loro e con i docenti ma anche le buone prassi tra dirigenti e ispettori, proponendo politiche istituzionali innovatrici a favore dell’intera comunità educativa. Le istituzioni educative ad orientamento artistico, che hanno fatto proprio l’obiettivo della fraternità, hanno testimoniato come si vive l’interculturalità attraverso l’arte, mostrando come può esserci un nuovo modo di essere artista. Il workshop sull’inclusione ha dato il suo contributo chiarendo il concetto per cui “l’altro, il diverso, è un dono”. Il tema sull’educazione e la formazione al di fuori della scuola, che si realizza durante tutto il corso della vita, di cui la fraternità è la metodologia, ha indicato come percorso quello di uscire verso le periferie con un programma centrato sui valori. Le esperienze sul rapporto tra educazione e tecnologia sono state presentate come una grande opportunità per tutti per raggiungere la fraternità, mettendo in rapporto gli alunni fra loro e con i docenti in parità di condizioni e anche come possibilità di tirar fuori il meglio dall’altro per imparare da tutti.
Sono state presentate molte pratiche educative che hanno avuto ottimi risultati, riguardo la potenzialità del linguaggio corporale e del decalogo della regola d’oro nell’ambito sportivo per costruire ponti in questi campi così importanti. Tutto questo può essere riassunto nella proposta educativa di Chiara Lubich, un percorso applicato in tante realtà educative del pianeta, ispirato dall’amore verso il più vulnerabile, l’ “ignorante”, l’abbandonato, colui che viene escluso dal sistema. Un cammino che identifica in chi soffre la presenza di Gesù Crocefisso e Abbandonato: un abbandono che ha avuto la sua risposta d’amore nella Resurrezione; una chiave quindi per costruire la fraternità a partire dalla “spaccatura”. «Parto da qui contento, pieno di speranza, sapendo che esiste questo paradigma, sapendo che c’è molta gente che lavora combattendo la verticalità, la mancanza di ascolto, la mentalità diffusa per la quale la conoscenza è solo in mano al docente, all’adulto – diceva Enzo di Chacabuco, specializzato in musicoterapia -. Questa è una strada diversa. Me ne vado felice e spero che si realizzi presto la seconda edizione di questo Convegno». Fonte: Sito Cono Sud (altro…)
Giu 6, 2017 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L´Università di Tubinga (Germania) ha conferito, lo scorso 31 maggio, il dottorato honoris causa al Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. La motivazione: per i lunghi anni di lavoro in favore della comprensione tra la Chiesa ortodossa e le Chiese protestanti, per l’impegno per la salvaguardia del creato, per l’Europa e per il dialogo con le altre Religioni. L’Ateneo è uno dei più antichi della Germania, fondato nel 1477, e tra i più importanti a livello internazionale per gli studi di medicina, scienze naturali, scienze umane e, in particolare, per gli studi germanici. Attualmente conta circa 28.500 studenti. (altro…)
Giu 6, 2017 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
https://vimeo.com/214515483 (altro…)
Giu 5, 2017 | Focolari nel Mondo
La Settimana di Economia Biblica,si tiene al al Polo Lionello Bonfanti (Loppiano), con un programma ricco e stimolante.Tutte le informazioni sul corso e sono reperibili su www.pololionellobonfanti.it/settimana-economia-biblica-2017/ La Bibbia è un testo sorprendente per chi cerca nuove parole e nuove riflessioni, da affidare all’economia di oggi, che ha impoverito i beni soffocandoli con le merci e ha tolto dall’orizzonte tutto ciò che non è in vendita. Obiettivo di questa prima Settimana di Economia Biblica è cominciare la scoperta di queste parole nuove, attraversando due libri dell’Antico Testamento: la Genesi e gli scritti di Giobbe, due testi in cui compaiono per la prima volta alcune parole tipicamente economiche, il cui senso può essere qui riscoperto da prospettive antropologiche profonde. Partendo da questi testi si articolerà il programma della settimana che sarà possibile seguire anche in streaming, con un collegamento dedicato ed un costo agevolato. · Il programma prevede per la prima giornata, il 5 giugno pomeriggio, l’ introduzione di Luigino Bruni dal titolo: La Bibbia, una mappa per la vita. · Il martedì 6 ed il mercoledì 7 giugno saranno dedicati invece al libro della Genesi con focus rispettivamente su: “Genesi. Mercato e relazioni umane” e “Genesi. La fraternità nel ciclo di Giuseppe l’egiziano“. Il martedì pomeriggio verrà arricchito dagli approfondimenti di due scienziati dell’Università di Udine: il prof. Angelo Vianello, biologo vegetale, interverrà su: “Sapere e fede, un confronto credibile“, mentre il prof. Francesco Nazzi, Entomologo, offrirà ai corsisti una relazione dal titolo: “Cooperazione e altruismo in natura“. · Dal giovedi 8 giugno mattina il focus del corso passerà al libro di Giobbe con una giornata dedicata a: “Giobbe e la sfida della gratuità” nell’ambito della quale offrirà un contributo anche il prof. Sergio Premoli, psicoanalista. La sera del giovedì, recital dal titolo: “In viaggio con Giobbe, uomo accanto a uomo“, sui testi di Luigino Bruni, con Pasquale Ianiro e Paolo Fermani, aperto a tutti. · Il venerdì 9 giugno Luigino Bruni affronterà uno dei temi che più gli stanno a cuore, “Merito e meritocrazia nel libro di Giobbe“. · Il sabato 10 giugno, le conclusioni del corso con le conclusioni e le prospettive. Durante la settimana sono previsti anche laboratori e workshop di approfondimento. Si prospetta una settimana di corso intensa e interessante, invitiamo tutti coloro che avvertono il desiderio di approfondire questa particolare prospettiva biblica come chiave di lettura della vita economica attuale a non esitare a iscriversi. Per gli ordini religiosi, è possibile accedere al corso anche tramite i voucher aziendali Fond.E.R.. tutti i dettagli sono presenti in questo link: http://www.pololionellobonfanti.it/settimana-economia-biblica-2017/
Giu 5, 2017 | Centro internazionale, Spiritualità
Interview vidéo