Mar 24, 2022 | Cultura, Nuove Generazioni
Il 26 febbraio 2022, la collaborazione tra Gen4, i bambini e le bambine del Movimento dei Focolari, e l’associazione Forme Sonore, ha dato vita ad un workshop sulla composizione di musica per l’infanzia con un centinaio di partecipanti di tutti i continenti. Tante le riflessioni raccolte tra i presenti e le impressioni dei maestri, Sabrina Simoni e Siro Merlo. La bellissima collaborazione nata nell’estate 2021 tra Forme Sonore, associazione che si occupa di produzioni e sperimentazioni per favorire la crescita del pensiero musicale, e i Gen 4, ha dato vita ad un brano musicale registrato da un piccolo coro di bambini del Burundi.
L’occasione per unire le forze e realizzare ancora qualcosa di bello insieme si è ripresentata il 26 febbraio 2022, giorno in cui i fondatori di Forme Sonore, la maestra Sabrina Simoni (direttrice del Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano di Bologna-Italia, protagonista dell’annuale manifestazione canora italiana per bambini “Zecchino d’oro”) e il maestro Siro Merlo (esperto in scrittura e direzione artistica di canzoni per bambini) hanno tenuto un bellissimo workshop organizzato e promosso da GEN 4 rivolto, in particolare, a coloro che si intendono di musica e che lavorano a stretto contatto con i più piccoli. Un momento di formazione seguito on line da un centinaio di persone di tutti i continenti, che ha messo al centro la composizione di musica per l’infanzia, non solo dal punto di vista tecnico, ma come mezzo per veicolare valori quali condivisione, unità, fraternità, cura dell’altro e della natura. “Quando nello scorso agosto ci ha contattati Valeria Bodnar, assistente GEN4 del Burundi – raccontano i maestri- siamo rimasti sinceramente colpiti dal suo entusiasmo. La medesima emozione, è stata da noi vissuta sabato 26 febbraio. La parola che più di altre riesce a descrivere questo momento è ‘coralità’, quella sensazione intensa che si prova quando, animati da gioia sincera, si esegue una canzone insieme ad altri. Le persone che hanno partecipato, oltre ad essere geograficamente molto lontane tra loro, appartengono ad ambienti sociali e culturali notevolmente diversi, eppure i messaggi che ci sono pervenuti al termine del workshop hanno espresso opinioni consonanti e perfettamente in armonia”. “Questo corso, in particolar modo mi ha fatto rinascere il desiderio e la voglia di comporre qualcosa per i nostri Gen 4- dice Filippo da Monopoli (Italia) -. Ho imparato che le canzoni per i nostri bambini devono essere semplici, giocose, devono farli sentire liberi e contenti di cantarle”. Tantissimi i ringraziamenti giunti. Ramia dalla Costa d’Avorio scrive: “Ho capito che la composizione della canzone deve essere fatta tenendo conto della psicologia dei bambini, del target che la interpreterà, trovando il mezzo migliore per trasmettere un’emozione e la ritmica adatta per permettere al bambino di cantare senza preoccupazioni”. Un vero viaggio tra note, tecnica e passione, che ha svelato ai partecipanti quanto sia importante considerare la musica come un “mezzo e non come un fine – spiegano i Maestri Sabrina Simoni e Siro Merlo – un veicolo in grado non solo di ‘trasportare’ contenuti di varia natura (didattici, pedagogici, emotivi o ludici), ma di farlo in minor tempo, in modo più diretto e arrivando più in profondità”. Un momento di grande condivisione che si è fatto dono reciproco e ha lasciato un mandato importante a chi si occupa di infanzia e musica: crescere e formarsi sempre di più, accompagnando i bambini in questo percorso di scoperta in cui “la musica – concludono i maestri – ha un’energia socializzante particolarmente potente che deve essere opportunamente guidata e canalizzata da insegnanti competenti, animati da una grande passione e ricchi di empatia e sensibilità”.
Maria Grazia Berretta
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Mar 23, 2022 | Focolari nel Mondo
Un conflitto, quello dell’Ucraina, che stiamo seguendo in tempo reale, attraverso il lavoro dei giornalisti inviati, le notizie diffuse via web e social. Assistiamo ogni giorno al dramma umano di grandi masse che devono scappare dalle bombe, per lo più bambini e donne. E, nello stesso tempo, silenziosamente, i gesti d’accoglienza si moltiplicano in tanti Paesi europei. Ecco alcune testimonianze. Un mese fa, nessuno di noi avrebbe potuto immaginare che oggi avremmo avuto più di tre milioni di rifugiati dall’Ucraina. Invece è la realtà che stiamo vivendo non solo nei Paesi vicini alle zone di conflitto, ma ormai in tutti i Paesi d’Europa e oltre. Praticamente da un giorno all’altro ci si è dovuti organizzare per accogliere i fratelli ucraini, in maggioranza bambini e donne, che scappano dall’orrore. “Quando è iniziato il conflitto e sono arrivate le prime persone dall’Ucraina – dice Manuela da Berlino, in Germania – per me è stata anche una risposta all’annullamento forzato dell’annuale appuntamento dei Focolari che chiamiamo Mariapoli europea:accogliere le persone come meglio possiamo, è ora la mia, la nostra Mariapoli. Questo è ciò che Dio vuole da me, da noi”. E da Monaco, sempre in Germania, Dora racconta: “La casa dei sacerdoti presso la quale lavoro ha accolto due donne e un bambino di 12 anni. Non parlano né tedesco né inglese, ma ci capiamo con la traduzione via web sui nostri cellulari. Qualche sera fa, dopo la cena, ho chiesto loro se avevano bisogno di qualcosa. La madre mi ha risposto: ‘Sì, ho bisogno di un paio di scarpe n. 42 per mio figlio’. In quel momento ho sentito Chiara Lubich molto vicina a me e ho capito che eravamo sulla strada giusta”. Dora fa riferimento ad un fatto successo a Chiara Lubich durante la seconda guerra, quando un povero le aveva chiesto un paio di scarpe da uomo n.42, e, contemporaneamente un’amica le aveva consegnato proprio un paio di scarpe di quella misura che per la sua famiglia era in più. Oggi per ospitare i rifugiati dall’Ucraina, anche alcune strutture di accoglienza dei Focolari vengono messe a disposizione. Già il 3 marzo 2022, i primi 5 rifugiati (2 giovani madri con i loro bambini) hanno potuto trovare alloggio, grati per la doccia calda e per il cibo ricevuto nel centro Mariapoli ‘dialog.hotel.wien’, vicino a Vienna, in Austria. Il giorno seguente hanno poi proseguito il loro viaggio in treno. Dieci giorni dopo, sono arrivati 34 rifugiati, tra cui 15 bambini, che sono stati accolti da 1 a 5 notti. Lo stesso succede con i Centri Mariapoli della Germania: Zwochau/Lipsia, Solingen/Colonia, Ottmaring/ Augsburg.
Venticinque giovani della Germania nord-occidentale hanno partecipato ad una corsa di beneficenza per gli orfani ucraini sabato 12 marzo 2022. Un grande gruppo ha corso a Solingen e da Colonia, Monaco e anche da Graz altri partecipanti si sono uniti e hanno corso con loro. In totale, i giovani hanno fatto più di 250 chilometri e hanno raccolto più di 10.000 euro! Poi si sono collegati attraverso una videoconferenza con le focolarine che sono a Ucraina per un momento di condivisione di esperienze. E non solo ci si prende cura dei rifugiati o si raccolgono soldi, vestiti o generi alimentari, ma c’è bisogno anche di sensibilizzare all’idea della pace.
Margarete D. é insegnante e con la sua classe a Krefeld (Germania) ha iniziato una campagna speciale. Ha colto tra i bambini il grande desiderio di fare qualcosa di concreto. Così hanno dato vita all’azione “Cartoline per la pace”. Alcune frasi sono state tradotte in russo e meticolosamente scritte dai bambini in lettere cirilliche accanto alla versione nella loro lingua madre, per essere inviate a chi ha la possibilità di fermare gli scontri. C’è ancora molto da fare. Intanto si cerca di organizzare al meglio gli aspetti logistici dell’accoglienza per supportare a lungo l’accoglienza dei profughi, nella speranza che si metta presto fine a questo conflitto come ha detto anche Papa Francesco nell’Angelus di domenica 20 marzo 2022 supplicando: “ tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante”.
Carlos Mana
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Mar 22, 2022 | Testimonianze di Vita
È possibile imitare il Padre mettendo in pratica un amore che arriva fino al perdono? È davvero complicato, ma la vera condizione che ci permette di fare un gesto così grande è aver ricevuto nella vita “la grazia della vergogna” come dice Papa Francesco, e la conseguente gioia di essere stati perdonati. Un sentiero misterioso sul quale la Quaresima ci chiede di camminare, per poter godere, alla fine, di meravigliosi paesaggi. Ferite risanate Un giorno, una persona lanciò alle mie spalle una frecciata di rimprovero che, secondo il mio orgoglio, non meritavo. Per qualche tempo quella mancanza nei miei riguardi mi bruciò dentro. Ero tentata di limitare quel rapporto, non volevo più avere a che fare con quella persona poco gradita, ma così non sarei stata coerente alla mia scelta di vivere il Vangelo. Come guarire la ferita? Mi rivolsi a Gesù e subito mi venne in mente: “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Per giorni mi esercitai con quelli con i quali avevo a che fare, compreso chi mi aveva fatto del male, e al posto dei pensieri molesti avvertii che qualcosa mi si risanava dentro. Quel senso di sollievo che solo il perdono sa dare. (R. – Italia) Amore incondizionato Da qualche tempo i litigi fra me e mia moglie si erano intensificati. Chissà perché, bastava una piccola contrarietà, una parola fuori posto, un niente perché cominciassimo ad alzare il tono della voce, rivangando vecchie storie. Una sera di quelle, in cui l’atmosfera si era fatta elettrica, nostra figlia di nove anni, dalla scala che porta al piano di sopra, sembrava giocasse a lanciare aeroplanini di carta. Sorrideva e il fratellino pure sembrava divertirsi un mondo. Incuriosito, ne raccolsi alcuni e li mostrai a mia moglie. A ben vedere, ognuno di quegli aeroplanini era decorato con cuoricini e messaggi come: “Vi vogliamo tanto bene”, “Siete i genitori più belli del mondo”, “Vogliamo sentirvi cantare”. Mentre mia moglie li leggeva, le lacrime le inondavano il viso. Con vergogna ci siamo guardati, poi ci siamo abbracciati promettendo di ritrovare in quel “Sì” d’amore pronunciato anni addietro la nostra unità. (M. – Portogallo) Il primo passo A partire dall’adolescenza io e mio padre non riuscivamo a sopportarci. Mia madre ne soffriva, ma non intravedeva nessuna soluzione per la nostra famiglia. Durante una gita all’estero mi sono confidata con un amico, impegnato in un movimento cattolico, che nei casi difficili era solito porsi la domanda: “Se non sono io ad amare quella data persona, chi potrà farlo al mio posto?”. Sono tornata da quel viaggio custodendo queste forti parole e, cosa strana, mi sono venute in mente tante occasioni mancate in cui avrei potuto fare un gesto d’amore verso i miei. Per riparare, ho cominciato dalle piccole cose, da semplici servizi legati alla mia competenza, che prima cercavo di evitare… Insomma, qualcosa è cambiato dentro di me. Da allora sono passati decenni e adesso che ho una famiglia, dei figli, capisco l’importanza di fare il primo passo, come se la gioia dell’altro dipendesse soltanto da me. (R.T. – Ungheria)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.2, marzo-aprile 2022) (altro…)
Mar 21, 2022 | Chiara Lubich
Nel Padre nostro, Gesú ci invita a chiedere a Dio di rimettere i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. E la Parola di vita che cerchiamo di mettere in pratica durante questo mese di marzo 2022. Il nostro amore verso i fratelli deve essere pieno di misericordia, fino ad arrivare al perdono. Gesù afferma che dobbiamo essere sempre noi a prendere l’iniziativa perché sia costante la buona armonia, perché si mantenga la comunione fraterna. E spinge così il comandamento dell’amore del prossimo fino alla sua radice più profonda. Egli non dice infatti: se ti ricordi di avere tu offeso il fratello, ma: se ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te. Per Lui, il fatto stesso di restarsene indifferenti di fronte alla disarmonia con i prossimi, anche quando di questa disarmonia responsabili non fossimo noi, ma gli altri, è già un motivo per non essere ben accetti a Dio, per essere da Lui respinti. Gesù vuole metterci in guardia quindi non soltanto contro le più gravi esplosioni dell’odio, ma anche verso ogni espressione o atteggiamento che in qualche modo denoti mancanza d’attenzione, d’amore verso i fratelli. (…) Dovremo cercare di non essere superficiali nei rapporti, ma frugare negli angoli più riposti del nostro cuore. Faremo in modo di eliminare anche la semplice indifferenza, o qualsiasi mancanza di benevolenza, ogni atteggiamento di superiorità, di trascuratezza verso chiunque. Normalmente, si cercherà di riparare uno sgarbo, uno scatto di impazienza, con una domanda di scusa o un gesto di amicizia. E se a volte ciò non sembra possibile, ciò che conterà sarà il mutamento radicale del nostro atteggiamento interiore. Ad un atteggiamento di istintivo rigetto del prossimo deve subentrare un atteggiamento di accoglienza totale, piena, di accettazione completa dell’altro, di misericordia senza limiti, di perdono, di condivisione, di attenzione alle sue necessità. Se così faremo potremo offrire a Dio ogni dono che vorremo ed Egli lo accetterà e ne terrà conto. Si approfondirà il nostro rapporto con Lui e arriveremo a quell’unione con Lui che è la nostra felicità presente e futura.
Chiara Lubich
(Chiara Lubich, in Parole di Vita, Città Nuova, 2017, pag. 283) (altro…)
Mar 18, 2022 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Fa eco alle parole di Papa Francesco la “preghiera per la pace universale” pronunciata oggi dalla presidente dei Focolari ad Assisi, sulla tomba di San Francesco. “Ti chiediamo con la fede che sposta le montagne, che ‘cessi il fuoco’ della guerra e vinca il dialogo ‘nel cercare vie di pace’ tra Russia e Ucraina. Domandiamo la grazia che termini ogni conflitto in atto, in particolare quelli più dimenticati”.
Questa accorata invocazione è al cuore della “preghiera per la pace universale”, pronunciata questa mattina ad Assisi da Margaret Karram, Presidente dei Focolari. Nella cripta di San Francesco, presso la Basilica inferiore, era presente con lei il Consiglio Generale del Movimento, riunito nella “città della pace” per alcuni giorni di ritiro. “Siamo qui in rappresentanza di tutti i membri del Movimento: cristiani di diverse Chiese, fedeli di varie religioni, persone che si riconoscono fratelli e sorelle nell’unica famiglia umana. Facciamo nostro il grido e la disperazione dei popoli che in questo momento soffrono a causa di violenza, di conflitti e di guerre” ha continuato Margaret Karram. “Donaci la grazia di accoglierci gli uni gli altri, di perdonarci, di vivere come un’unica famiglia umana. Donaci di amare la patria altrui come la nostra! Dio di misericordia, di concordia, fai di noi ‘strumenti della Tua pace’”. A una settimana (il 25 marzo 2022) dalla consacrazione che Papa Francesco farà di Russia ed Ucraina al Cuore immacolato di Maria, questa supplica si inserisce nella corale preghiera che nel mondo si leva per la pace e accompagna la grande rete di solidarietà a cui anche i membri del Movimento aderiscono. Le comunità dei Focolari sono presenti in oltre 180 Paesi, quindi anche in molti luoghi nei quali sono ancora in atto conflitti e guerre.
Stefania Tanesini
Testo integrale della “preghiera universale per la pace”. (altro…)
Mar 17, 2022 | Collegamento, Focolari nel Mondo
Un progetto di scambio culturale abbatte le barriere tra i migranti haitiani e la comunità di La Romana nella Repubblica Dominicana. La Repubblica Dominicana è un Paese al centro del Mar dei Caraibi che condivide il territorio dell’isola di Hispaniola con Haiti. Storicamente, ha un valore culturale per tutto il continente americano, dato che fu lì che Cristoforo Colombo sbarcò nel suo primo viaggio. Entrambi i Paesi condividono radici culturali e storiche, ma hanno anche contrasti che li hanno separati per secoli. Haiti è il Paese più povero delle Americhe. L’instabilità politica e la violenza interna hanno causato la migrazione di migliaia di persone verso altri Paesi. Ogni anno migliaia di migranti attraversano il confine da Haiti alla Repubblica Dominicana in cerca di un futuro migliore, creando tensioni tra le due nazioni. “Si stima che nella Repubblica Dominicana ci siano circa 2 milioni di haitiani. Vengono soprattutto per lavorare nella coltivazione della canna da zucchero, perché qui ci sono diversi zuccherifici” dice Modesto Herrera, un medico che fa parte della comunità dei Focolari nella Repubblica Dominicana. Sebbene ci sia uno scambio reciproco tra questi popoli vicini, ci sono anche tensioni latenti e discriminazioni contro gli haitiani che vivono nella Repubblica Dominicana. Una delle più grandi barriere è la lingua, perché nella Repubblica Dominicana la lingua è lo spagnolo, mentre ad Haiti si parla il creolo. Alcuni anni fa, la comunità dei Focolari di La Romana ha iniziato un progetto che cerca di creare legami di fraternità con i migranti haitiani che vivono nelle città vicine. “Lavoriamo nella parrocchia dove si trova un Batey, che è una piccola comunità popolata soprattutto da haitiani”, dice Sandra Benítez, una donna d’affari. Anche se molti non avevano mai visitato il Batey perché è una zona remota della città dove vivono soprattutto migranti haitiani, insieme a giovani e altri membri della comunità, hanno deciso di rompere la barriera che li ha divisi per anni e hanno iniziato a visitarlo per conoscersi. Gradualmente scoprirono che la comunità haitiana aveva bisogno di essere integrata nella società. La Romana è conosciuta per la sua industria tessile. “Abbiamo visto il potenziale dei giovani e abbiamo deciso di lavorare nel settore tessile”, dice Cristian Salvador Roa, che insegna cucito alla comunità haitiana. E aggiunge: “Mi dà grande soddisfazione vedere che un giovane non sta più sprecando la sua gioventù, ma è un giovane produttivo che sta sfruttando al massimo la sua vita facendo qualcosa di produttivo. “La migliore testimonianza che possiamo dare è che, data la barriera della lingua, la barriera della predisposizione sociale, quando si rompe quella barriera, si scopre la grande ricchezza che si può trovare in una cultura o che si può trovare nella convivenza umana con un’altra persona”, conclude Concepción Serrano, ingegnere industriale.
Clara Ramirez
https://www.youtube.com/watch?v=sZo0_upRVNI&list=PL9YsVtizqrYtRzIRPgjiIk5yzCtFx5lrU&index=2 (altro…)
Mar 14, 2022 | Chiara Lubich
Tutto passa, anche la vita. Solo il Vangelo resterà per sempre giacché non subisce l’usura del tempo. Oggi, 14 marzo 2022, a 14 anni della scomparsa di Chiara Lubich, pubblichiamo questo brano nel quale lei consegna il Vangelo a chi la segue per la via dell’unità. Un invito a vivere la Parola in tutte le nostre azioni quotidiane. Avverto nell’anima un pensiero che ritorna: “Lascia a chi ti segue solo il Vangelo. Se così farai, l’Ideale dell’unità rimarrà. É evidente che nel tempo in cui tu vivi e gli altri vivono sono stati utili concetti, frasi, slogan che rendevano il Vangelo aderente all’epoca moderna, ma questi pensieri, questi detti, queste quasi ‘parole di vita’, passeranno. Quando l’unità tra cristiani sarà pressoché realizzata, l’ecumenismo non sarà più una meta lontana; quando una certa unità nel mondo sarà raggiunta, non si parlerà più di uomo-mondo[1] come ideale da perseguire; quando il mondo prevalentemente ateo sarà permeato dalla realtà di Dio, l’ateismo non verrà più così in rilievo. La stessa spiritualità dell’unità, che oggi é una medicina del tempo, raggiunto lo scopo, sarà messa a fianco di tutte le altre nate dai vari carismi donati da Dio alla Chiesa lungo i secoli. Ciò che resta e resterà sempre é il Vangelo, che non subisce l’usura del tempo: ‘Passeranno i cieli e la terra, ma le mie parole non passeranno’ (Mt 24, 35). Qui si tratta di tutte le parole di Gesù”. Avverto che dobbiamo senz’altro adeguarci con tutte le forze al tempo in cui viviamo, seguendo le particolari ispirazioni che Dio ci dà per portare e coltivare in noi e in coloro che sono stati affidati a noi il regno di Dio. Ma dobbiamo fare tutto ciò sapendo della transitorietà della vita, sapendo che c’è la Vita eterna annunziata da Gesù con il suo Vangelo. Dobbiamo nel nostro cuore mettere in sottordine tutte le idee, i modi di fare utili, ma non puramente evangelici e rinnovare costantemente la nostra fede nel Vangelo, che non passa.
Chiara Lubich
(Chiara Lubich, in La Parola di Dio, Città Nuova 2011, pag. 112-113) [1] L’espressione – coniata da Chiara Lubich nei suoi dialoghi con i giovani – rimanda all’imperativo di dilatare il cuore e la mente sulla misura data da Gesù Abbandonato, in modo da diventare persone capaci di contribuire efficacemente all’unità del mondo (cf. C. Lubich, Colloqui con i Gen – anni 1970-1974, pag. 73-83). (altro…)
Mar 12, 2022 | Chiara Lubich, Cultura
Concluso a Firenze, nella splendida cornice di Palazzo Vecchio dopo la prima giornata presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, il convegno “Il Concilio Vaticano II e il carisma dell’unità di Chiara Lubich”. Un evento che, spaziando dalla sinodalità all’impegno per la pace e il dialogo tra i uomini e popoli, si inserisce in un dibattito di straordinaria attualità. La grande stagione dei nuovi movimenti ecclesiali, che ha visto la sua acme sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, ha certamente avuto la sua origine nel periodo preconciliare. Ha poi trovato nell’assise vaticana, in particolare nella valorizzazione del laicato cattolico e nella ridefinizione della presenza della Chiesa nel mondo (Lumen Gentium), oltre che nella centralità della Parola condivisa in comunione (Dei Verbum), la sua ragion d’essere. Il periodo postconciliare ha poi permesso l’esplosione numerica e qualitativa di tali movimenti, valorizzati nel loro nascere e sviluppati da Paolo VI e poi applauditi e sostenuti col suo magistero dal papa polacco. Una vicenda di unità e distinzione, in particolare nella Chiesa della seconda metà del XX secolo, che ha trovato nel carisma della Lubich, carisma al servizio dell’unità della Chiesa e dell’umanità, la sua espressione più matura. A testimonianza della pertinenza del carisma al servizio dell’unità, nella complessa e a tratti convulsa attualità, il convegno si è inserito nel grande movimento di solidarietà con le vittime della guerra in Ucraina e con tutti gli uomini e a tutte le donne di pace che operano in Ucraina e in Russia, in Europa e in Asia, ovunque. Lo ha ricordato l’assessore Alessandro Martini, in un giorno in cui la città di Firenze ha ospitato una manifestazione per la pace di livello internazionale. Per questi motivi, visto che il Movimento dei Focolari appare il primo e più diffuso movimento ecclesiale della stagione conciliare, in occasione del centesimo anniversario della nascita della sua fondatrice – poi rinviato due volte a causa della pandemia − è stato organizzato dall’Istituto Universitario Sophia e dal Centro Chiara Lubich un convegno internazionale dal titolo esplicativo: “Il Concilio Vaticano II e il carisma dell’unità di Chiara Lubich: Dei Verbum e Lumen Gentium”. Sede: Firenze. Data: 11 marzo 2022 alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale e 12 marzo a Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento. Il convegno ha avuto il patrocinio del Comune di Firenze, con la partecipazione della Associazione Teologica Italiana, della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, dell’Istituto Paolo VI, del Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, di Città Nuova, della Scuola Abbà e ovviamente del Movimento dei Focolari. Il comitato scientifico era composto da Alessandro Clemenzia (FTIC), Piero Coda (IUS), e, per il Centro Chiara Lubich, Florence Gillet, João Manoel Motta e Alba Sgariglia. In chiusura dell’assise vaticana, nel novembre 1965, la Lubich sintetizzava in una preghiera significativa la nota riassuntiva forse più evidente del Concilio, la Chiesa che nasce dalla presenza di Gesù tra i suoi: “Oh! Spirito Santo, facci diventare, attraverso ciò che già hai suggerito in Concilio, Chiesa viva: questa è l’unica nostra brama e tutto il resto serve a questo”. È con questo spirito che il convegno si è prefisso l’obiettivo di avviare un’indagine approfondita volta a cogliere, per un verso, se e come il messaggio del Concilio abbia trovato nell’esperienza suscitata dal carisma al servizio dell’unità un fecondo luogo d’interpretazione e sviluppo; e, per l’altro verso, se e come la fioritura di vita ecclesiale promossa dal carisma dell’unità sia stata resa possibile e propiziata dall’orizzonte dischiuso dal Vaticano II. In questa prima tappa, l’attenzione si è concentrata sulla Dei Verbum e sulla Lumen Gentium, al fine di mettere a fuoco i profili di convergenza e gli apporti della dottrina conciliare e dell’ispirazione del carisma dell’unità intorno al nesso cruciale per cui la Chiesa nasce e cresce come incarnazione storica, nel soffio dello Spirito, della Parola che “carne si è fatta” (Gv 1,14). Il programma del convegno è stato particolarmente denso, come spesso accade allorché è il risultato di un serio lavoro di ideazione e preparazione. Un fiume di parole che, poco alla volta, ha preso un senso compiuto, per il contributo plurale degli studiosi. Nella prima giornata si sono annotati gli interventi di Piero Coda, già preside dell’Istituto Universitario Sophia (“Una coincidenza cronologica e kairologica: un concilio e un carisma. Per un discernimento teologico della correlazione tra Vaticano II e carisma dell’unità”), di Paolo Siniscalco dell’Università La Sapienza di Roma (“Chiara Lubich all’epoca del Vaticano II”) e del teologo istriano-pisano Severino Dianich (“L’evento del Concilio Vaticano II: sacramento…dell’unità di tutto il genere umano”). Coda ha messo in luce come il carisma al servizio dell’unità abbia portato un contributo assai decisivo per la storia della Chiesa nella via della comunione basata sul Cristo crocifisso, abbandonato e risorto. Siniscalco, da parte sua, ha ritracciato con saggezza e con precisione storica i vari passaggi dell’avventura esistenziale della Lubich prima, durante e dopo il Concilio Vaticano II. Mentre Dianich ha dato, con le sue ben note chiarezza e franchezza, un’interpretazione del Vaticano II come culla per una reinterpretazione più laica e più comunitaria del Vangelo. Sabato 12, il convegno si è spostato in ambiente civile, dopo la prima sessione svoltasi in ambiente invece ecclesiale, come per ribadire la doppia valenza operativa del carisma al servizio dell’unità. Nella prestigiosa sede di Palazzo Vecchio, in quella Sala dei Cinquecento che ha già visto svolgersi, sin dal 1964, vari convegni dei Focolari, e dove Chiara Lubich stessa nel 2000 ricevette la cittadinanza onoraria di Firenze, ha aperto i lavori l’attuale Presidente dei Focolari, Margaret Karram, sottolineando l’importanza della sede di Firenze, nella memoria di Giorgio La Pira, il sindaco santo, uomo di pace e di “Chiesa viva”. Nel suo nome, già nel 1974, assieme al cardinal Benelli, la Lubich aveva fondato il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, legando così inscindibilmente il suo nome alla città sull’Arno. Firenze, quindi, come città della pace, con legami privilegiati con quel Medio Oriente da cui viene la Karram, palestinese di passaporto israeliano. “Lavoriamo per tessere ovunque relazioni di pace, il bene più prezioso che l’umanità possa avere”, ha detto la presidente dei Focolari. Le ha fatto eco il card. Giuseppe Betori, assente per motivi di salute, che ha detto nel suo messaggio: “L’esperienza del dialogo, a tutti i livelli, che ha caratterizzato la vita di Chiara Lubich, si fondava su una intuizione evangelica circa il rapporto tra interiorità ed esteriorità, dove la relazione con l’altro era i prolungamento causale e consequenziale dell’unione intima con Dio”. Nel prosieguo del convegno a Palazzo Vecchio, parlando della Dei Verbum, Vincenzo Di Pilato (FTP) con un timbro eminentemente teologico ha affrontato il tema: “L’alfabeto per conoscere Cristo. La Parola di Dio evento permanente di salvezza nella Dei Verbum”. Da parte sua Florence Gillet, del Centro Chiara Lubich, ha invece affrontato un tema alla frontiera fra storia ed ecclesiologia: “La Parola di Dio in Chiara Lubich: presenza viva di Cristo che genera la Chiesa”. È seguita una tavola rotonda con Giovanna Porrino (IUS) su “La Parola nella vita della Chiesa”, Declan O’Byrne (IUS), “La Parola e lo Spirito”, Angelo Maffeis (FTIS) su “La Parola di Dio come principio di unità” e col teologo evangelico Stefan Tobler (USBL) su “Una mistica della Parola come via all’ecumenismo”. E’ seguita la terza e ultima sessione del convegno, dedicata alla Lumen Gentium, con un’attesa relazione di mons. Brendan Leahy (Vescovo di Limerick, in Irlanda) su “La Chiesa e il principio mariano”. La seguente tavola rotonda ha visto gli interventi di Alessandro Clemenzia (FTIC / IUS), “La Chiesa dalla Trinità”, di Assunta Steccanella (FTT/TV), “Il popolo messianico”, di Erio Castellucci, Vescovo di Modena-Nonantola e vicepresidente CEI, “Collegialità episcopale e sinodalità della Chiesa” e di Cristiana Dobner (carmelitana scalza), “I carismi nella missione della Chiesa”. Per finire, sul tema “Un’icona dell’ecclesiologia del Vaticano II”, è intervenuta la teologa Yvonne Dohna Schlobitten della Gregoriana. La Sala dei Cinquecento che, pur gravida di simboli guerreschi proposti nei grandi dipinti appesi alle pareti, ha udito le parole di pace di La Pira, di Bargellini, e della Lubich, ha ospitato così, l’11 e il 12 marzo, un evento che ha mostrato come la Chiesa e la società civile possano essere testimonianza di comunione e di dialogo, stimolando la politica ad assumere come proprio orizzonte la pace e la sua costruzione.
Michele Zanzucchi
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Mar 10, 2022 | Centro internazionale
Il 6 e 7 marzo 2022 la Presidente e il Copresidente dei Focolari sono andati a Sassello (Italia), città natale della beata. Un incontro intimo e personale con Chiara Luce e con la Fondazione che ne tutela e promuove la memoria. 
C’è un prima e un dopo il passaggio a Sassello, città natale di Chiara “Luce” Badano in provincia di Savona (Italia). La giovane beata la si può certamente conoscere attraverso libri, documentari o la massiccia presenza sui Social, ma se si ha la fortuna di poter andare a Sassello, tutto cambia. Perché al camposanto, o attraverso la mamma Maria Teresa e gli amici-testimoni, il rapporto con lei scatta immediatamente su un altro piano: quello dell’incontro personale. Ed è questo che è successo il 6 e 7 marzo scorso anche a Margaret Karram e Jesús Morán che vi si sono recati: uno dei primi viaggi fuori sede della Presidente e del Copresidente dei Focolari, ad un anno dall’assemblea che li ha eletti. Una visita privata, nata dal desiderio, appunto, di incontrare Chiara Luce, ma non solo. “In questi giorni ho compreso la straordinarietà di Chiara Luce; le radici della sua santità” – ha commentato la Presidente che ha potuto abbracciare Maria Teresa Badano, conoscere il vescovo di Acqui Mons. Luigi Testore e ritrovare i membri della Fondazione Chiara Badano. Sono stati giorni importanti, vissuti in un clima di crescente affetto, dialogo e condivisione per la ricostruzione di relazioni di fiducia, collaborazione e sguardo comune su numerose sfide e progetti futuri. 
Una visita lampo, sicuramente, scandita dai preziosi “micro racconti” di Maria Teresa, che ricordava scampoli di quotidianità di Chiara Luce, come la sua costante e totale apertura all’accoglienza di chiunque venisse a visitarla, fino agli ultimi giorni della sua vita. Al camposanto, in un a tu per tu con Chiara, “le abbiamo affidato prima di tutto la pace in Ucraina e nei tanti luoghi dove i conflitti non sono sotto i riflettori mediatici” – ha detto Jesús Morán, – e poi tutti i giovani per i quali lei è un modello straordinario ed estremamente necessario, oggi più che mai”.
Stefania Tanesini
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Mar 9, 2022 | Chiara Lubich, Chiesa
L’11 e il 12 marzo 2022, si terrà, nel cuore di Firenze (Italia), il Convegno dal titolo “Il Concilio Vaticano II e il carisma dell’Unità di Chiara Lubich”, evento nato dalla collaborazione tra il Centro Chiara Lubich e l’Istituto Universitario Sophia che si potrà seguire anche in diretta streaming in italiano e inglese. L’11 e il 12 marzo 2022, Firenze, culla del Rinascimento, sarà la cornice che ospiterà il Convegno dal titolo Il Concilio Vaticano II e il carisma dell’Unità di Chiara Lubich. L’appuntamento, partendo da un’attenta analisi dell’evento conciliare, si propone di andare al cuore di questo percorso in itinere, un momento che dopo essersi fissato nella storia si realizza nel tempo. Due giornate intense che apriranno, grazie alla presenza di numerose personalità e autorità, un cammino di indagine e approfondimento, delineando il legame vitale tra il carisma della fondatrice dei Focolari e il Vaticano II. Tre sessioni dai titoli significativi: Una coincidenza cronologica e kairologica: un Concilio e un carisma; La Parola si fa Chiesa; La Chiesa si fa Parola. Vincenzo Di Pilato, docente di Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica Pugliese, e Florence Gillet del Centro Chiara Lubich, teologa e studiosa della fondatrice dei Focolari, tra le voci di questo Convegno, rispondono ad alcune domande riguardo all’evento. Prof Di Pilato, su cosa, in particolare, questo momento di scambio vuole far luce? Nella sua intenzione originaria, il convegno si collocava all’interno del Centenario della nascita di Chiara Lubich (1920-2020). Tuttavia, a causa dell’emergenza sanitaria mondiale è stato rinviato fino a oggi. L’obiettivo era ed è rimasto quello di sondare la reciprocità feconda tra il carisma dell’unità e le due Costituzioni promulgate dal Concilio Vaticano II sulla Rivelazione di Dio e sulla Chiesa: Dei Verbum e Lumen gentium. Quanto i due documenti hanno trovato nell’esperienza ecclesiale suscitata dal carisma dell’unità un loro fecondo luogo di interpretazione e di sviluppo? E viceversa: quanto la fioritura di vita ecclesiale promossa dal carisma dell’unità sia stata resa possibile proprio dall’orizzonte dischiuso dall’evento straordinario del Concilio? Sono le domande di fondo che accompagneranno il dialogo in sala tra i partecipanti. Va comunque ricordato che è stato il Vaticano II a ribadire questa unità essenziale tra doni gerarchici e doni carismatici (cf. Lumen gentium, n. 4). Sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI giunsero a parlare di “coessenzialità” di questi doni, mentre recentemente papa Francesco ha sottolineato quanto l’azione dello Spirito Santo produca “armonia” tra i diversi doni, richiamando le aggregazioni carismatiche all’apertura missionaria e alla sinodalità. Dott.ssa Gillet, da quali domande siete partiti per organizzare questo convegno? Ci si può chiedere se è troppo ardito mettere in parallelo due eventi così diversi. Che rapporto ci potrebbe essere tra un Concilio ecumenico che ha visto intervenire 3000 Vescovi e grandi teologi con visioni profetiche per la Chiesa, e un carisma dato da una giovane donna vent’anni prima, da cui è nata un’Opera sparsa in tutto in mondo? Per rispondere notiamo in primo luogo la sintonia nell’origine: lo Spirito Santo che vuole parlare al mondo alle soglie del terzo millennio. Poi si tratta di due eventi in cammino che si dovranno sempre più fecondare a vicenda: il Concilio Vaticano II non è stato ancora pienamente recepito, anche se la sua recezione è oggi significativamente in atto nel processo sinodale voluto da papa Francesco. Ci riserva ancora delle sorprese. Anche il carisma dell’unità ha ancora da svelare tutta la sua potenzialità, deve tradursi in vita nel popolo di Dio, insomma è solamente agli inizi come disse sempre il Papa in visita a Loppiano nel 2018. Prof Di Pilato, come rileggere il carisma dell’unità di Chiara Lubich alla luce di ciò che sta accadendo oggi nel mondo? Se la pandemia sembrava il contesto funesto in cui si sarebbe dovuto inizialmente celebrare il convegno, la scelta di rinviarlo ci ha catapultati improvvisamente in un altro scenario non meno drammatico. In questo senso, l’esperienza paradigmatica di Chiara Lubich e delle sue prime compagne a Trento, durante il secondo conflitto mondiale, ci offre una chiave di lettura del convegno. È noto a tutti il ruolo che la Parola di Dio assunse per quelle giovani donne in un tempo segnato dal crollo degli ideali in cui erano cresciute. La luce che affiorava dalle pagine del piccolo Vangelo che portavano con sé durante i bombardamenti, le ha guidate a risanare le ferite fisiche ed esistenziali, a ispirare milioni di persone nel mondo e a coinvolgerle nella realizzazione del sogno di Dio: la fraternità universale, “che tutti siano uno”. Ed è stata la Parola di Dio tradotta in impegno sociale a favore dei poveri e dei più bisognosi ad aver generato una Chiesa viva come ebbe modo di confermare, con stupore e gioia grande, il loro Vescovo di allora. Anche oggi, mentre tutto sembra nuovamente crollare sotto i colpi di una politica miope e smemorata, non ci resta altro di sicuro tra le mani che la Parola di Vita, la sola capace di rigenerare la Chiesa. Ed è su questa testimonianza di vita che la Chiesa potrà diventare per il mondo intero Parola autorevole di pace e di unità. Per seguire in diretta streaming l’evento: https://live.focolare.org/firenze2022 .
Maria Grazia Berretta
Comunicato Stampa in italiano
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