Una Pasqua di speranza ma, soprattutto, da vivere insieme. A 1700 anni dal Concilio di Nicea, in questo 2025, le varie Chiese cristiane celebrano la Pasqua nel medesimo giorno, domenica 20 aprile.
Una coincidenza meravigliosa che funge da richiamo a tutti i cristiani a compiere un passo decisivo verso l’unità; una chiamata a riscoprirsi uniti nella pluralità.
A fronte di un epoca segnata da continue scissioni, su tutti i fronti, e, più che mai in questa occasione che ci avvicina al mistero della Resurrezione, condividiamo alcune parole pronunciate da Chiara Lubich a Palermo nel 1998 su “Una spiritualità per i dialoghi”, nello specifico, una “spiritualità ecumenica”.
Un invito diretto a rispondere alla chiamata dell’amore reciproco non singolarmente ma in maniera collettiva; la possibilità di guardare a quel Gesù Abbandonato in Croce come a una luce che, pur nell’estremo sacrificio, non solo guida ma diventa strada certa dove poter muovere i nostri passi.
Attivare i sottotitoli e scegliere la lingua desiderata
A volte ci troviamo di fronte a situazioni in cui è difficile esprimere un giudizio, prendere una posizione. Bisognerebbe avere una capacità di trovare il senso più profondo delle cose ed intuire i significati e le prospettive. C’è bisogno di luce, e come i minatori che aprono la strada metro dopo metro con una semplice lanterna, anche noi abbiamo una luce che può illuminare i nostri passi, uno alla volta. Lo sappiamo: l’amore reciproco è una luce potente che ci guida ed è un aiuto per il difficile cammino della coscienza personale nei sentieri della vita. Occorre essere in grado di confrontarci con le tante complessità di vedute e opinioni di coloro che ci stanno accanto o di chi incontriamo quasi per caso. È importante con tutti mantenere l’autenticità nel cuore e anche avere la coscienza del limite del nostro punto di vista. Questa apertura mentale e del cuore, frutto dell’amore vero, ci apre ad un dialogo che ascolta cercando il buono che è nell’altro e aprendo la possibilità di costruire qualcosa insieme. In tema con questa ricerca personale, Timothy Radcliffe, uno dei teologi presenti all’ultimo Sinodo dei vescovi della Chiesa cattolica, ha affermato ai membri del Sinodo che: “la cosa più coraggiosa che possiamo fare è essere sinceri tra di noi riguardo ai nostri dubbi e alle nostre domande, quelle per le quali non abbiamo risposte chiare. Allora ci avvicineremo come compagni di ricerca, mendicanti della verità (1)”. In una conversazione con membri dei Focolari, Margaret Karram ha così commentato questa riflessione: “Pensandoci, mi sono resa conto, che tante volte non ho avuto il coraggio di dire veramente quello che pensavo: forse per timore di non essere capita, forse per non dire qualcosa completamente diverso dall’opinione della maggioranza“. Per lei, “essere ‘mendicanti della verità’ significa avere un sincero atteggiamento di prossimità, gli uni verso gli altri, in cui tutti insieme cerchiamo il bene” (2). È anche l’esperienza di Antía che partecipa al gruppo artistico “Mosaico”. Esso è nato nel 2017 ed è composto da giovani spagnoli di diversa provenienza e cultura che offrono attraverso la loro arte e i loro laboratori la propria esperienza di fraternità. Antía ci racconta: “È il collegamento con i miei valori: un mondo fraterno, nel quale ciascuno (giovanissimi, inesperti, vulnerabili…) dona il proprio contributo a questo progetto. ‘Mosaico’ mi fa credere che un mondo più unito non è un’utopia, nonostante le difficoltà e il duro lavoro che comporta. Sono cresciuta in un lavoro di squadra, con un dialogo coraggioso e senza barriere, rinunciando alle mie idee che consideravo le migliori. E il risultato è che ‘il bene’ è costruito pezzo per pezzo insieme, da tutti noi” (3).
1 Padre Timothy Radcliffe, Meditazione n. 3, Amicizia, Sinodo dei Vescovi, Sacrofano, 2.10.2023. 2 Conversazione con i focolarini, Margaret Karram, Presidente del Movimento dei focolari, Rocca di Papa, 3.02.2024. 3 Mosaico GRLP aderisce al progetto “Forti senza violenza” che organizza laboratori multidisciplinari con i giovani per tre giorni, cercando di trasmettere valori come la non violenza, la pace e il dialogo attraverso l’arte. Cfr. rivista LAR n. 1, primavera 2024, p. 11.
L’IDEA DEL MESE è attualmente prodotta dal “Centro del Dialogo con persone di convinzioni non religiose” del Movimento dei Focolari. Si tratta di un’iniziativa nata nel 2014 in Uruguay per condividere con gli amici non credenti i valori della Parola di Vita, cioè la frase della Scrittura che i membri del Movimento si impegnano a mettere in atto nella vita quotidiana. Attualmente L’IDEA DEL MESE viene tradotta in 12 lingue e distribuita in più di 25 paesi, con adattamenti del testo alle diverse sensibilità culturali.
“Ikuméni ha trasformato il modo in cui noi giovani ci relazioniamo gli uni con gli altri, il modo in cui ci guardiamo, il modo in cui possiamo avere unità nella diversità”, dice dal palco del Genfest 2024 ad Aparecida, Edy, peruviano, cattolico, accompagnato di altri 13 giovani di varie Chiese cristiane e Paesi latinoamericani.
Ma cos’è Ikuméni? È un percorso di formazione di quattro mesi in uno stile di leadership basato sull’arte dell’ospitalità, della cooperazione e delle buone pratiche. “Un momento saliente è stato il nostro incontro conclusivo in presenza”, continua Edy. Subito interviene Pablo, salvadoregno, luterano: “Qualcosa che ci ha segnato è imparare a generare insieme iniziative di cooperazione che chiamiamo buone pratiche ecumeniche e interreligiose, lavorando insieme con persone di varie Chiese e di religioni diverse, disposte a servire nelle sfide che affrontiamo oggi nelle nostre città e nelle zone rurali”.
In effetti, Ikuméni offre ai giovani diversi percorsi per la realizzazione delle buone pratiche: è così che sono nate iniziative di cooperazione per la costruzione della pace, la risoluzione dei conflitti, l’ecologia integrale e lo sviluppo sostenibile, le questioni umanitarie e la resilienza, lavorando insieme non solo con persone di varie Chiese, ma anche con la società civile per prendersi cura insieme.
“Nel mio caso abbiamo avviato un’iniziativa per la costruzione della pace nella facoltà di scienze sociali dell’università in cui studio”, racconta Laura Camila, colombiana, che vive a Buenos Aires ed è membro di una comunità ecclesiale pentecostale. E ribadisce, “abbiamo bisogno di lavorare insieme per la pace, ne abbiamo davvero bisogno. Così, in collaborazione con varie Chiese, sono nate iniziative per rafforzare la resilienza creando reti ecumeniche e interreligiose e laboratori per il dialogo e la formazione alla risoluzione dei conflitti”.
L’Itinerario formativo Ikuméni è un programma di borse di studio e quindi non ha alcun costo per i partecipanti che vengono selezionati per partecipare al percorso. Richiede l’impegno di 4 ore settimanali e la partecipazione all’incontro regionale in presenza di Ikuméni. Possono partecipare giovani tra 18 e 35 anni che abbiano concluso l’istruzione secondaria. E’ organizzato da CREAS (Centro Regional Ecuménico de Asesoría y Servicio) con la collaborazione di diverse organizzazioni.
Sono attive le iscrizioni per il laboratorio del 2025. Trovate tutte le informazioni su: https://ikumeni.org/
Vi invitiamo a vedere il nostro servizio girato pochi mesi fa a Buenos Aires in occasione dell’incontro dell’équipe di lavoro.
Il 16 ottobre 2024 presso la sede Parlamento Europeo a Bruxelles (Belgio) si è tenuta la conferenza finale del progetto DialogUE, un’iniziativa volta a promuovere il dialogo interculturale e interreligioso in Europa. L’evento è stato ospitato dall’eurodeputata Catarina Martins (GUE-NGL) e ha visto la partecipazione di 50 rappresentanti dei partner del progetto, istituzioni europee, leader religiosi e membri della società civile.
Focus dell’evento è stata la presentazione delle raccomandazioni per l’Unione Europea del progetto DialogUE – “Diverse Identità Alleate, Aperte, per Generare un’Europa Unita” su temi cruciali per l’attuale situazione europea e mondiale, riassunti nella brochure “DialogUE Kit”.
“Si vede a occhio nudo che qualcosa succede quando parlano persone di pace”, ha detto l’eurodeputata Catarina Martins della Sinistra Europea, che ha aperto l’incontro in una sala del parlamento europeo. “E questo è proprio un momento di questo tipo. Il dialogo è uno strumento potente di pace”.
Il progetto nasce dall’impegno pluridecennale di New Humanity, espressione del Movimento dei Focolari, che ha promosso in modo significativo le buone pratiche di dialogo interreligioso e interculturale. L’approccio favorisce il rispetto reciproco e la fiducia, elementi essenziali per un dialogo proficuo e per sforzi collaborativi.
Francisco Canzani, consigliere generale per l’area di Cultura e Studio del Movimento dei Focolari ha sottolineato nel suo intervento che il dialogo è costruito da tre elementi: atteggiamenti, strumenti, metodo. Su quest’ultimo, il metodo del consenso differenziato e del dissenso qualificato, nato all’interno della piattaforma tra cristiani e marxisti DIALOP, è oggi fonte di ispirazione e pratica per altri gruppi di dialogo.
Nel 2023 e 2024, il progetto ha coinvolto 4 gruppi di dialogo in 3 aree principali: Comunicazione, Ecologia e Politiche Sociali. I gruppi di dialogo sono stati:
Tra cittadini cristiani attraverso la piattaforma Together4Europe
Tra cristiani e musulmani attraverso il Centro per il Dialogo Interreligioso del Movimento dei Focolari
Tra cristiani e persone che non si riconoscono in un credo religioso, attraverso la piattaforma DIALOP per un dialogo trasversale
Tra cittadini dell’Europa occidentale e orientale attraverso il gruppo di dialogo Multipolare.
Il progetto ha principalmente facilitato la diffusione del significato e delle metodologie necessarie per un dialogo efficace. Ha inoltre riunito esperti internazionali su queste tre sfide chiave, i quali hanno aiutato i partecipanti a comprendere i principali documenti dell’UE su questi argomenti e ad esplorare le diverse dimensioni di ciascun tema.
I gruppi hanno collaborato per identificare principi condivisi e proposte comuni. Il loro lavoro ha portato alla formulazione di raccomandazioni che sono state presentate al Parlamento Europeo.
Il progetto DialogUE –– è stato promosso da un consorzio di 14 organizzazioni della società civile provenienti da 9 Paesi membri dell’UE.
Tra i risultati principali raggiunti dal progetto: 12 incontri internazionali e una formazione per facilitatori ed esperti; il coinvolgimento diretto di 1.200 cittadini e oltre 10.000 indirettamente; la creazione del “Dialogue Kit”, destinato a educatori, ONG e decisori politici per promuovere il dialogo e la coesione sociale. Questi incontri hanno portato a raccomandazioni condivise per i decisori dell’Unione Europea, volte a promuovere politiche più inclusive e sostenibili.
Nel pomeriggio del 16 ottobre, si è tenuto un gruppo di discussione ospitato dalla KU Leuven (Università di Lovanio) a Bruxelles, durante il quale i partecipanti hanno analizzato alcune buone pratiche emerse dal progetto e hanno discusso su come diffondere ulteriormente queste iniziative attraverso il ‘Dialogue Kit’.
Durante la Giornata Mondiale della Gioventù 2023 in Portogallo, il viaggio di DIALOP fa un ulteriore passo avanti. Da 20 Paesi 134 giovani hanno partecipato al workshop “La comunicazione in tempo di guerra” promosso da DIALOP durante la GMG per discutere su come i social media e la tecnologia digitale possano diventare trappole di cospirazione e interessi tendenziosi durante i conflitti. Il viaggio Il cristianesimo e il socialismo – due movimenti dalle caratteristiche molto diverse – sono stati a lungo ai ferri corti tra loro, ma hanno comunque entrambi plasmato la storia del mondo nei secoli passati. Basandosi sull’idea che le maggiori sfide del mondo di oggi non possono essere risolte da sole. DIALOP promuove il dialogo tra persone di buona volontà, con background laici e religiosi, in particolare tra socialisti/marxisti e cristiani, per creare un’etica trasversale trasformativa. Portare DIALOP alla Giornata Mondiale della Gioventù fa parte del “Progetto DialogUE” che, in collaborazione con la Comunità Europea e coinvolgendo 14 organizzazioni della società civile, esplora e sviluppa il dialogo, spesso impegnativo, tra gruppi diversi, per dare forma a un’ Europa che sia sempre più espressione di quella “unità nella molteplicità”. La preparazione, che ha coinvolto esperti sia cristiani che marxisti-socialisti, è iniziata 6 mesi prima dell’evento, un percorso impegnato e faticoso verso la GMG. Le sfide sono state molte, come quella di trovare un modo dinamico di mediare contenuti pesanti come il conflitto e la comunicazione, lingue, Paesi e provenienze diverse. “L’emozione di trovarsi di fronte a una generazione affamata di verità e speranza tranquillizzante, ragionata e chiara e di poterne dare un po'”, racconta Luisa Sello, una delle coordinatrici del progetto. Giovani in dialogo La guerra e il suo potenziale distruttivo influenzano la struttura della comunicazione, trasformano la percezione dei fatti e strumentalizzano il linguaggio e le mentalità. In questo contesto, i social media e la tecnologia digitale possono diventare trappole per cospirazioni e interessi tendenziosi. Possiamo avvicinarci alla verità? Possiamo reagire o siamo condannati a distruggere relazioni con esseri umani, Paesi, popolazioni a causa di bugie e disinformazione? Come possiamo continuare a fare scelte, costruire relazioni e stare dalla parte della verità e della giustizia? Il workshop ha affrontato tutte queste sfide e ha impegnato i giovani a costruire proposte per l’Unione europea, che saranno raccolte e presentate all’UE nell’ambito del progetto di finanziamento della Commissione europea CERV (Citizens, Equality, Rights and Values Programme) nel marzo 2024. Dopo i panel e le discussioni dinamiche, la domanda “cosa possiamo fare?” ha risuonato tra i giovani. Il desiderio di essere parte di una trasformazione come changemaker è al centro di ogni giovane presente. Steven, dagli Stati Uniti, che vuole diventare sacerdote e viaggiare oltreoceano per aiutare le persone, ha condiviso le sue perplessità: “Non riesco nemmeno a dire ai miei genitori di smettere di leggere fonti di informazione che sono problematiche. Quando Gesù tornò da Nazareth fu rifiutato dalla sua famiglia. Molti di noi hanno perso la speranza. Dove possiamo ritrovare la speranza? Ecco perché siamo qui alla GMG”. Adriana, una studentessa di giornalismo argentina, si è sentita incoraggiata dal workshop: “Il nostro ruolo di giovani è molto importante per combattere la disinformazione e può essere fatto anche in modo divertente. Se creiamo una comunità possiamo essere più forti”. Verso un’etica trasversale Il corso della storia non dipende solo dalla forza delle idee, ma soprattutto dall’evoluzione degli interessi politici ed economici che integrano più di una volta solo pallidi riflessi di queste idee. La chiamata di Papa Francesco nel 2014 che ha ispirato DIALOP ad avviare un dialogo trasversale continua a svolgersi. Alla domanda di un giovane su come creare un quadro etico comune in presenza di tante divisioni, Walter Baier, presidente del Partito della Sinistra Europea, ha risposto: “Papa Francesco ha detto che dobbiamo accettare il conflitto come qualcosa di naturale, quello che dobbiamo sapere è cosa fare con il conflitto. Il fatto che cristiani e marxisti provenienti da tradizioni molto diverse, anche con lingue molto diverse, possano sedersi insieme e lavorare su un quadro comune è un esempio di dialogo.” Sono intervenuti anche Angelina Giannopoulou, di transform!europe e José Manuel Pureza di Bloco de Esquerda, oltre a Michele Zanzucchi e Ana Clara Giovani dell’Università di Sophia e Maria Chiara de Lorenzo del Movimento dei Focolari. In futuro, nell’ambito del progetto DialogUE, DIALOP organizzerà altri simposi su ecologia e politiche sociali. Per maggiori informazioni, accedere a https://dialop.eu.