Apr 27, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
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Apr 27, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
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Apr 27, 2011 | Spiritualità
È ormai imminente la beatificazione di papa Giovanni Paolo II e, insieme a tutta la Chiesa, ci sentiamo invasi da una gioia immensa e da una profonda gratitudine. Gioia e gratitudine per il dono che essa ci fa nel riconoscere la santità di questo grande papa, espressa nella sua vita spesa e consumata, fino all’ultimo istante, per Dio e per gli uomini. Continua a sbalordire la straordinaria ricchezza del suo magistero, come pure la riconoscenza che suscita ad ogni latitudine la sua testimonianza d’amore, tanto in persone cristiane come in fedeli di altre religioni e in persone che non hanno una fede religiosa. Proprio lui, in occasione del 25° anniversario del suo pontificato, ci aveva confidato la sorgente da cui tutto scaturiva: quel segreto intimo del rapporto che – come successore di Pietro – lo legava a Gesù: «25 anni fa ho sperimentato in modo particolare la divina Misericordia. Cristo ha detto anche a me, come un tempo a Pietro: “Mi ami tu più di costoro”. Ogni giorno si svolge all’interno del mio cuore lo stesso dialogo tra Gesù e Pietro. Nello spirito, fisso lo sguardo benevolo di Cristo risorto. Egli, pur consapevole della mia umana fragilità, mi incoraggia a rispondere con fiducia come Pietro: “Signore, Tu sai tutto, Tu sai che ti amo!”»[1]. Oggi questo evento della Chiesa ci fa penetrare nella dimensione di quel “di più”, vissuto da Giovanni Paolo II giorno per giorno, con eroismo. Insieme a tutti gli altri Movimenti abbiamo sperimentato l’amore particolare di Giovanni Paolo II nel riconoscimento del ruolo che essi hanno nella Chiesa, quale espressione della sua dimensione mariana. Già nell’87, parlando alla curia romana, aveva messo in luce l’importanza di questa dimensione: «La Chiesa vive di questo autentico “profilo mariano”, di questa “dimensione mariana” (…) Maria, l’Immacolata, precede ogni altro e, ovviamente, lo stesso Pietro e gli apostoli (…). Il legame tra i due profili della Chiesa, quello mariano e quello petrino, è dunque stretto, profondo e complementare, pur essendo il primo anteriore tanto nel disegno di Dio quanto nel tempo; nonché più alto e preminente, più ricco di indicazioni personali e comunitarie (…)[2]». Spalancando le porte alla novità suscitata dallo Spirito Santo, nello storico incontro dei movimenti ecclesiali e nuove comunità la vigilia di Pentecoste 1998 in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II riconobbe che i due profili «sono coessenziali alla costituzione della Chiesa e concorrono (…) alla sua vita, al suo rinnovamento, e alla santificazione del popolo di Dio»[3].
Al di là degli importanti eventi pubblici, Chiara Lubich era legata a questo grande papa da un rapporto personale e profondo: le udienze private, concesse spesso durante inviti a pranzo, la sua presenza in tante manifestazioni pubbliche del movimento, le lettere personali e le telefonate in occasione di particolari ricorrenze, come «pietre miliari nella storia del nostro movimento», spingevano Chiara ad esprimersi così nel 2005, al momento della sua morte: «La sua santità. Anch’io posso darne testimonianza di persona»[4]. «Si faceva così ‘nulla’, da farci sentire a volte, uscendo dalle sue udienze, una intensa unione diretta con Dio solo. Il papa quindi ti portava a Dio, come vero mediatore, che si annulla quando ha raggiunto lo scopo»[5]. «Si rimane meravigliati e con l’animo riconoscente di fronte a tanto amore e, al contempo, si è grati a Dio di avere potuto essergli stati accanto a dargli una mano, come figli e “sorella”, come ha voluto chiamarmi in una sua ultima lettera»[6]. «La storia del Movimento dei focolari – scriveva in quell’occasione Chiara – è, in questi ultimi 27 anni, una riprova del “di più” d’amore che ha albergato nel cuore di Giovanni Paolo II. Questo suo “di più” d’amore ha chiamato il nostro, per cui il papa è entrato nel più profondo del cuore di ogni membro del movimento. Non si può perciò dire a parole semplicemente umane chi egli è stato per noi.»[7] Come non ricordare la visita del Santo Padre, il 19 agosto 1984, al centro del Movimento a Rocca di Papa? In quell’occasione egli riconobbe esplicitamente nell’esperienza spirituale di Chiara la presenza di un carisma, e affermò: «C’erano nella storia della Chiesa tanti radicalismi dell’amore. (…) C’è un vostro radicalismo dell’amore, di Chiara, dei focolarini. (…) L’amore apre la strada. Auguro che questa strada, grazie a voi, sia, per la Chiesa, sempre più aperta!»[8] E come non pensare ad alcune sue espressioni nei nostri confronti? Durante il suo intervento al Familyfest di Roma, il 3 maggio 1981, aggiunse a braccio: «La vostra spiritualità è aperta, positiva, ottimistica, serena, conquistatrice… Avete conquistato anche il papa… Ho detto che auguro a voi di essere la Chiesa. Adesso voglio dire che auguro alla Chiesa di essere voi»[9]. E nel 1983, il 20 marzo, durante la Giornata di Umanità Nuova: «Molte volte, quando sono triste, mi viene in mente… “focolarini”. E ritrovo una consolazione, una grande consolazione!»[10]. Durante i suoi numerosi viaggi, in ogni angolo del mondo dove si era fatto pellegrino, aveva imparato a riconoscere il nostro “popolo focolarino”, come lo chiamava, traendone – come una volta disse a Chiara – conforto e sostegno. Nel decorrere del suo lungo pontificato abbiamo più volte avvertito un amore particolare da parte sua, la profondità del suo sguardo paterno e quasi la sua predilezione. Ricordiamo con gratitudine il caloroso affetto manifestato a Chiara e a tanti di noi in molte circostanze, ma anche il suo ruolo determinante nel riconoscere il carisma particolare donato da Dio alla Chiesa e all’umanità attraverso di lei. Un aspetto della particolare sintonia spirituale tra Chiara e Giovanni Paolo II si può ravvisare nel sentire e vivere la Chiesa come comunione, espressione dell’amore di Dio per tutti gli uomini. Di qui la proposta, espressa nella lettera apostolica Novo millennio ineunte per la Chiesa del terzo millennio: vivere la spiritualità di comunione per riportare Gesù risorto nel cuore del mondo[11]. E così, in questo momento in cui festeggiamo con immensa gioia la beatificazione di Giovanni Paolo II, da lui e da Chiara ad una sola voce ci sentiamo ancora una volta fortemente interpellati a vivere con pienezza la spiritualità che Dio ci ha donato.
Maria Voce
[1] Giovanni Paolo II – Omelia per il XXV anniversario di pontificato – 16.10.2003 [2] Ai cardinali e ai prelati della curia romana – 22.12.1987 [3] Giovanni Paolo II – Ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità – 30.5.1998 [4] Chiara Lubich – Un di più d’amore – Città Nuova 2005/7 pag 10 segg [5] Mariapoli n. 4-5/2005 [6] Chiara Lubich – Un di più d’amore – cit. [7] Chiara Lubich – Un di più d’amore – cit. [8] Discorso di Giovanni Poalo II ai membri del movimento dei Focolari – 19.8.1984 [9] Discorso di Giovanni Paolo II ai coniugi partecipanti al convegno “Sulla famiglia e l’amore” – 3.5.1981 (espressione non citata nel discorso pubblicato) [10] Discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti al convegno internazionale del «Movimento Umanità Nuova» – 20.3.1983 (espressione non citata nel discorso pubblicato) [11] Cfr Novo millennio ineunte n.43 (altro…)
Apr 24, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
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Apr 24, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
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Apr 24, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Pittingerstraße 31 82008 Unterhaching 089 – 13 22 58 089 – 13 49 15 Mangfallstraße 29 81547 München 089 – 690 21 46 089 – 690 32 93 Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Apr 23, 2011 | Centro internazionale, Spiritualità
Il cristianesimo è vero perché Cristo è risorto.
Perché egli non si movesse, misero sulla bocca della tomba una mola e presso la mola una guardia. Ma il morto rivenne fuori. E la storia prese un altro indirizzo, per cui andò a sboccare nella vita eterna, anziché nella morte infinita. La Chiesa esorta, sulla bocca del sepolcro vuoto, i capi dello Stato, re e magistrati, a capire; essi, cui è così difficile capire; tanto è vero che ripetono all’infinito gli stessi errori: escono da una dittatura e ne preparano un’altra; si rilevano dalla seconda guerra e predispongono la terza; curano spesso le sciagure dei popoli aggiungendo altri lutti. Sul paesaggio della resurrezione, passano figure soavi di donne. In esse l’amore ha vinto il timore; e quando gli apostoli stanno rintanati in clandestinità, esse escono fuori a ricercare l’Amore: e scoprono che è risorto. Scoprono la conferma all’Evangelo: che la religione di Gesù è tutta un duello contro la morte, e una vittoria su di essa; difatti sua sostanza è l’amore, che non conosce limiti. La bellezza finisce, l’onore ha un termine, la giustizia s’arresta ai margini del diritto, ma l’amore non conosce barriere, oltrepassa i solchi del male, sfonda la morte. Coi sacramenti poi assicura una continua resurrezione dal male, il quale è sostanza di morte: e i sacramenti, sostanza di vita, sono prodotti dell’amore, come la redenzione e come la Chiesa. Al cristiano non è consentita la disperazione; non è consentito abbattersi ai piedi della morte. Possono crollare le sue case, disperdersi le sue ricchezze: egli si rileva, e riprende a lottare: a lottare contro l’odio. Il cristianesimo sta finché resiste questa fede nella resurrezione. La resurrezione di Cristo, nostro Capo, che in sé c’inserisce e della sua vita ci fa partecipi, ci obbliga a non disperare mai. Ci dà il segreto per rilevarci da ogni crollo. Ci dà armi per la lotta e forze per vincere la morte, lo spirito, se innestato in Cristo, prevale. La nostra è una religione della vita: la sola da cui la morte sia stata vittoriosamente e, se noi vogliamo, definitivamente, bandita. Oggi, noi siamo a terra, ma legandosi allo spirito cristiano, il popolo risorgerà. Intanto, a mo’ di Maria, che raccolse il Figlio schiodato e lo resse tra le braccia, la Chiesa tiene in grembo l’umanità crocifissa. E la prepara alla resurrezione. Deve essere, la resurrezione di Cristo, motivo di rinascita della nostra fede, speranza e carità: vittoria delle nostre opere sulle tendenze di morte. Rinascere ciascuno, in unità di affetti, col vicino; e ogni popolo, in concordia di opere, con gli altri popoli. Dovendo sant’Agostino ricapitolare in un discorso pasquale il processo della nostra resurrezione, non trovò di meglio che citare l’apostolo dell’amore, il quale disse: – Siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli. E cioè: amiamoci tra noi, per aiutarci a vivere. Così risorgeremo. Tratto da: Igino Giordani, Le Feste, SEI, Torino, 1954, pp.116-125. (altro…)
Apr 23, 2011 | Non categorizzato
Email: focpugliamatera@gmail.com WebSite: http://focolaripugliamatera.it (altro…)
Apr 23, 2011 | Non categorizzato
Email: focolari.napoli@focolare.org (altro…)
Apr 23, 2011 | Non categorizzato
Email: movimentofocolari.toscana@gmail.com
Apr 21, 2011 | Non categorizzato
Apr 21, 2011 | Chiesa
Erano un’ottantina, a Castelgandolfo, da tutte le regioni italiane e 5 Paesi europei, laici e religiosi. Spunto e argomento centrale di riflessione del convegno – 15/17 aprile scorso – la Comunione fra carismi antichi e nuovi, elaborata attraverso relazioni, testimonianze ed esperienze vissute. Tra questi l’incontro del 23 ottobre 2010 ad Assisi. E’ l’indimenticabile Pentecoste 1998 a darne ragione: in quel pomeriggio del 30 maggio 1998 è Giovanni Paolo ad affermare che i Movimenti sono: «significative espressioni dell’aspetto carismatico della Chiesa, anche se non le sole», rendendo presenti, con queste ultime parole, tutti quei carismi che durante i secoli hanno contribuito a far nascere importanti Famiglie religiose: la Famiglia francescana con san Francesco, quella benedettina con san Benedetto ed altre ancora. Il contributo dei carismi nel disegno della Chiesa-comunione, è stato uno dei temi centrali, sviluppato da P. Donato Cauzzo, camilliano. Ripercorrendo i passaggi salienti del manifestarsi dello Spirito Santo nella vita della Chiesa sin dalla Pentecoste, ha sottolineato «il recupero del ruolo primario e dinamico dello Spirito Santo e la funzione dei carismi, fino a riconoscere la dimensione carismatica della Chiesa come co-essenziale accanto a quella istituzionale», e come nel tempo «uomini e donne hanno contribuito a manifestare il mistero e la missione della Chiesa con i molteplici carismi di vita spirituale ed apostolica che loro distribuiva lo Spirito Santo». Richiamando l’Istruzione Ripartire da Cristo, ha citato l’incoraggiamento agli Istituti di vita consacrata ad andare oltre la propria famiglia religiosa o il proprio Istituto per «dilatare la comunione, riscoprire le comuni radici evangeliche», per aprirsi anche alle “nuove forme di vita evangelica”: i Movimenti. «Nel cuore della Chiesa-comunione – ha concluso P. Cauzzo – tutti i carismi antichi e nuovi – singolarmente e insieme – si propongono come luoghi in cui si vive l’esperienza di comunione e sono in questo di modello e di stimolo a tutta la Chiesa». Ampio spazio dedicato alle pubblicazioni del Gruppo Editoriale Città Nuova, inerenti ai Carismi, e a YouCat, sussidio al catechismo, rivolto ai giovani, in preparazione alla Gmg 2011. E infine un confronto per guardare al prossimo appuntamento che vedrà protagonisti Movimenti cattolici e di varie Chiese: “Insieme per l’Europa” a Bruxelles il 5 maggio 2012 il Congresso internazionale, con incontri paralleli in numerose città europee.
Apr 20, 2011 | Focolari nel Mondo
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Apr 20, 2011 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Video: Chiara Lubich, Argentina, aprile 1998.
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Apr 19, 2011 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Spiritualità
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«Carissimi tutti e tutte, la buona notizia che anche oggi siamo chiamati a dare è che Gesù è Risorto ed è vivo in mezzo a noi per l’amore scambievole. |
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È l’evangelizzazione di duemila anni fa ma sempre attuale che ci coinvolge tutti in un impegno nuovo di vita e di testimonianza. |
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L’augurio che vorrei giungesse ad ognuno della nostra grande famiglia è di camminare sempre con lui Risorto per le strade del mondo».
Maria Voce
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Apr 18, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
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Apr 18, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
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Apr 18, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Apr 18, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
يصليّ يسوع في بستان الزيتون في مكان يُدعى الجسمانيّة. لقد أتت الساعة المنتظرة، تلك اللحظة الحاسمة من حياته كلّها. وقع أرضًا وتوسّل إلى الله الآب بثقة وحنان، طالبًا منه أن يُبعد عنه هذه الكأس(أنظر مرقس 14، 36)، أي كأس آلامه وموته. صلّى لتبتعد عنه تلك الساعة، ولكنّه عاد وأسلم ذاته كلّيًا لإرادة الله:
“ولكن ليس ما أريد أنا، بل ما أنت تريد”
كان يسوع يعرف تمام المعرفة أنّ آلامه لم تكن بالحدث المفاجئ، وليست نتيجة قرار بشريّ وحسب، إنّما هي مخطّط الله عليه. سوف يُحاكَم وينبذه الناس، لكنّ الكأس التي سيشربها، تأتي من يد الله. يُعلّمنا يسوع أنّ للآب مخططَ محبّة على كلّ إنسان، وهو يخصّ كلَّ واحد منا بمحبّة شخصيّة. وفي حال آمنا بهذه المحبة، وتجاوبنا بدورنا معها بمحبّتنا له، فسيؤول كلّ شيء إلى خيرنا. وبالنسبة إلى يسوع ، ليس من أمر، حتّى آلامه وموته، قد حدث صدفة. ومن ثمّ جاءت القيامة التي نحتفل بها خلال هذا الشهر. إنّ مَثَل يسوع الذي قام من الموت يجب أن يكون نوراً لحياتنا. يجب أن نرى في كلّ ما يحصل ويحدث من حولنا، حتّى ما يؤلمنا، أمرًا يسمح به الله أو يريده لأنّه يحّبنا. عندها سيكتسب كلُّ شيء في الحياة معنىً ويحمل معه فائدة، حتّى تلك الظروف التي في حينها قد تبدو لنا أنّها تلامس العبث، أو التي لا يفهمها العقل، أو التي ترمي بنا، كما حدث ليسوع، في هوّة من اليأس المميت. يكفينا آنذاك أن نردّد معه وبفعل ثقة كليّ بمحبّة الآب:
“ولكن ليس ما أريد أنا، بل ما أنت تريد”
ما يريده الله منّا هو أن نحيا حياتنا وأن نشكره بفرح على نِعَمِ الحياة. ولكن، قد نظنّ أحيانًا، بخاصّة عندما تواجهنا الآلام، أنّ إرادته أمر مفروض علينا ويجب الاستسلام أمامه، أو هي تتابع أحداث رتيبة مملّة تتوالى في حياتنا. إنّ إرادة الله هي صوت الله في داخلنا، يُحدّثنا بلا انقطاع ويدعونا إليه، إنّها الطريقة التي يعبّر لنا بها عن حبّه ليهبنا ملء حياته. يمكننا أن نُشبّهها بالشمس وأشعّتها: الأشعّة هي بمثابة إرادة الله على كلّ إنسان. كلّ منّا يتبع شعاعًا مختلفًا عن الذي يسير فيه الآخر الذي يحقّق إرادة الله عليه أيضًا. جميعنا نتمّم إرادة واحدة هي إرادة الله، لكنّها تختلف من الواحد إلى الآخر. ونحن نعلم أنّ تلك الأشعة كلّما اقتربت من الشمس، اقتربت من بعضها بعضًا. هكذا، وبقدر ما نقترب من الله محققّين بشكل كامل إرادته الإلهيّة، يقترب واحدنا من الآخر إلى أن نصبح جميعنا واحدًا. وإن عشنا على هذا النحو كلّ شيء في حياتنا قد يتبدّل. وبدل أن نتوجّه إلى مَن نرتاح إليهم ونخصّهم بمحبّتنا ونفضلّهم وحسب، سوف نحوّل اهتمامنا نحو جميع مَن تضعه إرادة الله على دربنا. وبدل أن نفضّل القيام بما يعجبنا سنصبح مستعدّين للقيام بما تقترحه علينا مشيئة الله ونفضّله. وأن نعيش إرادة الله بكلّ كياننا في اللحظة الحاضرة “بل ما أنت تشاء”، سوف يحملنا على التخلّي عن كلّ شيء وحتّى عن ذواتنا “ولكن لا ما أنا أشاء”. نحن لا نسعى وراء التخلّي بحدّ ذاته، بل نحن نبحث عن الله من دون سواه؛ فنكون بالنتيجة قد تخلّينا عن ذواتنا. وعندها يكون فرحنا كاملاً. يكفينا أن نغوص في اللحظة الحاضرة وأن نحقّق فيها إرادة الله ونحن نردّد:
“ولكن ليس ما أريد أنا، بل ما أنت تريد”
إنّ الماضي لم يعد بين أيدينا، والمستقبل ليس ملكًا لنا بعد. مثل ذلك المسافر في قطار؛ لكي يصل سريعًا إلى هدفه لا يسير داخل القطار ذهاباً وإياباً بل يجلس هادئًا في مقعده. هكذا لنثبت في اللحظة الحاضرة، لأنّ قطار الزمن يمشي من تلقاء نفسه. فلنحبّ إذًا تلك الابتسامة التي يجب أن نعطيها، أو العمل الذي علينا أن نقوم به، أو السيّارة التي نقودها، أو الطعام الذي نُحضّره، أو البرنامج الذي نُنظّمه أو من يتألّم بقربنا. لا تعود المحن أو الآلام تخيفُنا إذا كنّا نعرف، على مثال يسوع، أن نرى فيها إرادة الله أي محبّته لكلّ واحد منّا. لا بل يمكننا أن نردّد هذه الصلاة: “أعطني يا ربّ ألاّ أخاف شيئًا، لأنّ كلّ ما سوف يحصل هو إرادتك! أعطني ألاّ أرغب بشيء لأنّ ليس هناك ما أرغب به أكثر من إتمام إرادتك وحدها. ما المهمّ في هذه الحياة؟ وحدها إرادتك مهمّة! أعطني ألاّ أخاف شيئاً لأنّ إرادتك تسكن كلّ تفاصيل حياتي. أعطني ألاّ أفتخر بشيء، لأنّ كلّ شيء نابع من إرادتك”. كيارا لوبيك ( نيسان 2003) (altro…)
Apr 17, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Un sabato speciale per la grande famiglia dei Focolari in Repubblica Dominicana. Nella Casa San Paolo della Chiesa cattolica dominicana, circa 700 persone convengono da tutto il Paese, un piccolo Paese di una dozzina di province, duecento chilometri su trecento, ma ricca di bellezze locali, di “campanilismi”, con tutti i riflessi positivi e quelli invece negativi legati ai particolarismi. Lo si costata nell’incontro di Maria Voce e Giancarlo Faletti con 150 giovani vicini al Movimento della Repubblica Dominicana: una varietà notevole, una ricchezza di espressioni. Priscilla, ad esempio, racconta di come si sia trasferita dalla sua provincia, Santiago Rodriguez, rurale e nota per le enormi coltivazioni di banani, nella capitale, per studiare psicologia. Ebbene, non è stato facile per lei cambiare ambiente, amici e modo di vivere. Ma la vicinanza con i ragazzi e le ragazze dei Focolari le ha permesso di inserirsi bene nella nuova realtà, diventando anzi un leader per tanti altri amici.
La platea di giovani siede silenziosissima: sembra strano, vista la vivacità esuberante di questi giovani dominicani, capaci però di grande generosità e profondità di vita. Le loro domande evidenziano il loro desiderio di radicalità. E così Maria Voce insiste, parlando di “vocazione”, di aspirazione a qualcosa di grande: «Alla vostra età c’è l’amore per il rischio, deve esserci, lo spirito d’avventura, il cercare di fare qualcosa di diverso. È proprio in quest’età che si ha la grazia di fare qualche pazzia! È una pazzia per Dio, quella di seguire l’eventuale sua chiamata, anche se non si è sicurissimi. Ne vale la pena». E Giancarlo Faletti sottolinea come «la gioventù sia per sua natura ricerca, ricerca di studio, lavoro, sport, affetti, impegno. È lì che vengono in evidenzia le potenzialità di ognuno, e anche le capacità di ascolto. Non solo di ascolto delle voci che vengono dall’esterno, ma soprattutto della voce interiore che mi chiede il perché di tutto quello che faccio. Non posso nascondermi di fronte a tante cose, ad una vita frenetica: debbo sapere ascoltare la voce che mi chiede dove va la mia vita». Emerge anche la forte influenza che hanno sui giovani le spinte dell’egoismo e della poca chiarezza, del rumore della città e anche del peccato, della tentazione: «Il nostro amplificatore – risponde Maria Voce – è la presenza di Gesù in mezzo a noi, che fa sentire la sua voce e la rende forte, anche più forte degli altri rumori». Chiara Luce Badano, la giovane del Movimento recentemente beatificata, è per loro un esempio, che li aiuta ad affrontare le difficoltà anche quando, rispetto a quella che può sembrare la normalità, si viene giudicati per una vita cristiana impegnata, in ogni caso controcorrente. «Ma è più importante preoccuparsi che Dio sia contento di te, o solo che lo siano un compagno o una compagna?», chiede loro Maria Voce. Poi «bisogna però che questi amici possano sentire la gioia che esiste tra di voi». Non si tratta di isolarsi, ma di far avanzare la bellezza della vita “con Gesù”, per far sperimentare la bellezza di quel che si fa “insieme”.
Commenta Marguerita, una giovane del Nord del Paese: «Quando Maria Voce ci ha parlato di Gesù che sulla croce ha gridato il suo abbandono, ho capito che non è solo dolore; viverlo non vuol dire rimanere nella sofferenza, ma avere la gioia di vivere con Lui e per Lui». Mentre Pablo, di Santo Domingo, sottolinea come «la semplice gioia che ho provato oggi debbo farla diventare un virus che contagia i miei amici». «Siete generosi – conclude Maria Voce –, e mi avete dimostrato che sapete esserlo. Quindi siete capaci di cose grandi. Continuate senza paura di dare di più». Da Michele Zanzucchi (altro…)
Apr 16, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Si dice che la Repubblica Dominicana è una “Svizzera caraibica”. I quartieri centrali della capitale Santo Domingo fanno il verso a Miami o ad Houston, ma senza riuscire a celare le gravi disuguaglianze sociali che colpiscono la società dominicana. Nulla a che vedere con i vicini haitiani e la loro drammatica situazione al limite della sopravvivenza, anche se un milione di haitiani vive nella Repubblica Dominicana, svolgendo solitamente i lavori più duri, dai muratori agli scaricatori di porto, ai lavoratori nelle piantagioni di banani. Ma non si può nemmeno parlare di sacche di povertà, perché ci sono interi quartieri in cui è difficile condurre una vita decente. Uno di questi è Herrera, dove Maria Voce si è recata, nel settore El Café, per conoscere una delle opere sociali sviluppate dal Movimento dei Focolari. Si tratta di una scuola chiamata “Café con leche”, cioè caffelatte, che ricorda così la situazione tipica dei mulatti – né caffè né latte –, stragrande maggioranza della popolazione dominicana. La scuola conta oggi più di 500 allievi, che si alternano per corsi mattutini o pomeridiani, in una costruzione che si è andata ampliando poco alla volta, a partire da quel 1990 che viene indicato come l’inizio dell’avventura di “Café con leche”.
È stata Marisol Jiménez all’origine di tutto. Vedendo lo stato di estrema necessità del quartiere e lo stato di semi-abbandono dei bambini, cominciò con l’organizzare un coro nella parrocchia, e poi col radunarli per un campeggio estivo, che si ripeté per due anni, per 500 bambini. Poi le apparve chiaro che bisognava fare qualcosa per migliorare il livello educativo dei bambini, che molto spesso rimanevano nell’analfabetismo. Coinvolse poco alla volta altre amiche e amici, e così nel 1995 la scuola partì con tre maestre e qualche decina di bambini. Maria Voce – in un clima di gioia e condivisione, coi ragazzi issati un po’ ovunque, mentre sulle case adiacenti si erano riunite intere famiglie per partecipare alla festa – ha potuto costatare i progressi del progetto, che si è sviluppato grazie alle “adozioni a distanza” di Famiglie Nuove e a tante generosità catalizzate dalla “Fondazione Igino Giordani-Foco”, che ora è diretta da un’altra appassionata, Margarita Rodriguez de Cano.
Un’incredibile serie di eroismi e miracoli, di crescita spirituale e materiale dei bambini, ha portato la scuola ad accompagnare fino alla piena maturità lavorativa centinaia di bambini di El Café. Un esempio di “sviluppo integrale”, che riesce a coinvolgere le famiglie, a sostenerle e a valorizzarle, per dare una speranza di promozione umana. Per sostenere la scuola vengono prodotti oggetti in legno dai ragazzi, vestiti da alcune ragazze e altra oggettistica che viene commercializzata in loco e negli Stati Uniti. Il governo dominicano e lo stesso presidente della Repubblica hanno dato il loro contributo all’iniziativa. «Anche se tutto può apparire piccolo», ha detto Maria Voce nel cortile della scuola, qui si sente che l’amore ha costruito qualcosa di grande. «E questo resta, l’amore resta sempre». Da Michele Zanzucchi (altro…)
Apr 16, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Apr 16, 2011 | Centro internazionale, Spiritualità
L’ingresso di Gesù a Gerusalemme, tra plausi e palme, ha un significato politico, non soltanto perché la folla riconosce, d’istinto, in lui il capo del popolo, ma anche perché è lui stesso, capo pacifico, ad affermare in quella circostanza un valore politico del suo messaggio. In quel giorno, dunque, proprio mentre le turbe (oggi diremmo: le masse) lo acclamavano Re d’Israele, Gesù Cristo, nello scendere dal Monte Oliveto, alla vista di Gerusalemme raccolta, con le sue casette bianche, attorno al Tempio splendente, in mezzo alla gioia di tutti, scoppiò a piangere, e gemé: «Oh! se conoscessi anche tu e proprio in questo giorno, quel che giova alla tua pace! Ma ora tutto ciò è nascosto ai tuoi occhi. Poiché verranno per te giorni ne’ quali i tuoi nemici ti faranno attorno delle trincee, ti circonderanno e ti stringeranno d’assedio da ogni parte e distruggeranno te e i figliuoli che sono in te, e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai conosciuto il momento nel quale sei stata visitata». Invece proprio in quel giorno, i capi della nazione, contro il sentimento del popolo, respinsero il suo programma di pace per confermare il loro programma di guerra. Proprio quel giorno si risolsero definitivamente a sbarazzarsi del Messia pacifico, che veniva a Gerusalemme cavalcando un asinello, perché gli anteposero l’eroe scarlatto del loro messianismo bellico. L’ingresso delle palme fu dunque la celebrazione del messianismo pacifico, cioè d’una politica sui generis, che venne subito stroncata dalla politica di vecchio genere: quella che credeva (e magari crederà) in Dio e nella sua legge, ma fidava (e fiderà) di più nella spada dei propri armigeri: più nei carri armati che negli annunzi del Sinai: questa decrepita folle politica che inocula la guerra anche nei trattati di pace e trasforma il popolo in esercito e la terra da arare in campo per ammazzare. La politica messianica di Gesù si ricapitola sotto il nome di regno di Dio: cioè un regime, la cui costituzione sia la legge di Dio, e il cui fine, come il principio, resti Dio. In essa egli organizza il popolo in regno: un proprio regno, e lo dirige sulle vie della pace. Questo regno di Dio si traduce anche in una costituzione sociale; la sua legge è il Vangelo, e comporta l’unità, la solidarietà, 1’eguaglianza, la paternità, il servizio sociale, a giustizia, la razionalità, la verità, con la lotta alla guerra, alla sopraffazione, alle inimicizie, all’errore, alla stupidità… Cercare il regno di Dio è quindi cercare le condizioni più felici per l’espressione della vita individuale e sociale. E si capisce: dove regna Dio, l’uomo sta come un figlio di Dio, un essere d’infinito valore, e tratta gli altri uomini ed è trattato da loro come fratello, e fa agli altri quel che vorrebbe che gli altri facessero a lui; e i beni della terra sono fraternamente messi in comune, e circola l’amore col perdono, e non valgono barriere, che non hanno senso nell’universalità dell’amore. Mettere per fine primo il regno di Dio, dunque, significa innalzare la mèta della vita umana. In questo senso, anche per noi, Cristo «ha vinto il mondo». Fuori di questo significato, Gesù non si occupa di politica, e neppure gli apostoli. Però nel loro insegnamento sono inclusi principi, se non di politica concreta, immediata, di parte, certo d’alta sapienza direttiva, che sostiene la grande e universale arte di governo d’ogni tempo. Gesù non tocca gl’istituti esistenti, ma ne muta lo spirito, mutando i sentimenti degli uomini. Non dice ai soldati di disertare, né ai pubblicani di lasciar l’esattoria, né ai sinedriti di dimettersi dal Gran Consiglio: dice loro di compiere la loro funzione con uno spirito nuovo. Non fa l’agitazione: fa la rivoluzione. E la fa nello spirito, dove appunto va fatta. Entro la settimana Gesù sarà presentato come antiebreo, secondo la legge teocratica, al tribunale d’Israele; come anti-romano, secondo la legge imperiale, al tribunale del procuratore. Tante accuse, tante menzogne: pure in effetti, «sovvertitore del popolo», come suona l’accusa, egli lo è, in un senso: è, quella di Gesù, la politica del subordinare ogni cosa al fine ultimo; e quindi non è sforzo per agglomerare potenza in mano ad uomini, ma per consentire agli uomini di governare la loro vita temporale, in modo da favorire lo sviluppo della propria perfezione religiosa. Non è dominio, ma servizio; non mira alla guerra, ma propugna la pace; non importa egemonie ed esclusivismi, ma collaborazione fraterna, nell’universalità dell’amore, nella eguaglianza dei fratelli, nella dignità di tutti i componenti. Igino Giordani, Le Feste, SEI, Torino, 1954, pp. 104-110. (altro…)
Apr 15, 2011 | Cultura
Intervista a Gino Lubich
Attraverso le parole di Gino Lubich, fratello di Chiara, squarci inediti della loro vita in famiglia, durante la guerra, negli anni della nascita del Movimento dei focolari e oltre, fino all’Economia di Comunione. Fonte: Città Nuova editrice (altro…)
Apr 15, 2011 | Non categorizzato
Apr 15, 2011 | Non categorizzato
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Apr 14, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dall’1 al 3 aprile, presso la cittadella Pace di Tagaytay, nelle Filippine, si è svolto un corso organizzato dalla “School for Oriental Religions” (SOR), che ha raccolto 250 partecipanti da diverse nazioni dell’Asia. Erano presenti, infatti, dal Pakistan e dall’India, ma anche da Thailandia, Myanmar e Vietnam e, poi, da Hong Kong e Taiwan, fino alla Corea e al Giappone. La maggioranza dei presenti proveniva, tuttavia, da varie isole delle Filippine, in particolare da Manila e Cebu e dai rispettivi dintorni. Fondati nel 1982 da Chiara Lubich, durante il suo primo viaggio in Asia, che aprì il dialogo con i buddhisti mahayana della Rissho Kosei kai, i corsi della SOR dal 2009 si tengono con cadenza biennale e mirano a formare cristiani di vari Paesi dell’Asia ad una mentalità di dialogo con seguaci delle grandi tradizioni religiose di quel continente. Sia nel 2009 che quest’anno si sono rivelati momenti, oltre che formativi, anche di incontro e di scambio di esperienze.
Si tratta di una vera agorà, dove emergono le sfide e le problematiche dei vari contesti – per esempio del Pakistan –, ma anche esperienze profetiche come quella del dialogo con il buddhismo monastico della tradizione theravada della Thailandia. Non si può non menzionare, soprattutto nelle settimane successive al terremoto e alla crisi nucleare del Giappone, come anni di dialogo abbiano permesso al Movimento dei focolari e a quello della Rissho Kosei kai di vivere questi terribili momenti in un clima di profonda amicizia e di supporto reciproco. Promettente anche il dialogo a livello accademico e sociale che si è costruito in India con indù di diverse organizzazioni gandhiane e con istituzioni accademiche. In Asia, le comuni caratteristiche spirituali emergono accanto alle differenze e alle tradizioni specifiche di ogni Paese e area culturale. Si evidenziano anche diverse modalità di rapporto fra cristiani e seguaci di induismo, islam, buddhismo e di culture come il confucianesimo e il taoismo. I Focolari vivono in prima linea le sfide che la Chiesa cattolica avverte in questi mondi.
Nelle presentazioni dei lavori della scuola è emerso chiaramente come dialogo ed evangelizzazione siano aspetti diversi della stessa missione della Chiesa, che prima di tutto deve essere di testimonianza, sia personale che, soprattutto, comunitaria, per garantire una presenza costruttiva e credibile dell’annuncio di Gesù Cristo. D’altra parte, le culture asiatiche colgono spesso aspetti non ancora approfonditi e valorizzati dal cristianesimo occidentale. La “School for Oriental Religions” si è concentrata quest’anno sull’amore nelle diverse tradizioni. Da sottolineare la presenza dell’arcivescovo di Bangkok, mons. Francis Xavier Kriegesak, decano della Scuola, e gli apporti del monaco, prof. Phramaha Sanga Chaiwong, abate di un importante tempio nei dintorni di Chiang Mai nel nord della Thailandia, e del professore filippino Julkipli Wadi, musulmano, ordinario di Islamistica alla University of the Philippines. Tre giorni di dialogo e di confronto che, sui tempi lunghi, ma anche già nel presente, non potranno che produrre – come è stato detto – “adeguati antidoti ai fondamentalismi e alle intemperanze”. di Roberto Catalano Fonte: Città Nuova (altro…)
Apr 13, 2011 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Ti mostrerò la via della Sapienza”. E’ il motto che campeggia in vari angoli della De Paul University, università fondata alla fine del XIX secolo dalla Congregazione delle Missioni di San Vincenzo De Paoli, per assicurare un’adeguata formazione ai figli degli emigranti cattolici nella città di Chicago. Oggi, con i suoi venticinquemila studenti, è il primo istituto Universitario dell’Illinois e fra i primi dieci degli USA. Il passo, tratto dal Libro dei Proverbi, sembra assumere un significato particolare in questi giorni in cui l’università ha organizzato l’annuale settimana di riflessione World Catholicism Week dal titolo Catholic Spirituality: a global communion. Nel corso della settimana sono previsti interventi di figure di primo piano. Nella giornata inaugurale, l’11 aprile, caratterizzata da diverse tavole rotonde, alcune in contemporanea, alcuni studiosi del Movimento dei focolari sono stati invitati a presentare diversi aspetti della dimensione comunionale della spiritualità di Chiara Lubich. La prof.ssa Judith Povilus ha presentato l’esperienza interdisciplinare, interetnica ed interculturale dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Firenze). Il prof. Donald Mitchell ha proposto l’aspetto dell’ecologia coniugato al dialogo interreligioso, mentre il prof. Paul O’Hara ha affrontato l’aspetto del profilo mariano. Maria Voce ha infine parlato della Spiritualità e teologia trinitaria nella vita e nel pensiero di Chiara Lubich. In una sala stipata di personalità accademiche e di rappresentanti del mondo cattolico, la Presidente dei Focolari ha messo in evidenza quattro punti della spiritualità di comunione – Dio amore, l’amore al fratello, l’amore reciproco e Gesù abbandonato chiave per realizzare l’unità – soffermandosi, in particolare, sul mistero di Gesù Abbandonato, come segreto per guarire tutte le ferite provocate da divisioni e fratture.
Facendo riferimento all’esperienza di luce vissuta da Chiara Lubich nell’estate del 1949 e delle sue intuizioni sulla spiritualità di comunione, come riflesso della vita trinitaria, ha letto alcuni passi degli appunti della fondatrice dei Focolari, sottolineando come si trattasse di un’esperienza comunitaria. Ha concluso, sottolineando la profonda consonanza fra la spiritualità di comunione ed il pensiero espresso dalla Novo Millennio Ineunte e presentando la sfida dell’Istituto Universitario Sophia, che desidera «fornire fondamenti e prospettive di un sapere globale, di una cultura che scaturisce dal carisma dell’unità, frutto di una spiritualità comunitaria profondamente vissuta come riflesso della vita trinitaria».
A Maria Voce hanno risposto due teologi, il prof. Tom Norris, membro della Commissione Teologica Internazionale, ed il prof. David Schindler, direttore dell’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia presso la Catholic University of America. Entrambi hanno indicato, sia pure da diverse prospettive, l’attualità del pensiero trinitario di Chiara Lubich ed il coraggio della sua proposta alla Chiesa e alla riflessione teologica contemporanea. Norris ricordava, infatti, come un teologo abbia recentemente affermato che la Trinità è la grammatica di ogni teologia. Schindler ha posto l’accento sul profilo mariano della spiritualità comunitaria di Chiara e la sua capacità di rispondere in modo positivo all’Illuminismo. Impossibile al termine della serata non pensare ad un legame fra quella Via della Sapienza che la DePaul si propone di offrire ai suoi studenti ed il carisma di comunione di Chiara Lubich, dono di Dio per camminare su quella strada. Dall’inviato Roberto Catalano
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