Movimento dei Focolari

Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini

Il 20 novembre è il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò, nel 1959, la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, e approvò, nel 1989, la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Costruita armonizzando differenti esperienze culturali e giuridiche, la Convenzione enuncia per la prima volta, in forma coerente, i diritti fondamentali da riconoscere e garantire a tutti i bambini del mondo. Sono quattro i diritti fondamentali esplicitati nel documento: mancanza di discriminazione, superiore interesse, vita, sopravvivenza e sviluppo e infine ascolto in tutti i processi decisionali. La Convenzione prevede anche un meccanismo di controllo sull’operato degli Stati, che devono presentare un rapporto periodico sulla sua attuazione nel proprio territorio. Secondo l’Unicef, ogni anno milioni di bambini continuano ad essere vittime di violenza: abusi, abbandono, sfruttamento, guerre, discriminazioni. Molto è stato fatto, ma molto ancora si deve fare per una reale applicazione di questi principi.   (altro…)

Noi, la Chiesa

Noi, la Chiesa

Igino Giordani durante una vista a Loppiano

“Se due o tre, adunandosi in nome di Gesù, chia­mano Gesù e Cristo è in mezzo a loro, senz’altro essi compongono una società perfetta: due uomini e l’Uo­mo-Dio, ed ecco in embrione la società umano-divi­na: la Chiesa. Ma è importante notare che egli chiede questo adunarsi, cioè questo mettersi insieme; questo «dialogo», come dice la filosofia sociale d’oggi. Dove uno sta a sé, individualisticamente segregato dagli altri, avviene come di un polo che non faccia contatto con l’altro polo: non genera la luce. Come la grazia di Dio impiega anche mezzi umani per passare, e anche mezzi naturali: acqua (Battesimo), pane (Eucaristia) ecc., quasi per promulgare e ripetere l’incarnazione, così, ponendo accanto all’uomo il fratello, fa scattare l’amore: accende sulla terra la luce, che è Cristo, l’Amore, e apre l’accesso alla fonte. Venuto a rompere l’isolamento, che accresce l’an­goscia dell’esilio, Gesù non ha costituito delle indi­vidualità, ma una società, vale a dire una convi­venza organica: per la quale, come per ogni forma di vita, ha posto, quale legge, l’amore. Per amare, biso­gna essere almeno in due; e per consociarsi bisogna amare. Poiché «l’amore viene da Dio» (1 Gv. 4, 7) amare è far vivere in noi Dio: un mettere Dio tra noi. L’amare perciò, e quindi il mettere in comune (co­municare) la propria anima con l’anima della persona amata, non serve tanto per ricavare gioia e pace per sé o non tanto per dare pace e gioia all’altra, quanto perché tra le due anime viva Dio: e quindi il coronamento dell’amore è farsi uno, l’Uno che è Cristo: si arriva così a costruire in chi ama e in chi è amato il Cristo mistico. Con questa costruzione noi attendiamo a compiere la pienezza del Cristo: a fare il Cristo totale. Per tal modo chi ama una persona, in Cristo, mette a circo­lare lo Spirito Santo, fra sé e l’altra; ed è lo Spirito stesso che circola da Padre a Figlio: è dunque un mettere a vivere in loro la vita della Santa Trinità. E allora si vede che, per tutte le ventiquattro ore della giornata, noi compiamo contemporaneamente un’altra opera misteriosa, immensa, nelle profondità dello Spirito: la costruzione, pietra su pietra, della Chiesa, quale Corpo mistico di Cristo; e in ciò collaboriamo con Dio mentre ne usiamo le forze e ne viviamo la vita: e intanto realizziamo la comu­nione dei santi. In tale impresa, ciascuno è Cristo per il suo fratello: e ogni fratello è Cristo per ciascuno. Questa società con la Trinità è la Chiesa: e amarsi in Cristo è vivere con la Chiesa, vivere la Chiesa e nello stesso tempo completarla, arrivando alla pienezza di essa. La perfezione del cristianesimo sta nel capire e soprattutto nel vivere il Corpo mistico, dal cui ordinato funziona­mento dipende, in proporzione, la sanità di tutte le membra: e se egli immette salute, anche i fratelli godono; se inocula tossine, anche gli altri soffrono. Non i discorsi, non le querimonie curano i mali nel corpo della Chiesa: ma la propria santità, e cioè i globuli sani, che ciascuna cellula immette nel comune apparato circolatorio. Il Corpo mistico reagisce sul corpo sociale come l’anima sul corpo. Tutto il bene che il Corpo mistico realizza sulla terra è spirito di Dio che si inserisce nell’umanità: è Dio che vive tra gli uomini e li recupera a sé. Sì che la Chiesa è il veicolo per riportare la creazione al Creatore”.   Igino Giordani, La divina avventura, Città Nuova, Roma, 1993, pp.47-64. (altro…)

II Giornata Mondiale dei Poveri

Si celebrerà domenica 18 novembre la seconda Giornata Mondiale dei Poveri, istituita da Papa Francesco nel 2016, al termine del Giubileo della Misericordia, con il titolo “Questo povero grida e il Signore lo ascolta” (Sal 34,7). Scrive il Papa, nel testo preparato per l’occasione: «Questo Salmo permette oggi anche a noi, immersi in tante forme di povertà, di comprendere chi sono i veri poveri verso cui siamo chiamati a rivolgere lo sguardo. […] Che cosa esprime il grido del povero se non la sua sofferenza e solitudine, la sua delusione e speranza? Possiamo chiederci: come mai questo grido, che sale fino al cospetto di Dio, non riesce ad arrivare alle nostre orecchie e ci lascia indifferenti e impassibili? In una Giornata come questa, siamo chiamati a un serio esame di coscienza per capire se siamo davvero capaci di ascoltare i poveri». In occasione della II Giornata dei Poveri si ripete l’invito ad aprire la propria casa, condividendo la mensa in maniera semplice e fraterna, come segno di vicinanza e di sollievo alle tante forme di povertà che sono sotto i nostri occhi. (altro…)

Il valore della Filosofia

Alla Filosofia viene dedicata ogni anno, dal 2002, una Giornata Mondiale, il terzo giovedì di novembre. Nel proclamarla, l’UNESCO ne ha sottolineato il valore per lo sviluppo del pensiero umano. Così  Irina Bokova, ex Direttrice Generale: “La riflessione filosofica è un richiamo all’umiltà, alla riflessione e al dialogo ragionato, per costruire insieme delle soluzioni alle sfide che vanno oltre il nostro controllo. (…) Più le difficoltà sono grandi, più la filosofia è utile per dare senso alle domande sulla pace e sullo sviluppo sostenibile”. In questa Giornata, tutti i partner dell’Unesco – Governi nazionali, istituzioni e organizzazioni pubbliche, ong, università, scuole, ma anche cittadini e associazioni  – sono chiamati all’esercizio collettivo della riflessione libera, ragionata e informata sulle sfide dei nostri tempi. Il valore autentico della filosofia – ha affermato Moufida Goucha, ex Responsabile della Sezione “Sicurezza umana, democrazia e filosofia”, in occasione della prima Giornata – è quello di “stabilire un dialogo che non si deve mai interrompere sull’essenziale”, con il compito di restituirci “una gran parte della dignità umana, qualsiasi sia la nostra condizione”. (altro…)

In fuga dalla fame

Secondo le ultime stime, sarebbero più di 440 mila, delle oltre 2 milioni e 300 mila persone fuggite dal Venezuela, dal 2014 ad oggi, quelle che hanno superato la frontiera con il Perù. Vi arrivano dopo un viaggio estenuante, con molte incognite sul futuro e in mezzo a mille pericoli, tra i quali anche, ultimamente, la necessità di oltrepassare un fiume alla frontiera. «Se l’acqua è troppo alta, e non ce la fanno, vengono caricati a spalla da un uomo, naturalmente a pagamento». Ancora una volta è Silvano, della comunità dei focolari di Lima, a scrivere. «Fin dall’inizio di questo esodo di “arrivi forzati” abbiamo iniziato ad occuparci dell’“accompagnamento” di un numero sempre crescente di persone. Finora sono una sessantina quelle con cui abbiamo stretto un contatto personale. Non solo in senso spirituale, ma umano e professionale». Estremamente difficile la situazione per chi arriva: «Possiedono soltanto i vestiti che hanno addosso. E hanno freddo, perché pur essendo iniziata la primavera, qui le temperature sono ancora rigide. Abbiamo visto l’emozione nei loro occhi, quando hanno trovato i vestiti messi a disposizione attraverso una comunione dei beni». Due i centri operativi di accoglienza: il focolare di Lima e il “Centro Fiore”, a Magdalena del Mar, nella provincia della capitale. «Qui sono ospitati tre nuclei famigliari, tra cui quello di Ofelia, che tanti venezuelani scampati in Perù chiamano ormai “la madre”. Nel primo quadrimestre di quest’anno – racconta Silvano – siamo venuti in contatto con una psicologa, Irene, anche lei approdata qui da pochi mesi. Invitata nella nostra sede operativa, che poi è il focolare, aveva portato con sé i genitori e alcuni amici. In quell’occasione aveva conosciuto lo spirito che anima il focolare, e sapendo della necessità di molti suoi connazionali di elaborare il trauma subito, si è offerta di prestare gratuitamente il suo servizio come psicologa, per chi ne avesse fatto richiesta. Un piccolo progetto è subito cominciato, come risposta immediata alla promessa evangelica “Date e vi sarà dato”». Dopo una conferenza sul tema delle emozioni, tenuta da Irene nello scorso mese di luglio, seguita qualche settimana dopo da un secondo workshop, abbiamo aperto un consultorio in un locale del “Centro Fiore” di Magdalena del Mar. «Il “Progetto di crescita psico-emotiva per popolazioni vulnerabili” è nato così, per rispondere alla massiccia realtà migratoria che stiamo affrontando. Nella presentazione del progetto, che è rivolto in modo particolare alle categorie più fragili, come le donne, i bambini, i giovani e gli anziani – spiega Silvano – si legge che “fornire strumenti per far fronte alla situazione e consentire di integrarsi” con la comunità peruviana “è un imperativo”. Per questo il progetto, come è scritto, rientra tra gli obiettivi dei Focolari, per “collaborare alla costruzione di un mondo più unito, guidato dalla preghiera di Gesù al Padre (Che tutti siano uno, Gv 17, 21), nel rispetto e nell’apprezzamento della diversità, privilegiando il dialogo come metodo e il costante impegno a costruire ponti e relazioni di fraternità tra individui, popoli e aree culturali”. I casi più comuni sui quali si è già intervenuti sono forme di depressione sviluppate in situazioni di precarietà, o di ansia generata dalla preoccupazione per la sopravvivenza, dai maltrattamenti subiti, o ancora di disturbi nello sviluppo. Il progetto offre supporto, informazione, educazione, con percorsi individuali e di gruppo, conferenze sui temi del controllo emozionale, della violenza di genere, dell’autostima, dell’amore per sé stessi e per gli altri, sulle strategie di coaching». Alcune delle persone seguite hanno trovato un lavoro, altre lo stanno cercando, altre ancora stanno progettando di ritornare nel loro Paese di origine o di cercare un’altra destinazione. «Finora, in totale, sono state realizzate 35 sessioni di attenzione e cura psicologica. Grazie all’aiuto di amici, parenti e dell’intera comunità contiamo di continuare a offrire questo servizio gratuito agli immigrati venezuelani in difficoltà». (altro…)

Paul VI et Chiara Lubich

Paul VI et Chiara Lubich

Cet ouvrage recueille les contributions données à l’occasion d’un colloque sur Paul VI et Chiara Lubich à Rome. Elles analysent les rapports entre Mgr Montini/Paul VI, Chiara Lubich et le mouvement des Focolari. C’est une histoire qui remonte bien au-delà du concile Vatican II et qui s’est poursuivie tout au long du pontificat de Paul VI, à une période qui a vu la naissance et l’affirmation à l’intérieur de l’Église de nombreux mouvements ecclésiaux. Au travers de nombreux documents inédits, on y voit le lien étroit qui s’est créé entre Chiara Lubich et Giovanni Battista Montini, lequel, dès ses années de service à la Secrétairerie d’État du Saint Siège et durant son pontificat, sut valoriser et encourager la dimension trinitaire, fraternelle et œcuménique du mouvement des Focolari. Un exemple lumineux de rapport fraternel et mutuellement fécond entre un pape contemporain et l’un des nouveaux mouvements ecclésiaux, les Focolari, nés avant mais dans l’esprit de Vatican II.   Nouvelle Cité

Il capitale narrativo (le parole che faranno il domani nelle organizzazioni e nelle comunità)

Il capitale narrativo (le parole che faranno il domani nelle organizzazioni e nelle comunità)

Le comunità, le associazioni, i movimenti, le istituzioni e le imprese vivono grazie a molte forme di capitali. Una di queste è il capitale narrativo, una risorsa preziosa in molte organizzazioni, che diventa essenziale nei momenti di crisi e nei grandi cambiamenti dai quali dipendono la qualità del presente e la possibilità del futuro. È quel patrimonio fatto di racconti, storie, scritti, a volte poesie, canti, miti: un autentico capitale ché, come tutti i capitali, genera frutti e futuro. Se gli ideali di una organizzazione o di una comunità sono alti e ambizioni, come accade in molte Organizzazioni a Movente Ideale (OMI), anche il suo capitale narrativo è grande. L’economista Luigino Bruni, dopo La distruzione creatrice (2015) e Elogio dell’autosovversione (2017), continua ad approfondire il grande tema delle Organizzazioni a Movente Ideale. Città Nuova Ed.

California in fiamme

Con un bilancio provvisorio di 31 vittime, l’enorme incendio che si è sviluppato in California ha raggiunto il triste primato del peggiore rogo della storia del Golden State. Altre 220 persone risultano disperse. Il principale degli incendi, quello sviluppatosi a Nord della capitale Sacramento, è in parte ancora fuori controllo. In questa zona della Sierra Nevada la devastazione è gravissima: la cittadina di Paradise, 27 mila abitanti, è stata spazzata via dalle fiamme, con un tributo altissimo di vittime, almeno 14. Più al sud, tra la contea di Los Angeles e quella di Ventura, a imperversare sono altri due fronti di fuoco, di dimensioni più ridotte. In totale, dal nord al sud del Paese, gli sfollati sono oltre 300 mila. Nelle aree più colpite la scena appare spettrale, con boschi e villaggi ridotti a cumuli di cenere, e le poche zone risparmiate dal fuoco completamente deserte. I forti venti, fino a oltre 110 chilometri orari, generano spettacolari quanto devastanti “fire tornado”, tornado di fuoco che inceneriscono ogni cosa al loro passaggio. L’ennesimo dei disastri ambientali che purtroppo si succedono in tutto il mondo, causati dai cambiamenti climatici ma anche dalla mancanza di cura dell’ambiente. (altro…)

Cent’anni fa la Grande Guerra

L’11 novembre ricorre il centenario della fine della Prima guerra mondiale, cui seguì la Conferenza di pace di Parigi (18 gennaio 1919 – 21 gennaio 1920). Ma per altri cinque anni almeno in tutta l’Europa continuarono rivoluzioni e violenze di ogni tipo. Dalla Finlandia all’Anatolia, dal Caucaso all’Irlanda, dalla Germania alla Grecia. “Le guerre sono sempre tragiche”, ha affermato il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, lo scorso 4 novembre. E facendo proprie le parole dello scrittore Claudio Magris, «“Ogni paese pensava di dare una piccola bella lezione al nemico più vicino, ricavandone vantaggi territoriali o d’altro genere. Nessuno riusciva ad immaginare che la guerra potesse essere così tremenda, e avere una tale durata”. In questo nostro presente ancora una volta solcato da venti di guerra, la ricorrenza del centenario sia di monito a perseverare nel processo di integrazione e unificazione europea, uniche garanzie di una pace duratura». (altro…)

GEN ROSSO Music and Arts Village

GEN ROSSO Music and Arts Village

Dopo il successo raccolto nella prima edizione, il GEN ROSSO (INTERNATIONAL PERFORMING ARTS GROUP) presenta la 2° edizione del GEN ROSSO Music and Arts Village un’esperienza di approfondimento artistico e di condivisione di valori alla luce del carisma dell’unità. Il progetto intende coinvolgere giovani professionisti e studenti di discipline quali: musica, danza, canto e teatro, di età, preferibilmente, compresa tra i 18 e i 30 anni. La metodologia didattica è progettata e gestita da tutor del Gen Rosso con docenti dalla riconosciuta capacità ed esperienza artistica. Il programma prevede l’approfondimento di tematiche specifiche, lo scambio di esperienze, sessioni di dialogo e laboratori pratici che convergeranno in una performance finale. Le serate saranno arricchite da interessanti contributi artistici. La seconda edizione del Village si terrà dal 27 dicembre 2018 (con arrivo nel pomeriggio) al 5 gennaio 2019. A conclusione verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Il Gen Rosso, attraverso la segreteria del Village, è a disposizione per fornire ulteriori informazioni e tutta la documentazione necessaria all’iscrizione (a numero limitato). PROGRAMMA: Mattino : approfondimenti  di  tematiche, esperienze, scambio e dialogo. Pomeriggio: operatività immediata nelle varie arti dello spettacolo, con performance finale. Sera: interessanti proposte artistiche Dove: a Loppiano – Sede Gen Rosso – Terraio – Via Montelfi, 17 – 50063 Figline e Incisa Valdarno (Firenze) Quando: Dal 27 dicembre 2018 (pomeriggio-arrivo) al 5 gennaio 2019 (pomeriggio-partenza) Chi: giovani da 18 a 30 anni impegnati nello studio o verso la professione artistica. Quanto: € 600 + iva (grazie ad una borsa di studio che copre l’altro 40% dei costi) Portare: secondo la propria disciplina lo strumento e le scarpe e la tuta per la danza/abbigliamento adatto. Modulo per registrarsi CONTATTI Segreteria VILLAGE: +39 0558339821 (dalle ore 9,00 alle ore 13,00) Franco Gallelli: cell +39 3806592166 (h24)  email segreteria VILLAGE:  village@genrosso.com https://www.youtube.com/watch?v=G9eF6q1PYO4 (altro…)

29 anni fa cadeva il muro di Berlino

Una indimenticabile notte, quella di 29 anni fa, quando i cittadini di Berlino Est cominciarono a prendere a picconate il muro che li aveva divisi per 28 anni dal lato Ovest della città, dal 13 agosto del 1961. Il muro di Berlino era solo un tratto di una lunga linea di confine che spezzava in due parti l’intera Europa durante la guerra fredda: la zona d’influenza statunitense a ovest, quella sovietica a est. Oggi altri muri sono ancora in piedi, come quello tra Corea del Nord e Corea del Sud, e nuovi ne sono stati costruiti. Sono muri che violano i diritti fondamentali delle persone alla salute, all’istruzione, al lavoro, all’acqua, al cibo. E che a volte separano comunità e famiglie. Come quelli tra Israele e Palestina, tra Egitto ed Israele, tra Usa e Messico, tra India e Bangladesh, tra Marocco, Algeria e Mauritania. Anche in Europa nuovi muri dividono, come quelli tra Ceuta e Melilla, o tra Grecia e Turchia. Un muro d’acqua, infine, è quello del Mediterraneo, che continua ad inghiottire vittime. Il crollo inatteso del muro di Berlino, tuttavia, ha acceso 29 anni fa una speranza ancora attuale: che tutti i muri, grazie all’impegno di tanti uomini e donne di buona volontà, possano un giorno crollare. (altro…)

Vangelo vissuto: “Ecco: sto alla porta e busso”

Una comunità educativa Sono la direttrice di una scuola in un paese povero e isolato, con un’altissima percentuale di disoccupazione e diserzione scolastica. Costruendo rapporti profondi con gli allievi, le loro famiglie, i colleghi e gli operatori scolastici, ho avuto la gioia di vedere nascere una “comunità educativa” caratterizzata dalla promozione della dignità della persona e dall’apertura agli altri. Per aiutare i ragazzi a non abbandonare la scuola, oltre all’“adozione” di allievi e delle loro famiglie, abbiamo avviato un centro per la produzione artigianale. Questo progetto ha ricevuto anche un riconoscimento presidenziale. Da qualche tempo devo limitare la mia attività per una malattia, ma finché avrò vita lotterò perché l’educazione aiuti a scoprire il valore di se stessi e l’amore di Dio. (I. – Argentina) Accogliere il dolore altrui Dopo il suicidio di mio fratello, il contraccolpo in famiglia è stato grande. La vita non era più la stessa. Ho cominciato ad avere dubbi di fede. Le mie giornate diventavano sempre più vuote. Un giorno mi sono resa conto che con il mio atteggiamento non aiutavo i miei genitori. Allora ho raccolto tutte le mie forze per accogliere il loro dolore e fare in modo che sentissero meno il peso della tragedia. In questo modo, lentamente, ho sentito che le mie ferite si sanavano. È stata una conquista, che mi aiuta ora che sono diventata a mia volta mamma. (O.M. – Germania) Ho fatto spazio agli altri A 24 anni ho sposato Marcello, cui mi univa una profonda intesa e il progetto di formare una bella famiglia, in un cammino di fede. 15 anni dopo, a causa di un incidente. Marcello mi ha lasciata. Per sei anni sono rimasta chiusa nel mio “perché?”, fino a quando ho accettato l’invito ad un convegno. Sentir parlare di Dio Amore mi ha sconcertata. Poco a poco, qualcosa ha cominciato a cambiare dentro di me. Quando poi ho ascoltato che, per amore nostro, Gesù sulla croce ha sofferto la prova di sentirsi abbandonato dal Padre, anche il mio grido ha cominciato a prendere senso. La mia situazione non era cambiata, rimanevo una vedova, ma dentro di me ho ricominciato ad amare. Guardandomi attorno, ho incontrato tante persone che sperimentavano anch’esse un grande vuoto. Quanto più facevo loro spazio, tanto più Dio mi riempiva di pace. (A. – Italia) Per chi entra dopo di me Sono un’insegnante. Al termine della lezione, cerco di fare in modo che l’aula sia accogliente per chi entra dopo: lascio la cattedra in ordine, la lavagna pulita, le finestre spalancate per permettere un ricambio d’aria. Abbiamo in dotazione due cestini, uno per la carte e uno per tutto il resto. Talvolta, se li trovo in disordine, provvedo a smistare i rifiuti e a spostarli nel cestino giusto. Se per fare questo perdo alcuni minuti di pausa, che mi sarebbero utili per recuperare energie, credo però che sia un tempo “perso” bene. (A. – Svizzera) Anzitutto il colloquio Durante il periodo dell’adolescenza dei nostri figli, sono cominciate le prime incomprensioni con loro. Anche tra me e mio marito c’erano tensioni, avevamo modi diversi di affrontare le situazioni. Quando ci siamo accorti che stavamo perdendo il rapporto con i figli, in particolare con uno di loro, abbiamo capito che più di tutto valeva saper andare oltre le proprie idee, e mettersi ad amare per primi, cercando un colloquio costruttivo tra di noi e con loro. Ora sono tutti adulti, ma siamo coscienti che il nostro compito educativo non è finito, anzi. (Mariolina – Italia) (altro…)

United in His Name

United in His Name

“Where two or three are gathered in my name, there am I in the midst of them” (Mt 18:20). These words from the Gospel of Matthew, written almost two thousand years ago, have rarely been mentioned after the patristic era. In United in His Name, a spiritual-dogmatic study, Povilus explores this central element of Matthew’s gospel examining the new intuitions that have arisen from Chiara Lubich’s charism of unity. “The greatest witness to the existence of God that we can give the world,” Chiara says, “is that of living in such a way as to have his presence in our midst… It is a return to the spirit of the early Christians.” “Here is the pivotal point of the spirituality that characterizes the Focolare Movement: Jesus in our midst; the presence of God that is continuous, warm, silent, fruitful, luminous.”  Bishop Robert F. Morneau. Auxiliary Bishop of Green Bay. Chiara Lubich has been described as the most influential Christian woman alive today. A Templeton Prize winner and recipient of the UNESCO Peace Education prize, she is the founder of the worldwide Focolare Movement. She is a leading figure in world ecumenism and a source of inspiration for millions. Her collaboration on a vast array of issues has been frequently sought by popes, ecumenical leaders and politicians.   New City (UK)

Genitori no stress (dieci sfide alla tranquillità di mamme e papà)

Genitori no stress (dieci sfide alla tranquillità di mamme e papà)

Un aiuto per essere genitori oggi. Semplice e concreto. I bambini hanno il diritto di essere circondati da persone che fanno il possibile per offrire loro un’infanzia felice, ma lo stesso diritto lo hanno anche i genitori, troppo spesso messi alla prova, apparentemente al di là delle loro forze, in quella meravigliosa avventura che è avere e crescere un figlio. I genitori si trovano davanti a tante sfide che spesso li fanno sentire inadeguati, innescando un circolo vizioso di disistima tale da paralizzarne le capacità relazionali ed educative, e spesso finiscono con il mettere in crisi la coppia stessa. L’Autore, pediatra di famiglia e docente di counselling, racconta dieci storie emblematiche di queste sfide: la nascita, i primi mesi, i rapporti con le famiglie di origine, le malattie della prima infanzia, il ritorno al lavoro e l’inserimento al nido o all’asilo, il cibo, il sonno, i nuovi media, lo sport e perfino i lutti che possono colpire una famiglia. Per ognuna di queste situazioni il libro non fornisce ricette risolutive, ma chiavi di lettura che permettano di guardare a questi comuni problemi pediatrici nella loro dimensione clinica e relazionale, facendo riscoprire la naturale capacità di ascoltare il proprio cuore, una bussola che ogni genitore possiede, ma che va ritrovata. L’AUTORE Raffaele Arigliani, medico chirurgo specializzato in Pediatrica, è professore presso l’Università Politecnica delle Marche per l’insegnamento di Counsing e pres­so l’Università Federico II di Napoli di “Pediatria di relazione”. Nel 2002 ha fondato la Italian Medical Research (IMR), Istituto con cui realizza attività di ricerca e formazione su tematiche di counselling e educazionali. Per Città Nuova ha pubblicato “Genitori con la Patente” (2002). È autore di numerosi articoli divulgativi e scientifici. .  LA COLLANA: vivere bene insieme: Una collana pensata per offrire al lettore mappe efficaci e concrete per imparare a prendersi cura degli altri e di sé, pienamente integrati nel mondo in cui viviamo, nel rispetto di noi stessi, delle altre persone e dell’ambiente. Volumi agili da leggere, arricchiti con brevi esperienze di vita, bibliografie essenziali e consigli pratici per migliorare la quali­tà del nostro vivere insieme

Città Nuova Ed.

Fame e cibo in discarica

Fame e cibo in discarica

Con una delle economie in più rapida crescita, l’India è un Paese in corsa verso un miglioramento costante delle aspettative di vita, dei tassi di alfabetizzazione e delle condizioni di salute. Ma, tra gli 1.2 miliardi di abitanti del paese, le condizioni di coloro che vivono nelle regioni più povere sono ancora difficili. Malgrado il suo status di potenza economica, la malnutrizione mortale persiste. Ogni sera, in India, 200 milioni di persone cercano di addormentarsi nonostante i morsi della fame. E di fame, ogni giorno, muoiono 3.000 bambini. A Mumbai, da dove scrive Sunny, della comunità dei Focolari, arrivano ogni anno migliaia di persone malate di cancro. «Le loro famiglie, durante il trattamento, rimangano all’addiaccio, nei pressi dell’ospedale, prive di tutto». Si tratta di situazioni allarmanti di povertà, specie se confrontate con i dati relativi allo spreco crescente di generi alimentari perfettamente integri, letteralmente buttati al termine di feste nuziali, banchetti, funzioni, feste di famiglia. Il Paese è tra i maggiori produttori mondiali di beni alimentari, ma al contempo è quello in cui una buona parte di tali beni va sprecata. Tra le cause, anche le carenze nel sistema di trasporto e immagazzinaggio e nella “catena del freddo”: secondo stime 2017 del Ministero dell’Agricoltura indiano, il valore delle perdite connesse allo spreco alimentare (non solo in termini di beni agricoli e alimentari, ma anche di utilizzo di acqua ed energia) possono essere comprese tra gli 8 e i 15 miliardi di dollari all’anno. Dal 2017 la Ong RotiBank lavora per raccogliere il cibo scartato o appena preparato da aziende alimentari, come hotel o caffetterie, e convogliarlo in modo sicuro nelle baraccopoli o verso le persone che vivono in mezzo alla strada. “Roti” è un tipico pane indiano, di forma circolare, un impasto di farina integrale e acqua, cotto anche su pietra. Dopo aver ricevuto in dono un furgone, la RotiBank sta ora lavorando per aumentare il numero dei mezzi e delle persone coinvolte. Molte delle persone che raggiunge sono bambini o lavoratori che non raggiungono un salario minimo per riuscire a sopravvivere. L’iniziativa non-profit si avvale di una rete di volontari che, dopo il normale orario di lavoro, prendono parte alla raccolta e alla distribuzione del cibo avanzato. «È essenziale – si legge nella presentazione dell’iniziativa – reindirizzare il cibo in eccedenza perfettamente commestibile e destinato alla discarica verso le persone che ne hanno realmente bisogno». Spiega Sunny: «Abbiamo deciso di scendere in campo con un pomeriggio di sensibilizzazione a sostegno di questa Ong. Circa 45 persone della comunità del Focolare di Mumbai si sono messe a disposizione per servire i pasti. È stata anche un’occasione per verificare il proprio modo di fare acquisti, e per comprendere che ogni giorno potremmo mettere da parte qualcosa per consentire a queste famiglie di pranzare. Era commovente vedere quante persone erano in attesa di ricevere un po’ di cibo. Uno dei partecipanti ha detto: “Sono felice di essere venuto a fare questa esperienza. Non scorderò mai l’espressione di quelle persone in fila”». Forse dovremmo vederla tutti.   Chiara Favotti (altro…)

L’Art d’aimer en famille

L’Art d’aimer en famille

Chiara Lubich répond ici à des questions sur les aspects les plus variés de la vie du couple et de la famille. Elles ont été regroupées selon des thèmes : l’aspiration au mariage, la relation homme-femme, le mariage et Dieu, la vie de tous les jours, la dimension sociale de la famille, parents et enfants, les souffrances qui peuvent surgir. Ce sont des situations que connaissent toutes les familles. Consciente des difficultés qu’elles ont à affronter, l’auteur leur propose un moyen pour tenir bon : une forte spiritualité, une spiritualité communautaire enracinée dans l’amour. Là réside l’originalité du livre.

Creo en un solo Dios

Creo en un solo Dios

Especialmente apropiado para esta época que anhela una vuelta a las fuentes y a un conocimiento profundo para entender por qué el CREDO tomó la forma que hoy tiene. Del mismo editor-coordinador que la colección de La Biblia comentada por los Padres de la Iglesia: THOMAS  C. ODEN. Y un equipo internacional, multidisciplinar y ecuménico de patrólogos, filólogos y teólogos de diferentes países y universidades: Universidad Latimer Trust – Samford, Seminario Union Theological y Universidad  de Columbia, Universidad  de Oxford, Universidad de Drew, Instituto Agustiniano de Roma e Universidad de Navarra (traducción y coordinación de la edición española). A partir de los textos originales de los Padres de la Iglesia en latín, griego, copto y siríaco, desde el año 95 d. C. al 750 d. C. del Credo niceno-constantinopolitano.   “Un trabajo soberbio que nos conduce a la fuente de la sabiduría cristiana. Un tesoro de aprendizaje y fe para todos los que seguimos a Jesús hoy.” Thimothy George (profesor, editor, escritor) Univerdidad Samford / Universidad Harvard   “Esta colección nos da un enorme servicio y da continuidad al extraordinario trabajo de La Biblia comentada por los Padres de la Iglesia. Una fe que los Padres de la Iglesia trataron de preservar y promulgar.” H. Wayne House (profesor, editor, escritor) Universidad Trinity / Universidad Hardin-Simmons / Seminario «Western» / Seminario Concordia Institut International des Droits de L’Homme  (Estrasburgo,  Francia)   Editorial Ciudad Nueva  

Gesù nostro fratello

In Gesù, Dio si è fatto semplicemente nostro fratello; non si è limitato ad affiancarsi a noi, ma è entrato in noi, nel nostro cuore,  nelle nostre  ferite. Così ha fatto proprie le ferite dell’uomo, e così la ferita di Dio che brucia nell’uomo è divenuta, in quest’uomo Gesù di Nazareth, ferita di Dio. E quando egli  dice: ‘lo sono la via’, non possiamo guardare che al suo costato aperto, alla sua ferita, e lì trovare la via. Questo non è certo facile né tantomeno ovvio. Ma se ci proviamo, se tentiamo, se ci arrischiamo, ci renderemo conto che la via è lui. (Da una omelia del 1993) In Gesù si fa manifesto che il Dio che fino ad ora nella storia del suo popolo sembra aver taciuto non si è addormentato, non è diventato muto. Egli viene, prende i suoi poveri, li accoglie. Non lo fa però con un’azione fulminea, frutto della sua onnipotenza, ma attraverso la via piccola, la via di Gesù, la via del nascondimento, del servizio: la via della croce. (Da un discorso alla radio del 17.9.1978) Gesù è stato accusato di essere amico dei pubblicani e dei peccatori, di aver vissuto in ‘cattiva compagnia’. Senz’altro il suo comportamento si espone a fraintendimenti, come se per lui si potesse parlare di semplice critica all’ordine stabilito, di semplice simpatica eccentricità, di semplice protesta contro l’establishment e i valori stabiliti. No: a Gesù, nel cui petto batte il cuore di Dio, interessa tutto, interessano tutti. La marginalità non gli interessa in quanto è marginalità, ma in quanto è parte del tutto. “Anch’egli è figlio di Abramo” (Lc 19,9): così Gesù stesso giustificò, di fronte ai cosiddetti ‘galantuomini’ e a quanti si ammantavano di un legalismo esteriore, la propria amicizia per Zaccheo, il pubblicano. (Da un articolo del dicembre 1973) (altro…)

Bergoglio y los libros de Esther

Bergoglio y los libros de Esther

Esther Ballestrino era médica bioquímica; había sido activista del Partido Revolucionario Febrerista de Paraguay y vivía exiliada en Argentina. En 1953 emplea en su laboratorio de análisis químicos a Jorge Mario Bergoglio, perito químico recién diplomado. De esta mujer culta e inteligente, el futuro papa aprende la cultura y la ética del trabajo. Años más tarde, Esther funda con otras mujeres las Madres de la Plaza de Mayo; por temor al régimen militar, le encomienda a Bergoglio -convertido en provincial de los jesuitas- su amplia biblioteca. Sus temores son fundados: desaparecida en 1977, es asesinada en un “vuelo de la muerte”. Un misterio que ha durado cuatro décadas y se ha resuelto casi por casualidad en la visita del papa Francisco a Uruguay.   Editorial Ciudad Nueva  

Catalina de Siena [Nº 48]

Catalina de Siena [Nº 48]

Catalina de Siena (1347-1380) vive en una época agitada: peste, luchas feudales, la guerra de los Cien Años, el cisma de la Iglesia de Occidente… Desde bien pequeña alimenta su relación personal con Dios y busca un lugar al que retirarse. Pero Dios la quiere como enviada de Él en medio de este mundo convulso… Entonces ella se inventa una «celda interior» donde vivir su intimidad con Dios. En esta frágil figura marcada por tres estigmas – mujer, laica y analfabeta – se unen intensamente contemplación y acción. Catalina interpela a humildes y poderosos con un mensaje claro, vital y comprometido que habla de conversión personal, reforma de la Iglesia, caridad y paz. «Mística del cuerpo místico» la llamó Pablo VI al proclamarla doctora de la Iglesia.   Editorial Ciudad Nueva

Lanciati all’infinito

  «I santi sono dei grandi che, vista nel Signor la loro grandezza, giocano per Iddio, da figli suoi, ogni loro cosa. Danno senza richiedere. Danno la vita, l’anima, la gioia, ogni terreno legame, ogni ricchezza. Liberi e soli lanciati all’infinito attendono che l’Amore l’introduca nei Regni eterni; ma già da questa vita sentono empire il loro cuore d’amore, del vero amore, del solo amore che sazia, che consola di quell’amore che infrange le palpebre dell’anima e dona lacrime nuove. Ah! nessun uomo sa chi sia un santo. Ha dato ed ora riceve; e un flusso interminato passa fra Cielo e terra, lega la terra al Cielo e cola dagli abissi, ebbrezza rara, linfa celeste che non si ferma al santo, ma passa sugli stanchi, sui mortali, sui ciechi e paralitici nell’alma e sfonda e irrora, solleva e attrae e salva. Se vuoi saper l’amore chiedilo al santo».   Chiara Lubich, “La dottrina spirituale”, Mondadori 2001, pag. 159-60 (altro…)

Una impresa “family friendly”

Una impresa “family friendly”

Si chiama “Tempi Senza Tensioni, TST” il programma di conciliazione tra lavoro e famiglia che ha fruttato alla Cooperativa sociale aderente all’Edc “Il Sentiero di Arianna” (nei pressi di Genova, nel nord Italia), il primo premio della 4° Edizione di Aziende Family Friendly assegnato dal Forum delle associazioni familiari del Lazio. La cooperativa, che fa parte della rete del Consorzio Tassano Servizi Territoriali opera principalmente nell’area dell’assistenza domiciliare, dell’educazione, dei servizi scolastici e dell’orientamento professionale. Il programma TST prevede una serie di servizi specifici per i dipendenti (Sportello Conciliazione, Sportello Famiglia, Servizio di counseling, Telelavoro, Lavoro in remoto, Banca delle ore migliorativa, Azioni informative per il management, Figura Jolly oltre a Percorsi volti a favorire il reinserimento dopo un periodo di assenza dal lavoro per esigenze di conciliazione) che si sono rivelati di grande efficacia nel creare un clima aziendale positivo, basato su rapporti autentici di collaborazione e cooperazione. Nata nel 1996 su iniziativa di nove giovani donne che per un anno hanno messo in comune le risorse guadagnate reinvestondole in formazione e sviluppo, oggi Il Sentiero di Arianna conta più di 130 soci, l’85 per cento donne. La coesione del gruppo iniziale e l’incontro con alcuni pionieri della cooperazione locale, ispirati ai valori del progetto di economia di comunione, lanciato da Chiara Lubich nel 1991, hanno costituito le fondamenta sulle quali l’impresa si è sviluppata. La Cooperativa Il Sentiero di Arianna si è fatta promotrice, sin dalla sua costituzione, di politiche aziendali family friendly che hanno influenzato positivamente le altre realtà imprenditoriali a lei collegate. Una organizzazione dove la notizia di una gravidanza è sempre una bella notizia, dove si può vivere serenamente la maternità e il rientro al lavoro. Ma anche una azienda dove le donne che non sono madri sono generatrici di innovazione, perché sanno innescare processi positivi di miglioramento organizzativo per una armonizzazione tra tempi di lavoro e di cura dei propri cari. Perché i bisogni delle persone e delle famiglie sono tanti. «Se andiamo all’origine della parola “economia” vi è proprio la parola “casa”. Per noi in impresa non ci si può sentire persone separate. Non si può essere lavoratore e poi, quando si va a casa, essere genitore. La persona è unica e come tale deve poter vivere anche l’esperienza lavorativa» ha commentato la presidente, Simona Rizzi, ritirando il premio lo scorso 9 ottobre, presso la Camera dei Deputati, a Roma. La motivazione del Premio recita, tra l’altro: “Una realtà dotata di una visione particolarmente attenta alla persona che, partendo dai bisogni dei suoi dipendenti, ha istituito una flessibilità organizzativa articolata e innovativa organizzando un supporto concreto sia internamente che sul territorio e intrecciando reti di relazioni sociali ed economiche per trovare soluzioni appropriate nel supporto alle esigenze di armonizzazione della vita lavorativa e familiare”. «Questo risultato è frutto di un lungo percorso fatto dalla cooperativa, dalle sue origini ad oggi. Un percorso articolato che si è sviluppato attraverso molte esperienze significative in questi anni – ha aggiunto Simona Rizzi –. A vincere il premio sono le donne, la loro capacità di fare impresa a misura di persona e di fare economia a misura di comunità». «Le imprese che adottano buone prassi di conciliazione rivelano un innalzamento della produttività e non solo. Le donne che vi lavorano occupano prima di altri posizioni manageriali di organizzative di alto rilievo» è stato il commento del Ministro per le Politiche della famiglia e la disabilità, intervenuto alla premiazione. Fonte: www.edc-online.org


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Eppur si crea (creatività, bellezza, vivibilità)

Eppur si crea (creatività, bellezza, vivibilità)

La creatività umana è, probabilmente, la possibile via d’uscita dai vincoli del presente. Siamo capaci di generare l’inedito, rompendo il conformismo, in ogni campo della nostra esperienza e lo facciamo sia in condizioni di necessità che per scelta e desiderio. In questo libro, organizzato come un dizionario, si affrontano sia alcuni temi critici della contemporaneità (il conformismo, la crisi ambientale, i limiti delle risorse, i conflitti del presente, i pregiudizi e la distruttività), sia le possibili vie emancipative che la creatività umana può generare, come il ruolo dell’infosfera, il pluralismo culturale, l’ironia, l’umorismo, la curiosità, l’inquietudine e soprattutto la bellezza: tutti dispositivi idonei a estendere le nostre capacità e possibilità, e a farci accedere a una vivibilità appropriata tanto al sistema vivente nella sua interezza quanto a noi che ne siamo parte. A chi è rivolto: per studenti e studiosi di psicologia, di sociologia, di arte. Ugo Morelli insegna Psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’Università di Bergamo e Scienze cognitive ap­plicate al paesaggio e alla vivibilità presso il DIARC, Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli. È Direttore scientifico e docente di Psicologia della creatività e dell’innova­zione nel World Natural Heritage Management Unesco, di Trento e docente e consulente nell’area Motivazione, Relazioni e Sviluppo Organizzativo di Banking Care, società del Gruppo Cassa Centrale Banca. Autore di oltre 120 pubblicazioni, Collabora con il «Corriere del Trentino e dell’Alto Adige», «Animazione Sociale» e «Doppio Zero». LA COLLANA IDEE PSICOLOGIA – si propone di offrire una riflessione attenta sul pa­norama delle idee, sistemi ed opere che formano i principali punti di riferimento della cultura e del pensiero contemporanei, sia nel campo filosofico che in quello delle scienze umane. Con la finalità di individuare, con un metodo di dialogo costruttivo, i valori che sono alla base di ogni autentica promo­zione umana.delle scuole d’arte, biblioteche, centri culturali, università.

Città Nuova Ed.

[:de]Kirche werden[:]

[:de]Kirche werden[:]

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Anstöße von Chiara Lubich für eine lebendige, dynamische Kirche die aus der Kraft des Gottesgeistes lebt. »Kirche«, ein Wort, das unterschiedlichste Empfindungen hervorruft… In einer Zeit des Umbruchs lenken die Gedanken und Erfahrungen von Chiara Lubich (1920-2008) den Blick auf die Frage: Wie kann »Kirche« mehr zu dem werden, was sie eigentlich ist: viegestaltige, lebendige Gemeinschaft, beseelt vom Geist Gottes, dynamisches Unterwegssein mit Jesus unter uns – im Dienst an der Welt, an den Menschen? Aus dem Inhalt: 1. Was die Kirche ist und wie sie sein könnte: – Kirche ist Gemeinschaft – Kirche: Volk Gottes – Kirche: Gemeinschaft nach dem Bild des dreifaltigen Gottes – Kirche: ein Leib aus vielen Gliedern – Kirche: ein blühender Garten – Kirche: Ort der Gottesbegegnung – Der Heilige Geist, das Band der Einheit – Kirche: Unterwegs-Sein mit Jesus unter uns. 2. Kirche ist “Kirche für…” oder sie ist nicht – Die Kirche hat alle Menschen im Blick – Jesu Vorliebe für die Armen Herausgeber: Liesenfeld, Stefan, Jahrgang 1962, Dipl.-Theol., verheiratet, zwei Kinder. Herausgeber und Übersetzer vieler spiritueller und theologischer Werke. Seit 1999 verantwortlich für das Buchprogramm des Verlags Neue Stadt.

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Jésus adandonné l’homme-monde

Jésus adandonné l’homme-monde

Face à un monde bouleversé par le développement technologique, l’explosion des moyens de communication et les tensions internationales, l’homme d’aujourd’hui est peu préparé à absorber autant de violence. Existera-t-il un homme monde modèle, qui ressente, qui ait senti en lui un terrible raz de marée qui menace d’engloutir ce qu’on avait cru jusqu’alors intangible ? Nous sommes au Golgotha, aux pieds du Crucifié qui expérimente un mystérieux et terrible abandon. Celui des hommes mais surtout celui de son Père du Ciel. « Mon Dieu, mon Dieu, pourquoi m’as-tu abandonné ? » Le cri de Jésus sur la croix est une réalité tellement inconcevable, inaudible, que durant des siècles, la chrétienté n’a pas eu le courage de l’approfondir, de s’engouffrer dans cet abîme de souffrance divine, privilégiant d’autres aspects de la passion. « J’ai attendu vingt siècles pour me révéler à toi. Si tu ne m’aimes pas, qui m’aimera ? » Telle est la question qui s’impose un jour à la jeune Chiara Lubich, initiatrice d’un mouvement de spiritualité qui allait devenir le mouvement international des Focolari. Dès l’aube de cette aventure spirituelle, elle avait ardemment demandé à Jésus : « Donne-moi la passion de ta passion. » Dans le cri de Jésus en croix, Chiara Lubich met en lumière l’amour le plus grand qui soit, la clé de l’unité, le visage de Dieu le plus en mesure de parler à l’humanité d’aujourd’hui. Nouvelle Cité

Nostra Aetate

Nostra Aetate

Sono passati 53 anni da quando, il 28 ottobre 1965, Papa Paolo VI, recentemente dichiarato santo, firmava la storica “Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane”, conosciuta come Nostra Aetate (nel nostro tempo). Nella Dichiarazione si afferma che «La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini». Sottolinea, però, che la Chiesa «è tenuta ad annunciare il Cristo che è “via, verità e vita” (Gv 14,6), in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con se stesso tutte le cose». La Dichiarazione incoraggia i cristiani «affinché, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi». Leggi il testo integrale (altro…)

La preghiera per l’unità

La preghiera per l’unità

Foto d’archivio: Pasquale Foresi con i giovani del Movimento dei Focolari

Le pagine evangeliche di riferimento sono quelle del capitolo 17 del Vangelo di Giovanni, dense di espressioni dai molti significati, la cui lettura porta Chiara Lubich e le sue prime compagne di avventura a fare di esse la “magna charta” del nascente Movimento dei Focolari. «Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato». «Perché tutti siano una cosa sola». È una frase collegata col versetto precedente, dove Gesù prega anche per coloro che per la parola degli apostoli avranno creduto in lui. È perciò la Parola che fa uno. Unità delle menti attorno alla potenza unificante della Parola che è Cristo. Questa Parola passerà lungo il corso dei secoli, attraverso le culture più varie, potrà aprirsi a molte interpretazioni, ma rimarrà sempre una e farà uno quelli che la accoglieranno. Un’altra caratteristica di questa unità è che mentre, per esempio, nelle scuole filosofiche per rimanere uniti basta non allontanarsi dalle intuizioni fondamentali del maestro, l’unità cristiana è vitale. È unità della mente e del cuore, è famiglia. «Tutti». Indica la più assoluta e ampia universalità senza eccezioni […]. Nel versetto, “tutti” è legato a «una cosa sola». Sono due note caratteristiche della Chiesa: la cattolicità e l’unità. Paolo ribadisce questa vocazione cristiana all’unità quando scrive agli Efesini: «Un sol corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Ef 4, 4-6). Pasquale Foresi, Luce che si incarna. Commento ai 12 punti della spiritualità dell’unità, (Rome: Città Nuova Editrice, 2014) 131. (altro…)

Persone al centro dell’azione

Persone al centro dell’azione

«Durante i mesi estivi ho partecipato al programma di tirocinio aziendale della rete di aziende aderenti all’Economia di Comunione degli Stati Uniti. Così, quale complemento al biennio in Economia e Gestione che sto svolgendo all’Istituto Universitario Sophia, nella cittadella internazionale di Loppiano, in Italia, mi sono ritrovata nei mesi di luglio e agosto nell’Indiana. Pensavo che sarebbe stata soltanto un’esperienza di ricerca scientifica. Invece mi sono trovata immersa non solo in una serie di attività, ma anche in una avvincente avventura personale. Un promemoria per le prossime volte: quanto è necessario disarmare le nostre aspettative per accogliere in profondità ogni esperienza! Il programma di tirocinio per giovani si svolgeva presso Mundell & Associates Inc., con sede a Indianapolis. Quest’anno però c’era qualcosa in più: gli stagisti potevano trascorrere del tempo e condividere le loro competenze professionali anche all’interno di Project Lia, un’altra azienda di EdC che si sviluppa lungo due dorsali: impatto sociale e impatto ambientale. È stato un vero extra-bonus potermi avvicinare anche a questo settore di business. E non mi sono lasciata sfuggire le opportunità che ho avuto! Vorrei condividere un paio di pensieri. Anzitutto, ritengo che uno degli aspetti più importanti per studiare, osservare, praticare e promuovere l’EdC sia la volontà di collaborare. Per entrare nelle dinamiche relazionali di questa proposta, è necessario aprire il cuore, la mente e gli occhi a quei piccoli dettagli che rendono ogni giornata qualcosa di straordinario: l’incoraggiamento reciproco e l’accoglienza sorridente, il riconoscimento del valore e dell’umanità dall’altro, l’incontro con persone mai conosciute, la capacità di stupirsi, la ricerca di equilibrio tra i diversi aspetti della vita, la scelta di privilegiare ogni occasione di apprendimento, assumere nuove informazioni, riconoscere e sostenere il cambiamento in atto, partecipare alla trasformazione di concetti obsoleti. Edc è una proposta economica diversa dalle altre, perché gestita da persone diverse. Non è il modello in sé, sono le persone che costituiscono il centro dell’azione. Mentre mi preparavo a ripartire, a conclusione, mi chiedevo: come descriverò questa esperienza? Lo stage è stato molto impegnativo: l’incontro con Project Lia, innovativa esperienza imprenditoriale, mi ha dato molto. Tra il resto, lavorando in stretto rapporto con Elizabeth Wallin, che è stata l’iniziatrice del progetto, mi sono vista nel futuro ad affrontare e superare sfide e momenti difficili. Apprezzo molto il tempo che ho avuto per conoscere la sua storia: mi ha permesso di comprendere il business, ma anche di entrare in contatto con l’essenza di un’impresa che ha una finalità sociale. Ho constatato che avviare una startup è un processo molto arricchente. Non è un segreto che fare impresa sia una continua scoperta di nuove cose, una battaglia. Osservando Elizabeth, giorno per giorno, ho ammirato la sua capacità di navigare in un mare di cambiamenti. Dare il via ad un’azienda è un’attività che nasce dall’intelligenza, ma anche dal cuore. Per progettare una società EdC, bisogna saper uscire dalla propria comfort-zone per andare incontro agli altri, così come sono. Servono pazienza, umiltà, flessibilità. Quando si aprirà questa strada anche per me, mi avvicinerò di più a quella che sono davvero». Fonte: sophiauniversity.org Leggi anche: Project Lia, trasformare vite (altro…)

Vangelo vissuto: Liberi, guidati dallo Spirito

Gioia di servire Quando, dopo tante inutili cure, nostro figlio è morto, per mia moglie è cominciato un periodo di depressione, in cui finanche la vista di altri bambini le causavano sofferenza. A poco a poco ci siamo isolati e la vita ha perso colore. Un giorno abbiamo conosciuto una comunità dove si leggeva e metteva in pratica il Vangelo. Una frase, in particolare, le ha cambiato la vita: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”. Lei ne è rimasta toccata profondamente. Dopo un periodo di riflessione, è tornata al lavoro come assistente presso un centro di pediatria oncologica. Da allora, la ripresa è stata rapida. Un giorno mi ha confidato la gioia di poter servire altri bambini. R. A. – Francia La scarpiera Motivi di salute mi avevano costretto a rimanere alcune settimane in casa. Per tenermi occupato, avevo costruito una scarpiera, col risultato di deprimermi, tanto mi sembrava piena di difetti. Mia moglie invece non faceva altro che elogiarla, e lo stesso facevano i bambini. Forse davvero non era così disprezzabile. Incoraggiato, ho creato altri oggetti utili. Quando sono tornato al lavoro, ho provato una vera gioia nel ritrovare i colleghi. L’amore mi aveva risanato. S. V. – Repubblica Ceca Auto nuova Non valeva più la pena di riparare la nostra vecchia auto, ma non potevamo permetterci una nuova. Abbiamo una figlia autistica che non può viaggiare con i mezzi pubblici, né camminare per lunghi tratti. Con la fede di chi ha già ottenuto, abbiamo pregato per trovare una soluzione. Tempo dopo, gli amici della parrocchia hanno trovato per noi una macchina usata, ma in ottime condizioni. Ancora una volta non ci è mancato l’aiuto di Dio. R. C. – Gran Bretagna Senza chiavi A causa della grande povertà e disoccupazione nella nostra isola ci sono molti ladri. Una sera la piccola Nanou, mentre i genitori erano fuori casa, è uscita per partecipare ad un incontro in parrocchia. Non avendo le chiavi di casa, ha fermato la porta con un mattone e si è affidata a Gesù. Al ritorno ha incontrato per strada i genitori che come lei stavano rincasando. Il papà si è infuriato trovando la casa aperta. Ma di fronte alla fede della figlia, che lo invitava a fidarsi di Gesù, non ha potuto replicare. Tanto più che non era accaduto nulla di male. D. R. – Madagascar Sono Libero di Amare I primi sintomi li avevo sottovalutati. Abbassamento del tono vocale, mal di schiena, difficoltà a deglutire, perdita dell’equilibrio, cadute accidentali, rottura del setto nasale. Poi, il 13 giugno 2016, a Bologna mi è stata diagnosticata la SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica. Poche parole del medico e una scarna lettera con un codice. Perché proprio a me? Per giorni mi sono tornati alla mente le parole di Paolo di Tarso: “Siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati…” Rileggendo per l’ennesima volta quella sigla, ho pensato: SLA, ovvero “Sono Libero di Amare”. Quando i muscoli non rispondono, l’olfatto non percepisce più il profumo, il tatto è inesistente, il gusto ti ha abbandonato, posso sempre amare. Se trasformi il dolore in un dono d’amore, la vita ti sorriderà. L’uomo non è fatto per la sconfitta. F. S. – Italia (altro…)

[:de]Europa und die Schweiz[:]

[:de]Ist die EU mehr als nur eine Wirtschaftsgemeinschaft? Was kann die Schweiz von der EU lernen und was kann sie ihr geben? Darüber spricht der Luzerner Rechtsanwalt Markus Bachmann in Baar im Begegnungs- und Bildungszentrum Eckstein in der Reihe “Dialog bewegt”.[:]

L’Esprit Saint

L’Esprit Saint

En 1980, lors d’une grande manifestation réunissant 40 000 jeunes des Focolari venus des cinq continents, Jean-Paul II s’adresse à Chiara Lubich  : « Soyez toujours l’instrument de l’Esprit Saint. » Comment pourrait-elle ne pas adhérer à cette injonction du pape ? Depuis si longtemps, elle considère l’Esprit Saint comme le metteur en scène de sa vie et l’architecte de l’œuvre qu’elle a fondée, le mouvement des Focolari. « De l’Esprit Saint, je suis l’amie. » Elle exprime cette amitié avec une abondance de mots tels que feu, flamme, lumière et, surtout, amour. Elle en parle à tous, en particulier aux jeunes, qu’elle appelle « une génération de saints » qui écoute la voix de l’Esprit Saint. Ce livre est l’une des réponses à « l’appel à la sainteté » que nous adresse le pape François. À travers ces textes connus ou inédits, Chiara Lubich évoque le rôle de l’Esprit Saint dans nos vies, présence discrète et pourtant puissante comme l’ouragan si on lui prête l’oreille. Nouvelle Cité