Ott 23, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Gioia di servire Quando, dopo tante inutili cure, nostro figlio è morto, per mia moglie è cominciato un periodo di depressione, in cui finanche la vista di altri bambini le causavano sofferenza. A poco a poco ci siamo isolati e la vita ha perso colore. Un giorno abbiamo conosciuto una comunità dove si leggeva e metteva in pratica il Vangelo. Una frase, in particolare, le ha cambiato la vita: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”. Lei ne è rimasta toccata profondamente. Dopo un periodo di riflessione, è tornata al lavoro come assistente presso un centro di pediatria oncologica. Da allora, la ripresa è stata rapida. Un giorno mi ha confidato la gioia di poter servire altri bambini. R. A. – Francia La scarpiera Motivi di salute mi avevano costretto a rimanere alcune settimane in casa. Per tenermi occupato, avevo costruito una scarpiera, col risultato di deprimermi, tanto mi sembrava piena di difetti. Mia moglie invece non faceva altro che elogiarla, e lo stesso facevano i bambini. Forse davvero non era così disprezzabile. Incoraggiato, ho creato altri oggetti utili. Quando sono tornato al lavoro, ho provato una vera gioia nel ritrovare i colleghi. L’amore mi aveva risanato. S. V. – Repubblica Ceca Auto nuova Non valeva più la pena di riparare la nostra vecchia auto, ma non potevamo permetterci una nuova. Abbiamo una figlia autistica che non può viaggiare con i mezzi pubblici, né camminare per lunghi tratti. Con la fede di chi ha già ottenuto, abbiamo pregato per trovare una soluzione. Tempo dopo, gli amici della parrocchia hanno trovato per noi una macchina usata, ma in ottime condizioni. Ancora una volta non ci è mancato l’aiuto di Dio. R. C. – Gran Bretagna Senza chiavi A causa della grande povertà e disoccupazione nella nostra isola ci sono molti ladri. Una sera la piccola Nanou, mentre i genitori erano fuori casa, è uscita per partecipare ad un incontro in parrocchia. Non avendo le chiavi di casa, ha fermato la porta con un mattone e si è affidata a Gesù. Al ritorno ha incontrato per strada i genitori che come lei stavano rincasando. Il papà si è infuriato trovando la casa aperta. Ma di fronte alla fede della figlia, che lo invitava a fidarsi di Gesù, non ha potuto replicare. Tanto più che non era accaduto nulla di male. D. R. – Madagascar Sono Libero di Amare I primi sintomi li avevo sottovalutati. Abbassamento del tono vocale, mal di schiena, difficoltà a deglutire, perdita dell’equilibrio, cadute accidentali, rottura del setto nasale. Poi, il 13 giugno 2016, a Bologna mi è stata diagnosticata la SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica. Poche parole del medico e una scarna lettera con un codice. Perché proprio a me? Per giorni mi sono tornati alla mente le parole di Paolo di Tarso: “Siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati…” Rileggendo per l’ennesima volta quella sigla, ho pensato: SLA, ovvero “Sono Libero di Amare”. Quando i muscoli non rispondono, l’olfatto non percepisce più il profumo, il tatto è inesistente, il gusto ti ha abbandonato, posso sempre amare. Se trasformi il dolore in un dono d’amore, la vita ti sorriderà. L’uomo non è fatto per la sconfitta. F. S. – Italia (altro…)
Ott 23, 2018 | Focolari nel Mondo
[:de]Ist die EU mehr als nur eine Wirtschaftsgemeinschaft? Was kann die Schweiz von der EU lernen und was kann sie ihr geben? Darüber spricht der Luzerner Rechtsanwalt Markus Bachmann in Baar im Begegnungs- und Bildungszentrum Eckstein in der Reihe “Dialog bewegt”.[:]
Ott 23, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Spiritualità

En 1980, lors d’une grande manifestation réunissant 40 000 jeunes des
Focolari venus des cinq continents, Jean-Paul II s’adresse à
Chiara Lubich : «
Soyez toujours l’instrument de l’Esprit Saint. » Comment pourrait-elle ne pas adhérer à cette injonction du pape ? Depuis si longtemps, elle considère l’Esprit Saint comme le metteur en scène de sa vie et l’architecte de l’œuvre qu’elle a fondée, le mouvement des Focolari. «
De l’Esprit Saint, je suis l’amie. » Elle exprime cette amitié avec une abondance de mots tels que feu, flamme, lumière et, surtout, amour. Elle en parle à tous, en particulier aux jeunes, qu’elle appelle « une génération de saints » qui écoute la voix de l’Esprit Saint. Ce livre est l’une des réponses à « l’appel à la sainteté » que nous adresse le pape François. À travers ces textes connus ou inédits, Chiara Lubich évoque le rôle de l’Esprit Saint dans nos vies, présence discrète et pourtant puissante comme l’ouragan si on lui prête l’oreille.
Nouvelle Cité
Ott 22, 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria

Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha sorpreso tutti con la sua personalità semplice e travolgente. Si è scritto molto su di lui. Mancava ancora, però, la descrizione e l’analisi di una dimensione fondamentale – forse non sempre percettibile – della sua fede e della sua azione pastorale: il suo rapporto con la Vergine Maria. Francesco imparò ad amare la Madonna insieme al popolo e, nel suo ministero pastorale, pratica una mariologia applicata alla vita. A partire da un’intervista personale concessa all’autore, Francesco descrive i suoi incontri con la Madonna, dalla sua infanzia fino alla sua missione attuale come Vescovo di Roma. Parla delle sue preghiere e devozioni mariane preferite, dell’importanza dei santuari mariani, del valore della pietà popolare, del ruolo della donna e di Maria nella Chiesa, oltre ad affrontare altri temi di attualità. L’autore riesce a capire il pensiero e il cuore mariani del Papa e invita il lettore a fare questo percorso.
Città Nuova Ed.
Ott 22, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
https://vimeo.com/290302423 (altro…)
Ott 22, 2018 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Blessed Chiara Luce Badano continues to be an inspiration for thousands of people in the world, especially young people who are struck by her faith and the example of her life. This set of articles about Chiara Luce is a powerful resource for individuals and groups interested in getting to know better this teenager that lived her life to the full. On the occasion of the Youth Synod 2018 and of her Feast Day (October 28) you can have the two books and the DVD on Chiara Luce and save 30% on your order. In addition, we’ll send you 10 prayer cards dedicated to Chiara Luce. Available from New City Press (NY)
Ott 21, 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Ana ha 19 anni, vive in Spagna. Comincia a raccontare mentre avanza, senza timidezza, sul palco dell’Aula Paolo VI. «Per conoscere meglio il settore socio-sanitario, all’inizio di marzo sono stata in un ospedale della mia città» racconta. In ospedale, viene accolta da un’assistente sociale che, invece di dilungarsi in discorsi, le presta un camice, le mette in mano una cartella clinica e l’accompagna nella stanza di un paziente: «Quando sono entrata e l’ho visto, un brivido mi ha attraversato il corpo. Sono dovuta uscire un momento per fare un respiro profondo». Sul letto, c’è un ragazzo di poco più grande di lei, malato terminale di cancro. Ana si fa coraggio e rientra in stanza: «Come stai?» Lui la guarda stupito, e le fa ripetere la domanda. «Come prima cosa mi presento – le dice –, sono qui da due mesi, ho un osteosarcoma, mi rimane poco tempo da vivere e sento che sto perdendo tutto: la famiglia, il lavoro, la ragazza. La mia vita non ha più senso». Ana è in stato di shock. Milioni di emozioni e pensieri le attraversano il cuore e la mente. Tuttavia, tenta di intavolare una conversazione raccontandogli qualcosa di se e della sua vita. Dopo alcuni minuti di silenzio, il ragazzo le chiede: «Tu credi in Dio?». Ancora una volta, Ana è colta di sorpresa ma gli risponde con un bel “sì”. «Io, invece no, perché mi ha abbandonato – soggiunge lui –, perché nel giro di pochi mesi mi toglierà la vita. Mi ha lasciato molto solo». La giovane andalusa si affida a Dio prima di replicare: «Quello che senti ora ha un nome, è ‘Gesù abbandonato’. Dio non ti ha abbandonato. Continua a starti accanto più vicino che mai. Ti sta mettendo alla prova e con quello che vivi ti fa una domanda, alla quale forse non hai ancora risposto: “Sei in grado di seguirmi anche nel più grande dolore?”. Lui ha scelto questa croce per te, e solo per te, per una ragione, perché vuole che tu dia testimonianza del suo amore. Vuole farti santo. Tu puoi diventare santo se accetti e accogli il dolore, se lo prendi come qualcosa che viene da Dio e non come qualcosa di tuo. Poi, senza pensarci, inizia ad amare le persone che hai più vicino a te, i tuoi genitori, la tua ragazza, i tuoi amici, facendo vedere loro che non temi la morte perché hai trovato qualcosa di prezioso che ti aiuta a vivere momento per momento, senza pensare cosa ne sarà di te domani». «Attraverso l’assistente sociale ho saputo che alcuni giorni dopo la mia visita, la sua salute è peggiorata – racconta Ana – e che ha chiesto di ricevere l’unzione degli infermi, per potersene andare in pace. Qualche tempo dopo, ho ricevuto questa lettera…». Sul palco dell’Aula Paolo VI è un giovanissimo attore a prestare la voce ad Hugo: «Ciao Ana, ti racconto qualcosa di me. Questi giorni sono stati difficili perché il cancro è avanzato più velocemente, ero più stanco, più debole, ma erano quelle le occasioni in cui dovevo amare di più. Sono state giornate difficili perché vedevo la morte sempre più vicina e questo mi spaventava un po’, ma quando succedeva, mi ricordavo che non è la morte che chiama, ma Dio: mi chiamava per andare con Lui in Paradiso, e questo mi dava la forza di sorridere, di amare. Ormai mi rimane poco tempo qui, Ana, ma devo dirti che adesso non ho paura perché so che lì starò bene. Grazie per avermi tirato fuori da quel buco profondo, per avermi ascoltato, ma soprattutto grazie per aver portato di nuovo Dio nella mia vita. Voglio che da ora tu viva per entrambi, che ti diverta per entrambi e che realizzi tutti i tuoi sogni. Io sarò sempre accanto a te e, dal Paradiso, mi prenderò cura di te ogni giorno, sarò come il tuo piccolo angelo custode. Ho dato all’assistente sociale una croce che volevo che ti consegnasse da parte mia, la porto da quando ho fatto la Prima Comunione, ma voglio che la tenga tu perché, quando la guardi, tu ti ricordi che questa è la Croce che Dio ha voluto per te che va portata con gioia e amando sempre. Ti aspetto in Paradiso, Ana». Tamara Pastorelli Fonte: www.cittanuova.it (altro…)
Ott 20, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Se siamo uniti, Gesù è fra noi. E questo vale.
Vale più di ogni altro tesoro che può possedere il nostro cuore: più della madre, del padre, dei fratelli, dei figli.
Vale più della casa, del lavoro, della proprietà; più delle opere d’arte d’una grande città come Roma, più degli affari nostri, più della natura che ci circonda coi fiori e i prati, il mare e le stelle: più della nostra anima! È lui che, ispirando i suoi santi colle sue eterne verità, fece epoca in ogni epoca. Anche questa è l’ora sua: non tanto d’un santo, ma di lui; di lui fra noi, di lui vivente in noi, edificanti – in unità d’amore – il Corpo mistico suo. Ma occorre dilatare il Cristo; accrescerlo in altre membra; farsi come lui portatori di Fuoco. Far uno di tutti e in tutti l’Uno! E allora viviamo la vita che Egli ci dà attimo per attimo nella carità. È comandamento base l’amore fraterno. Per cui tutto vale ciò che è espressione di sincera fraterna carità. Nulla vale di ciò che facciamo se in esso non vi è il sentimento d’amore per i fratelli: ché Dio è Padre ed ha nel cuore sempre e solo i figli». Chiara Lubich, La dottrina spirituale, 2001 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, pg. 145 (altro…)
Ott 20, 2018 | Focolari nel Mondo
Date:
Plymouth:
6-7-8 Novembre: Workshop con i giovani
9: Concerto 10: Feedback con i giovani
Welwyn Garden City:
16-17-18 novembre: workshop con i giovani
Birmingham: 20, 21 e 22 novembre: workshop con i giovani 23 novembre: concerto
24 novembre: Feedback
GenVerde Tours (altro…)
Ott 19, 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Cherylanne (Doni) Menezes, indiana di Mumbai, fa parte della delegazione di 11 persone che al Sinodo sui giovani, in corso a Roma fino al 28 ottobre, rappresenta il Paese asiatico. Cresciuta in una famiglia molto attiva nella parrocchia del suo quartiere, all’interno di una comunità multi-religiosa, dopo gli studi economici e commerciali Cherylanne comincia a lavorare nel campo della gestione. Ma i suoi interessi spaziano e la portano ad una laurea magistrale presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, in Italia, con una tesi sul dialogo indù-cristiano nel Movimento dei Focolari. Lo stesso che tuttora la vede impegnata, specialmente con i giovani, nel suo Paese. La incontro durante la pausa pranzo dei lavori. La delegazione dell’India è guidata dal cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, e composta da nove vescovi (della Chiesa latina, siro-malabarese e siro-malankarese) e un altro laico, Percival, presidente dell’Indian Catholic Youth Movement. Cherylanne è presente al Sinodo in rappresentanza del Movimento dei Focolari in India. Per due volte ha incontrato Papa Francesco, insieme alla delegazione. La prima all’inizio dei lavori («Anche i giovani indù della comunità dei Focolari pregano per lei e per questo evento», aveva detto Cherylanne al Papa, strappandogli un’esclamazione di contentezza) e la seconda quando il Sinodo è già entrato nel vivo.
Il 17 ottobre è il giorno dell’atteso nuovo appuntamento. La delegazione è puntuale, all’ingresso dell’Aula Nervi, alle 16, insieme a quella del Sudamerica. La sessione pomeridiana inizia alle 16.30, e nella mezz’ora che la precede Papa Francesco incontra i singoli gruppi, in un “tu per tu” gioioso e informale che è parte integrante dello spirito di questo Sinodo. Percival dona al Papa una croce in legno di sandalo sulla quale è impressa l’immagine del Buon Pastore, opera di un artista indù. «Ho anche delle lettere per Lei, Santo Padre» interviene Cherylanne. Sono lettere bellissime, intrise di affetto, di giovani e famiglie dell’India. Tra queste anche quelle di due giovani, un indù e un musulmano. Oltre a parlare di sé, hanno voluto mettere per iscritto la promessa di pregare per il Papa e per il Sinodo. «Sì, perché – spiega Cherylanne – questo è il Sinodo di tutti i giovani». Consegnata la croce e le lettere, Cherylanne ardisce una domanda: «Santo Padre, vorrebbe rispondere con un videomessaggio a questi due giovani?». «Certamente» risponde Papa Francesco. Lei estrae dalla borsa il suo telefonino e il Papa rivolge lo sguardo dritto allo schermo. «Vi ringrazio tanto per il vostro saluto. Anch’io vi saluto. Prego per voi, voi pregate per me. Siamo uniti in amicizia. L’unità è sempre superiore alle guerre. Lavorare per l’unità della gente, rispettare l’identità di ognuno, qualsiasi sia la religione che professa. Che il Signore vi benedica. Pregate per me!». Il brevissimo video cattura un ultimo fotogramma, il sorriso di Papa Francesco a missione compiuta. Riprendere il saluto del Papa con il proprio telefonino non è cosa che avviene tutti i giorni, le dico. «Non è stato un atto di coraggio – mi risponde – ho semplicemente colto l’occasione, Papa Francesco è sempre molto disponibile». Come procede l’esperienza del Sinodo?, le chiedo. «Stiamo vivendo un’esperienza di discernimento in cui lo Spirito Santo è al lavoro, e fa nuove tutte le cose. L’esperienza vissuta dai discepoli sulla strada verso Emmaus descrive bene quello che stiamo vivendo. La Chiesa sta prendendo coscienza non solo delle sue sfide, ma anche della ricchezza e del suo grande potenziale interno. Vedo una convergenza crescente nei nostri pensieri, qui al Sinodo, e l’urgenza di camminare insieme, giovani e vescovi, clero e laici, movimenti religiosi e associazioni per andare insieme verso il mondo e mostrare il nostro amore in atto».
Chiara Favotti
Guarda il videomessaggio https://vimeo.com/295979829 (altro…)
Ott 19, 2018 | Chiara Lubich, Cultura

Pensamentos sobre Deus Amor Uma descoberta de
Chiara Lubich, transmitida em inúmeros matrizes nesta coletânea de pensamentos, não só infunde coragem na caminhada, por vezes árdua, da vida, como também dá todo um novo sentido e um novo sabor a essa caminhada: “deus nos ama imensamente”.
Cidade Nova
Ott 18, 2018 | Cultura

María es la mujer más mencionada en el Evangelio. Más que cualquier otra mujer en la historia ha sido fuente de inspiración, luz y consuelo para muchas personas. Innumerables las personas que han llevado su nombre a lo largo de los siglos. Y ¿quién podría contar las plegarias a ella dirigidas? Su presencia y su intervención en momentos críticos de la historia marcó el camino de variados países. Basta pensar en lo que la Virgen de Guadalupe, la Morenita, aparecida en 1531 a Juan Diego, significó, y significa hasta hoy, para los mexicanos y para toda América Latina. La fascinación de María inspiró, desde los primeros siglos cristianos, poesías y cantos, entre los cuales el antiguo himno oriental “Akatisthos”. Y no podemos olvidar de qué manera la figura de María incidió en la cultura en el segundo milenio. Basta pensar en la alabanza que le dirige San Bernardo en el último canto del Paraíso de Dante: «Virgen Madre, hija de tu hijo», o en el bellísimo comentario al Magnificat que hace Martín Lutero. Pensemos también en los innumerables frescos, pinturas, retablos, estatuas, que se encuentran en las iglesias y galerías de arte de todo el mundo, por no hablar de los sublimes íconos marianos de la tradición ortodoxa. A pesar del secularismo que caracteriza a nuestra época respecto de las anteriores, María sigue siendo aún hoy un punto de referencia. Aquí presentamos la experiencia de una mujer de nuestro tiempo, que no se preocupaba por presentar una reflexión actualizada de la figura de María, pero sin embargo la hizo redescubrir y volver a comprender en clave innovadora y actual a través de su experiencia espiritual que ha arrastrado a miles de hombres y mujeres, y no sólo católicos sino también personas de distintas Iglesias y de diferentes religiones. Como pincel en las manos del pintor, en la humildad de reconocerse como “nada”, Chiara Lubich, con toda su creatividad, fue elegida por Dios para dar vida a un Movimiento que, en el momento de su aprobación oficial por parte de la Iglesia Católica, recibiría el nombre de “Obra de María”. El resultado: una experiencia profética que nos hace descubrir en una luz nueva la actualidad de María.
Ciudad Nueva
Ott 18, 2018 | Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Il prossimo appuntamento con gli Amici di “Insieme per l’Europa” si terrà a Praga, terra degli “hussiti”, della “primavera di Praga”, della “rivoluzione di velluto”. La grande storia del popolo ceco farà da sfondo al dialogo tra i partecipanti. È una storia travagliata, caratterizzata da grandi risvegli idealistici e spirituali, dalla ricerca della giustizia e della verità, spesso però finiti con disillusioni fortissime. Questo è il caso dei tre momenti menzionati: il movimento hussita si è scatenato dopo la morte del sacerdote Jan Hus, bruciato sul rogo nel 1415, considerato dai suoi seguaci martire della verità; purtroppo le guerre seguenti, nelle quali non si trattava più della verità, ma del potere, hanno completamente devastato il Paese. Così anche, molti secoli dopo, nel 1968, gli attori principali della “primavera di Praga” con il grande sostegno ed entusiasmo di tutta la nazione – cosa mai vista prima – volevano installare un regime socialista “dal volto umano”, liberato da tutte le menzogne e crudeltà del passato recente; sfortunatamente questa speranza è stata distrutta sotto le ruote dei carri armati ed è finita nella rassegnazione generale. E poi la “rivoluzione di velluto” del 1989, che ancora tanti ci ricordiamo molto bene, è stata portata avanti dal motto del protagonista principale, Vaclav Havel: “L’amore e la verità devono vincere sopra la menzogna e l’odio”. Nessuno però si aspettava che sarebbe seguita una lotta così dura: i valori spirituali dei primi mesi, fortemente sentiti durante le manifestazioni popolari nelle piazze, pian piano si sono spenti, sostituiti dal pragmatismo della “tecnologia del potere”. La bandiera del Presidente della Repubblica ceca porta la dicitura “La verità vince”. Tuttavia dalla versione originale sono state tolte due parole: “La verità di Dio vince”. Siamo sicuri che la Sua verità vincerà alla fine della storia.

Jiři Kratochvil
“Insieme per l’Europa” vuol dare un contributo per costruire l’unità tra l’Europa dell’Est e dell’Ovest. Che ruolo ha la Cechia? La Cechia è un Paese molto secolarizzato. La maggioranza della popolazione non vuole identificarsi con una Chiesa. Ma, sorprendentemente, il numero degli atei dichiarati diminuisce. Tra la gente, i giovani e gli intellettuali, esiste una fortissima sensibilità verso i valori spirituali e culturali. Lo ha dimostrato il modo caloroso con cui, nel 2009, Papa Benedetto XVI è stato accolto a Praga. I laici secolarizzati, con tratti e lineamenti diversi, si trovano in tutte le parti dell’Europa. La Cechia potrebbe diventare un piccolo “laboratorio” di dialogo. Pensando al futuro dell’Europa quali ulteriori sfide si presentano per raggiungere l’unità? Si dice che ogni nazione – e questo vale anche per un continente – vive di quelle idee dalle quali è nata. Basta ricordarsi da dove è nata l’Europa: da Gerusalemme (fede), da Atene (ragione) e da Roma (diritto). Su queste fondamenta è cresciuta la sua grandezza e ricchezza culturale, spirituale e materiale. Oggi stiamo per affrontare la situazione di una migrazione di popoli, simile a quella dall’inizio del Medioevo: la sfida più grande consiste nel saper convivere con l’alterità dei nuovi arrivati. Non dobbiamo illuderci: l’Europa, come la conosciamo, prima o poi sparirà, anche per motivi di crescente denatalità. Noi cristiani dobbiamo essere la “minoranza creativa”, dobbiamo tornare alle radici della nostra tradizione e a tutti i valori che ne sono nati. Su questa base spirituale, chiedendo sempre la grazia di Dio, possiamo cercare una nuova unità nella nuova Europa. Jiři Kratochvil, nato nel 1953, laureato in economia a Praga, ha lavorato nel settore finanziario di varie amministrazioni statali. Dopo la caduta del comunismo ha aiutato la Caritas a rinnovarsi. Vissuto in Canada, Italia e Germania, oltre che in Cechia e in Slovacchia, attualmente lavora a Praga come traduttore per la Conferenza episcopale ceca. Fonte: together4europe.org (altro…)
Ott 18, 2018 | Focolari nel Mondo
Roma Partecipazione all’evento “Quando la Carità ti chiama”, promosso dalla Famiglia Vincenziana e inserito nel “Finding Vince 400 ” (FV400), Festival Internazionale Cinematografico. Auditorium Conciliazione. GenVerde Tours (altro…)
Ott 17, 2018 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Tra i tavoli apparecchiati con gusto e fresca semplicità, le conversazioni si intrecciano in diverse lingue. Per tre sere, i giovani dei Focolari hanno fatto gli onori di casa, in una sala poco distante da quelle dove si stanno svolgendo, fino al prossimo 28 ottobre, i lavori del Sinodo. Dopo alcune parole di caloroso benvenuto, le tre cene si sono rivelate altrettante occasioni di scambio, conoscenza e condivisione informale. Al momento del dessert, la presentazione del recente Genfest internazionale di Manila e di alcune esperienze, storie di impegno e coerenza dei giovani, allo scopo di favorire un contatto più stretto con i Padri sinodali, in continuità con un incontro già avvenuto qualche giorno prima, in cui erano state proposte domande, incertezze, scelte, nell’attesa che dal Sinodo possano emergere alcune risposte. Durante la seconda serata prende il microfono František, della Cechia. Dalle sue parole emerge una passione genuina per la politica, con un impegno concreto in vista delle prossime elezioni al Parlamento europeo. «Vi chiedo di sostenermi con la preghiera, perché possa rimanere sempre fedele alla scelta di servire la mia gente, senza alcun interesse personale». Poi è la volta di Nicola, 33 anni, originario di un paese vicino a Roma, terapista pediatrico presso una struttura ospedaliera universitaria. «Mi occupo di patologie rare ad insorgenza pediatrica, e per questo sono continuamente a contatto con situazioni spesso al confine con la morte. La difficoltà a volte sta nel comunicare ai famigliari la prognosi e le aspettative di vita del bambino. In questi momenti mi affido a Dio, perché mi suggerisca le parole e l’atteggiamento giusto. A volte la mia fede viene messa alla prova, ma poi non ho il tempo nemmeno di riflettere, “costretto” ad occuparmi delle persone che ho davanti e ad amarle. È questo davvero un volto di Gesù Abbandonato. Se riesco ad accoglierlo così, povero e misero, questo riempie il mio vuoto. Sono tantissime le situazioni che mi ritrovo ad affrontare.
Le famiglie dell’est sono a volte le più disperate poiché non hanno un sistema sanitario adeguato, sia dal punto di vista economico che clinico, che possa aiutarli. Per questo compiono dei viaggi della speranza verso i nostri ospedali, in cerca di cure, che in alcuni casi comportano per loro dei costi altissimi, essendo erogabili soltanto a cittadini residenti in Italia. Sono situazioni che ti portano a riflettere: a volte, nascere da una parte o dall’altra del mondo è solo una questione di fortuna. È in questi casi che Dio si mostra ancora più grande e ti chiede l’impossibile. Non possiamo certo trasgredire le leggi, ma possiamo cercare di essere d’aiuto in altri modi, ad esempio proponendo degli ausili per contenere al meglio le deformità articolari, oppure essendo sempre vicino e disponibile». Il tempo è volato. Gli invitati sembrano non volersene andare. La sfida dell’ascolto profondo e reciproco tra generazioni, motivo stesso di tutto il Sinodo, ha preso forma e consistenza anche in una cena. E nelle parole di un canto intonato a Maria, Silenzio altissimo d’amore, che la conclude. A cura di Chiara Favotti e Gustavo Clariá (altro…)
Ott 16, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La storia di Margarita Ramírez De Moreno, originaria di Santa María di Catamarca, nel Nord Ovest dell’Argentina, è nota ai lettori. Discendente degli aborigeni calchaquíes (dal nome del loro condottiero Juan Calchaquí), popolo di ottimi artigiani, ne aveva ereditato lo spirito di iniziativa e l’arte della filatura. Giovane diplomata alla “Scuola Aurora” della sua città, istituzione riconosciuta dal governo argentino per il contributo educativo offerto nel recupero delle tecniche e dei simboli della cultura “quechua”, ma disoccupata, non si era arresa di fronte alle difficoltà personali e di molte altre donne come lei, e aveva deciso di avviare una filanda per rifornire il laboratorio di tessitura della scuola. Una occasione di riscatto dalla discriminazione e di recupero della propria identità culturale. Lo scorso 1° ottobre, a Tucumán, Margarita ha ottenuto un riconoscimento in occasione del “Primo incontro internazionale delle donne per la pace”, organizzato dalla “World Federation of Ladies Grandmasters”, associazione operante in tutto il mondo, che sostiene donne, associazioni e fondazioni che con il loro sforzo aiutano altre donne a creare legami di amicizia, fraternità e reciproco aiuto, favorendone la partecipazione politica, la pace, la sicurezza, la protezione.
«Senza giustizia non c’è pace, e senza pace non c’è giustizia» ha affermato Mariela Martín Domenichelli, coordinatrice della federazione in America Latina. «È molto importante ascoltare le situazioni in cui vivono le donne, che possono trasformare le idee in future politiche pubbliche». La manifestazione ha voluto rendere visibili le azioni positive di alcune donne che lavorano in vari campi. Dopo aver visitato la provincia, anche Margarita è stata scelta come volto simbolo dell’impegno per la piena integrazione delle donne e dell’intera comunità aborigena cui appartengono. «Non era stato facile, all’inizio, convincere le donne della mia terra, da sempre discriminate, a riprendere il lavoro di filatura – racconta Margarita, che ora è madre di sette figli – dato che per arrivare alla filanda occorreva attraversare fiumi e fare ogni giorno molti chilometri. Non avevamo i mezzi. A poco a poco, ognuna ha messo a disposizione ciò che aveva: un fuso, della lana, la propria abilità in qualche arte tradizionale».
«Rimaneva il problema dei costosi macchinari. Un giorno sono stata costretta a chiedere un passaggio e ho confidato al conducente la mia preoccupazione. Mi rispose che lui sapeva fare macchine per filare e che le avremmo potute pagare anche in seguito, quando sarebbe stato possibile». Ostacoli di ogni tipo, ma anche inaspettate conferme. «Durante un trasloco abbiamo trovato una immagine della Madonna. Mi sembrò molto significativo e proposi alle altre di fare un patto: lavorare ogni giorno nell’amore reciproco. Poco dopo abbiamo ricevuto una donazione con la quale è stato possibile acquistare un immobile e delle attrezzature». “Tinku Kamayu” che nell’idioma locale significa “Riunite per lavorare” è il nome assunto dall’atelier. «Abbiamo ritrovato la nostra identità e, con quella, la speranza, la crescita culturale, la possibilità di lavoro per noi e per altri, e la ricchezza delle origini del nostro popolo. Ora ci sentiamo persone utili, non più umiliate, ma valorizzate e capaci di esprimere il nostro pensiero». Vedi anche EdC online (altro…)
Ott 16, 2018 | Cultura
[:de]
Die große Heilige und Mystikerin von ihrer menschlichen Seite: Freimütige Zeugnisse gesunden Menschenverstands und ungeschminkter Ehrlichkeit Eine aufschlussreiche, aufbauende und köstliche Lektüre, die Teresa von Avila (1515-1582), die (berühmte) Mystikerin und Klostergründerin von ihrer (weniger bekannten) menschlichen Seite zeigt: – wie sie selbst ihren Lebensweg beschreibt; – wie offen sie sich ihren engsten Freunden gegenüber äußert; – was sie „über Gott und die Welt“ denkt (von A wie Alter, Arbeit, Askese über F wie Frauen und Freundschaften bis V wie Väter und W wie „Was Gott will” …). Wenn man über Heilige schreibt, dann filtert man aus dem, was sie getan und gesagt haben, meist das heraus, was ihre Frömmigkeit und geistliche Größe hervorhebt und gibt wieder, was (ausgesprochen) spirituellen Gehalt hat. Der Herausgeber, Wolfgang Bader, geht mit seiner Auswahl für dieses Buch den umgekehrten Weg. Er hat Aussagen aus den Briefen Teresas zusammengestellt, in denen es um alltägliche und auch praktische Dinge aus ihrem Leben geht und die den Menschen Teresa im Alltag und im täglichen Mühen zeigen.
Im Vorwort heißt es: „Richtschnur bei der Auswahl der Texte war die persönliche Note, die Originalität der Formulierung, oft auch die humorvolle oder selbstironische Pointe, hinter der sich ein sehr kluger und klarer Kopf verbirgt. Dieses kleines Buch über die großer Teresa möchte einladen zum Schmunzeln und Nachdenken.“ Das Verblüffende beim Lesen dieser meist nur kurzen Texte ist dann, dass man plötzlich stärker und intensiver, als wenn man ein Buch mit „frommen Teresa-Texten“ gelesen hätte, spürt, welch großer Mensch sie war und warum die Katholische Kirche sie eine Heilige nennt. Nur wenn das Menschliche und das Göttliche sich zusammenfügt, ergibt das einen verwirklichten Menschen; das kann man an Teresa von Avila ablesen.
»Ich habe nicht das Talent, über himmlische und göttliche Dinge nachdenken zu können.« Teresa von Avila, Kirchenlehrerin und Mystikerin
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Ott 15, 2018 | Cultura
Esiste ancora uno spazio per le grandi domande dell’esistenza? Dio è caduto nell’oblio o rimane in fondo a tutte le grandi questioni che agitano i cuori delle generazioni più giovani? Come affrontare la sfida di “dire Dio” in questo contesto? Alla luce della sua esperienza di insegnante di liceo, il professor Andrea Monda racconta e si racconta, cercando di individuare possibili chiavi per aprire il cuore delle nuove generazioni. Città Nuova Ed.
Ott 15, 2018 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Nella pampa argentina, “Lia” continua ad attirare giovani da tutte le parti del mondo. La cittadella del Movimento dei Focolari, intitolata a Lia Brunet, pioniera dei Focolari nell’America del Sud, ha da poco festeggiato, noncurante del freddo invernale di luglio, il 50 anniversario dalla sua fondazione. Ed eccola riaprire le porte, in un settembre più tiepido, che prelude alla stagione più calda, con una originale proposta, rivolta a giovani: l’invito a diventare protagonisti della propria vita, “fino al minuto finale”. «Questa espressione – raccontano dalla Mariapoli Lia – ci è stata ispirata da Guillermo Curti, un focolarino sacerdote morto improvvisamente all’inizio dell’anno. Per tutti, ma particolarmente per i giovani, Guillermo è stato un modello di fedeltà e di amore fino all’ultimo istante». Il 22 e 23 settembre la cittadella ha accolto 800 giovani, 350 dei quali arrivati il primo giorno, e gli altri 450 il giorno successivo. Vengono da Paraguay, Uruguay e Argentina. «Il primo giorno si sono divisi per gruppi a seconda dei Paesi di provenienza e hanno preparato degli stand, distribuiti in tutto il territorio della Mariapoli, per presentare la propria cultura e stringere un contatto più personale. Alla sera c’è stata una presentazione di danze e manifestazioni folcloriche, molto riuscita. I giovani, da veri protagonisti, si sono prodigati con slancio nella preparazione della seconda giornata, la domenica, quando sono arrivati anche gli altri giovani provenienti dalle diverse province argentine».
Il programma del 23 settembre prevede che i partecipanti siano accolti in un vero e proprio studio cinematografico, dove cominciano le riprese di diversi film, ambientanti in epoche diverse (anni ’70,’80, ’90, 2000 e 2010) e appartenenti e generi diversi (horror, musical, fiction, fantascienza). «Le cinque decadi rappresentavano il cinquantesimo anniversario della cittadella. In ogni film si approfondiva una sfida per i giovani d’oggi: dipendenze, consumismo, scelte di vita, mass media, con la rappresentazione di esperienze e storie su questi temi. Quindi la premiazione e il discorso finale, seguiti non solo dai ragazzi presenti nella cittadella, ma anche in altri 200 punti di ascolto collegati in diretta, con migliaia di visualizzazioni che sono continuate anche nei giorni successivi. Al termine del fine settimana una grande gioia regnava tra tutti. Avevamo fatto, pur con tante difficoltà, una esperienza di unità profonda che ci ha cambiato, ci ha fatto sperimentare la presenza, tra noi, di Gesù. Lunedì, dopo una lunga dormita, noi tutti, abitanti della Mariapoli Lia, abbiamo cenato insieme, in un clima di famiglia. E di nuovo canzoni e balli, troppo grande era la gioia rimasta nei nostri cuori per l’esperienza vissuta». (altro…)
Ott 14, 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«GIOVANI GEN! Noi vi accogliamo con grande gioia! Come figli, fratelli, amici! […] Cercare è proprio della gioventù. Appena l’occhio della coscienza si apre sulla scena del mondo circostante, una inquietudine si sveglia nell’animo della gioventù: essa vuole conoscere, essa vuole soprattutto provare; essa vuole tentare. Cercare, che cosa? […] Voi, giovani di questo tempo, avete già una risposta negativa, e quasi ribelle nel vostro cuore: non vogliamo, voi dite, il mondo come esso ci si presenta davanti! fenomeno strano: un mondo, che vi offre i frutti più belli, più perfezionati, più godibili della civiltà contemporanea, non vi soddisfa, non vi piace, voi profittate delle conquiste, delle comodità, delle meraviglie, che il progresso moderno mette a vostra disposizione. Un senso però di critica, di contestazione e perfino di nausea arresta la vostra ricerca in questa direzione. È una direzione che vi porta fuori da voi stessi, un’alienazione, perché in fondo, è una direzione materialista, edonista, egoista. Non soddisfa veramente l’anima, non risolve veramente i problemi essenziali e personali della vita. […] Voi avete fatto un’altra scelta. Per questo vi chiamate Gen, Generazione nuova. Una scelta, innanzi tutto, liberatrice. Liberatrice dal conformismo passivo, che guida tanta parte della gioventù del nostro tempo … Al fondo della vostra psicologia sta un atto personale e sovrano di libera determinazione. La scelta di Cristo. […] Gesù Cristo ha incrociato i vostri passi; e per ciò oggi voi siete qui. Sì, l’incontro con Lui, Cristo Gesù. Ma chi è Cristo Gesù? Quale sconfinata domanda. […] Ebbene: primo, in Sé, Cristo è il verbo di Dio fatto uomo; Cristo, per noi, è il Salvatore dell’umanità. Due oceani: la divinità di Gesù Cristo, e la missione di Gesù Cristo nel mondo. […] A noi pare che voi, Focolarini, avete affrontato questo duplice problema: Chi è Lui, Cristo? e Chi è Lui, Cristo, per noi? Ed ecco che il fuoco della luce, dell’entusiasmo, dell’azione, dell’amore, del dono di sé e della gioia si è acceso dentro di voi, e in una interiore pienezza nuova voi avete tutto compreso, Dio, voi stessi, la vostra vita, gli uomini, il nostro tempo, la direzione centrale da imprimere a tutta la vostra esistenza. Sì, questa è la soluzione, questa è la chiave, questa è la formula, antica ed eterna, e quando è scoperta, nuova. Voi l’avete intuita, e avete, a buon diritto, dato al vostro movimento la definizione di «Generazione nuova», Gen!
Dunque, carissima Gioventù Gen! Incontrare, conoscere, amare, seguire Cristo Gesù! Questo il vostro programma. Questa la sintesi della vostra spiritualità, che voi, celebrando il Giubileo dell’Anno Santo, volete riaffermare nelle vostre coscienze e tradurre nella vostra vita. Con due conclusioni. La prima: per condensare in un pensiero centrale e fecondo il segreto del vostro Movimento cercate d’avere sempre Gesù come Maestro. E poi la seconda conclusione, che ascoltiamo parimente dalle labbra del Maestro Gesù: «Voi tutti siete fratelli». Abbiate la saggezza e il coraggio di arrivare a questa conclusione, ch’è la radice della socialità cristiana. È spesso sconcertante osservare come molti, che si dicono seguaci del Vangelo, siano incapaci di dedurre dal Vangelo stesso una socialità fondata sull’amore. […] Voi, Generazione nuova, siate fedeli e coerenti. Se avete scelto Cristo per vostro Maestro, fidatevi di lui e della Chiesa, che a voi lo conduce e lo presenta. Dimostrate con i fatti la forza realizzatrice della carità, dell’amore sociale, instaurato dal Maestro. Sarà un’esperienza, sì, nuova e generatrice d’un mondo più giusto e più buono. Sarà un’esperienza forte; domanderà resistenza, sacrificio, eroismo forse; domanderà che anche voi siate i robusti e volonterosi Cirenei, che offrono le proprie spalle per sostenere la Croce di Gesù. Sì, dovrete anche soffrire con Lui, come Lui, per Lui! Ma non temete, Gen! siate sicuri! avrete operato la vostra salvezza e quella del nostro mondo moderno. E sempre, come oggi, sarete buoni e felici!». Leggi il testo integrale (altro…)
Ott 14, 2018 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Sociale
“Le nostre azioni sono il nostro futuro” è il tema della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che ogni anno viene celebrata il 16 ottobre dalla FAO (Food and Agriculture Organization). La Giornata coinvolge organizzazioni internazionali e della società civile, scuole, aziende, media, enti di ricerca e istituzioni in un ricco programma di eventi e manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della povertà, della fame e della malnutrizione, in funzione del raggiungimento dell’obiettivo Fame Zero, tra quelli indicati dall’Agenda ONU per il 2030. I ragazzi del Movimento dei Focolari ne hanno fatto un punto centrale della loro formazione e azione durante tutto l’anno. Lo scorso mese di giugno, una delegazione di ragazze ha partecipato ad una discussione presso la sede internazionale FAO di Roma, ricevendo al termine il passaporto di “Cittadine Fame Zero”. In tutto il mondo hanno messo in atto iniziative per sensibilizzare coetanei e adulti, e dedicato all’argomento il numero 2/2018 della rivista bimestrale “Teens” (Città Nuova). (altro…)
Ott 14, 2018 | Cultura

Syrie, l’espoir vainqueur” c’est l’autre Syrie. Celle du peuple syrien soudain victime de toutes les violences.
Sœur Marie-Rose est religieuse à Homs. Quand la guerre arrive dans son pays en 2011, elle espère, comme tout le monde là-bas, qu’elle sera de courte durée. Mais il n’allait pas en être ainsi. Restée au milieu des siens, elle n’a de cesse d’apporter aide matérielle, réconfort, présence. Elle fonde une école où 300 enfants traumatisés par la guerre reçoivent une éducation et un soutien psychologique, et s’occupe de familles à qui la guerre a causé de graves souffrances. Les histoires que Sœur Marie-Rose raconte sont souvent terribles, et en même temps elles sont le lieu d’une rencontre fraternelle, d’une compassion et d’une amitié profondes qui se manifestent au milieu de la souffrance :
Dieu n’a pas quitté la Syrie. Des histoires bouleversantes, qui disent
l’espoir pour la Syrie d’aujourd’hui.
Ott 14, 2018 | Focolari nel Mondo
Si è spento il 13 ottobre, all’età di 83 anni, Ruggero Badano, padre di Chiara Luce. Uomo buono, di fede semplice e forte, insieme alla moglie Maria Teresa è stato testimone della straordinaria vicenda umana e spirituale che ha portato la figlia ad essere dichiarata Beata, il 25 settembre 2010. “Ringrazio Gesù perché ti ha mandato in mezzo a noi in questo Viaggio che non finirà mai” le aveva scritto il giorno del suo diciottesimo compleanno. Il Movimento dei Focolari esprime la sua vicinanza a Maria Teresa, ai membri della Fondazione Chiara Badano e a tutti gli amici della beata Chiara Badano, con grande riconoscenza per il dono della vita esemplare di Ruggero. Per info: www.chiarabadano.org (altro…)
Ott 12, 2018 | Centro internazionale, Chiesa, Spiritualità
Un simbolo della civiltà odierna può essere offerto dalla donna. Su rotocalchi e schermi, nella pubblicità e nell’arte, la donna impera come regina. Ma è facile vedere come la sua regalità sia posticcia: quelle dive, che signoreggiano oggi, sono dimenticate domani. In questa prospettiva, per contrasto, ridiventano attuali le biografie delle più grandi sante del cristianesimo e i loro insegnamenti. Teresa, la riformatrice del Carmelo, in mezzo alla rivoluzione protestante, sotto la signoria sospettosa di re e grandi di Spagna, a fronte delle minacce dell’Inquisizione del suo Paese, attuò nella povertà la libertà: l’unica libertà dei figli di Dio; e rifece dell’esistenza un’avventura prestigiosa per travolgere l’umano nel divino. Rimise al centro dell’esistenza individuale e sociale la bellezza, la poesia della santità. Vigeva allora una forma di farisaismo che si potrebbe chiamare misogismo. Ne aveva già patito Caterina da Siena, la quale era respinta nel silenzio perché donna, lei che non finiva di esortare gli uomini, compresi i pezzi grossi, a non comportarsi da femminucce. Santa Teresa si donò con totalità a Dio e trascinò nella donazione altre donne. L’ossessione dei giorni nostri sta in questa domanda accanita, frenetica, ossessiva di onori e ricchezze. Teresa insegna ad emanciparsi da questa schiavitù e recupera la serenità e la pace. E nei suoi scritti spiega le ragioni con una evidenza, una luce che incanta le anime, anche degli uomini d’oggi più aggrappati agli affari. E’ la donna forte, che parla desiderosa solo di servire Dio, con tenacia e forza. Aveva coscienza dell’influsso che la donna consacrata a Dio può esercitare nella società. La sua vita e i suoi scritti mostrano l’essenza della rivoluzione del Vangelo, nei cuori e nelle masse, ridispiegando l’essenza dell’amore che, attraverso il fratello, apre l’accesso a Dio: mette Dio negli spiriti, nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi. Teresa, con la grazia di una madre maestra, insegna a colloquiare senza posa con Dio, un colloquio che tutti possono svolgere, nel tempio della propria anima, anche per strada, anche in mezzo ai rumore. Credo che aumenterà di giorno in giorno il numero di uomini e donne i quali guidati dalla sapienza teresiana ritroveranno le ragioni della vita, risalendo con lei alla fonte. L’azione fiorirà sempre più sulla contemplazione. Ma qui – diremo con la Santa – Marta e Maria van quasi sempre d’accordo, perché l’interiore opera sull’esteriore… Quando le opere esteriori procedono da questa radice, sono fiori ammirabili e profumatissimi, sbocciati sull’albero del divino amore. Teresa era una cosmonauta arditissima del divino; ma era pure una donna pratica, che conosceva il mondo. E perché conosceva il mondo, svettava in paradiso. Se il suo insegnamento sublime si dilaterà, anche la nostra casa, anche il sindacato e la politica e la fattoria, anche il mondo, potrà diventare una sorta di Carmelo, dove Teresa imposterà la regalità femminile della benedetta fra le donne. Igino Giordani, «Fides», n.7-12, 1962, pp.185-187 (altro…)
Ott 12, 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Giovanni Battista Montini e Oscar Arnulfo Romero, amici in vita, saranno ufficialmente canonizzati insieme il 14 ottobre. Oscar Arnulfo Romero y Galdámez, l’arcivescovo salvadoregno, amato dal popolo perché difensore dei più poveri, era nato il 15 marzo a Ciudad Barrios, nello Stato di El Salvador (America centrale), da una famiglia di umili origini. Ordinato sacerdote nel 1942, si spende con passione prima come parroco e in seguito come direttore del seminario interdiocesano di San Salvador. Nel 1974 viene nominato vescovo di Santiago de María, diocesi che copre uno dei territori più poveri della nazione. Il contatto con la popolazione, stremata dalla povertà e dalla repressione del regime, che voleva mantenere la classe più povera soggetta allo sfruttamento dei latifondisti, lo fa schierare apertamente con gli ultimi. Dal 1977, mentre la violenza del regime si inasprisce anche contro sacerdoti, religiose e religiosi, diventa arcivescovo di San Salvador, ma sceglie di abitare in un piccolo appartamento vicino all’ospedale della Divina Provvidenza. L’assassinio di padre Rutilio Grande, suo amico e collaboratore, lo spinge a denunciare le nefandezze della dittatura: proclama il Vangelo attraverso scritti e omelie, diffuse anche attraverso i mezzi di comunicazione sociale. Il 24 marzo 1980, mentre sta celebrando la Messa nella cappella dell’ospedale, viene ucciso dagli “squadroni della morte”, braccio armato del regime. Nel 2015 viene beatificato a San Salvador.
Ott 12, 2018 | Chiara Lubich, Cultura

Vivemos num mundo em que as relações humanas não mais são condicionadas pelos limites geográficos, em que as informações em poucos segundos giram o mundo pelas redes sociais! Tudo isso, ao lado das tensões que há no mundo, revela o longo caminho para uma convivência pacífica e harmoniosa de homens e mulheres. As palavras unidade e relações fraternas têm sido repetidas por líderes e membros de Igrejas cristãs e de outras religiões. Nos documentos do Concílio Vaticano II, a Igreja Católica se define como “instrumento de unidade dos homens com Deus e entre si” (LG1). Nos anos 1940, Chiara Luibch foi marcada pela oração de Jesus, no capítulo 17 doo evangelho de João: “ut omnes unun sint…” [que todos sejam um], a unidade. A seleção de textos contida neste livro, em parte inéditos, aparesenta a compreensão de Chiara e sua vivência inspirada nesse pedido de Jesus a Seu Pai. A unidade é um dom divino, fruto de um empenho mútuo em viver o mandamento de Jesus: “Como eu vos amei, amai-vos também uns aos outros” (Jo 13,34).
Editora: Cidade Nova
Ott 11, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Metti un gruppo di giovani presenti al laboratorio annuale di Loppiano, da poco concluso, e una parola chiave in testa: partecipazione. Con queste premesse la Costituente Giovani EdC ha lanciato sui social e fra gli amici “Into the LABel”, dentro l’etichetta, un laboratorio “fuori sede” inserito nel programma della manifestazione LoppianoLab 2018. Al termine della giornata che il Polo Bonfanti ha dedicato ai temi dell’economia e del lavoro, lasciata la sala-convegno, hanno riempito le macchine: destinazione il supermercato Coop del vicino Comune di Figline. All’ingresso del supermercato vengono posizionati tabelloni, urne e schede elettorali, e inizia un esperimento innovativo della durata di due ore: una vera e propria campagna elettorale. Al posto dei candidati, cinque categorie di prodotti: pasta, caffè, cioccolato, tonno in scatola, aranciata. «Ma cosa c’entra la democrazia con un supermercato?» chiede qualcuno. «C’entra. E molto» rispondono gli organizzatori. Spiega Chiara: «Con il portafoglio esercitiamo il nostro “potere di acquisto”. Il “voto col portafoglio” è un esempio di responsabilità civile. Quando compriamo un prodotto esprimiamo una preferenza, sosteniamo il lavoro dell’azienda che lo produce, un particolare modello di business, una mission, una serie di processi interni, un certo tipo di gestione dei rapporti con i dipendenti e i fornitori, un certo impatto ambientale».
«Dopo un incontro con Luigino Bruni sul rapporto tra democrazia e mercato – racconta Stefania – abbiamo lavorato per circa tre mesi cercando di approfondire le “vision” e “mission” di piccoli e grandi marchi, circa 20 aziende. Seguendo indicatori come trasparenza, filiera produttiva, rispetto per l’ambiente, responsabilità sociale, forma societaria e sede legale, abbiamo raccolto informazioni e dati pubblicati sui siti web, bilanci di sostenibilità, articoli e inchieste». «Una sfida arricchente e interessante – continua Francesca – che ha rivelato una complessità di etiche, valori, convenienze che influenzano la nostra spesa quotidiana. Una consapevolezza che abbiamo maturato strada facendo e che ci ha spinto a immaginare una iniziativa da condividere. Il ruolo della responsabilità civile del consumo critico e la certezza che i propri acquisti possono orientare il comportamento delle imprese, piccole e grandi, sono state le nostre motivazioni per realizzare questa iniziativa che abbiamo chiamato “Into the LAbel”. Questa edizione di LoppianoLab ci è sembrata l’occasione migliore per proporla». Interviene Andrea: «Sulla base del materiale raccolto, per ogni categoria abbiamo scelto tre prodotti di marchi diversi, cercando di evidenziare differenti sfumature in termini di trasparenza, prezzo, qualità e impegno. Abbiamo lasciato che fossero i partecipanti a scegliere il prodotto da acquistare, dopo aver condiviso con loro gli strumenti per cercare di leggere dentro le etichette anche le “calorie morali” e gli “zuccheri etici”. Una iniziativa dal finale non scontato, ma aderente alla realtà».
Come ogni campagna elettorale che si rispetti, le votazioni vengono anticipate da un talk-show preparato e messo in scena dagli organizzatori all’ingresso della Coop. Ognuno di loro presenta il proprio “candidato”, con l’intervento di un cittadino-consumatore. Ai partecipanti viene quindi consegnato un sacchetto della spesa, una scheda elettorale e l’indicazione di un sito web creato per l’occasione. I corridoi della Coop, affollati, come ogni sabato, di famiglie, si riempiono di persone impegnate a rileggere le etichette con attenzione. Dopo aver pagato alla cassa, l’ultimo atto democratico e di responsabilità politica: con una x viene barrato il prodotto scelto e la scheda viene infilata nell’urna. Quindi interviste, foto, sondaggi, in pieno stile da exit-poll. A fine serata si contano i voti e si raccolgono i dati: circa cento votanti, ma molte di più le considerazioni da fare. Intanto la Costituente Giovani EdC Italia già pensa al secondo appuntamento di “Into the LABel”, che si svolgerà a Castel Gandolfo, in occasione dell’evento internazionale Prophetic Economy, dal 2 al 4 novembre. Perché in fondo siamo tutti dei change-makers. A cura di Chiara Favotti (altro…)
Ott 11, 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
E’ un Festival culturale? Non proprio. Oppure sì, se vogliamo. Di quella cultura che caratterizza da sempre lo stile editoriale e il giornalismo di Città Nuova. In continuità con LoppianoLab, il laboratorio nazionale per l’Italia, ritorna la giornata che Città Nuova apre e dedica a chiunque desideri conoscere la cultura dell’incontro, alla cultura del “noi”. Quando? Il 13 ottobre 2018 alle ore 17 in diretta streaming in tutta Italia seguire i vari aggiornamenti su www.cittanuova.it Con chi? Con tutti gli abbonati e i nuovi lettori e in collegamento interattivo con alcuni eventi culturali che si svolgeranno in contemporanea, o nelle settimane successive. Cos’è? Saranno dei forum con uomini e donne di cultura che costruiscono reti di solidarietà con presentazione di libri o tavole rotonde su tematiche a cui il territorio è “sensibile”, dalla cittadinanza attiva all’educazione e all’accoglienza e poi, perché no?, anche laboratori per bambini e ragazzi sul bullismo, l’ecologia, lo sport. Come? Via libera alla fantasia dei lettori. Il CN day potrà essere anche un “Festival di Città Nuova”, con dialoghi culturali, momenti artistici e musicali, lettura di libri e articoli su tematiche che incontrano la sensibilità del territorio. Perché? Per gustare la cultura da protagonisti immersi in un processo di cittadinanza attiva e di rete. Autori e giornalisti di Città Nuova sono al vostro fianco: la redazione è a vostra disposizione. Bella iniziativa, direte. Ma chi la organizza? I lettori! Sono già in tanti a mobilitarsi, forse in alcune città si potrà essere in pochi, ma basta cominciare. Sono le minoranze creative a scrivere la storia. Maggiori informazioni: FocolarItalia
Ott 11, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
All’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Firenze) il 22 ottobre, alle ore 17, presso l’Auditorium, si terrà la cerimonia di inaugurazione dell’XI anno accademico. Dopo i saluti del Gran Cancelliere, Card. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, del Vice Gran Cancelliere Dr.ssa Maria Voce, Presidente dell’Opera di Maria, e del Dr. Egidio Sgrulloni, Presidente della Fondazione per Sophia, si terrà il panel “In rete: Sophia e l’Università di Perugia”, con gli interventi del Prof. Piero Coda, Preside dell’Istituto Universitario Sophia, del Prof. Franco Moriconi, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, e della Dr.ssa Mary Elisabeth Trini, Laureata con doppio titolo I.U.Sophia – Università di Perugia. A conclusione una tavola rotonda dal titolo “La sfida della fraternità nella politica e nel diritto”, con la presentazione del Centro di Ricerca “Sophia Center for Research on Politics and Human Rights”. Interverranno i docenti Antonio Maria Baggio (IUS), Adriana Cosseddu (Università di Sassari), Antonio Márques Prieto (Universidad de Malaga). (altro…)
Ott 10, 2018 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Le grandi vicende dell’Europa centrale – e in particolare del popolo ceco – faranno da sfondo a una nuova tappa nel cammino di Insieme per l’Europa, che promuove la reciproca accoglienza tra diverse identità culturali e politiche del continente. Nel novembre 2017 l’incontro degli Amici di Insieme per l’Europa si era svolto a Vienna, città ponte tra Est e Ovest. Quest’anno si svolgerà nel Centro-Est Europa, con il desiderio di affrontare le difficoltà, i pregiudizi e le paure presenti nell’attuale momento storico tra i Paesi membri dell’Unione Europea e non solo. La vita del Vangelo, nutrita e illuminata dalla presenza di Cristo nelle e tra le comunità cristiane, testimonierà che il cammino verso un’Europa “casa delle nazioni e famiglia di popoli” non è utopia. Nella Repubblica Ceca, il prossimo 17 novembre, sarà ricordato l’inizio della “sametová revoluce” (rivoluzione pacifica, detta “di velluto”), che ha reso anche questo Paese uno dei protagonisti della riunificazione dell’Europa, processo che dura ancora. È una coincidenza che interpella gli Amici di Insieme per l’Europa, per rinnovare il comune impegno: portare nella cultura post-secolare lo spirito dell’umanesimo cristiano, offrendo così il proprio contributo nel dare vita e forma ad un’Europa più unita. Tomas Halik (amico personale di Vaclav Havel), noto teologo e filosofo ceco, Jaroslav Sebek, membro dell’Istituto Storico dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, e Pavel Fischer, politico ceco emergente, insieme a responsabili e rappresentanti di diversi movimenti, comunità e associazioni apriranno il convegno con riflessioni e testimonianze. L’obiettivo è assai audace: evidenziare un’altra Europa, l’Europa delle grandi speranze e promesse, che sorgono dal ricco patrimonio di una molteplicità etnica, sociale, culturale, che tende alla comunione e al dialogo. L’avvenimento di Praga diventerà così una tappa importante nella storia di Insieme per l’Europa che non vuole desistere nell’impegno per un’Europa più unita, giusta e fraterna. Sarà anche un’eccellente occasione per prepararsi insieme alle prossime elezioni del Parlamento Europeo. L’incontro si concluderà con una serata aperta assieme ai rappresentanti di movimenti e comunità di varie Chiese presenti in Cechia. Fonte: Insieme per Europa Info: cmpraha@espol.cz www.centrummariapoli.cz Tel: +420 286 007 711, (Centro Mariapoli, Mladoboleslavská 667, 190 17 Praga 9 – Vinoř, Repubblica Ceca) Foto: Canva (altro…)
Ott 9, 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Nello scorso settembre, Mayur e i suoi amici hanno visitato, nell’ambito del Progetto Udisha una baraccopoli a Bhandup e una scuola a Kanjur (Mumbai). Hanno incontrato circa 110 bambini. Mayur Jayram è un insegnante di danze tradizionali indiane e, con il suo gruppo Mayur’s Dance Academy ha organizzato dei laboratori di danza per i bambini presso una scuola municipale nel quartiere della scuola di Bhandup. A conclusione, l’attesa distribuzione di cibo nutriente come latte, frutta, ecc, per la gioia dei tutti! Nei mesi scorsi, nonostante le forti piogge, noi Ragazzi per l’unità di Andheri (Mumbai), siamo andati di porta in porta per chiedere a più di 50 famiglie del nostro quartiere i giornali vecchi da vendere come carta. Abbiamo anche distribuito delle lettere indirizzate a tutti i residenti del quartiere, facendo la stessa richiesta. Molti ci hanno dato generosamente i loro giornali; altri che non ce li avevano, ci hanno voluto ugualmente aiutare offrendoci cereali e quaderni per la scuola; altri, infine, ci hanno dato dei soldi per comprare materiale scolastico per i bambini malati.
Alcuni dei genitori e amici si sono uniti a noi, sostenendo l’iniziativa anche negli aspetti più pratici. E così sono stati raccolti 383 kili di carta! L’uomo che l’ha acquistata ci ha fatto un buon prezzo e, non solo, ha voluto darci una somma in contanti “perché si tratta di una buona causa”, ci ha detto. Con il ricavato, abbiamo acquistato una grande quantità di cereali che abbiamo donato alle suore Orsoline che accudiscono i bambini malati di AIDS e le loro famiglie. Anche se è stato stancante, la felicità nei nostri cuori è stata ancora maggiore per aver fatto qualcosa di concreto. I nostri sforzi, pur modesti, sono stati un piccolo passo per contribuire al “Progetto Fame Zero” lanciato dalla FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) e al quale siamo impegnati i Ragazzi dell’unità di tutto il mondo. Siamo molto felici che tutto sia andato bene – concludono Anu e Alvin, ragazzi per l’unità di Andheri –, ma ora vogliamo fare qualcosa di più per costruire un mondo migliore, eliminando la fame, a cominciare dal nostro vicinato.
Guarda il video di Mayur Jayram Mandavkar https://vimeo.com/275669132 (altro…)
Ott 9, 2018 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Le grandi vicende dell’Europa Centrale
– e, in particolare, del popolo ceco – faranno da sfondo a questa nuova tappa nel cammino di
Insieme per l’Europa, che promuove la reciproca accoglienza tra diverse identità culturali e politiche. Nel novembre 2017, l’incontro europeo degli Amici di
Insieme per l’Europa si era svolto a Vienna, città ponte tra Est e Ovest. Ora un passo più in là, ci si troverà al Centro-Est Europa, con un desiderio comune: affrontare difficoltà, pregiudizi e paure pesantemente presenti in questo momento, in modo particolare tra i Paesi-membri dell’Unione Europea e oltre. Con la vita del Vangelo, nutrito e illuminato dalla presenza di Cristo nelle e tra le comunità cristiane, si vorrà testimoniare, che il cammino verso un’Europa “casa delle nazioni e famiglia di popoli” non è un’utopia.
Sulle tracce della “Rivoluzione di Velluto” La Repubblica Ceca, proprio il 17 novembre, ricorderà l’inizio della “
sametová revoluce” (rivoluzione pacifica, detta “di velluto”), che ha reso anche questo Paese uno dei protagonisti della riunificazione dell’Europa – processo che dura ancora. E’ una coincidenza che interpella gli Amici di
Insieme per l’Europa, per rinnovare il comune impegno: portare nella cultura post-secolare lo spirito dell’umanesimo cristiano, offrendo così il proprio contributo nel dare vita e forma ad un’Europa più unita. Il rinomato teologo-filosofo ceco
Tomas Halik, amico personale di Vaclav Havel,
Jaroslav Sebek, membro dell’Istituto Storico dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, e
Pavel Fischer, politico ceco emergente, insieme a responsabili e rappresentanti di diversi Movimenti, Comunità e Associazioni, apriranno con riflessioni e testimonianze questo convegno, il cui traguardo è audace assai: ricordare un´altra Europa, l´Europa delle grandi speranze e promesse. Sorgono dal ricco patrimonio di una molteplicità etnica, sociale, culturale, che tende alla comunione e al dialogo. L’avvenimento a Praga diventa così una tappa importante nella storia di
Insieme per l’Europa, che anche questa volta vorrebbe non stancarsi nell´impegno per un´Europa più unita, più giusta, e più fraterna. Sarà anche un’eccellente occasione per prepararsi insieme alle prossime elezioni del Parlamento Europeo. L’incontro terminerà con una serata aperta assieme ai rappresentanti di Movimenti e Comunità di varie Chiese presenti in Cechia.
Indirizzo: Centro Mariapoli, Mladoboleslavská 667, 190 17 Praga 9 – Vinoř, Repubblica Ceca – Tel. +420 286 007 711; email: cmpraha@espol.cz www.centrummariapoli.cz Beatriz Lauenroth
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Ott 9, 2018 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Durante il mese di ottobre, secondo una esplicita richiesta di Papa Francesco, tutti i fedeli nel mondo sono uniti in comunione e in penitenza, come popolo di Dio, per chiedere alla Santa Madre di Dio e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo, il principale artefice della divisione tra gli uomini e con Dio, e di renderla al tempo stesso sempre più consapevole delle colpe, degli errori e degli abusi commessi nel presente e nel passato. L’invito è quello di concludere la recita del Rosario con l’antica invocazione “Sub Tuum Praesidium” – che recita “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine Gloriosa e Benedetta” – e con la preghiera a San Michele Arcangelo, composta da Leone XIII, che dice, tra l’altro: “San Michele Arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio”. (altro…)
Ott 9, 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Corsi di alta formazione in Economia civile, impresa responsabile e finanza sostenibile. Si svolgeranno presso il Polo Lionello Bonfanti, Figline e Incisa Valdarno (Firenze) da novembre 2018 a marzo 2019 Il corso di alta formazione analizza il paradigma dell’Economia civile nei suoi aspetti principali, introduce i partecipanti alla figura dell’imprenditore e del manager civile, sia in via teorica sia avvalendosi di testimonianze e di “case study” e trasferisce un insieme di categorie concettuali, quali le organizzazioni come ‘sistema aperto’ per il bene comune, la responsabilità ‘civile’ di impresa, il ruolo della finanza, utili a vivere le organizzazioni come uno strumento di civilizzazione del mercato.
Primo Modulo L’IMPRESA E L’IMPRENDITORE CIVILE 8-9-10 novembre 2018 Secondo Modulo LA RESPONSABILITÀ ‘CIVILE’ D’IMPRESA E LA SUA VALUTAZIONE 13-14-15 dicembre 2018 Terzo Modulo IL MANAGEMENT CIVILE 17-18-19 gennaio 2019 Quarto Modulo LE ORGANIZZAZIONI COME “SISTEMA APERTO”: LE AFFINITÀ ELETTIVE TRA ORGANIZZAZIONI E TERRITORIO PER IL BENE COMUNE 14-15-16 febbraio 2019 Quinto Modulo FINANZA ETICAMENTE ORIENTATA 7-8-9 marzo 2019 Per Informazioni ed iscrizioni: Scuola di Economia Civile
Ott 9, 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La Scuola di Economia Civile, promuove i seguenti corsi residenziali rivolti a Docenti e Dirigenti scolastici interessati ad approfondire la conoscenza dell’economia civile e ad introdurne i contenuti nelle programmazioni delle loro discipline: italiano e storia, filosofia, scienze sociali, diritto, economia, religione, etc., nonché a riflessioni generali sul tema dell’educazione finanziaria nella scuola e ai giovani e, in modalità di simulazione, moduli didattici utilizzabili nei programmi di educazione finanziaria per gli studenti.
- Corso residenziale di Economia Civile per Docenti e Dirigenti Scolastici Fondamenti dell’economia civile 18-19-20 ottobre 2018
- Corso residenziale di Economia Civile per Docenti e Dirigenti Scolastici Economia civile: un approccio storico -23- 24 novembre 2018
- Corso residenziale di Economia finanziaria per Docenti e Dirigenti Scolastici della scuola primaria e secondaria Materiali e strumenti didattici per una scuola orientata all’economia – Primo modulo 25–26-27 ottobre 2018 Corso residenziale di Economia finanziaria per Docenti e Dirigenti Scolastici della scuola primaria e secondaria Materiali e strumenti didattici per una scuola orientata all’economia – Secondo modulo 29 novembre – 1 dicembre 2018
Per maggiori informazioni: Scuola di Economia Civile
Ott 9, 2018 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Chiara Luce Badano : Tra i giovani testimoni proposti per il Sinodo dei Giovani Programma: Sabato 27 ottobre ore 12.00 Santa Messa al Santuario Maria Theotokos ore 21.00 Serata insieme Domenica 28 ottobre ore 10.15 Santuario Maria Theotokos, esperienze di giovani di tutto il mondo, per riscoprire come Chiara Luce il Vangelo ore 12.00 Santuario Maria Theotokos, S. Messa solenne Sito Web dedicato
Ott 9, 2018 | Chiara Lubich, Cultura
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Spirituelle Impulse für die Ökumene, um sich in der verbindenden Mitte finden zu können. Mit einer ausführlichen Einführung von Walter Kardinal Kasper.
Chiara Lubich (1920-2008) hat vielfältige Anregungen für den Prozess wachsender Einheit zwischen den Kirchen gegeben. Sie hatte viele persönliche Begegnungen mit hochrangigen Vertretern der großen Kirchen und bekam für ihr ökumenisches Engagement u. a. den Friedenspreis der Stadt Augsburg. Die zum Reformationsgedenken posthum erscheinende Publikation versammelt u. a. Vorträge im Rahmen ihres letzten ganz im Zeichen der Ökumene stehenden Besuchs in der Schweiz, u. a. beim Ökumenischen Rat der Kirchen in Genf 2002. Chiara Lubich erläuterte dort, ausgehend von ihrer Erfahrung und der Fokolar-Spiritualität, wie die Gemeinschaft unter den Christen belebt und vertieft werden kann.Aus dem Inhalt: Auf dem Weg zu einer Spiritualität der Einheit – Für eine Erneuerung in Kirche und Gesellschaft – Der gekreuzigte und verlassene Jesus oder: Wo Einheit wächst – Leben aus dem Wort Gottes oder: Wo Einheit wächst – Auch als Kirchen die gegenseitige Liebe praktizieren – Gebet um die Einheit»Die in diesem Band neu veröffentlichten Texte von Chiara Lubich, der Gründerin und langjährigen Präsidentin der Fokolar-Bewegung, die ausgehend von der Gottverlassenheit Jesu am Kreuz (vgl. Markus 1,34) sich weltweit in der Ökumene engagiert, bieten viele tiefe und kostbare Anregungen für den gemeinsamen ökumenischen Weg, zu dem durch die eine Taufe alle Christen berufen sind. Ich bin dankbar für diese Neuausgabe und wünsche dem vorliegenden Band viele Leserinnen und Leser, die Förderer der Einheit aller Jünger Jesu sind oder neu dazu werden.« Aus der Einführung von Walter Kardinal Kasper
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Ott 9, 2018 | Cultura
Il bullismo non è uno scherzo, un litigio sporadico, un’incomprensione. Uno studente è oggetto di azioni di bullismo ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto ripetutamente nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni. E il cyberbullismo è qualcosa di più dell’evoluzione del bullismo. Sembrerebbe averne in certe situazioni invertito la vettorialità. In altre parole: alle volte vengono compiuti atti di bullismo solo ed esclusivamente affinché siano “cyber”, se proprio dobbiamo continuare a usare questo prefisso, davvero fuori luogo. Cioè gli strumenti digitali “chiamano” in qualche modo certi contenuti. E quelli di bullismo sono, né più né meno di altri, contenuti che ci si scambia. Dimenticando le sofferenze delle vittime, sovrapponendo realtà e finzione. GLI AUTORI Simone Cosimi è giornalista professionista, collabora con numerose testate nazionali fra cui La Repubblica, D, Dlui, Wired, VanityFair.it. Con Alberto Rossetti è autore del libro Nasci, cresci, posta. I social network sono pieni di bambini: chi li protegge? (Città Nuova, 2017) Alberto Rossetti. Psicoterapeuta e psicoanalista, si occupa della clinica dell’adulto e dell’adolescente. È membro della redazione Mama.mo.it e autore con Simone Cosimi del libro Nasci, cresci, posta. I social network sono pieni di bambini: chi li protegge? (Città Nuova, 2017) Eraldo Affinati, scrittore e insegnante, è autore di numerosi libri, tra cui Tutti i nomi del mondo (Mondadori, 2018); L’uomo del futuro (Mondadori 2016, finalista al Premio Strega); Vita di vita (Mondadori 2014). Francesca Maisano è psicoterapeuta dell’età evolutiva. Lavora a Milano presso il Centro nazionale per la prevenzione e il contrasto al bullismo, cyberbullismo e fenomeni illegali in rete. È autrice, con Luca Bernardo, del volume L’età dei bulli. Come aiutare i nostri figli (Sperling e Kupfer, 2018) Andrea Pinna è uno degli influencer italiani più conosciuti. La sua pagina Facebook, Le Perle di Pinna, è seguita da 454.000 persone, i suoi follower su Instagram sono 506.000. Nel 2015 ha vinto con Roberto Bertolini, l’edizione italiana del reality show Pechino Express. LA COLLANA I volumi della collana Dossier sono occasione di confronto e dialogo su temi di attualità, per conoscere l’argomento e le diverse posizioni in campo. Un’accessibile strumento di informazione per non scivolare nelle secche dello scontro ingenuo e demagogico. Città Nuova Ed.
Ott 8, 2018 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Foto: Pontificio Consiglio della Cultura
«Si sente l’urgenza dell’ evangelizzazione e si capisce come la musica può avere in essa un grande impatto», afferma Nancy Uelmen, compositrice e cantante del Gen Verde International Performing Arts Group, partecipante al convegno per conto del gruppo musicale del Movimento dei Focolari. Il convegno di tre giorni promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura, guidato dal Cardinal Gianfranco Ravasi, aveva come titolo “Chiesa e Compositori: Parola e Suoni”. Oltre i vari relatori, erano presenti circa 110 iscritti in rappresentanza di diverse conferenze episcopali e istituti accademici di tanti paesi, tra cui alcuni compositori. La riflessione ha avuto inizio con “Musica e Parola”, mettendo l’accento sulle questioni della memoria, della intelligibilità e del significato; quindi “Musica e Vangelo”, che ha permesso di presentare alcune esperienze di vita personali e comunitarie e l’impatto dei differenti stili musicali e compositivi; infine “Musica e Strumenti”, di carattere più tecnico e incentrato sui diversi suoni, culminando con la voce umana. 
Foto: Pontificio Consiglio della Cultura
«Si è anche parlato del grande bisogno che c’è di evangelizzare con la musica, al di fuori dell’ambito liturgico», ricorda Uelmen. “È l’ora del coraggio espressivo”, diceva il compositore mons. Marco Frisina, direttore del Coro della Diocesi di Roma. «A me – racconta Nancy – è stato affidato un workshop nel secondo giorno che ho intitolato “Spiritualità e Composizione nella Nuova Evangelizzazione”. Ho voluto dare uno sguardo sulla situazione dei giovani oggi e la chiamata che sentiamo di “uscire alle periferie” attraverso i nostri progetti “Start Now”, per raggiungere in particolare i più svantaggiati. Ho anche dato alcuni spunti su come la spiritualità dell’unità mi (e ci) aiuta a passare dall’IO al NOI nel processo di composizione, illustrando questo processo con alcuni dei nostri brani più recenti». 
Foto: Pontificio Consiglio della Cultura
«Nel pomeriggio – è sempre Nancy Uelmen che parla – c’era uno spazio dedicato ai Movimenti ecclesiali, con una tavola rotonda aperta a tutti i partecipanti del convegno. Eravamo in tre a parlare: Luciana Leone, del Rinnovamento nello Spirito, il compositore Pippo Molino di Comunione e Liberazione ed io, rappresentando i Focolari. Abbiamo potuto parlare dei nostri approcci e prospettive sulla vita musicale nella Chiesa; quella liturgica, ma anche in altri campi. Ho fatto un breve intervento sul ruolo della musica nel Movimento, e poi ho raccontato più specificamente l’esperienza che portiamo avanti come Gen Verde, facendo musica per e con i giovani». «Oltre le importanti esposizioni di personalità internazionali della musica nella Chiesa, ci sono state tante occasioni di scambi e di dialogo con i vari partecipanti. In particolare con alcuni rappresentanti dei movimenti e associazioni, con i quali si condivideva il desiderio di collaborare di più tra di noi. Si avvertiva, infatti, il bisogno di “uscire” insieme per andare verso quelli che non si avvicinano alla chiesa e, attraverso la musica, crediamo che si può fare molto». Il convegno si è concluso ad Assisi con un Concerto nella Basilica superiore, nel contesto del Premio «Francesco Siciliani», concorso internazionale per una composizione di musica sacra, eseguito dal St. Jacob’s Chamber Choir, Stoccolma, diretto da Gary Graden. E’ prevista la pubblicazione degli Atti del Convegno. di Gustavo Clariá Il programma Intervento di Nancy Uelmen (altro…)
Ott 7, 2018 | Chiara Lubich, Cultura
Si un mot caractérise le charisme de Chiara Lubich c’est bien le mot « unité », l’unité et rien d’autre. Toute jeune, tout en puisant dans l’Ecriture elle en en fait son programme de vie : que tous soient un afin que le monde croie (Jn17). Les textes présentés dans cette anthologie vont à la source de sa compréhension et de son expérience de l’unité qui, pour elle, est indissociable du mystère de la Trinité. Dans la vision de Chiara Lubich, l’unité est une proposition qui se traduit en « fraternité universelle » et n’exclut aucune personne humaine.L’unité est un don de Dieu à demander, le dessein merveilleux de Dieu sur l’histoire, le dessin de Dieu sur l’humanité. Nouvelle Cité
Ott 7, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
https://vimeo.com/290299577 (altro…)
Ott 5, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Se osservo ciò che lo Spirito Santo ha fatto con noi e con tante altre “imprese” spirituali e sociali oggi operanti nella Chiesa, non posso non sperare che Egli agirà ancora e sempre con tale generosità e magnanimità. E ciò non solo per opere che nasceranno ex-novo dal suo amore, ma per lo sviluppo di quelle già esistenti come la nostra. E intanto per la nostra Chiesa sogno un clima più aderente al suo essere Sposa di Cristo; una Chiesa che si mostri al mondo più bella, più santa, più carismatica, più famigliare, più intima, più configurata a Cristo suo Sposo. La sogno faro dell’umanità. E sogno in essa una santità di popolo, mai vista. Sogno che quel sorgere – che oggi si costata – nella coscienza di milioni di persone d’una fraternità vissuta, sempre più ampia sulla Terra, diventi domani, con gli anni del 2000, una realtà generale, universale. Sogno con ciò un retrocedere delle guerre, delle lotte, della fame, dei mille mali del mondo. Sogno un dialogo d’amore sempre più intenso fra le Chiese così da far vedere ormai vicina la composizione dell’unica Chiesa. Sogno l’approfondirsi d’un dialogo vivo e attivo fra le persone delle più varie religioni legate fra loro dall’amore, “regola d’oro” presente in tutti i libri sacri. Sogno un avvicinamento e arricchimento reciproco fra le varie culture nel mondo, sicché diano origine a una cultura mondiale che porti in primo piano quei valori che sono sempre stati la vera ricchezza dei singoli popoli e che questi s’impongano come saggezza globale. Sogno che lo Spirito Santo continui a inondare le Chiese e potenzi i “semi del Verbo” al di là di esse, cosicché il mondo sia invaso dalle continue novità di luce, di vita, di opere che solo Lui sa suscitare. Affinché uomini e donne sempre più numerosi s’avviino verso strade rette, convergano al loro Creatore, dispongano anima e corpo al suo servizio. Sogno rapporti evangelici non solo fra singoli, ma fra gruppi, movimenti, associazioni religiose e laiche; fra i popoli, fra gli Stati, sicché si trovi logico amare la patria altrui come la propria. È logico il tendere a una comunione di beni universale: almeno come punto d’arrivo. [..] Sogno perciò già un anticipo di cieli nuovi e terre nuove come è possibile qui in terra. Sogno molto, ma abbiamo un millennio per vederlo realizzato». Chiara Lubich Da: Attualità. Leggere il proprio tempo, Città Nuova, Roma 2013, pp. 102-103 (altro…)
Ott 5, 2018 | Cultura
Nei mesi scorsi abbiamo lavorato alla campagna pubblicitaria che avrebbe accompagnato la diffusione della nostra rivista da qui al 2019. Ci siamo affidati a creativi esperti del settore i quali, supportandoci nella comunicazione da tempo, conoscono molto bene Città Nuova, ne hanno compreso la mission, ne hanno colto la sua peculiarità nel sistema mediatico nostrano. Dopo essersi posti in ascolto della redazione, ci hanno presentato diverse proposte fra le quali è stato difficile scegliere, perché tutte esprimevano un aspetto significativo del nostro impegno quotidiano. Alla fine la preferenza è caduta su: «Libera. E chiara. L’informazione quando cerca la verità». La foto lascia intravvedere un uomo, un povero, adagiato sul ciglio del marciapiede, quasi coperto dal bus che sta passando, simbolo, potremmo dire, di una società che tende ad oscurare gli ultimi e della nostra costante ricerca di mettere al centro la persona, anche quando può risultare difficile scorgerne la presenza. Dopo più di 60 anni dalla sua nascita, l’informazione di Città Nuova vuole continuare ad essere libera e chiara. Non assoggettata cioè a nessun potere e senza timore di dispiacere a chi qualche potere lo detiene, se questo confligge con un’informazione che cerca la verità. Sappiamo quanto ciò sia difficile, oggi come ieri nel nostro Paese, e non abbiamo la presunzione di riuscirci sempre, mentre ci auguriamo che quanti ci leggono, sulla rivista e sul sito, abbiano l’occhio limpido per cogliere almeno lo sforzo in questa direzione. Non abbiamo neanche l’arroganza di dire la Verità, quella assoluta con la V maiuscola, appunto, ma vogliamo cercarla insieme ai nostri lettori, puntare alla verità dei fatti che raccontiamo, delle vicende umane che narriamo, delle questioni che affrontiamo, con umiltà e professionalità. «Compito del giornalista – scriveva Umberto Eco – non è quello di convincere il lettore che gli sta dicendo la verità, bensì di avvertirlo che gli sta dicendo la “sua” verità. Ma che ce ne sono anche altre. Il giornalista che rispetta il lettore deve lasciargli il senso dell’alternativa». Un compito, quindi, quello di un’informazione libera, chiara, alla ricerca della verità, che senz’altro ci coinvolge in prima persona come giornalisti, a partire dal rispetto delle regole deontologiche della nostra professione, ma che interpella anche quanti ci leggono. Il presidente Mattarella, inviando nei giorni scorsi un messaggio in occasione del rilancio di due testate storiche del Mezzogiorno, la Gazzetta del sud e il Giornale di Sicilia, scriveva tra l’altro: «Una stampa credibile, sgombra da condizionamenti di poteri pubblici e privati, società editrici capaci di sostenere lo sforzo dell’innovazione e dell’allargamento della fruizione dei contenuti giornalistici attraverso i nuovi mezzi sono strumenti importanti a tutela della democrazia. Questa consapevolezza deve saper guidare l’azione delle istituzioni». Credo che un’informazione che cerca la verità raggiunga pienamente il suo scopo se ha lettori liberi, che non hanno le coscienze addormentate, e si rapporta con istituzioni che hanno come principale interesse il bene comune. Aurora Nicosia Fonte: CITTÀ NUOVA Scarica l’articolo in pdf Guarda il nuovo spot https://www.youtube.com/watch?v=PcRciVfaVC8&feature=youtu.be
Ott 4, 2018 | Focolari nel Mondo
Sorridere fa bene, lo dicono anche gli scienziati. Allunga la vita, riduce lo stress, avvicina le persone tra loro. A volte può anche cambiare la vita. La Giornata internazionale del Sorriso, un’idea di Harvey Ball, il creatore dello “smile” che ha ispirato gli emoticon, si celebra dal 1999 ogni primo venerdì di ottobre. Donare un sorriso non è sempre facile, ma necessario. «Io non conosco nessun altro segno di superiorità nell’uomo che quello di essere gentile», ha affermato Beethoven. E Platone: «Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre». Hunter Doherty Adams, detto “Patch” (“cerotto” in inglese) è medico, attivista e scrittore famoso in tutto il mondo per praticare e sostenere la Clownterapia. Fortemente convinto che gioia e creatività siano parte integrante del processo di cura, specie dei bambini, Patch e i suoi colleghi lottano contro dolore e malattia indossando un naso rosso da clown, diventato elemento distintivo di un nuovo modo di esercitare la professione medica. Adams ha dedicato la sua vita allo studio dell’essere umano sotto ogni aspetto e alla creazione di un sistema sanitario alla portata di tutti. La sua filosofia di guarigione parte dalla mente, dall’azione che stimola nei pazienti la costruzione di un pensiero positivo che può rendere migliore la nostra vita. (altro…)
Ott 4, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Oltre mille partecipanti, di cui un quarto nella fascia di età dei giovani, ragazzi e bambini; tre focus centrali su lavoro, educazione, partecipazione, a partire dall’eredità del ’68; quasi cinquanta laboratori per grandi e piccoli; decine di relatori. Sono queste le cifre dell’edizione 2018 di LoppianoLab, il laboratorio per l’Italia che si è svolto, il 29 e 30 settembre, nella Cittadella internazionale di Loppiano e il cui titolo richiamava l’anniversario della contestazione: “Dal sogno all’impegno, educazione, partecipazione, lavoro a cinquant’anni dal’68”. «Ci sono le cifre di LoppianoLab 2018, e c’è la “cifra” di questa manifestazione,» spiega Aurora Nicosia, Direttore della rivista Città Nuova «cioè qualcosa di forte che la caratterizza in generale e quest’anno in particolare, come è stato rilevato da tanti: la capacità di mettere in dialogo identità ben definite e diverse fra di loro, tutte orientate però a costruire legami sociali forti, relazioni umane improntate al rispetto e alla giustizia, insomma un mondo più abitabile per tutti con lo stile della partecipazione». Ciascuno dei tre temi – educazione, partecipazione, lavoro – è stato al centro di una plenaria, cui hanno fatto seguito una serie di laboratori aperti al contributo di tutti. La mattinata di sabato 29 settembre è stata dedicata al tema del lavoro con il focus “Perché il lavoro non finirà”, che ha messo in dialogo Carlo Petrini, fondatore e anima di Slow food, con l’economista suor Alessandra Smerilli e don Antonio Loffredo della Cooperativa sociale La Paranza, moderati dall’avvocato Flavia Cerino. Intorno all’eredità consegnataci dal ’68, in ambito culturale, politico, sociale ed ecclesiale, ha ruotato il confronto tra Mario Capanna, politico e saggista, il teologo Brunetto Salvarani, l’ex parlamentare Rosy Bindi con la moderazione di Marco Luppi (storico, Ist. Univ. Sophia) e Federico Rovea, (dottorando in Scienze dell’educazione, Univ. di Padova) nel focus dal titolo: Dal sogno all’impegno: Oltre la rivoluzione e la contestazione del ’68.
La mattina di domenica 30 settembre, invece, si è incentrata sul tema dell’educazione, con il focus “Dal sogno all’impegno: parliamo di educazione 4.0 Tra memoria e futuro… una questione di senso”. Il confronto, moderato dallo scrittore Paolo Di Paolo, ha coinvolto l’insegnante e scrittore Eraldo Affinati, Emma Ciccarelli, vice presidente del Forum Associazioni Familiari, e Michele De Beni, pedagogista e docente dell’Istituto Universitario Sophia. Tra i temi toccati, la situazione che oggi vive il mondo della scuola e, più ampiamente, il mondo dell’educazione. «LoppianoLab, è stato importante per rimettere a fuoco alcune priorità: il lavoro, il bisogno di partecipazione nei molti luoghi condivisi, tra società e politica, il ruolo centrale dell’educazione…» commenta Marco Luppi, docente di Storia Politica Contemporanea presso l’Istituto Universitario Sophia. «Passando dal sogno all’impegno, io riparto da una “sottolineatura”, che ho trovato un po’ in tutti i focus e i laboratori, quella di un lavoro comune che ci attende tutti, credenti e non credenti, verso la costruzione del bene comune, in un dialogo non solo possibile, ma urgente».
Come gli anni scorsi, la formula laboratoriale che caratterizza l’evento ha messo in dialogo cittadini, imprenditori, operatori della comunicazione, studenti e docenti, politici, membri dell’associazionismo, giovani, intellettuali, di tutte le regioni italiane e non solo. «A conclusione», sottolinea Aurora Nicosia, «possiamo dire che il titolo di quest’edizione, “Dal sogno all’impegno”, non è rimasto uno slogan, ma è diventato qualcosa di vitale, una spinta a non rinunciare ai “sogni”, come sottolinea spesso Papa Francesco, ma a dare a questi concretezza con un impegno individuale e corale». Tamara Pastorelli
Foto su Flickr
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Ott 3, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Carolina Carbonell è tra gli organizzatori del Congresso dell’Economia di Comunione (EdC) a Rosario, popolosa città nella provincia di Santa Fe, 300 km da Buenos Aires. Lo definisce “una maratona”. Forse perché tutto è cominciato con una corsa. «Eravamo a febbraio 2018. Pochi mesi prima era arrivata la proposta di organizzare il Congresso nella nostra città. Faceva molto caldo. Camminando nell’area pedonale della città, ho visto un mio vecchio amico dell’università, oggi direttore di una serie di alberghi. Di corsa l’ho fermato e gli ho raccontato il nostro sogno: così abbiamo trovato il luogo per il Congresso». Il 6 settembre scorso 70 persone, «non poche, considerando il fatto che sono i giorni in cui le facoltà sono oggetto di proteste da parte degli studenti», sono presenti all’apertura, con una conferenza dal titolo “Cos’è l’Economia di Comunione?”.
Il secondo giorno la “maratona” continua. «Tutta la squadra – è il racconto di Carolina – si alza presto per andare a trovare più di 300 ragazzi del quarto e quinto anno di 12 scuole di Rosario, radunati al “Colegio Natividad del Señor” per partecipare a un workshop. I ragazzi mettono tutta la propria creatività per “creare” aziende e “prendere delle decisioni” su situazioni diverse di concorrenza, crisi, distribuzione degli utili e selezione del personale. La parte più interessante comunque è l’esame a cui sottopongono gli imprenditori EdC presenti, che rispondono con la propria esperienza di vita. Nel pomeriggio andiamo all’After Unplugged “Empresas de un solo tiempo” a La Maquinita Rosario». Si tratta di uno spazio di co–working dove Gonzalo Perrín, Leandro Simeoni e Lucas Longhi raccontano la propria esperienza di imprenditori per un progetto di bene comune. «Sabato 8 abbiamo dato il benvenuto ai 120 partecipanti, venuti da più di 30 città di 8 provincie e 4 nazioni diverse. Un bel gruppo, molto eterogeneo per età e professione. Ad una presentazione innovativa, dall’oggi alle origini, dell’EdC sono seguite le testimonianze dei dipendenti di alcune aziende che fanno parte del progetto. Esperienze diverse, da una azienda familiare che produce panche sostenibili, ad un contact center con 1.200 dipendenti, fino a “Nomines”, una azienda inclusiva che assume soltanto persone diversamente abili».
Dopo il pranzo, l’originale proposta di un gioco, il ballo delle sedie, ma in una versione diversa e anche più divertente: invece di eliminare chi non riesce a trovare posto, vengono eliminate le sedie. «Ci vogliono ingegno ed equilibrio per sedersi sopra gli altri senza farsi male. Il momento più difficile è quando rimane una sola sedia, e tutti devono sedersi senza che nessuno cada. Dello stesso ingegno hanno bisogno anche quelli che lavorano per l’eliminazione della povertà». Con grande profondità vengono quindi presentate alcune tra le realtà più tristi presenti della società, per ricordare i motivi per cui è nata l’EdC. Infine, conclude Carolina, «quando pensi che manchi poco per arrivare alla meta», perché sempre di una maratona si tratta, «e ormai non possa succedere nient’altro, arriva l’imprevedibile. La domenica, alcuni bambini di 8 anni raccontano le loro esperienze: una piccola impresa per guadagnare soldi da condividere con ragazzi di altre nazioni in guerra, oppure le visite ad un centro per anziani dove imparano a stimarli». Infine l’intervista a Martina, 9 anni: «Le domande, ma sopratutto le risposte mostrano la profezia insita nell’EdC: le persone che vivono la cultura del dare da bambini sono quelle che un giorno potranno cambiare l’economia». Fonte: www.focolare.org/conosur (altro…)
Ott 3, 2018 | Cultura
Desde cada una de sus diferentes miradas disciplinares y de los temas que cada cual trabaja, los cuatro autores abordan diversos aspectos de la fraternidad como categoría política. La importancia de volver a tematizar hoy la fraternidad en su dimensión política reside básicamente en la necesidad de volver a encontrar –reencontrar, reinventar, refundar– eso que “mantiene unidas a las ciudades” y que proporciona la “unidad de los ciudadanos”, tal como lo decía Aristóteles. Es conocida por todos la realidad de desigualdad y pobreza, de enfermedad (social, de los individuos, tanto en lo que respecta a la dimensión física y material como mental y simbólica) en América Latina. Los pocos “éxitos” económicos contrastan fuertemente con lo que les hace de trasfondo: guerra, guerrillas, violencia, narcotráfico, etc. En medio de todo ello –de los éxitos y de los dolores– ocurren experiencias de convivencia humanizadoras, en las cuales las personas se encuentran y se produce entre ellas la solidaridad, la esperanza, la experiencia de la fraternidad. Pero ello sucede en “la vida vivida” y menos en la “vida pensada”. Al ser el ejercicio del pensamiento (filosofía, en sentido amplio del término) un acto que sigue a la vida, que le es posterior, las experiencias que descubrimos de vida fraterna, de solidaridad fraterna aún no encuentran del todo su expresión en el concepto, en la theoría. Ésta consiste en el ejercicio de ver, de contemplar la realidad; y de intentar decirla. Decirla en los términos y lenguajes que comprendamos, en nuestra propia lengua. Ello es posible porque ocurre el fenómeno en nuestra realidad. Que ocurra el fenómeno, que acontezca la fraternidad en diversidad de formas no significa que debamos asumirla de manera ingenuamente entusiasta. Precisamente porque es un fenómeno que ocurre en la realidad, debemos tomar cierta distancia crítica de él, no necesariamente para negarlo, sino para verlo mejor, más detenidamente. Y para percatarnos de la diversidad de miradas que puede haber sobre él. Esa diversidad forma parte de la riqueza que es la vida en nuestro continente y que puede expresarse en una riqueza de pensamiento, de discusión y diálogo que poco a poco pueden conformar una tradición. El presente libro es expresión de esa riqueza y diversidad. Editorial Ciudad Nueva
Ott 2, 2018 | Chiara Lubich, Cultura
Economia è una parola greca che rimanda direttamente alla casa (oikos nomos, regole per gestire la casa), quindi alla famiglia. Eppure l’economia moderna, e ancor più quella contemporanea, si è pensata come un ambito retto da principi diversi, distinti e per molti versi opposti ai principi e ai valori che hanno sempre retto e continuano a reggere la famiglia. Un principio fondante la famiglia, forse il primo e quello sottostante gli altri, è quello di gratuità, che è quanto è di più distante dall’economia capitalistica, che conosce surrogati della gratuità (sconti, filantropia, saldi) che svolgono la funzione di immunizzare i mercati dalla gratuità vera. La famiglia, infatti, è il principale luogo dove apprendiamo, per tutta la vita e in un modo tutto speciale da bambini, quella che Pavel Florensky chiamava “l’arte della gratuità”. E’ lì che soprattutto da bambini impariamo anche a lavorare, perché non c’è lavoro ben fatto senza gratuità. La nostra cultura, però, associa la gratuità al gratis, allo sconto, alla mezza ora in più al lavoro non remunerata, al prezzo zero (San Francesco ci ha invece detto che la gratuità è un prezzo infinito: non si può né comprare né vendere perché è impagabile). […] La gratuità è un modo di agire e uno stile di vita che consiste nell’accostarsi agli altri, a se stesso, alla natura, a Dio, alle cose non per usarli utilitaristicamente a proprio vantaggio, ma per riconoscerli nella loro alterità e nel loro mistero, rispettarli e servirli. Dire gratuità significa dunque riconoscere che un comportamento va fatto perché è buono, e non per la sua ricompensa o sanzione. […] Se la famiglia vuole, e deve, coltivare l’arte della gratuità, deve fare molta attenzione a non importare dentro casa la logica dell’incentivo che oggi vige ovunque. […] Uno dei compiti tipici della famiglia è proprio formare nelle persone l’etica del lavoro ben fatto, un’etica che nasce proprio dal principio di gratuità. Se, invece, si inizia a praticare anche in famiglia la logica e la cultura dell’incentivo, e quindi il denaro diventa il ‘perché’ si fanno e non si fanno compiti e lavoretti di casa, quei bambini da adulti difficilmente saranno dei buoni lavoratori, perché il lavoro ben fatto di domani poggia sempre su questa gratuità che si apprende soprattutto nei primi anni di vita, e soprattutto a casa. L’assenza del principio di gratuità nell’economia dipende anche, e molto, dall’assenza dello sguardo femminile. […] Le donne guardano alla casa e all’economia vedendo prima di tutto il nesso di rapporti umani che si svolge in esse. I primi beni che vedono sono quelli relazionali e i beni comuni, e dentro a questi vedono anche i beni economici. Non è certo un caso che l’Economia di comunione sia nata da uno sguardo di una donna (Chiara Lubich), né che la prima teorica dei beni comuni sia stata Katherine Coman (nel 1911), e che Elinor Ostrom sia stata insignita (unica donna finora) del premio Nobel in economia proprio per il suo lavoro sui beni comuni. E ci sono due donne (Martha Nussbaum e Carol Uhlaner) all’origine della teoria dei beni relazionali. Quando manca lo sguardo femminile sull’economia, le sole relazioni viste sono quelle strumentali, dove non è la relazione ad essere il bene, ma dove i rapporti umani e con la natura sono mezzi usati per procurarsi i beni. Se lo sguardo e il genio femminile della oikos, casa, fossero stati presenti nella fondazione teorica dell’economia moderna, avremmo avuto una economia più attenta alle relazioni, alla redistribuzione del reddito, all’ambiente e forse alla comunione. È, infatti, la comunione una grande parola che dalla famiglia può passare all’economia di oggi. […] La profezia della famiglia oggi, per essere credibile, deve prendere la forma dei figli e la forma dell’economia, e quindi della condivisione, dell’accoglienza e della comunione. Perché sia i figli che l’economia non sono altro che la vita ordinaria di tutti e di ciascuno, che è il solo luogo dove la profezia si nutre e cresce. Fonte: www.avvenire.it, “Così lo sguardo femminile può cambiare l’economia”, 23 agosto 2018 (altro…)
Ott 2, 2018 | Cultura, Spiritualità
L’obiettivo di questo studio è descrivere il tipo di accompagnamento spirituale che si dà nella spiritualità dell’unità evidenziando come esso sia al tempo stesso comunitario e personale. Tale accompagnamento si basa sulla pratica del comandamento dell’amore scambievole che porta a sperimentare la presenza del Risorto (di “Gesù in mezzo” secondo l’espressione di Chiara Lubich): è lui ad operare da primo e vero accompagnatore nell’ordinaria vita di comunità. Come espressione di questo accompagnamento e a suo sostegno, si stagliano anche delle specifiche pratiche utilizzate per alimentare l’amore e l’aiuto reciproco tra le persone: il patto, la comunione delle esperienze sulla Parola di vita, la comunione d’anima, i colloqui personali, l’ora della verità. In questo modo la singola persona, per il suo cammino spirituale, riceve forza da “Gesù in mezzo” presente sia nell’insieme della comunità sia nella multiforme varietà delle relazioni interpersonali. A questo accompagnamento ordinario interno alla vita comunitaria si affianca anche un accompagnamento che il singolo di tanto in tanto riceve da una persona esterna alla comunità e particolarmente qualificata. Questa relazione di aiuto è in linea con la spiritualità dell’unità perché basata anch’essa sulla presenza del Risorto tra accompagnatore ed accompagnato e perché, aiutando il singolo nel suo impegno personale a conformarsi sempre più a Cristo, favorisce anche il suo impegno a edificare, cioè a rendere sempre più visibile, la presenza di “Gesù in mezzo” nella comunità di appartenenza. Città Nuova Editrice
Ott 2, 2018 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo
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Klaus Hemmerle: ein Meister des Hörens und des Wortes · Voller Esprit · Worte, die begleiten und tragen · Frucht eines hinschauend-hörenden Denkens, aus dem Leben ins Leben gesprochen Es gibt Sätze, Gedanken, Worte, die etwas in uns ansprechen, manchmal auch anstoßen. Ganz menschliche Worte, aus denen mehr spricht als »nur Menschliches«. Klaus Hemmerle hat uns viele solcher Worte hinterlassen.
Einige kurze Kostproben »zum Mitnehmen«: »Die Dinge sind nicht, wie sie sind, sondern wie sie geliebt sind.« »Einklang mit dem Ursprung, das ist Freude.« »Die Lösung für uns beginnt mit der Lösung von uns.« »Manchmal denkst du: Nur noch der nächste Schritt geht. Wenn du das oft genug gedacht hast, bist du auf einmal oben.«
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Nouvelle Cité