Ott 4, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
La strage più grande avvenuta sulle coste italiane: oltre 500 i profughi a bordo di un “barcone della morte”, di cui solo 155 tratti in salvo. Espressioni di dolore ed indignazione si alzano dal Papa e dagli esponenti delle massime istituzioni italiane.
«La strage a Lampedusa interpella il mondo e coinvolge tutti noi”, afferma Maria Voce nel suo messaggio di cordoglio. “Il sentimento espresso da papa Francesco davanti all’orrore della strage – continua la presidente – (…) raccoglie anche il sentire profondo del Movimento dei Focolari». Una tale immane tragedia «esige una profonda presa di coscienza sulle cause profonde delle immigrazioni e sulle ingiustizie sociali, politiche ed economiche che ne stanno alla base. La politica nazionale, europea e internazionale deve assicurare a tutti gli uomini che vivono sul pianeta la possibilità di una vita sicura e dignitosa in nome della comune umanità, che oltrepassa ogni frontiera e va al di là degli stessi ordinamenti giuridici quando essi ledono i diritti fondamentali delle persone». Simili stragi, conclude «spingono ancora di più singoli e gruppi a costruire capillarmente una cultura dell’accoglienza che apra gli occhi sulle quotidiane necessità degli altri». Questo l’impegno che si assumono gli aderenti dei Focolari e in particolare quanti già lavorano nei centri di accoglienza e di assistenza in molte città del Paese, come avviene nella provincia di Trento già da alcuni anni.
Inizia con un corso di italiano la storia di Cristina, Elena e Maria Norena, volontarie del Movimento dei Focolari, che si sentono chiamate in causa in prima persona dalla crescente presenza di fratelli in difficoltà. “Siamo nel maggio 2011– racconta Elena –, gli sbarchi si erano susseguiti a ritmo incalzante, facendo approdare circa 25.000 persone provenienti dalla Libia in guerra. Nella nostra provincia di Trento sono arrivati 200 profughi, quasi tutti giovani uomini, musulmani, tra i 18 e i 30 anni” . “Ho vissuto anch’io, colombiana, la mancanza di rapporti e di vita sociale – prosegue Maria Norena –. Questi ragazzi raccontavano della loro solitudine e soffrivano perché non conoscevano l’italiano. Subito le altre persone del nostro gruppo mi hanno sostenuta ed abbiamo iniziato insieme quest’avventura”. L’esperienza si allarga a macchia d’olio ed anche le istituzioni cominciano a sentirsi coinvolte. “Ci interessava concretamente assicurare un futuro a questi giovani – afferma Cristina –, così insieme a tutti coloro che offrivano la propria disponibilità abbiamo cominciato ad intervenire sui giornali locali, soprattutto sul giornale diocesano messo a nostra disposizione per dar voce a chi non ha voce. Anche il Vescovo ha sollecitato la comunità cristiana trentina ad occuparsi di questi ragazzi, nostri fratelli”. Nel frattempo l’amministrazione provinciale decide di prolungare il progetto, garantendo a ciascun profugo due anni di assistenza e sostentamento a partire dal suo arrivo. Alla fine dei due anni, però, i giovani dovranno lasciare gli alloggi. “Con l’intento di garantire ai ragazzi una dimora stabile – ricorda Maria Norena – abbiamo coinvolto le realtà parrocchiali e le comunità locali del Movimento dei Focolari sia per la raccolta di fondi, sia soprattutto per la ricerca di lavoro e l’integrazione di questi giovani nella società”. “Attualmente abbiamo ottenuto casa per i 16 nostri amici che personalmente conosciamo – commenta Cristina –. Sperimentiamo l’aiuto della Provvidenza, che ci accompagna nelle piccole o grandi esigenze: ci sono arrivate 4 biciclette necessarie perché uno degli appartamenti è lontano dalla città e non raggiungibile con l’autobus, e anche una lavatrice che si era resa indispensabile”. Un ragazzo, ospite di uno degli alloggi gestiti dal gruppo di volontari, ci ha scritto: “Vi ringrazio per tutto quello che state facendo, per la fiducia che avete verso di me e l’onestà che credete io abbia. Vi voglio un mondo di bene”. (altro…)
Ott 3, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«Sono in piedi vicino al Carrello delle Emergenze, quando vedo 2 figure slanciate, perfettamente truccate e abbigliate. Dal fondo del corridoio arriva un bambino, con una tuta dalla misura un po’ troppo grande, esitante nell’andatura, stupito nello sguardo, con un aeroplano stretto al petto. Mi chiedo chi sia la madre, perché non somiglia a nessuna delle due, che tra l’altro rispondono in coro ad ogni domanda anagrafica e sulla salute del piccolo…mentre Vito, rigido sulla poltrona dell’ambulatorio, rifiuta con decisione lo scambio aeroplano/album figurine, proposto dall’infermiera nel tentativo di fargli distendere il braccio per il prelievo di sangue». È il racconto di Marina D’Antonio, un medico italiano, “innamorato del Vangelo”, come si descrive, che ha collezionato un’infinità di episodi con pazienti di ogni età e provenienza: filo conduttore, mettere da parte regole e imposizioni che spesso si nascondono dietro il camice bianco, e guardare alla persona che sta di fronte, facendosi carico della sua umanità. In questa storia il protagonista è un bambino. Lo raccontiamo, mentre alcune centinaia di medici e operatori sanitari si accingono a ritrovarsi a Padova (Italia) il 18 e 19 ottobre, per due giorni di congresso sul significato della medicina oggi, tra globalizzazione, sostenibilità, personalizzazione delle cure. «Di solito in questi casi – continua la dott.ssa – si cerca la collaborazione della madre… ed eccole partire all’unisono, pronte a disporsi una a destra ed una a sinistra di Vito. Una fa notare al bambino che l’aeroplano ha bisogno di disporsi sulla pista di decollo, la mia scrivania, per far salire il secondo pilota, un omino di plastica nera e rossa che magicamente spunta fuori dalla sua borsa. Vito accondiscende, in onore di una partenza regolarmente autorizzata dalla torre di controllo. Attendo il secondo incantesimo, che dovrebbe indurre Vito a permettere all’infermiera di affondare l’ago-farfalla nel suo avambraccio. Ed eccola lì, l’altra ragazza tira fuori un fiore di stoffa gialla ed una farfalla di stoffa rossa. “Guarda Vito, Brigidina la farfallina succhia un po’ di nettare da questo fiorellino…e quest’altra farfallina verde preferisce bere sul braccino di Vito…”. Il bambino si gira a guardare e l’infermiera velocissima con gesto professionale infila l’ago-farfalla. Il bambino smette di piangere e segue il volo della farfalla rossa che punta in picchiata verso il suo avambraccio, atterrando delicatamente un attimo dopo che l’infermiera ha applicato un cerotto colorato sul punto del prelievo e buttato via l’ago-farfalla nel contenitore dei rifiuti speciali. Resto ammirata nei confronti di queste 2 madri eccezionali. L’infermiera, sbigottita da un’affermazione delle due donne chiede : “Ma..perché..quanti ne avete di bambini ?!!”. Sorridono. “Be’… ora ne abbiamo15”. Spiegano di essere Educatrici assunte in una Casa Famiglia del territorio della nostra ASL. La madre di Vito è morta per AIDS. Il padre è attualmente in una Comunità di recupero per tossicodipendenti. Il Giudice Minorile tiene il bambino in Casa Famiglia fino a quando non avrà gli estremi legali per decidere se dichiararlo adottabile o no. Vito, 4 anni, stranamente non sa ancora parlare. Finito il lavoro non vado a pranzo, non torno a casa, cancello gli impegni del pomeriggio. Imposto sul navigatore l’indirizzo della Casa Famiglia, arrivo, suono impaziente il campanello e chiedo di poter fare qualcosa, qualunque cosa. Così è iniziata la mia avventura di volontaria a fianco di bambini abbandonati, maltrattati, spaventati…ma che accettano sempre la mia sfida: nonostante tutto, qualunque cosa sia accaduta o accadrà, noi continuiamo a giocare. Comincio a giocare con loro. Un pomeriggio, nel grande prato intorno alla Casa Famiglia che, per motivi di sicurezza è stata costruita in un posto isolato, è atterrato un uomo con il suo deltaplano colorato. Vito mi ha guardata e, indicando il deltaplano, ha pronunciato “Babbo”. La sua prima parola, densa come un intero discorso, toccante come anni di attesa a scrutare il cielo. La sua prima parola, regalata a me. Vito voleva andar via, con il suo babbo che sarebbe arrivato dalle nuvole. E finalmente, qualche giorno fa, è successo davvero». (altro…)
Ott 2, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Giovani e adulti dei Focolari di Córdoba (Argentina), insieme ad un gruppo della parrocchia di , s’impegnano da circa 4 anni nella Pastorale Rom con la locale comunità. “L’inizio non è stato facile – racconta Teresa –. Dovevamo superare paure e pregiudizi per entrare nel settore abitato dai Rom. Successivamente, però, siamo andati a visitare le loro case, a conoscerli, imparare i loro nomi, organizzare feste di compleanno, andarli a trovare quando erano ammalati in ospedale o quando nasceva un bambino”. Questi semplici gesti hanno, pian piano, costruito rapporti di amicizia. “Abbiamo scoperto – continua Eduardo – che alla maggioranza dei Rom piace molto ascoltare la parola di Dio ma che, essendo in gran parte analfabeti, non potevano leggerla. Abbiamo, quindi, tradotto nella loro lingua alcune delle principali preghiere, come il Padre Nostro e l’Ave Maria. Un’altra sfida, sempre in quest’ambito, è stata quella di portare avanti il progetto di scolarizzazione per i bambini. In questo progetto lavorano insieme alcuni docenti ed il gruppo della pastorale Rom”. L’8 aprile è la festa internazionale del popolo Rom, una festa sconosciuta ai più, finché il gruppo parrocchiale non ha iniziato ad approfittare di questa giornata per dare loro visibilità con una Messa speciale per loro. “I nostri nuovi amici – continua Teresa – hanno un profondo senso della vita comunitaria, e così ogni anno vengono realizzati due ‘incontri ponte’ che diventano momenti importanti di comunione tra Rom e ‘Creoli’ (così veniamo chiamati da loro in Argentina)”. In questi incontri si crea un forte clima di fraternità, favorito da momenti artistici o di riflessione, organizzati spesso insieme ad altre istituzioni come il Centro di Circoscrizione o l’Istituto di Culture Originarie. “L’anno scorso – ricorda Eduardo –, bambini e giovani, sia Rom che creoli, hanno dipinto un murale con il disegno di un ponte, e la frase: Rom e creoli: in Gesù siamo fratelli”. Per continuare questo cammino con maggiore preparazione, diversi membri del gruppo hanno partecipato alla Scuola Sociale organizzata dai Focolari, presso la cittadella argentina “Mariapoli Lia”. Hanno anche organizzato un incontro con Lucas Cerviño, focolarino missiologo, per riflettere su cosa significhi dialogare partendo da spazi sapienziali e interculturali. Attualmente si sono contattate altre parrocchie che hanno nel loro territorio delle comunità Rom. Un gruppo pioneristico, nel panorama dell’impegno “pastorale” con i Rom in Argentina, che muove ancora i primi passi. (altro…)
Ott 1, 2013 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
La Parola di Vita di ottobre ripropone il tema dell’amore al prossimo, che ha un’infinità di sfumature. Una in particolare, sembra suggerita dalle parole del testo: «Se, come dice san Paolo, l’amore vicendevole è un debito, occorrerà avere un amore che ama per primo come ha fatto Gesù con noi. Sarà, quindi, un amore che prende l’iniziativa, che non aspetta, che non rimanda». Nelle esperienze che seguono, semplici fatti di vita quotidiana, emerge la scelta di «un amore concreto, che sa capire, prevenire, che è paziente, fiducioso, perseverante, generoso».
La zia “cancellata” – «Ho una zia alla quale ero molto affezionata. Durante le vacanze andavo da lei con alcune mie amiche per aiutarla nei lavori dei campi. Ero la sua nipote prediletta, ma quando mi sono sposata le cose sono cambiate: non ha mai voluto venire nella mia casa e non ha mai visto i miei figli. Mi ero così arrabbiata che per quindici anni non ho più messo piede da lei. L’avevo totalmente cancellata dalla mia vita. Ultimamente, leggendo nel Vangelo «Ama il prossimo tuo», dicevo fra me e me: mi manca una cosa grande, il perdono verso la zia. Sono tornata al villaggio e ho convinto la mamma di accompagnarmi da lei perché non ricordavo più la strada. Quando siamo arrivate, mi sentivo il figliol prodigo. Abbiamo tutte e due pianto di gioia. Lei ha accettato con gioia quello che le avevo portato. Separarci è stato difficile e mi ha salutato diverse volte. La pace è tornata tra noi e ora mi sforzo di tenere sempre acceso il fuoco dell’affetto in famiglia e attorno a me». S. P. – Africa Accoglienza – «Avevamo ricevuto una lettera del nostro figlio sposato che ci chiedeva ospitalità, senza dirci il motivo che lo spingeva a lasciare la sua famiglia e a tornare da noi. La nostra sorpresa è stata grande, ma, nonostante gli interrogativi e le preoccupazioni che ci tormentavano, abbiamo cominciato a preparare la stanza per accoglierlo il meglio possibile e lo abbiamo ricevuto con serenità, rispettando il suo dolore. Dopo un po’ di tempo lui ha iniziato ad aprirsi, comunicandoci i suoi problemi, le sue difficoltà. L’abbiamo ascoltato con il cuore aperto senza indagare né dare consigli. Circondato dall’amore e dalla fiducia, è riuscito a riflettere con tranquillità e a prendere la decisione di tornare a casa. Forse Dio si è servito di noi per aiutarlo a ricomporre la sua famiglia». N. C. L. – Perù
Dopo-sci – «Una mattina bussa alla porta una giovane albanese che mi chiede dei vestiti e delle scarpe. Io preparo subito qualcosa sotto gli occhi dei bambini che mi vedono andare venire dal corridoio. Dopo mi accorgo che accanto all’uscio c’è un paio di dopo-sci cui mo figlio Gianni tiene tanto. Mi chiedo come mai sono lì: «Li regalo alla signora – dice – per i suoi bimbi, tanto ormai non nevica più». Siamo ai primi di ottobre. È proprio vero che la generosità nasce nei figli, se la vedono nei genitori». F. P.-Italia La borsa – «Immigrato in Europa, un giorno noto per strada una signora con delle borse pesanti: «Signora, ti posso aiutare?». E lei: «No, faccio da sola». «Ma io voglio aiutarti». «Va bene, prendi questa borsa». Mi invita in casa e mi offre la cena. Attraverso questa famiglia che mi ha accolto bene ho poi trovato lavoro. Spesso quelli come me hanno dei problemi concreti: trovare lavoro, casa, mezzi di sostentamento; ma a volte c’è bisogno solo di una chiacchierata, di un numero di telefono per chiedere aiuto nei momenti difficili. La solidarietà che ho trovato nelle famiglie cristiane mi ha fatto capire che Dio è padre di tutti, ama tutti come figli». L. E.-Marocco Fonte: Il Vangelo del giorno, ottobre 2013, Città Nuova Editrice (altro…)
Set 30, 2013 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Aldo Stedile, ‘Fons’, ci ha lasciato la notte del 30 settembre, all’età di 88 anni. Insieme a Marco Tecilla e altri due giovani, aveva dato inizio a Trento – con pochissimi mezzi – al primo focolare maschile della storia. Quanti l’hanno conosciuto, lo ricordano col suo sorriso, la sua prorompente vitalità, la sua passione per l’Ideale dell’unità, il suo ottimismo. “Dall’intimo di chi che crede in me, sgorgheranno torrenti di acqua viva” (Gv 7,38): da questa frase che ha guidato la sua vita gli fu attribuito il nome ‘Fons’ [fonte in latino], con cui è conosciuto da tutti nel Movimento. Fons, secondo di una famiglia di dieci figli, è nato nella valle del Terragnolo nel Trentino il 3 luglio del 1925. Aveva un notevole talento artistico come pittore e, se non fosse scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, sarebbe andato a studiare Belle arti a Firenze. Nel 1948 conosce attraverso Valeria Ronchetti (Vale) l’esperienza del Movimento dei Focolari. Lui stesso racconta: “L’incontro con lei è stato per me una rivelazione, un vero incontro con Dio. Tutto è cambiato da quel momento”. E successivamente, dopo che Vale gli ha parlato di Gesù Abbandonato: “Ora ho capito tutto, questa è la soluzione. Questo mi mancava…! Capii che sarebbero venute le difficoltà, prove, dubbi, incomprensioni, fallimenti, ma nulla più mi avrebbe fatto paura. Sentivo dentro di me una forza nuova e serena”.
All’inizio degli anni ’60 fu pioniere della diffusione dei Focolari in Belgio, Svizzera, Austria e Germania, dove visse per 20 anni. Assieme a Bruna Tomasi, corresponsabile con lui del Movimento nell’Europa centrale, diedero vita alla cittadella ecumenica di Ottmaring, nei pressi di Augsburg, in Germania. Nel 1963 fu ordinato sacerdote insieme ad Antonio Petrilli. Negli anni ’80 assunse a Roma la direzione della branca dei Volontari di Dio e dall’inizio degli anni 2000 ricoperse diversi incarichi nel Consiglio generale del Movimento. Negli ultimi anni si è manifestata una malattia che lo ha man mano debilitato, «ma senza intaccare mai le corde più profonde della sua anima», scrive Maria Voce nel darne notizia ai membri del Movimento. «Quando nel febbraio del 2010, dovendo fare un test per valutare le sue capacità cognitive, il medico gli ha chiesto di scrivere di getto una frase di senso compiuto, lui ha subito scritto: amare sempre, dovunque, tutti!».
Fons ci ha lasciato mentre sono presenti a Rocca di Papa gli oltre 200 partecipanti all’incontro annuale dei delegati dei Focolari delle varie regioni del mondo. Nella camera ardente allestita nella cappella del Centro Internazionale a Rocca di Papa, egli riceve quindi un commosso e grato omaggio dal mondo intero, per la sua testimonianza di gioioso e autentico seguace del carisma dell’unità. I funerali avranno luogo mercoledì, 2 ottobre 2013, alle ore 15, al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Via S. Giovanni Battista De La Salle). (altro…)
Set 30, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Si è tenuto dal 9 all’11 settembre scorso l’incontro preparatorio della seconda edizione della EdeV – Escuela de Verano, per l’America Latina, promossa dall’Istituto Universitario Sophia (IUS), che si svolgerà nel gennaio 2014 con il titolo “Fondamenti epistemologici per una cultura della fraternità”.
Il Seminario si è svolto a O’Higgins, presso la Mariapolis Lia, centro del Movimento dei Focolari nella provincia di Buenos Aires, dove, in una serie di lezioni e dialoghi, si è andato intessendo il contributo dei presenti, docenti universitari e giovani studiosi. Il preside di Sophia, Piero Coda, ha tracciato le linee metodologiche qualificanti l’Università che s’ispira al carisma dell’unità, chiamata anzitutto a favorire, attraverso la vita e l’episteme, quell’evento dell’incontro con Dio Trinità in Gesù, che permetta di illuminare le conseguenze culturali e sociali che traducono oggi la novità del Vangelo in una storia nuova di trasformazione. Di particolare luce e speranza per la ricerca scientifica e la formazione universitaria in America Latina – continente giovane, esuberante, capace di lotta e di rischio, anche perché segnato da forti diseguaglianze – si è rivelato l’obiettivo di enucleare la finalità di ogni attività accademica: articolare sapienza e scienza nella logica di una formazione che abiliti i giovani a intraprendere percorsi di pensiero e di pratica sociale ispirati ai principi di fraternità, reciprocità, equità e sviluppo integrale.
Dopo la sessione del Seminario dedicata alla valutazione dei risultati della prima edizione della Escuela de Verano (dicembre 2012 – gennaio 2013), il gruppo di esperti ha definito i temi della seconda edizione, che vedrà la partecipazione di 80 studenti da tutta l’America Latina, 50 dei quali per la prima volta. Certi che ogni cosa nuova, anche un “nuovo pensiero”, nasce dal dono di sé, i partecipanti – provenienti da Argentina, Bolivia, Colombia, Ecuador, Messico, Paraguay, Perù, Venezuela – si sono voluti impegnare in prima persona stilando e sottoscrivendo un patto: trapiantare le proprie radici culturali nello spazio di novità e comunione dischiuso in Gesù, per alimentare con la linfa dell’amore trinitario e mettere in comunicazione l’eredità preziosa di cui ciascuno è portatore. (altro…)
Set 30, 2013 | Focolari nel Mondo
Aldo Stedile ci ha lasciato questa notte, all’età di 88 anni. Originario del Trentino, è stato tra i primissimi a seguire Chiara Lubich agli inizi del Movimento, costituendo con Marco Tecilla, il primo focolare maschile, nel 1949. “Dall’intimo di chi crede in me, sgorgheranno torrenti di acqua viva” (Gv. 7, 38): da questa frase evangelica che ha guidato dall’inizio la sua vita gli è stato attribuito il nome ‘Fons’ [fonte in latino], con cui è conosciuto da tutti nel Movimento. Al Centro internazionale dei Focolari è stata allestita la camera ardente. I funerali saranno celebrati mercoledì 2 ottobre alle ore 15 presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Via S. Giovanni Battista De La Salle). (altro…)
Set 30, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dal 6 al 9 settembre si è svolto nella Mariapoli Lia la Cittadella del Movimento dei Focolari in Argentina, un Seminario intitolato “In dialogo, per una Antropologia Trinitaria per i nostri popoli” organizzato dal CELAM (Consiglio Episcopale Latino-americano). Una ventina di esperti provenienti da Messico, Brasile, Nicaragua, Bolivia, Argentina, Paraguay, Uruguay e Italia. Da segnalare la presenza di due vescovi e di Mons. Piero Coda, preside dell’Istituto Universitario Sophia (IUS), con sede a Loppiano (Italia). I lavori sono stati aperti da Piero Coda che, successivamente, ha offerto un contributo, molto significativo, dal titolo: “Trinità e Antropologia, appunti per una fenomenologia teologica”, basato sull’esperienza mistica di Chiara Lubich. Fin dall’inizio, l’incontro è stato caratterizzato dalla sfida di adottare una metodologia di lavoro basata sul dialogo e sulla comunione. Infatti, dopo la presentazione dei vari temi è seguito, sempre, uno spazio di condivisione con le riflessioni dei partecipanti. Il seminario è diventato così un vero e proprio laboratorio “del pensare insieme”. La Cittadella Lia, testimonianza di vita evangelica, si è dimostrata il luogo ideale per vivere un’esperienza di questo genere.“Questo posto è importantissimo per la proposta tematica, perché qui diventa realtà”, ha commentato, colpito da quanto vissuto, un esperto della Bolivia. I partecipanti, infatti, sono stati avvolti dall’amore reciproco vissuto dagli abitanti della cittadella, come espressione concreta dei “rapporti trinitari”.
Il Seminario si è rivelato importante anche perché ha permesso che la luce del carisma di Chiara Lubich, studiato ed espresso accademicamente dall’Istituto Universitario Sophia, venga conosciuto nelle Chiese dell’America Latina. I partecipanti hanno manifestato anche il loro interesse a mantenere le relazioni con Sophia, stabilendo accordi specifici. Durante la messa di chiusura P. Scannone, gesuita molto noto in America Latina, ha affermato: “Ringraziamo Dio di questa comunità di pensiero che si è stabilita tra noi, delle relazioni ‘pericoretiche’ che abbiamo vissuto, dove siamo morti al nostro io e resuscitati, dove abbiamo pensato e vissuto una reale comunità”. I lavori si sono conclusi con un breve omaggio a Mons. Klaus Hemmerle, precursore negli sviluppi dell’Antropologia Trinitaria. Il CELAM ha già programmato un altro evento di questo tipo per il 2014 ed ha deciso la pubblicazione dei lavori appena conclusisi. (altro…)
Set 30, 2013 | Cultura
“Amatevi gli uni gli altri come ho amato voi” (Gv 13,34-15,12): il comandamento nuovo di Gesù, riscoperto nella sua eterna attualità da Chiara Lubich, diventa, nella spiritualità del Movimento dei Focolari, la chiave di volta per un rinnovamento profondo nel vivere il Cristianesimo. In piena sintonia con quello che sarà il messaggio di comunione del Concilio Vaticano II, Chiara Lubich vede infatti nel comandamento dell’amore reciproco il cuore dell’antropologia cristiana. Attraverso scritti, pagine di diario, brani di conferenze la Lubich ne espone la dinamica vitale, la fondatezza, le difficoltà nel viverlo. E lo annuncia a tanti, cristiani e non cristiani, gruppi e popoli, come “la grande rivoluzione che siamo chiamati ad offrire oggi al mondo intero”. In questa stessa collana: La Parola di Dio (2011) Dio Amore (2011) L’amore al fratello (2012) (altro…)
Set 29, 2013 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
http://vimeo.com/75647683 «Dopo gli studi di stilista, ho lavorato per vari anni nel settore dell’abbigliamento. La Provvidenza ha poi voluto che lavorassi in un’organizzazione umanitaria con una religiosa del Movimento dei Focolari. Insieme abbiamo portato avanti dei progetti di insegnamento di cucito, ricamo e come stilista per le donne sfollate, aiutandole così a trovare un lavoro per sostenere le loro famiglie. Nel settembre 2012 si sono iscritte al corso 45 donne appartenenti a tutte le diverse confessioni presenti nel Paese (sunnite, sciite, cristiane, alaouite, druse) e di vari orientamenti politici. Una cosa sola le accomunava: erano sfollate e avevano perso tutto. Le tensioni tra loro erano molto forti ed evidenti, rifiutavano persino di trovarsi nello stesso posto. Un giorno nella Parola di Vita ho trovato la risposta, che è risultata come un monito: se volevo fare la volontà di Dio “che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi” e ci ama senza far differenze, anche la mia carità non doveva fare differenze. La mia priorità era di trattare ognuna come una persona degna di rispetto; abbiamo visto che pian piano le donne hanno cominciato a salutarsi, a parlare l’una con l’altra, ad avere un certo contatto. Col passare delle settimane, queste donne hanno cominciato ad accettare le loro differenze e a sconfiggere le diversità che invece fuori, nel Paese, si accentuavano. Condividevano preoccupazioni e dolori ed è nato tra loro un rapporto di vero amore. Il giorno della festa di Ramadan, con mia sorpresa, le ragazze cristiane hanno preparato una piccola festa a sorpresa per le musulmane. Le musulmane hanno fatto lo stesso per Natale. Quando è stato lanciato il time-out per la pace in Siria, ho pensato di proporre questo momento di silenzio e di preghiera a tutte. Sono stata molto sorpresa il giorno seguente sentendo che i loro cellulari suonavano a mezzogiorno per ricordare proprio il time-out! Nel giugno 2013, nel giorno della consegna dei diplomi, alla presenza di membri dell’Associazione internazionale e dei rappresentanti della Mezzaluna Rossa, è stato chiesto loro quali fossero stati i momenti più difficili durante l’anno. Una, a nome di tutto il gruppo, ha risposto che era quello il giorno più difficile, perché era l’ultimo giorno nel Centro. “L’unico posto – diceva – dove riusciamo a respirare e che ci ha sempre aiutato ad andare avanti, mettendo la pace nelle nostre famiglie e nei nostri cuori”. (altro…)
Set 28, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Partecipo per caso ad un convegno sull’handicap. Lì incontro diversi ragazzi, che non hanno handicap gravissimi, ma neppure la capacità di un normale inserimento nella società. Se non ci fossero le loro famiglie e le associazioni, sarebbero abbandonati a se stessi. Insegno in un centro di educazione per adulti: capisco che la mia scuola si deve occupare di loro. In che modo però? Mi viene un’intuizione: insegnare a questi ragazzi l’uso della macchina fotografica, una mia vecchia passione. L’obiettivo non è farne dei fotografi, ma consentire loro di fissare alcuni momenti di vita. Convoco i ragazzi con le loro famiglie ed iniziamo l’avventura: vi partecipano quattro di loro e quattro adulti disposti a condividere il percorso. È il settembre 2007. Prima lezione, l’uso delle loro semplici macchine fotografiche digitali. Compito assegnato: fotografate la vostra casa. M.G. mi porta le sue fotografie: un calzino colorato, il bordo del lenzuolo ricamato, il pomello di una maniglia tutto lavorato… Mi stupisco e lei timidamente mi spiega che quelle sono le cose di casa sua che le piacciono. Imparo così che il mio lavoro non è insegnare qualcosa che io penso debbano imparare, ma scoprire quello che loro hanno dentro e farlo venire alla luce. Il tempo passa e dai ragazzi emergono passioni e capacità impensabili: saper cogliere i particolari; senso della composizione dell’inquadratura da parte di una ragazza ipovedente, capace di star ferma anche 15-20 minuti prima di scattare una foto per cogliere l’attimo giusto… Qualcuno non esprime passioni spiccate e particolari, ma la relazione costruita con il gruppo gli permette di partecipare senza sentirsi escluso. Azzardo ad inserire nel programma il tema: “Foto di un matrimonio”. Ma non so proprio dove trovare due sposi così pazzi da affidare le loro foto ad un gruppo di ragazzi “handicappati”. La Provvidenza mi fa incontrare Matteo e Beate che per il loro matrimonio vogliono tagliare tutto il superfluo, compreso il fotografo. Ed è così che si ritrovano la più sgangherata banda di fotografi che si sia mai vista. Ne esce uno stupendo servizio fotografico, pieno di originalità, calore e umanità. Il contatto con questi ragazzi scatena emozioni profonde e così, un po’ alla volta, il gruppo cresce. Un fotografo cui chiedo un favore per questi ragazzi mi ringrazia per la lezione ricevuta proprio da loro e per aver imparato che la “diversità” esiste per un preconcetto e che dopo questa esperienza non riesce proprio a vedere la differenza. In seguito, con l’aiuto di un giovane artista, nasce “OCCHI DIVERSI”, una mostra fotografica costituita da 100 fotografie belle e particolari, permeate da un senso di passione e di purezza che lascia il segno nei numerosi visitatori. Nel libro delle firme molti ringraziano per aver colto, dietro a quella foto, l’amore di Dio. Nulla di quanto accaduto in questi anni è stato progettato a tavolino. Quello che ne è nato è frutto di un vero e proprio amore reciproco tra tutti i partecipanti, diversi dei quali non hanno neppure una fede religiosa. Mi sono trovato spesso ad affrontare situazioni che avrebbero richiesto ben altre competenze, sono stato “costretto” dagli eventi a buttare all’aria i contenuti da trasmettere per lasciare spazio all’ascolto, al gioco, al gesto di affetto, alla libertà di esprimersi anche in maniera sconclusionata. In una sola parola: per lasciare spazio alle relazioni». Alberto Roccato (altro…)
Set 28, 2013 | Parola di Vita
«Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge» Questa Parola di vita ci mette in evidenza due cose. Anzitutto l’amore ci viene presentato come un debito, cioè come qualcosa di fronte al quale non si può rimanere indifferenti, non lo si può rimandare; come qualcosa che ci spinge, ci incalza, non ci dà pace fintanto che non lo si sia pagato. E’ come dire che l’amore scambievole non è un “di più”, frutto della nostra generosità, da cui a rigore di termini potremmo dispensarci senza incorrere nelle sanzioni della legge positiva; questa Parola ci chiede pressantemente di metterlo in pratica sotto pena di tradire la nostra dignità di cristiani, chiamati da Gesù ad essere strumenti del suo amore nel mondo. In secondo luogo ci dice che l’amore scambievole è il movente, l’anima e il fine, verso cui tendono tutti i comandamenti. Ne segue che, se vogliamo compiere bene la volontà di Dio, non ci si potrà accontentare di un’osservanza fredda e giuridica dei suoi comandamenti, ma occorrerà tenere sempre presente questo fine, che attraverso di essi Dio ci propone. Così, ad esempio, per vivere bene il settimo comandamento non ci si potrà limitare a non rubare, ma ci si dovrà impegnare seriamente per eliminare le ingiustizie sociali. Soltanto così dimostreremo di amare il nostro simile. «Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge» Come vivere allora la Parola di questo mese? Il tema dell’amore del prossimo, che essa ci ripropone, ha un’infinità di sfumature. Qui ne fisseremo soprattutto una, che ci sembra suggerita in modo particolare dalle parole del testo. Se, come dice san Paolo, l’amore vicendevole è un debito, occorrerà avere un amore che ama per primo come ha fatto Gesù con noi. Sarà, quindi, un amore che prende l’iniziativa, che non aspetta, che non rimanda. Facciamo, allora, così in questo mese. Cerchiamo di essere i primi ad amare ogni persona che incontriamo, alla quale telefoniamo, scriviamo, o con la quale viviamo. E sia il nostro un amore concreto, che sa capire, prevenire, che è paziente, fiducioso, perseverante, generoso. Ci accorgeremo che la nostra vita spirituale farà un balzo di qualità, senza contare la gioia che riempirà il nostro cuore. Chiara Lubich
Parola di vita pubblicata in Città Nuova 1990/15/16, p.9.
Bibbia, versione CEI 1974 – La traduzione CEI 2008 riporta: “Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge”.
Set 27, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
L’impegno comune per la pace. Ecco cosa ha fatto scattare immediata l’intesa tra la delegazione dei Giovani per un Mondo Unito (GMU) e il Nobel per la Pace 1987 Óscar Arias Sánchez, già presidente del Costa Rica. Arias si trovava a Roma per una conferenza della Comunità di Sant’Egidio sul Trattato internazionale sul commercio delle armi adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e per l’udienza con Papa Francesco. Obiettivo dell’incontro era trovare forme di collaborazione con la “Fondazione Arias per la pace e sviluppo umano”, giacché anche i GMU lavorano per la pace e la fraternità. I giovani presenti, di varie nazionalità, hanno quindi tracciato la storia di questo lavoro per la pace, partendo dalla consegna delle 350 mila firme raccolte durante la guerra fredda alle Ambasciate dell’USSR e Stati Uniti a Ginevra (novembre 1985), il lancio del Time-Out da Chiara Lubich (settembre 1990) durante la crisi del Golfo Persico, il premio Unesco per l’Educazione alla pace, ricevuto da Chiara Lubich (dicembre 1996), l’annuale appuntamento della Settimana Mondo Unito, il Genfest di Budapest del 2012, nel quale è stato lanciato lo United World Project (Progetto Mondo Unito) e il recente viaggio di Maria Voce ad Amman, in Giordania, per incontrare le comunità dei Focolari in Medio Oriente, con il successivo concerto per la pace tenuto dai GMU di paesi in conflitto. Il premio Nobel ha presentato ai giovani ciò che la “Fondazione Arias per la Pace e il Progresso tra gli uomini” ha realizzato dalla sua nascita in poi, le loro difficoltà attuali e i loro sogni. Per esempio, visto che già esistono molti musei della guerra, costruire un “Museo della Pace”. Inoltre Óscar Arias Sánchez ha proposto loro di collaborare con il progetto, recentemente approvato dall´ONU, “Arms Trade Treaty” (Trattato sul Commercio delle Armi) finalizzato all’arresto della commercializzazione di armi di piccolo calibro che, secondo lui, sono la causa del maggior numero di vittime a livello mondiale.
Sostenuto dalla sua esperienza di Presidente di una nazione che per costituzione non ha un esercito militare, ha affermato che la diminuzione della corsa agli armamenti permetterebbe a tanti Paesi di condividere risorse economiche da destinare alla soluzione di questioni sociali come: l’accesso all’educazione, ai servizi sanitari, alla salvaguardia dell’ambiente e, non ultimo, a risolvere il dramma della povertà nel mondo. Concludendo ha sottolineato la necessità che i giovani si impegnino nello studio per prepararsi a costruire un cultura di pace e fraternità, e questo perché: “in un mondo dove sembrano prevalere l’egoismo e l’avarizia – ha aggiunto – i giovani sono i primi ad essere chiamati ad innestare nuovi valori nella società, come la solidarietà, il soffrire insieme, la generosità e l’amore”. “Prima di salutarci, in un’atmosfera più che cordiale – racconta Olga del Costa Rica – ha voluto aderire personalmente al nostro progetto (UWP) firmando l’impegno a vivere la cultura della fraternità, unendosi così agli altri 62.000 firmatari di tutto il mondo che hanno fatto loro questo progetto”. Non succede tutti i giorni di potersi incontrare con una persona di questo livello – aggiunge Iggy, neozelandese: colto, saggio, pragmatico, ma soprattutto un uomo molto semplice. Con lui mi sono davvero sentito come in famiglia”. La conversazione si è protratta per un’ora nella quale si sono potuti condividere obiettivi ed iniziative. Prossimo importante appuntamento per i Giovani per un Mondo Unito è il forum dei giovani all’Unesco il prossimo ottobre. “Sarà una scuola – concludono i giovani, che parteciperanno a nome dei GMU, sezione giovanile di New Umanity – per raccontare il nostro ideale di fraternità”. (altro…)
Set 26, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
http://vimeo.com/75468524 «Caritas Giordania è un organismo affiliato alla Chiesa Cattolica presieduta dal Patriarca di Gerusalemme. È presente in Giordania da 45 anni ed è parte della Caritas internazionale». A parlare è il direttore, Wael Suleiman. E continua: «Caritas Giordania ha risposto all’appello della Chiesa di occuparsi dei rifugiati siriani. Abbiamo registrato 1 milione e 300 mila siriani entrati in Giordania, fra cui 130 mila iscritti alla Caritas; offriamo loro assistenza medica, servizi educativi e aiuti umanitari. Sicuramente per la Giordania è difficile accogliere questo gran numero di profughi con le poche risorse del paese: acqua, petrolio, e tutti i problemi economici. Ma la Giordania non vuole chiudere le porte. Il Re ha ordinato che le frontiere rimangano aperte per servire i nostri fratelli siriani. In questo momento tutti cerchiamo di vivere la solidarietà». Suhad Zarafili, è la responsabile dei progetti per Caritas Giordania: «Uno dei nostri programmi – spiega – è il programma di volontariato: abbiamo circa 30 gruppi con più di mille volontari, cristiani e musulmani. Sono loro che hanno iniziato a visitare i campi per trovare i profughi siriani più bisognosi». Fra i volontari c’è Carole. «Sono molto contenta – racconta – che Dio mi abbia dato la possibilità di lavorare alla Caritas ed aiutare i siriani. Sono siriana anch’io e quindi in certo modo posso comprendere meglio ciò che provano, ed è un capirsi reciproco. Hanno tanti dolori, hanno bisogno di tante cose: l’associazione li abbraccia e cerca di dare loro tutti gli aiuti possibili, finché il nostro Dio risolverà la situazione». «Faccio parte del Movimento dei Focolari – continua il direttore Wael Suleiman – e la sua spiritualità, vissuta da tante persone qui alla Caritas, ci aiuta ad uscire verso il mondo, fuori dal nostro piccolo circolo dove viviamo e dove lavoriamo, per amare di più tutti. Vivendo la spiritualità dell’unità si è formata una “cellula” all’interno della Caritas che ha aiutato tutto questo sviluppo, cosicché quelli che vengono da noi sperimentano non solo l’aiuto ma lo spirito e la vita che c’è dietro questo aiuto». (altro…)
Set 26, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
http://vimeo.com/75468524 «Caritas Giordania è un organismo affiliato alla Chiesa Cattolica presieduta dal Patriarca di Gerusalemme. È presente in Giordania da 45 anni ed è parte della Caritas internazionale». A parlare è il direttore, Wael Suleiman. E continua: «Caritas Giordania ha risposto all’appello della Chiesa di occuparsi dei rifugiati siriani. Abbiamo registrato 1 milione e 300 mila siriani entrati in Giordania, fra cui 130 mila iscritti alla Caritas; offriamo loro assistenza medica, servizi educativi e aiuti umanitari. Sicuramente per la Giordania è difficile accogliere questo gran numero di profughi con le poche risorse del paese: acqua, petrolio, e tutti i problemi economici. Ma la Giordania non vuole chiudere le porte. Il Re ha ordinato che le frontiere rimangano aperte per servire i nostri fratelli siriani. In questo momento tutti cerchiamo di vivere la solidarietà». Suhad Zarafili, è la responsabile dei progetti per Caritas Giordania: «Uno dei nostri programmi – spiega – è il programma di volontariato: abbiamo circa 30 gruppi con più di mille volontari, cristiani e musulmani. Sono loro che hanno iniziato a visitare i campi per trovare i profughi siriani più bisognosi». Fra i volontari c’è Carole. «Sono molto contenta – racconta – che Dio mi abbia dato la possibilità di lavorare alla Caritas ed aiutare i siriani. Sono siriana anch’io e quindi in certo modo posso comprendere meglio ciò che provano, ed è un capirsi reciproco. Hanno tanti dolori, hanno bisogno di tante cose: l’associazione li abbraccia e cerca di dare loro tutti gli aiuti possibili, finché il nostro Dio risolverà la situazione». «Faccio parte del Movimento dei Focolari – continua il direttore Wael Suleiman – e la sua spiritualità, vissuta da tante persone qui alla Caritas, ci aiuta ad uscire verso il mondo, fuori dal nostro piccolo circolo dove viviamo e dove lavoriamo, per amare di più tutti. Vivendo la spiritualità dell’unità si è formata una “cellula” all’interno della Caritas che ha aiutato tutto questo sviluppo, cosicché quelli che vengono da noi sperimentano non solo l’aiuto ma lo spirito e la vita che c’è dietro questo aiuto». (altro…)
Set 26, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
http://vimeo.com/75468524 «Caritas Giordania è un organismo affiliato alla Chiesa Cattolica presieduta dal Patriarca di Gerusalemme. È presente in Giordania da 45 anni ed è parte della Caritas internazionale». A parlare è il direttore, Wael Suleiman. E continua: «Caritas Giordania ha risposto all’appello della Chiesa di occuparsi dei rifugiati siriani. Abbiamo registrato 1 milione e 300 mila siriani entrati in Giordania, fra cui 130 mila iscritti alla Caritas; offriamo loro assistenza medica, servizi educativi e aiuti umanitari. Sicuramente per la Giordania è difficile accogliere questo gran numero di profughi con le poche risorse del paese: acqua, petrolio, e tutti i problemi economici. Ma la Giordania non vuole chiudere le porte. Il Re ha ordinato che le frontiere rimangano aperte per servire i nostri fratelli siriani. In questo momento tutti cerchiamo di vivere la solidarietà». Suhad Zarafili, è la responsabile dei progetti per Caritas Giordania: «Uno dei nostri programmi – spiega – è il programma di volontariato: abbiamo circa 30 gruppi con più di mille volontari, cristiani e musulmani. Sono loro che hanno iniziato a visitare i campi per trovare i profughi siriani più bisognosi». Fra i volontari c’è Carole. «Sono molto contenta – racconta – che Dio mi abbia dato la possibilità di lavorare alla Caritas ed aiutare i siriani. Sono siriana anch’io e quindi in certo modo posso comprendere meglio ciò che provano, ed è un capirsi reciproco. Hanno tanti dolori, hanno bisogno di tante cose: l’associazione li abbraccia e cerca di dare loro tutti gli aiuti possibili, finché il nostro Dio risolverà la situazione». «Faccio parte del Movimento dei Focolari – continua il direttore Wael Suleiman – e la sua spiritualità, vissuta da tante persone qui alla Caritas, ci aiuta ad uscire verso il mondo, fuori dal nostro piccolo circolo dove viviamo e dove lavoriamo, per amare di più tutti. Vivendo la spiritualità dell’unità si è formata una “cellula” all’interno della Caritas che ha aiutato tutto questo sviluppo, cosicché quelli che vengono da noi sperimentano non solo l’aiuto ma lo spirito e la vita che c’è dietro questo aiuto». (altro…)
Set 26, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
http://vimeo.com/75468524 «Caritas Giordania è un organismo affiliato alla Chiesa Cattolica presieduta dal Patriarca di Gerusalemme. È presente in Giordania da 45 anni ed è parte della Caritas internazionale». A parlare è il direttore, Wael Suleiman. E continua: «Caritas Giordania ha risposto all’appello della Chiesa di occuparsi dei rifugiati siriani. Abbiamo registrato 1 milione e 300 mila siriani entrati in Giordania, fra cui 130 mila iscritti alla Caritas; offriamo loro assistenza medica, servizi educativi e aiuti umanitari. Sicuramente per la Giordania è difficile accogliere questo gran numero di profughi con le poche risorse del paese: acqua, petrolio, e tutti i problemi economici. Ma la Giordania non vuole chiudere le porte. Il Re ha ordinato che le frontiere rimangano aperte per servire i nostri fratelli siriani. In questo momento tutti cerchiamo di vivere la solidarietà». Suhad Zarafili, è la responsabile dei progetti per Caritas Giordania: «Uno dei nostri programmi – spiega – è il programma di volontariato: abbiamo circa 30 gruppi con più di mille volontari, cristiani e musulmani. Sono loro che hanno iniziato a visitare i campi per trovare i profughi siriani più bisognosi». Fra i volontari c’è Carole. «Sono molto contenta – racconta – che Dio mi abbia dato la possibilità di lavorare alla Caritas ed aiutare i siriani. Sono siriana anch’io e quindi in certo modo posso comprendere meglio ciò che provano, ed è un capirsi reciproco. Hanno tanti dolori, hanno bisogno di tante cose: l’associazione li abbraccia e cerca di dare loro tutti gli aiuti possibili, finché il nostro Dio risolverà la situazione». «Faccio parte del Movimento dei Focolari – continua il direttore Wael Suleiman – e la sua spiritualità, vissuta da tante persone qui alla Caritas, ci aiuta ad uscire verso il mondo, fuori dal nostro piccolo circolo dove viviamo e dove lavoriamo, per amare di più tutti. Vivendo la spiritualità dell’unità si è formata una “cellula” all’interno della Caritas che ha aiutato tutto questo sviluppo, cosicché quelli che vengono da noi sperimentano non solo l’aiuto ma lo spirito e la vita che c’è dietro questo aiuto». (altro…)
Set 26, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
http://vimeo.com/75468524 «Caritas Giordania è un organismo affiliato alla Chiesa Cattolica presieduta dal Patriarca di Gerusalemme. È presente in Giordania da 45 anni ed è parte della Caritas internazionale». A parlare è il direttore, Wael Suleiman. E continua: «Caritas Giordania ha risposto all’appello della Chiesa di occuparsi dei rifugiati siriani. Abbiamo registrato 1 milione e 300 mila siriani entrati in Giordania, fra cui 130 mila iscritti alla Caritas; offriamo loro assistenza medica, servizi educativi e aiuti umanitari. Sicuramente per la Giordania è difficile accogliere questo gran numero di profughi con le poche risorse del paese: acqua, petrolio, e tutti i problemi economici. Ma la Giordania non vuole chiudere le porte. Il Re ha ordinato che le frontiere rimangano aperte per servire i nostri fratelli siriani. In questo momento tutti cerchiamo di vivere la solidarietà». Suhad Zarafili, è la responsabile dei progetti per Caritas Giordania: «Uno dei nostri programmi – spiega – è il programma di volontariato: abbiamo circa 30 gruppi con più di mille volontari, cristiani e musulmani. Sono loro che hanno iniziato a visitare i campi per trovare i profughi siriani più bisognosi». Fra i volontari c’è Carole. «Sono molto contenta – racconta – che Dio mi abbia dato la possibilità di lavorare alla Caritas ed aiutare i siriani. Sono siriana anch’io e quindi in certo modo posso comprendere meglio ciò che provano, ed è un capirsi reciproco. Hanno tanti dolori, hanno bisogno di tante cose: l’associazione li abbraccia e cerca di dare loro tutti gli aiuti possibili, finché il nostro Dio risolverà la situazione». «Faccio parte del Movimento dei Focolari – continua il direttore Wael Suleiman – e la sua spiritualità, vissuta da tante persone qui alla Caritas, ci aiuta ad uscire verso il mondo, fuori dal nostro piccolo circolo dove viviamo e dove lavoriamo, per amare di più tutti. Vivendo la spiritualità dell’unità si è formata una “cellula” all’interno della Caritas che ha aiutato tutto questo sviluppo, cosicché quelli che vengono da noi sperimentano non solo l’aiuto ma lo spirito e la vita che c’è dietro questo aiuto». (altro…)
Set 26, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
http://vimeo.com/75468524 «Caritas Giordania è un organismo affiliato alla Chiesa Cattolica presieduta dal Patriarca di Gerusalemme. È presente in Giordania da 45 anni ed è parte della Caritas internazionale». A parlare è il direttore, Wael Suleiman. E continua: «Caritas Giordania ha risposto all’appello della Chiesa di occuparsi dei rifugiati siriani. Abbiamo registrato 1 milione e 300 mila siriani entrati in Giordania, fra cui 130 mila iscritti alla Caritas; offriamo loro assistenza medica, servizi educativi e aiuti umanitari. Sicuramente per la Giordania è difficile accogliere questo gran numero di profughi con le poche risorse del paese: acqua, petrolio, e tutti i problemi economici. Ma la Giordania non vuole chiudere le porte. Il Re ha ordinato che le frontiere rimangano aperte per servire i nostri fratelli siriani. In questo momento tutti cerchiamo di vivere la solidarietà». Suhad Zarafili, è la responsabile dei progetti per Caritas Giordania: «Uno dei nostri programmi – spiega – è il programma di volontariato: abbiamo circa 30 gruppi con più di mille volontari, cristiani e musulmani. Sono loro che hanno iniziato a visitare i campi per trovare i profughi siriani più bisognosi». Fra i volontari c’è Carole. «Sono molto contenta – racconta – che Dio mi abbia dato la possibilità di lavorare alla Caritas ed aiutare i siriani. Sono siriana anch’io e quindi in certo modo posso comprendere meglio ciò che provano, ed è un capirsi reciproco. Hanno tanti dolori, hanno bisogno di tante cose: l’associazione li abbraccia e cerca di dare loro tutti gli aiuti possibili, finché il nostro Dio risolverà la situazione». «Faccio parte del Movimento dei Focolari – continua il direttore Wael Suleiman – e la sua spiritualità, vissuta da tante persone qui alla Caritas, ci aiuta ad uscire verso il mondo, fuori dal nostro piccolo circolo dove viviamo e dove lavoriamo, per amare di più tutti. Vivendo la spiritualità dell’unità si è formata una “cellula” all’interno della Caritas che ha aiutato tutto questo sviluppo, cosicché quelli che vengono da noi sperimentano non solo l’aiuto ma lo spirito e la vita che c’è dietro questo aiuto». (altro…)
Set 26, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
http://vimeo.com/75468524 «Caritas Giordania è un organismo affiliato alla Chiesa Cattolica presieduta dal Patriarca di Gerusalemme. È presente in Giordania da 45 anni ed è parte della Caritas internazionale». A parlare è il direttore, Wael Suleiman. E continua: «Caritas Giordania ha risposto all’appello della Chiesa di occuparsi dei rifugiati siriani. Abbiamo registrato 1 milione e 300 mila siriani entrati in Giordania, fra cui 130 mila iscritti alla Caritas; offriamo loro assistenza medica, servizi educativi e aiuti umanitari. Sicuramente per la Giordania è difficile accogliere questo gran numero di profughi con le poche risorse del paese: acqua, petrolio, e tutti i problemi economici. Ma la Giordania non vuole chiudere le porte. Il Re ha ordinato che le frontiere rimangano aperte per servire i nostri fratelli siriani. In questo momento tutti cerchiamo di vivere la solidarietà». Suhad Zarafili, è la responsabile dei progetti per Caritas Giordania: «Uno dei nostri programmi – spiega – è il programma di volontariato: abbiamo circa 30 gruppi con più di mille volontari, cristiani e musulmani. Sono loro che hanno iniziato a visitare i campi per trovare i profughi siriani più bisognosi». Fra i volontari c’è Carole. «Sono molto contenta – racconta – che Dio mi abbia dato la possibilità di lavorare alla Caritas ed aiutare i siriani. Sono siriana anch’io e quindi in certo modo posso comprendere meglio ciò che provano, ed è un capirsi reciproco. Hanno tanti dolori, hanno bisogno di tante cose: l’associazione li abbraccia e cerca di dare loro tutti gli aiuti possibili, finché il nostro Dio risolverà la situazione». «Faccio parte del Movimento dei Focolari – continua il direttore Wael Suleiman – e la sua spiritualità, vissuta da tante persone qui alla Caritas, ci aiuta ad uscire verso il mondo, fuori dal nostro piccolo circolo dove viviamo e dove lavoriamo, per amare di più tutti. Vivendo la spiritualità dell’unità si è formata una “cellula” all’interno della Caritas che ha aiutato tutto questo sviluppo, cosicché quelli che vengono da noi sperimentano non solo l’aiuto ma lo spirito e la vita che c’è dietro questo aiuto». (altro…)
Set 25, 2013 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
[:it] [:zh] http://vimeo.com/75092270[:ot]
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Set 25, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Sono passati tre anni da quel 25 settembre del 2010 in cui Chiara Luce Badano è stata proclamata beata nel Santuario Divino Amore di Roma. Sembra ieri, tanto sono vividi i ricordi di quello straordinario evento che pareva la realizzazione della lettera scritta da Chiara Luce ai suoi amici: «Sono uscita dalla vostra vita in un attimo. Oh, come avrei voluto fermare quel treno in corsa che m’allontanava sempre più! (…) Ma ora mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela». Vorremmo ricordare la realizzazione dello “splendido disegno” che Chiara Luce ha realizzato in vita, con alcune parole dei genitori Maria Teresa e Ruggero, tratte dal libro di Franz Coriasco In viaggio con i Badano. «Avete mai pensato, nei suoi ultimi mesi, di avere a che fare con una santa?».
Maria Teresa: «No, non ci abbiamo mai pensato, neanche lontanamente. Si viveva in una continua “straordinaria normalità”, anche se ormai Chiara aveva perso l’uso delle gambe ed era costretta a letto. C’era una grazia, evidentemente, che magari sul momento non avevamo neanche il tempo di realizzare pienamente, ma che vivevamo ogni giorno. Che è continuata anche dopo, e continua adesso. Era, se così possiamo dire, la “specialità” di Chiara: non essersi fatta santa fra atroci sofferenze (che pure ci sono state), ma essersi fatta santa nella gioia di amare Dio». Ruggero: «Insomma, ripensando al periodo della malattia di Chiara non possiamo non ripetere ogni volta che davvero sono stati i due anni della nostra vita più benedetti da Dio». (Tratto da F. Coriasco, In viaggio con i Badano. Chiara Luce e la sua famiglia: i segreti di un segreto, Città Nuova, Roma, 2011). (altro…)
Set 24, 2013 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
http://vimeo.com/74808105 (altro…)
Set 24, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Lavoro in una scuola elementare come insegnante di sostegno. Nella mia classe c’è F., un bimbo con l’apparecchio acustico. Ha problemi di comportamento e difficoltà nel rapportarsi con i compagni, i quali a loro volta gli fanno dispetti e lo escludono nei giochi. In generale, nella classe c’è rivalità tra i bambini, che fanno a gara per sottolineare l’errore o il difetto di chi si mostra più debole. Così ho pensato di coinvolgerli in un’attività che li gratificasse, aiutandoli a vedere il buono che c’è in ognuno di loro, e sperando che vedessero il buono anche in F. Nasce così la “Posta dell’Amicizia”: una mattina sulla cattedra è comparsa una scatola colorata dotata di fessura come la buchetta della posta. Sul coperchio della scatola ho incollato una vignetta di Gibi e DoppiaW che si dicevano sorridendo “Ho una sorpresa per te!”. Ho proposto ai bambini di utilizzare la scatola durante la settimana per dirsi l’un l’altro le cose buone che avevano vissuto o gli aspetti positivi che avevano osservato nell’uno o nell’altro durante la giornata. Le lettere potevano essere anonime o firmate, indirizzate a chiunque. Potevano mandarsi disegni, poesie, piccoli regalini. Abbiamo deciso di partecipare anche noi maestre per scrivere a quei bambini che, quasi sicuramente, non avrebbero ricevuto niente. La posta sarebbe stata letta insieme alla fine di ogni settimana. I bambini hanno accettato la proposta con entusiasmo e si sono lanciati nella scrittura di lettere, bigliettini e poesie. Alla fine della prima settimana tutta la classe fremeva d’impazienza. L’apertura della posta è stato un momento di condivisione in cui finalmente tutti si sono concentrati sul positivo e non sul negativo. Ogni bambino ha ricevuto una lettera e si è dichiarato pronto a rispondere al mittente. Noi insegnanti, avendo controllato in precedenza chi aveva ricevuto qualcosa e chi no, abbiamo scritto a qualcuno brevi pensieri e ad altri abbiamo consegnato, piegata a bigliettino, una striscia di Gibi e DoppiaW. I destinatari delle strisce hanno chiesto su questi simpatici personaggi ed ho potuto spiegare sul significato delle strisce. Ne è nato un dialogo bello e profondo. Da quel momento, ricevere la striscia a fumetti sarebbe diventato un privilegio, un dono speciale che tutti conservavano gelosamente.
Nelle settimane successive l’atmosfera in classe è notevolmente cambiata: i bambini erano più gentili fra loro, un po’ per il desiderio di ricevere lettere, un po’ per i legami positivi nati dai complimenti ricevuti dai compagni. F., invece, ha faticato più degli altri a trarre giovamento dalla “posta dell’amicizia”: rifiutava di scrivere lettere agli altri, dicendo che sicuramente non ne avrebbe ricevute da nessuno, tranne che dalle maestre. E così è stato per le prime due settimane. Nella terza, però, una bambina gli ha scritto un biglietto dicendogli che lui era suo amico perché le prestava le cose. F. è scoppiato a piangere e ha strappato il biglietto con rabbia. La settimana successiva però mi ha chiesto aiuto per scrivere alcune lettere; e in quella seguente ha ricevuto altri biglietti pieni di complimenti che l’hanno riempito di stupore. Allora, ha deciso di scrivere a tutti un biglietto di saluto. Per lui, così selettivo nei suoi rapporti, è stato un grande passo che l’ha riempito di emozione. La “posta dell’amicizia” ha continuato ad essere utilizzata fino alla fine dell’anno, diventando parte integrante della nostra vita scolastica, veicolo di affetto e di reciprocità per tutti». (M. T. – Italia) (altro…)
Set 23, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

© Sean Scaccia
La comunità del Movimento dei Focolari in Sardegna ha aderito all’invito dei vescovi sardi per una comunione dei beni in denaro da devolvere alla Caritas di Buenos Aires, legata da vincoli storici con l’isola italiana. Infatti, il nome originario della capitale argentina, Santa Maria del Buen Ayre, deriva da Santa Maria della Bonaria, tanto venerata dai sardi. “Dalla Caritas sarda un dono per gli ‘ultimi’ di Buenos Aires”, così hanno voluto intitolare l’iniziativa. I Focolari sardi, inoltre, hanno offerto a Papa Francesco un regalo simbolico: una tela (1 m. x 70 cm.) dal titolo “Fiducia”, realizzata dall’artista Sean Scaccia. La tela, era accompagnata da un breve testo dell’autore:
“La Fiducia è un salto nel buio di un’anima nella Luce che, non badando al buio intorno, si tuffa in un abbraccio al Cielo”.
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Set 23, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sono 2000 le persone – tra imprenditori, giovani, famiglie, docenti, istituzioni – che, dal 20 al 22 settembre, hanno affollato la cittadella internazionale di Loppiano (FI), oltre ai 3000 circa che hanno seguito la manifestazione sui social media. LoppianoLab 2013 non offre conclusioni, bensì azioni e progetti in partenza o in continuità perché frutto di quattro anni di lavoro in rete in tutto il Paese. Ai lavoratori sardi il Papa ha detto che all’Italia «serve nuovo slancio per ripartire» e «una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile». Gli fanno eco i partecipanti di LoppianoLabche hanno provato a progettare un’Italia nuova, in dialogo con una trentina di docenti universitari, due ministri, un sottosegretario, tre magistrati, una cinquantina di giornalisti, gli studenti dell’Istituto Universitario Sophia.
Sono una ventina, le iniziative presentate. Come l’azione di Famiglie Nuove Onlus che ogni anno raccoglie oltre 6 milioni di euro per i progetti di adozioni a distanza; la rete di giovani film makers a cui sta a cuore la formazione sociale; il lavoro di tanti religiosi che scendono per strada verso immigrati e disagiati; i comunicatori al servizio della legalità e del bene comune; la costituzione di sinergie tra cittadini e istituzioni a livello territoriale e nazionale per progetti formativi e buone prassi in risposta all’emergenza immigrazione. Dal mondo dell’economia e del lavoro, la proposta della Scuola di Economia Civile, rafforzata dall’esistenza di oltre 200 aziende che in Italia hanno abbracciato il progetto di Economia di Comunione: emerge la proposta di un diverso stile imprenditoriale, capace di contribuire al rinnovamento dell’economia italiana.
Sul fronte dell’emergenza legalità: un progetto di legge per la regolamentazione del gioco d’azzardo associato alla campagna Slotmob (campagna di mobilitazione dei cittadini “per il buon gioco” e “contro le nuove povertà e la dipendenza dal gioco d’azzardo”); la promozione di scelte di acquisto e consumo critico; l’attuazione di reti e spazi di cooperazione sono la risposta “al plurale” a racket, usura, illegalità diffusa. Istituzioni e cittadini, associazioni e imprenditori stanno intessendo – insieme – un percorso comune verso una cultura diffusa della legalità. In apertura di LoppianoLab, la presidente dei Focolari, Maria Voce, nel riconoscere la portata nazionale dell’evento, “laboratorio per eccellenza” perché costruito da tante forze vitali del Paese, ne aveva sottolineato le finalità: “dare risposte alla complessa e difficile situazione dell’Italia”. Con l’augurio – condiviso – che da esso possano emergere sempre più proposte e azioni che abbiano in sé la forza innovativa del “pensare, agire, vivere nella e per la ‘terra promessa’: la fraternità universale”. Leggi anche: Insieme è un verbo – di Michele Zanzucchi, su Città Nuova online La città senza periferie – di Giulio Meazzini, su Città Nuova online Speciale Slot Mob – dossier sulla campagna di mobilitazione dei cittadini “per il buon gioco” e “contro le nuove povertà e la dipendenza dal gioco d’azzardo” (altro…)
Set 23, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Sociale
“Togliere centralità alla legge del profitto e della rendita e ricollocare al centro la persona e il bene comune”, ha detto in modo perentorio papa Francesco davanti a migliaia di disoccupati nella sua visita in Sardegna. Sono i “giovani disoccupati, le persone in cassa-integrazione o precarie, gli imprenditori e commercianti che fanno fatica ad andare avanti” quelli che gli stanno più a cuore. In questo contesto di preoccupante precarietà dove il Pontefice non esita ad affermare con forza che “non c’è dignità senza lavoro”, gli vengono presentate alcune testimonianze che vogliono essere già una risposta al suo appello. È il caso della Cooperativa Primavera 83 che nasce su iniziativa dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Cagliari, che desiderava utilizzare il finanziamento di una Legge Regionale sull’occupazione per dare lavoro ad un gruppo di ragazzi con problemi sociali, affidando loro la realizzazione dei giardini nelle scuole.

Spazi verdi di Cagliari curati dalla cooperativa “Primavera ’83”.
Maria Grazia Patrizi, a nome degli imprenditori sardi, racconta:«Abbiamo creato una cooperativa che ha mosso i primi passi facendo della coesione e la coerenza il suo vero capitale. Eravamo giovani. Con passione e tenacia abbiamo superato tanti fallimenti, ricominciando ogni volta . Nel 1993, la formazione e la professionalità ci ha permesso di vincere la gara per la manutenzione del verde della nostra città, Cagliari. Nel 1994 “Primavera 83” ha presentato una proposta per valorizzare con un giardino, il quartiere di Sant’Elia, un villaggio di pescatori che era diventato il più degradato della città. Tutti pensavano che un investimento lì fosse denaro sprecato, invece oggi questo giardino è tra i più belli della città. Spesso viene usato con orgoglio degli abitanti, come location per gli album fotografici matrimoniali».
Nel 1999 i soci ed i lavoratori di Primavera 83 impegnati nella manutenzione del verde di Oristano, interpretando in maniera innovativa il contratto dei lavoratori, hanno deciso di regalare parte delle loro ferie per permettere ad un loro collega di assistere il figlio con una malattia cronica, senza perdere giorni di stipendio. Nel 2008, per festeggiare i 25 anni di attività, la cooperativa ha regalato al comune di Cagliari l’arredo a verde della rotonda davanti al cimitero. È dedicata alla memoria dei soci di Primavera 83 che, negli anni ‘90 sono deceduti a causa dell’AIDS. «Oggi, dopo 30 anni di vita – continua Maria Grazia Patrizi –, la cooperativa, che aderisce al progetto dell’Economia di Comunione, dà occupazione a 110 persone e opera per la manutenzione del verde in altri comuni della Provincia, fatturando oltre 3 milioni di Euro. Ci confrontiamo sul mercato con le più importanti imprese regionali del settore. Gli accordi di collaborazione con i servizi sociali territoriali, ci permettono di includere oltre un terzo di lavoratori “vulnerabili”, tra cui invalidi e sofferenti mentali, carcerati e tossicodipendenti. Per noi la cooperativa sociale è un’impresa che, attraverso la solidarietà, risponde ai criteri del mercato: professionalità, efficienza e qualità; valorizza e responsabilizza il potenziale di tutti, soci e lavoratori. In questo momento di crisi – conclude l’imprenditrice – sentiamo che questo allenamento nel cercare di includere persone che non hanno requisiti di efficacia ed efficienza, è diventato un vantaggio per tutta la società, trasformando i finanziamenti per l’assistenza ai disoccupati, in un pilastro per lo sviluppo della Sardegna». Una fra le tante risposte al “coraggio” che il papa ha chiesto ai sardi disoccupati, un “coraggio che venga da dentro e vi spinga a fare di tutto (…) per affrontare con solidarietà (..) e intelligenza questa sfida storica”. (altro…)
Set 23, 2013 | Cultura
Le case ricordano tutto. Trattengono i gesti, le parole, i silenzi, i segni del tempo, le nascite e le partenze, gli odori e persino i rumori. S’imbevono delle nostre vite e dei nostri pensieri, come il pane nel mosto. Parlano di noi e del nostro modo di abitare la terra. Riflettere sul tema della casa è quindi un modo per riflettere sul cambiamento delle nostre vite, del lavoro, dei nostri legami familiari, del nostro rapporto con la natura. E sulla crisi economica che sembra minare per la prima volta il bene per eccellenza, fonte di stabilità per la famiglia. Il libro, attraverso storie, aneddoti e racconti, è uno strumento agile di riflessione sul tema dell’abitare che non rinuncia ad indicare piccole strategie di sopravvivenza per abitanti consapevoli. L’autrice. Elena Granata, docente di Analisi della città e del territorio e Geografia urbana al Politecnico di Milano. È autrice di saggi e volumi, tra i più recenti: Sapere è un verbo all’infinito (con A. Granata e C. Granata), 2013; La mente che cammina. Esperienze e luoghi, 2012. Per Città Nuova è autrice dei libri Ridere in famiglia (2011) e Leggere. Le parole ci rendono liberi (2012) e della rubrica “Penultima fermata” sulla rivista Città Nuova. (altro…)
Set 21, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
“Desidero incontrarvi a Cagliari!”. Sono rivolte in particolare ai giovani queste parole pronunciate da papa Francesco lo scorso 15 maggio in Piazza San Pietro, ma tutte le componenti sociali del popolo sardo si stanno preparando da tempo a stringersi attorno al Vescovo di Roma. “Oggi la nostra terra ha particolarmente bisogno di speranza”, affermano i vescovi della Sardegna in una lettera inviata ai fedeli l’8 settembre, “e papa Francesco viene a ripeterci: “non lasciatevi rubare la speranza” (Omelia del 24-3-13).
Ricordando le crescenti difficoltà che su fronti sempre più numerosi si trova a vivere questo popolo coraggioso, i vescovi ringraziano il Papa che, con il suo pellegrinaggio “ci prende per mano e ci guida ai piedi di Maria, perché tutti possiamo sempre riscoprirla come modello di vita cristiana e Madre della Speranza”. Scrivono dalla Sardegna: “I giovani in particolare lo attendono con grande entusiasmo e speranza. Questi ultimi mesi sono stati caratterizzati da momenti profondi di riflessione, confronto, lavoro di gruppo. Un percorso fatto di tappe, che ha evidenziato l’importanza del servizio, del dono verso l’altro, del rispondere ad una chiamata”. Mettere in particolare evidenza ragioni ed esperienze che permettano di alimentare la speranza è dunque uno dei cardini del programma: così, ad esempio, a nome degli imprenditori dell’isola, viene presentata al Papa la vicenda della Cooperativa Primavera 83, azienda cagliaritana di servizi sociali che aderisce al progetto dell’Economia di Comunione, attenta alla solidarietà ed alla qualità del lavoro; in questi anni, in controtendenza, ha visto aumentare il fatturato.
La comunità dei Focolari è presente e attiva con esperienze di solidarietà e sostegno anche nel territorio minerario del Sulcis (Iglesias), permeato dal dolore a causa del dramma della disoccupazione. Esperienze e dialogo profondo si alternano a preghiera e riflessione e a momenti gioiosi di festa. È stata affidata al gruppo musicale internazionale Gen Rosso la preparazione e l’animazione dell’incontro del Papa con i giovani; nei giorni precedenti i 18 artisti del gruppo, provenienti da nove nazioni diverse, hanno proposto tre laboratori tematici: comunicazione, coreografia e canto. “Due giorni di workshop – scrivono – ai quali tanti giovani hanno aderito; un’esplosione di gioia e di festa che prepara al grande evento” per accogliere il Pontefice con la loro performance, artisti e giovani insieme, ed arricchire il programma con canti, coreografie e brani musicali.
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Set 21, 2013 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
È partita venerdì 20 settembre l’edizione 2013 di LoppianoLab. Primo grande appuntamento, quello al Polo Lionello Bonfanti con l’inaugurazione della manifestazione e della Scuola di Economia Civile (SEC), già annunciata nel maggio di quest’anno, e che ha preso il via ufficiale ieri pomeriggio. Pensare, agire e vivere per far emergere la forza innovativa della fraternità universale, è l’invito della presidente dei Focolari, Maria Voce, ai partecipanti. Nel corso dell’inaugurazione i quattro promotori dell’evento – il Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti delle aziende di Economia di Comunione, il Gruppo editoriale Città Nuova, l’Istituto Universitario Sophia, il Centro internazionale di Loppiano – indicano la direzione di marcia di questo cantiere: dar vita a idee, progetti e azioni che siano frutto della sinergia tra cultura, economia, politica e legalità per ridare slancio al Paese. Un evento nazionale, quello di LoppianoLab che suscita crescente interesse e partecipazione – e che “cerca di dare delle risposte alla complessa e difficile situazione dell’Italia”, come scrive Maria Voce nel messaggio letto all’inaugurazione della SEC, definita una delle iniziative “concrete e promettenti” in cui culmina il programma, insieme al progetto nel campo della legalità “largamente condiviso e sostenuto con entusiasmo anche in ambito giovanile.
La legalità è, infatti, il filo di LoppianoLab 2013, trasversale e presente in tutti i suoi appuntamenti ed è il tema del laboratorio centrale “Custodire l’Italia, generare un presente di legalità” (sabato, 21 settembre, 15.30-19.00). Legalità spesso nascosta, reti di cittadini, di giovani, di imprenditori, di organizzazioni che sono passati dal semplice dissenso individuale ad azioni condivise e organizzate. È il caso della campagna “No Slot”, per il sostegno ai locali pubblici che decidono di non installare le slot machine pur sapendo di andare incontro ad una potenziale perdita economica. Si vuole premiare con i propri acquisti quelle aziende che hanno fatto questa scelta: obiettivo finale è creare un marchio che renda riconoscibili questi locali. Spazio alla cultura, con l’appuntamento del venerdì sera presso l’Istituto Universitario Sophia, con “Una serata a Sophia. Custodire l’uomo”, presente il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, e con il dialogo con gli autori de “La legalità del noi” (Città Nuova Ed.): il magistrato antimafia della DDA di Bari, Giuseppe Gatti e il giornalista RAI Gianni Bianco. Storie di riscatto ed emancipazione dalla logica della violenza, della sopraffazione, del malaffare, dell’omertà.
Prosegue anche in questa edizione la formula dei “laboratori permanenti”: confronto e progetti tra cittadini, esperti e protagonisti del cambiamento in Italia, promossi dal Gruppo Editoriale Città Nuova. I sei workshop prendono il via sabato 21 settembre alle 11.15. Si va dallo spazio su politica e legalità a quelli su famiglia e solidarietà e genitori, figli e regole; immigrazione, integrazione e intercultura; poi musica, cinema e arti figurative; informazione e legalità. La speranza condivisa è che, come augura, infine, di Maria Voce: «possa emergere sempre più da tutte le proposte e le realizzazioni la forza innovativa del carisma che è pensare, agire, vivere nella e per la “terra promessa”: la fraternità universale con Gesù tra noi!». Ufficio stampa LoppianoLab: Elena Cardinali – mob: 347/4554043 – ufficiostampa@cittanuova.it Stefania Tanesini- mob: 338/5658244 – sif@loppiano.it Attive le reti sociali: Diretta degli eventi principali Facebook: www.facebook.com/loppianolab – Twitter: @LoppianoLab – YouTube: https://www.youtube.com/loppianolab Streaming sul blog: www.loppianolab.blogspot.it Foto su Flickr
Inaugurazione (prima e seconda parte): http://www.youtube.com/watch?v=n4XVqCgTCWM&feature=player_embedded http://www.youtube.com/watch?v=dbZUtTrz-44&feature=player_embedded Istituto Universitario Sophia con: “Fede e Custodia dell’Umano” http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=LxI9hkTVwWs (altro…)
Set 20, 2013 | Cultura
http://www.youtube.com/watch?v=HnXCsGDSW7M Copyright: Città Nuova Editrice SEGUI IN DIRETTA GLI EVENTI PRINCIPALI DI LOPPIANOLAB Sono attivi i canali Social della manifestazione dove sarà possibile seguire in diretta gli appuntamenti principali: l’inaugurazione della Scuola di Economia Civile, la serata culturale, ospite il ministro Graziano Delrio, e il laboratorio centrale di LoppianoLab di sabato 22 settembre. – Venerdì, 20 settembre – ore 15.00: l’inaugurazione della Scuola di Economia Civile – Venerdì 20 settembre – ore 21.00: “Una serata a Sophia. Custodire l’Uomo” – Sabato 21 settembre – ore 15.30: “Custodire l’Italia, generare un presente di legalità” Per seguire le dirette, ci si può collegare a http://loppianolab.blogspot.it/ Video su YouTube: https://www.youtube.com/loppianolab Per informazioni live sull’inizio delle dirette e seguire LoppianoLab minuto per minuto: twitter https://twitter.com/LoppianoLab facebook https://www.facebook.com/loppianolab google https://plus.google.com/u/0/114439430730531817523/posts (altro…)
Set 20, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
Sono arrivati a Nocera Umbra da tre regioni dell’Italia centrale (Umbria, Marche e Abruzzo) più di 500 persone di tutte le età, laici e sacerdoti, e anche tre vescovi: Mons. Secchia, vescovo di Teramo, Mons. Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila e Mons. De Luca di Termoli. Tutti convocati da un convegno del Movimento Diocesano dei Focolari che si è svolto, dal 29 agosto al 1° settembre, e che ha raccolto partecipanti di sei diocesi italiane per uno scambio di iniziative all’insegna della nuova evangelizzazione: pensare insieme una metodologia di lavoro per affrontare meglio le sfide e le nuove prospettive che si aprono per le chiese locali.
Si ha parlato di chiese aperte, come le pensa papa Francesco, capaci di raccogliere tanti in una unica famiglia al servizio di tutti. Divisi per età, si sono scambiati le esperienze svolte in diversi ambiti per aprirsi al territorio. Educazione integrale a cominciare dai bambini, accompagnando il percorso fino all’età adulta. Azioni di condivisione che coinvolgono un’intera città, a volte anche una diocesi. Come ad Ascoli, dove il vescovo ha mandato gli auguri ai nuovi sindaci eletti: da questo piccolo gesto è nata una collaborazione “effettiva ed affettiva”. In questa città, diverse sono le azioni di solidarietà a favore dei più disagiati in collaborazione o con il sostegno del Comune. O a Pesaro, dove da anni sono in atto scambi col mondo ortodosso, con gruppi di giovani (soprattutto provenienti dalla Romania), che portano una ventata di speranza per l’ecumenismo. A Fermo e Teramo, invece, sono nati dei complessi musicali, Eis e Hope, che propongono a tanti messaggi di pace e di speranza. Girando per i vari laboratori è venuta in evidenza la comunità che incide sul posto ed è nata la domanda: perché non applicare queste esperienze su una scala più vasta? Sarebbe un contributo per accrescere la fraternità in una diocesi.
L’invito dei vescovi presenti è stato unanime: per aprirsi alle periferie esistenziali occorre lasciarsi interrogare, confermare dai fratelli, accrescere l’unità fra tutti. E quali le proposte emerse? Lavorare in rete per arricchirsi e aiutarsi, per scambiarsi azioni e idee e per trovare insieme strade nuove, nella consapevolezza che mettendo le forze in sinergia l’incidenza sul territorio sarà maggiore. Il Movimento Diocesano dei Focolari, è nato negli anni ’70, e si è sviluppato soprattutto in alcune diocesi del centro Italia. Insieme a tutto il Movimento, si propone di «cooperare alla realizzazione del testamento di Gesù “che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21) animando, mediante la spiritualità dell’unità, le strutture della Chiesa particolare: parrocchie, organismi e ambiti diocesani». (altro…)
Set 19, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Rifugiati afgani mentre lasciano il proprio Paese
Gaffar, afghano, ha dovuto chiedere asilo in Olanda con i suoi. La vita nel campo profughi non è facile, con una camera per tutta la famiglia, e quindi i ragazzi tutti fuori a giocare, ad annoiarsi e a molestare gli altri. Gaffar cerca di inventarsi qualcosa ogni giorno per tenerli occupati in modo positivo. E per tenere allenata la sua mente (faceva il giornalista) si mette a tradurre un libro. Un giorno Frank, un amico, gli porta una macchina da scrivere. A Gaffar sembra di toccare il cielo con un dito. Ora può battere a macchina la sua traduzione. Il vicino di stanza, vedendola, esclama: “Come mi piacerebbe averne una anch’io! “. E Gaffar, di rimando: “Prendila, è tua”. Più tardi arriva da lui Peter con un computer ancora efficiente dal suo ufficio, dove li hanno cambiati tutti. La sera arriva il direttore del campo profughi, anche lui con un computer per Gaffar: “Visto che ti occupi tanto dei ragazzi, ho pensato che ti può servire per preparare i programmi per loro “. Quel mese la Parola di Vita, che si cercava di vivere quel mese, era: “Date e vi sarà dato“. fonte: Città Nuova online (altro…)
Set 19, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
4 giorni per dare voce ad economia, cultura, territorio e politica, ai giovani. Molti i ‘fatti di cittadinanza attiva’ raccontati al LoppianoLab, in un programma che si è snodato attraverso laboratori, seminari, testimonianze di imprenditori, spazio all’Economia di Comunione, alle scuole di partecipazione politica del Movimento politico per l’unità, all’Istituto Universitario Sophia. Zoom su “cosa fanno e cosa pensano i focolarini dopo Chiara Lubich”, con la presentazione in anteprima del libro-intervista a Maria Voce: “La scommessa di Emmaus”. Le prime cifre di questa terza edizione parlano di 3.000 partecipanti da tutte le regioni italiane, cui aggiungere i 5.000 collegamenti alle dirette streaming di vari momenti del programma e quanti sono passati da Loppiano solo per un giorno. Una redazione social ha permesso al pubblico dei social network (soprattutto nella fascia 18-34) di partecipare e interagire: 300.000 i contatti. Quali i temi principali affrontati in questi giorni? Legge elettorale, intercultura, legalità, arte, sviluppo sostenibile e molto altro nei 15 laboratori, confluiti nel pomeriggio di sabato nell’evento “Italia Europa. Un unico cantiere tra giovani, lavoro, innovazione”. Vivace il confronto che ne è seguito con gli esperti su economia, formazione ed Europa dove i giovani hanno offerto il proprio contributo per la rinascita dell’Italia. E sui rapporti tra le generazioni, la giornalista Tiziana Ferrario ha ribadito l’importanza di crescere insieme, giovani e adulti, in un reciproco scambio tra passione ed esperienza. “C’è bisogno di più Europa dei cittadini – ha dichiarato Paolo Ponzano, consigliere speciale Commissione Europea. Gli ha fatto eco Stefano Zamagni, economista, richiamando la necessità a livello nazionale di una forma più matura di democrazia deliberativa, dove i cittadini partecipino quotidianamente alla gestione della cosa pubblica.
Momento clou dei 4 giorni è stata la doppia intervista a Maria Voce, presidente dei Focolari, appena nominata uditrice al prossimo sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, che ha risposto alle provocazioni di Lucetta Scaraffia (Osservatore Romano) e Marco Politi (Il Fatto quotidiano), sulle grandi questioni della chiesa e della società: il ruolo della donna, l’impegno dei laici cattolici, la visibilità dei Focolari oggi, il problema ecumenico, il dialogo interreligioso e i rapporti con i “diversamente credenti”. A LoppianoLab cittadini, esperti, professionisti hanno raccontato l’Italia della crisi ma anche quella della risalita, con un unico comune denominatore: la passione per la partecipazione civile. Affollato il laboratorio “Lo stallo dei partiti. La politica dei tecnici. E i cittadini?” dove si è affrontata la questione della legge elettorale, tema molto caldo in Italia. In piena sintonia il seminario delle Scuole di partecipazione politica, oggi 24 in tutta la penisola, 500 i giovani coinvolti. “Dateci educatori veri e vi daremo un mondo migliore” è il titolo del laboratorio nel quale si è ribadita la centralità del fatto educativo come risorsa per il futuro.
Storie di lotta e speranza hanno illuminato il laboratorio sulla legalità, come quella di Salvatore Cantone, imprenditore impegnato in prima linea con un’associazione anti-racket e Giuseppe Gatti, magistrato anti mafia e sotto scorta, che hanno messo in luce che solo dalla fraternità può nascere una nuova legalità. Comunic@ando, il workshop sui media, ha presentato un ventaglio di iniziative: laboratori civici, uso critico dei media, fino ad un progetto europeo che ha visto giovani italiani in partnership con altri coetanei di altre quattro nazioni. Al Polo Lionello, nell’ambito di LoppianoLab, si è svolta la 3ª convention nazionale di Economia di Comunione. Novità di quest’anno, la nascita di AIPEC, l’associazione italiana delle imprese EdC, e la voce dei giovani: bilancio di un anno e mezzo di attività dell’incubatore di impresa del Polo, che ha sostenuto l’avvio di 52 idee imprenditoriali; il progetto Policoro, risposta alla disoccupazione giovanile nel sud Italia. Concluso l’evento, ora i laboratori civili ‘riaprono’ sul territorio. La partecipazione attiva è la chiave per guardare al 2013. Flickr Photostream (altro…)
Set 18, 2013 | Focolari nel Mondo
Set 18, 2013 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Dove arrivano i cerchi di un sassolino gettato nel lago? Riportiamo alcuni flash, che mettono in evidenza come l’amore vissuto porta ad un cambiamento radicale nella vita anche nei piccoli e come l’impegno ad amare tutti li sostiene nella loro crescita rimanendo, poi, come un segno distintivo. “Mi chiamo Karam e ho 12 anni. Quando ho conosciuto il Focolare avevo 5 anni e sono stato un gen 4. Tra le più belle cose che ho imparato mi viene in mente il “dado dell’amore”. Ogni giorno giocavo con il dado e cercavo di vivere la faccia che ne usciva. Tra le mie prime esperienze, mi ricordo quando un giorno a scuola, c’era un bambino che nessuno voleva bene e c’erano tre altri bambini che lo prendevano in giro, ed io ero uno di questi tre. Un giorno ho gettato il dado ed era uscita la frase: “amare il nemico”. Allora sono andato a scuola e mi sono riconciliato con quel bambino. Gli altri due che lo prendevano in giro si sono stupiti per quello che avevo fatto. Ho parlato loro del dado dell’amore e di come tante cose erano cambiate nella mia vita dopo che ho cominciato a vivere il Vangelo attraverso questo strumento. Ogni giorno allora lanciamo il dado insieme e cerchiamo di vivere la frase che esce. E insieme a noi c’era anche quel bambino che prendevamo in giro. Adesso sono un gen 3 e ancora oggi ogni giorno gioco con il dado dell’amore e questo mi aiuta tanto da ragazzo a vivere il vangelo il modo concreto negli ambienti in cui mi trovo.
Dopo una carrellata di testimonianze dai ragazzi, anche i bambini, (i gen4), hanno dato il loro contributo. Tutti loro sono venuti con le proprie famiglie per i vari incontri con la presidente ed il copresidente dei Focolari durante la loro recente visita in Giordania. “Mi chiamo Marian e insieme a Fadi mio fratello, abbiamo fatto una piccola esperienza. Ci piace tanto guardare in tv il cartone animato che si chiama “Barni”. Un giorno, mentre lo guardavamo, abbiamo visto che “Barni” doveva venire qui ad Amman per fare una serata di festa per i bambini ed eravamo entusiasti di poter partecipare a questa festa. Il biglietto però era un po’ costoso. Allora insieme alla mamma e altre due sorelline, ci siamo messi d’accordo di non andare a questa serata di festa per vedere “Barni”, e dare ai poveri gli stessi soldi che avremmo speso per i biglietti”.
Uno di loro poi prova a chiedere a Maria Voce: “Cosa possiamo fare noi gen 4 della Giordania per fermare i problemi politici del mondo e così lasciarlo più pulito e più bello?” E Maria Voce risponde: «Potete fare tantissimo, perché il mondo non è solo quello lontano, il mondo è anche quello della nostra casa, della nostra scuola, nei posti dove andiamo a giocare, nelle piazze… Allora se noi curiamo questi posti, curiamo il mondo. Se quando qualcuno viene a vedere dove noi giochiamo e trova un posto bello e armonioso, pensa: “si vede che le persone che giocano qui si vogliono bene, guarda come è bello, tutto ordinato, perché non facciamo anche noi cosi?” e così fanno anche loro, e poi altri.. altri… Voi siete come quelli che gettano un sassolino in un lago. Ci si può chiedere: “Che cos’è un sassolino? È niente”. Però, dove cade quel sassolino si forma un cerchio, poi intorno a quel cerchio, un altro più grande, poi un altro più grande, fino ad arrivare a tutto il mondo. Quindi questo è importantissimo. Se voi non cominciate, gli altri non cominciano”. (altro…)
Set 16, 2013 | Cultura
Set 16, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Set 16, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Nick & friends. Nick e i suoi amici, sparsi per il mondo, sono 40 e scrivono canzoni con un ritmo che prende e trascina non solo per la musica, ma per la profondità dei testi. «Tu mi hai cambiato quando sei entrato nella mia vita, solo voglio amarti, tu sei il mio nuovo inizio». New beginning, cioè un “Nuovo inizio” è il titolo del CD e dell’omonimo brano che mescola melodie soft e rap scritto dal canadese Nick Cianfarani. L’idea nasce perché per Nick la musica, l’amicizia, le relazioni sono un possibile veicolo di solidarietà. L’occasione è il terremoto di Haiti del gennaio 2010: centinaia di migliaia di morti e milioni di senzatetto. Un evento catastrofico che aggrava la situazione di uno dei Paesi più poveri del mondo dove la metà dei suoi abitanti vive con meno di un dollaro al giorno. «Non sono ricco ‒ dice Nick ‒ e non ho risorse finanziarie, però so suonare, compongo canzoni e per tre anni ho fatto parte del complesso internazionale Gen Rosso. Perché non coinvolgere alcuni dei musicisti che ho conosciuto durante la mia carriera?». Nick & friends compongono gratuitamente le canzoni perché tutti gli introiti della vendita sono devoluti ad un progetto promosso dai Focolari per costruire case popolari ad Haiti.
Già dal 2009, infatti, alcuni amici dei Focolari avevano ricevuto in dono un terreno ed era cominciata la raccolta fondi. Il terremoto e l’emergenza danno le ali al progetto che grazie ai contributi dell’Amu hanno permesso di costruire 20 monolocali, una sala per la comunità, una cucina e un piccolo magazzino. Alcuni degli sfollati hanno trovato rifugio e oggi 17 famiglie estremamente povere vivono nelle abitazioni, 175 bambini sono aiutati con il sostegno a distanza, tre scuole e un asilo con circa mille studenti sono nate per opera dei Focolari. È un contributo per un nuovo inizio per Haiti. «Appena ho accennato all’idea ‒ racconta Nick ‒ tutti erano d’accordo: Giovanni di Napoli, Maria e Brian di New York, Renan del Brasile, i cinesi Leonard, Jane, Adrian, Eva, ora canadesi, che fanno parte di un affermato quartetto». L’ultimo brano del disco Risalet Salam è cantato in arabo da quattro musicisti del complesso Jeel, band della Giordania: Yousef, Laith, Anwar e Amer che sono diventati molto popolari. Il loro video clip ha vinto un premio nazionale per la migliore canzone nel promuovere la pace. Continua la raccolta fondi, anche attraverso la vendita di A new Beginning, perché è in progetto la riforestazione di un’area con piante di mango, aranci, limoni e ananas che darà possibilità di impiego a molti lavoratori. Link video Gen Rosso Haiti Per info: livingcitymagazine nick.cianfarani @ focolare.org Fonte: Città Nuova online (altro…)
Set 15, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo
Al convegno conclusivo del 18 settembre 2011 il sociologo Mauro Magatti, Adriano Fabris, filosofo, il governatore della Toscana Enrico Rossi, l’economista Luigino Bruni e la politologa Daniela Ropelato. Un laboratorio non chiude, semmai rilancia. Tanto più se il suo scopo è mettere in atto soluzioni concrete per generare speranza e far ripartire l’Italia, oggi. Non hanno messo la parola fine gli organizzatori, a conclusione della seconda edizione di LoppianoLab, il laboratorio nazionale che ha visto in campo per quattro giorni economia, cultura, formazione, arte e comunicazione in rete per l’Italia, in un dialogo serrato, alla ricerca, non di futuro per il Paese, ma di un presente ripensato e condiviso.
Il bilancio è positivo per il multi-evento che ha confermato la propria vocazione di punto di snodo e spazio nazionale di incontro tra mondo del lavoro, agenzie culturali, cittadini ed istituzioni. Quest’anno l’appuntamento ha chiamato a raccolta nel centro internazionale di Loppiano (FI) circa 3.000 presenze e 70 aziende italiane. 56 gli avvenimenti tra tavole rotonde, convegni, caffè letterari e performance artistiche e specialità gastronomiche multiculturali. Il laboratorio conclusivo “Sperare con l’Italia. In rete per il Bene comune nel 150° dell’Unità” ha messo in luce i risultati raggiunti nei vari ambiti indicando piste praticabili per il proseguimento della riflessione e della sperimentazione. Una formula, questa, che ha suscitato l’interesse di media e istituzioni, come dimostrano i patrocini delle regioni Campania, Lazio, Sardegna e Toscana e i saluti dei governatori di Piemonte, Liguria, Veneto e Puglia. Quattro proposte per far ri-sperare l’Italia I quattro promotori di LoppianoLab – Il Polo Lionello Bonfanti, l’Istituto universitario Sophia (IUS), il Gruppo editoriale Città Nuova e la cittadella di Loppiano – hanno rilanciato le proposte emerse nei laboratori di questi giorni. Eva Gullo, presidente del Polo Bonfanti delle aziende di Economia di Comunione, sottolinea come le Expo delle imprese hanno incoraggiato gli imprenditori, creato sinergie e dato sostegno all’imprenditorialità giovanile con una particolare attenzione al Sud. Grande fermento e voglia di cambiamento, nei laboratori promossi dal Gruppo Città Nuova. Michele Zanzucchi, direttore della rivista Città Nuova ha riportato le tante idee emerse, fra le quali la necessaria apertura ad altre reti, organizzazioni e istituzioni; una necessaria azione di miglior uso del linguaggio nel campo dell’informazione sull’immigrazione; la realizzazione di luoghi che avvicinino le diverse componenti sociali; la creazione di una giornata delle good news in cui inviare ai mezzi d’informazione buone notizie.
“LoppianoLab ci ha permesso di mettere a fuoco le nostre finalità – ha incalzato Piero Coda, preside dello IUS – ovvero intensificare le sinergie esistenti. Attiveremo tre nuovi master che, pur nella loro specificità, metteranno al centro la cultura della relazione; inoltre prenderanno il via nuove Summer School in Argentina e Cile. Vita Zanolini, cittadina di Loppiano, ha ricordato come la cittadella sia di fatto un laboratorio permanente con il suo bagaglio di oltre 40 anni di vita e con la presenza attuale di 900 abitanti da oltre 60 Paesi. Quale il suo contributo all’Italia? Mostrare che nelle nostre città l’unità è possibile anche nel quotidiano. La parola è poi passata ai cinque esperti. Per Mauro Magatti, sociologo, LoppianoLab dimostra come l’unità e la ricomposizione sociale siano la direzione verso cui occorra puntare oggi, “imparando” a decifrare questo nostro tempo. “Occorre per questo un cambio di mentalità – incalza il filosofo Adriano Fabris – ed imparare a ‘comunicare relazioni’, creando spazi di dialogo che costruiscono il tessuto sociale del Paese”. Enrico Rossi, governatore della Toscana, lancia la proposta di un neo-umanesimo il cui orizzonte sia l’Europa e riunifichi culture diverse. “Occorre che in questo la politica dia il proprio contributo, mettendo al centro la persona e i suoi diritti”. L’economista Luigino Bruni sottolinea che occorre fare di più per “far rete”. “Realtà come il Polo Bonfanti o l’Istituto universitario Sophia sono le ‘esperienze del lunedì mattina’: testimoniano concretamente che è possibile vivere questo nuovo umanesimo in modo ordinario e quotidiano. La forza di LoppianoLab è questa: costruire insieme istituzioni nuove e partecipate da tutti i cittadini”. Infine anche per la politologa Daniela Ropelato LoppianoLab sta indicando quale sia la direzione che il Paese deve intraprendere: quella della relazione fra cittadini, in una convivenza costituita dalla ricchezza della società civile. “Occorre alimentare la sfera pubblica dove si ricompongono continuamente i beni comuni e dove ciascuno è chiamato ad essere protagonista. Le reti che ho visto a LoppianoLab mostrano le potenzialità di questo tessuto comunitario di cui la democrazia oggi ha estremo bisogno”. Foto – Flickr Photostream Tutto su Loppiano Lab 2011, da Città Nuova online
- LoppianoLab. La parola agli esperti
Verso una nuova libertà Ridare un’anima alla sfera pubblica Recuperare la fatica della relazione
Le cinque C di Loppiano Lab Le idee e le pratiche Un laboratorio e un protagonista
Zamagni: l’Edc supera i modelli del welfare Percorsi di uscita dalla crisi Oltre il welfare, la distribuzione A scuola di EdC
Vivere in prima persona le scelte del Paese Nuova Umanità, l’ispirazione che si rinnova Da Madrid a Loppiano con YouCat Sophia. Un patrimonio da donare al mondo Unità e Carismi: la spiritualità di comunione
Imprese. Expo di comunione Scoprirsi imprenditori con la reciprocità Economia ed ecologia, una radice comune Parte la scommessa di LoppianoLab
La credibilità delle aziende di comunione Crescere non è una cosa da piccoli
- Città Nuova a LoppianoLab
Protagonista nella storia del nostro tempo Dialogo, metodo per dare nuova linfa all’Italia Obiettivo, due reti in una La rete si riannoda Gli appuntamenti con Città Nuova (altro…)
Set 13, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità

©Osservatore Romano – Maria Voce e Giancarlo Faletti in udienza da Papa Francesco
“Un colloquio dai toni familiari – dice Maria Voce a conclusione dell’udienza. “Ci ha rivelato quanto il Papa tenga a un cristianesimo impegnato e di comunione”. “A papa Francesco sta particolarmente a cuore la vita del Vangelo”, prosegue la presidente dei Focolari. “Ci ha detto di andare avanti con coraggio e con gioia, perché un cristiano senza gioia non ottiene niente. Quindi un cristianesimo impegnato, di comunione e gioioso.” L’incontro ha permesso di guardare alla presenza e alle iniziative del Movimento dei Focolari nelle diverse aree del mondo, evidenziando l’apporto specifico che emerge nelle diverse latitudini. “Papa Francesco ci ha ringraziati del lavoro che il Movimento fa in tutto il mondo”, continua Maria Voce. Hanno potuto ripercorrere l’impegno dei Focolari sotto diversi aspetti: dall’azione capillare, materiale e spirituale, in favore delle famiglie e dei giovani in molte località della Siria, alle iniziative culturali promosse in Cina; dal dialogo interreligioso con esponenti buddisti, musulmani ed ebrei al coinvolgimento nel progetto “Amazzonia” lanciato dalla Conferenza episcopale del Brasile per l’evangelizzazione di quell’immensa area; dalle testimonianze di perdono e di riconciliazione in diversi Paesi dell’Africa feriti dalla guerra al rivitalizzarsi di rapporti di fraternità e di reciprocità nei quartieri anonimi di diverse metropoli d’Occidente, all’intraprendere iniziative nella sfera sociale, come l’Economia di Comunione. 
© Papa Francesco riceve in udienza Maria Voce
A proposito del viaggio in Giordania, appena concluso, dove si sono recati per incontrare le comunità dei Focolari del Medio Oriente e Nord Africa, Maria Voce ha potuto comunicare al Papa l’esperienza di quei giorni di tensione e incertezza. Anche lì hanno vissuto la giornata di digiuno e di preghiera per la pace il 7 settembre scorso, con le persone del Movimento presenti ad Amman, che appartengono a varie chiese e religioni. “Si sentiva l’apertura grande del Papa a tutta l’umanità e il suo desiderio di abbracciarla con questa preghiera”, continua Maria Voce. “E il Medio Oriente entrava in questo abbraccio”. “Attraverso quello che ci ha detto – conclude Maria Voce – si avverte quanto il Papa apprezzi l’appartenenza ai movimenti. Parlando dell’una o dell’altra situazione, diceva quanto è importante che ci siano i movimenti a sostenerle. Si sente che il Papa vi riconosce la capacità di rimettere in primo piano la radicalità della vita evangelica”. Comunicato Stampa Intervista di Maria Voce a Radio Vaticana (altro…)
Set 13, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Sociale
Al centro di questa quarta edizione le sfide del lavoro e della legalità affrontate da diversi attori della società civile: giovani, lavoratori, imprenditori e uomini di cultura. Sarà un “laboratorio di laboratori” l’edizione 2013 di LoppianoLab, manifestazione che da quattro anni ospita e mette in dialogo le diverse anime della società civile italiana, con l’obiettivo di dare ossigeno alla rinascita democratica, economica e culturale del Paese. Non solo crisi dunque, ma anche risorse nascoste e innovazioni silenziose che alimentano la crescita economica e civile. Titolo scelto per quest’anno: “Custodire l’Italia, generare insieme il futuro”. Il programma: lavoro e legalità al centro Vasto e articolato, il programma abbraccerà le sfide economiche, sociali e culturali che interpellano l’Italia e l’Europa. Dibattiti, tavole rotonde, workshop interattivi. Il 20 settembre, l’inaugurazione della Scuola di Economia Civile (SEC), con l’intervento del ministro del Lavoro Enrico Giovannini. «La sfida della SEC è coniugare economia e felicità pubblica, mercato e persona, gratuità – spiegano gli economisti Stefano Zamagni e Luigino Bruni, tra gli ideatori del progetto –. Per questo nasce un laboratorio di formazione permanente per imprenditori, dirigenti e per chi opera nelle imprese, nelle organizzazioni a movente civile e sociale, per chi lavora nelle pubbliche amministrazioni e nelle libere professioni». Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali con delega allo Sport, Graziano Delrio, interverrà il 20 settembre all’appuntamento culturale promosso dall’Istituto Universitario Sophia (IUS). Cuore dell’incontro saranno i temi della partecipazione attiva alla gestione della cosa pubblica, con un’attenzione privilegiata ai giovani. Il tema della legalità sarà trasversale a tutti gli appuntamenti di LoppianoLab 2013: dai laboratori su politica e legalità, famiglia, informazione, immigrazione e intercultura, fino al convegno centrale di sabato 21 settembre, che raccoglierà voci, progetti e proposte emerse dai partecipanti in dialogo con vari esperti e con il sottosegretario all’Economia e Finanze, Pier Paolo Baretta e Giangiacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della Sera. Interverrà anche il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Giuseppe Gatti, coautore, insieme al giornalista RAI Gianni Bianco, de “La legalità del NOI”: storie di riscatto ed emancipazione dalla logica della violenza, della sopraffazione, del malaffare, dell’omertà. Promotori dell’evento: Polo Lionello Bonfanti – Gruppo Editoriale Città Nuova – Istituto Universitario Sophia – Cittadella di Loppiano Ufficio stampa LoppianoLab: Elena Cardinali – mob: 347/4554043 – ufficiostampa@cittanuova.it Stefania Tanesini- mob: 338/5658244 – sif@loppiano.it Attive le reti sociali: Facebook: www.facebook.com/loppianolab – Twitter: @LoppianoLab Blog: www.loppianolab.blogspot.it (altro…)
Set 13, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo
Presentare e approfondire il progetto dell’Economia di Comunione: con questo obiettivo, dopo il successo della prima edizione, il Movimento dei Focolari ha proposto un secondo appuntamento per tutti gli interessati. L’evento ha avuto come cornice la cittadella messicana dei Focolari “El Diamante”, a Puebla. Vi hanno partecipato più di un centinaio di persone provenienti dagli Stati Uniti, Argentina, Costa Rica, Brasile, Italia e da diverse regioni della Repubblica Messicana. Particolarmente numerosi i giovani, studenti ed imprenditori che, con la loro vitalità, hanno dato speranza ai presenti, permettendo di scorgere un futuro promettente per lo sviluppo dell’EdC in Messico. In questa seconda edizione, il congresso, tenutosi nei giorni 24 e 25 agosto scorsi, ha presentato i contribuiti di vari specialisti ed imprenditori che hanno aderito, con le loro aziende, al progetto EdC.
Con il titolo “Persona e comunione, per una rifondazione dell’Economia”, l’incontro ha potuto contare sulla presenza di John Mundell, della commissione internazionale dell’Economia di Comunione, che ha sviluppato con successo il modello dell’EdC nella sua azienda, la Mundell & Associates Inc.
L’imprenditore nordamericano ha evidenziato come nel mondo esistano circa un migliaio di aziende che aderiscono a questo modello economico, con una forte presenza in Europa e con una notevole crescita nelle regioni dell’America Latina e dell’Africa. In quest’occasione ha lanciato ufficialmente a tutta l’Ispanoamerica il “Dado per le aziende” (The Company Cube), nella sua versione in spagnolo. Si tratta di un simpatico strumento che aiuta a vivere in modo pratico lo stile di vita proprio dell’Economia di Comunione. Mònica Salazar (Nogales Maderas), Germàn Jorge (Dimaco S.A.) e Francisco Cerviño (Sushi Soul), imprenditori argentini, hanno illustrato come hanno aderito ai dettami di questo modello economico. Diversi imprenditori e giovani messicani, poi, condividendo le inquietudini e le sfide che affrontano quotidianamente nel loro ambiente, hanno mostrato come l’EdC sia una chiave per contribuire a ristabilire un ordine economico più giusto a livello mondiale. “È stata una bellissima esperienza – commenta Francisco Cerviño – nella quale ho potuto sperimentare che non sono da solo nella ‘lotta’ per costruire una società più giusta e egualitaria. Ho anche toccato con mano che c’è una grande famiglia attorno al progetto dell’EdC, che l’Amore tutto può, facendoci superare le diverse culture o convinzioni. E, prima di ogni altra cosa, ho visto che quando uno dona vita riceve molto di più di quanto ha donato”. Infatti, l’Economia di Comunione s’impegna a costruire una società più fraterna e solidale. Le aziende –pilastri del progetto – decidono liberamente di mettere in comune i loro utili per: sostenere gli indigenti, diffondere la “cultura del dare” e sviluppare le loro aziende, creando occupazione e ricchezza, e contribuendo così al bene comune. Christopher Jiménez (altro…)
Set 13, 2013 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità

© Osservatore Romano – Papa Francesco riceve in udienza Maria Voce
Dal Radio Giornale della Radio Vaticana Proseguono in Vaticano dal Papa le udienze con i rappresentanti di associazioni e movimenti ecclesiali. Oggi è stata la volta di Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. «Un colloquio dai toni familiari che ci ha rivelato quanto il papa tenga a un cristianesimo impegnato e di comunione”, ha detto così la stessa Maria Voce al microfono di Gabriella Ceraso, subito dopo l’udienza: “È stato un momento molto commovente, perché ci ha accolti con una grandissima cordialità, ringraziandoci del bel lavoro che il Movimento fa in tutto il mondo. Abbiamo visto quanto conosceva del Movimento, anche dalla sua esperienza argentina. E’ stato un colloquio molto familiare, in cui ci confidava anche come era arrivato – per esempio – alla decisione di indire questa Giornata di digiuno e di preghiera per la pace, e come aveva sentito che era Dio che lo muoveva a questo; e aveva sentito anche di prendere la decisione insieme ai suoi più stretti collaboratori, perché diceva: “Dio parla quando siamo uniti: quando siamo uniti nel suo nome, è lì che Dio parla. Dio non parla al capo da solo: parla alla comunità”. E vedeva anche nei frutti che ne erano derivati, il miracolo di quello che Dio può fare se noi lasciamo fare a Lui. Per cui, siamo stati molto toccati dalla sua persona, dalla sua accoglienza, dalla sua cordialità fraterna, ancora più che paterna: si è messo alla nostra portata, in tutto. 
(C) Osservatore Romano – Papa Francesco con Maria Voce e Giancarlo Faletti
C’è qualcosa che sta particolarmente a cuore al Santo Padre, che ha potuto confidare a voi o affidare, addirittura, al Movimento dei Focolari? «Direi che gli sta particolarmente a cuore la vita del Vangelo- è tornata più volte nel discorso- con questo impegno di radicalità, di essere autentici. Noi abbiamo chiesto se avesse qualcosa da affidare al Movimento, e lui ci ha detto di andare avanti con il bene che facciamo, di andare avanti con coraggio e con la gioia. Ci ha raccomandato la gioia, perché ha detto: “Tanti dicono che il sorriso è la divisa dei Focolarini: ecco, bisogna continuare con questa gioia perché un cristiano senza gioia non ottiene niente”. Direi quindi che ha parlato di un cristianesimo impegnato, un cristianesimo di comunione – lui sentiva molto forte questa necessità di essere sempre in comunione – e gioioso». Ha avuto modo anche di raccontare al Papa l’esperienza vissuta ad Amman, in Giordania e tutti gli incontri che lei ha avuto lì con le comunità cristiane e cattoliche? «Sì: abbiamo potuto raccontargli anche dell’incontro che abbiamo avuto lì con persone provenienti da tutti i Paesi dell’area mediorientale, fra cui anche una trentina di musulmani, i quali hanno vissuto con noi quest’esperienza, hanno pregato con noi per la pace. E lui è stato commosso e convinto, anche, perché diceva: “Ma anche in piazza San Pietro c’erano persone con il Corano in mano che pregavano”, quindi ha sentito che questa preghiera va al di là anche delle Confessioni. E allora, lì ha ricordato anche la sua amicizia con gli ebrei – abbiamo parlato anche degli ebrei… In genere, si sentiva l’apertura grande a tutta l’umanità, il suo desiderio di abbracciare l’umanità». Radio Vaticana – Radio Giornale delle ore 14 (altro…)
Set 12, 2013 | Focolari nel Mondo
Let us love, not in word or speech, but in truth and action. (1 Jn. 3:18) (altro…)
Set 12, 2013 | Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
Bagnata da due oceani, il Pacifico e l’Atlantico, la Repubblica del Panama si trova all’estremo Sud-Est dell’America Centrale ed è conosciuta per il suo canale interoceanico. Questo piccolo paese di 75.517 km2, con una popolazione di quasi 3,5 milioni di abitanti, è ospitale, con una ricca cultura multietnica e con profonde radici cristiane (quest’anno si ricordano i 500 anni della creazione di Santa Maria La Antigua – 1513 – prima diocesi del continente americano). Panama è il punto di incontro ed il porto di entrata e uscita per “Le Americhe”. Il 31 luglio scorso, con l’arrivo di tre focolarini, ha avuto inizio il “focolare temporaneo”, che, come dice il suo nome, è un focolare che si costituisce là dove esiste una comunità del Movimento per un periodo di tempo determinato, approfittando delle disponibilità di tempo di alcuni focolarini. Quest’esperienza è giunta al settimo anno consecutivo e questa volta il focolare temporaneo era formato da tre focolarini arrivati dalla Germania, dal Paraguay e dal Venezuela. È stato un periodo bello ed intenso, nel quale si sono stretti tanti rapporti e si è approfondita la spiritualità dell’unità, secondo lo stile di vita evangelico dei Focolari. Riunioni con bambini, adolescenti, giovani e famiglie, visite alle comunità nelle periferie della città, come nei casi di Pacora e Chorrera a 60 km dalla capitale. Inoltre, approfittando della presenza di Emanuele, un focolarino sacerdote, si è celebrata l’Eucarestia e si sono benedette diverse case in comunità nelle quali il sacerdote riesce ad arrivare solo una volta al mese.
Giornate semplici e allegre, dove molti hanno potuto approfondire l’Ideale dell’unità, ad esempio P. che diceva: “tra i migliori momenti della mia vita ci sono queste conversazione con le persone del focolare”; oppure P. M., parroco che porta avanti la sua missione pastorale ad Arco Seco, nella Penisola di Azuero, a 250 km dalla capitale, che ringraziava perché si era arrivati fino lì solo per salutarlo. Da quel saluto è nata, poi, la possibilità di organizzare un successivo incontro con più persone.
Rilevante è stata anche la presenza di intere famiglie in diverse attività che si sono organizzate in quel mese, includendo quelle che stanno passando momenti difficili e che in quei giorni hanno trovato un “balsamo” per andare avanti. Infine, va sottolineata anche la presenza generosa di alcuni membri della comunità del Movimento in Costa Rica. In ringraziamento a Nuccio Santoro, Michael Wegmann ed Emanuele Colombo, la comunità panamense ha organizzato una splendida grigliata, spontanea e familiare. 80 persone, molte delle quali sono entrate in quest’occasione in contatto per la prima volta con il Focolare. È stata una notte animata dal ritmo tipico dei tamburi e dalle canzoni del folklore locale. Adesso che i focolarini sono partiti, nell’anima di ognuno rimane un sapore di famiglia, di gratitudine e una spinta rinnovata ad essere costruttori “in prima linea” di una società più vicina all’uomo, fraterna e unita, per arrivare fino alle “periferie esistenziali” dell’umanità. Da Panama, Javier Lombardo T. (altro…)
Set 11, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Vedi video riassuntivo su YouTube
«Sono tornata a casa ricca, con ciascuno di voi dentro di me», scrive una giovane della Sicilia ai coetanei con cui ha costruito il Meeting di Caserta 2013 (29 luglio – 2 agosto). «Lavorare fianco a fianco, spendersi insieme, capire l’altro, lottare, sognare, fare le ore piccole, stancarsi, scoraggiarsi e sempre ricominciare, crederci. Tutto questo fatto INSIEME ci ha uniti profondamente per l’Italia. Impossibile tornare indietro!». Il Meeting “LEGALITA’ – Protagonisti della nostra terra”, si è rivelato uno spartiacque per consapevolezza e impegno. A distanza di molti chilometri, sono riecheggiate le parole di papa Francesco a Rio: «Attraverso di voi giovani entra il futuro nel mondo. Non state alla finestra della vita!». Questa la convinzione: «per innescare un cambiamento occorre cominciare da noi». Per i 500 giovani dal Trentino e Lombardia fino a Calabria e Sicilia, Caserta è stata occasione d’incontrare la piaga dell’illegalità diffusa che attraversa l’Italia, di scontrarsi con essa in un territorio che ne sembra paradigma, di imparare a penetrarla e ad amarla. Invito e provocazione emersi dal dialogo con il giornalista siciliano Roberto Mazzarella.
I tre forum pomeridiani, Legalità e ambiente, Legalità e Accoglienza Legalità e Lavoro, hanno visto un dialogo serrato tra giovani e relatori, testimoni in prima fila nella lotta per la Legalità. Tra questi Enrico Fontana, responsabile rapporto ecomafia di Legambiente; don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano e estremo difensore della legalità nella “terra dei fuochi”; il dott. Antonio Marfella, oncologo; Ivan Vitali, economista e direttore dell’Associazione “conVoi”. «La legalità non è l’obiettivo. Non è neppure un valore, ma un prerequisito, uno strumento per raggiungere il fine che è la giustizia». Parole di don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, accolte quasi con un fremito dai presenti. Come coniugare amore e legalità?, chiedono i giovani. Scandisce parole forti: «non c’è legalità senza uguaglianza», «se le persone non sono rispettate nei loro diritti e dignità, la legalità diventa strumento di potere e di esclusione». Ancora: «La denuncia, se fondata, è anche annuncio di salvezza», ma «il peccato di oggi si chiama delega»; ciascuno invece «deve assumersi la propria responsabilità», terza gamba della democrazia. «Quanto siamo disposti a pagare per le nostre scelte, per essere coerenti con i nostri ideali?» si sono chiesti i giovani a voce alta. La risposta si è misurata con le realtà vissute nelle mattine negli 11 campi di lavoro in terreni confiscati alla camorra: occorre fare comunità, essere il noi che costruisce legalità. Un noi testimoniato da Giuseppe Gatti (Sostituto Procuratore DDA di Bari) e Gianni Bianco (Giornalista RAI) coautori di La legalità del NOI.

Talk by sociologist Vera Araujo
Vera Araujo, sociologa, del Movimento dei Focolari ha coniato un’espressione comprensiva dei contenuti e delle esperienze del Meeting: la cultura della relazione, che presuppone e supera la legalità stessa, ma esige azione e interazione per costruire comunità laddove si trovano le “periferie dell’esistenza”. Un manifesto in cinque punti, firmato dai 500 partecipanti, ha riassunto gli impegni presi. Prossimo appuntamento “LoppianoLab 2013” (20-22 settembre) “Custodire l’Italia, generare insieme il futuro” e l’adesione all’iniziativa “Slot-machine” per premiare le virtù civili di quei locali che hanno rinunciato al gioco d’azzardo, che da fine settembre attraverserà molte città dell’Italia. A Caserta è rimasto un segno della vitalità di questo Meeting: un murales di 120 mq. dove 160 giovani a turno, in 90 ore, hanno raffigurato l’esplosione di colori a partire da un semplice tubetto. Di Victoria Gómez
Foto galleria di Flickr: http://www.flickr.com/photos/99423333@N08/ (altro…)
Set 11, 2013 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolari nel Mondo
Numerosi gli incontri di Maria Voce e Giancarlo Faletti ad Amman in queste due settimane, dal 28 agosto al 10 settembre: l’incontro con le comunità del Movimento dei Focolari dei vari paesi del Medio Oriente, con personalità delle varie chiese cristiane, un incontro interreligioso musulmano-cristiano, l’udienza da Re Abdullah II, il quale ha dichiarato “amica della Giordania” la presidente dei Focolari. Infine, e a conclusione del viaggio, una serata in famiglia con giordani e iracheni. È un momento intenso di condivisione fra i membri dei Focolari di Amman e la nutrita delegazione arrivata per l’occasione dall’Iraq. L’intera serata è stata arricchita da interventi spontanei che rivelano una vita profonda, spesso conquistata a causa delle molte sofferenze, soprattutto in Iraq. Padre Eimad, iracheno di Bassora, racconta che, nonostante l’esigua presenza cristiana in un ambiente musulmano, è stato possibile costruire rapporti di amicizia con leader della comunità islamica. Un rapporto che si fonda sul rispetto e l’apprezzamento reciproco.
Proprio al gruppo proveniente dall’Iraq, Maria Voce rivolge parole di affetto e ringraziamento: “Incontrarvi per primi all’aeroporto è stata per me una grande gioia. Vorrei ringraziarvi, sapendo quanto avete vissuto, per la guerra e anche la decisione difficile che avete dovuto prendere: andare altrove o restare nel vostro Paese. Vorrei ringraziarvi per la vostra scelta e per quanto avete fatto per sostenere la Chiesa ed i cristiani”. Omar, musulmano, sottolinea l’importanza prioritaria del rapporto con Dio. Se si desidera dialogare è necessario farlo su una base solida e, quindi, afferma: “Dobbiamo cominciare da noi stessi. Da quando ho conosciuto il Focolare ho cominciato a pregare di più e meglio. Questo mi ha aiutato ad andare avanti nel rapporto con tutti.” Nel corso della serata particolarmente toccante è la testimonianza di Mons. Salomone Warduni, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad: “È una grande gioia essere qui con voi. Abbiamo visto come è cresciuto ed è oggi il Movimento in Giordania ed in Iraq. Senza di esso non avrei potuto fare quello che ho fatto nel seminario e come vescovo”. Il racconto dell’incontro con il Re, la Principessa Alia e il Principe El Hassan bin Talal, riempie tutti di grande gioia ed orgoglio.
Maria Voce, ricordando il sogno che Chiara Lubich aveva definito ‘folle’, quello di portare a Dio il mondo fra le sue braccia”, conclude: “Allora portare a Dio l’Iraq e la Giordania. Qui è nato l’uomo, sono nate le civiltà, potremmo dire che qui è nata l’umanità ed il sogno di Chiara ha le dimensioni del mondo e dell’umanità. E quello che voi riuscirete a fare attraverso il vostro amore reciproco avrà conseguenze sull’umanità. Vicino ad Amman c’è il Monte Nebo, da dove Mosè ha visto la Terra Promessa, Gerusalemme. Siamo qui per costruirla insieme questa Gerusalemme!”. “Questi giorni sono stati così belli che vi auguro di custodire questa vita, ma guardando fuori. Finché ci sarà qualcuno che non conosce l’amore di Dio, non possiamo dormire sonni tranquilli. Abbiamo ricevuto, diamo”. Così Giancarlo Faletti sintetizza il suo augurio per il futuro del Movimento dei Focolari in Giordania. Dall’inviato Roberto Catalano (altro…)
Set 10, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Educazione, via privilegiata alla ricerca della pace. Con questo filo si sono intrecciati i percorsi di famiglie e scuola, animatori di gruppi e studiosi di pedagogia ed anche di giovani e giovanissimi di diversi contesti culturali, impegnati quotidianamente a confrontarsi con la questione educativa, presenti a Learning Fraternity (Castelgandolfo, Roma – 6-8 settembre 2013). Due giorni densi, venuti a cadere in un momento di estrema drammaticità, e di un levarsi universale ed accorato di voci per chiedere che non prevalga la logica della violenza e della guerra, ma quella della pace e della fraternità. In una lettera a Papa Francesco i 650 educatori provenienti da tutto il mondo scrivono: “Come cristiani e come cittadini sentiamo nostra la responsabilità e il compito di ricomporre i rapporti di convivenza nella giustizia e nell’amore, con la testimonianza personale e con l’azione educativa, volte a costruire e diffondere la cultura dell’incontro e del dialogo come unica strada per la pace“. 35 i Paesi di provenienza, 20 gli stand nazionali e locali e 35 i workshop (dai social media allo sviluppo sostenibile) che hanno offerto un ricco spaccato di quanto il principio della fraternità a tutte le latitudini attraversi le più diverse esperienze educative. Spaziano dalla prevenzione della violenza negli stadi a progetti di scuola nelle periferie più povere del mondo come Santo Domingo, Nairobi, Recife.
Come il progetto “Forti senza violenza”, sviluppato dalla collaborazione tra la band internazionale Gen Rosso, l’associazione Starkmacher, la Caritas di Colonia, il Ministero del lavoro e sociale Federale tedesco. Vi aderiscono scuole della Germania, istituzioni sociali per giovani a rischio, immigrati, carceri e orfanotrofi, coinvolgendo finora oltre 25.000 giovani. O come la scuola di Dalwal nel Punjab in Pakistan. Dopo varie vicende, la scuola conta oggi 209 studenti di cui solo quattro sono cristiani. L’impegno educativo – racconta la direttrice Valentina Gomes – è quello di formare, senza irenismi, “coscienze aperte a valori universali come il rispetto per la libertà religiosa, il perdono, la condivisione”. Tra i partecipanti, anche un gruppo proveniente dall’Egitto. Elhamy Naguib è un artista, e ha condotto un workshop sull’arte dei murales: fa parte della Fondazione “Koz Kazah” (arcobaleno) e racconta di aver usato questa forma di espressione artistica anche il 7 febbraio scorso durante le manifestazioni in piazza Tahrir. “Sono andato in piazza ed ho cominciato a disegnare riproponendo le grandi aspirazioni del popolo egiziano”. È così che la giustizia sociale ha preso la forma di una bilancia e la libertà di un uccello. “Non smettiamo di sperare in un futuro di democrazia per il nostro Paese”, confida Naguib. “Dove tutti siano uguali”.
A promuovere l’iniziativa Umanità Nuova, l’associazione Educazione e Unità, l’Ong Amu e il Movimento Ragazzi per l’unità, insieme a tutte le agenzie educative del Movimento dei Focolari, dai bambini alle famiglie: il percorso non si conclude quindi con Learning Fraternity, ma continua nella prassi educativa sperimentata a tutte le latitudini, per formare persone capaci di relazionarsi con gli altri nell’era sempre più complessa in cui viviamo. Impegno espresso nella lettura e sottoscrizione di un “manifesto”, un patto educativo in 10 punti, consegnato a Papa Francesco: “educare con la vita”, “imparare insieme per poter insegnare insieme”, “creare reti di relazioni”, “aiutare a realizzare il proprio cammino”, “accogliere il limite, per farne un’occasione di crescita e dialogo, ricominciando sempre”, sono una sintesi della sfida intrapresa. Rivedere in streaming: http://live.focolare.org/ Foto album su Flickr
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Set 10, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Permettetemi di dirvi la mia gioia di essere con voi e di ringraziarvi per la presenza cristiana che siete in questo ambiente. Mi sento onorata di esserne parte insieme a voi”. Questo l’esordio immediato e spontaneo di Maria Voce in occasione dell’incontro con rappresentanti della Chiesa locale, lo scorso 5 settembre, presso il Rosary College di Amman. Oltre a Mons. Giorgio Lingua, Nunzio Apostolico in Giordania ed Iraq, erano presenti Mons. Selim Sayegh, vescovo emerito latino, Mons. Yasser Ayash, vescovo greco-cattolico, e Mons. Salomone Warduni, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, oltre ad alcuni archimandriti, religiosi e religiose – tra cui il superiore dei Fratelli Cristiani, la superiora delle Suore del Rosario, quella delle Suore Dominicane – e, soprattutto laici della Chiesa cattolica (latina, melchita e caldea) e delle Chiese ortodossa, luterana e anglicana. Oltre 300 persone che hanno offerto uno spaccato della realtà ecclesiale di questo Paese. La serata, inserita nel cammino ecclesiale all’interno dell’Anno della Fede, era stata organizzata per offrire il contributo che la spiritualità di comunione può portare alla fede. Due giovani hanno presentato il Progetto Mondo Unito con le ultime esperienze vissute ad Amman, che miravano ad un coinvolgimento della città con attività, soprattutto, di carattere ecologico ed ambientale. Una coppia ha condiviso la propria esperienza di impegno cristiano nel matrimonio, caratterizzato, nei primi anni, dalla sofferenza per l’assenza di figli ma anche dall’impegno in campo ecclesiale, in particolare quello della famiglia. “Spesso – ammettono – ci siamo chiesti cosa Dio volesse da noi per il fatto che non arrivavano figli. Dopo 6 anni, durante i quali tante altre coppie hanno pregato insieme a noi, è nata una bambina. Nel Movimento abbiamo imparato che tutti siamo chiamati alla santità e cerchiamo di impegnarci su questa strada”.
La carrellata è stata conclusa da Zena, una diciottenne che ha raccontato l’esperienza di trovarsi con un tumore a diciassette anni: “Tutti mi compativano, ma io mi sentivo fortunata che Dio mi aveva scelto per portare la sua croce”. Zena riconosce di aver avuto paura, ma in ospedale ha cercato di rendere felici soprattutto i bambini che erano con lei. “Ho visto molta gente soffrire e ho visto quanto era grande la fede di alcuni. Un giorno mi sono sentita sola. Ho telefonato in Focolare e mi hanno ricordato che anche Gesù si era sentito abbandonato”. Zena ora sta meglio, sprizza vita da tutti i pori e ha trascinato la sala in fragorosi applausi, soprattutto quando ha detto che, nonostante le cure impegnative, è riuscita a superare l’esame di maturità con il 95/100 dei voti. È su questa base che Maria Voce ha presentato, poi, il suo contributo. Ha sottolineato alcuni punti della spiritualità per arrivare a evidenziare come la spiritualità di comunione permetta di vivere a fondo l’Anno della Fede, e ha ricordato come “profonda eco ha trovato in noi il pressante invito del Papa Benedetto XVI a dare pubblica testimonianza della fede, della parola vissuta “come esperienza di un amore ricevuto”, “comunicata come esperienza di grazia e di gioia.
La presidente dei Focolari – in visita in Giordania dal 28 agosto al 10 settembre – ha ricordato come alcuni aspetti di questa spiritualità fossero davvero profetici al suo apparire sull’orizzonte ecclesiale. “Nei primi anni di vita del Movimento dei Focolari era una novità la comunione delle esperienze della vita della Parola. Queste risultavano inconfutabili, perché “vita”, e feconde, capaci di generare l’incontro vivo con Gesù, di far di persone disperse una comunità”. Ha, poi, sottolineato, quanto affermato da Papa Francesco nella recente enciclica Lumen Fidei: “È impossibile credere da soli. La fede non è solo un’opzione individuale che avviene nell’interiorità del credente, non è rapporto isolato tra l’“io” del fedele e il “Tu” divino, tra il soggetto autonomo e Dio. Essa si apre, per sua natura, al “noi”, avviene sempre all’interno della comunione della Chiesa”. “Grazie a questa spiritualità di comunione – ha concluso Maria Voce – abbiamo visto fiorire la comunione all’interno della Chiesa fra i vari Movimenti che la arricchiscono; fra i vari carismi antichi e nuovi. Inoltre abbiamo visto quanto essa contribuisce all’unità dei cristiani e anche ad aprire quel dialogo con persone di altre religioni, che rappresenta una delle frontiere più impegnative e urgenti del terzo millennio.” Molto stimolante la domanda di un sacerdote, provocata da un messaggio postato su Facebook. “Il mio cuore è cristiano ma la mia mente non crede nella religione. Non valutarmi come ateo, perché non accetto la tua valutazione. Chi sei per valutarmi?” “E cosa diciamo ai nostri giovani?” si è chiesto il sacerdote.
Giancarlo Faletti, copresidente dei Focolari, ha proposto l’opzione vita. “È significativo quanto dice questa ragazza: un’esperienza cristiana divisa fra mente e cuore. L’esperienza cristiana, vissuta insieme porta ad una presenza: Cristo nella comunità”. Nessuno resta indifferente ad una testimonianza di fede di questo tipo. “Abbiamo visto molti miracoli anche fra i giovani. Dopo qualche tempo di questa vita in coloro che sono accanto emerge questa domanda: ‘tu chi sei?’ ‘Perché mi ascolti?’ È a questo punto che possiamo dire: il mio segreto è una persona, Gesù che si è fatto vivo per me e per gli altri. Siamo chiamati a dare questa testimonianza anche sui moderni mezzi di comunicazione”. Dall’inviato Roberto Catalano Viaggio in Giordania (altro…)