Movimento dei Focolari
Grande attesa

Grande attesa

Diario dell’Assemblea generale /8, del 31 gennaio 2021 “Ascoltare oggi la voce del Signore”! Non poteva essere più azzeccato il “Pensiero del giorno”, chiamato anche “Passaparola”, che quotidianamente viene diffuso tra i Focolari in tutto il mondo, quanto lo è questa frase tratta dal Salmo 94/95. Infatti sono iniziate oggi le elezioni per la futura Presidente del Movimento dei Focolari, e il primo sforzo degli elettori è quello di ascoltare bene la voce di Dio per individuare la persona giusta per i prossimi sei anni.

La commissione elettorale

Gli Statuti generali prevedono tre passi per arrivare alla scelta della nuova Presidente:

  • deve essere eletta con almeno due terzi degli aventi diritto di voto presenti. Questa quota abbastanza alta esprime il desiderio della fondatrice Chiara Lubich, che ci sia il più grande consenso possibile riguardo a questo ruolo così importante. Su richiesta dei partecipanti il percorso elettorale può essere interrotto per un momento di comunione in plenaria e in piccoli gruppi;
  • raggiunta la necessaria maggioranza, la candidata deve accettare l’elezione davanti all’Assemblea;
  • un po’ di pazienza ci vuole poi per il terzo passo, perché, essendo il Movimento una associazione di diritto pontificio, la Presidente eletta – come dopo anche il Copresidente – devono essere confermati dalla Santa Sede, concretamente dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Solo dopo questa conferma l’elezione è valida e potrà essere comunicata.

A vegliare sulle regole delle elezioni vi è una commissione elettorale presentata prima dell’Assemblea e confermata nella prima sessione plenaria il 24 gennaio. I cinque membri sono tutti esperti in ambito giuridico: il focolarino sposato italiano Danilo Virdis, la focolarina italiana Flavia Cerino, la volontaria italiana Laura Bozzi, il volontario olandese Waldery Hilgeman e la suora francescana italiana Tiziana Merletti. Domani, 1 febbraio, continuerà il processo elettorale. Eletta la Presidente, si passerà all’elezione del Copresidente, per la quale valgono le stesse modalità.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Uno sguardo dietro le quinte

Uno sguardo dietro le quinte

Diario dell’Assemblea generale /7, del 30 gennaio 2021 Mentre l’Assemblea anche oggi continua a lavorare sulle priorità e le linee d’azione per i prossimi sei anni, vorremmo gettare uno sguardo dietro le quinte, per conoscere le persone che fanno funzionare “la macchina” che rende possibile lo svolgersi di questo evento. La modalità telematica ha richiesto una rete di collaboratori e tecnici specializzati in diversi campi, indispensabili non solo per il funzionamento delle piattaforme digitali, ma anche per garantire la validità giuridica di questa Assemblea. Sono 73 le persone che compongono la squadra tecnica dell’Assemblea generale dei Focolari; molti sono fisicamente presenti nella sede internazionale del Movimento a Rocca di Papa in Italia, mentre diversi collaborano da remoto, da tante parti del mondo: Brasile, Filippine, Francia, Guatemala, Inghilterra, Irlanda, Italia, Olanda, Spagna, Tailandia e dagli USA. 20 informatici si occupano delle pagine internet e delle diverse applicazioni. 14 operatori suddivisi in due regie fanno funzionare le diverse video-conferenze. 34 traduttori e traduttrici collaborano da 7 Paesi per garantire ai partecipanti la traduzione in 5 lingue: francese, inglese, italiano, portoghese e spagnolo. E la squadra che si occupa del coordinamento generale di tutte le squadre tecniche è composta da 5 persone. Ma questa è più di una rete di collaboratori o di tecnici specializzati, come confida Francesco Mazzarella, che lavora dalla Sicilia nella squadra della regia della videoconferenza. Ci scrive: Dietro all’assemblea che va online, un gruppo di persone sparse per il mondo, i “famosi” tecnici si sono conosciuti, incontrati e hanno creato un legame che supera di gran lunga l’aspetto tecnico, perché tra noi è nata anche una condivisione spirituale, cresciuta a poco a poco, attraverso un percorso che potremmo definire tecno-relazione. A volte non si pensa a tutto ciò che sta dietro, affinché un evento possa esistere. Oggi la sfida passa dal Web, con tutte le incertezze e le sfide che ne derivano, ma anche con tutte le possibilità che esso porta in sé. Riuscire a gestire momenti via Web senza vedersi, senza potersi stringere in un abbraccio fisico è proprio la sfida di questa Assemblea. Ma la prova più grossa per i tecnici è quella di donare le proprie competenze, acquisite con sudore e studio, in una sorta di scambio di fiducia. Mi spiego: un tecnico, per quanto abbia scelto di lavorare seguendo i principi della spiritualità dell’unità, è sempre un professionista geloso del proprio lavoro, delle proprie competenze. Riuscire a condividere metodi o procedure che con fatica e studio si sono trovati non è così scontato; farlo è proprio un atto di fede, un fidarsi dell’altro che è li per amore, un fidarsi che nella donazione costruisci l’Assemblea. Un insieme di connessioni telematiche e di anime che costruiscono proprio le fondamenta tecno-relazioni di questa avventura chiamata Assemblea online. In genere la presenza dei tecnici balza alla ribalta solo quando qualcosa non sta funzionando. In questa Assemblea è diverso: il loro lavoro e il loro “stile” costruiscono ogni giorno questo evento. Grazie a ciascuno!

Ufficio Comunicazione Focolari

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Lituania – La vicinanza spirituale di Dio e dei fratelli è balsamo e cura

Lituania – La vicinanza spirituale di Dio e dei fratelli è balsamo e cura

La storia di Irena, medico in Lituania aderente al Movimento dei Focolari, nell’est europeo, contagiata dal virus del Covid 19. La fatica della malattia e la forza nell’amore di Dio attraverso la preghiera “Sono inondata di messaggi e preghiere, non so nemmeno come i miei amici, i conoscenti, i colleghi lo vengano a sapere. Pregano anche amici che non sapevo nemmeno che sapessero pregare. Non immaginavo che così tante persone potessero unirsi in preghiera per la mia salute”. Irena è un medico ospedaliero aderente al Movimento dei Focolari e vive in Lituania, in est Europa. In questi mesi in cui anche il suo Paese è colpito dalla pandemia da Covid–19, insieme al lavoro divenuto estenuante, è stata contagia dal virus e ha sperimentato la fatica della malattia. Ma la sua forza – racconta – è stata la fiducia nell’amore di Dio. La scoperta, poi, di essere unita a tanti nella preghiera ha ripagato i suoi sforzi e dato energia al suo percorso di guarigione. La sua esperienza, infatti, è stata particolarmente dura. Dapprima il lavoro in reparto è proseguito con i ritmi abituali, ma presto il contagio si è diffuso fra i colleghi e Irena si è trovata a lavorare da sola. “Dovevo trovare posti per il personale da mandare in isolamento – spiega – sistemare i pazienti che dovevano essere dimessi perché non c’era nessuno a curarli; contattare i parenti perché potessero prendersi cura di loro. Non c’erano mascherine per i malati e distribuivo le mie. Una volta, con una collega rimasta dopo l’orario di lavoro esaminammo 37 pazienti. Solo la notte era calma, e potevo pregare”. Dopo giornate vissute in ospedale senza riposo, Irena può tornare a casa. Con la consapevolezza però di aver contratto la malattia. Ma un sollievo giunge per lei dal sentire la vicinanza spirituale di Chiara Lubich (fondatrice dei Focolari): “Sulla mensola accanto al mio letto c’era la foto di Chiara sorridente, la vedevo come per la prima volta. Mi sorrideva e io le sorridevo, diventava tutto più facile”. Pian piano i sintomi della malattia si fanno pesanti, ma Irena non si abbandona al dolore. “Persi i recettori del gusto e mi resi conto che anche il senso del gusto è un dono di Dio. Offrivo la mia sofferenza per i miei colleghi e per il mio Paese. Le notti erano molto difficili, ma con me c’era Chiara sorridente”. Quando la malattia si fa più aggressiva il ricovero in ospedale è inevitabile, ma porta nuove prove. “Non avevo più la forza di parlare, fui sottoposta ad un trattamento sperimentale. La responsabile si prendeva cura di me, ma le infermiere dimenticavano di portarmi le medicine e non chiedevano se avevo la forza di prendere il cibo dal carrello. Ma io potevo offrire anche queste difficoltà”. Anche qui l’aiuto arriva da chi le è vicino: “Nella mia stanza c’era una signora con una malattia oncologica, mi portava da mangiare, da bere. Diventammo amiche e quando mi sentivo meglio pregavamo insieme”. Sentirsi unita nella preghiera con i tanti che pregavano per lei ha permesso ad Irena di sentirsi amata, da Dio e dai fratelli. Sono grata a Dio per l’indescrivibile esperienza d’amore che ho vissuto durante la malattia – conclude – perché l’ho sempre sentito vicino e per l’esperienza bellissima della comunione di preghiera, che ha una potenza gigantesca e Dio mi ha permesso di sperimentarlo dal vivo. Mi sento rinata”.

Claudia Di Lorenzi

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Lavori di gruppo: il dialogo al centro

Lavori di gruppo: il dialogo al centro

Diario dell’Assemblea generale /6, del 29 gennaio 2021 Si chiama “Open Space Technology” (Tecnologia spazio aperto) la metodologia di lavoro che l’Assemblea generale dei Focolari adotta oggi e domani per i lavori di gruppo. Si tratta di un sistema che consente ai 359 partecipanti collegati online da tutto il mondo di suddividersi in gruppi di lavoro virtuali e parlarsi, dialogare in modalità ravvicinata, come se si fosse seduti attorno ad un tavolo. Per facilitare la partecipazione di tutti, da qualsiasi latitudine si colleghino, le sessioni di lavoro si svolgono in tre diverse fasce orarie, corrispondenti ad altrettante aree geografiche: Asia e Oceania; Africa, Europa e Medio Oriente; Americhe. Il fatto che l’Assemblea dedichi varie giornate al lavoro in gruppi, allo scambio, alla discussione di tematiche di vario genere, dimostra la necessità e la centralità di un dialogo globale, iniziato nel cammino pre-assembleare, circa due anni fa, con il coinvolgimento delle diverse comunità dei Focolari presenti nei diversi punti del globo. Singoli e gruppi hanno partecipato ad una grande riflessione mondiale, facendo arrivare alla Commissione preparatoria dell’Assemblea oltre 3.000 proposte di argomenti da trattare in questi giorni. Per praticità sono stati raccolti e ordinati in 16 grandi filoni tra i quali in un ulteriore sondaggio sono emerse 4 tematiche prioritarie:

  • andare in profondità alle radici del carisma dell’unità oggi;
  • concretizzare il carisma in ogni ambito, in collaborazione con le Chiese, le istituzioni, i fedeli delle varie religioni e le persone di buona volontà;
  • porre particolare attenzione ad un’ecologia integrale che sappia prendersi cura della persona, della famiglia e della nostra casa comune, con uno sguardo al futuro;
  • vivere il dialogo intergenerazionale in modo particolare con le nuove generazioni.

In questi primi giorni di Assemblea, i partecipanti hanno aggiunto altre tre macro-gruppi di argomenti:

  • famiglia
  • governance
  • opzione per gli ultimi, gli esclusi.

Ciò che emergerà dai lavori di gruppo di questi giorni costituirà un contributo fondamentale per la redazione del “documento finale” che riporterà le prospettive e gli orientamenti futuri “per le linee che verranno poi elaborate e attuate soprattutto localmente e in profonda sinergia fra il centro internazionale e il Movimento presente nelle varie le zone geografiche”, come ha auspicato ieri Maria Voce. Alla redazione del documento finale lavoreranno otto partecipanti all’Assemblea che compongono il comitato di redazione. Il testo verrà poi sottoposto all’approvazione dell’Assemblea.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Maria Voce: costruire relazioni con tutti, ecco il contributo essenziale dei Focolari 

Come ha vissuto, Maria Voce, il suo ruolo di prima presidente alla guida dei Focolari dopo Chiara Lubich? In una intervista del 27 gennaio scorso a Vatican News, parla dell’attualità del Movimento e della sua grande sintonia con Papa Francesco. Ne pubblichiamo ampi stralci. Certamente presiedere una realtà così vasta e complessa come quella del Movimento dei Focolari a cui aderiscono nel mondo 2 milioni di persone, in 182 Paesi, non deve essere un’impresa da poco. L’attuale presidente uscente è Maria Voce, nata in provincia di Cosenza, avvocato, con studi di teologia e di diritto canonico. Ai microfoni di Vatican News, racconta qual è stata l’esperienza da lei vissuta per 12 anni alla guida del Movimento. Gioie e dolori, conquiste, forse qualche fallimento, limiti e opportunità: di tutte queste cose, probabilmente è fatta anche la vita del Movimento sempre, ma anche in questi ultimi anni. Se dovesse dire, in estrema sintesi, qual è la sua realtà oggi, che cosa direbbe? Lo vedrei come un albero, un albero che forse ha un pochettino perso i suoi fiori e le sue foglie, forse è diventato un po’ autunnale come immagine, però un albero che mantiene intatta la sua radice molto forte e questa radice è capace di mantenere in sè la linfa e il calore per nutrire i semi di questo albero stesso che sono ormai sparsi nel mondo intero su tutti i continenti, e quindi ha la possibilità di continuare a nutrirli e a farli germogliare, come in effetti stanno già germogliando in tante parti. In questo momento lo vediamo, magari nell’inverno, nel calore dell’inverno, ma è in inverno che i semi maturano sotto terra per poi fiorire in primavera, e mi sembra che sia un albero che sta preparando la nuova primavera dell’Opera. Papa Francesco e il Movimento dei Focolari: è evidente una grande sintonia nell’ottica dell’accoglienza del dialogo, della necessità di costruire un mondo diverso. In particolare proprio l’appello del Papa alla fraternità della famiglia umana trova il Movimento in prima linea con i dialoghi con gli appartenenti alle altre religioni, anche con i non credenti. Lei come vede il contributo del Movimento in questo senso? Lo vedo essenziale, perché è stato sempre essenziale in Chiara fin dagli inizi: certamente per la grazia del carisma dell’unità ricevuto dallo Spirito Santo, lei dall’inizio sentiva veramente di accostare ogni persona con spirito di fraternità e così ha fatto sempre quando ha incontrato chiunque, i cattolici prima di tutto – dai monsignori che la interrogavano, come abbiamo visto nel film, ai poveri di Trento – , come ha fatto quando ha incontrato persone di altre Chiese, di altre religioni o persone senza nessuna religione. In tutti Chiara ha incontrato dei fratelli e delle sorelle e li ha trattati da fratelli e sorelle: questo Chiara ci ha insegnato e questo rimane nel Movimento, e questo noi vediamo che è una forza straordinaria. Noi l’abbiamo visto anche in questi giorni in preparazione dell’assemblea, durante la quale abbiamo visto in prima linea le persone che appartengono al Movimento, di Chiese e religioni diverse, senza un credo religioso esplicito ma di buona volontà, che si sono messi innanzitutto a testimoniare questa potenza dell’amore che è capace di creare relazioni a tutti i livelli, che è capace di superare i conflitti, che è capace di farti trovare insieme fra persone di un’altra religione, fino a ieri magari nemiche l’una dell’altra, e che come persone si ritrovano a parlare insieme, a pregare insieme, a cercare insieme il senso della vita, il senso della pandemia, il senso del vivere per gli altri, del compiere azioni solidali per gli altri. L’abbiamo visto nelle loro parole di sapienza, nella loro attenzione a quello che il Movimento sta preparando, nel loro partecipare attivamente alla preparazione dell’assemblea con i loro suggerimenti, con la loro vita, perché evidentemente ispirate dallo stesso Spirito Santo che agisce al di là dei confini, al di là di tutte le barriere. Quindi ho l’impressione che sia questo il contributo che il Papa sente e su cui può contare, ma non solo il Papa, tutta la Chiesa e tutta l’umanità, perché si sente che c’è un bisogno estremo di questa fraternità e che il Movimento ha una grazia speciale per costruirla proprio per il carisma di unità che viene da Chiara. A proposito di relazioni, lei ha detto recentemente una cosa molto forte, di aver capito cioè che per il Movimento è necessaria una svolta quella di comprendere che Dio non è soltanto Amore, ma anche Trinità… Certamente Dio è Trinità, ciò vuol dire che Dio in se stesso è relazione. Quindi vuol dire che tutti quelli che cercano Dio, per trovarlo devono costruire relazioni e io non credo che ci sia nessuno che non cerchi Dio: cercherà la verità, Dio è anche la verità, cercherà la bellezza, ma Dio è anche bellezza, cercherà la bontà nel mondo, ma Dio è anche la bontà, Dio è tutto quello che qualsiasi essere umano può cercare e può trovare se costruisce relazioni, e di questo io credo che tutti sono capaci, perché tutti sono creati a immagine di Dio e quindi a immagine di Dio Trinità. Per Statuto l’Opera di Maria avrà sempre come presidente una donna. Credo che il Movimento sia una delle poche realtà in cui essere donne è un vantaggio, si potrebbe dire. Però è anche un bel segnale per la società civile e anche per la Chiesa… Devo dire che resto perplessa di fronte a questa parola “vantaggio”, perché a dire la verità essere alla testa di un Movimento come il nostro, significa veramente essere la prima a servire, la prima a moltiplicare gli atti d’amore, la prima ad accettare qualsiasi sfida, qualsiasi cosa e a superarla con l’aiuto di Dio e con l’aiuto dei fratelli. Quindi, in un certo senso, può essere un vantaggio essere ritenuti capaci di essere eletti, però non mi sembra che noi lo viviamo in questo spirito, e non mi sembra che le focolarine che sono le uniche che possono aspirare, se vogliamo dire così a questo, lo vivano così, ma piuttosto con uno spirito di amore e di servizio all’Opera di Chiara che tutti sentono di continuare a servire con l’amore con cui Chiara l’ha amata e guidata e servita. Poi certamente, però, io penso che sia anche una testimonianza di quella uguaglianza, di quella fraternità profonda, di quella pari dignità, che va al di là delle differenze sessuali, che Dio ha portato nel mondo quando ha creato l’uomo a sua immagine e l’ha creato maschio e femmina. Quindi uniti in questa complementarietà che deve rispettare la diversità e che quindi deve far emergere l’uno e l’altro nella propria capacità di donare, che sarà sicuramente diversa perché Dio ha fatto due esseri diversi, ma fatti per stare insieme e per costituire insieme l’umanità a sua immagine e somiglianza. In questo senso, penso che sia un segno di progresso ed è qualcosa che sta emergendo sempre di più sia nella Chiesa, sia nella società, ma penso che non è altro che il manifestarsi sempre più chiaro di quello che è il profilo mariano della Chiesa, quel profilo che dice di Maria che è donna, madre, ma anche regina, anche fondatrice insieme al Figlio della Chiesa sul calvario, corredentrice dell’umanità, principio di unità per tutti. In questo senso, allora, penso di sì che è un privilegio che il Movimento può vantare e che può offrire alla Chiesa e al mondo come esempio e come apripista, in un certo modo. Maria Voce che cosa augura oggi all’Opera di Maria per il futuro? All’Opera io auguro come Chiara, la fedeltà massima al Vangelo, cioè una fedeltà che può giungere fino all’eroismo, perché è una fedeltà a vivere il Vangelo concretamente. E direi per quest’Opera che continua il suo cammino, fedeltà a quella parola del Vangelo che Dio ha voluto pronunciare mandando questo carisma cioè la parola “unità”, quindi fedeltà a quell’unità che deve essere totale, che deve essere capace di vivere relazioni come si vivono nella Trinità, per testimoniare al mondo che Dio c’è, che attraverso l’Opera può ancora portare la fraternità più al largo nella Chiesa e nel mondo per contribuire a compiere quella preghiera di Gesù: “Padre, che tutti siano una cosa sola”.

Adriana Masotti

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La relazione della Presidente

La relazione della Presidente

Diario dell’Assemblea generale /5, del 28 gennaio 2021 È giorno di bilanci, oggi, all’Assemblea dei Focolari. Il programma prevede la discussione per gruppi della relazione della Presidente Maria Voce sul sessennio appena concluso. I partecipanti avevano ricevuto il documento oltre una settimana fa ed avevano quindi avuto il tempo per un’analisi personale. Ne sono emerse numerose domande, alcune delle quali sono state poste nel primo pomeriggio alla Presidente e al Copresidente Jesús Morán.

Maria Voce e Jesús Morán

Maria Voce spiega che la relazione non vuole essere “un elenco di attività”, ma intende offrire piuttosto “una lettura del vissuto”. Punta l’attenzione sul cosiddetto “nuovo assetto” del Movimento dei Focolari: un processo avviato per attualizzare il carisma dell’unità nei diversi contesti del mondo. Maria Voce ammette che questo processo ha creato in vari ambiti “un certo disorientamento”, ma ne sottolinea anche gli effetti positivi: un nuovo protagonismo delle comunità locali e nuove sinergie tra le tante diramazioni e suddivisioni territoriali che ha lasciato spazio ad una nuova creatività. Dopo aver messo in luce il prezioso contributo delle nuove generazioni del Movimento tra le quali ha trovato “persone impegnate, pronte ad assumersi le proprie responsabilità”, la Presidente traccia un’analisi dei tre orientamenti emersi dalla precedente Assemblea del 2014. In merito al primo punto, “in uscita”, evidenzia i campi in cui i Focolari hanno offerto il proprio contributo tipico dell’unità, negli ambienti più vari come nel sociale o nel dialogo interculturale. Per quanto riguarda il secondo punto, “insieme”, constata poi la diminuzione delle tendenze alla frammentazione dentro il Movimento, con una tensione ad un lavoro più sinergico. Sottolinea infine che si è cercato di vivere l’ultimo punto, ovvero “opportunamente preparati”, sviluppando nuovi percorsi di formazione umana e spirituale per i membri e i dirigenti. Sia la relazione che le successive risposte di Maria Voce e Jesús Morán non nascondono le sfide e le criticità che il Movimento sta affrontando, come ad esempio la difficoltà a trovare forme e strade adatte per comunicare il proprio carisma in modo attuale per il mondo di oggi; un calo del numero di vocazioni e la grande sfida nata con il doloroso evidenziarsi di diverse forme di abuso anche all’interno del Movimento, che significa – come afferma il Copresidente Morán – la necessità di proseguire sulla strada di “un processo inevitabile e necessario di ‘purificazione della memoria’ che siamo chiamati a vivere con umiltà e speranza”. Le prospettive alle quali accenna la Presidente a conclusione della sua relazione partono da una lettura dei “segni di tempi”, cioè delle domande che pone la situazione del mondo, anche quella della pandemia del Covid: si tratta dell’invito ad uno stile di vita sobrio e sostenibile, di una accresciuta sensibilità al ruolo dei nuovi media ed una maggiore attenzione alla famiglia. E ha chiuso con un richiamo deciso a vivere una fedeltà radicale al Vangelo che, per i Focolari significa, fedeltà alla parola chiave del loro carisma: “Padre, che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21). Infine Maria Voce invita il Movimento ad “andare avanti con coraggio” per contribuire sempre più “ad una nuova generatività in vista della fratellanza universale”.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Santi in compagnia

Santi in compagnia

Diario dell’Assemblea generale /4, del 27 gennaio 2021 Al centro delle meditazioni, delle riflessioni e della comunione della terza ed ultima giornata di ritiro spirituale dell’Assemblea generale c’è l’icona della Santissima Trinità, presentata come modello di una “santità collettiva” (Maria Voce) e di rapporti d’amore che fanno emergere il “disegno di Dio” su ogni persona (Claudio Guerrieri).

Cristiani di due Chiese ortodosse

La preghiera ecumenica iniziale, non a caso, è preparata da cristiani di due Chiese ortodosse nelle cui tradizioni è racchiuso un grande tesoro di riflessioni e contemplazione della Santissima Trinità.

Maria Voce

Nella sua meditazione, Maria Voce, prossima a lasciare il suo incarico come Presidente dei Focolari, attira l’attenzione ancora una volta sul fine generale del Movimento: “la perfezione della carità”, come scrisse Chiara Lubich. Si tratta, cioè, della piena realizzazione personale attraverso la donazione agli altri; che, in termini forse più classici, viene definita come santità. Ma una santità – sottolinea Maria Voce – tipica dei Focolari: una “santità collettiva”. Per spiegare questo concetto la Presidente ripercorre la storia delle origini del Movimento in cui vediamo Chiara con le sue prime amiche vivere con radicalità il Vangelo, una vita “per Dio e per gli altri – come spiega proprio Chiara – in un totale oblio di noi stessi, e di tutto ciò che poteva farci cadere nel ripiegamento su di noi”. Nasce così una via alla santità nuova, “radicale e leggera, una santità che potesse essere aperta a tutti, perseguita in famiglia, in mezzo al mondo, insieme”, una santità in compagnia. Si tratta di una santità che richiede sempre l’ascolto personale a ciò che Dio vuole, ma lo fa sapendosi in cammino con altri, anzi guardando l’altro e la presenza di Dio in lui.

Claudio Guerrieri

Il filosofo italiano, Claudio Guerrieri, membro del centro studi dei Focolari, Scuola Abbà, continua queste riflessioni ponendo il focus su uno degli effetti della “santità collettiva”: ne emerge la vera personalità di ognuno, il disegno di Dio su ogni persona. È questo un aspetto molto presente negli scritti mistici di Chiara Lubich degli anni 1949/1950 che offrono un modello di comunione e di unità “non uniformante, ma che comprende una pluralità di voci in cui ognuno esprime, come parte, il tutto”. Lo dimostra il fatto che nel Movimento dei Focolari, oltre a Chiara Lubich, sono presenti altri due cofondatori, Igino Giordani e Pasquale Foresi, che con il loro “disegno” aprono e incarnano il carisma di Chiara. Terminano così questi tre giorni di ritiro profondo, in qualche momento forse anche un po’ destabilizzante, ma pieno di stimoli anche per le scelte da maturare. “Sono stati – spiega uno dei giovani nella comunione finale – un’occasione per ascoltarsi e cercare di capire in quale direzione lo Spirito Santo chiama i Focolari nel prossimo periodo e a chi affidare i compiti di condurre questa Opera nelle sfide e nelle opportunità dei prossimi sei anni”.

 Ufficio Comunicazione Focolari

 

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