Feb 18, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
- Video – Speciale Africa 2011
In questa pagina sono disponibili alcuni video, in varie lingue, relativi alla Scuola Panafricana Edc svoltasi alla Mariapoli Piero di Nairobi dal 23 al 25 gennaio 2011 e alla Conferenza internazionale “Economy of Communion: a New Paradigm for African Development” svoltasi alla Università Cattolica dell’Africa Orientale (CUEA) dal 26 al 28 gennaio 2011.
- Sergio Gironella: la persona al centro Ci ha lasciati domenica 13 febbraio Sergio Gironella, socio fondatore della cooperativa Edc Il Sentiero Servizi di Macerata: “Sergio Gironella, 47 anni e 4 figli ci ha lasciati per un improvviso aggravamento della sua malattia domenica scorsa.” A
parlare è Romano Ruffini che nel 1994 lo aveva coinvolto nell’avventura EdC. “In quell’anno avevo parlato a Sergio dell’Economia di Comunione e lui, che apparteneva al Movimento Neocatecumenale, era rimasto affascinato dal messaggio di Chiara al punto di decidere di licenziarsi dalla società per la quale lavorava per fondare insieme a me la cooperativa Il Sentiero Servizi, a Macerata. C’è da dire che all’epoca non c’era alcuna prospettiva concreta e quel passo fu un vero salto nel buio.”
Francia, scuola di formazione per imprenditori EdC Si è svolta il 12 e 13 febbraio 2011 alla Mariapoli di Arny. 29 persone, 24 imprese rappresentate e parecchi giovani: persino un bel gruppetto di bambini, tutti insieme per vivere un weekend di formazione e comunione.
- Brasile – Sao Paulo, 29/05/2011: iscrizioni online! Il 29 maggio 2011 EdC compie 20 anni, iscrizioni all’evento entro il 20 maggio 2011. A conclusione dei 4 giorni di lavori della prima Assemblea internazionale dell’Economia dei Comunione, e in occasione del 20° del lancio del progetto, il Memorial America Latina ospiterà una grande manifestazione EdC: la Giornata aperta del ventesimo EdC. Sarà l’occasione per festeggiare insieme i primi 20 anni del progetto, ascoltare le conclusioni dei lavori dell’Assemblea col lancio dei suoi documenti, dare le prospettive per il futuro.
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Feb 18, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Email: romafocolare.segreteria@gmail.com WebSite: www.romaamor.it
Feb 18, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Il 1° febbraio 2011 il Consiglio Comunale di Genova ha votato l’adesione all’Associazione Città per la Fraternità, con l’impegno “ad individuare metodi e strumenti per incentivare, sia all’interno dell’Amministrazione che nella città, una cultura ispirata ai valori civici del dialogo e della fraternità”. La mozione, approvata da tutti i gruppi consiliari presenti in Consiglio Comunale, era stata presentata da Maria Rosa Biggi, consigliere comunale del PD, che cerca di vivere il suo impegno politico in sintonia con le linee guida del Movimento Politico per l’Unità. L’Assessore Andrea Ranieri ha affermando che questa iniziativa onora Genova. Stima e apprezzamento sono arrivati anche da Beppe Costa (Consigliere Comunale PdL), Matteo Campora (capogruppo PdL) e da Giorgio Guerello, Presidente del Consiglio Comunale, oltre che da molti altri Consiglieri di entrambi gli schieramenti. È significativo che questo passo sia stato compiuto nel decimo anniversario della cittadinanza onoraria ricevuta a Genova da Chiara Lubich, al cui pensiero si ispira l’Associazione Città per la Fraternità, nata nel 2008, e alla quale aderiscono oltre 70 Comuni di estrazioni e schieramenti diversi. L’obiettivo è diffondere nella vita politica, partendo dagli enti locali, il principio di fraternità come metodo concreto per l’affermazione del bene comune. In programma a maggio il convegno sui 150 anni dell’unità d’Italia – che l’Associazione Città per la Fraternità ha deciso di fare a Genova perché “come da Quarto partirono i Mille, così da Genova potrebbe partire un’altra proposta di unità e fraternità”. Sarà l’occasione per coinvolgere tutti in un impegno concreto e dare testimonianza che la fraternità in politica è la risposta più profonda alla crisi del sistema politico attuale che coinvolge anche le nostre città. “Genova città dei diritti – spiega la consigliera Biggi – ha dato la cittadinanza onoraria a Chiara Lubich, la donna che ha posto a fondamento del suo pensiero e del suo impegno sociale la realizzazione del principio di fraternità universale inteso come valore costitutivo di una comunità”. “Nel clima di sfiducia e disorientamento, acuito da una crisi economica strutturale – continua la Biggi – le città sono il luogo privilegiato dove è possibile passare da formulazioni di principi alla concretezza delle buone pratiche, a cominciare dal coinvolgimento dei cittadini in percorsi di scelte condivise e dalla ricostruzione di legami sociali e di reciproche responsabilità. Una rete di Comuni può moltiplicare esperienze concrete e approfondire ricerche e riflessioni politiche nell’ambito della promozione della coesione sociale e nello sviluppo di una cultura della solidarietà”. (altro…)
Feb 18, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Focolare maschile: fmcagliari@gmail.com Focolare femminile: focolarecagliari@alice.it
Feb 18, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Info e prenotazioni: per visitare la Cittadella di Loppiano e per informazioni relative ai pasti e agli alloggi (presso agriturismi e alberghi) rivolgersi agli uffici dell’Accoglienza di Loppiano – accoglienza@loppiano.it dal lunedì al venerdì – orari 9:00-12:30 14:30-18:30 Telefono: 39 0559051102 WebSite: www.loppiano.it
Feb 18, 2011 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“Un futuro di comunione tra i carismi ci sta davanti”; “Quando lo Spirito Santo soffia non crea buoni cristiani singoli, ma ci fa un solo corpo in Cristo, l’altro diventa parte dell’identità di ciascuno”. Queste alcune espressioni che esprimono la radice profonda del cammino di comunione tra “nuovi e antichi carismi” iniziato nella Chiesa tridentina dal 2003. Rappresentanti dei Movimenti, religiosi e religiose e Istituti secolari insieme per tracciare strade comuni, donarsi il tesoro della propria esperienza e offrire, con slancio generoso, freschezza ed entusiasmo a portare la Buona Novella. Nel progredire della comunione aumenta anche la partecipazione di numerose congregazioni, fino ad arrivare alle segreterie dell’Unione Superiori Maggiori d’Italia (USMI) e la Conferenza italiana Superiori maggiori (CISM) Quanto è in atto si potrebbe definire un laboratorio: si prega gli uni per gli altri, si condividono difficoltà e dolori, si gode delle esperienze positive, si apprezza il carisma dell’uno perché utile al carisma dell’altro scoprendosi fratelli ingaggiati per lo stesso scopo nella Chiesa e nella società. Infatti, non mancano le occasioni per collaborare per il bene della città. Corale è la gratitudine di ciascuno per lo Spirito Santo, autore nel corso dei secoli di risposte adeguate ad ogni periodo buio dell’umanità. Incoraggiante, inoltre, l’augurio che sigla un album di foto sul cammino di comunione dei Carismi: “Ricordare è dare lode a Dio per il cammino di un laicato che crede, vive, annuncia e testimonia la bellezza del Vangelo”. E’ ormai tradizione ritrovarsi in un appuntamento annuale. “Carismi in comunione per un’unica missione” è il titolo di quello di quest’anno, fissato per il 26 febbraio al Centro Mariapoli di Cadine (TN). Dodici, tra Movimenti, nuove Comunità e Congregazioni religiose, i promotori; relazioni e testimonianze ne tesseranno il programma, cui sarà presente l’arcivescovo Mons. Luigi Bressan. (altro…)
Feb 18, 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Per il testo completo, in italiano, rimandiamo a Città Nuova online. 16 febbraio 2011: all’Università ebraica di Gerusalemme, nella sede dell’Istituto Truman per la pace, Maria Voce tiene una conferenza dal titolo: “Il ruolo del dialogo nel promuovere la pace”.
La presenza di un’ottantina di uditori scelti – tra cui il nunzio mons. Antonio Franco, il vescovo ausiliare di Israele mons. Giacinto Marcuzzo, il rabbino David Rosen, la sig.ra Debbie Weissmann, presidente del ICCJ, rabbini ed accademici ebrei, rappresentanti palestinesi, responsabili di comunità e congregazioni cristiane –, manifesta l’interesse, in particolare di personalità del mondo ebraico, nei confronti del Movimento dei focolari, dopo decenni di presenza in Terra Santa. Una presenza fatta di numerosi e duraturi contatti instauratisi con singoli cristiani, ebrei e musulmani, ma anche con istituzioni e associazioni impegnate nel dialogo interreligioso.
Maria Voce avvia il suo intervento riportando una citazione di Chiara Lubich, del 1969, a un gruppo di giovani: «Girando per il mondo mi sono resa conto che ci sono dei grandi mali. Ho visto l’umanità come un grande Adamo piagato. Ho visto la lotta fra popoli e quindi la minaccia continua di guerra. Ho visto i problemi sociali da risolvere. Ricordo Gerusalemme come una città divisa. E in tutta la zona del Medio Oriente ci sono focolai di guerra, per cui la pace è sempre in pericolo. E allora ho detto: cosa possiamo fare noi, che portiamo l’ideale dell’unità? Dobbiamo fare che questi fratelli si amino, questo corpo deve risanarsi. Qui ci deve essere la salute dell’umanità». Continua allargando il discorso, Maria Voce, presentando il “dialogo della vita” tipico dei Focolari, «che non mette in opposizione gli uomini, ma fa incontrare persone anche di fedi diverse e le rende capaci di aprirsi reciprocamente, di trovare punti in comune e di viverli insieme». Precisando che il dialogo «noi non lo facciamo con le fedi o tra le fedi, ma con le persone, a qualsiasi fede appartengano». Un dialogo presentato come un “segno dei tempi” più che mai attuale, nella “notte culturale” che attraversa gran parte dell’umanità: «Potremmo dire allora che dalla notte culturale, che appare anche come notte del dialogo, può emergere una nuova cultura che parte dalla riscoperta della natura dialogica della persona umana».
Dialogo che ha una dimensione ontologica ed una etica, a cui Chiara Lubich ha dato uno spessore tutto particolare: «Nel dialogo interreligioso puntiamo a vivere anzitutto, dall’una e dall’altra parte, la cosiddetta “regola d’oro” – “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” –, che significa amare gli altri. Secondo il Talmud, Hillel la esprimeva in questi termini: “Non fare al prossimo ciò che non vorresti fosse fatto a te: questa è tutta la Torà; il resto è commento. Và e studia”. È una norma, lo sappiamo, presente, con diverse sfumature, nelle nostre tradizioni monoteiste nate in questa parte di mondo. Ma lo è anche nelle altre grandi tradizioni confuciana, buddhista e indù. Tutti, quindi, uomini e donne di buona volontà possiamo viverla nella nostra esistenza quotidiana». Aggiunge Maria Voce: «La pratica della “regola d’oro”, diventata reciproca, ha messo in moto una vera metodologia del dialogo che può essere definita come una “arte di amare”», proposta da Chiara stessa. E conclude: «Questo percorso, non possiamo nascondercelo, è difficile e richiede un grande impegno per superare l’ostacolo, per vincere la tentazione dell’egoismo, del ripiegamento su di sé. È il prezzo per trasformare la ferita in benedizione, la morte in vita, per fare dell’incontro con l’altro il luogo dove fiorisce la pace e la fraternità». E cita ancora Chiara Lubich: «La fraternità non è solo un valore, è un paradigma globale di sviluppo politico, perché motore di processi positivi. Dopo millenni di storia in cui si sono sperimentati i frutti della violenza e dell’odio, abbiamo tutto il diritto oggi di chiedere che l’umanità cominci a sperimentare quali potranno essere i frutti dell’amore». Al termine della conversazione inizia un lungo e profondo dialogo con il pubblico: sul dialogo con persone che non hanno una fede religiosa; sulla serietà di un dialogo che non si riduca a semplice cortesia; sul riconoscimento dell’altro; sulla “regola d’oro” non sempre facilmente applicabile in contesti difficili. «Il messaggio portato da Maria Voce, quello di Chiara Lubich, mette in luce la presenza di Dio nell’altro», commenta in conclusione Rabbi David Rosen. E Rabbi Emile Moatti: «Il dialogo deve penetrare nelle pieghe della storia dei conflitti, per farsi esso stesso storia». di Michele Zanzucchi Fonte: www.cittanuova.it (altro…)
Feb 18, 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo
«A Gerusalemme le case, le scuole, i mezzi di trasporto, i luoghi di divertimento, i quartieri dove abitiamo sono tutti separati: per gli arabi o per gli ebrei. E’ davvero difficile vivere in un ambiente del genere». «Sono una ragazza dall’aspetto europeo. Dalle mie gonne si capisce subito che sono ebrea ortodossa. Nella nostra città questo non è sempre visto positivamente. Non so neanche una frase in lingua araba e sono stata educata a scappare da situazioni in cui potrei trovarmi in mezzo ad un gruppo di palestinesi». Queste parole di N. e J., due giovani gerosolimitane, araba cristiana la prima ed ebrea la seconda, descrivono i mondi di Gerusalemme. Vivono uno accanto all’altro, si sfiorano, si toccano in questa città ‘santa’ per tutti, ma carica di una tensione che si respira e che ci si sente addosso. Sono due delle partecipanti all’incontro che si è svolto il 16 febbraio in una sala della Castra Gallery, un centro commerciale alla periferia sud di Haifa: un centinaio di persone per un incontro modesto, semplice. Sono arrivati ebrei, cristiani e musulmani da Haifa, , Tel Aviv, Gerusalemme, Nazareth ed altre località della Galilea. Hanno intitolato l’incontro con Maria Voce: «Quanto è buono e soave che i fratelli vivano insieme» (Salmo 133). Tanti gli interventi, che hanno presentato un quadro ricco e variegato al quale tutti stanno lavorando. Ad Haifa, da alcuni anni, ebrei e cristiani hanno un appuntamento mensile per approfondire la Sacra Scrittura nelle rispettive tradizioni. Basta l’ascolto, cercare di comprendere la visione dell’altro. Senza sincretismi. E questo porta «ad un’amicizia vera e sincera, sempre più solida», al punto che un mese tra un incontro e l’altro sembra troppo lungo!
Una ragazza araba racconta di un progetto per intessere rapporti di amicizia fra studenti delle tre religioni. «I momenti più belli li abbiamo vissuti quando abbiamo visitato i luoghi sacri delle rispettive fedi: il Muro del Pianto, il Santo Sepolcro e la Moschea. Un’esperienza che ha cambiato la mia vita.» Altre testimonianze riguardano la crisi di Gaza, tre anni fa, quando ebrei, cristiani e musulmani si riunirono per pregare per la pace. Un caso unico in tutto Israele. Gli accenti sono commossi, perché certamente il grande coraggio manifestato in quell’occasione andava assolutamente controcorrente rispetto al pensiero che si sviluppava attorno. Fatti di vita quotidiana, di ascolto, di scoperta del diverso-da-sé. Persone che hanno scommesso sulla pace, come dice una giovane ebrea: «Sta scritto nella Mishna che Dio non trova nessuno strumento che contenga la sua benedizione se non la Pace. Solo con la pace vera otterremo tutte le benedizioni che il Padre in Cielo vuol dare ai suoi figli.»
Maria Voce si commuove nel ringraziare coloro che hanno parlato. Appare vero che «nulla è piccolo di quello che è fatto per amore», come diceva Chiara Lubich. Anzi, è grandissimo, perché qui si tratta di spostare le montagne del pregiudizio. È questo il piccolo-grande miracolo della serata di Haifa. La Presidente dei Focolari sottolinea la dimensione profetica di quanto vissuto da loro durante la crisi di Gaza: «E’ un’esperienza basata su Dio e sul suo volere, e sulla sofferenza condivisa: la cosa più preziosa agli occhi di Dio. Essa porterà frutti duraturi, ne sono certa». E sottolinea come sia stata un contributo importante alla Storia: «Testimonianze piccole ma necessarie perché il quadro della pace sia completo». Racconta poi, come in quei giorni abbia incontrato gente di tutte le religioni, veri fratelli e sorelle. E cita la Scrittura: «Beato il popolo che ha Dio come Signore». La serata si conclude con una cena. Tutti hanno portato qualcosa, piatti arabi e piatti kosher. Non si distinguono più arabi ed ebrei, cristiani e musulmani. E’ vero quanto detto da una ragazza musulmana: «Ora guardo all’altra persona al di là della sua fede. Siamo ancora un piccolo gruppo, ma impegnati a coinvolgere molti altri amici». di Roberto Catalano (altro…)
Feb 17, 2011 | Dialogo Interreligioso, Spiritualità
“La molteplicità è un dono di Dio“, ha affermato Mokrani alla giornata interreligiosa, il 13 febbraio 2011, a Baar dove in 70 fra musulmani e cristiani, provenienti dalle diverse regioni linguistiche della Svizzera, hanno sperimentato questo dono. Per la quarta volta ormai ha avuto luogo presso il Centro di incontro e di formazione Eckstein una giornata di dialogo islamo-cristiano. Le relazioni principali sono state tenute da musulmani. Infatti sono venuti da Roma due teologi musulmani, Adnane Mokrani, tunisino sunnita, e Sharhzad Houshmand, iraniana sciita, che, insieme a Paul Lemarié, cristiano specialista dell’islam, hanno dato un contributo fondamentale alla giornata che portava il titolo: “Un sole – tanti raggi. La volontà di Dio nel cristianesimo e nell’islam”.
Unità dinamica. “Consideriamo la molteplicità come un dono di Dio che ci aiuta a completarci”, ha dichiarato Mokrani. “Si tratta di un’unità dinamica che non annulla le differenze, ma che le mostra come una ricchezza. Questa unità fa parte del piano di Dio per noi uomini“, ha sottolineato il teologo musulmano. E spiegava Houshmand che secondo il Corano le parole di Dio sono indinite. Dunque si può dedurre che ciascuno di noi è una parola di Dio, creato da Dio quale dono per gli altri. La regola d’oro. Dopo le relazioni, si è dato spazio al dialogo in piccoli gruppi. “Ascoltando il messaggio proveniente dalle due religioni, in uno scambio reciproco, sono venuti in luce in modo positivo sia quanto abbiamo in comune che le differenze”, ha commentato Ornella Carù, membro del gruppo preparatorio della giornata. A base di questo dialogo vivo e arricchente sta il principio della Regola d’oro che si trova espressa in modi simili in quasi tutte le religioni: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Gli imam presenti e i responsabili di varie comunità erano ben impressionati da questo dialogo che ha rafforzato in ciascuno il desiderio di lavorare insieme per rispondere alle sfide della nostra società. Al momento di congedarsi, un signore musulmano che partecipava per la prima volta ad un incontro di questo genere, ha esclamato: “Sono venuto pensando di essere ‘ricco’, qui invece mi sono reso conto di quanto ero ‘povero’ ed ora mi ritrovo arricchito e libero!”. (altro…)
Feb 17, 2011 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
16 febbraio: la mattinata è trascorsa nella località di Emmaus, a 27 km da Gerusalemme, nella pianura verso la capitale Tel Aviv. Si tratta di una delle tre località con lo stesso nome che potrebbero vantare di aver offerto la scena al passo che conclude il Vangelo di Luca: dopo la crocefissione, due discepoli di Gesù si trovano per strada ricordando i dolorosi fatti avvenuti, quando un uomo li si accosta e spiega loro le Scritture, riempiendo di pace i loro cuori. È “al momento di spezzare il pane” – racconta il Vangelo –, che i due riconoscono che si trattava dello stesso Gesù risorto. Maria Voce è stata ricevuta da Mons. Giacinto Marcuzzo, vescovo ausiliare dei Latini, titolare della sede di Emmaus-Nicopolis. Il vescovo ha confidato a lei e a tuta la delegazione del Centro del Movimento che l’accompagnava, che all’atto della sua elezione, ha scelto quella sede per vari motivi. Si tratta di una delle dodici diocesi cristiane che esistevano nei primi secoli in Terra Santa, riporta tutti i cristiani al punto dove tutto è ricominciato dopo la morte di Gesù e, non ultimo, il fatto che ancora giovane sacerdote aveva visto la distruzione del villaggio di Emmaus avvenuta nel 1967, dopo la Guerra dei Sei giorni. La presidente dei Focolari, da parte sua, ha raccontato al vescovo un fatto che la riguarda personalmente. Come molti sanno, spesso lei viene chiamata Emmaus all’interno del Movimento. “E’ stata Chiara stessa a darmi questo nome nel 1964. Era venuta a parlare ad un gruppo di giovani focolarine della realtà di Gesù fra noi, che realizza il passo di Matteo 18,20 ‘Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro’, se ci impegniamo a vivere il comandamento nuovo reciprocamente. Nel mio entusiasmo giovanile avevo scritto a Chiara che desideravo dare la vita per realizzare quella frase. Lei allora mi diede questo nome, Emmaus, perché i due discepoli avevano vissuto e sperimentato la presenza di Gesù fra loro.” L’incontro è stato ricco di significato, in un luogo unico nella storia della primissima comunità di Gerusalemme. La messa celebrata da Mons. Marcuzzo e concelebrata da Giancarlo Faletti, copresidente del Movimento, è stata un momento ricco di comunione con spunti preziosi sui frutti della presenza di Cristo nel cuore della comunità. Il carisma di Chiara Lubich fortemente incentrato sulla presenza di Gesù fra gli uomini è venuto in luce proprio nei luoghi dove questo si realizzò vitalmente e storicamente. di Roberto Catalano (altro…)
Feb 17, 2011 | Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Per il testo completo, in italiano, rimandiamo a Città Nuova online
È il patriarca latino, mons. Foud Twal, che dà il tono agli appuntamenti che Maria Voce ha in agenda nella sua visita a Gerusalemme iniziata lo scorso 11 febbraio: «Le preoccupazioni della gente sono le nostre. Sembra che l’ascesa al Calvario non abbia mai fine qui in Terra Santa». Ma non bisogna scoraggiarsi: «La speranza non muore mai. Ad esempio, osservo di questi tempi che ci sono cento e più associazioni che raccolgono ebrei, cristiani e musulmani da queste parti. Tutta gente che vuole dialogare. Avverto che poco alla volta, forse a causa del tanto dolore patito, si comincia a parlare di “vicini” e non più solo di “nemici”». Maria Voce riprende: «Se nell’istinto di difesa delle persone entra una briciola di amore, ecco che si fa un passo in più, si va avanti», senza cedere alla disperazione. Conclude il patriarca: «Questa è la specialità di noi cristiani, seminare amore e andare avanti».
Stesso sfondo di sofferenza ma anche di fiducia nel colloquio che la presidente ha con il vescovo luterano Munib Younan, presidente della Federazione luterana mondiale: «Avverto nella gente – esordisce – la forte tentazione di occuparsi solo di cose materiali. No, qui c’è bisogno di Dio». E specifica: «Abbiamo bisogno di una profonda spiritualità, per i nostri figli e per noi stessi, una spiritualità profondamente evangelica». Maria Voce fa notare come una tale spiritualità auspicata dal vescovo sia naturalmente ecumenica. Al Patriarcato armeno apostolico, Maria Voce s’intrattiene con il vescovo Aris Shirvanian. «Dobbiamo essere uniti per difendere la Chiesa cristiana – dice –, ma non posso dire che esistano problemi particolari per noi armeni, perché continuiamo a vivere per mantenere la nostra fede, la nostra eredità». Maria Voce sottolinea la grandezza di questa vocazione. «Sì – riprende il vescovo – bisogna difendersi, ma ancor più cercare di essere “ponti” tra le Chiese, ponti tra le religioni, ponti tra i popoli».
Calorosa accoglienza, alla libanese, all’arcivescovado maronita della Terra Santa, una comunità di circa 10 mila fedeli, soprattutto in Galilea, con il vescovo mons. Paul Nabil Sayah. Il vescovo maronita sottolinea l’importanza della dimensione pastorale dell’azione delle Chiese cristiane in Terra Santa, in particolare nella famiglia e per la famiglia: «Non si dà mai abbastanza spazio all’educazione, che per noi è la vera priorità. Con una buona educazione poi si può sperare di arrivare alla pace». Il desiderio di cooperare viene ribadito anche da Maria Voce.
Infine, visita di rilievo al patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, dove Sua Beatitudine il patriarca Theophilos III riceve Maria Voce e i suoi collaboratori. Chi conosce la storia sa bene tutti i conflitti che hanno opposto in passato le diverse Chiese presenti in Terra Santa. Il clima è certamente migliorato, anche se parlare di un “vero ecumenismo” è ancora talvolta difficile. Ma nel colloquio tra il patriarca e la presidente si respira il desiderio di “alzare il tono della discussione”, ancorandosi «all’unità dei cristiani “in Cristo”, nel suo amore», come precisa Theophilos III. Maria Voce spiega cosa voglia dire “unità” per i focolarini, «l’unità che Gesù ha chiesto alla sua Chiesa». di Michele Zanzucchi Fonte: Città Nuova online Leggi anche: Reciproca simpatia – Incontro di Maria Voce e Giancarlo Faletti con i rappresentanti dei Movimento e delle nuove comunità Pace ora! Pace dopo! – Incontro col Rabbino Kronish Dall’11 al 20 febbraio in Terra Santa – Il programma del viaggio di Maria Voce e Giancarlo Faletti 1956: Ho visto la Terra Santa – Dal diario di Chiara Lubich (altro…)
Feb 17, 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Da ieri mi trovo a Gerusalemme con Maria Voce. Nella sua fittissima agenda ci sono anche vari appuntamenti con persone di tradizione ebraica e musulmana. Sono incontri che desiderano ribadire l’impegno al dialogo a tutti i livelli. Oggi si è svolto il primo di questi incontri con il rabbino Ron Kronish, fondatore e direttore dell’Interreligious Coordinating Council of Israel (ICCI). Alle ore 15 ci troviamo con il Rabbino Ron Kronish. Si tratta di un vecchio amico del Focolare, come lui stesso si definisce. L’ufficio dell’ICCI si trova in un quartiere non lontano dal centro di Gerusalemme, sulla vecchia strada di Betlemme, ancora molto trafficata e piena di vita. L’ICCI è un’organizzazione fondata nel 1991, la sera prima dello scoppio della prima guerra del Golfo. Era il 16 gennaio e tutti in Israele avevano le maschere anti-gas, un clima di paura per la guerra prossima. A Ratisbonne, proprio il centro che ho visitato questa mattina, in uno scantinato si incontrarono alcuni uomini di dialogo che, nonostante la guerra, decisero che il mondo ha bisogno della pace. Il centro lavora a diversi livelli, ma soprattutto per i giovani e le donne. Il suo scopo, infatti, è la formazione alla pace. Si tratta di creare una mentalità alla base proprio per essere coscienti che ci sono conflitti – in particolare qui Kronish si riferisce a quello fra Israeliani e palestinesi – e che non si possono risolvere facilmente, ma che, tuttavia, si può lavorare per la pace di domani. Lo slogan non è tanto Peace now!, ma Peace later! Per questo soprattutto le giovani generazioni devono essere ingaggiate a riconoscere l’altro, ad ascoltarlo e scoprirlo e, alla fine, vederlo non come un nemico ma come un prossimo da accettare nella sua diversità. Le esperienze di questi vent’anni di corsi tenuti all’interno di Israele con ragazzi e giovani musulmani, ebrei e cristiani sono ricchissime. Solo il 5% abbandona questi corsi, gli altri arrivano alla fine, segno dell’interesse e dell’impegno, ma anche fonte di speranza perché ormai sono migliaia ad aver beneficiato di questa nuova visione. Nel parlare con Maria Voce Ron Kronish non nasconde che il mondo è cambiato dal 1991. Allora la pace era vicina, sembrava ormai possibile poterla realizzare. Oggi è molto più lontana. Dobbiamo esserne coscienti, ma non perdere la speranza. Anche Maria Voce ha raccontato dell’impegno dei Focolari in campo formativo e della consonanza di idee e di metodologia con l’ICCI. Kronish ha chiesto di continuare la collaborazione e, soprattutto, di farlo coi giovani e teen-agers. (di Roberto Catalano, tratto da Città Nuova online – www.cittanuova.it ) (altro…)
Feb 16, 2011 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Spiritualità
Benedetto XVI, nell’udienza del 9 febbraio li ha salutati con gioia: “Sono lieto di questa opportunità che vi è offerta per confrontare esperienze ecclesiali di diverse zone del mondo, ed auguro che queste giornate di preghiera e di riflessione possano portare frutti abbondanti per le vostre comunità”. Le loro riflessioni si sono svolte “sulla scia del carisma di Chiara Lubich – come ha detto in apertura il card. Miloslav Vlk, moderatore del convegno – che è in profonda sintonia con il carisma del vescovo” e continuava: “Si tratta di saper accogliere l’Amore di Dio che vuole il bene dell’umanità facendosi vicino ad ogni uomo”.
“La spiritualità di comunione, eco del Concilio Vaticano II che è tutto incentrato sulla Chiesa mistero di comunione…, è portata avanti dal Movimento dei focolari in modo carismatico”, ha sottolineato il card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi. Di fronte alle sfide che si presentano alla Chiesa oggi, in particolare nei Paesi di antica tradizione cristiana, ma anche in molte altre parti del globo, i vescovi hanno voluto dar voce a nuove risposte che lo Spirito Santo ha suscitato negli ultimi anni, come la comunione e la collaborazione tra nuovi e antichi carismi, il dialogo ecumenico e interreligioso, il dialogo con la cosiddetta cultura laica. Il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, ha evidenziato il passaggio da una società multiculturale a quella interculturale che sa integrare le diverse culture e fedi, come dimostra l’esperienza appena avviata col “Cortile dei Gentili”, espressione coniata da Benedetto XVI in riferimento al dialogo fra fede e cultura. La tavola rotonda che ha preceduto il suo intervento, rispecchiando questa interculturalità, ha messo in relazione le varie dinamiche presenti nelle nostre società, guardate dal punto di vista dell’economia (prof. Stefano Zamagni), della mistica (P.Fabio Ciardi), dei rapporti sociali (prof. Vera Araújo) e internazionali (prof. Vincenzo Buonomo). In linea col tema del convegno, Maria Voce, presidente del Movimento dei focolari, ha centrato il suo intervento su I disegni di Dio nel pensiero e nella vita di Chiara Lubich. A chiusura del convegno 25 vescovi si sono recati, sabato 12 e domenica 13 febbraio, alla cittadella internazionale dei Focolari, Loppiano (nei pressi di Firenze), che con i suoi 900 abitanti testimonia che una società guidata dal Vangelo è possibile. Tra i diversi appuntamenti, l’incontro con l’Istituto Universitario “Sophia”, ormai al suo terzo anno di corsi interdisciplinari. (altro…)
Feb 15, 2011 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La pietra forata – Quando dalla costa azzurrissima del golfo di Beirut contemplavo la città a ridosso di colline costellate da migliaia di casette, e si riprendeva il volo verso il mare, per alzarci onde poter riaffrontare, ritornando, i primi monti della Palestina, non credevo che Gerusalemme e i Luoghi Santi avrebbero inciso così sul mio animo. (…) Sette giorni durò il mio soggiorno in Palestina. Non ricordo l’itinerario delle visite, ma i luoghi li ho impressi profondamente: Betfage, il Gallicantus, la scaletta di pietra del testamento di Gesù, il Getsemani, la fortezza Antonia, dove Pilato espose Gesù al pubblico dicendo:”Ecco l’uomo!”; il posto dell’Assunzione della Vergine; il luogo dell’ascensione, racchiuso in una “edicola”; poi Betania e la strada che da Gerusalemme porta a Gerico, menzionata nella parabola del Buon Samaritano; poi Betlemme…Tutta una serie di nomi dolcissimi, che né la vita né la morte riusciranno a cancellare. A sera calata, alzando gli occhi al cielo, grondante stelle cariche di luce, cieli che qui in Italia non si sognano nemmeno, sentivo una strana e logica affinità tra quel firmamento e quei luoghi. (…) Una vecchia strada di Gerusalemme, in salita, larga forse tre metri, riecheggiante le urla dei mercanti che, a destra e a sinistra vendevano la loro merce. Gente che andava e veniva sgomitandosi, indossando i costumi più vari dell’oriente e dell’occidente. Si salì, e lungo quel bazaar – così è chiamato dagli abitanti – ogni tanto ci veniva indicata una porta che non si sapeva se appartenesse ad una casa o ad una cappella: “Ecco una stazione, ecco la terza, ecco la quarta…Qui Gesù incontrò Maria, qui il Cireneo…”. Quella strada era la Via Crucis, quella che Gesù fece allora. Qualche metro più in su, ci fu annunciato: “Siamo al sepolcro: qui, in questa Chiesa, sostenuta da travature fortissime, antiestetiche, c’è quanto di più sacro si possa immaginare: il Calvario e il sepolcro”. Nell’animo un senso vivo di dolore e quasi di sgomento. Entrammo e infilammo una scaletta stretta stretta, lisa nel marmo dai milioni di pellegrini che la salirono, e ci trovammo di fronte ad un altare sul quale potevano celebrare anche i greco-ortodossi e gli armeni. Un cicerone ci mostrò attraverso un vetro, che custodiva una roccia, un buco, e disse: “In questo foro fu piantata la croce”. Inavvertitamente, senza dircelo, ci trovammo tutti in ginocchio. Io, per conto mio, ebbi un momento di raccoglimento. In quel foro fu piantata la croce… la prima croce. Se non ci fosse stata questa prima croce la mia vita, la vita di milioni di cristiani che seguono Gesù portando la loro croce, i miei dolori, i dolori di milioni di persone, non avrebbero avuto un nome, non avrebbero avuto un significato. Egli, che lì fu innalzato come un malfattore, diede valore e ragione al mare di angoscia da cui è toccata e, alle volte sommersa l’umanità e, non di rado, ogni uomo. Non dissi nulla a Gesù in quel momento. Aveva parlato quella pietra forata. Solo aggiunsi, come un bambino estatico: “Qui, Gesù, voglio piantare, ancora una volta la mia croce, le nostre croci, le croci di quanti ti conoscono e di quanti non ti conoscono” Stralci tratti da Scritti Spirituali 1 “L’attrattiva del tempo moderno” – Città Nuova, 3° ed.1991 (altro…)
Feb 14, 2011 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo
È l’incontro con alcuni rappresentanti dei movimenti ecclesiali presenti a Gerusalemme. Qui, dove la Grande Storia ha conosciuto un nuovo inizio, e anche la piccola “storia santa” di ogni gruppo cerca il suo spazio e la sua via specifica. Un centinaio i presenti, in una sala della Custodia di Terra Santa, appena dietro Porta Nova. Chemin Neuf, Béatitudes ed Emmanuel dalla Francia; Cançao nova, Figli di Maria, Obra de Maria e Comunità Shalom dal Brasile; Regnum Christi dal Messico; Associazione Giovanni XXIII, Comunione e liberazione e Focolari, dall’Italia (ma con dimensione internazionale) raccontano con semplicità la loro avventura, ognuna originalissima e nel contempo assai simile alle altre. Strade che alla fine, in pratica quasi tutte, lavorano nell’accoglienza: incrociano i pellegrini, operano per favorire la conoscenza della Terra Santa e dei suoi tesori (anche nelle dimensioni ecumeniche e interreligiose), e favoriscono il turismo ai luoghi santi. Numerosi movimenti e comunità, poi, si specializzano nell’evangelizzazione attraverso i media. E le attività comuni, di due o più comunità insieme, qui non sono eccezione.
Come tutto quanto riguarda la cristianità, qui a Gerusalemme quest’incontro non ha innanzitutto dimensioni quantitative, ma qualitative. È la qualità dei rapporti che qui ha rilievo. «È forse anche un compito dei movimenti e delle nuove comunità quello di portare alla Chiesa cattolica e più in generale alla cristianità l’unico primato evangelico, quello dell’amore», spiega una giovane della comunità del Chemin Neuf. Si ritrovano movimenti presenti sul posto da decenni, ed altri invece sul posto da pochi mesi appena. Convivialità e fraternità: queste le note dell’appuntamento, avviato da Maria Voce col semplice racconto della sua vicenda.
Nel corso di un franco dialogo coi presenti, Maria Voce ha tratteggiato soprattutto il senso del dialogo tra movimenti e nuove comunità: «Qui mi trovo davanti a persone e gruppi che vogliono testimoniare quell’amore reciproco che costruisce la Chiesa». In particolare, rispondendo ad una domanda di un rappresentante di Comunione e liberazione, ha detto: «Certamente dopo la veglia di Pentecoste 1998», in piazza San Pietro, convocati da Giovanni Paolo II, «ci siamo sentiti collegati, uniti da un appello del Papa che invocava lo Spirito Santo. Da quel momento Chiara Lubich ha avvertito nel Papa il desiderio che i movimenti fossero più in comunione tra di loro». Per favorire «quella presenza carismatica che è “coessenziale” alla dimensione petrina». Così, da allora «dove c’è il Movimento dei focolari c’è anche questo desiderio di unità tra movimenti e nuove comunità». Ognuno col proprio carisma, «che è complementare a quello degli altri. La comunione non è uniformità… Se il nostro carisma è più bello, la Chiesa alla fine è più bella, perché i carismi sono doni che vanno messi in reciprocità». «Come vivere il dialogo ecumenico e interreligioso in Terra Santa?», ha chiesto una giovane brasiliana. «È uno stile di vita il dialogo – ha risposto Maria Voce –, più che qualcosa che si fa. È mettersi di fronte all’altro nell’amore». Amando disinteressatamente, sempre, per primi, tutti, anche gli altri cristiani, anche i fedeli di altre religioni. «Il dialogo per noi è sempre stato un dialogo tra persone, non tra ideologie o religioni… Perché in tutti gli uomini della Terra c’è amore». Poi «l’unità viene da Dio, che agli uomini ha chiesto solo di amarsi». di Michele Zanzucchi Programma viaggio: articolo (altro…)
Feb 14, 2011 | Centro internazionale, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dall’11 al 20 febbraio Maria Voce e Giancarlo Faletti si recheranno in visita in Terra Santa. Molti gli appuntamenti pubblici previsti, soprattutto con rappresentanti del mondo ecumenico e del dialogo interreligioso, oltre naturalmente ai membri dei Focolari in queste terre. Di particolare rilievo la conferenza all’Università Ebraica di Gerusalemme sul ruolo del dialogo nel promuovere la pace, in programma il 16 febbraio. «La mia fiducia è radicata anzitutto in Gesù che, proprio in questa Terra, ha dato la vita perché “tutti siano uno” – aveva dichiarato Maria Voce in un’intervista rilasciata alla rivista Terra Santa, nel marzo 2009 – Chi crede in Lui non può che impegnarsi con tutte le forze per realizzare la fratellanza universale, l’unità della famiglia umana. È questo l’impegno del nostro Movimento e di tanti altri», aveva detto rispondendo ad una domanda sulle prospettive della Terra Santa, e se essa possa davvero essere il luogo di un dialogo autentico tra le religioni. Il programma del viaggio prevede:
- Incontro con focolarine e focolarini della Terra Santa
- Visita al patriarca Latino di Gerusalemme, SB Mons. Foud Twal
- Incontro col vescovo luterano Munib Younan, presidente della Federazione Mondiale Luterana
- Incontro con il rabbino Ron Kronish, direttore dell’ICCI
- Visita al Patriarcato Armeno ortodosso: incontro con il vescovo S.E. Aris Shirvanian
- Visita al patriarca Greco ortodosso S.B. Theofilos III
- Messa e visita alla Scaletta, il luogo dove Gesù rivolse al Padre la preghiera per l’unità, magna charta della spiritualità focolarina
- Visita all’Arcivescovo Maronita della Terra Santa Mons. Paul Nabil Sayah
- Incontro con la vice sindaco di Gerusalemme Sig.ra Neomi Tzur
- Conferenza all’Università Ebraica di Gerusalemme sul tema: “Il ruolo del dialogo nel promuovere la Pace”
- Incontro interreligioso
- Visita alle moschee sulla spianata del Tempio
- Visita al Delegato Apostolico S.E. Mons. Antonio Franco
- Incontro con la comunità dei Focolari
- Incontro con Mons. Elias Chakour, Arcivescovo greco- cattolico della Galilea. Da lì il viaggio proseguirà con tre giorni di ritiro del consiglio generale dell’Opera di Maria, e un successivo pellegrinaggio. A fine febbraio è previsto inoltre un appuntamento dei Giovani per un Mondo Unito della Terra Santa.
Foto dell’arrivo in Terra Santa, 11 febbraio: [nggallery id=15] (altro…)
Feb 11, 2011 | Non categorizzato
Feb 11, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Domenica 27 febbraio 2011 S. E. Mons. Mario Meini, vescovo di Fiesole presiederà, a Loppiano, la cerimonia di chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione di Renata Borlone, focolarina corresponsabile della cittadella dei Focolari per oltre vent’anni (1967/1990). Con essa si darà l’avvio alla successiva fase romana presso la Congregazione delle Cause dei Santi. La conclusione del processo giunge dopo un intenso e prezioso lavoro del Tribunale diocesano per ascoltare i testimoni e quello di coloro che hanno raccolto tutti i documenti possibili per conoscere la vita, le virtù e la sua fama di santità. Renata nasce il 30 maggio del 1930 a Civitavecchia. Trascorre un’infanzia serena, circondata dall’amore dei suoi, in una famiglia ricca di valori umani. In continua ricerca della verità, si iscrive alla facoltà di chimica: aspira a “lavorare in un laboratorio e collaborare ad una grande scoperta”. All’età di 19 anni l’incontro con il Movimento dei focolari: “Mentre una giovane focolarina parlava della nuova vita evangelica nata in quegli anni a Trento, avvertii con tutto il mio essere che Dio esiste, che Dio mi ama immensamente”. La pervade una luce profonda: è quel Dio-Verità che cerca! Renata decide di spendere per Lui la sua vita. Due mesi dopo conosce Chiara Lubich che le conferma la chiamata a seguire Dio e a vivere perché “tutti siano uno” (cf Gv. 17,21). Inizia così la sua straordinaria avventura che per 40 anni la vede protesa ovunque a testimoniare il Vangelo, contribuendo ad edificare questa nuova opera della Chiesa.
Nel 1967 arriva a Loppiano, dove nella radicale fedeltà al carisma dell’unità contribuisce in modo unico allo sviluppo della prima cittadella dei Focolari; mentre è guida sicura per più di mille giovani che si incamminano sulla via del focolare. A 59 anni, l’annuncio di una grave malattia. E’ per lei di luce la frase del Vangelo “Chi crede in me non morrà in eterno” e trasforma così l’ultimo tratto del suo cammino terreno in uno straordinario inno alla Vita. Pur nella sofferenza, Renata ripete fino all’ultimo istante: “Sono felice, voglio testimoniare che la morte è Vita”. Il 27 febbraio 1990 si spegne serenamente. Renata è stata un dono specialissimo per tanti e lo continua ad essere muovendoci a credere che è possibile fare qualcosa in più per migliorare il mondo. Chi ha avuto la fortuna di conoscerla ha sperimentato la vicinanza di un Dio che è Amore, una maternità spirituale che sa accogliere e sempre perdona. Galleria di Foto – Renata Borlone (altro…)
Feb 11, 2011 | Non categorizzato
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Feb 10, 2011 | Non categorizzato
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Feb 10, 2011 | Non categorizzato
Feb 10, 2011 | Non categorizzato
Feb 10, 2011 | Centro internazionale, Spiritualità
C’è anche un ecumenismo fatto di vita, non clamoroso, modesto, che costruisce silenziosamente: e costruisce sul sodo, senza voler anticipare i tempi, ma preparandoli. C’è un ecumenismo – un’ansia di unità ecclesiale – che si svolge, quasi nel nascondimento, tra umili cristiani, di modesta o nulla cultura teologica, i più laici, ragazze, ragazzi, operai, professionisti, donne di casa; ed è fatto, per lo più, non di discussioni teologiche, ma di semplice amore cristiano, che dell’ecumenismo è la fonte e della comunione sociale è l’alimento. Ne abbiamo colto varie manifestazioni, a Oriente e ad Occidente, nei Paesi cattolici e ortodossi, con partecipazione di credenti che vengono da famiglie anglicane, luterane, metodiste, ortodosse… Essi partono tutti da norme evangeliche semplici, ma basilari. Per esempio: 1) «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri»; 2) «Dove due o tre s’uniscono nel mio nome, io sono in mezzo a loro»; 3) «Che siano tutti uno». E’ un’esigenza d’amore. Nel vortice di odii e di egoismi che strangola la civiltà scoprono il loro destino eterno due, cinque, cento persone mosse dall’amore cristiano, già nell’incontrarsi tra loro. Un incontrarsi che dà gioia, strada per arrivare a Dio, Arrivando a Dio vivono in solidarietà momenti di paradiso. Non fanno discussioni, perché estranee. Si amano. E l’amore è vita, è liberazione. Realizzano una comunanza di anime, nella quale circola lo Spirito Santo; e godono dell’unità che ne risulta. I problemi da cui le scissioni religiose scaturiscono sono spesso o ignorati o accantonati, già dalla brama di unità delle Chiese, attesa da tutti, che frattanto pregano insieme, collaborano, in più casi convivono. In questa fusione le differenze possono via via scomparire di fatto, logorate dall’amore. In questa azione, dove conta solo l’amore a Gesù Cristo e alle sue verità con l’amore al fratello, col quale si vuole fare unità, non entrano le questioni, e spesso neppure le questioni sociologiche o politiche o magari metodologiche, o filosofiche: c’entra solo l’intervento dello Spirito Santo, perché dia a chi espone il Vangelo la luce e la carità. Da un articolo di Igino Giordani pubblicato su Città Nuova n.5 del 10 marzo 1976 – www.iginogiordani.info (altro…)
Feb 9, 2011 | Non categorizzato
Feb 7, 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
[:it]Un’anima all’ecumenismo – Il 3 febbraio il presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, card. Kurt Koch, ha incontrato la presidente Maria Voce e il copresidente Giancarlo Faletti, accompagnati da Joan Patricia Back e Severin Schmid, responsabili del Centro per il dialogo ecumenico.
Un’occasione per aggiornare il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, sulla vita ecumenica dei Focolari e sulle sue iniziative. Il cardinale ha mostrato grande interesse, stima e riconoscenza per quanto Chiara Lubich ha operato in questo campo e per come il Movimento lo porta avanti. Nell’appuntamento si è parlato dell’incontro di Maria Voce con il Patriarca Bartolomeo, avuto il 27 dicembre scorso al Fanar, sede del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
Al presidente del dicastero vaticano, Maria Voce ha delineato lo specifico in campo ecumenico dei Focolari i cui membri si impegnano nel mondo e a vari livelli nel “dialogo della vita”. Questo anche il titolo di un libro dato al cardinale con i discorsi di Chiara Lubich a Ginevra nel 2002. Durante l’incontro si è parlato del 3° anniversario della morte di Chiara e del 50° della fondazione del Centro Uno che sarà celebrato dall’11 al 16 marzo a Cadine (Trento) con una settimana di incontro ecumenico internazionale. Si è parlato inoltre delle focolarine e i focolarini di altre Chiese e del loro incontro a gennaio con il card. Rylko, del Pontificio Consiglio dei laici, a Castel Gandolfo. Il card. Koch ha commentato: “Ogni vocazione viene dallo Spirito Santo”. Si è quindi presentata l’iniziativa “Insieme per l’Europa”, raccontandone la storia e gli sviluppi fino al prossimo incontro del 2012 a Bruxelles e si è parlato delll’incontro annuale ecumenico dei vescovi.
Maria Voce ha detto al cardinale che la ragione principale dell’incontro era per assicurargli il sostegno e le preghiere di tutto il Movimento per il suo lavoro. Il cardinale ha poi chiesto alla presidente il significato del suo nome “Emmaus”, e lei lo ha spiegato ricordando il punto cardine della spiritualità dell’unità, che riguarda proprio la presenza spirituale di Gesù fra i suoi, “Gesù in mezzo” (Mt, 18-20). E il cardinale ha commentato: “senza la presenza mistica di Gesù non si arriva all’unità, gli uomini non sono in grado… è Gesù”.[:en]A soul for ecumenism – On the 3rd February the President of the Pontifical Council for Promoting Christian Unity, Cardinal Kurt Koch, met Maria Voce (President of the Focolare Movement) and Co-President Giancarlo Faletti, accompanied by Joan Patricia Back and Severin Schmid who are jointly responsible for “Centro Uno”, the Focolare Centre for Ecumenical Dialogue.
It was an opportunity to update Cardinal Kurt Koch, President of the Pontifical Council for Promoting Christian Unity, about the ecumenical life and initiatives of the Focolare. The Cardinal showed great interest, respect and recognition of how much Chiara Lubich worked in this field and how the Movement continues to this day take the work ahead. Maria Voce (Emmaus) also told the Cardinal about her meeting on 27th December 2010 at the Fanar, the seat of the Ecumenical Patriarch of Constantinople in Istanbul.
For the President of the Vatican department, Maria Voce sketched out the aims of ecumenical work by members of the Movement throughout the world at various levels especially in the ‘dialogue of life’. This is also the title of a book given to the Cardinal containing talks Chiara gave in Geneva in 2002. During the meeting they also talked about the 3rd anniversary of Chiara’s death and the 50th anniversary of the foundation of “Centro Uno” which will be celebrated on 12th March in Trent, Northern Italy, during an international ecumenical week (11th-16th March) at Cadine, Trent. Emmaus spoke to the Cardinal about the focolarini men and women who belong to churches other than the Roman Catholic Church, and of their meeting with Cardinal Rylko, President of the Pontifical Council for the Laity, at Castel Gandolfo (Rome). Cardinal Koch commented: “Every vocation comes from the Holy Spirit”. Then there was an explanation of the initiative ‘Together for Europe’, its history and the latest developments for the next meeting in May 2012 in Brussels , they also talked about the annual ecumenical meeting of bishops from different Churches.
Maria Voce told the Cardinal that the principal reason for the meeting was to assure him of the support and prayers of the whole Movement for his work. The Cardinal asked Maria Voce the meaning of her other name “Emmaus”, and she explained it recalling the main point of the spirituality of unity, which is centred on the presence of Jesus united in his name, ‘Jesus in the Midst’ (Mt 18:20). The Cardinal commented: “Without the mystical presence of Jesus, unity cannot be reached, people are incapable… it’s Jesus”.[:de]Der Kardinal hat großes Interesse an der ökumenischen Arbeit der Fokolar-Bewegung gezeigt. Maria Voce hatte um diese Begegnung gebeten, um den Kardinal über ihren Besuch beim Ökumenischen Patriarchen von Konstantinopel Bartholomäus I zu unterrichten.
In wenigen Strichen beschrieb Maria Voce den „Dialog des Lebens“, den die Mitglieder der Fokolar-Bewegung auf allen Ebenen zu führen suchen. Es ging auch um den dritten Todestag Chiara Lubichs, den die Bewegung vom 11.-16. März in Trient begehen möchte, gleichzeitig mit dem 50jährigen Bestehen des Centro Uno. Als Kardinal Koch auch die Fokolare und Fokolarinnen aus anderen Kirchen vorgestellt wurden, kommentierte er: „Jede Berufung kommt vom Heiligen Geist“. Weitere Themen der Begegnung waren „Miteinander für Europa“ und das Ökumenische Bischofstreffen der Bewegung.[:es]Un alma al ecumenismo – El 3 de febrero el Presidente del Consejo Pontificio para la unidad de los cristianos, el Card. Kurt Koch, se encontró con la Presidente María Voce y el Co-presidente Giancarlo Faletti, acompañados por Joan Patricia Back y Severin Schmid, responsables del Centro para el diálogo ecuménico.
Una ocasión para poner al día al Cardenal Kurt Koch, Presidente del Consejo Pontificio para la unidad de los cristianos, sobre la vida ecuménica de los Focolares y sobre sus iniciativas. El Cardenal demostró mucho interés, estima y reconocimiento por cuanto Chiara Lubich ha hecho en este campo y por la forma como el Movimiento lo lleva adelante. La cita la había solicitado María Voce (Emmaus) para referir al Cardenal del encuentro con el Patriarca Bartolomé, realizado el 27 de diciembre pasado en el Fanar, sede del Patriarcado ecuménico de Constantinpla.
María Voce delineó al Presidente del dicasterio vaticano las características específicas de los Focolares en el campo ecuménico en donde sus miembros están comprometidos, en distintos niveles, en el “diálogo de la vida”. Llevaba este título también un libro que le dieron al Cardenal con los discursos de Chiara Lubich en Ginebra en el 2002. Durante el encuentro se habló del 3º aniversario de la muerte de Chiara y del 50º de la fundación del Centro Uno que se celebrará del 11 al 16 de marzo en Cadine (Trento) con un encuentro ecuménico internacional de una semana. Después presentaron al Cardenal las focolarinas y los focolarinos de otras Iglesias y también se habló de su encuentro en enero con el Card. Rylko, del Consejo Pontificio para los laicos, en Castelgandolfo. El Card. Koch comentó: “Toda vocación viene del Espíritu Santo”. Seguidamente presentaron la iniciativa “Juntos por Europa”, contándole la historia y su desarrollo hasta el próximo encuentro del 2012 en Bruselas y se habló del encuentro anual ecuménico de los obispos.
María Voce dijo al Cardenal que la razón principal del encuentro era asegurarle el apoyo y las oraciones de todo el Movimiento por su trabajo. Y el Cardenal preguntó a la Presidente el significado de su nombre “Emmaus”, y ella se lo explicó recordando un punto fundamental de la espiritualidad de la unidad, que se refiere precisamente a la presencia espiritual de Jesús entre los suyos, “Jesús en medio” (Mt. 18,20). Y el Cardenal comentó: “sin la presencia mística de Jesús no se llega a la unidad, los hombres no pueden… sólo Jesús”.[:fr]Donner une âme à l’œcuménisme – Le 3 février, le président du Conseil pontifical pour l’unité des chrétiens, le cardinal Kurt Koch, a rencontré la présidente Maria Voce et le coprésident Giancarlo Faletti, qui étaient accompagnés de Joan Patricia Back et de Severin Schmid, responsables du Centre pour le dialogue œcuménique.
L’occasion de mettre le cardinal Kurt Koch, président du Conseil pontifical pour l’unité des chrétiens, au courant de la vie œcuménique des Focolari et des initiatives que celle-ci suscite. Le cardinal a manifesté beaucoup d’intérêt, d’estime et de reconnaissance pour tout ce que Chiara Lubich a accompli dans ce domaine, mais aussi pour la façon dont le mouvement le fait avancer. Ce rendez-vous a eu lieu à la demande de Maria Voce (Emmaüs), qui souhaitait rendre compte au cardinal de sa rencontre avec le patriarche Bartholomée, le 27 décembre dernier, à Fanar, le siège du patriarcat œcuménique de Constantinople.
Maria Voce a expliqué au président du dicastère du Vatican la spécificité, sur le plan œcuménique, des Focolari, dont les membres s’engagent à l’échelle du monde et à divers niveaux dans le « dialogue de la vie ». Cette expression est également le titre d’un livre offert au cardinal et qui contient les discours prononcés par Chiara Lubich à Genève en 2002. Lors de la rencontre, il a été question du 3ème anniversaire de la mort de Chiara et du 50ème anniversaire de la fondation du centre Uno, qui sera célébré du 11 au 16 mars à Cadine, près de Trente, par une semaine de rencontres œcuméniques internationales. Puis les focolarines et focolarini appartenant à d’autres Églises ont été présentés au cardinal et lui ont parlé de leur rencontre avec le cardinal Rylko, du Conseil pontifical pour les laïcs, à Castel Gandolfo, en janvier. Le cardinal Koch a commenté : « Toute vocation est inspirée par l’Esprit Saint. » Il y a donc eu la présentation de l’initiative « Ensemble pour l’Europe », avec une évocation de son histoire et de ses évolutions jusqu’à la prochaine rencontre à Bruxelles, en 2012, et la rencontre œcuménique annuelle des évêques a elle aussi été abordée.
Maria Voce a dit au cardinal qu’elle avait voulu le rencontrer avant tout pour l’assurer du soutien et des prières de tout le mouvement pour son travail. Et le cardinal a ensuite demandé à la présidente le sens de son nom, « Emmaüs ». Elle le lui a expliqué en rappelant le point central de la spiritualité de l’unité, qui concerne justement la présence spirituelle de Jésus parmi les siens, « Jésus au milieu » (Mt, 18-20). Le cardinal a alors fait ce commentaire : « Sans la présence mystique de Jésus, on n’arrive pas à l’unité. Les hommes n’en sont pas capables… seul Jésus le peut. »[:pt]Uma alma para o ecumenismo – No dia 3 de fevereiro o presidente do Pontifício Conselho para a unidade dos cristãos, card. Koch, recebeu a presidente Maria Voce e o copresidente Giacarlo Faletti, acompanhados por Joan Patricia Back e Severin Schmid, responsáveis pelo Centro para o diálogo ecumênico.
Uma ocasião para dar ao cardeal Kurt Koch notícias sobre a vida ecumênica do Movimento e sobre as suas iniciativas. O cardeal demonstrou grande interesse, estima e reconhecimento por tudo o que Chiara Lubich realizou neste campo e pelo modo como o Movimento dá continuidade ao seu trabalho. A visita tinha sido solicitada por Maria Voce (Emmaus) a fim de referir ao cardeal sobre o encontro com o Patriarca Bartolomeu, em 27 de dezembro passado, no Fanar, sede do Patriarcado ecumênico de Constantinopla.
Falando ao presidente deste Conselho romano, Maria Voce delineou a ação específica dos membros do Movimento no campo ecumênico, que no mundo inteiro e em vários níveis, buscam atuar o “diálogo da vida”. É este, inclusive, o título de um livro que presenteou ao cardeal, com os discursos de Chiara Lubich em Genebra, em 2002. Durante o encontro falou-se ainda do 3º aniversário de morte de Chiara Lubich e do cinquentenário da fundação do Centro Uno, que será celebrado de 11 a 16 de março em Cadine (Trento), com uma semana de encontro ecumênico internacional.
Foram apresentados ao cardeal as focolarinas e os focolarinos de outras Igrejas, e falou-se do encontro que eles tiveram em janeiro com o cardeal Rylko, do Pontifício Conselho para os leigos, em Castelgandolfo. O card. Koch comentou: “Toda vocação vem do Espírito Santo”. Enfim apresentou-se a iniciativa “Juntos pela Europa”, narrando o seu percurso e desenvolvimentos, até o próximo encontro de 2012, em Bruxelas, e comentou-se sobre o encontro anual ecumênicos dos bispos.
Maria Voce disse ao cardeal que a razão principal da visita era assegurar-lhe o apoio e as orações de todo o Movimento pelas suas atividades. Perguntou-lhe, depois, o significado do seu nome, “Emmaus”, e a presidente o explicou, recordando o aspecto fundamental da espiritualidade da unidade que diz respeito justamente à presença de Jesus entre os seus, “Jesus no meio” (Mt 18,20). “Sem a presença mística de Jesus não se chega à unidade, os homens não podem fazê-lo… é Jesus”, foram as palavras do cardeal.[:zh]
致力大公合一運動的同一心志:普世博愛運動會長傅瑪利(Maria Voce)、協同會長方樂德(Giancarlo Faletti)在大公合一運動中心的負責人芭克(Joan Patricia Back)與舒密迪(Severin Schmid)的陪同下,拜會教廷促進基督徒合一委員會主席科赫樞機(card. Kurt Koch)。
藉此機會給教廷促進基督徒合一委員會主席科赫樞機匯報普世博愛運動在大公合一運動上的生活與各項舉措。科赫樞機深感興趣,對盧嘉勒在這方面的建樹表示欽慕與感激,並讚賞運動繼續往前發展所付出的努力。
傅瑪利會長要求拜會科樞機,旨在向他報告去年12月27日在君士坦丁堡法納爾(Fanar)東正教宗主教的府邸與巴爾多祿茂一世(il Patriarca Bartolomeo)的會面。
傅瑪利又給梵蒂岡大公合一運動委員會主席科赫樞機概括地介紹普世博愛運動在大公合一運動上的特有使命。全球的成員在不同層次上致力展開『生活的對話』。會長又向科赫樞機呈贈一本書,內容是盧嘉勒於2002年在日內瓦對其他基督教派的講話。其後又談到今年是盧嘉勒去世三周年紀念,也適逢普世博愛運動屬下合一中心成立50周年,爲此從3月11日至16日,將在意大利特倫托卡甸尼(Cadine)瑪利亞之城中心舉行為期一周的國際性大公合一運動會議。隨後,給科赫樞機介紹一些其他基督宗派的普世博愛運動男女核心成員。大家又談到一月份,教廷平信徒委員會主席韋高樞機(card. Rylko)到岡道福堡探訪,他們有幸與韋高樞機會晤。科赫樞機表示:「每個聖召都是來自天主聖神。」會長又向科赫樞機介紹『共建歐洲』倡議計劃,並談到這個舉措的開始和發展經過,以及將於2012年在布魯塞爾舉行下一屆『共建歐洲』會議。最後他們還談及不同基督宗派的主教的周年聚會。
傅瑪利向科赫樞機表示,這次拜會的主要目的,是為向他保證整個運動所有成員的支持,並為他的工作而祈禱。科赫樞機談到謀求基督徒合一的努力時表示:「在這方面,合一的靈修精神是必須的,否則徒然是一個沒有靈魂的機構或建築。」之後,科赫樞機又問及傅瑪利別名Emmaus(厄瑪烏)的意義。她解釋這是合一靈修的其中一個要點,恰恰有關耶穌精神上臨在祂的門徒中,即耶穌在中間(瑪18-20)。科赫樞機指出:「缺乏耶穌奧妙性的臨在便無法達成合一。人沒有這種能力……,唯獨耶穌。」
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Feb 5, 2011 | Non categorizzato
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Feb 5, 2011 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Spiritualità
Quale il senso di un tale incontro? In questo tempo di trasformazioni sociali, di crisi, ma anche di ricerca di nuovi modelli di testimonianza della fede, molti sono i vescovi che avvertono l’esigenza di attuare uno scambio di vedute e di esperienze. Occorre riscoprire, della realtà ecclesiale, la parte mistica e spirituale – dicono – che offre nuovi approcci e speranze. “Occorre una lettura costruttiva dei segni dei tempi”, afferma il Card. Miloslav Vlk, moderatore di questi Convegni, e continua: “L’oggi e’ ricco di sfide stimolanti che richiedono nuovi approfondimenti e possono aprire prospettive inedite.” Tra gli interventi, quello del Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione dei Vescovi, del Card. Gianfranco Ravasi, Prefetto del pontificio Consiglio per la Cultura e del Card. Kurt Koch, Presidente del P. C. per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Accanto ai contributi di alcuni vescovi provenienti dalle regioni più provate del mondo in questo momento, ci sarà una conversazione di Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari, sull’Adesione al volere di Dio nella vita del Cristiano. E’ il tema che segna il cammino spirituale dei Focolarini in quest’anno e che conduce ad un “sì” libero e responsabile al disegno di Dio. Un momento speciale: l’Udienza con Benedetto XVI, prevista nell’ambito dell’udienza del mercoledì, occasione per esprimere quella comunione “effettiva ed affettiva” che lega i vescovi al Papa.
Ci saranno vari momenti di riflessione teologica e filosofica, di aggiornamenti sull’attualità della Chiesa (come l’Anno Sacerdotale e la formazione dei sacerdoti) e di presentazione di fatti di vita evangelica. Il tutto intercalato da momenti di meditazione, di celebrazioni, di preghiere in comune, di passeggiate. Saranno giorni di respiro tonificante per il corpo e l’anima. A conclusione del Convegno un folto gruppo di vescovi visiterà la cittadella di Loppiano, nei pressi di Firenze, dove ha sede anche l’Istituto Universitario Sophia (IUS) promotore di una cultura dell’unità percepita oggi più che mai necessaria. Quest’anno si svolgeranno incontri di vescovi nello stesso spirito in diversi paesi dell’Africa, in Asia, in Medio Oriente e in alcune nazioni europee e dell’America del Sud. (altro…)
Feb 4, 2011 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nasce a Cembra di Trento, proprio nel giorno di Natale del 1917, e viene chiamata Natalia. Sua madre appartiene alla borghesia, mentre suo padre è figlio di contadini di un piccolo paese sulle montagne trentine, Tonadico. A 16 anni è provata dal dolore: il padre muore improvvisamente. A 18 anni insegna in una scuola di avviamento professionale. Qualche anno dopo scoppia la guerra. Il fidanzato parte per il fronte. Il dramma della guerra la disorienta: “È come se le bombe cadessero anche dentro di me, fanno crollare” – come scrive nelle sue note autobiografiche – “ad uno ad uno i miei interessi”. Siamo nel 1945 quando un’amica le parla di un gruppo di ragazze che “possono interessarle”. Così si trova nel piccolo appartamento di piazza Cappuccini, dove incontra Chiara Lubich che le parla della scelta radicale di Dio di una giovane, bella e ricca, Chiara d’Assisi. Scriverà: “Non sapevo più se era la storia di Chiara d’Assisi o la sua o… la mia. Anch’io mi trovai sulle labbra quella stessa parola, anch’io volevo scegliere Dio come Ideale della mia vita”. Una scelta che si concretizzerà con il far fagotto di tutto: vestiti, pellicce, cosmetici e gioielli. “Ma – scrive – non mi sarà altrettanto facile staccarmi dagli affetti”. Proprio in quel momento il fidanzato torna dal fronte. “Pur nello strappo che mi lacerava”, come scrive, risponde con un sì radicale alla chiamata di Dio.
Una scelta che ha suscitato una straordinaria fecondità. Basti ricordare i 44 anni trascorsi in America Latina. La rete d’ amore che aveva intessuto da quel primo viaggio nel 1958, insieme a Marco Tecilla e Fiore Ungaro, si espande non solo in Brasile, Argentina, ma anche in Uruguay, Cile, Bolivia e via via in tutti i Paesi dell’America Latina. Coinvolge ora oltre 520.000 persone di ogni età e categoria sociale. Oltre 35.000 sono i membri attivi del Movimento. Una rete d’ amore che influisce sulla vita culturale, politica ed economica di questi Paesi. Nel ’98 l’università nazionale di Buenos Aires, UBA, assegnando una laurea h.c. a Chiara Lubich, nel corso di un suo viaggio, riconosce che è in atto “un umanesimo profetico ed emancipatore, un ideale che stabilisce ponti tra le diverse forme di sapere”. Quando l’Argentina, in questi ultimi anni, attraversa una profonda crisi economica e politica, membri dei Focolari danno il loro apporto al “Tavolo di dialogo” tra società e governo. Lia ha curato in modo particolare, insieme ad un altro dei primi focolarini, Vittorio Sabbione, la nascita e lo sviluppo della cittadella di O’Higgins che diviene seme di una società rinnovata dal Vangelo, con un polo imprenditoriale, punto di riferimento per le aziende ispirate al progetto dell’Economia di comunione, lanciato da Chiara Lubich proprio in America Latina, in Brasile, nel 1991.
In questi anni, ha intessuto un dialogo profondo anche con seguaci di altre religioni. Un buddista, rivolgendosi ora a lei, scrive: “Ora tu sei lì e ci attirerai sempre di più verso l’eternità; e arriveremo rinnovati dall’amore, come ci dicevi”. E Chiara, annunciando la sua partenza a tutto il Movimento scrive: “Non si sente questa separazione, perché l’unità con lei è sempre più forte”. In due libri editi da Città Nuova, Lia ha raccontato la sua ricchissima esperienza: ‘Giornale di viaggio’, nel 1970, (tradotto in Argentina da Ciudad Nueva col titolo ‘Teijendo una red’) e ‘Alle radici’, nel 2003, dove narra delle origini del Movimento dei Focolari in Sudamerica. (altro…)
Feb 3, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“Un vero sviluppo per l’Africa deve portare con sé la spiritualità di comunione, la preoccupazione per gli altri e la solidarietà con i bisognosi” – ha affermato in apertura il vice rettore della CUEA, prof. Maviiri. “Le idee innovative in questa conferenza offrono grandi speranze e grandi opportunità per lo sviluppo umano, in un continente dove circa il 60% delle persone continua a vivere sotto la soglia di povertà”, ha concluso Kiflemariam Abraham, professore presso lo stesso ateneo. Presente anche il Nunzio apostolico in Kenya, l’arcivescovo Paul Alain Lebeaupin: “Sono felice che il Movimento dei Focolari abbia potuto offrire questo messaggio dell’EdC che il Papa sente molto“. Le sfide che l’Africa ha di fronte sono state affrontate con lucida razionalità da Geneviève A. Sanze, esperta di Business Ethics e sviluppo sostenibile.
Un forte accento è stato dato ad esperienze concrete di imprenditori ed economisti da tutto il mondo. Come Teresa Ganzon, amministratore delegato di Banko Kabayan (Filippine), nel settore della microfinanza, una realtà molto sentita in Africa. O John Mundell – USA, presidente della Mundell & Associates, nella vita di tutti i giorni in un ambiente fortemente competitivo. Nei giorni precedenti, dal 23 al 25 gennaio, la «Mariapoli Piero», cittadella dei Focolari a K
alimoni (Nairobi), ha ospitato la prima «Economy of Communion School» per giovani aspiranti imprenditori, provenienti soprattutto dall’Africa. “Uno degli eventi più forti che io ricordi con l’EdC” – ha affermato il prof. Bruni alla sua conclusione. Tra i risultati della scuola panafricana annoveriamo:
Aver messo le basi del futuro polo industriale alla Mariapoli Piero, per il quale ci sono già 15 soci e i primi fondi. I poli aziendali sono tra gli elementi base dell’intuizione sull’EdC. Sorgono nei pressi delle cittadelle del Movimento in modo da tenere sempre vivo lo spirito del progetto. Si tratta di una concentrazione di imprese, un laboratorio visibile e un punto di riferimento, ideale e anche operativo, delle altre imprese EdC. Attualmente, ci sono 7 poli costituiti: Argentina, Italia, Brasile (2), Croazia, Belgio e Portogallo e 3 poli in fase di avviamento: Brasile (Benevides – PA), Filippine, Germania.
- L’adesione di una decina di imprenditori africani all’Economia di Comunione con la loro impresa.
- Alcuni progetti concreti: come l’ingresso del Bangco Kabayan in Burundi come partner in un programma di micro-credito, iniziando così la sua prima attività fuori dalle Filippine.
“Qui la gente vuole vivere”- dichiara il coordinatore Bruni al termine della scuola – “Mi ha colpito vedere quanto amano studiare qui i giovani. Per loro entrare in un college è l’impresa della vita, perché significa futuro. Si vedono giovani studiare di notte sotto i lampioni pubblici perché non tutti hanno la luce a casa …. Senza questo desiderio e fame di futuro il nostro movimento non può crescere”. Sito ufficiale dell’Economia di Comunione: www.edc-online.org Economia di comunione per lo sviluppo dell’Africa – Osservatore Romano, 28 gennaio 2011
Feb 3, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“Passando da una regione all’altra ho pensato che Dio ha elargito tanti doni qui”, ha costatato più volte Maria Voce durante il suo soggiorno in Spagna dal 14 al 30 gennaio 2011. L’ultima tappa è iniziata domenica 23 gennaio a Madrid, dove la presidente dei Focolari ha incontrato numerosi membri del Movimento venuti da Galizia, Castilla, León, Paesi Baschi, Navarra, Cantabria, Asturias, Murcia, Madrid. La cittadella del Movimento, “Castello Esteriore”, nei pressi di Madrid (Località Las Matas), ha accolto Maria Voce nell’ultima settimana. Questo centro, che è il cuore dei Focolari in Spagna, ha lo scopo di custodire e testimoniare l’unità di tutti nella varietà delle loro culture. La presidente ha incoraggiato gli abitanti della cittadella ad allargare questo servizio alla Chiesa e alla società di questo Paese.
Una giornata è stata dedicata a visitare Avila e Segovia, le città di Santa Teresa di Gesù e San Giovanni della Croce, i grandi mistici spagnoli tanto amati da Chiara Lubich. Sul libro degli ospiti del Convento di Segovia, Maria Voce ha scritto: “Grazie, San Giovanni, per il fascino della santità che continui a diffondere e che sempre ci lascia incantati. Aiutaci a salire sul Monte con te ed irradiare luce attorno a noi come hai fatto tu. Affascina soprattutto i giovani!”. Si sono susseguiti cordiali incontri con il Nunzio, Mons. Frattini, col vescovo di Pamplona Mons. Francisco Pérez, e Mons. Juan Antonio Reig di Alcalá de Henares, la visita alla sede dell’Editrice Ciudad Nueva e, infine, l’appuntamento più atteso: Positive Revolution! Protagonistas de nuestro mundo. L’incontro con centinaia di giovani, pieno di emozioni e profondo ascolto, ha messo in evidenza come i giovani possono essere e sono già protagonisti di questo mondo, cambiandolo in positivo. La consegna di Maria Voce prima di partire: “Ogni comunità, ogni popolo che compone la Spagna ha qualcosa da dare a tutti gli altri. L’unità non è uguaglianza. Consiste nel fatto di essere consapevoli del frutto dell’amore reciproco; l’unità è il frutto di una grazia che Gesù manda quando c’è l’amore reciproco. Questo vuol dire: rendersi coscienti che io ho un dono da dare agli altri, e che gli altri hanno un dono da dare a me; e mettere questo dono a disposizione”. (altro…)
Feb 2, 2011 | Cultura
L’ultimo appuntamento di CeD, lo scorso 19 gennaio, ha coinvolto un gruppo variegato di operatori del diritto: studenti, giudici, tra cui un giudice della Corte Suprema di Giustizia, un rettore dell’università, alcuni avvocati dell’ufficio di difesa pubblica e liberi professionisti. Dopo il Congresso internazionale del 2005 a Castel Gandolfo, la rete di Comunione e diritto di Santo Domingo si è sviluppata sempre più sentendo l’urgenza di incidere con una nuova cultura giuridica nel tessuto sociale e politico della piccola ma vivace Repubblica. 
Al centro del programma dell’evento il tema della prof. Amy Uelmen della Fordham University di New York su “Valori cristiani e pratica giuridica”. La prof. Uelmen ha evidenziato come ogni persona può “mettere in correlazione” i propri valori e principi con la vita personale e professionale e trovare soluzioni ai problemi quotidiani, anche difficili. L’intervento dell’ avv. Angel Cano ha portato nel vivo della situazione professionale. La sua riflessione, rilevando come in certi casi le libere professioni agiscono secondo una mentalità di tipo commerciale, il cliente viene piuttosto concepito come qualcuno da sfruttare per il massimo guadagno, invece di considerarlo come una persona i cui diritti e interessi vanno difesi. Comunione e Diritto è apparsa come una via per guarire questa piaga. Le domande e le riflessioni dei partecipanti esprimevano la necessità di avere luoghi per queste riflessioni e l’impegno etico di compromettersi nel lavoro per la giustizia: “Parole dal cuore parlano al cuore” ha commentato al termine un alto magistrato. Per tanti è stato aver trovato “Gli strumenti di cui c’è bisogno per portare avanti questa visione”. Il giorno dopo, un appuntamento di rilievo. Presso la Commissione per la Riforma e la Modernizzazione della Giustizia il gruppo di operatori CeD ha incontrato il responsabile Lino Vásquez Samuel. L’Alto funzionario ha espresso grande interesse per i progetti concreti di Comunione e Diritto dicendosi disponibile a collaborare e nel dialogo è emerso come i valori portati da Comunione e Diritto possano rafforzare l’integrità del sistema giuridico. (altro…)
Feb 2, 2011 | Non categorizzato
Feb 1, 2011 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Tante le esperienze raccontate dai giovani dei Focolari sul loro vissuto quotidiano: nello studio, nelle loro attività dei weekend, organizzando concerti solidali, costruendo “ponti di fraternità” (come con i giovani musulmani a Tangeri). Molto forte e profonda l’esperienza sul dolore, raccontata da un giovane con una grave malattia, che ha dato spunto a Maria Voce – invitata dagli stessi giovani data la sua presenza in Spagna –, a parlare della chiave per costruire l’unità: Gesù abbandonato, culmine dell’amore di Dio per gli uomini. Lei ha invitato i giovani a prendere su di sé i dolori altrui, le divisioni, le difficoltà… e trasformarle in amore, come ha fatto Lui.
La presidente dei Focolari si è rivolta ai giovani col suo stile profondo e diretto: “Nel tiro con l’arco, quando si vuole fare centro, si deve guardare più in alto, perché nella traiettoria la freccia discende. Dovete guardare più in alto per colpire l’obiettivo. Guardate in alto, non abbiate paura, siete voi i protagonisti della vostra vita. Non aspettate il domani per fare il mondo nuovo. Il mondo nuovo lo state facendo adesso. Siete voi. E avete già cominciato. Come? Come i giovani ci hanno raccontato prima: prendendo le parole del rivoluzionario più grande, Gesù Cristo. La sua rivoluzione è iniziata duemila anni fa e non è ancora finita. Ognuno di noi deve fare la propria parte per questa rivoluzione, partendo dalla parola amore. Vivendo nell’amore, essendo amore vivo per tutte le persone che incontrerete. Non vi accontentate di qualcosa di meno”. Ed ha concluso con una sfida: “Questa sera avete iniziato qualcosa di grande. Andate avanti, senza paura. Il mondo è vostro. La rivoluzione positiva è cominciata”. Positive RevolutiON! ha coinvolto anche migliaia di giovani che già lavorano e vivono per un mondo unito delle diverse zone del mondo. Lo testimoniano i numerosi messaggi arrivati. La giornata si è conclusa a mezzanotte con una festa “esplosiva” preparata dai Giovani per un mondo unito. Tutti sono partiti con la gioia impressa sui volti, con l’impegno di cominciare subito la “rivoluzione positiva”, come una risposta concreta alla difficile situazione che attraversano i giovani non solo in Spagna. Prossimi appuntamenti per tutti: il “Meeting internazionale dei giovani per un mondo unito”, a Catelgandolfo (Roma), prima della beatificazione di Giovanni Paolo II; e la Giornata Mondiale della Gioventù ad agosto 2011 a Madrid. E gli echi, a caldo, continuano ad arrivare:
- “Conoscere gente nuova, da diversi punti della Spagna, tanti giovani che – come me – vogliono un mondo diverso… Spero che si ripeta!”.
- “Sconvolgente, nuovo, in queste ore sono migliorato… “Bisogna guardare più in alto, come nel tiro con l’arco”. E ce l’abbiamo fatta!”.
- “Mi sono piaciute tanto le parole di Maria Voce perché erano belle e molto profonde. Quando senti tutte queste cose rifletti un po’ e dici: “adesso sarò una persona migliore”. E’ emozionante vedere tanti giovani”.
- “Molto bello e molto divertente. Adesso tornerò a scuola e quando farò qualcosa penserò: “questo lo faccio per amore”.
- “Il fatto che fosse semplice e preparato da tutti in modo che tutti si sentissero protagonisti ha aiutato tanto. I workshop sono stati una buona idea: c’era chi pensava di andare a sedersi e parlare di qualcosa poco interessante e invece sono stati divertenti, dinamici e partecipativi”.
- “Non immaginavo tanti giovani della nostra età! Questo è stato molto incoraggiante”.
- “Questo incontro comporta un cambiamento, ti ricarica, soprattutto per quello che ha detto Maria Voce alla fine: non lasciare per domani quello che possiamo fare oggi”.
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Feb 1, 2011 | Focolari nel Mondo
Feb 1, 2011 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
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Feb 1, 2011 | Parola di Vita
“Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio”. Questa Parola ci dice qualcosa che ha a che fare con la nostra vita di cristiani, nella quale lo Spirito di Gesù introduce un dinamismo, una tensione che Paolo condensa nella contrapposizione fra carne e spirito, intendendo per carne l’uomo intero (corpo e anima) con tutta la sua costituzionale fragilità e il suo egoismo continuamente in lotta con la legge dell’amore, anzi con l’Amore stesso che è stato riversato nei nostri cuori . Coloro infatti che sono guidati dallo Spirito, devono affrontare ogni giorno il “buon combattimento della fede” per poter rintuzzare tutte le inclinazioni al male e vivere secondo la fede professata nel battesimo. Ma come? Si sa che, perché lo Spirito Santo agisca, occorre la nostra corrispondenza, e san Paolo, scrivendo questa Parola, pensava soprattutto a quel dovere dei seguaci di Cristo, che è proprio il rinnegamento di sé, la lotta contro l’egoismo nelle sue forme più svariate. Ma è questa morte a noi stessi che produce vita, così che ogni taglio, ogni potatura, ogni no al nostro io egoistico è sorgente di luce nuova, di pace, di gioia, di amore, di libertà interiore; è porta aperta allo Spirito. Rendendo più libero lo Spirito Santo che è nei nostri cuori, egli potrà elargirci con più abbondanza i suoi doni, e potrà guidarci nel cammino della vita. “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio”. Come vivere allora questa Parola? Dobbiamo anzitutto renderci sempre più coscienti della presenza dello Spirito Santo in noi: portiamo nel nostro intimo un tesoro immenso; ma non ce ne rendiamo abbastanza conto. Possediamo una ricchezza straordinaria; ma resta per lo più inutilizzata. Poi, affinché la sua voce sia da noi sentita e seguita, dobbiamo dire di no a tutto ciò che è contro la volontà di Dio e dire di sì a tutto il suo volere: no alle tentazioni, tagliando corto con le relative suggestioni; sì ai compiti che Dio ci ha affidato; sì all’amore verso tutti i prossimi; sì alle prove e alle difficoltà che incontriamo… Se così faremo lo Spirito Santo ci guiderà dando alla nostra vita cristiana quel sapore, quel vigore, quel mordente, quella luminosità, che non può non avere se è autentica. Allora anche chi è vicino a noi s’accorgerà che non siamo solo figli della nostra famiglia umana, ma figli di Dio.
Chiara Lubich
Gen 31, 2011 | Focolari nel Mondo
One of the families I had been working with had broken the rules of the homeless shelter, and we had to then take the next step according to the policy and dismiss this family from the program. It wasn’t easy, since children were involved, and we had to find a place where they could go. The mother spoke with the director of the agency, who didn’t know all the facts, and he decided to allow the family to stay longer. I was upset at the way our work was undercut so I sent an email to the director stating my disappointment and justifying our position.
That night, remembering the Scripture sentence we were trying to live, I understood that I had to be led by the Spirit. I had to go beyond mere professionalism, and love the director by listening to his opinion.
The next day I apologized to him. As we talked the problem through, we found a way to proceed better with our work. Our dialogue was restored.
— A. S., Texas
Source: Living City, February 2011
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Gen 31, 2011 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
After college, I began job hunting. I found a job through a temp agency, but I was getting paid off the books, without health insurance. They asked me to lie to the customers I called, in order to get their business. I considered this really wrong and totally against my values! I decided to quit, even though it was a difficult decision because I was the financial support of my family. I felt I had to do God’s will, leaving behind everything that went against him.
My family was in shock, and I often felt like crying, but knew I couldn’t. I had to be “up” to help the rest of the family think positive.
Three weeks later, I found a full-time job in a film company.
A.C. India
Source: Living City, February 2011
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Gen 31, 2011 | Parola di Vita
“La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune” (At 4,32)
Questa Parola presenta uno di quei quadretti letterari (vedi anche 2,42; 5,12-16), nei quali l’autore degli Atti degli Apostoli ci fa conoscere a grandi linee la prima comunità cristiana di Gerusalemme. Questa vi appare caratterizzata da una straordinaria freschezza e dinamismo spirituale, dalla preghiera e dalla testimonianza, soprattutto da una grande unità, la nota che Gesù aveva voluto come contrassegno inconfondibile e sorgente della fecondità della sua Chiesa.Lo Spirito Santo, che viene donato nel Battesimo a tutti coloro che accolgono la parola di Gesù, essendo spirito di amore e di unità, faceva di tutti i credenti una cosa sola con il Risorto e tra di loro superando tutte le differenze di razza, di cultura e di classe sociale.
“La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune”.
Ma vediamo più dettagliatamente gli aspetti di questa unità. Lo Spirito Santo operava innanzitutto fra i credenti l’unità dei cuori e delle menti, aiutandoli a superare quei sentimenti che la rendono difficile, nella dinamica della comunione fraterna. L’ostacolo più grande infatti all’unità è il nostro individualismo; è l’attaccamento alle nostre idee, vedute e gusti personali. E’ col nostro egoismo che si costruiscono le barriere con cui ci isoliamo ed escludiamo chi è diverso da noi.
“La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune”.
L’unità operata dallo Spirito Santo, poi, si rifletteva necessariamente sulla vita dei credenti. L’unità di mente e di cuore s’incarnava e si manifestava in una solidarietà concreta, attraverso la condivisione dei propri beni con i fratelli e le sorelle che erano in necessità. Appunto perché era autentica, non tollerava che nella comunità alcuni vivessero nell’abbondanza, mentre altri erano privi del necessario.
“La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune”.
Come vivremo allora la Parola di vita di questo mese? Essa sottolinea la comunione e l’unità tanto raccomandata da Gesù e per realizzare la quale Egli ci ha donato il suo Spirito. Cercheremo dunque, ascoltando la voce dello Spirito Santo, di crescere in questa comunione a tutti i livelli. Innanzitutto a livello spirituale, superando i germi di divisione che portiamo dentro di noi. Sarebbe, ad esempio, un controsenso voler essere uniti a Gesù e nello stesso tempo essere divisi fra di noi comportandoci individualisticamente, camminando ciascuno per proprio conto, giudicandoci e magari escludendoci. Occorre, dunque, una rinnovata conversione a Dio che ci vuole uniti. Questa Parola, inoltre, ci aiuterà a capire sempre meglio la contraddizione che esiste tra fede cristiana ed uso egoistico dei beni materiali. Ci aiuterà a realizzare un’autentica solidarietà con quanti sono nel bisogno, pur nei limiti delle nostre possibilità. Trovandoci poi nel mese in cui si celebra la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, questa Parola ci spingerà a pregare ed a rafforzare i nostri legami di unità e amore di condivisione con i nostri fratelli e sorelle appartenenti alle varie Chiese, con i quali abbiamo in comune l’unica fede e l’unico spirito di Cristo, ricevuto nel Battesimo. Chiara Lubich
[1] Parola di vita, gennaio 1994, pubblicata in Città Nuova, 1993/24, p34-35.
Gen 31, 2011 | Cultura
Oltre 60 tra docenti universitari, sociologi e studiosi del servizio sociale provenienti da Argentina, Brasile, Austria, Germania, Russia, Belgio, Francia e Italia hanno preso parte al Seminario Internazionale: L’agire agapico come categoria interpretativa per le scienze sociali organizzato dal gruppo scientifico “Social-one, scienze sociali in dialogo”, svoltosi al centro Mariapoli di Castel Gandolfo il 17 e il 18 gennaio 2011. Social-One è un gruppo internazionale di sociologi e studiosi del servizio sociale che vuole portare avanti un’esperienza di vita, di studio e di confronto attraverso una dinamica di ascolto e di reciproca apertura, attingendo al carisma di Chiara Lubich. Da oltre 10 anni Social-One cerca di analizzare alcuni concetti chiave delle scienze sociali attraverso una lettura duplice che, a partire dalla tradizione sociologica, metta in luce le novità rappresentate dal carisma dell’unità.
Dopo una serie di studi sulla relazione sociale, sul conflitto, su rapporti sociali e fraternità, da circa tre anni, grazie alla lettura di un’opera di Boltanski, sociologo francese moderno tra i più importanti, si è lanciata la prospettiva di una nuova categoria concettuale, legata all’agire agapico, ossia ad un amore che vada al di là dell’incertezza, del caos, del consumismo tipico delle società contemporanee. «In questi ultimi due anni – sottolinea Vera Araujo, coordinatrice di Social-One – abbiamo avuto modo di colloquiare con vari sociologi italiani e di altre nazioni su questo argomento, arricchendoci e sentendoci incoraggiati a proseguire».
E così il seminario – patrocinato da sette Università ed Istituti Scientifici – aveva proprio l’obiettivo di presentare alla comunità scientifica alcune piste di lavoro sull’agire agapico, definito come “un’azione, relazione o interazione sociale, nella quale i soggetti offrono più di quanto la situazione richieda” – spiega Gennaro Iorio, sociologo, professore associato dell’università degli studi di Salerno. “Non è un’agire utilitaristico, di scambio di mercato. L’atteggiamento agapico, per attivarsi, non parte dal presupposto che l’altro ricambi il gesto”. Hanno arricchito il seminario oltre 20 relazioni scientifiche offrendo nuove piste di ricerca. (altro…)
Gen 28, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Il nostro corrispondente da Mosca ci ha lasciati a 56 anni dopo una rapidissima e spietata malattia. Un esempio di serietà professionale e umana.
Avevamo viaggiato insieme per redigere insieme il libro Sul largo confine. Storie di cristiani nel Caucaso. Era infatti corrispondente per Città Nuova, oltre che per alcune testate portoghesi – Eduardo Guedes era di Lisbona, dove era nato il 10 luglio 1954 – e la sua conoscenza della lingua russa e dei luoghi era indispensabile per completare la redazione di quel libro. Ricordo un viaggio in taxi tra Vladikavkaz e Nazran, capitali rispettivamente dell’Ossezia del Nord e dell’Inguscezia. Era la fine luglio 2007. La tensione era palpabile, la vicenda caucasica era estremamente virulenta. Il tassista temeva quel viaggio di poche decine di chilometri, perché non si sapeva come avrebbero reagito i soldati russi alla frontiera. E poi si diceva che nella regione erano frequenti i rapimenti a scopo di estorsione degli stranieri. Eduardo passò tutto il tempo a tranquillizzare quell’uomo con quella calma olimpica che da sempre lo caratterizzava. A Nalcik, invece, capitale della Cabardino-Balcaria, restammo una settimana per cercare di intervistare alcuni esponenti del mondo politico e culturale della repubblica ciscaucasica. In quell’occasione apprezzai il suo modo di intervistare, fatto più di silenzi che di parole, nella certezza che nell’intervista quel che conta è mettere a proprio agio l’interlocutore, in modo che possa esprimersi nel modo più chiaro e più libero possibile.

Eduardo con Maria Voce all’incontro dei delegati di zona, ottobre 2010
A Beslan visitammo assieme al sindaco la Scuola n° 1, quella dove nel settembre 2004 furono uccisi circa 300 bambini, nel più efferato attentato che si ricordi nella vicenda cecena e inguscia. Ricordo che ad un certo punto mi scoprì nel buio di un corridoio sventrato che non riuscivo a trattenere le lacrime sfogliando il quaderno di un bambino, ancora macchiato di sangue. Mi disse: «La barbarie è incomprensibile. Solo il volto insanguinato del Cristo mi placa». Di lui ricordiamo decine di articoli sulla complessa situazione russa, col coraggio della verità ma anche con la delicatezza di spiegare un mondo che per noi italiani è ancora seppellito da tonnellate di pregiudizi e preconcetti. Grazie Eduardo, di cuore, per tutto quanto ci hai dato. E continua a viaggiare e a mandarci reportage dalla terra dove nessuno muore più. Ricordiamo con commozione la frase del Vangelo di Giovanni che Chiara Lubich ti aveva suggerito per il tuo progetto di vita: «Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo». Tu il mondo l’hai amato, e il mondo ti ha amato. Arrivederci». di Michele Zanzucchi fonte articol: Città Nuova on line (altro…)