Movimento dei Focolari
Cittadella “Marilen” – Oceania

Cittadella “Marilen” – Oceania

Breve storia Fino al 1982, ogni continente fuorché l’Australia aveva la sua cittadella, il suo “centro d’unità”. Allora in quell’anno ci siamo dati alla ricerca per trovare il posto migliore per una cittadella per l’Oceania. Abbiamo limitato la ricerca ad una distanza non più di un ora e mezzo da Melbourne, e tutti, anche i nostri amici, cercavano dappertutto un terreno che fosse: bello, poco costoso, vicino alla città e l’aeroporto, facilmente raggiungibile da quelli che vengono dagli altri stati, e dove il comune permetteva lo sviluppo… un posto dove l’anima australiana, nuova zelandese (e delle persone delle isole) possa cantare. Abbiamo guardato tantissimi posti ma nessuna proprietà aveva tutti questi requisiti. Poi nel marzo 1986, una delle pionieri del Focolare, Marilen Holzhauser, è andata in Paradiso. Durante una messa celebrata per lei in focolare, abbiamo chiesto a Marilen di aiutarci a trovare il posto giusto. Quello che è successo era del tutto inaspettato. Un notiziario del 1986 descrive la storia: ‘Un weekend nel marzo 1986, si svolgeva una scuola di Umanità Nuova, insieme a Margaret Linard e Giuseppe Arsì, in un posto chiamato Healesville. C’era tantissima unità fra tutti. Dopo la messa, siamo andati a salutare Padre Gerald Loughnan, il parroco di Healesville, un vecchio amico. Lui aveva un pezzo di terreno di 40 ettari a Greendale, un paesino in campagna, la quale lui una volta aveva pensato di suddividere e vendere un pezzo. Sentivamo che Marilen dal cielo ci aveva ascoltato e che ci indicava la strada. Margaret si ricorda vivamente di come si sono svolte le cose: “Dicevo a padre Loughnan, ‘Ce l’hai ancora quel terreno? Non è che vuoi vendercela?’ Lui ha risposto: ‘Sì, ce l’ho ancora il terreno ma voglio tenerlo per andarci a vivere quando vado in pensione.’ Però il giorno dopo, appena finita la messa, padre Loughnan, ci è corso dietro. Aveva ancora addosso i suoi paramenti che volavano nel vento. Ci ha detto: ‘C’ho ripensato a quello che mi avete chiesto riguarda alla mia terra. V’interessa comprarlo ancora?’ Padre Loughnan ha deciso di tenere per se un lotto di 6 ettari e di vendere a noi il resto. Quale somma voleva per il terreno? Esattamente quello che avevamo in banca attraverso la generosità quelli che condividevano questo stesso sogno! Tutti i nostri che erano coinvolti nel progetto di ricerca durante gli anni precedenti sono stati consultati e invitati a vedere il terreno. Anche quelli che avevano delle riserve per il fatto che non c’era né elettricità, né acqua di città, né telefono, sono stati conquistati a prima vista. L’incanto della Cittadella Marilen cominciava a tessere il suo disegno.

Cittadella “Marilen” – Oceania

Comunicati stampa 2010

2011 – 2010 – 2009 – 2008 – 2007 – 2006

30.12.2010 Maria Voce ad Istanbul: visita al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I
26.09.2010 Beatificazione Chiara Luce Badano (6) La S.Messa di Ringraziamento presieduta dal Card. Bertone. Il Papa in collegamento all’Angelus: “Chiara Badano, una luce per tutti”.
25.09.2010 Beatificazione Chiara Luce Badano (5) – “Chiara Luce – Life Love Light”. 8000 nell’Aula Paolo VI. 12.000 in piazza san Pietro collegata con maxischermo.
25.09.2010 Beatificazione Chiara Luce Badano (4)La S.Messa con rito di Beatificazione al Santuario del Divino Amore.
21.09.2010 Beatificazione Chiara Luce Badano (3) – In arrivo oltre 12.000, in maggioranza giovani, da 70 Paesi dei 5 continenti. Atteso il saluto del Papa all’Angelus.
01.09.2010 Beatificazione Chiara Luce Badano (2) Lo svolgimento degli eventi. Migliaia i partecipanti previsti, soprattutto giovani da più di 40 Paesi dei 5 continenti.
09.06.2010 Chiusura Anno Sacerdotale – Sacerdoti Oggi. Presenti 4000 sacerdoti, diaconi e seminaristi in Aula Paolo VI.
07.05.2010 Chiusura Anno Sacerdotale – “Ars Amoris” sul Curato d’Ars. L’intervento del card. Zenon Grocholewski: “Si tratta di andare alle radici della vita cristiana”
30.03.2010 Chiusura Anno Sacerdotale – Sacerdoti Oggi. Promosso da Movimento dei Focolari e Movimento di Schoenstatt. Uomini di Dio – fratelli tra i fratelli – profeti di un mondo nuovo: testimonianze e contributi artisticI. Aula Paolo VI – 9 giugno 2010.
27.03.2010 Maria Voce nell’ “ora di passione” – Esprime condivisione con il Papa, con la Chiesa e con le vittime degli abusi.
19.03.2010 Chiara Luce Badano (1) – Verrà proclamata Beata sabato 25 settembre a Santuario della Madonna del Divino Amore (Roma).
10.02.2010 Viaggio di Maria Voce in Asia (5) – In Tailandia l’incontro dei vescovi dell’Asia amici dei focolari. Gli interventi di Maria Voce al Simposio cristiano-buddista e all’Università buddista di Chiang Mai.
27.01.2010 Viaggio di Maria Voce in Asia (4) – IV Simposio internazionale cristiano-buddista: “La risposta delle religioni alle sfide del mondo globalizzato“.
20.01.2010 Viaggio di Maria Voce in Asia (3) – Tokyo: intervento nell’Aula Sacra della Risho Kosei-kai. Rinnovato l’impegno nel trentennale cammino di fraternità
15.01.2010 Anno Sacerdotale “Ars Amoris”, Concertheatre sul Curato d’Ars (2). L’arcivescovo Mauro Piacenza “Siate fedeli testimoni dell’amore e dell’unità”.
14.01.2010 Anno Sacerdotale “Ars Amoris”, Concertheatre sul Curato d’Ars. A Castelgandolfo, con l’intervento dell’arcivescovo Mauro Piacenza, Segretario della Congregazione per il Clero.
13.01.2010 Viaggio di Maria Voce in Asia (2) – Il contributo dei Focolari allo sviluppo sociale e spirituale della Corea.
28.12.2009 Viaggio di Maria Voce in Asia (1)Visiterà le comunità del Movimento in 6 Paesi. Ad attenderla importanti appuntamenti per il dialogo col buddismo. –

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Scritto inedito di Igino Giordani sulla nonviolenza

«La non-violenza è, in India, una nobile tradizione. Essa s’incarnò in Gandhi, il quale coi mezzi della non-violenza – disobbedienza civile, marce pacifiche di protesta, non cooperazione, digiuni, ecc. – svegliò in 300 milioni di creature asservite e affamate la coscienza della libertà e le guidò all’indipendenza dell’India e del Pakistan (…) Parte dalla constatazione che sinora la violenza ha dominato la storia umana, la quale, in gran parte risulta un elenco di battaglie, rivoluzioni, aggressioni: così come lo è la cronaca quotidiana, tessuta in gran parte di furti, omicidi, investimenti e scontri. Anche l’epoca nostra è densa di sopraffazioni ai danni della libertà, della verità, del lavoro, della pace, della prosperità. La violenza si annida nel nostro subcosciente. (…) Dove c’è un ordine, si stroncano i più dei delitti; [ma] accanto alla forma truculenta, istintiva, c’è la forma, che potremmo dire, ripensata, civile, fatta di pressioni morali spinte sino al culto della personalità, con imposizioni di riti, dirette a porre il violento in alto, come un Dio, e gli altri, ai piedi, come servi. Chi semina vento raccoglie tempesta. La non violenza non semina vento, di solito. Essa non muove dalla superbia, ma dall’umiltà; non dall’istinto, ma dalla ragione; e vede uomini ed eventi in un arco che sfonda il contingente e attinge l’Eterno. La non-violenza dunque designa una dottrina, una spiritualità, o un metodo d’azione, sopra tutto dei tempi moderni, per vincere l’oppressione politica, il razzismo, la guerra, e ogni male comune, senza ricorrere alla guerra, all’antirazzismo e alla vendetta, ma opponendo vita contro morte, amore contro odio, pace contro guerra, sofferenza contro vessazioni. La non-violenza arresta la spirale della vendetta, importata dalle lotte di classe, di razza, d’ideologia e d’ogni altro tipo: tronca il ciclo del male, poiché la vittima risponde col bene, o almeno non risponde con altro male. Si obietta: – La non-violenza non è utopia, fanatismo, sentimentalismo? Si risponde: – Non è inconsistente un’idea, che riesce a radunare, potenziare e condurre all’indipendenza politica e alla riforma economica una popolazione di 400 milioni d’abitanti [come l’India], scissi da caste, lingue, religioni, distanze. Quale altro ideale sarebbe stato capace d’operare un tal miracolo, in quell’ambiente e in quelle condizioni? Né è una debolezza. Essa s’è dimostrata una forza, il cui impiego esige coraggio. Come diceva il Mahatma Gandhi: “Ci vuole coraggio per resistere alla violenza, bisogna aver vinto la paura.” Chi vince la paura è l’amore, secondo l’insegnamento del Vangelo: Dio è amore e l’amore scaccia il timore». Igino Giordani (altro…)

Cittadella “Marilen” – Oceania

2011 un dono d’amore: gli auguri di Maria Voce

[:it]

Maria Voce – Auguri per 2011«Carissimi tutti che seguite, attraverso questa pagina Web, le vicende del Focolare e della sua vita. Vorrei fare veramente a tutti un carissimo augurio per l’anno nuovo.

Sono di ritorno da una breve sosta a Istanbul, una città ricca di tante diversità. E ho incontrato tante persone veramente diverse: diverse per religione, diverse per appartenenze ecclesiali, ma che mi hanno testimoniato in mille modi il loro amore, ed io ho cercato di ricambiarlo.

E da questo scambio ho visto nascere una grande felicità in loro ed in noi. Per cui penso di poter augurare la stessa felicità a tutti, perché è una felicità che non dipende dall’avere, da tutto quello che si può avere, che poi si può anche perdere, ma dipende dall’essere, da questo essere amore che ho visto in atto.

E quindi vorrei proprio augurare a tutti e impegnarmi insieme con tutti a vivere questo anno nuovo che comincia come un dono d’amore a chiunque ci avvicina, per inondare il mondo di pace e di felicità.

Buonissimo anno a tutte ed a tutti!»  Maria Voce (Emmaus)
[:en]

“Dearest friends who follow the news and life of the Focolare via this website,

I’ve just returned from a short visit to Istanbul, a city rich in diversity. There I met people who are truly diverse: though they  belong to different churches and religions, they gave witness of their love  in a multitude of ways which I reciprocated. This exchange of love made us both experience a lot of joy. I would like to wish the same happiness to everyone because it’s a type of happiness that is not dependent on having, on possessions – since we can lose everything – but rather, it depends on being, on our being love as I witnessed there.

And so I would like to extend best wishes to everyone and to commit myself together with all of you to live this year that’s just beginning as a gift of love for whoever draws near to us, to inundate the world with peace and with joy.

A very Happy New Year to each and every one!”

Maria Voce – Emmaus

[:es]

«Queridísimos todos que siguen, mediante esta página Web, los acontecimientos del Focolar y de su vida. Realmente quisiera hacer llegar a todos los más sentidos augurios para el nuevo año.

Estoy de regreso de un breve viaje a Estambul, una ciudad rica de diversidades. Y he encontrado a muchas personas verdaderamente diversas: diversas por religión, diversas por su pertenencia eclesial. Pero que me han testimoniado en mil modos su amor, y yo he tratado de corresponder.

Y de este intercambio he visto nacer una gran felicidad en ellos y en nosotros. Por eso pienso que puedo augurarles la misma felicidad a todos, porque es una felicidad que no depende del tener, de todo aquello que podamos tener, y que después podemos perder, sino que depende del ser, de este ser amor que he visto en acto.

Y por lo tanto quisiera augurar a todos que nos comprometamos juntos a vivir este año que empieza como un don para cualquier que se nos acerque, para inundar el mundo de paz y felicidad.

¡Feliz año a todas y todos!»

María Voce – Emmaus

[:fr]

«Chers tous, qui suivez sur cette page Web la vie du Mouvement des Focolari, je voudrais vous adresser à tous mes vœux les plus chers pour l’année nouvelle.

Je suis de retour d’un court voyage à Istanbul, une ville riche de ses multiples diversités. J’y ai rencontré des personnes vraiment différentes : différentes par leur religion, différentes par leur appartenance à diverses Églises, mais qui m’ont témoigné leur amour de mille manières et j’ai essayé de faire de même à leur égard. De cet échange, j’ai vu naître un grand bonheur, en eux, et en nous. Je pense pouvoir vous souhaiter à tous le même bonheur, parce que c’est un bonheur qui ne dépend pas de ce que l’on possède, de tout ce que l’on peut avoir mais que l’on peut aussi perdre, il dépend de l’être, de cet « être amour » que j’ai vu en actes.

Je voudrais donc vous souhaiter – et je m’y engage avec vous tous – de vivre cette année qui commence comme un cadeau d’amour pour tous ceux qui nous entourent, pour imprégner le monde de paix et de félicité.

Très bonne année à tous et à toutes ! »

Maria Voce – Emmaüs

[:pt]

«Prezados amigos que por intermédio desta página web acompanham os eventos e a vida do Movimento dos Focolares. Gostaria de chegar realmente a todos, com meus calorosos votos para o novo ano.

Estou retornando de uma breve estada em Istambul, uma cidade rica por suas tantas diversidades. Encontrei pessoas de fato diferentes, pela religião, pela pertença eclesial, mas que de mil maneiras me demonstraram o próprio amor, ao qual procurei retribuir.

E dessa troca vi nascer uma grande felicidade, neles e em nós. Por isso creio que posso desejar a mesma felicidade a todos, porque é uma felicidade que não depende do ter, de tudo o que se pode ter e que, enfim, pode-se também perder, mas depende do ser, deste ‘ser amor’ que vi realizado.

Portanto, é o que quero desejar a vocês, e comprometer-me com todos a viver este ano que inicia como uma dádiva de amor a qualquer pessoa que se aproxime de nós, para inundar o mundo de paz e de felicidade.

Feliz Ano Novo a todas e a todos!»

Maria Voce – Emmaus

[:zh]

親愛的各位網友:

您們藉著我們運動的網頁,關注在普世博愛運動內所發生的事情與生活。我衷心地祝賀每一位網友新年快樂!

我剛從伊斯坦堡經過短促的探訪後回來。伊斯坦堡是一個多元化與充實的城市。我與許多在各方面的確很不相同的人士見面,例如不同的宗教;或隸屬於不同 的教會,然而,他們都以無數的方式向我見證他們的愛,而我也嘗試以愛還愛。恰恰在這種互相的交流中,我發覺到在他們內與我們心中都衍生一份莫大的喜樂。為 此,我相信可以祝賀大家也獲得同樣的快樂,因為這種快樂不在乎擁有,不在乎一切可以擁有但也可能會失去的事物。相反,這種快樂在乎我們的本質,即成爲愛的 生活,那份我親眼目睹已在蔓延的愛。

為此,我真的願意祝賀每一位,並催迫自己與所有人這樣開始新一年的生活,成為身邊任何人的『一份愛的禮物』,讓世界洋溢和平與快樂。

祝各位新年進步,美滿幸福!

傅瑪利(Emmaus)

[:de]

Ihr Lieben, die Ihr der Fokolar-Bewegung nahe steht, Euch allen meine besten Wünsche für das neue Jahr.

Ich bin gerade aus Istanbul zurückgekehrt, einer Stadt voller Verschiedenheiten. Ich bin vielen unterschiedlichen Menschen begegnet: sie gehörten verschiedenen Religionen und verschiedenen christlichen Kirchen an, und auch ihre Liebe brachten sie mir auf vielfache Weise zum Ausdruck. Ich habe versucht, mit meiner Liebe darauf zu antworten. Aus diesem Wechselspiel entstand ein großes Glück für uns alle. Dieses Glück wünsche ich auch Euch, es hängt nicht vom Haben ab – man kann sehr schnell verlieren, was man hat – sondern vom Sein. Das Glück, das jemand empfindet, der liebt.

Mit Euch allen möchte ich dieses Jahr als Geschenk der Liebe leben, für jeden der uns begegnet, um die Welt mit Frieden und Glück zu erfüllen.

Ein gutes neues Jahr Euch allen!

Maria Voce

[:ot]

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Focolare Maghreb

I Focolari sono presenti in tutti i paesi del Nord-Africa (Maghreb). In Algeria i focolarini sono arrivati nel 1966 a Tlemcen, nell’ovest del paese, mentre le focolarine vivono nella capitale, Algeri dal 1967. Le persone che cercano di vivere questo spirito di fraternità sono presenti oltre queste due città ad Orano, Sidi Bel Abbès, Béni Abbès e altre località del Centro del paese. L’esperienza di fratellanza universale vissuta è un contributo a ricomporre l’unità della famiglia umana. La “Regola d’oro”, presente nell’islam e nelle altre religioni, “Fai agli altri cio’ che vorresti fosse fatto a te”, è messa in pratica prima di ogni altra cosa e serve da fondamenta ai rapporti tra tutti; ciò comporta quell’amore che suscita un fecondo “dialogo della vita” con ogni musulmano che si incontra. Un dialogo intessuto di piccoli gesti d’amore, di attenzione all’altro, di rispetto, di ascolto. Un dialogo che frutta rapporti profondi, e induce a fare altrettanto chiunque avvicina. E’ stato quest’amore al fratello, concreto, incisivo, che ha contributo alla formazione di una comunità nella quale l’amore e il rispetto prevalgono sulle differenze di cultura, tradizioni e religione. I Focolari vivono anche a servizio delle comunità cristiane della chiesa cattolica, partecipando in diversi modi alle sue attività pastorali e caritative. (altro…)

Dossier: il 2° anniversario di Chiara

INIZIATIVE NEL MONDO E IN ITALIA

Scheda-sintesi

Servizio TG1 – ore 8.00 16.03.2010 Servizio TG2 Storie  – ore 23.30 27.03.2010 Servizio GR Radio Vaticana 14.03.2010 Intervista a Maria Voce (trascrizione )

Italia Milano Semi di fraternità per un mondo più unito Convegno Palazzo Marino – 17.03.2010 Comunicato stampa Intervento di Maria Voce Rassegna stampa

Roma Comunicato stampa S.Messa celebrata da S.E. mons. Gianfranco Ravasi Basilica S.Giovanni in Laterano – 13.03.2010 (leggi omelia ) Rassegna stampa

“Chiara una vita per l’unitàConvegno Campidoglio14.03.2010 Programma Intervento di Maria Voce Registrazione da internet Comunicato stampa finale Rassegna stampa

“Come in cielo così in terra” Convegno Pontificia Università Urbaniana – 20.03.2010 Invito

Incontro per ambasciatori e personalità del mondo diplomatico Palazzo Borromeo, Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede – 14.04.10 Chiara Lubich , testimone della speranza (da Osservatore Romano 16.04.10)

Tavola rotonda “Chiara Lubich: la cultura come dialogo” Spettacolo “L’attrattiva del tempo modernodi Arsmovendi Teatro Palladium  – 15.04.10 Iniziative culturali promosse dal Gruppo editoriale Città Nuova, in occasione del 50° dell’inizio delle attività della Casa Editrice Chiara, la cultura come dialogo (da Avvenire – Roma sette 18.04.10)

Trento Chiara Lubich da Trento al mondo: l’impatto di una storia Convegno Internazionale Università di Trento – 25/26.02.2010 Programma Registrazione video integrale del Convegno Rassegna stampa

Novità editoriali nel mondo (scheda )

Schede Chiara Lubich Movimento dei Focolari Maria Voce Economia di Comunione Chiara Lubich e l’Imam W.D. Mohammed Nel cuore dell’Africa: Fontem, un popolo nuovo

Foto album fotografico su Chiara Lubich conferimento cittadinanza onoraria di Roma a Chiara Lubich conferimento cittadinanza onoraria di Milano a Chiara Lubich

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Cittadella “Marilen” – Oceania

Dossier: Anno sacerdotale 2010

“Sacerdoti oggi” – A chiusura dell’Anno Sacerdotale – 9 giugno 2010 Invito Comunicato Stampa n°1 Comunicato Stampa n°2 – finale Programma www.sacerdotioggi.org Rassegna stampa: Osservatore Romano – 10.06.2010 Il sacerdote “uomo del dialogo” 6-8 novembre 2009 – Simposio teologico internazionale promosso dall’Istituto Universitario “Sophia” e dal Movimento Sacerdotale del Movimento dei Focolari Comunicato stampa finale Pensiero del giorno

Cittadella “Marilen” – Oceania

Buon Natale 2010

Dio ci ha amati fino a farsi uno di noi. Che Egli dilati il nostro cuore sulla misura del Suo per renderci capaci di portare nel mondo una nuova irruzione di amore e di pace. Questa la mia preghiera ed il mio augurio a ciascuno per le prossime feste di Natale. Maria Voce (Emmaus) (altro…)

Cittadella “Marilen” – Oceania

A crowd of saints

Chiara Lubich during the 40's

Against a backdrop of insecurity that was created by the War, and the dazzling brightness of God’s light that manifested Him to Chiara for what he is – Love, Chiara finds a way forward with some help from Saint Paul:


“I heard again today about lives cut short in their prime.

It’s God who calls hearts. Consider the reason for your life!

Don’t find yourself at Heaven’s Door with anguish in your heart because you cannot start over again.

You only live once and only for a short while.

Do you know the reason for life?

You live to Love!

If the Lord allows you a last breath here below, give it all for Him!

Don’t turn back!

Yesterday I was nostalgically thinking of the time that I’ve lost, the sins, the omissions – all the ugliness there was.

And things became cloudy for you and me.

But just yesterday such a vibrant new light opened my soul to hope. Saint Paul, who put so much fire into our heart, says: “Brothers, I do not consider myself yet to have taken hold of it. But one thing I do: Forgetting what is behind and straining toward what is ahead, I press on toward the goal to win the prize for which God has called me heavenward in Christ Jesus” (Philippians 3:13-14). And this is the word of God, the word of the Spirit of Love.The same for us, my little sister!

Forward! It’s our battle cry! Everything crumbles, everything lessens . . . but only what is not eternal falters!

Your soul is immortal! The word of God is eternal – the Word of God, which for us is love – especially as he shows us the vanity of all things. Then it’s forward for us too without ever looking back!

Pressing into His Heart that He might close us within his Wound and we might look at the world from there.

Jesus in our heart: and throw into thousands and millions of hearts an endless desire to love Love more than He could be loved by all the hearts in the world!

What a crowd of saints!

What a Paradise on earth for the Abandoned Love!

Forward!

May the Blessed Virgin change our willingness into reality!”                         

(Version published in “Lettere dei primi tempi”, Citta Nuova Ed, Roma, 2010, pp. 83-84)

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Igino Giordani – Note biografiche

Igino Giordani nasce a Tivoli, nel 1894, da una famiglia di umili origini, profondamente cattolica, che non può assicurargli degli studi regolari, e lo avvia al lavoro manuale. Ma il piccolo Igino si fa notare per intelligenza, e il ricco uomo per cui lavora, commosso dal suo acume, gli paga gli studi in Seminario, dove Igino non studierà per diventare sacerdote ma per essere uno dei più brillanti diplomati di quel tempo. Al completamento delle scuole, scoppia la Prima Guerra Mondiale, e Igino la trascorre in trincea. Non spara neanche un colpo contro il nemico, perché il cristianesimo vieta di uccidere, e per questa sua scelta coraggiosa rimane gravemente ferito. Fra gli ospedali militari, si laurea in Lettere e Filosofia. Si sposa nel 1920, con la moglie Mya ha 4 figli, e comincia a lavorare per il neonato partito politico cristiano italiano, fondato da Luigi Sturzo. Il regime fascista distrugge le libertà e i diritti, e anche Igino è perseguitato. In questo periodo, sono famosi alcuni suoi scritti di denuncia delle violenze fasciste. Dopo un soggiorno negli Usa, rientra in Italia e diventa direttore di un ramo della Biblioteca Vaticana. Da lì, dirige anche la rivista Fides, assai diffusa negli ambienti cattolici di tutto il mondo.  È fra coloro che preparano la rinascita del partito cattolico dopo il fascismo, la Democrazia Cristiana, e viene eletto in Parlamento nelle prime elezioni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il 1948 è l’anno decisivo per la sua vita: ha 54 anni, è un uomo affermato in campo politico e culturale, e incontra Chiara Lubich, una signorina di 28 anni in cui lui riconosce una ispirazione spirituale straordinaria. Aderisce pienamente al Movimento dei Focolari e al fianco di Chiara ricopre un ruolo importante per la costruzione del Movimento e l’approfondimento spirituale della dottrina, al punto da essere più volte designato da Chiara come confondatore. In particolare, il rapporto d’unità spirituale con la fondatrice è all’origine di quell’intenso periodo mistico di Chiara noto come “Paradiso ‘49”. Decisiva è poi la visibilità del suo profilo umano che agli occhi di Chiara si traduce nella conferma che l’ideale di unità è fatto per tutti, è un dono per l’umanità intera. In particolare, Igino è il primo focolarino sposato del Movimento dei Focolari. Intanto, per alcune sue scelte politiche coraggiose (il pacifismo e l’unità nonostante le differenze ideologiche, innanzitutto), avanzate in Parlamento, viene considerato un democristiano troppo fuori dagli schemi, e per questo non verrà rieletto. È il momento per dedicarsi di più al Movimento dei Focolari, per intervenire nel dibattito nella Chiesa avanzando tesi che saranno recepite nel Concilio Vaticano II (soprattutto attorno alla missione dei laici). Diventa direttore della neonata rivista Città Nuova (1959), dal 1961 venne posto alla guida del Centro Uno, organismo del Movimento dei Focolari che si occupa dell’ecumenismo. Nel 1965 fu nominato presidente dell’istituto internazionale Mystici corporis a Loppiano. Dopo la morte della moglie e col consenso dei figli, visse gli ultimi sette anni della sua vita in un “focolare”. Lascia questa terra il 18 aprile 1980. Attualmente, è in corso la sua causa di canonizzazione. Introduzione alla bibliografia Igino Giordani è un intellettuale difficilmente etichettabile: non potremmo dirlo pensatore politico, o giornalista, o studioso di letteratura cristiana antica, o agiografo, o storico, con l’ambizione di essere riusciti a spiegare sufficientemente i suoi talenti. Era animato da grandi passioni e spronato alla vita pubblica da una molteplicità di interessi. È stato detto che «scrivere per lui è vivere», per cui una lettura della figura di Giordani può (quasi) agevolmente passare per l’analisi dei suoi scritti. Si possono contare circa un centinaio di volumi firmati, e più di 4000 articoli di giornale. Per informazioni:  Centro Igino Giordani, email (altro…)

Cittadella “Marilen” – Oceania

Una questione sociale da risolvere

«In fondo alla crisi contemporanea agisce una potente istanza d’unificazione”: con queste parole profetiche del 1954, Igino Giordani indica nell’esercizio quotidiano dell’amore reciproco la via maestra per la ricostruzione del tessuto sociale. «C’è una questione sociale da risolvere, perché c’è una questione della carità da praticare. E la carità è il sentimento per cui nell’uomo si vede il fratello; anzi, nell’uomo si vede Dio per immagine: quasi un uomo Dio mistico, innalzato dalla redenzione. Si parla del popolo che abbandona le chiese. Ma questo può anche essere conseguenza della carità che non ha agito, della fraternità rimasta nel messale, dell’immagine di Dio oscurata da un pratico ateismo. Dove manca l’amore, è da domandarsi se sia il popolo che ha abbandonato le chiese o se siano le chiese che hanno abbandonato il popolo. Dico le chiese, non la Chiesa, la quale è essa stessa il popolo, – il popolo di Dio, – e non può abbandonare se stessa. Se dei poveri si sono allontanati, la Chiesa non può allontanarsi da se medesima, popolo di poveri, di cui anche i ricchi son parte se si fanno poveri nello spirito, facendo dell’uso della ricchezza un ministero della carità. Talora, dove i cristiani hanno dimenticato il prossimo, raggrumando la fede nel sarcofago del loro sé, staccata dalle opere e così asfissiata, i fratelli più deboli, non sentendo la carità, hanno smarrito il senso di Dio, che è carità, e ama incarnarla, questa carità, nelle opere degli uomini, fatti per il loro servigio sociale banditori e portatori di Dio. «Hai la carità, hai la Trinità», diceva il grande Agostino. Dove non si sono amati i fratelli, il tessuto connettivo s’è liso, e quelli si sono distaccati». I. Giordani, Il Fratello, 1954 Il volume  Il Fratello”, da cui questa pagina è stata tratta, è di prossima ristampa nella collana Opere Vive di Città Nuova editrice. www.iginogiordani.info (altro…)

Seoul

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I giovani sudcoreani, un capitale sociale per il Paese

«Corea del sud. Un Paese condizionato dai rapporti con gli USA, con i vicini Stati asiatici (Cina e Giappone) e con la Russia. E poi dalla questione nord coreana, con le più recenti tensioni create dal governo di Pyongyang, che sembrano mettere in seria discussione il regime armistiziale in vigore dalla fine dei combattimenti della Guerra di Corea. Come tutti i Paesi industrializzati, la Corea del sud non è sfuggita agli effetti negativi sull’economia reale della crisi internazionale. Ma il Paese sembra reggere bene alla crisi e la sensazione che si prova visitandolo è che, nel confronto con gli altri Paesi più industrializzati, vi sia un benessere diffuso: la disoccupazione non fa registrare punte preoccupanti e la povertà appare contenuta. Stupisce (favorevolmente), per un europeo, non assistere alle scene drammatiche e consuete dalle proprie parti: niente mendicanti per le strade, nessuno a frugare nei cassonetti dei rifiuti alla ricerca di cibo,…Visitando uno dei palazzi reali, una guida volontaria ci illustra con competenza e con passione ogni particolare per due ore: alla fine non solo non ci chiede alcuna mancia, ma  si offre di guidarci anche l’indomani per una visita ad un altro palazzo! Tutto bene, allora? Un dato impressionante ci riporta ad una cruda realtà. La prima causa di morte, nella fascia d’età 20-40 anni, è data dai suicidi: uno ogni mezz’ora. Più degli incidenti stradali, più del cancro. Un primato mondiale negativo che la Corea del Sud ha sottratto da qualche anno all’Ungheria. Un dato allarmante che interpella anche il mondo politico sudcoreano. Il Parlamento ha allo studio progetti di legge che possano intervenire sul piano della prevenzione dei suicidi giovanili. In questa prospettiva, sotto gli auspici dell’Assemblea Nazionale, il Political Forum for Unity – il gruppo di ricerca parlamentare promosso dai deputati che aderiscono al Movimento politico per l’unità dei Focolari – ha dato vita ad una Scuola di formazione politica rivolta ai giovani di Seoul, che ha visto la partecipazione di 26 studenti (età media 22 anni). Sabato 27 novembre, si è svolta la cerimonia conclusiva del primo ciclo, con una lezione tenuta dalla prof.ssa Ahn Myong Och, dal titolo “La politica dell’amore, per la risoluzione dei conflitti”, cui ha fatto seguito un protocollo ufficiale per la consegna degli attestati, alla presenza dei professori (alcuni dei quali insegnano in atenei all’estero – a Mosca o a Tokyo – e che non hanno voluto mancare a questo appuntamento). Le impressioni raccolte fra i giovani partecipanti alla Scuola testimoniavano la speranza di un autentico capitale sociale per il Paese. “Vorrei proprio che questo seme fiorisca”; “ho compreso che ogni mia scelta è un atto politico”; “questa nuova visione della politica può portare la felicità a tanti”; “ho capito che i conflitti si possono risolvere con l’amore e con il dialogo”; “ho scoperto che cos’è la vocazione alla politica: una chiamata che riguarda tutti”; “la politica non deve poggiare solo sulle spalle dei politici di professione ma anche sulle mie”; “dovunque andrò in futuro, io sarò un ‘politico’, cioè avrò lo spirito giusto per essere un cittadino attivo”; “in questa Scuola ho capito che è proprio possibile vivere la fraternità in politica, anche in questo clima di tensione in Corea”. E’ inusuale vedere volti sorridenti di giovani che si accostano alla politica. Qui c’erano». di Marco Fatuzzo (Mppu) Corea del Sud, avere fiducia (altro…)

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Christopher, con un sorriso ti trasformava la vita

“La vita di Christopher mi fa ricordare quella di Chiara Luce”. Così si esprime Francisco del Panama, che ha partecipato in Italia alla cerimonia di beatificazione della giovane italiana. E aggiunge: “Entrambi erano giovani, semplici e con una vita normale, ma cercavano Dio in tutte le cose. Due giovani che donavano Dio a tutti coloro che incontravano e che, con un sorriso, ti trasformavano la vita”.  Christopher Amaya era nato in Costa Rica. Aveva solo un anno quando, nel 1994, la sua famiglia si è trasferita in Panama, nazione che diventerà per loro una seconda patria. I genitori si sono separati quando era ancora piccolo e, nonostante la situazione lo facesse soffrire, è diventato un punto di riferimento per entrambi. Dopo aver conosciuto la spiritualità dei Focolari, e compreso come dietro ogni dolore c’è una presenza di Gesù nel massimo della sua sofferenza, quando in Croce grida l’abbandono, Christopher capisce che questa situazione dolorosa in famiglia è il “suo” particolare volto di Gesù Abbandonato.   Il Progetto Dare, all’interno della sua scuola, è stato per lui il modo di conoscere il Focolare e Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento. Diventato ben presto un leader di questa attività che promuove la cultura del dare e i valori della pace e solidarietà, comincia a inserirsi con i gen3. Stabilisce un rapporto personale con Chiara, considerandola madre e amica, una persona di cui fidarsi per capire la verità. Un giorno, mentre viveva un momento difficile in famiglia, ha confidato: “Mia madre Chiara mi ha insegnato a perdonare ed amare veramente”. Spesso parlava della sua vita e delle sue scelte con gli altri gen, perché sentiva che con loro poteva sperimentare la presenza di Gesù, secondo la sua promessa “Dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt. 18,20). Fra questi discorsi profondi, anche quello in cui confidava che Dio lo chiamava a seguire Gesù lasciando tutto, anche se ancora non sapeva come. Christopher partecipava attivamente nella sua parrocchia e negli ultimi mesi si era dato da fare per unire le varie realtà giovanili. Tanti ragazzi lo ricordano come uno che gettava ponti tra i vari gruppi parrocchiali, in modo da costruire l’unità tra tutti. Quest’anno era stato scelto per partecipare nella guardia d’onore, un privilegio che le scuole concedono solo ai migliori alunni: durante le feste patrie si indossa la fascia tricolore scortando la bandiera del Panama. Christopher è stato ucciso prima di poter partecipare alle sfilate, ma i compagni hanno voluto che fosse ugualmente presente, portando uno striscione con la sua foto e uno slogan contro la violenza. «Posso testimoniare il suo sì a Dio – racconta Sharlin, una sua amica – e assicurarvi che fino all’ultimo ha amato; perché, chi di noi, con una ferita nel petto, avrebbe detto alla mamma “stai tranquilla, non ti spaventare”?» Tanti i messaggi arrivati ai suoi funerali da diverse parti del mondo. La mamma commentava: “Sono felice, perché mi rendo conto di quanto mio figlio sia stato buono e che quanto lui ha seminato continuerà in tutti coloro che lo hanno conosciuto e che seguiranno il suo esempio di vita”. (altro…)

dicembre 2010

La domanda di Maria, all'annuncio dell'Angelo: "Com'è possibile questo?"  ebbe come risposta: "Nulla è impossibile a Dio" e, a riprova di ciò, le venne portato l'esempio di Elisabetta, che nella sua vecchiaia aveva concepito un figlio. Maria credette e divenne la Madre del Signore.
Dio è onnipotente: questo suo nome si incontra frequentemente nella Sacra Scrittura ed è usato quando si vuole esprimere la potenza di Dio nel benedire, nel giudicare, nel dirigere il corso degli eventi, nel realizzare i suoi disegni.
C'è un solo limite all'onnipotenza di Dio: la libertà umana, che si può opporre alla di lui volontà rendendo l'uomo impotente, mentre sarebbe chiamato a condividere la stessa forza di Dio.

"Nulla è impossibile a Dio"

[…] E' una Parola che ci apre ad una confidenza illimitata nell'amore di Dio-Padre, perché, se Dio è e il suo essere è Amore, la fiducia completa in lui non ne è che la logica conseguenza. 
Tutte le grazie sono in suo potere: temporali e spirituali, possibili e impossibili. Ed egli le dà a chi le chiede e anche a chi non chiede, perché, come dice il Vangelo, egli, il Padre, "fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni"  e a noi tutti chiede di agire come lui, con lo stesso amore universale, sostenuto dalla fede che:

"Nulla è impossibile a Dio"

Come vivere dunque questa Parola nella vita di ogni giorno?
Noi tutti dobbiamo affrontare di quando in quando situazioni difficili, dolorose, sia nella nostra vita personale, sia nei rapporti con gli altri. E sperimentiamo a volte tutta la nostra impotenza perché avvertiamo in noi degli attaccamenti a cose e persone che ci rendono schiavi di legami da cui vorremmo liberarci. Ci troviamo spesso di fronte ai muri dell'indifferenza e dell'egoismo e ci sentiamo cadere le braccia di fronte ad avvenimenti che sembrano superarci.
Ebbene, in questi momenti, la Parola di vita può venirci in aiuto. Gesù ci lascia fare l'esperienza della nostra incapacità, non già per scoraggiarci, ma per aiutarci a capire meglio che "nulla è impossibile a Dio"; per prepararci a sperimentare la straordinaria potenza della sua grazia, che si manifesta proprio quando vediamo che con le nostre povere forze non possiamo farcela.

"Nulla è impossibile a Dio"

Ripetendoci questo nei momenti più critici, ci verrà dalla Parola di Dio quell'energia che essa racchiude in sé, facendoci partecipare in qualche modo della stessa onnipotenza di Dio. Ad un patto, però, e cioè che si viva la sua volontà, cercando di irradiare attorno a noi quell'amore che è deposto nei nostri cuori. Così saremo all'unisono con l'Amore onnipotente di Dio per le sue creature, al quale tutto è possibile, ciò che concorre a realizzare i suoi piani sui singoli e sull'umanità.
Ma c'è un momento speciale per poter vivere questa Parola e per sperimentarne tutta l'efficacia: è nella preghiera.
Gesù ha detto che qualsiasi cosa chiederemo al Padre in nome suo egli ce la concederà. Proviamo dunque a chiedergli ciò che ci sta più a cuore con la certezza di fede che a lui nulla è impossibile: dalla soluzione di casi disperati, alla pace nel mondo; dalle guarigioni da malattie gravi, alla ricomposizione di conflitti familiari e sociali.
Se poi siamo in più a chiedere la stessa cosa, in pieno accordo per l'amore reciproco, allora è Gesù stesso in mezzo a noi che prega il Padre e, secondo la sua promessa, otterremo.
Con tale fede nell'onnipotenza di Dio e nel suo Amore, anche noi chiedemmo un giorno per N. che quel tumore, visto su una radiografia, "scomparisse", quasi fosse un errore o un fantasma. E così avvenne.
Questa fiducia sconfinata che ci fa sentire nelle braccia di un Padre al quale tutto è possibile, deve accompagnare sempre le vicende della nostra vita. Non è detto che otterremo sempre ciò che chiederemo. La sua è l'onnipotenza di un Padre e la usa sempre e soltanto per il bene dei suoi figli, che essi lo sappiano o no. L'importante è vivere coltivando la certezza che a Dio nulla è impossibile e questo ci farà sperimentare una pace mai provata.

Chiara Lubich

Parola di vita, dicembre 1999, pubblicata in Città Nuova, 1999/22, p.7.

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Da Ascoli a Catamarca, premio Chiara Lubich per la Fraternità

Umbria, Veneto e Sicilia sono le regioni che ospitano i progetti premiati dalla seconda edizione del premio Chiara Lubich per la Fraternità. Sguardo che si è allargato al mondo con il premio internazionale alla città di Catamarca, e alla lotta alla criminalità con la menzione speciale per il comune di Pollica. La consegna dei premi a tre territori italiani si è svolta alla presenza di autorità civili e religiose, numerosi sindaci e cittadinanza. Premiati il comune di Massa Martana, unitamente ai comuni di Deruta, Montefalco e Spoleto, per il progetto Città in rete in terra d’Umbria; il comune di Marsala, per un progetto di sviluppo di reti tra i cittadini, e al terzo posto il progetto di tre comuni del Berice vicentino, Castegnero, Longare e Nanto, con una nuova associazione che sviluppa forme di intervento per emergenze ambientali e di povertà. Incisivo l’intervento di Daniela Ropelato, docente di Scienze sociali dell’Istituto Sophia e rappresentante dell’Mppu internazionale, su “Partecipazione, città, fraternità”. Temi di grande attualità e di difficile attuazione. Traccia con passione alcuni spunti: ascolto delle istanze dei giovani; equilibrio tra diritti individuali e bene comune; gestione partecipata del territorio; responsabilità dei politici e dei cittadini. Nell’edizione precedente era stata premiata la città ospitante, Ascoli, per il coinvolgente progetto “Amo la mia città”. Ed è proprio la sala consiliare medievale del palazzo del Comune ad accogliere la seconda assemblea annuale dell’associazione Città per la Fraternità, promotrice dell’iniziativa. L’associazione, ideata  nel 2008, raduna  una settantina di comuni di Italia che si ispirano alla categoria della fraternità nell’agire politico. Le novità di quest’anno: la consegna di un premio speciale al Comune di Pollica, in rispettoso omaggio ad Angelo Vassallo, il suo “sindaco martire, che ha dato la vita per la sua gente”; e un premio internazionale alla città di Catamarca (Argentina), per il suo impegno nel campo dell’educazione delle fasce più emarginate della società, attraverso i progetti di sostegno scolastico sparsi nel suo territorio.  L’assemblea dell’Associazione Città per la Fraternità, inoltre, ha promosso l’idea di “regionalizzare” la loro azione, con incontri  periodici delle città aderenti di una stessa regione, con l’obiettivo di coordinare e così rendere più efficace il loro agire sul territorio. Da Ascoli a Catamarca,  o dagli Appennini alle Ande, dato che la città del travertino si trova circondata dalle montagne appenniniche e Catamarca sorge ai piedi delle Ande del nordovest argentino. Tutte città legate da un filo ideale, quello dei valori di fraternità proposti da Chiara Chiara Lubich per l’agire in politica, “l’amore degli amori”, come le piaceva definirla. Il premio internazionale è stato un chiaro segnale di apertura verso il mondo, con la convinzione dei Comuni associati, che – dopo aver agito con efficacia nella risposta ai bisogni del comune territorio – “una città non basta”, riprendendo ancora l’idealità di Chiara Lubich aperta alla fraternità universale. Su Città Nuova leggi anche: 75 comuni per la fraternità (altro…)

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Corée, la politique qui plaît au peuple

« Il faudrait bannir les préjugés en se disant que même la partie adverse peut proposer quelque chose de bien. » Maria Voce avait introduit par ces mots sa réponse à la question des 4 députés du parlement coréen qu’elle avait rencontrés au début de l’année 2010, lors de son voyage en Corée.

Un an après, faisons le bilan du chemin parcouru. L’occasion nous en est donnée grâce à un autre voyage, celui de Marco Fatuzzo, président du Mouvement politique pour l’unité (MPPU) international, et grâce à deux manifestations publiques prévues ces jours-ci : un séminaire au parlement le 25 novembre, intitulé « La politique qui plaît au peuple », et la conclusion de l’école de formation politique pour les jeunes de Corée, le 27 novembre.

Faisons un retour en arrière pour mieux comprendre le contexte dans lequel nous évoluons.
Depuis quelques années, un groupe de recherche parlementaire, composé de députés de différentes tendances politiques, s’est constitué au parlement de Corée du Sud, une assemblée monocamérale. Il réunit des représentants aussi bien de la majorité que de l’opposition, appartenant à différentes religions et cultures : des chrétiens de diverses confessions, des bouddhistes, des won-bouddhistes, des confucéens, des taoïstes et des personnes ne se réclamant d’aucune religion.

Un groupe qui a grandi avec le temps et compte aujourd’hui environ 30 membres. Il a pris le nom de « Forum politique MPPU », dans la mesure où il se reconnaît dans la catégorie politique de la fraternité promue par le MPPU comme le modèle fondamental de sa pensée politique.

Ces groupes de recherche parlementaire bénéficient de financements pour leur activité et sont donc tenus de rédiger un rapport annuel pour le parlement. L’année passée, ils ont présenté au parlement un rapport copieux et fourni, de 80 pages, à la suite duquel l'Assemblée nationale a décidé d'attribuer un prix au « Forum politique MPPU », élu meilleur groupe de recherche parmi 60 concurrents. Il était récompensé pour « avoir contribué, en encourageant la fraternité, à améliorer les relations au sein du parlement ».

Parmi les initiatives lancées par le « Forum », il y eu également la présentation d’un projet de loi sur la « purification du langage » employé au parlement, qui prévoyait l’exclusion, dans la communication politique, des termes jugés offensants pour la dignité des adversaires.

Le séminaire « La politique qui plaît au peuple », organisé par le « Forum », débutera par deux interventions. La première, de Marco Fatuzzo, aura pour thème « Fraternité et politique : utopie ou possibilité ? », et la seconde, du parlementaire Won Hee Ryong, portera sur les activités du MPPU en Corée. Elles seront suivies par une table ronde à laquelle participeront 5 députés.

Le prix remis en mars dernier par l'Assemblée nationale prévoyait aussi une reconnaissance en argent, que le « Forum » a souhaité destiner à la création et au soutien à une école du MPPU pour la formation politique des jeunes à Séoul, où la fraternité est ce qui unit les différentes disciplines d’étude. Le 27 novembre aura lieu la session finale de la première école de formation, à laquelle ont participé 27 personnes, avec le cours de clôture et la remise des attestations.

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Famiglia, soggetto di evangelizzazione

Nuova visibilità alla famiglia, protagonista della missione evangelizzatrice. Dal 25 al 27 novembre prossimi sarà questo il focus dei duecento partecipanti al congresso “La famiglia cristiana, soggetto di evangelizzazione” rivolto a famiglie di tutto il mondo impegnate nella formazione cristiana di altre famiglie. Numerose le testimonianze, realizzate ad ogni latitudine. Fra queste, tre storie di Famiglie Nuove: dall’Argentina Alicia e Alfredo Mucchiut con un’esperienza nel sociale, dall’Angola Miriam e Roberto Pina sull’evangelizzazione, e ancora dall’Italia Lucia e Paolo Crepaz sull’educazione dei figli. Spiritualità e vita quotidiana, tema della prima sessione di esperienze, che guardano alle problematiche del rapporto con i figli, l’apertura alla trasmissione della vita, il mondo del lavoro, della scuola, il tempo libero e la testimonianza evangelica della famiglia. L’impegno delle famiglie nell’evangelizzazione è invece al centro del secondo giorno di lavori: ci sono quelle che si occupano dell’educazione cristiana dei bambini e ragazzi, altre impegnate nella preparazione del matrimonio o nell’accompagnamento di coppie in difficoltà, e operano a livello di parrocchia, di diocesi e di associazione. Solidarietà e impegno civile sono l’argomento conclusivo del congresso, con esperienze di volontariato e di impegno in società. I fatti di vita eloquenti presentati insieme a momenti di riflessione e di dialogo, vogliono offrire un servizio alla comunione ecclesiale e all’evangelizzazione familiare, suscitando creatività e responsabilità. Essi manifestano, sottolinea il cardinal Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che “è nella relazione vitale con Cristo che la famiglia ricava speranza, carità, gioia, coraggio, capacità di discernimento e lo spirito di solidarietà per un fecondo servizio nella società.” Il congresso nasce nell’ambito del progetto per dare impulso alla soggettività ecclesiale e sociale della famiglia, avviatosi a seguito del VI Incontro Mondiale delle Famiglie a Città del Messico del gennaio 2009. Programma del congresso internazionale: (altro…)

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Fraternità nel sociale

I “Volontari”, principali animatori del Movimento Umanità Nuova (espressione sociale dei Focolari), sono donne e uomini impegnati in prima linea ad attuare le parole del Vangelo nei più vari ambiti sociali, culturali, economici e politici, per offrire delle risposte concrete alle sfide della società contemporanea. Le iniziative da loro realizzate sono le più varie: dall’impegno quotidiano di ognuno sul posto di lavoro, in famiglia, a scuola, alle varie forme di associazione e di volontariato, fino ad arrivare alle grandi azioni che coinvolgono  intere comunità, volte a rendere migliore la vita delle nostre città e il tessuto civile della società. Dal 18 al 21 novembre, i cinquecento partecipanti di molteplici provenienze avranno modo di approfondire particolari aspetti della spiritualità dell’unità, per poi aprirsi a un dialogo fecondo su come “declinare” i valori proposti dall’Ideale della fraternità nell’azione sociale. Non mancheranno momenti di approfondimento culturale, come quello dedicato all’attualità della dottrina sociale della Chiesa, e testimonianze di vita da varie parti del mondo. Momento centrale del convegno sarà il dialogo con Maria Voce, previsto per venerdì 19 Novembre. La presidente dei Focolari, rispondendo a diverse domande, offrirà uno sguardo particolare sull’attualità dell’azione sociale del Movimento, per individuare così le priorità di impegno nelle diverse aree del pianeta. (altro…)

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Un laboratorio, una fucina di pensiero

Marcin Zygmunt viene dalla Polonia, è un matematico specializzato in teoria dei giochi, e insegna all’Università di Cracovia: “Noi matematici siamo abituati a ragionare solo nel nostro settore. Qui viene in rilievo l’interdisciplinarietà”. Maria Do Socorro Malatesta, docente di psicologia e sociologia, ha appena ricevuto un premio dall’Università di Cabo Frio (Rio de Janeiro), per una ricerca condotta su un’area povera della regione, per studiare i fattori socio-antropologici che incidono sull’uso di psico-farmaci. Padre Gennaro Cicchese, 7 mesi all’anno in Italia, 5 in Senegal, da oltre 5 anni fa spola fra i due continenti e insegna antropologia filosofica a Roma e a Dakar. Yukiko Yamada, 31 anni, giapponese, vive in Spagna e si occupa di cooperazione internazionale. Sono alcuni dei volti e delle voci dei trecento partecipanti provenienti da ben 26 Paesi (compresa Africa, Medio Oriente, Australia) che, rappresentanti di discipline diverse, si sono radunati dal 10 al 14 novembre a Castelgandolfo, attorno al centro studi interdisciplinare dei Focolari, fondato da Chiara Lubich nel 1990 e che porta il nome di Scuola Abbà. Obiettivo di questo centro studi è approfondire, a livello scientifico, le intuizioni originarie del carisma dell’unità, legate all’esperienza mistica vissuta da Chiara Lubich nell’estate del 1949. Con una metodologia propria: l’“immersione” completa nel pensiero l’uno dell’altro, per arrivare a penetrare le ragioni e i patrimoni culturali di ognuno e così “pensare” illuminati dalla presenza di Gesù in mezzo a coloro che sono uniti nel suo nome (Mt 18, 20). È dunque a partire da questo “metodo” che si fonda l’originale esperienza culturale dei 300 convenuti dal background assai diverso, essendo cristiani di diverse Chiese e di 22 aree disciplinari: letteratura e arti figurative, architettura e diritto, medicina e politica, psicologia e scienze della comunicazione, economia, pedagogia e scienze della natura, senza nominare tutte le discipline legate all’area filosofica e teologica, e ai dialoghi ecumenico e interreligioso. Il programma ha visto un susseguirsi delle “lezioni” tenute dalla stessa Chiara Lubich ai membri della Scuola Abbà negli anni dal 2002 al 2004, centrate in particolare sull’aspetto antropologico, alternate con panel in cui vari studiosi hanno presentato approfondimenti legati alle rispettive discipline. Dalla filosofa Anna Pelli, con “Spunti di riflessione sul nucleo ontologico della persona”, al teologo irlandese Brendan Leahy sull’”Antropologia ecclesiale nel pensiero di Chiara Lubich nel 1949”, al massmediologo Michele Zanzucchi sul tema “La persona comunica col silenzio e con la parola”, o ancora Simonetta Magari che ha indagato su “La persona come relazione in prospettiva psicologica”. Altre originali riflessioni hanno toccato l’aspetto linguistico, con Maria Caterina Atzori “Dal linguaggio all’antropologia di Chiara Lubich”, quello economico, con Luigino Bruni e i suoi “Spunti su idea di soggetto agente di relazione in economia”, e quello artistico con la compositrice Thérèse Henderson: “La creatività della persona, eco della creatività di Dio”. Giusto per citarne alcune. Ai panel si sono intervallati momenti di riflessione di gruppo, sia interdisciplinari che per aree tematiche. Da Maria Voce, presidente dei Focolari, e per anni membro della Scuola Abbà per la disciplina del diritto – Maria Voce è avvocato – l’invito ai 300 studiosi a lavorare per estrarre delle linee dottrinali che emergono da questo carisma, “senza la pretesa di finire, ma di cominciare, coscienti di avere tra le mani un dono per il bene dell’umanità”. “Un impegno serio di lavoro” i cui risultati si vedranno perché frutto anche della vita vissuta in tutto il Movimento dei Focolari. Un legame tra vita e pensiero dal quale non si può prescindere. Una proposta accessibile davvero da tutte le culture? Philippe Hu, cinese di Hong Kong, docente di linguistica generale alla Fu-Jen University di Taiwan, negli ultimi mesi si è dedicato alla traduzione di alcuni testi di Chiara Lubich del 1949. “È accessibile, ma ci vuole un metodo. Il metodo è quello praticato in questa comunità di studiosi. Così il miracolo di capirsi arriva. Questo i cinesi lo capiscono e lo apprezzano”. La composizione internazionale e multiculturale della platea lo conferma. (altro…)

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Applicando la legge

«Ho 34 anni, sono brasiliano, sposato e con due figli e lavoro al servizio dei più poveri aiutandoli a rivendicare i propri diritti di base.» Si presenta così Anisio Caixeta Junior, giovane aderente al movimento dei focolari che di mestiere fa il difensore pubblico: quella figura prevista dall’ordinamento brasiliano per assicurare una difesa anche a chi non ha i mezzi per permettersi un avvocato. Si fa presto a capire che, oltre a svolgere il proprio compito con professionalità, Anisio è animato da grandi ideali: «Fin da bambino mi ha entusiasmato l’ideale dell’unità di Chiara Lubich e ho sempre cercato di aiutare il prossimo gratuitamente, vedevo che questo mi realizzava. E anche adesso continuo a fare la stessa cosa nella mia professione. Lo stesso ideale mi aiuta a ricordare, prima di ogni udienza, che lì davanti prima di tutto non c’è un procedimento burocratico, ma una persona da rispettare e amare.» E non si tratta solo di sue convinzioni morali: «Nella storia del diritto – afferma Anisio – al riconoscimento di alcuni diritti fondamentali più immediati come quello alla vita ed alla proprietà, si sono successivamente aggiunti quelli di libertà ed eguaglianza emersi con la rivoluzione francese. La Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, ha rievidenziato un altro caposaldo: vivere in spirito di fraternità. Anche la costituzione brasiliana ha voluto introdurre  al suo interno il principio di  fraternità, che perciò non è un semplice aiuto che si dà ogni tanto ai bisognosi, ma un caposaldo che anche la Costituzione s’impegna espressamente a tutelare e promuovere. Quando quindi agisco spinto da questo ideale di fraternità, sto in realtà applicando una legge fondamentale della mia Costituzione!» Le esperienze che Anisio si trova a vivere “semplicemente applicando la legge” ogni giorno sono davvero molte. Una tra quelle che ama maggiormente raccontare: «Un giorno mi trovavo con un mio collega fuori dal tribunale vicino ad un semaforo e si è avvicinato un ragazzino chiedendoci l’elemosina. Immaginate però la sua faccia quando noi gli abbiamo risposto: “Ma noi possiamo fare molto di più che darti qualche spicciolo! Se ad esempio non hai una famiglia, possiamo aiutarti ad inserirti in un programma sociale apposito, ugualmente se vivi per strada e così anche se non hai soldi. Questi sono infatti tutti diritti che lo Stato si deve impegnare a garantirti perché è la Costituzione che esige la creazione di istituzioni che tutelino questi tuoi diritti. E il mio lavoro è proprio una di queste!”» Una figura eroica quella del difensore pubblico? Anisio è di un altro parere: «Non penso certo che con il mio lavoro sto cambiando il mondo. Allo stesso tempo l’idea che neanche un bicchiere d’acqua è donato invano però mi affascina moltissimo e sono convinto che anche questo semplice gesto può contribuire a creare quella nuova umanità, dedita alla fraternità, che certo, il diritto può sostenere, ma va poi costruita a partire da noi stessi!» (altro…)

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Dal “Club del Dare” al Paradiso

Lo scorso sabato 4 novembre si è svolto, con più di 800 persone, il funerale di Christopher, gen3 di diciassette anni e uno degli animatori del “Club del Dare”, un progetto educativo portato avanti dai Ragazzi per l’Unità in varie scuole del Panama. Christopher è stato vittima di una rapina lo scorso 31 ottobre: stava tornando a casa quando un ladro lo ha pugnalato al petto per rubargli il telefonino. Poco prima di morire è riuscito a parlare con sua mamma e, pur rendendosi conto di essere prossimo alla sua partenza per il cielo, ha cercato di tranquillizzarla e le ha sorriso. La sua vita, anche se breve, lo aveva preparato a questo momento. Sempre disponibile quando c’era da aiutare qualcuno, il suo sorriso era una sua caratteristica immancabile. La mamma racconta che lei era non praticante, e che è stato Christopher a donarle la fede ed a inserirla nella vita della parrocchia; inoltre, lui era un punto di riferimento e di appoggio per entrambi i genitori, anche dopo che si sono separati. Nel 2005 viene in contatto con il “Club del Dare” e subito inizia a farne parte, diventando ben presto uno dei più impegnati nel portarne avanti le varie iniziative per diffondere la cultura del dare ed aiutare i più poveri. Dopo un anno di prova riceve in una cerimonia ufficiale la tessera di membro del Club. Per lui è una grande gioia, rivestita però della serietà e consapevolezza di aver fatto una scelta di vita. S’impegna a vivere il Vangelo insieme ai gen3 della sua città. Il suo funerale, nonostante il grande dolore, si è svolto in un clima di festa, tantissimi i giovani, che  avevano preparato canzoni, video e striscioni,  inoltre tutti i presenti – membri del movimento dei focolari, salesiani, parrocchiani, compagni di scuola e amici –  erano coscienti che Christopher stava continuando a sorridere dal cielo e stava passando loro la fiaccola dell’amore radicale a Dio e a i prossimi. Si potrebbero scrivere tantissimi episodi raccontando la vita sempre in donazione di Christopher, tanto che anche la stampa nazionale ha voluto sottolineare questa sua caratteristica scrivendo che lui aveva il “dono di essere persona”. I suoi compagni hanno organizzato una manifestazione in favore della non violenza; di lui ha parlato in un’intervista alla tv anche la ministro della Pubblica Istruzione, Lucy Molinar, che ha presentato Christopher come un modello per i ragazzi di oggi. Anche altri giornali hanno parlato di lui e due reti televisive si sono recate alla sua scuola durante la manifestazione. La presidente dei Focolari, Maria Voce, ha scritto alla mamma di Christopher per assicurarle a nome di tutti le preghiere e la vicinanza. Inoltre, ricordando che da poco è stata dichiarata beata un’altra giovane del movimento, Chiara Luce Badano, suggerisce come “con questi avvenimenti, sembra che il Signore voglia mettere in evidenza esempi di giovani che hanno fatto una scelta radicale di Lui, nel mondo di oggi così travagliato”. Christopher lascia dietro di sé una scia di amore concreto e tanti ragazzi e giovani impegnati a seguire il suo esempio.  (altro…)

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Appassionati di Città Nuova

Erano 700 gli aderenti dei Focolari convenuti a Castelgandolfo nei giorni scorsi. I più lontani arrivavano da Hong Kong e Corea, e non mancavano le rappresentanze dall’America, Brasile, Argentina e Messico, così come da diversi Paesi nord e centro europei, e da molte regioni italiane. La restante parte del mondo è attesa invece a gennaio, per il secondo appuntamento.

E’ in questo contesto che Marta Chierico, che per la rivista Città Nuova si occupa della promozione, ha presentato a un pubblico internazionale la proposta di un “cammino appassionante”, “in cui lavorare insieme per le nostre città e dare notizia delle tante buone notizie che non fanno rumore”. Presenti idealmente quindi non solo l’edizione italiana, ma le 36 edizioni in tutto il mondo in 22 lingue.

Nella grande famiglia di Città Nuova – si ricorda citando Chiara Lubich – i lettori hanno uguale dignità dei giornalisti, dove chi legge e propone il giornale ad altri, costruisce, mattone dopo mattone, la “città nuova”, la città di Dio sulla terra. Insieme protagonisti di un’avventura editoriale con l’obiettivo di costruire ponti di unità in tutti gli ambienti.

E’ una rivista libera Città Nuova, non condizionata da un editore forte, da pubblicitari agguerriti. Ma questa libertà ha un prezzo. “Per questo non ci trovate in edicola – afferma la Chierico -, non abbiamo il capitale che lo consente. La nostra forza sono i lettori che si abbonano e leggono”, anche on line.  Per questo è nato il nuovo sito dove ogni giorno si possono trovare commenti a notizie di attualità, cultura e cronaca nazionale e internazionale grazie anche alla collaborazione con una rete di giornalisti in tutto il mondo.

“Città Nuova è vostra”. Come diventare “protagonisti appassionati”? Tre le proposte:

Abbonarsi. Se ci si abbona entro il 31 dicembre 2010, in regalo la nuova biografia di Chiara Luce nel primo numero di febbraio 2011. Inoltre l’edizione italiana offre la possibilità, con un’integrazione di soli 18 €, di avere anche un piccolo libro al mese che approfondisce temi scottanti di attualità dalla prospettiva della cultura dell’unità.
Leggere.  E segnalare esperienze e contributi di riflessione, eventuali critiche costruttive che aiutano la redazione a migliorare.
Contagiare, proponendo la rivista e i libretti ad altri. Ecco perché, da adesso, chi è un semplice abbonato, può diventare “appassionato abbonatore di altri”.

Ancora oggi quindi lettori, che – come dal 1956 in poi, quando la rivista è nata, si prendono cura della propria gente e delle proprie città, dando così il loro contributo nel formare la coscienza sociale e nel tessere la fraternità nei vari Paesi.

Dossier Focolari sul mensile “Jesus”

Il dossier ripercorre le tappe del cammino storico, la vita dei focolarini oggi, l’impegno nel sociale, la fede nel quotidiano. “Dando voce ai semplici militanti così come alle guide del movimento, a partire da Maria Voce” – così si legge in apertura dell’approfondimento a cura di Vittoria Prisciandaro. La rivista, fondata nel 1979 e con una tiratura di 37mila copie, nel numero di novembre esce con un allegato – il primo di una collana di cinque audiolibri – dedicato per l’occasione a Chiara Lubich. Si tratta dell’antologia “Tutto vince l’Amore”, che raccoglie alcuni pensieri di Chiara, recitati da attori italiani. Focolari. Ideale di fraternità – Nelle 32 pagine dedicate ai Focolari – oltre ai luoghi, alle tappe storiche, ai “fatterelli” del Vangelo nel quotidiano – si alternano domande al co-presidente e alla presidente. “Che posto hanno nel movimento preti, parrocchie e vescovi”? la sintesi delle domande poste a Giancarlo Faletti; movimenti ecclesiali, federalismo, educazione, inculturazione, riforma della giustizia, dialogo interreligioso e società multietinica, sono invece alcuni dei temi affrontati nell’intervista a Maria Voce, “Emmaus, la teologa-avvocato nel ruolo che fu di Chiara”. Il mensile Jesus è disponibile in edicola, mentre sul sito sarà on line un’intervista audio a Maria Voce, sintesi di quanto scritto sul giornale, e parte del dossier. Sulle pagine di focolare.org invece – pensando soprattutto a quanti non leggono in italiano – troverete a puntate alcuni dei contenuti (altro…)

Cittadella “Marilen” – Oceania

Percorsi comuni per la fraternità

Una giornata nazionale promossa da Movimento dei Focolari e Comunità Islamiche d’Italia “per mostrare la possibile convivenza e integrazione, in risposta all’intolleranza e difesa radicalizzata delle identità, che percorrono le nostre città.” 600 musulmani e cristiani provenienti da tutta la Penisola. Una cinquantina le personalità presenti delle due religioni, tra cui una ventina di rappresentanti e Imam di altrettante comunità islamiche sparse in tutta Italia. Numerosi i giovani, e i bambini che hanno avuto un programma per loro. “Mamma, siamo già morti? – aveva chiesto un bimbo in un incontro simile alcuni anni fa a New York -. “Perché mi fai questa domanda?”, aveva chiesto la mamma. E lui: “Perché mi pare di essere già in Paradiso”. E per chi era a Loppiano, non sarà sembrata infantile la domanda, per l’aria di fraternità, “di un altro mondo” che vi si respirava. Eppure si sono affrontati i problemi scottanti che pervadono la nostra società. “L’obiettivo della giornata – hanno spiegato Luisa Gennaro e Mario Ciabattini dei Focolari -, ha lo scopo di fare un ulteriore passo nel cammino percorso fino ad oggi, quello di sentirci un’unica famiglia, perché fratelli si nasce, ma ora sappiamo che lo si può anche diventare”. Immediata la risposta dell’ Imam Kamel Layachi (Comunità islamiche del Veneto): “L’amore è la base dell’unione dei cuori, questo è un punto di arrivo e di partenza.” Shahrzad Houshmand, teologa iraniana e moderatrice della tavola rotonda “Le sfide del dialogo”, ha esordito: “E’ da anni che sogniamo questo giorno in cui noi, musulmani e cristiani in Italia, potessimo incontrarci per costruire insieme il futuro del Paese.” Quindi,  i contributi dei vari interventi: Paul Le Marié dei Focolari, “Dio ci ama immensamente, così è iniziata l’esperienza dei focolari”. Izzidin Elzir, Imam di Firenze e Toscana: “Il dialogo con i Focolari è iniziato 20 anni fa nel loro Centro Internazionale La Pira, e oggi vediamo i risultati qui”. Judith Povilus, vice presidente dell’Istituto Sophia: “Il dialogo è una dimensione profondamente antropologica, così come la dimensione trascendentale”. Adnane Mokrani, teologo musulmano, docente alla Pontificia Università Gregoriana: “E’ legato all’essenza dell’essere musulmano, il dialogo. Credere che Dio è Uno, la sua unicità, significa credere al genere umano unico.” Roberto Catalano, del Centro per il Dialogo Interreligioso dei Focolari: “Io non posso più essere italiano senza ognuno di voi. Per noi focolarini è importante la fraternità, ma quella universale, aperta proprio a tutti e in tutto il mondo”. E racconta come è iniziato il dialogo dei focolari in Algeria negli anni ’60, poi in Libano dove è sorta una scuola in un villaggio che ha accolto, in tempi di guerra, sia musulmani che cristiani. “E’ nata una fraternità così contagiosa che durante il conflitto del 2006, ha dato ospitalità a migliaia di profughi delle due religioni che hanno convissuto per un lungo tempo insieme.” Sono emerse alcune risposte costruttive: Corresponsabilità sociale, cittadinanza attiva e lavoro in rete, come antidoti alla “paura del diverso”; il dialogo interreligioso non come “optional” ma come necessità primaria. Molto concrete le testimonianze del dialogo nella vita quotidiana: “Nel triveneto, dove abitiamo, ma non solo, si vive un cammino di amicizia verso una vera fraternità.  Il dialogo della vita è entrato nelle nostre case, dai nostri figli… Oggi mettiamo una pietra miliare in questo cammino.” Numerosi i messaggi arrivati: da Maria Voce, presidente dei Focolari, “affidiamo a Dio questo nostro cammino insieme, che sia un dono per il nostro Paese”; dal vescovo Mansueto Bianchi, incaricato della CEI per questo dialogo, “le nostre parole e testimonianza devono concordarsi in difesa della vita umana e apertura alla trascendenza”; dai sindaci di Firenze,  Padova e da quello, presente in sala, di Rocca di Papa, tra altri. Le parole di Chiara Lubich, pronunciate il 12 novembre 2000 a Washington, davanti a 6.000 persone, e riascoltate dai 600 di Loppiano, hanno una forte accoglienza in quel clima: “Se viviamo i nostri insegnamenti nascerà fra noi una comunione in Dio. Qui oggi siamo tutti ‘noi’, una cosa sola. Dobbiamo portare insieme questa rivoluzione pacifica in beneficio della fraternità universale.” comunicato stampa finale (altro…)

novembre 2010

La predicazione di Gesù si apre col discorso della montagna. Davanti al lago di Tiberiade su una collina nei pressi di Cafarnao, seduto, come usavano fare i maestri, Gesù annuncia alle folle l'uomo delle beatitudini. Più volte nell'Antico Testamento risuonava la parola "beato" e cioè l'esaltazione di colui che adempiva, nei modi più vari, la Parola del Signore.
    Le beatitudini di Gesù riecheggiavano in parte quelle che i discepoli già conoscevano; ma per la prima volta essi sentivano che i puri di cuore, non solo, come cantava il Salmo, erano degni di salire sul monte del Signore , ma addirittura potevano vedere Dio. Quale era dunque quella purezza così alta da meritare tanto? Gesù l'avrebbe spiegato più volte nel corso della sua predicazione. Cerchiamo perciò di seguirlo per attingere alla fonte dell'autentica purezza.

"Beati i puri di cuore perché vedranno Dio"

    Anzitutto, secondo Gesù, vi è un mezzo sovrano di purificazione: "Voi siete già mondi in virtù della Parola che vi ho annunziato" . Non sono tanto degli esercizi rituali a purificare l'animo, ma la sua Parola. La Parola di Gesù non è come le parole umane. In essa è presente Cristo, come, in altro modo, è presente nell'Eucaristia. Per essa Cristo entra in noi e, finché la lasciamo agire, ci rende liberi dal peccato e quindi puri di cuore.
    Dunque la purezza è frutto della Parola vissuta, di tutte quelle Parole di Gesù che ci liberano dai cosiddetti attaccamenti, nei quali necessariamente si cade, se non si ha il cuore in Dio e nei suoi insegnamenti. Essi possono riguardare le cose, le creature, se stessi. Ma se il cuore è puntato su Dio solo, tutto il resto cade.
    Per riuscire in questa impresa, può essere utile, durante la giornata, ripetere a Gesù, a Dio, quell'invocazione del Salmo che dice: "Sei tu, Signore, l'unico mio bene!" . Proviamo a ripeterlo spesso, e soprattutto quando i vari attaccamenti vorrebbero trascinare il nostro cuore verso quelle immagini, sentimenti e passioni che possono offuscare la visione del bene e toglierci la libertà.
    Siamo portati a guardare certi cartelloni pubblicitari, a seguire certi programmi televisivi? No, diciamogli: "Sei tu, Signore, l'unico mio bene" e sarà questo il primo passo che ci farà uscire da noi stessi, ri-dichiarando il nostro amore a Dio. E così avremo acquistato in purezza.
    Avvertiamo a volte che una persona o un'attività si frappongono, come un ostacolo, fra noi e Dio e inquinano il nostro rapporto con Lui? E' il momento di ripeterGli: "Sei tu, Signore, l'unico mio bene". Questo ci aiuterà a purificare le nostre intenzioni e a ritrovare la libertà interiore.

"Beati i puri di cuore perché vedranno Dio"

    La Parola vissuta ci rende liberi e puri perché è amore. E' l'amore che purifica, con il suo fuoco divino, le nostre intenzioni e tutto il nostro intimo, perché il "cuore" secondo la Bibbia è la sede più profonda dell'intelligenza e della volontà. Ma c'è un amore che Gesù ci comanda e che ci permette di vivere questa beatitudine. E' l'amore reciproco, di chi è pronto a dare la vita per gli altri, sull'esempio di Gesù. Esso crea una corrente, uno scambio, un'atmosfera la cui nota dominante è proprio la trasparenza, la purezza, per la presenza di Dio che, solo, può creare in noi un cuore puro . E' vivendo l'amore scambievole che la Parola agisce con i suoi effetti di purificazione e di santificazione.
    L'individuo isolato è incapace di resistere a lungo alle sollecitazioni del mondo, mentre nell'amore vicendevole trova l'ambiente sano, capace di proteggere la sua purezza e tutta la sua autentica esistenza cristiana.

"Beati i puri di cuore perché vedranno Dio".

    Ed ecco il frutto di questa purezza, sempre riconquistata: si può "vedere" Dio, cioè capire la sua azione nella nostra vita e nella storia, sentire la sua voce nel cuore, cogliere la sua presenza là dove è: nei poveri, nell'Eucaristia, nella sua Parola, nella comunione fraterna, nella Chiesa. E' un pregustare la presenza di Dio che comincia già da questa vita "camminando nella fede e non ancora in visione"  fino a quando "vedremo faccia a faccia"  eternamente.

Chiara Lubich
 

Cittadella “Marilen” – Oceania

Assisi e lo Spirito

Chi è passato da Assisi di certo non è rimasto immune alla spiritualità che trasuda dai suoi muri. Oltre ai milioni di pellegrini che ogni anno vi arrivano per nutrire l’anima, pure gli eventi nel segno dello spirito si susseguono senza sosta. Come quello che si è appena svolto dal 28 al 31 ottobre presso il Teatro delle Stuoie: la XIV Conferenza internazionale della Catholic Fraternity (C.F.)*, nel  ventennio della sua fondazione. Tema scelto per quest’edizione, “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (cfr Eb 13,8). Presenti 400 rappresentanti, circa, di varie associazioni espressioni di altrettanti carismi dello Spirito, provenienti da tutto il mondo. Giorni vissuti nella gioia contagiosa dei canti e nell’armonia delle diverse lingue e culture. Il programma si è snodato in momenti di preghiera, riflessioni e testimonianze. La S. Messa inaugurale, celebrata dal Card. Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici.  A fare gli onori di casa Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi. Di grande interesse la tavola rotonda della giornata centrale sul tema: “Comunione e Missione dei Movimenti ecclesiali nel Terzo Millennio”. Sono intervenuti: Maria Voce e Michelle Moran, presidenti del Movimento dei Focolari e dell’ICCRS, rispettivamente, e Adriano Roccucci, vice presidente della Comunità di Sant’Egidio. In qualità di moderatore, Guzman Carriquiry, sotto-segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ricordato il sostegno degli ultimi papi ai nuovi carismi. Presentando i testimoni, si è soffermato su Maria Voce “che ha l’impegnativo compito di portare avanti il Carisma di Chiara Lubich, che ha già prodotto un primo frutto di santità: la giovane Chiara Luce Badano, recentemente beatificata da Papa Ratzinger”. Maria Voce, ha ricordato “con emozione” il primo raduno dei movimenti e nuove comunità attorno a Giovanni Paolo II, giorno in cui “è salito spontaneo dal cuore un inno di lode allo Spirito Santo che, quasi irrompendo nella Chiesa del nostro tempo, ha suscitato in essa i più vari carismi per rispondere, con autenticità e radicalità evangeliche, ai tanti bisogni dell’umanità di oggi: una sorprendente fioritura che ha fatto pensare ad una nuova primavera della Chiesa”. Quindi la presidente dei Focolari, si è domandata verso “quali orizzonti ci sospinge lo Spirito Santo perché la comunione fra le varie realtà ecclesiali si accresca e si dilati sulla misura del disegno di Dio e delle attese del mondo? Mi sembra – ha proseguito – che la risposta possa racchiudersi in queste parole: vivere con intensità crescente per l’unità.” E dopo un accenno al cuore della spiritualità dell’unità, “l’Abbandonato, nel cui grido si raccoglie il grido dell’umanità di ogni tempo…”, ha concluso con l’augurio di  “far sì che ogni giorno di più si avvicini per l’umanità l’ora dell’unità”. Michelle Moran, ha evidenziato il lavoro di amicizia e comunione tra i movimenti portato avanti da più di dieci anni. E in riferimento al Rinnovamento Carismatico (ICCS): “… tutto è nato dallo Spirito Santo, una corrente di grazia per tutta la Chiesa, come un grande fiume, con tanti affluenti…”. Adriano Roccucci, di Sant’Egidio, ha invitato tutti a diventare “costruttori di amicizia e comunione. Nella comunione – ha aggiunto – si realizza l’universalità, perché l’amicizia apre all’altro, a Dio e all’uomo.“ La conclusione, aperta alle “Sfide che attendono la Catholic Fraternity”, è stata a carico del Card. Paul Josef Cordes, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, e di Matteo Calisi, attuale Presidente della C.F.

Nota: La C.F. è una federazione di comunità e associazioni che ragruppa comunità carismatiche cattoliche ed incoraggia le comunità membro a rimanere fedeli ai propri carismi. E’ stata riconosciuta dalla Santa Sede il 30/11/90 come Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships, e riunisce comunità e associazioni presenti in diversi paesi dell’Asia, Europa, America e Oceania.

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Il “fenomeno” Chiara Luce

“Il fenomeno Chiara Luce Badano”, così ha definito l’accaduto attorno alla giovane di Sassello dichiarata beata il 25 settembre scorso, il giornalista Rosario Carello, conduttore del programma “A sua immagine”, andato in onda su Rai Uno il 10 ottobre. “Il fenomeno, non è tanto lei, che certamente ha vissuto in modo straordinario” – dirà Maria Voce, presidente dei Focolari – ma piuttosto il fenomeno mondiale che ha scatenato con la sua vita esemplare, pur nella normalità di una giovane di oggi. Il Papa l’ha proposta come modello di santità per i giovani di tutto il mondo, invitando a conoscerla: “…Una vita breve ma un messaggio stupendo. 19 anni pieni di vita e di fede. Due, gli ultimi, anche di dolore, vissuti nella fede e nella gioia che nasceva dal suo cuore pieno di Dio… Una grazia di Dio – ha continuato il Santo Padre – aiutata dalla collaborazione umana”, e ricorderà innanzitutto i suoi genitori, la comunità parrocchiale e il Movimento dei Focolari, al quale apparteneva. La sera del 25 settembre l’Aula Paulo VI è diventata un’esplosione di gioia e di “voglia di santità”, testimoniata da migliaia di giovani dentro e fuori la sala, che si sono espressi con canti, danze, coreografie, immagini, esperienze di vita. Tutti volevano dire qualcosa di lei, come un gruppo di ragazzi latinoamericani: “Chiara Luce è un modello per i giovani. Lei ha saputo superare molti ostacoli fino ad arrivare a diventare santa. E’ un grande esempio per tutti noi”. E alcuni giovani sotto la bandiera del Libano: “Chiara Luce ci dice che possiamo seguire il suo esempio con la nostra vita. La santità non è lontana da noi giovani”. Ancora una ragazza africana: “Per me il momento più toccante della giornata è stata la beatificazione, era la prima volta che partecipavo ad una, molto commovente”. Una giovane italiana, sintetizzando l’intensa giornata: “Ho capito che per diventare santi occorre amare sempre”. “La santità per noi giovani – un ragazzo a nome di un gruppo dell’India – appare oggi molto difficile, ma se proviamo a seguire le sue orme sarà un’esperienza meravigliosa”. E, infine, l’entusiasmo messicano: “E’ stato molto forte conoscere la vita di Chiara Luce e l’evento è stato bellissimo. Con il suo esempio, siamo sicuri che riusciremo ad andare avanti in un cammino di santità.” Ma chi è questa giovane, nuova beata, di nome Chiara? Come si spiega questo “fenomeno” di una ragazza nata in un paesino della Liguria, Sassello, che diventa la “santa dei giovani”? “Ciò che mi colpisce di lei – confida un ragazzo italiano – è che ha fatto dell’ordinario un’avventura straordinaria”. E 400 di questi giovani arrivati da tutto il mondo, si sono fermati in Italia nei giorni successivi per approfondire la spiritualità dell’unità con la quale Chiara Luce è arrivata agli altari. “Voglia di santità” nei giovani, ecco il fenomeno che la sua beatificazione ha messo in evidenza in un mondo che pare pensare ad altro. (altro…)

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Il “fenomeno” Chiara Luce

“Il fenomeno Chiara Luce Badano”, così ha definito l’accaduto attorno alla giovane di Sassello dichiarata beata il 25 settembre scorso, il giornalista Rosario Carello, conduttore del programma “A sua immagine”, andato in onda su Rai Uno il 10 ottobre. “Il fenomeno, non è tanto lei, che certamente ha vissuto in modo straordinario” – dirà Maria Voce, presidente dei Focolari – ma piuttosto il fenomeno mondiale che ha scatenato con la sua vita esemplare, pur nella normalità di una giovane di oggi. Il Papa l’ha proposta come modello di santità per i giovani di tutto il mondo, invitando a conoscerla: “…Una vita breve ma un messaggio stupendo. 19 anni pieni di vita e di fede. Due, gli ultimi, anche di dolore, vissuti nella fede e nella gioia che nasceva dal suo cuore pieno di Dio… Una grazia di Dio – ha continuato il Santo Padre – aiutata dalla collaborazione umana”, e ricorderà innanzitutto i suoi genitori, la comunità parrocchiale e il Movimento dei Focolari, al quale apparteneva. La sera del 25 settembre l’Aula Paulo VI è diventata un’esplosione di gioia e di “voglia di santità”, testimoniata da migliaia di giovani dentro e fuori la sala, che si sono espressi con canti, danze, coreografie, immagini, esperienze di vita. Tutti volevano dire qualcosa di lei, come un gruppo di ragazzi latinoamericani: “Chiara Luce è un modello per i giovani. Lei ha saputo superare molti ostacoli fino ad arrivare a diventare santa. E’ un grande esempio per tutti noi”. E alcuni giovani sotto la bandiera del Libano: “Chiara Luce ci dice che possiamo seguire il suo esempio con la nostra vita. La santità non è lontana da noi giovani”. Ancora una ragazza africana: “Per me il momento più toccante della giornata è stata la beatificazione, era la prima volta che partecipavo ad una, molto commovente”. Una giovane italiana, sintetizzando l’intensa giornata: “Ho capito che per diventare santi occorre amare sempre”. “La santità per noi giovani – un ragazzo a nome di un gruppo dell’India – appare oggi molto difficile, ma se proviamo a seguire le sue orme sarà un’esperienza meravigliosa”. E, infine, l’entusiasmo messicano: “E’ stato molto forte conoscere la vita di Chiara Luce e l’evento è stato bellissimo. Con il suo esempio, siamo sicuri che riusciremo ad andare avanti in un cammino di santità.” Ma chi è questa giovane, nuova beata, di nome Chiara? Come si spiega questo “fenomeno” di una ragazza nata in un paesino della Liguria, Sassello, che diventa la “santa dei giovani”? “Ciò che mi colpisce di lei – confida un ragazzo italiano – è che ha fatto dell’ordinario un’avventura straordinaria”. E 400 di questi giovani arrivati da tutto il mondo, si sono fermati in Italia nei giorni successivi per approfondire la spiritualità dell’unità con la quale Chiara Luce è arrivata agli altari. “Voglia di santità” nei giovani, ecco il fenomeno che la sua beatificazione ha messo in evidenza in un mondo che pare pensare ad altro.

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«La nuova comunicazione nasce dal nostro vissuto»

«Da 35 anni mi occupo professionalmente di comunicazione in vari campi, ma posso dire di essere “nata” alla vera comunicazione solo nel marzo 1995, quando alla conferenza stampa del Premio UELCI a Milano, per il migliore scrittore cattolico dell’anno, ho conosciuto Chiara Lubich e non l’ho più abbandonata». Con queste parole Alma Pizzi ha esordito nel giugno 2010, all’ultimo seminario di NetOne, per presentarsi. Lei, giornalista affermata, consulente stampa, docente di giornalismo e autrice, originaria della Lombardia, Presidente dell’UCID (Unione Cristiani Imprenditori Dirigenti), è stata anche una grande sostenitrice della rete internazionale di operatori della comunicazione NetOne ispirata al carisma dell’unità. Lo scorso giugno, raccontava ancora di sé: «Ho avuto una seconda “nascita”, ancor più decisa, nel giugno 2000 qui a Castelgandolfo, al primo raduno internazionale di NetOne, che nasceva in quella occasione: da allora considero NetOne la mia casa e non sono mancata mai. Ho soprattutto scoperto un nuovo modo di essere giornalista, rivoluzionario rispetto a quello che conoscevo prima: ho iniziato a mettere al primo posto il rapporto con gli altri e non il prodotto del mio lavoro». (L’intervento completo è disponibile anche in video sul sito di NetOne) «Mi ha colpito e commosso leggere i suoi ultimi pezzi – scrive una giornalista che l’ha conosciuta e lavorato con lei – “vari sono sulla santità: da quello su Chiara Luce Badano all’ultimo su Carlo I d’Austria, beato “attraverso” e non “nonostante” la politica, uscito il 24 ottobre 2010 (il giorno prima della sua morte) sul sito del giornale on line che curava. Tra l’altro riporta dal diario di Carlo I queste parole: “Tutta la mia aspirazione è sempre di conoscere il più chiaramente possibile in tutte le mie cose la volontà di Dio e di eseguirla, e precisamente nella maniera più perfetta”». Collaboratrice  di Città Nuova, aveva scritto per la rivista dei Focolari a proposito del giornalista Giuseppe De Carli, recentemente scomparso, chiudendo così l’articolo: “Non avevamo saputo nulla del suo male e ora lo pensiamo arrivato alla mèta, dove vorremmo arrivare anche noi con la stessa consapevolezza del lavoro coscienziosamente compiuto”. La ricordiamo attraverso queste sue ultime parole, rimandando all’articolo su Città Nuova per conoscere qualcosa in più di lei. Altri link: Rmf on line, è la squadra che fa notizia. L’ultima intervista pubblicata (altro…)

Cittadella “Marilen” – Oceania

Repercussões sobre Chiara Luce Badano no mundo

 

«Quem poderá cancelar da alma o momento extraordinário que vivemos juntos?», escrevem de Brasília. Esta é apenas uma da muitas, muitíssimas impressões que chegaram após o dia 25 de setembro, dia no qual Chiara Luce Badano foi proclamada bem-aventurada.Um dia inesquecível para as 25 mil pessoas presentes, mas também para os milhares que acompanharam o evento, em muitos ângulos do planeta. De Madri disseram: «Comoveu-me ver pessoas de tantos países reunidas pela simples e intensa vida de uma jovem». «A festa de beatificação era como um encontro que se vive aqui, na terra, e também lá, no Céu – referiram da Eslováquia –. Em mim ficou principalmente o pensamento que vale a pena viver bem a única vida que temos»

Foram muitos os que acompanharam os três momentos, do rito, da festa na Sala Paulo VI e a missa em ação de graças, por meio da TV ou na internet. Em Joanesburgo, por exemplo, as gen (jovens do Movimento dos Focolares) passaram todo o fim de semana juntas, para seguir o evento pela web. Até na Sibéria puderam ver a celebração, ao vivo. No Brasil, por meio das transmissões de três redes de televisão católicas, internet e rádio, foram alcançadas mais de 900 mil pessoas.

Em muitos lugares foram feitas celebrações simultâneas. Na região de Belém, norte do Brasil, estiveram presentes 10 mil pessoas, nas 17 missas em ação de graças. Só em Teresina, onde o evento foi inserido no contexto do Congresso Eucarístico Diocesano, eram cerca de 4 mil, na missa celebrada por d. Dimas, secretário da CNBB, e uma vigília para os jovens. Também na Ilha Reunião, no Oceano Índico, mil pessoas recolheram-se em uma igreja, e falaram deste momento inesquecível vivido na missa por Chiara Luce. Uma grande festa foi organizada em Bujumbura, no Burundi e, ainda na África, cerca de mil pessoas reuniram-se na Mariápolis Piero, no Quênia.

Mas mesmo com a distância de alguns dias as repercussões não diminuíram. De Malta contam: «Estamos ainda no aeroporto, depois de ter vivido dias maravilhosos e cheios de alegria. Foi uma experiência inesquecível, uma experiência de Deus que tocou os corações deixando o desejo sincero de santidade, com o exemplo de Chiara Luce». E ainda um pensamento do Iraque: «A beleza da sua santidade é que não era uma consagrada, mas era santificada graças ao seu sim cotidiano à Vontade de Deus». Enfim, sempre do Oriente Médio, em especial da Jordânia: «Obrigada, Chiara Luce, por ter acordado a nossa consciência. Como nas olimpíadas é passado o bastão, assim você doou a felicidade e a alegria do Céu a todos os jovens do mundo».

O dia 29 de outubro é o indicado pela Igreja para recordar, na liturgia do dia, a bem-aventurada Chiara Badano. Nesta próxima sexta feira, no Santuário do Divino Amor (Roma), onde foi realizada a cerimônia de beatificação, no dia 25 de setembro, está prevista uma celebração de festa.
 

 

No Brasil, por meio das transmissões de três redes de televisão católicas, internet e rádio, foram alcançadas mais de 900 mil pessoas.

 

 

 

 

 

 

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1939 – La Casetta

Casetta Il 1939 registrò un viaggio che si rivelò decisivo per Silvia: «Sono invitata a un convegno di studentesse cattoliche a Loreto – scriverà più tardi Chiara, usando quel tempo presente che per lei significava il permanere della realtà divina, quasi nell’atemporalità dello Spirito –, dove è custodita, secondo la tradizione, la casetta della Sacra famiglia di Nazareth. Seguo in un collegio un corso con tutte le altre; ma, appena posso, corro lì. Mi inginocchio accanto al muro annerito dalle lampade. Qualcosa di nuovo e di divino m’avvolge, quasi mi schiaccia. Contemplo col pensiero la vita verginale dei tre: “Dunque Maria avrà abitato qui – penso –. Giuseppe avrà attraversato la stanza da lì a lì. Gesù Bambino in mezzo a loro avrà conosciuto per anni questo luogo. I muri avranno riecheggiato la sua vocetta di infante…”. Ogni pensiero mi pesa addosso, mi stringe il cuore, le lacrime cadono senza controllo. Ad ogni intervallo del corso corro sempre lì. È l’ultimo giorno. La Chiesa è gremita di giovani. Mi passa un pensiero chiaro, che mai si cancellerà: sarai seguita da una schiera di vergini». Così. Tornata in Trentino, Chiara ritrovò la sua scolaresca e il parroco che l’aveva accompagnata nel suo cammino spirituale in quei mesi. Questi, non appena la vide così felice, le chiese se finalmente avesse trovato la sua strada. Chiara rispose di sì. Era una strada nuova, che non corrispondeva a quelle conosciute: ritirarsi in un convento, sposarsi, consacrarsi a Dio, ma nel mondo. Nulla di più, nessuna “involata”, ma la concretezza delle cose e dei tempi di Dio. (altro…)

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Musulmani e Cristiani in Italia

Incontro con gli amici musulmani a Castegandolfo, Ottobre 2008

L’incontro promosso dai Focolari e dalle Comunità islamiche d’Italia mira a riunire cristiani e musulmani che negli ultimi anni si sono incontrati in diverse parti d’Italia grazie all’esperienza di dialogo, ispirata dalla spiritualità di comunione di Chiara Lubich. In varie parti della Penisola – a Trento, Verona, Treviso, Padova, Trieste, Rovigo, Torino, Milano, Genova, Parma, Reggio Emilia, Firenze, Roma, Teramo per citare le principali – sono iniziate collaborazioni importanti sul territorio. Ispirate dal desiderio di andare incontro all’altro, come la Regola d’oro propone,  spesso si sono sviluppate in azioni e collaborazioni che offrono modelli di integrazione sul territorio. La giornata del 31 ottobre si pone in sintonia con la giornata dell’amicizia islamo-cristiana che si celebra in tutta Italia il 27 ottobre e vuole essere anche un momento di riflessione sull’esperienza vissuta finora. Il programma, preparato da un comitato promotore composto da cristiani e musulmani, prevede momenti di approfondimento sia del Corano che del Vangelo, esperienze di vita vissuta, una tavola rotonda sulle sfide del dialogo, intercalati da momenti artistici proposti da gruppi musulmani e cristiani ed una presentazione della cittadella ospitante di Loppiano. Si prevede la partecipazione di autorità sia religiose che civili. (altro…)

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La carità, il carisma dei carismi

Rivedere la diretta da Assisi, sabato, 23 ottobre, con l’intervento di Maria Voce, Presidente del Movimento dei focolari: “Il Carisma dell’Unità di Chiara Lubich al servizio della comunione fra carismi antiche e nuovi: Assisi 2000 e prospettive”


I Movimenti ecclesiali e le Famiglie Religiose si incontrano ad Assisi

“Mi ha colpito il clima di gioiosa accoglienza reciproca. Rispetto al 2000, quando Chiara Lubich incontrò una sola famiglia, quella francescana, questa giornata ha rappresentato un autentico sviluppo del dialogo tra carismi antichi e nuovi. Per il coinvolgimento di tante altre famiglie religiose, movimenti e nuove comunità, come pure per l’autorevole presenza di molti superiori e responsabili”. Ecco le impressioni “a caldo” di uno dei padri francescani presenti al convegno “Carismi in comunione”, svoltosi il 23 ottobre scorso ad Assisi. A dieci anni da quello storico incontro, si può affermare che le cose sono andate avanti, se si considera che erano presenti non solo i francescani di vari ordini e membri del movimento dei focolari, ma anche religiosi e religiose di vari ordini e nuove comunità. L’incontro si è aperto con la S. Messa presieduta dal Card. Miloslav Vlk, arcivescovo emerito di Praga e concelebrata dal vescovo di Assisi e da numerosi sacerdoti e religiosi. Il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, nel discorso d’apertura, ha invitato tutti a riscoprire “la carità, il carisma dei carismi” nella consapevolezza che “i beni degli uni, sono beni di tutti”. “Una expo dei frutti dello Spirito”, ha definito l’incontro la presidente dei Focolari, Maria Voce.  Nel suo intervento ha illustrato le tappe di questo cammino di comunione, a partire dalla Pentecoste ’98, momento fondamentale per i nuovi movimenti. “In quell’occasione  – ricorda Voce – Chiara Lubich fece al Papa una promessa: ‘Vogliamo assicurarla, Santità, che,essendo il nostro specifico carisma l’unità, ci impegneremo con tutte le nostre forze a contribuire a realizzarla pienamente”. A due anni da quella sua promessa, “Chiara compie un passo ulteriore – continua la presidente dei Focolari –: la comunione con famiglie religiose nate da carismi meno nuovi. E pone la prima pietra di questo dialogo-comunione tra le famiglie religiose come espressioni della Chiesa carismatica proprio qui, sulla tomba di s. Francesco, il 26 ottobre 2000.” Infine, ha affermato che “lo Spirito Santo ha orientato tutti verso un cammino comunitario, che riscopre la Chiesa come una famiglia di fratelli uniti dall’unico Padre”. Le testimonianze hanno evidenziato questo rapporto di comunione e di forti e concrete risposte a problemi, disunità e piaghe le più varie. Come la testimonianza di suor Viviana Ballarin, presidente nazionale dell’USMI (Unione superiore maggiori) sulla comunità di religiose di vari ordini a Kabul: “Povere, senza niente, accanto ai deboli. Eppure lì ho visto la Chiesa delle origini, dove Gesù era davvero il centro di tutto”. Il gioioso raduno si è concluso con la firma solenne di un patto di comunione e di amore reciproco, da parte di decine e decine di rappresentanti di carismi antichi e nuovi, e con l’esplosione della festa dei giovani, alla sera. Sul piazzale antistante la basilica, un recital musicale ha raccontato la storia di Chiara Luce Badano, la diciottenne di Sassello recentemente proclamata beata e indicata dal papa modello per i giovani. Anche lei frutto di un carisma, quello di Chiara Lubich, vissuto con la sua famiglia e con la comunità parrocchiale del suo paese. Discorso di Maria Voce (altro…)

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Primo Vescovo vietnamita verso la santità

Tanti hanno conosciuto la vicenda umana del cardinale vietnamita François-Xavier Nguyên Van Thuân, vissuto in carcere per più di tredici anni. Tanti si sono sentiti incoraggiati dalla sua testimonianza eroica di fede e hanno sperimentato personalmente la carità, forgiata nel crogiuolo della prova, di questa grande personalità contemporanea. A soli 8 anni dalla sua scomparsa, il 22 ottobre si è aperto per lui il Processo di Beatificazione con la ceremonia ufficiale a San Giovanni in Laterano. Nato nel 1928, nel Vietnam, in seno ad una famiglia di antica tradizione cristiana, venne ordinato sacerdote nel 1953, e già nel 1964 divenne rettore del seminario di Hue. Il 13 aprile 1967, Paolo VI lo nominò primo vescovo vietnamita di Nha Trang. Scelse come motto Gaudium et Spes poiché desiderava essere un apostolo di gioia e di pace.Uomo di ricca e profonda spiritualità, trovò grande ispirazione per la sua vita personale e la sua missione pastorale nell’incontro, nel 1974, con Chiara Lubich e la sua spiritualità dell’unità.Nel 1975 venne arrestato dal governo comunista ed imprigionato. Non fu mai processato e condannato. Trascorse in carcere ben oltre tredici anni, di cui nove in isolamento. La sua scelta di Gesù Crocifisso ed Abbandonato, cardine della spiritualità dell’unità, come Colui da amare ed imitare, gli diede la forza per essere un testimone eroico della speranza e della carità, sempre, ed in modo indescrivibile durante i lunghi anni bui di prigionia. Anni dopo, nel luglio 2001 davanti a 1.300 sacerdoti convenuti a Castelgandolfo, affermerà che “l’aver conosciuto Chiara Lubich ed il suo carisma dell’unità, mi ha salvato in quei lunghi anni”. I suoi molti scritti contengono dei veri gioielli di autentica spiritualità evangelica, illustrati dalle innumerevoli sue esperienze che risplendono come via di santità per chiunque incontri questo grande testimone del nostro tempo. Eccone uno:“Una notte, in carcere, dal più profondo del mio cuore, udii una voce che mi chiedeva: ‘Perche mai ti tormenti? Devi saper discernere fra Dio e le opere di Dio. Tutto ciò che hai fatto e che ancora desidereresti di fare: visite pastorali, formazione dei seminaristi, delle suore e dei membri di ordini religiosi, costruire scuole, evangelizzare i non cristiani. Tutto ciò è ottimo lavoro, è lavoro di Dio, ma non è Dio! Se Egli ti chiede di lasciare tutto e di affidare ogni cosa nelle Sue mani, fallo e fidati di Lui. Dio farà infinitamente meglio di te: affiderà il lavoro ad altri più capaci di te. Non hai che da scegliere Dio e non i suoi lavori!’. Fu una luce che mutò totalmente il mio modo di pensare. Allorché i comunisti mi fecero scendere nella stiva di una nave, la Hai-Phong, stipato insieme ad altri 1.500 prigionieri per trasportarci al Nord, mi dissi: ‘Questa è la mia cattedrale, questo è il popolo che Dio mi affida perché io me ne curi, ecco la mia missione: assicurare la presenza di Dio fra questa gente, fra questi miserabili, disperati fratelli miei. E’ la Sua volontà che io sia qui. Accetto la Sua volontà. Da quel momento in poi una nuova pace mi ha riempito il cuore e mai mi ha più abbandonato in tutti quei tredici anni.” Autore di numerosi libri, instancabile predicatore, testimone di una fede eroica e di una sconfinata carità, Van Thuân sarà ricordato anche per il suo grande impegno nel redigere il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa e per gli ultimi anni della sua vita spesi intensamente alla guida del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Città Nuova ha pubblicato:

François Xavier Nguyên Van Thuân, Il cammino della speranza. Testimoniare l’appartenenza a Cristo, 2008.
François Xavier Nguyên Van Thuân, Testimoni della speranza. esercizi spirituali tenuti alla presenza di Giovanni Paolo II, 2008
Lucia Velardi (ed.), Spera in Dio! 100 pagine di F. X. Nguyên Van Thuân, 2008

Per la cerimonia dell’apertura della fase diocesana del Processo di Beatificazione erano presenti membri della famiglia e amici da tutto il mondo. (altro…)

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Impegnati nella cultura dell’unità

A Loppiano lo scorso 18 ottobre si è inaugurato l’anno accademico 2010-2011 dell’Istituto Universitario Sophia (IUS), l’originale istituzione accademica ispirata alla spiritualità di Chiara Lubich che coniuga formazione e ricerca, con un percorso di vita coerente con l’ideale dell’unità nella diversità. La cerimonia ha visto la partecipazione di numerose personalità del mondo culturale, politico ed ecclesiale italiano. Mons. Betori, Gran Cancelliere dello IUS, nel suo intervento afferma che: “oggi più che mai è necessario ricercare con passione la verità, la quale, per essere accolta e comunicata non necessita solo di onestà intellettuale, bensì esige un coinvolgimento di tutta quanta la persona.” Le parole del preside Piero Coda sottolineano come a Loppiano le intenzioni sono seguite dai fatti, i 54 studenti che frequentano la Laurea Magistrale e i 7 iscritti al ciclo dottorale, provengono da ben 26 paesi diversi. Confermando l’apertura interculturale e interreligiosa, oltre che interdisciplinare, da quest’anno tra gli studenti ci saranno anche una studentessa della Chiesa Ortodossa Bulgara e un’altra di religione buddista. Numerosi accordi con altri atenei, in Italia e all’estero, sono stati siglati lo scorso anno. Inoltre, hanno terminato la loro formazione i primi studenti con il titolo di Laurea Magistrale in “Fondamenti e prospettive di una cultura dell’unità” nei due rispettivi indirizzi: filosofico-teologico e politico-economico. La presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce , nel felicitarsi con i neolaureati, evidenziava come loro si fossero “impegnati, personalmente e insieme, a penetrare i fondamenti e a delineare le prospettive di una cultura dell’unità declinata nella molteplicità dei saperi”. Con le sue parole metteva in risalto un’altra caratteristica dello IUS: tutti, docenti, studenti e l’intero personale, in un intenso clima di dialogo, concorrono al progetto formativo di Sophia, pur nel rispetto delle rispettive competenze e responsabilità. Nel corso dell’inaugurazione è stata presentata la fondazione “Per Sophia” nata con lo scopo di sostenere la crescita e lo sviluppo dell’istituto, questo avverrà anche con la concessione di premi, borse di studio e di finanziamenti per i progetti culturali e didattici. L’Istituto Universitario Sophia sta poi progettando di ampliare la propria offerta formativa includendo percorsi nell’ambito della pedagogia e della musicologia. Infine, un’ulteriore sfida riguarda l’attività editoriale dello IUS, da quest’anno alla collana “Universitas” e alla rivista “Sophia” si accompagnano le collane “Per-corsi” e “Biblioteca di Sophia”, quest’ultima dedicata alla pubblicazione dei classici della cultura dell’unità. (altro…)