
Fabbrica di bombe e desiderio di pace
Sulcis-Iglesiente è una regione storica della Sardegna, caratterizzata non solo da bellezze naturali che impressionano, ma anche dalla storia dei lavoratori delle miniere: un patrimonio umano, spirituale, culturale e ambientale di primo livello. Un gioiello unico al mondo, che ancora non riesce a esprimere pienamente tutto il potenziale di cui dispone, anche dal punto di vista economico. Il 3 Marzo 2017 a Cagliari, nel sud della Sardegna, si è tenuta una conferenza sul tema del disarmo, organizzata dalla Scuola di Partecipazione Politica “Domenico Mangano”. A quel convegno alcuni abitanti del Sulcis-Iglesiente si sono sentiti interpellati in modo diretto: sul loro territorio, infatti, ha sede la RWM Italia, controllata dalla Rheinmetall, una fabbrica di bombe vendute all’Arabia Saudita e utilizzate per la guerra nello Yemen. Da questa presa di coscienza, un anno fa, è nato un comitato che opera sul territorio, unendo le forze per un obiettivo comune: la riconversione della fabbrica dalla produzione militare a quella civile. È il “Comitato riconversione RWM per la pace, il lavoro sostenibile, la riconversione dell’industria bellica, il disarmo, la partecipazione civica a processi di cambiamento, la valorizzazione del patrimonio ambientale e sociale del Sulcis-Iglesiente”.
Tra i promotori di questa azione Cinzia Guaita, del Movimento dei Focolari. Facciamo con lei il punto della situazione. «L’azione del comitato non è facile perché il Sulcis-Iglesiente è un territorio dove non c’è lavoro, e quello che c’è viene difeso a spada tratta. Non è facile innescare un processo che porti a un cambio di mentalità per scegliere qualcosa di diverso, ma forse più rischioso». «Siamo una rete molto fitta e variegata. Prima non se ne parlava, oggi la questione etica, ambientale e legale è diventata patrimonio diffuso. C’è un primo risultato culturale, anche se il processo è a lungo termine». In cosa si può notare il cambiamento più grande? «Prendiamo il tema del lavoro: prima non si poteva discutere, mentre adesso accanto al lavoro ci sono i temi della pace, della giustizia, e non è poco per un territorio povero come il nostro». Parli di confronto, ma voi usate soprattutto il dialogo… «È vero, stiamo dialogando, e lo facciamo con tutti perché questo è un problema che riguarda tutti, e può essere risolto soltanto guardando le cose da più punti di vista. Ti faccio un esempio: abbiamo aperto un tavolo tecnico di riflessione con gli esperti dell’università per lo studio di un progetto di riconversione, si ritrovano insieme i tecnici, i docenti universitari, altri soggetti come Banca Etica, Chiesa Protestante: il comitato è una sorta di laboratorio, non risolutivo, l’avvio di un percorso concreto».
Come è vista la fabbrica RWM sul territorio? «La fabbrica si è inserita con molta benevolenza nella dinamica sociale locale, ma viola una legge nazionale, che vieta la vendita di armi a Paesi in guerra o che non rispettino i diritti umani; ma prevede anche la possibilità di un fondo per la riconversione delle aziende che producono armi. Quindi le opportunità ci sono. Riconversione non vuol dire un salto nel buio, ma un processo condiviso di maturazione e miglioramento della vita per tutti». In questo processo la stampa che ruolo sta ricoprendo? «Un ruolo decisivo direi, e noi stessi ci siamo stupiti che la stampa internazionale si sia interessata a noi. Anche la TV tedesca ci sta seguendo e ha raccontato alla Germania cosa sta succedendo qui. Ci sono tanti silenzi sulle guerre, come quella dello Yemen. Accendere i riflettori su quel conflitto ha portato il problema che si vive qui all’attenzione di tutti. Per costruire la pace non possiamo chiudere gli occhi. C’è bisogno di tutti, perché anche le piccole azioni locali possono avere una portata più ampia. Amare un territorio vuol dire questo. Può essere anche un rischio, ma per costruire la pace vale la pena correrlo». Fonte: United World Project (altro…)
Il segreto dell’amore vero
http://vimeo.com/69074075
«Il segreto dell’amore vero è questo, sta in questo: che l’amore di cui noi parliamo è quello colto proprio dal Vangelo. Ora il Vangelo è la buona nuova che Cristo ha portato sulla terra, quindi è un amore così come è concepito in Dio, non sulla terra. Un amore perciò che si vede vivere dalle persone della Santissima Trinità, per esempio; il Padre ama tutti e fa cadere la pioggia e fa sorgere il sole per i buoni e per i cattivi, ama tutti; quindi è un amore che ci mette noi nella disposizione di amare tutti i fratelli, quindi non soltanto i parenti, gli amici o quelli che ci piacciono, ma bisogna amare tutti. Quindi durante il giorno noi dobbiamo prendere di mira, per amarli, ogni persona che incontriamo. Una seconda esigenza di questo amore, che poi non c’è sulla terra perché, appunto, viene dal Cielo, è che bisogna amare per primi, non aspettare di essere amati. In genere si aspetta di essere amati per amare, mentre invece così: bisogna amare per primi e lo dimostra Gesù, la seconda divina Persona fatta uomo, il quale è morto per noi quando noi eravamo ancora peccatori, il che significa che certamente non amavamo. È un amore, poi, concreto come quello di Gesù, appunto, che ha dato la vita, non un amore sentimentale, platonico, ma proprio che arriva alla concretezza, che… un amore che si fa uno con l’altro, con chi soffre e con chi gode e partecipa della sofferenza e porta un aiuto a quella sofferenza o partecipa della gioia. Questo amore se si pratica nel mondo – è il segreto del Movimento – in genere è corrisposto perché le persone si sentono amate e si trovano bene con noi, allora ci chiedono: “Ma perché?” E noi spieghiamo il perché amiamo. E allora ecco che avviene il dialogo fra noi e gli altri, che sono persone non tutte cristiane, non tutte cattoliche, ma tante volte di altre religioni, ma anche non credenti; che però anche i non credenti hanno nel DNA l’idea dell’amare, la forza di amare perché sono creati da Dio che è Amore. Ecco questo un po’ l’amore».
Chiara Lubich
Trascrizione da un’intervista di Erik Hendriks, Sylvester Productions, del 24 maggio 2004, per la TVbelga. www.centrochiaralubich.org (altro…)

Chiesa, fede e giovani
Il rapporto tra i giovani e Chiesa vive un momento particolarmente felice. Una nuova occasione di confronto e scambio di esperienze su “giovani, fede e discernimento vocazionale” viene dall’incontro annuale dei movimenti ecclesiali, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, della Santa Sede. L’incontro coincide con la pubblicazione dello “Strumento di lavoro” su cui i vescovi si confronteranno durante il prossimo Sinodo di ottobre, tutto dedicato ai giovani. Si tratta di un documento articolato e ricco, frutto anche del contributo dei giovani di tutto il mondo.
Introdotta da Kevin Farrell, il cardinale prefetto del Dicastero, la giornata ha visto i contributi di monsignor Carlos Simón Vázquez, delegato per la Famiglia e la Vita, che ha presentato gli aggiornamenti relativi al IX Incontro Mondiale delle Famiglie, che avrà luogo a Dublino dal 21 al 26 agosto, e di p. Alexandre Awi Mello, segretario del Dicastero, che ha aggiornato sugli sviluppi della preparazione al Sinodo di ottobre, mentre Giovanna Guerrieri Nalin, dell’Ufficio Giovani, sulla preparazione della Giornata mondiale della Gioventù, in calendario a gennaio 2019 a Panama. Nel pomeriggio, il segretario generale del Sinodo dei vescovi, cardinale Lorenzo Baldisseri, ha illustrato le finalità, le attese e le prospettive del Sinodo.
Tra i partecipanti, anche il Movimento dei Focolari, nelle persone di un giovane, Nelson Vanegas del Salvador, e della stessa presidente, Maria Voce, che spiega: «Le iniziative apostoliche rivolte ai giovani nei due diversi ambiti dell’annuncio della fede e della vocazione mettono radici nell’esperienza caratteristica che nasce dal carisma dell’unità». Era ai giovani, in particolare, che si rivolgeva Chiara Lubich, fin dagli anni ‘60. Suo l’appello ad un nuovo tipo di rivoluzione, ispirata all’amore evangelico (“Giovani di tutto il mondo unitevi”), che ha dato vita, nel tempo, a strumenti e luoghi di formazione e testimonianza, vissuti insieme ai giovani stessi, lungo tre direzioni: il dono reciproco tra giovani e adulti, il binomio tra vita e pensiero, la fraternità vissuta concretamente per rispondere alle esigenze e problematiche del mondo di oggi. Nelson, già presente alla riunione presinodale di marzo, espone quanto viene portato avanti dai Focolari: «Negli annuali corsi estivi di formazione per giovani – è la sua testimonianza – si aprono percorsi di approfondimento teologico e morale, frutto di un cammino insieme, secondo uno stile di accompagnamento che trova conferma in quello suggerito da Papa Francesco. Una esperienza analoga si ritrova nelle cosiddette “Scuole di discernimento vocazionale”, un vero e proprio percorso di formazione e accompagnamento per giovani dai 23 ai 30 anni, una fascia d’età cruciale per affrontare scelte decisive nel personale progetto di vita». Ma, spiega, ci sono anche le occasioni in cui i giovani sperimentano che la vita e lo studio sono un tutt’uno: «L’Istituto Universitario Sophia, con sede a Loppiano, nasce per favorire l’interazione tra i saperi in un orizzonte sapienziale, con un progetto accademico centrato sull’esperienza di una comunità di studio in cui si condividono ricerca, pensiero e vita, non solo tra studenti di diversa provenienza, ma anche tra studenti e docenti». Non mancano altri spazi, come le scuole gen o i congressi nazionali e internazionali. Infine, i Genfest: «un’esperienza formativa, che si fonda sullo sforzo continuo di inclusione, accoglienza e ascolto dell’altro, che porta al dialogo vero e alla costruzione di rapporti profondi. Sono soprattutto una profonda esperienza spirituale, in cui tanti giovani hanno sentito o maturato la chiamata di Dio, a vivere per qualcosa di grande, a realizzare il sogno di Gesù». Il prossimo è imminente. A Manila, dal 6 all’8 luglio, avrà per titolo “Beyond all borders”. Chiara Favotti Vedi la breve intervista a Maria Voce (altro…)
Papa Francesco al CEC di Ginevra
È un pellegrinaggio ecumenico quello di Papa Francesco, che si sta svolgendo oggi al Centro ecumenico di Ginevra (Svizzera), in occasione del 70° anniversario della fondazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Tema di questa giornata: “Camminare, pregare e lavorare insieme”. Il CEC è l’organismo più ampio ed inclusivo tra le diverse organizzazioni ecumeniche. Fondato ad Amsterdam (Paesi Bassi) nel 1948, è formato attualmente da circa 350 chiese di 110 Paesi del mondo e rappresenta circa 500 milioni di cristiani. Con sede a Ginevra, comprende la maggior parte delle chiese ortodosse, numerose chiese protestanti storiche (anglicane, battiste, luterane, metodiste, riformate) e diverse chiese indipendenti. La Chiesa cattolica non è membro del CEC, ma teologi cattolici lavorano in importanti commissioni come membri a pieno titolo. Tra gli appuntamenti previsti, la preghiera comune e l’incontro pomeridiano alla presenza del reverendo Olav Fykse Tveit e della signora Agnes Abuom, rispettivamente Segretario generale e Moderatrice del CEC. Al termine il significativo saluto a otto membri della Corea del Nord e della Corea del Sud. (altro…)

Virtudes y vicios del mercado
Vivimos en un mundo caracterizado por la exaltación de las pasiones individuales. La cultura de las grandes empresas, con su lenguaje, sus categorías, sus valores y virtudes, ha sabido encauzar como nadie los valores del individuo y ha creado toda una «gramática» con la que describir historias «de éxito». Algunas palabras típicas de la empresa, como mérito, eficiencia, competencia, liderazgo, innovación… se usan indiscriminadamente para describir también las virtudes de la política, la sanidad y la educación. Paradójicamente, las empresas experimentan, a su vez, la falta de palabras verdaderas y vivas y de virtudes, muchas de ellas pre-económicas, de las que no pueden prescindir mientras estén habitadas por seres humanos. Este libro, a veces muy crítico pero nunca desesperanzado, es, en definitiva, una invitación a tomar conciencia de la ideología que se esconde tras las escasas y pobres palabras de las grandes organizaciones y a introducir palabras «nuevas» para que las empresas vuelvan a ser espacios verdaderamente humanos. Ciudad Nueva

Giornalismo e migrazione
Si è da poco concluso, a Bodo-Dioulasso, in Burkina Faso, un seminario sul Giornalismo Dialogico (9-13 giugno), con la presenza di giornalisti e professionisti della comunicazione: Michele Zanzucchi (Italia), Guy Roland (Benin) e Armand Djoualeu (Camerun) e la partecipazione di professori, studenti e professionisti, cristiani e musulmani, di Niger, Mali, Costa d’Avorio, Benin e Burkina Faso. Obiettivo del seminario è stato quello di formare i giornalisti al dialogo, ponendo al centro dell’attenzione la persona, con rispetto e senso di responsabilità. All’apertura del seminario si è svolta una tavola rotonda su “giornalismo e migrazione”, alla presenza di autorità del Governo e della Chiesa cattolica. La proposta emersa è stata quella di costituire una rete regionale di giornalisti per formare ed informare correttamente la popolazione sul fenomeno della migrazione, specie verso l’Europa. (altro…)

In cammino verso Dublino
Lough Key Forest Park, 800 ettari di silenzio, percorsi naturalistici, imponenti cedri e un lago, sulla costa meridionale di Lough Key, 40 km a sud est di Sligo Town, e 3 km a est di Boyle, è stata la cornice di una giornata per le famiglie organizzata dalla diocesi di Elphin alla fine dello scorso mese di aprile. Tra i promotori, in collaborazione con il Vescovo Kevin Doran, anche il Movimento dei Focolari. «In un’atmosfera di gioco, condivisione e amicizia, tutti sono invitati – avevo detto il vescovo – anche le famiglie di altre convinzioni religiose, i vicini, gli amici». L’obiettivo era quello di prepararsi al grande evento con Papa Francesco, che radunerà nella capitale irlandese, a fine agosto, famiglie di tutto il mondo sul tema “Il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo”. Ogni tre anni, questo appuntamento internazionale riporta la famiglia cristiana al centro dell’attenzione, quale pietra angolare della società. Dopo l’apertura il 21 agosto, che si svolgerà simultaneamente in tutte le diocesi dell’Irlanda, a Dublino ci sarà un Congresso internazionale di tre giorni (22-24) con relazioni di esperti di varie parti del mondo, testimonianze, workshop e attività per bambini e ragazzi. Con l’arrivo del Santo Padre il sabato 25 agosto, un grande festival delle Famiglie sarà l’occasione per ascoltare musica e testimonianze dai vari continenti, oltre, naturalmente, alle sue tanto attese parole. La solenne celebrazione eucaristica del 26, da lui presieduta al Phoenix Park di Dublino, chiuderà l’evento. «Non siamo tanti in questa regione dell’Irlanda, ma abbiamo voluto accogliere l’invito del vescovo» scrivono dalla comunità del focolare. Già da un anno, l’Irlanda più attenta alle dinamiche complesse di ogni famiglia e al suo ruolo nella società si sta preparando, insieme a tutte le famiglie della diocesi, con una riflessione comune alla luce dell’esortazione apostolica “Amoris Laetitia”. Evelyn, aiutata dalla comunità del Focolare, fa parte di un comitato impegnato nella preparazione: «Per me, una grande occasione per costruire con tutti dei rapporti di unità. Ogni pensiero, ogni contributo, ogni decisione o azione da intraprendere sono stati il frutto di questo cammino tra noi, insieme al Vescovo. Si è creato un clima di amore reciproco fra tutti».
All’entrata del grande parco pubblico, appese ai rami degli alberi, le sei facce del “dado dell’amore”, con le scritte di Chiara Lubich e di “Amoris Laetitia” sulla famiglia, salutavano, mossi dal vento, il pubblico in arrivo. Lo stesso dado è stato fatto rotolare sul palco, all’inizio del programma, per sintonizzarsi su un unico messaggio: “essere il primo ad amare”. La giornata è stata un susseguirsi festoso di musica e workshop: cura della natura, giochi in famiglia, divertimento, pittura facciale, danza, aiuto ai bisognosi, Particolarmente intenso il momento della preghiera comune, condotto dai vescovi cattolico e anglicano, che poi hanno tagliato la torta, non a caso a forma di “cubo”, momento questo immortalato dalla testata locale “Roscommon Hearld” e da altri siti e newsletter. A conclusione della giornata Andrew, un partecipante, ha cantato un canzone da lui composta, sulle tre parole “Per favore, grazie, scusa” suggerite da Papa Francesco per la vita di famiglia. «Girando tra la gente – è stato il commento di Áine, dei Focolari – pensavo alle parole “la grande attrattiva del tempo moderno”, scritte da Chiara Lubich in una sua meditazione. E le sentivo attuali, in mezzo a una folla composta da persone provenienti da paesi e villaggi remoti, non solo cattolici ma anche di altre denominazioni religiose, e remotissimi, come i tanti nuovi arrivati, rifugiati e richiedenti asilo, giunti dall’Africa e dal Medioriente, in maggioranza musulmani. Una sorpresa, per loro, trovare anche in Irlanda questa attenzione sulla famiglia». Chiara Favotti (altro…)

Progetto #FameZero
I ragazzi e i giovani possono diventare la prima generazione che riuscirà a sradicare la fame nel mondo. Lo dicono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS), approvati il 25 settembre del 2015 dai 193 Stati Membri delle Nazioni Unite (ONU), con l’impegno ad attuarli entro quindici anni (2015-2030). Il secondo obiettivo, “Fame Zero”, è al cuore di questo programma. Per poterlo raggiungere l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) punta sulle nuove generazioni. I ragazzi del Movimento dei Focolari hanno scelto di farne un punto centrale del loro congresso di formazione annuale, dal 20 al 24 giugno. 630 ragazze si ritroveranno presso il Centro Mariapoli internazionale di Castel Gandolfo, mentre 250 ragazzi vivranno questo momento di formazione nella cittadella internazionale di Loppiano (Firenze). Provengono da vari paesi d’Europa e sud America. A Loppiano, i 250 adolescenti approfondiranno il tema “Fame Zero” cercando di capire come concretizzarlo nella vita di ogni giorno, riscoprendo valori come il coraggio, il perdono, il servizio, lo sforzo, la spiritualità, la pazienza, la responsabilità, la fedeltà, il riconoscere le capacità dell’altro. Le ragazze, invece, vivranno un giorno speciale il 22 giugno, quando andranno in visita alla sede internazionale della FAO, nel centro di Roma, per partecipare alla discussione intorno all’obiettivo “Fame Zero”. Al termine della mattinata, riceveranno il passaporto di “Cittadine Fame Zero”. Rivedi la diretta streaming del 22 giugno 2018
Lorenzo Russo
Giornata Mondiale del Rifugiato
Il 20 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del Rifugiato, voluta dall’assemblea generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di milioni di profughi e richiedenti asilo che lasciano il proprio Paese costretti a fuggire da guerre e violenza. L’Agenzia dell’Onu per i rifugiati ha lanciato la campagna «#WithRefugees», per dare visibilità ai gesti di solidarietà verso i rifugiati, dando voce a chi accoglie e rafforzando l’incontro tra le comunità locali e i richiedenti asilo. Ma #WithRefugees è anche una petizione, con la quale l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) chiede ai governi di garantire che ogni bambino rifugiato abbia un’istruzione, che ogni famiglia rifugiata abbia un posto sicuro in cui vivere, che ogni rifugiato possa lavorare o acquisire nuove competenze per dare il suo contributo alla comunità. La petizione sarà presentata all’assemblea delle Nazioni Unite entro la fine del 2018 in occasione dell’adozione del Global Compact per i rifugiati. «Oggi – dice Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa – stare dalla parte dei rifugiati non è solo un atto di umanità, purtroppo è anche un atto di coraggio. È diventato scomodo stare dalla parte di coloro che non hanno scelto di lasciare il proprio Paese e che affrontano una pesantissima sfida, quella di ricominciare da zero in un ambiente nuovo, spesso diffidente e, nel peggiore dei casi, ostile». Numerosi gli eventi previsti fino alla fine del mese. Vedi: www.withrefugees.unhcr.it (altro…)

Dare un volto alla Chiesa
Le parole, le azioni, le scelte e perfino gli errori dei primi cristiani possono oggi illuminare il cammino dei credenti e della Chiesa? Gli Atti degli Apostoli raccontano la vita quotidiana di alcune tra le prime comunità cristiane; le azioni, le parole, le scelte di persone che costruiscono la Chiesa, che le danno un volto attraverso i loro volti. Non è un’immagine preconfezionata, una copia perfetta dell’idea che sta nella mente di Dio; Gesù all’inizio degli Atti dice a grandi linee qual è il progetto, ma come poi si è realizzato è dipeso dalle scelte di gente come Barnaba e Saulo, Pietro e Giovanni, Filippo e tanti altri di cui non conosciamo neppure il nome. Oggi come Chiesa ci troviamo a vivere in una realtà che cambia molto rapidamente e di fronte alla quale non è facile avere punti di riferimento; per questo continuiamo a leggere il libro degli Atti: perché le opere dei primi credenti sono per noi parola di Dio, una lampada che illumina, un punto di riferimento a cui guardare. IL CURATORE : Carlo Broccardo insegna attualmente Vangeli sinottici e Atti degli Apostoli al primo ciclo della Facoltà teologica del triveneto e Introduzione alla Bibbia all’Istituto superiore di scienze religiose di Padova. Suo campo di specializzazione è il vangelo secondo Luca, sul quale ha scritto la maggior parte dei suoi lavori: La fede emarginata. Analisi narrativa di Luca 4–9, Cittadella, Assisi 2006; Le possibilità inaspettate. Pagine scelte dal Vangelo secondo Luca, Cittadella, Assisi 2010; Vangelo di Luca. Commento esegetico-spirituale, Città Nuova, Roma 2012; Tra gratuità e scaltrezza. Le parabole della misericordia di Luca 15–16, San Paolo, Cinisello Balsamo 2016. Pubblica articoli per le riviste Parole di Vita, Credere Oggi e Parola, Spirito e Vita. Da più di dieci anni cura una rubrica mensile sulla rivista di spiritualità antoniana Il Santo dei miracoli. NUOVA COLLANA: Attualità della Bibbia Temi teologico-esistenziali che hanno un forte richiamo all’attualità. Basato su una riflessione biblica, con uno stile mai accademico, ma rapido, essenziale, diretto. Il contenuto di ciascun volume pur conservando tutto il valore scientifico che gli argomenti trattati richiedono è il risultato di un lavoro di divulgazione da parte di specialisti di esegesi biblica presso le più importanti Facoltà teologiche italiane. Città Nuova Ed.
Una emergenza senza fine
Dopo le eruzioni del 3 giugno, che non hanno dato il tempo di scappare a tantissimi abitanti dei villaggi situati alle pendici del vulcano del Fuego, continuate con minore intensità nei giorni successivi, ora il pericolo più grande sembra rappresentato dalle continue valanghe di fango, detriti e cenere incandescente, chiamati “Lahar”. Scendono a velocità altissima dal cono del Fuego, con una potenza tale da sradicare e coprire tutto quanto incontrano sulla loro traiettoria, provocando forti vibrazioni simili a terremoti. Il Coordinamento Nazionale per la Riduzione dei Disastri ha confermato anche nei giorni scorsi lo stato di allerta per tre distretti, fornendo informazioni aggiornate sui dispersi e i centri di accoglienza e hotel che con grande generosità stanno aprendo le loro porte. Vi lavora anche Lourdes Barrientos. «Una delle mie funzioni – spiega – è quella dell’addestramento e organizzazione delle comunità in risposta alle emergenze e ai disastri. Ora stiamo vivendo questa emergenza, che ha portato dolore, perdite e morti in molte famiglie che vivevano nelle vicinanze del vulcano, specie nelle comunità di Chimaltenango, Escuintila e Sacatepéquez», i distretti dove l’allerta rimane “rossa”, cioè al livello più alto. Mentre procede, dolorosamente, la conta delle persone ritrovate senza vita, nella sede centrale dell’agenzia, a Città del Guatemala, la capitale, si organizzano gli aiuti. «Cerco di andare oltre la mia stanchezza per assolvere pienamente ai diversi compiti che mi vengono assegnati. All’inizio non era semplice, perché mi sembrava di non fare niente direttamente per la mia gente e per le vittime, e che stavo perdendo tempo rimanendo nella sede centrale. Infatti, davanti ai grandi problemi che le istituzioni si trovano ad affrontare, il mio lavoro consiste nel raccogliere ogni genere di informazione sulle comunità colpite. Questa situazione mi avviliva, sapendo che i miei compagni si trovavano invece nel “punto zero”, ovvero nei luoghi del disastro del 3 giugno, nel tentativo di trovare altri corpi e soccorrere le vittime. Sapevo che erano stanchi, che erano impegnati nell’organizzazione e nell’accoglienza negli alberghi, e tutto questo mentre io ero seduta in un ufficio. Per di più continuavo a ricevere messaggi da amici e conoscenti, dalle mie amiche gen e dalla mia famiglia, in cui mi si chiedeva se stavo bene e se mi trovavo nella zona del disastro. Poi ho capito l’importanza di mettere tutta me stessa, in qualsiasi posto mi trovassi ad operare, senza mai perdere la pazienza, nonostante siano tutti stanchi e nervosi. Siamo tutti in prima linea. Oltretutto posso offrire quello che faccio per i miei compagni che sono sul campo, in particolare per uno che ha perso la vita durante le operazioni di soccorso. Da ogni parte arrivano richieste di informazioni sulle vittime, c’è tanto dolore, ovunque necessità di ogni genere. Molte persone offrono aiuti, molti alberghi hanno aperto le porte. Si sente l’amore concreto di tanta gente. Questo ci dà la forza per continuare». Chiara Favotti (altro…)

Assisi e Sant’Egidio

Foto: www.santegidio.org

Summer Campus 2018
I Giovani per un Mondo Unito vi danno appuntamento a Torino e a Roma per il Summer Campus . “La periferia: capitale d’Italia” è il titolo scelto per i dieci giorni in cui 60 giovani, provenienti da tutta Italia e animati dalla volontà di spendersi per la propria città, realizzeranno attività di riqualificazione, laboratori per i più piccoli e workshop interattivi su temi come la legalità, l’integrazione, il disarmo. Il costo è di 150 euro. Le iscrizioni, rivolte ai giovani dai 18 ai 30, anni si chiuderanno il 30 giugno. Per info: campus@gmail.com o 3311415079 (Giacomo Vannacci). Vedi anche: Focolari Italia www.summercampus2018.ga Facebook: Giovani per un Mondo Unito – Italia #torinosummercampus #romesummercampus
Lo stesso anelito alla felicità
«Sono partito non a nome mio o della Comunità Missionaria di Villaregia, cui appartengo, ma della Chiesa intera, di chi per varie ragioni non può partire per un tempo così prolungato. Per questo vi scrivo, per essere “missionari insieme”»P. Domenico, pochi giorni fa, come aveva fatto altre volte, ha approfittato di un momento libero. Ha scritto una lettera lunga e generosa di dettagli, affascinato com’è da una realtà «diversa dalla nostra, ma abitata da uomini e donne che condividono desideri, paure, tribolazioni e speranze simili a quelli di tutti. Cambia il contesto, cambiano i problemi e la loro incidenza sulla vita, ma in fondo l’anima di ogni uomo, in Europa o in Africa, ha lo stesso anelito, cercare se stesso e la felicità». «La settimana scorsa, una mattina verso le 7, bussano alla porta due ragazze, il volto profondamente triste. Due amiche, 18 e 20 anni. Si erano conosciute, l’anno prima, alla catechesi, prima di ricevere il battesimo. La più grande è incinta di tre mesi. Il fidanzato, saputo della gravidanza, si è dileguato. Per una donna, rimanere incinta senza che l’uomo riconosca il figlio porta a gravi conseguenze. Marchiata come una “poco di buono”, diventa la vergogna del paese, perde il lavoro e viene respinta finanche dalla famiglia. La sorella dell’amica, che l’aveva ospitata, le ha intimato: o ti converti alla nostra religione (in realtà una setta molto diffusa) o te ne devi andare. Sono scappate insieme, disperate, in cerca di un alloggio. “Ho ricevuto il battesimo – dice tra le lacrime – ho conosciuto Gesù e ora non lo voglio tradire. Ma come faccio?”. L’idea di abortire, o di convertirsi, come soluzione per tornare a una vita spensierata, non la sfiora nemmeno. Fedele a se stessa, come donna e come madre, è capace di assumersi, a soli 20 anni, le conseguenze delle proprie scelte. Anche se non ha soldi, casa, famiglia, e con una reputazione ormai persa. Tutto questo mi fa riflettere sulla mia fedeltà. Naturalmente con gli altri missionari abbiamo deciso di aiutarla. Per il momento è stata accolta da una famiglia della parrocchia, che le ha messo a disposizione una stanza della sua povera abitazione. Altri si stanno mobilitando per convincere la sua famiglia di origine a riaccoglierla. Stiamo affrontando le spese delle prime visite mediche, che qui sono totalmente a carico delle persone. E per chi non ha nulla sono un peso non indifferente».
Anche con Adam è nata una bella amicizia. «23 anni, orfano di entrambi i genitori da quando ne aveva sette e allevato da uno zio paterno, Adam è riuscito ad andare a scuola fino alla prima superiore, sostenuto da una ong francese con un programma di adozione a distanza. A un certo punto gli aiuti sono stati interrotti, perché c’era chi si rubava i soldi. Così sono finite anche le sue speranze di studiare. Ora vive da solo, in una casetta fatta di mattoni di fango, e non sempre riesce a mangiare. Ha un sogno: aprire un piccolo ufficio con un computer e vendere materiale di cartoleria. Sempre gioioso, non viene mai meno agli impegni presi in parrocchia. Una domenica pomeriggio ero a casa sua con altri giovani. In un momento di silenzio, Adam mi ha chiesto: “Perché sei qui? Cosa spinge un prete, un missionario europeo, che pure ha tanti impegni in parrocchia, che conosce gente che ha soldi, macchine, belle case, a stare con noi, che non abbiamo niente da offrire, se non un piatto di fagioli e mais? Ed è pure domenica…”. In silenzio attendevano una risposta. “Voi siete importanti per Dio e per me, per questo sono qui”. “Beh, se siamo importanti – ha detto uno di loro – allora bisogno festeggiare”, ed è andato a comprare una birra».
Il tempo del caldo forte è terminato. «La nostra casetta è stata un forno. Lenzuola bollenti, acqua che usciva dai rubinetti a 50 gradi. Ora la gente si prepara alla stagione delle piogge. Un giovane mi ha raccontato che l’anno scorso, per le forti piogge, la sua casetta fatta di mattoni di fango si era praticamente sciolta. Da poche settimane sua moglie ha dato alla luce il terzo bambino. Il suo lavoro non gli dà molto di che vivere, ha tre bambini e una casa mezza distrutta. Non riesco a cogliere niente di positivo nella sua vicenda. Eppure, vedendomi, ha esclamato: “Sei venuto a visitarci! È il segno che Dio è con noi!”». È la bellezza del popolo del Burkina Faso, che non a caso significa “Il Paese degli uomini integri”. (altro…)

Palma di Dio

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- NARRATORI – CITTA’ NUOVA

Non raccoglieremo allori
Non raccoglieremo allori, certo, per quel che facciamo; ma in compenso abbiamo la coscienza tranquilla. Io non riesco a capacitarmi che, entrando in politica, entrando nell’orbita della collettività, uno debba cessar di fatto di essere cristiano; debba in quel terreno, separare la fede dalle opere; debba ridurre l’apostolato a una negazione che oggi si chiama anticomunismo, e in passato si chiamava antiliberalismo, antiluteranesimo …Va bene la negazione, ma appena posta, vale – deve agire – anche e più ancora l’affermazione. E l’affermazione essenziale è questa: che, incontrando un uomo, o in chiesa o in strada o in parlamento, io incontro un fratello, un figlio di Dio, un redento dal sangue senza prezzo; gli debbo amore, comunque egli sia catalogato, vestito o gallonato. Ridursi alla negazione è un accordarsi un assurdo diritto di odiare, un evadere dai positivi obblighi di servizio sociale, un impoverire il Vangelo; così almeno a me pare. Credere che il cristianesimo possa acconciarsi a deformazioni, per cui legittimi l’odio, è credere che il cristianesimo sia un lubrificante di passioni umane, d’avarizia e di omicidio. (Igino Giordani, Lettera a don Primo Mazzolari, 2 febbraio 1951) Servire il popolo è servire Dio, servire un cittadino, un lavoratore, una massaia, degli scolari, dei popoli, è lavorare per Cristo. “Quel che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me” (Mt. 25,40): l’ha assicurato Lui stesso. Vista così la politica perde certi caratteri d’ostilità, d’odio, d’esclusivismo: anche nella pluralità delle opinioni, che vuol dire altresì ricchezza d’idee, il cristiano vede un fratello anche nel tesserato d’altro partito e, seppur ne respinga le opinioni, non ne respinge l’anima, nata dal medesimo Padre Celeste e perciò erede del diritto all’amore di Lui. (Igino Giordani, Difficoltà del cristiano oggi, Città Nuova, Roma, 1976, p.129) I cattolici in politica devono propugnare la creazione di una società ispirata al Vangelo. Ma questo impegna a una povertà interiore, a un dispregio della ricchezza e della boria, a una moralità che è in politica quel che è l’ossigeno nella respirazione, a un esercizio del potere come di un servizio, a un’effrazione delle caste e dei privilegi; impegna a una rivoluzione… (Igino Giordani, «La via», giugno 1950, p.1) A cura del Centro Igino Giordani (altro…)

La riforma del giudice Shaheed
È giudice civile del tribunale di Marion a Indianapolis dal 1999 e nel 2007 è stato nominato giudice dell’anno per il suo lavoro a favore di detenuti e imputati dipendenti da droghe. David Shaheed è afroamericano e musulmano e divide la passione per il diritto con quella per il dialogo interreligioso. A partire dal 2019 presiederà l’Interfaith Alliance di Indianapolis. Il curriculum potrebbe mettere soggezione e invece il dottor Shaheed spiazza per la sua semplicità e la libertà con cui parla della sua fede e del rapporto che lo legava e lo lega a Chiara Lubich. «Mi ha dato il coraggio di uscire fuori dalle nostre fedi, di aiutare gli altri e di capirli. Ma questo non è rimasto un concetto astratto perché Chiara mi ha dato modo di viverlo e dimostrarlo». Il giudice ha tratto ispirazione dall’esperienza di distruzione della Seconda guerra mondiale vissuta dalla Lubich per ideare una riforma della sua corte. «Il mondo era sotto la pressione di questo enorme conflitto. Eppure questa giovane trentina ha superato le sue paure personali per cercare il dolore altrui: la sua testimonianza mi ha dato coraggio per istituire nel mio lavoro un tribunale speciale per chi ha problemi mentali o è dipendente da sostanze stupefacenti». Il giudice infatti, rompendo una tradizione giudiziaria che affidava ai tribunali ordinari il trattamento di imputati con deficit psichici o con dipendenza da alcol e droghe, con conseguenti condanne che non guardano alla riabilitazione della persona, ha chiesto ai colleghi di guardare all’impatto che il carcere o la libertà vigilata avevano sulla vita dei condannati. Di fatto molti di questi rei tornavano in corte o in prigione per nuovi reati senza ricevere trattamenti adeguati alla loro persona e al loro disagio. Dopo iniziali scetticismi e imbarazzi, la sfida di “servire gli ultimi” è diventata obiettivo comune anche degli altri magistrati del tribunale locale che, superando la tradizione della Common law che assegna alle corti d’appello competenza in materia, lo scorso anno ha varato una nuova sezione per persone “speciali”. In questo modo gli imputati vengono assistiti nell’accesso alle cure e alle consulenze specializzate e sia la prigione, che la corte, che l’intero sistema giudiziario sono orientati ai bisogni della persona e non alla condanna e alla punizione magari per reati futili.
«Sono cresciuto in America dove fino a oggi c’è una storia forte di razzismo, ma incontrare i Focolari mi ha aiutato a capire che i bianchi e i loro antenati europei non avevano tutti la stessa ostilità verso gli afroamericani. Per me è stato un’esperienza liberante, perché vivevo sotto l’influenza di questa mentalità e invece per la prima volta avevo fratelli di discendenza europea. Ho imparato dai Focolari che la vita di Gesù è stata mostrare misericordia e compassione per gli altri. Ho imparato a vivere così da giudice e a provare la compassione. Fare parte della comunità del Focolare per me significa dar la migliore prova di come vivere gli attributi di Dio scritti nel Corano, e cioè l’amore, la misericordia e la compassione». Guardando alla missione del Movimento a dieci anni dalla scomparsa di Chiara Lubich, il giudice dell’Indiana si augura che «il dialogo vada avanti, perché il modello dei Focolari è uno dei modelli migliori di incontro tra persone di differenti religioni, etnie o nazionalità. In un clima di forte nazionalismo come quello in cui stiamo vivendo, dove i propri interessi hanno la priorità su tutto, la nostra esperienza è una contro-narrativa perché mostra che la parola di Dio porta le persone a incontrarsi e a non isolarsi, e questo è un esempio non solo per la fede e la religione, ma è un esempio di vita che serve al nostro Paese». Fonte: Città Nuova n.6, giugno 2018 (altro…)
Collegamento CH – sabato 16 giugno 2018
https://vimeo.com/275441863 (altro…)

NetOne – Incontro per registi
L’associazione internazionale di giornalisti e operatori della comunicazione dei Focolari, Net-One, promuove il convegno. “Media per un mondo unito” è una rete internazionale di professionisti, studenti e operatori dei media, nata in Italia nel giugno del 2000 come risultato della “Comunicazione e unità” del Congresso promossa dal Movimento dei Focolari. Info: Net One

Incontro Ecumenico dei Vescovi
Quest’anno si terrà in Sigtuna una cittadina della Svezia centrale. Il 6 e il 7 Novembre sarà presente Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari Info: Vescovi segves@focolare.org tel. +39/06 947 98150 (altro…)

Sinodo per l’Amazzonia
È stato pubblicato l’8 giugno il Documento Preparatorio della Santa Sede in vista del Sinodo dei vescovi per la regione Panamazzonica, già annunciato nell’ottobre 2017, che avrà luogo a Roma nel mese di ottobre 2019. Il testo, disponibile su www.vatican.va in lingua italiana, francese, inglese, spagnola e portoghese, è diviso in tre parti, così suddivise: vedere (“Identità e grido della Panamazzonia”), discernere (“Verso una conversione pastorale ed ecologica”) e agire (“Nuovi cammini per una Chiesa dal volto amazzonico”). «Le riflessioni del Sinodo Speciale – afferma il Documento nella parte introduttiva – superano l’ambito strettamente ecclesiale amazzonico, protendendosi verso la Chiesa universale e anche verso il futuro di tutto il pianeta. Partiamo da un territorio specifico, per gettare a partire da esso un ponte verso altri biomi essenziali del mondo: il bacino del Congo, il corridoio biologico mesoamericano, i boschi tropicali del Pacifico asiatico, il bacino acquifero Guaranì, fra gli altri. Ascoltare i popoli indigeni e tutte le comunità che vivono in Amazzonia, come primi interlocutori di questo Sinodo, è di vitale importanza anche per la Chiesa universale». (altro…)

Worldwide Linkup

L’amore non trasloca
Il racconto di una vita insieme passa con naturalezza dalle parole di Anna a quelle di Claudio, quasi fossero diventati, dopo tanti anni di matrimonio, una sola persona. «Quando ci siamo sposati ci univa l’entusiasmo – comincia lei – e la gioia di veder nascere la nostra famiglia. Nella cittadina del nord Italia, dove ci siamo trasferiti per il lavoro, non conoscevamo nessuno. Io mi occupavo delle faccende di casa, e aspettavo che lui tornasse, la sera. Eravamo felici, ma… ci mancava qualcosa. Una domenica ci siamo avvicinati a un sacerdote, fuori dalla chiesa. Lo abbiamo invitato a casa, e lui è arrivato portandoci una rivista, “Città Nuova”. Poi ci ha parlato della Parola di Vita. Ci è sembrato che anche noi potevamo impegnarci a vivere il Vangelo». «Avevo un buon lavoro – spiega Claudio -, costruivamo macchine per lo sviluppo e la stampa di pellicole cinematografiche. Ma dopo la morte del titolare erano sorte difficoltà con gli eredi. A un certo punto mi arrivò una proposta molto appetibile. Un lavoro ben pagato ma, venni a sapere, dai contenuti eticamente inaccettabili. Fummo d’accordo, io e mia moglie, di non accettare. Poco dopo un’altra opportunità, questa volta con uno stipendio più basso. Intanto era nato il secondo figlio, e le esigenze della famiglia crescevano. Abbiamo accettato, fidandoci che non ci sarebbe mancato nulla. Il lavoro era tanto e avevo bisogno di un collaboratore. L’ufficio del personale mi propose una persona con problemi caratteriali, che al primo contatto, infatti, rispose: “Se lei pensa di farmi lavorare si sbaglia di grosso”. Ero cosciente che avrei dovuto compensare le sue carenze, ma ci eravamo ripromessi di amare tutti, quindi non potevo tirarmi indietro. In seguito anche lui si è appassionato al lavoro, e a Natale, dentro un pacco avvolto di carta di giornale, mi ha portato in dono un trenino per mio figlio». «Aspettavo il terzo bambino – riprende Anna – quando arrivò per Claudio una nuova opportunità di lavoro. Nella nuova città dove ci siamo trasferiti sono nati gli altri quattro figli. Una piccola “tribù”, che cresceva assaporando il nostro stile di vita e l’armonia che cercavamo di mantenere tra noi. Anch’io lavoravo, insegnavo tedesco alle superiori, e questo comportava molto impegno, ma i ragazzi collaboravano, aiutandosi nei compiti o preparando la cena. Una sera ero sul pullman, di ritorno da scuola, che distava circa 30 km. Diluviava, e già pensavo che mi sarei bagnata tutta. Non esistevano allora i cellulari. Alla fermata dell’autobus, trovai uno dei figli, ancora ragazzino, ad aspettarmi con l’ombrello. Qualche anno dopo, quando già eravamo in nove (più una gatta), per il lavoro di mio marito si è prospettato ancora un altro trasferimento. Io ero molto titubante. Ma capivo che lui soffriva a vivere in albergo per cinque giorni la settimana. Per amor suo, ci siamo convinti a fare di nuovo i bagagli. Capivamo l’importanza di essere sempre uniti, e spesso pregavamo insieme nei momenti di difficoltà. Durante la giornata ero sola, ma sapevo che lui era con me. Certe volte, dopo cena, facevamo il giro dell’isolato, quattro passi insieme per ritrovarci da soli noi due». «Ora i nostri figli sono tutti sposati – riprende Claudio -. Uno di loro si è separato dalla moglie, e per noi è stato un grande dolore. Durante un recente pellegrinaggio abbiamo affidato a Maria questa situazione. Dapprima abbiamo pregato perché si ricomponesse la sua famiglia. Dopo un po’ ci è sembrato che fosse più giusto chiedere, per loro, la conversione del cuore. Infine abbiamo capito. La grazia da chiedere era un’altra: la nostra conversione. Siamo partiti da lì col desiderio di essere attenti a quello che Dio ci avrebbe chiesto ancora. Perché vorremmo non smettere mai di essere strumenti del Suo amore. È l’amore l’unica cosa che in una famiglia non deve traslocare mai». Chiara Favotti (altro…)

Istituto Universitario Sophia
A Loppiano, sede dell’Istituto Universitario Sophia (IUS) avverrà l’inaugurazione del nuovo anno accademico 2018 – 2019. Le iscrizioni sono aperte. Info: Calendario Accademico
Genfest 2018: Theme Song
https://youtu.be/G1tXUE9TcZM (altro…)

Il potere del caffè
“Beyond Go Coffee” è l’iniziativa dei giovani del Movimento dei Focolari di Milano, in sintonia con il messaggio che verrà lanciato a Manila, nelle Filippine, al Genfest (6-8 luglio 2018): andare oltre sé stessi, per mettere al centro l’altro. “Ci prendiamo un caffè?”. In Italia, il caffè è molto più che un liquido scuro, da prendersi amaro o dolce, o macchiato di latte. Il caffè, come il “mate” in Argentina, o il “tea” in Gran Bretagna, è anche un modo per uscire da sé e mettersi in relazione, un momento di pausa che, all’interno di una giornata, diventa occasione di scambio. Alcuni mesi fa, a Milano, i giovani dei Focolari hanno ripreso l’idea, già utilizzata in passato, di rivendere pacchetti di caffè, acquistati all’ingrosso, e contribuire, con il ricavato, alle spese del Genfest di Manila, ormai prossimo. In particolare per sostenere i viaggi di chi vi arriverà da Paesi lontani e la popolazione locale, colpita dal tifone Vinta, lo scorso dicembre. Ottenuto un prezzo speciale da un distributore all’ingrosso, hanno ideato e realizzato le etichette con le linee guida dell’attività e il logo dell’evento. I giovani di Milano si sono chiesti come diffondere anche dalle loro parti la conoscenza di un evento, il Genfest, che nella sua lunga storia «ha fatto della fraternità tra le persone una idea-forza». L’evento di Manila, dal 6 all’8 luglio 2018, riguarda tutti, e la necessità di guardare oltre se stessi e costruire relazioni è un tema molto attuale anche nella nostra società. Il caffè e i suoi rituali esprimono bene questa voglia di socializzare, di stare insieme. «Questa volta è stato più semplice – raccontano gli organizzatori – avevamo già tutti i contatti. Nel giro di un mese il fornitore ha fatto arrivare 4 mila pacchetti di caffè in un deposito centrale di Milano. Nel frattempo, nei diversi territori della nostra regione, una rete di persone si è resa disponibile per fare un piccolo deposito anche a casa loro. Anche il processo dell’etichettatura, fatta da loro, è stato l’occasione per incontrarci e cominciare a costruire nuove relazioni. Infine, questa attività ha creato molte occasioni per andare a trovare persone che non vedevamo da tempo, consolidando tra noi rapporti di fraternità». Il messaggio di Manila, “Beyond all Borders”, profuma anche di caffè. Fonte: United World Project (altro…)

Accogli lo straniero
Si può leggere la Bibbia nella prospettiva del dialogo interculturale e interreligioso? L’avventura dell’esodo dall’Egitto, la conquista della Terra, la sedentarizzazione in Canaan, l’esperienza della diaspora esilica, la ricostruzione del Tempio al ritorno da Babilonia, l’impatto con la cultura ellenistica hanno offerto al popolo d’Israele occasioni infatti di confronto con persone e culture diverse, che hanno lasciato una traccia viva nella sua storia, a volte segnando in profondità la maniera stessa con cui viene espressa la relazione con JHWH. Gli stranieri in Israele, gli ebrei in terra straniera, e infine i Maccabei a Gerusalemme, sfidano i cristiani a superare le discriminazioni ed affermare la libertà religiosa e di coscienza, con la consapevolezza ecclesiale e la fiducia che tutte le differenze sono ordinate all’unico popolo di Dio (cf. Lumen Gentium n. 1). Affacciarsi ad alcune storie collocate nei momenti epocali della storia biblica potrà aiutare a superare i pregiudizi che molti nutrono su questioni come la violenza nella Bibbia o la giustizia di Dio, e offrire spunti rilevanti anche ai nostri giorni per comprendere il cammino del dialogo interculturale e interreligioso. Un testo utile anche per la formazione degli operatori e dei volontari impegnanti nell’accoglienza degli immigrati e dei rifugiati. L’AUTORE- Lucio Sembrano è docente di Sacra Scrittura presso l’Istituto di Teologia della Vita Consacrata “Claretianum” di Roma e presso la Sezione “San Luigi” della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli. Presta servizio presso il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso a Roma. È assistente della Conferenza internazionale Cattolica del Guidismo (CICG-ICCG) per l’Europa e formatore AGESCI NUOVA COLLANA: Attualità della Bibbia Temi teologico-esistenziali che hanno un forte richiamo all’attualità. Basato su una riflessione biblica, con uno stile mai accademico, ma rapido, essenziale, diretto. Il contenuto di ciascun volume pur conservando tutto il valore scientifico che gli argomenti trattati richiedono è il risultato di un lavoro di divulgazione da parte di specialisti di esegesi biblica presso le più importanti Facoltà teologiche italiane- Città Nuova Ed.
Sylvester e la sua dignità
L’ho intravisto di sfuggita mentre entravo di corsa al supermercato. Era lì, quasi nascosto dietro un albero, come se si nascondesse da qualcosa o da qualcuno. Me ne sono accorto quando, uscendo, me lo sono trovato davanti. Avevo già preparato due euro per lui, ma mi sentivo male all’idea di fare la parte del “donatore” che regalo uno spicciolo al “mendicante”. Non siamo uomini tutte e due? Con fortune diverse nella vita, semmai. Mi è venuto spontaneo, mentre gli porgevo la moneta, di presentarmi: “Ciao, mi chiamo Gino e tu?”. “Sylvester”, risponde con voce impacciata. “Hai qualche problema?”, chiedo. Dopo un attimo di silenzio – avrei capito dopo che era dovuto più all’incomprensione dell’italiano che all’impaccio -, “No, tutto bene”, mi risponde. Non convinto, lo interpello ancora: “Guardami negli occhi e dimmi se hai qualche difficoltà”. Ancora “tutto bene” è la sua risposta. Mentre raggiungo la macchina, però, sento che mi viene incontro: “Sì, ho un problema: voglio lavorare”. Gli stringo la mano in segno di comprensione e vado via portandomi in cuore il suo sguardo e la sua dignità ferita. Non senza esserci scambiati i cellulari, non vogliamo perderci. Così siamo diventati amici, al di là della lingua e delle diversità culturali, Sylvester e io. Un incontro di persone, ciascuna con la propria dignità. Da quel giorno mi adopero in tanti modi con la consapevolezza che la prima cosa da affrontare è aiutarlo a superare la barriera della lingua. Per quanto sia in regola con i documenti, è irrealistico pensare che possa trovare un lavoro se non riesce a esprimersi e a capire l’italiano. Come dirglielo senza conoscere la sua lingua e viceversa? Mi viene in mente un amico che viene dal suo Paese e gli chiedo se può farmi da interprete. Ci troviamo così seduti al tavolino del bar davanti al supermercato a parlare, con traduttore e birra, per conoscere meglio la sua situazione. Prima di lasciarci gli faccio un invito: “Ricordati Sylvester, nessun lavoro è piccolo se fatto per amore. Tu non sei qui per chiedere, ma per offrire un aiuto a chi ha bisogno, condividere il peso della borsa della spesa, trovare parcheggio o un semplice carrello. Dio ama immensamente te, me, ciascuno. Ora ci metteremo a bussare insieme, come ci insegna il Vangelo. Vediamo se qualche porta si apre. Ma intanto è questo il tuo lavoro, fallo a testa alta, senza perdere la tua dignità”. La sera seguente mi arriva un suo messaggio via whatsapp: “Buonasera Gino, come stai? Spero che tu stia bene insieme alla tua famiglia. Grazie per quello che stai facendo per me. Dio ti benedica perché ti prendi cura di me. Non vedo l’ora di trovare un vero lavoro, ma intanto farò come dici, mantenendo lo sguardo in alto e pulito. Ti aspetto”. Ho dovuto usare ‘google traduttore’ per capire il suo messaggio e rispondergli: “Caro Sylvester, grazie per i tuoi saluti. Oggi ho cercato informazioni per un corso gratuito di italiano. Spero al più presto di poterti dare buone notizie”. Nei giorni seguenti faccio l’esperienza, già conosciuta, di quanto sia difficile aiutare qualcuno! Per qualche motivo a me tuttora sconosciuto prevale sempre la benedetta burocrazia. Ma decido di non arrendermi, anche perché nel frattempo trovo altre persone disposte a farsi prossime a Sylvester. Ora non sono solo, e nemmeno lui lo è più. Domani inizierà le lezioni di italiano, primo passo per riuscire a trovare un lavoro e così poter inviare un sostegno a sua moglie e ai loro due figli piccoli, rimasti nel Paese natale. Forse un giorno potranno ricongiungersi. Prego che sia così, caro Sylvester! Gustavo Clariá (altro…)

Presentazione dell’audiolibro: “Il tempo e l’infinito”
“Il tempo e l’infinito”, l’audiolibro della Collana PhonoStorie, a cura di Rete Europea Risorse Umane e Caritas Italiana, dedicato a Chiara Luce Badano, verrà presentato a Roma. Se il mondo giovanile è spesso un enigma e forse è guardato dagli adulti con una certa apprensione, il “caso” Chiara Luce Badano rappresenta una delle più felici smentite. Una malattia inattesa e mortale, a 17 anni, diventa per la giovane, beatificata il 25 settembre 2010, l’occasione di una strada luminosa e coinvolgente, percorsa con coraggio e straordinaria intensità. La conferenza di presentazione sarà moderata da Gianni Bianco, giornalista RAI-TG3. Interverranno Il Card. Francesco Montenegro e Mons. Francesco Soddu, Presidente e Direttore della Caritas Italiana, insieme a Mite Balduzzi e Roberto Tietto, della Rete Europea Risorse Umane. Per informazioni: comunicazione@caritas.it, comunicazione@rerum.eu
Internet, una grande responsabilità
È dedicata alle reti sociali e al web l’intenzione di preghiera di Papa Francesco per il mese di giugno, diffusa oggi attraverso un videomessaggio realizzato in spagnolo dalla Rete mondiale di preghiera per il Papa, tradotto in altre sette lingue e rilanciato da Vatican News. Nel video il Pontefice invita a chiedere a Dio che le reti sociali “non annullino la nostra personalità, ma favoriscano la solidarietà e il rispetto dell’altro nella sua differenza”. Dopo il titolo “Perché le reti sociali favoriscano la solidarietà e il rispetto dell’altro nella sua differenza”, Francesco sottolinea che “Internet è un dono di Dio, ed è anche una grande responsabilità”, e spiega che “la comunicazione, i suoi luoghi e i suoi strumenti hanno comportato un ampliamento di orizzonti per tante persone”. Da Francesco l’invito, già formulato nel messaggio per la giornata 2014, ad approfittare “delle possibilità di incontro e solidarietà che ci offrono le reti sociali”, e l’auspicio che “la rete digitale non sia un luogo di alienazione” ma “un luogo concreto, un luogo ricco di umanità”. “Preghiamo insieme – è l’intenzione del Pontefice – perché le reti sociali non annullino la nostra personalità, ma favoriscano la solidarietà e il rispetto dell’altro nella sua differenza”. Fonte: SIR https://youtu.be/su2hAfOu8qo (altro…)

Maria Voce a Greener Attica
Il Creato è “un dono condiviso e non un possesso privato”, e l’averne cura “implica sempre il riconoscimento dei diritti di ogni persona e di ogni popolo”. È uno dei passaggi centrali del messaggio con cui Papa Francesco ha voluto essere presente al Simposio internazionale sulla tutela dell’ambiente promosso nelle Isole Saroniche (Grecia), dal 5 all’8 giugno, dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, guidato da Bartolomeo I. Sul tema“Verso un’Attica più verde. Preservare il pianeta e proteggere il suo popolo”, l’incontro – svoltosi a tre anni dall’Enciclica Laudato Si’ ed in concomitanza con la Giornata mondiale dell’ambiente – ha visto presenti circa 250 persone fra leader religiosi, politici, esperti di ambiente e clima, accademici e giornalisti provenienti da diversi continenti, chiamati a cercare risposte condivise alla attuale crisi ecologica. Figlia – è il pensiero comune – di una più profonda crisi antropologica e spirituale.
Fra gli invitati anche la Presidente del Movimento dei Focolari Maria Voce, che ha osservato: “È bello vedere persone che vengono da tutto il mondo, e fra queste tante autorità religiose delle diverse chiese, molto motivate a cercare insieme delle soluzioni affinché il pianeta possa vivere una vita più serena e possa essere tutelato e conservato per le future generazioni”. E ancora: “Mi piace sentire che c’è tanta attenzione a tutti gli aspetti dell’ecologia, da quella dell’ambiente a quella delle persone, e anche che sia venuto in rilievo che tutto il pianeta partecipa di questa ecologia, e che tutta la natura è un dono che noi riceviamo da Dio e in quanto tale deve essere accolto con rispetto e gratitudine, e trasmesso nella maniera migliore ai nostri fratelli che verranno dopo”. Anche la formula del convegno – ha aggiunto la Presidente del movimento fondato da Chiara Lubich, da tempo impegnato per la salvaguardia del pianeta in tutto il mondo – esprime un approccio ‘ecologico’: “le sessioni sono continue ma anche inframmezzate da viaggi nelle isole vicine e negli spostamenti c’è la possibilità di incontrarsi, di parlare gli uni con gli altri, ed è più facile stabilire rapporti in questa atmosfera un po’ di studio, un po’ di relax e di amicizia internazionale. Mi sembra che da questo convegno giunga una speranza per il futuro del pianeta”. Una risposta alle preoccupazioni del Santo Padre, che nel suo messaggio, portato al Simposio dal Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha sottolineato il rischio che le future generazioni siano condannate “a vivere in una casa comune ridotta a rovine”, o a lasciare la terra natia a causa dei cambiamenti climatici e dei disastri prodotti anche dall’avido sfruttamento delle risorse ambientali.
Citando il Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per il Creato (1° settembre) scritto insieme a Bartolomeo I, Francesco ha ricordato che “il dovere di prendersi cura del Creato sfida tutte le persone di buona volontà e invita i cristiani a riconoscere le radici spirituali della crisi ecologica e cooperare nell’offrire una risposta inequivocabile”. Obiettivo prioritario dunque – è la replica del Patriarca – è il ripensamento dell’attuale sistema economico che “ignora i bisogni degli esseri umani e porta inevitabilmente allo sfruttamento dell’ambiente naturale”, ma soprattutto – aggiunge – il vero cambiamento può nascere solo dal cuore dell’uomo: “la distruzione dell’ambiente naturale può essere invertita solo attraverso un cambiamento radicale della nostra prospettiva verso la natura che deriva da un cambiamento radicale della nostra auto-comprensione come esseri umani”. Claudia Di Lorenzi (altro…)

Comunione e Diritto
Il libro che è a cura di Adriana Cosseddu, (ed. Giappichelli) viene presentato a Pavia (Italia) presso il Salone Teresiano – Biblioteca Universitaria – Strada Nuova, 65. All’evento partecipano giuristi ed avvocati interessati al tema. Info Comunione e Diritto

Prophetic Economy
Economia Profetica…tra il “già” e “ il non ancora” : l’evento internazionale promosso da EdC insieme a diverse Associazioni e Movimenti che intendono dare risposte al grido della terra e dei poveri,
Il nostro mondo affronta una crisi ecologica e sociale. I cambiamenti climatici e l’aumento della disuguaglianza sono alimentati da strutture economiche ingiuste, politiche a breve termine e pratiche di aiuto obsolete. Tante persone in tutto il mondo: CREDONO appassionatamente nello sviluppo umano e nella sostenibilità, LAVORANO instancabilmente per cambiare le regole e chiedere giustizia. È tempo di METTERSI INSIEME ed essere più della somma delle diverse parti.
Un invito quindi rivolto ai „Change-makers“ nel mondo dell’economia sociale e solidale a collaborare a livello internazionale per percorrere insieme nuove strade per combattere la povertà e la crisi ambientale, l’esclusione e la povertà al quotidiano a dare il loro contributo allo scambio. All’origine del progetto c’è una rete internazionale composta da sei organizzazioni: ATD Quart Monde, Associazione Papa Giovanni XXIII, Nomadelfia, Global Catholic Climate Movement, Slotmob, Mondo Comunità e Famiglia e Ragazzi per l’Unità e il Movimento dei Focolari con le sue iniziative Economia di Comunione, Teens for Unity e SlotMob.
Si affronteranno grandi temi quali: Politiche pubbliche – Teoria del cambiamento -Pratiche profetiche
Anche i ragazzi saranno protagonisti!
Questo evento, oltre ad aggregare chi si spende in questo ambito, propone anche un concorso delle migliori pratiche di “Prophetic Economy”, dando visibilità e riconoscimento a tanti dei protagonisti del cambiamento che trasmettono un’energia positiva al servizio del bene comune. Hanno partecipato al concorso, Prophetic practices award 2018, 135 change-makers e organizzazioni di 35 Paesi. Le esperienze dei finalisti, scelte da una giuria internazionale di esperti (Dr.Vandana Shiva -India, Dr. Jeff Sachs – USA, Dr.Cristina Calvo – Argentina e Prof. Stefano Zamagni – Italia), saranno presentate dal vivo durante l’evento. In contemporanea all’evento in diversi paesi del mondo si organizzeranno azioni satellite di diversa natura: quella più importante sarà rappresentata da un Bankmob internazionale di disinvestimento in combustibili Fossili, armamenti e azzardo

Dall’Amore, un nuovo ordine economico
«Il mondo è la parola di quel Dio che lo creò. E qual è il suono di tale parola? Eccolo: Io t’amo. E a chi è destinata questa parola? Essa è destinata al mondo stesso, il quale è appunto questa parola; è destinata a ogni singolo che questo mondo scorge come chi sa di essere una minuscola parte di esso e tuttavia è in grado di spaziare al di sopra di sé verso il tutto; è una parola destinata a ciascun uomo. Il mondo è la parola dell’amore di Dio rivolta a chiunque sia in esso; è sguardo dell’amore divino per lui. E ciò che il mondo è nel suo complesso, lo è altresì in ciascuna delle sue parti: ogni particolare del mondo è uno sguardo dell’amore di Dio». (Cosmologia, antropologia, sociologia e religione) «Posso dedicarmi interamente a questo mondo perché sono cristiano; infatti, tutto ciò che investiamo in amore in questo mondo, impronterà quest’ultimo per sempre, il nostro amore si farà carattere indelebile di ogni singolo frammento della creazione». (dicembre 1980) «Interesse primario del cristiano dev’essere il portare avanti, non solo con coloro che condividono i suoi ideale, ma con tutti coloro che hanno responsabilità nel mondo, l’edificazione di un mondo umano». (novembre 1978) «La vita e l’unità degli uomini non possono essere considerate né come una mera somma di individui né come sistema collettivistico in cui il singolo viene ingoiato e scompare. L’alternativa è la communio. Io sono me stesso, ma nella misura in cui sono per te e con te e nella misura in cui mi ricevo da te. Solo in questo rapporto è possibile definire l’Io dell’uomo. Solo in questa relazione trinitaria il collettivismo non è dissoluzione dell’individuo. Solo in questa relazione trinitaria il singolo non è un mezzo che va sacrificato alla struttura comunitaria. Da qui, ne sono certo, si apriranno nuove prospettive anche per un ordine economico universale». (Dreifaltigkeit, p. 131) Fonte: Klaus Hemmerle, La luce dentro le cose, Meditazioni per ogni giorno, Città Nuova Ed, 1998, p. 287-293. (altro…)

Cultura/e in dialogo
Quale cultura, quale unità? La nuova newsletter nasce dal desiderio di raccontare il percorso in atto in dodici ambiti della cultura che si interrogano, ricercano e si sfidano relativamente all’orizzonte dell’unità, nel solco del Carisma di Chiara Lubich. Arte, Pedagogia, Diritto, Ecologia, Sport, Economia, Sociologia, Medicina, Architettura, Politica, Psicologia, Comunicazione. Se il nostro pianeta sta attraversando un “cambiamento d’epoca”, come ha affermato recentemente anche Papa Francesco, la prospettiva dell’unità apre ai diversi mondi della cultura un orizzonte nuovo, per molti versi ancora inesplorato e appassionante. Nel primo numero si riportano alcune delle iniziative e degli eventi più significativi di ciascun ambito “in dialogo”. ________________________________________________________ Per maggiori informazioni: Centro per il dialogo con la Cultura (Movimento dei Focolari) centrodialogo.cultura@focolare.org tel. +39.06.945407201 – Via Piave, 15 – 00049 Grottaferrata (Roma – Italia) ________________________________________________________________ CONTATTI Comunione e Diritto – info@comunionediritto.org Economia di Comunione – info@edc-online.org Social-One – info@social-one.org Eco-One – luca.fiorani@gmail.com Dialoghi in Architettura – segr.architettura@focolare.org NetOne – netone@net-one.org Movimento Politico per l’Unità – info@mppu.org Psicologia e comunione info@psy-com.org Health Dialogue Culture – – healthdialogueculture@gmail.com Clarté – clarte.international@gmail.com Sportmeet — info@sportmeet.org EDU – pedagogia@focolare.org – (altro…)

Le trasformazioni globali e l’Europa
Il corso si terrà da giovedì 14 giugno a sabato 16 giugno 2018 nell’Aula Magna dell’Istituto Universitario Sophia, aperto dalla prolusione del Prof. Romano Prodi, intitolata “L’Europa di oggi. Quale Europa domani?”. Co-finanziato dalla Fondazione per Sophia, in partnership con il programma “Cattedra Jean Monnet” dell’Unione Europea, si propone di analizzare il ruolo delle città come laboratori di integrazione europea e dei cittadini come protagonisti. Le lezioni rifletteranno su integrazione, autonomia, cittadinanza europea e introdurranno al sistema di governance europeo, con particolare attenzione alla dimensione locale e regionale. Di particolare interesse i workshop, in cui i partecipanti potranno confrontarsi e condividere competenze ed esperienze in merito. Relatori di primo piano saranno Léonce Bekemans dell’Università di Padova, titolare della Cattedra Jean Monnet ad Personam, e Luc Van den Brande, ex-presidente delle Fiandre e oggi consulente di fiducia della Presidenza della Commissione Europea, che esporrà il report “Reaching Out to Citizens” presentato al presidente Junker nel novembre 2017, un documento che rappresenta il più recente e autorevole lavoro di analisi sulla cittadinanza europea. Il modulo apre il programma “Europe in a Changing World”, attivato dal Centro di ricerca e formazione Sophia Global Studies. “Numerosi fatti confermano il nostro percorso, – afferma Paolo Frizzi, coordinatore accademico – anche la recente visita di papa Francesco a Loppiano, dove ha sede Sophia, ha sottolineato l’urgenza di ‘tracciare strade nuove da percorrere insieme per dare vita a una civiltà globale dell’alleanza’. Il nostro giovane Istituto è nato per formare leader capaci e competenti, per affrontare le sfide globali e promuovere il dialogo e la pace.” Il corso si rivolge a professionisti, studiosi, amministratori e operatori della comunicazione, oltre che a docenti delle scuole primarie e secondarie e dirigenti scolastici che potranno usufruire della Carta del docente (MIUR 170/2016). Previste 15 borse di studio per giovani fino ai 30 anni. Su www.sophiauniversity.org il programma completo. (altro…)

Un minuto per la pace
Si rinnova anche quest’anno l’iniziativa “Un minuto per la pace”, promossa dal Forum internazionale di Azione cattolica, insieme a Azione cattolica italiana, Azione cattolica argentina, Commissione nazionale Giustizia e Pace della Conferenza episcopale argentina e altri soggetti, nel quarto anniversario dell’incontro di Papa Francesco con il presidente israeliano Shimon Peres e il presidente palestinese Mahmoud Abbas, avvenuto in nei Giardini Vaticani l’8 giugno 2014. Per rilanciare il messaggio di pace di quella giornata, la proposta è quella di fermarsi alle ore 13.00 (di ogni fuso orario) di venerdì 8 giugno, per un minuto di preghiera o di silenzio, da soli o in gruppo. La proposta è rivolta a credenti e non credenti. «Al lavoro, in strada, a casa, tutti sono invitati per un minuto a una preghiera che “porti molto lontano” abbracciando il mondo. È un modo semplice – affermano i promotori – per ricordare che ognuno di noi può essere ogni giorno strumento di pace». (altro…)
La tragedia del Vulcano del Fuego
Sono immagini impressionanti quelle che arrivano dal Guatemala. Le ultime notizie parlano di quasi 200 dispersi, 3.000 gli sfollati e almeno 75 persone rimaste uccise dall’eruzione del Vulcano del Fuego, che ha sorpreso gli abitanti dei villaggi limitrofi lo scorso 3 giugno. Un bilancio destinato purtroppo ad aumentare, come hanno affermato le autorità locali. La catastrofe, da molti associata a quella di Pompei, nel 79 d.C., rende molto difficile il lavoro dei soccorritori. La ricerca dei corpi prosegue ininterrottamente, sotto grandi quantità di lava e cenere. Il Vulcano del Fuego (a 3.763 metri) si trova a 40 chilometri sud-ovest di Guatemala City. Secondo i vulcanologi, è l’eruzione più grande registrata nel paese negli ultimi 40 anni e fa parte di un periodo di maggiore attività vulcanica iniziato negli ultimi 15 anni. Papa Francesco ha espresso la sua “vicinanza e consolazione per i parenti delle vittime, dolore per l’improvviso disastro naturale, preghiere per quanti sono stati drammaticamente colpiti e riconoscenza per quanti lavorano ai soccorsi. (altro…)
NetOne: Burkina Faso
Il tema del Convegno è: “Migrazioni, evangelizzazione e giornalismo dialogico”
Movimento politico per l’unità: “Dare un’anima alla democrazia”
Il Movimento politico per l’unità del Movimento dei Focolari (MPPU-Italia): «Un laboratorio internazionale di lavoro politico comune tra cittadini, funzionari, studiosi, politici impegnati a più livelli, di ispirazioni e partiti diversi, che mettono la fraternità a base della loro vita» (Chiara Lubich), tiene un DIALOGO sul tema: “Dare un’anima alla democrazia. La rappresentanza come spazio d’incontro fra politici e cittadini” . L’incontro si svolge nella Sala Toniolo, 1° Piano Largo Toniolo, Roma Avvia il dialogo il prof. Alberto Lo Presti dell’Istituto universitario Sophia. Seguono interventi dei partecipanti: parlamentari, sindaci, amministratori e cittadini Depliant Invito Accrediti: mppu-italia@mppu.org – cell. 3395942149 Via Piave, 15 – 00046 Grottaferrata, Roma (Italy) |tel.+39 06 945407210 |fax +39 06 9412080 | info@mppu.org | www.mppu.org
Tra i ragazzi di strada
Nel Focolare di Città del Messico, la Chiesa in uscita di Papa Francesco ha la voce e il volto anche di Reina Cruz, salvadoregna, animatrice di una comunità che condivide la parola di vita in situazioni difficili, a pochi chilometri dalla capitale messicana. Nel gruppo che si è scelto di accompagnare c’è anche chi spaccia e consuma droga. Le focolarine portano la voce del Papa nelle periferie, come egli spesso invita a fare, in sobborghi difficili, poveri, popolati da milioni di persone che, grazie a loro, per la prima volta possono ascoltare una pagina del Vangelo. Non è facile, confessa Reina, «ma andare in un contesto in cui ragazzi di 13-14 anni vivono praticamente senza familiari ci fa capire che dobbiamo portare almeno la nostra presenza. Un accompagnamento che si allarga alle zone più remote, come la visita ai missionari saveriani presenti nella foresta di Santa Cruz, intensificata nella settimana santa e nella Pasqua. Catechesi e aiuti materiali hanno creato un fecondo clima comunitario nelle parrocchie che abbiamo conosciuto». In questi angoli spesso dimenticati, le ragazze hanno presentato la spiritualità del focolare, ben diffusa oramai in centottantadue paesi del mondo, con centri in ottantasette nazioni, anche in Messico, e centodiecimila membri. Con l’ottica di accompagnare i fratelli, caratteristica del movimento fondato da Chiara Lubich (che con la visita del 10 maggio di Papa Francesco a Loppiano si sente maggiormente incoraggiato a continuare il cammino iniziato dalla serva di Dio), i gruppi messicani si sono inseriti in diverse esperienze sociali. «Con altre undici persone — racconta Reina — andiamo a visitare Santiago de Anaya, Actopan, nello stato di Hidalgo, nel cuore del Messico». Senza aspettare nulla in cambio, nemmeno l’interesse per la loro spiritualità, hanno iniziato un cammino con i padri missionari del Verbo Divino. Unico obiettivo, offrire spunti di riflessione comunitaria nella quotidianità: la parola di Dio e le sue conseguenze nella vita grazie alle coppie di laici impegnati. Il fenomeno dello spaccio e del consumo di droga tra gli adolescenti ha allertato i partecipanti al Focolare, spingendoli ad ascoltare le terribili esperienze e condividendo il messaggio evangelico anche con i ragazzi che vivono soli per strada. «Il 6 maggio, a esempio, si sono avvicinate due ragazzine di 14 e 17 anni per raccontarci, tra le lacrime, la crescita del consumo di droga tra i loro amici». La maggiore tra le due era stata cacciata di casa dalla mamma, ricorda Reina, e la ragazza era disperata per la rottura del legame con la madre. Che fare? Come aiutare? Accogliere le domande sulle ferite familiari è parte del compito di accompagnamento che vivono i seguaci di Chiara Lubich. Sfide sempre maggiori che descrivono una società con valori sempre più fragili, vincoli familiari deboli o molte volte assenti. Così la loro presenza rimane spesso l’unico punto di riferimento per persone che, nel momento della crescita, necessitano di uno scoglio al quale aggrapparsi per non rischiare di affogare nelle droghe o nella disperazione. Ecco l’importanza dell’ascolto, spiegano al Focolare di Città del Messico, di proporre la preghiera, e degli incontri di spiritualità per il rinnovamento della loro vita in Dio. L’obiettivo rimane l’unità e il dialogo con i sacerdoti del posto per agire insieme, evitando fratture, e guardare a progetti di sviluppo, come l’economia di comunione, occasioni per uscire dalla povertà e camminare verso la dignità. Un viaggio da fare in compagnia della Vergine Maria, una madre che non abbandona i propri figli, «nemmeno i più soli». Fonte: Osservatore Romano (altro…)

¿Nacemos estrellados?
En este libro, Gabriel Ferrero, doctor en Astronomía, reúne una serie de artículos de divulgación que ha publicado en la revista Ciudad Nueva entre los años 2009 y 2016. Son artículos sobre temas relacionados, fundamentalmente, con la física y la astronomía.
La fascinación que el autor experimenta por el conocimiento científico se ve reflejada en cada uno de los textos, que, estamos seguros, disfrutará también el lector. Ferrero tiene la virtud de tocar temas complejos y por lo general difíciles de abordar para el “lego” con un lenguaje sumamente accesible, una prosa amena y utilizando ejemplos de la vida cotidiana.
“En el último siglo, la ciencia ha producido un vastísimo conjunto de conocimientos que nos revela un mundo sencillamente maravilloso”, dice el autor en su introducción. Y esa maravillosa complejidad del mundo que habitamos es presentada a los lectores en sus diferentes aspectos: la primera parte, dedicada a la cosmología, nos habla, entre otras cosas, del tamaño y la evolución del universo; la segunda parte nos permite aprender sobre las estrellas, los planetas y la posibilidad de vida extraterrrestre; la última parte es una rica reflexión sobre el quehacer científico, sus motivaciones, y la constante búsqueda de respuestas… y nuevas preguntas que nos permiten admirar y seguir conociendo la maravillosa creación que nos rodea.

Profezia di una Chiesa in uscita
Il volume pubblica gli Atti dell’evento inaugurativo del Centro Evangelii Gaudium (CEG) uscito a vita pubblica l’11 novembre 2016. Sorto dalla sinergia dell’Istituto Universitario Sophia con le espressioni di impegno ecclesiale del Movimento dei Focolari e ancorato allo stile sinodale che la Chiesa oggi è chiamata a fare proprio, nel solco tracciato dal magistero del Concilio Vaticano II, intende dare slancio e contenuto alla conversione pastorale cui Papa Francesco con decisione richiama. Laboratorio permanente di formazione, studio e ricerca nell’ambito dell’ecclesiologia, della teologia pastorale e della missione, della teologia spirituale e della teologia dei carismi nella vita di una Chiesa chiamata allo slancio missionario, il CEG, traendo ispirazione e nome dall’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, alla luce degli impulsi spirituali e delle esperienze suscitati dal carisma dell’unità, si propone come luogo del pensare in dialogo e in presa diretta con le sfide pastorali a servizio di una Chiesa in uscita. Collana: Le cattedre di Sophia Città Nuova Ed.

Nuovo Rettore della PUL
Grande soddisfazione anche all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano. Il nuovo rettore della Pontificia università Lateranense ( PUL), appena nominato da Papa Francesco, è anche “visiting professor” presso l’Istituto Universitario. Vincenzo Buonomo, giurista e internazionalista, dal 1° luglio è il primo laico alla guida dell’ateneo pontificio, succedendo al vescovo Enrico dal Covolo. Nato nel 1961, sposato e con due figli, Buonomo ha un legame di lunga durata con l’Ateneo, prima come studente, con un dottorato in Utroque Iure, quindi specializzandosi in Diritto Internazionale, con un Diploma di Preparazione alla Carriera Diplomatica, e poi come docente, dal 1984, fino all’ordinariato ottenuto nel 2001. Preside della facoltà di Diritto Civile, dal 2006 al 2012, attualmente è coordinatore dei Dottorati della stessa Facoltà. Nel 2007 Buonomo ha ricoperto l’incarico di capo ufficio alla Rappresentanza della Santa Sede presso Organizzazioni e Organismi delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao, Ifad, Pam), con cui ha iniziato a collaborare nel 1983. Dal 2000 al 2005 è stato, inoltre, consultore della Commissione per il dialogo con i musulmani del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Dal 2014, è consigliere dello Stato della Città del Vaticano. (altro…)
Vangelo vissuto: Beati gli operatori di pace
La torta Alle volte, in famiglia, non è sempre tutto facile. Quando meno te l’aspetti, può scoppiare una lite. Lo scorso fine settimana siamo andati a trovare una famiglia. Mia moglie aveva passato l’intera giornata in cucina per preparare una torta. Stavamo quasi per arrivare, in macchina, quando mi accorgo, troppo tardi, che dovevo svoltare. Freno bruscamente e la torta finisce a terra. Si è accesa una discussione. Volevo argomentare che quello non era il posto giusto dove portare una torta, che poteva cadere, come infatti era successo. Però mi sono fermato e ho chiesto scusa. Piano piano la tensione è scesa. Quando siamo arrivati dagli amici, senza niente da portare e sporchi di torta, l’armonia era già tornata. Enrique – Spagna Un fratello sfortunato Ero appena scesa dal treno quando sono stata travolta da un ragazzo di colore, inseguito da tre uomini che gridavano: «È un ladro, fermatelo!». I tre lo hanno raggiunto e hanno cominciato a picchiarlo. Vedendo la scena, mi sono precipitata a fargli da scudo: era un ragazzo, poteva avere sedici anni. Raggomitolato a terra cercava di spiegare, in un italiano stentato, che aveva rubato perché da giorni non toccava cibo. Ai carabinieri, accorsi nel frattempo, ha spiegato che era fuggito dal Congo, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia. Ho ottenuto il permesso di accompagnarlo al pronto soccorso. «Tu mi hai salvato la vita, tu sei la mia mamma italiana!», mi diceva lungo la strada. La diagnosi: trauma cranico e tre costole rotte. Inevitabile il ricovero. Essendo sprovvisto di vestiario adatto, sono andata a comperarglielo. Al ritorno, qualcuno mi ha chiesto come mai mi prodigassi tanto per uno sconosciuto, per di più un ladruncolo. Ho risposto: «Sono cristiana, è mio dovere aiutare un fratello più sfortunato». Anna Maria – Italia Benedizione negata G. aveva concluso la sua esistenza nel modo più triste e vergognoso, dopo una notte passata tra alcol e prostitute. Non solo: la notte prima di morire, aveva preso con sé il figlio quindicenne e lo aveva condotto nel mondo che era solito frequentare per insegnargli ad “essere uomo”. Venni chiamato per benedire la salma. Risposi che non meritava la benedizione della Chiesa. Mi sembrava, così facendo, di difendere la giustizia, di dare un buon esempio. Poi però non ho avuto più pace. Pensavo alla vedova, ai figli. Avevo negato loro un po’ di conforto, condannando un prossimo di cui conoscevo solo la storia esteriore, ergendomi a suo giudice, al posto di Dio. Dopo una notte insonne, mi decisi. Andai a trovare la vedova e i figli di quell’uomo, per chiedere perdono e prendere accordi per una messa in suffragio del loro caro. Forse questo gesto ha portato loro un po’ di pace. E. P. – Italia Naso aquilino Tra noi ragazze parliamo molto di ciò che fa parte della nostra vita, di come vestirci, truccarci e via dicendo. Un giorno una di loro mi ha messa in ridicolo, facendo notare che avevo il naso aquilino. È scoppiata una risata generale. Sono andata via disper ata e per diversi giorni sono stata di umore nero. A casa i miei mi vedevano in quello stato senza poter far niente. Una sera, mia sorella mi ha invitata a partecipare assieme a lei ad un gruppo che metteva a base di ogni azione il Vangelo. L’ho seguita. Lì mi è sembrato di entrare in un altro mondo, dove contavano le cose che veramente hanno valore e non inezie come il naso o il vestito. Da allora ho trovato una grande pace dentro di me. Ora mi sento veramente me stessa. C. K. – Polonia (altro…)

Un ospite d’eccezione
«Il flusso di migranti alla frontiera cresce di ora in ora. La crisi economica, che sta mettendo in ginocchio il Paese, accomuna nel dolore chi rimane e chi decide di fuggire». Dalle parole di Silvano Roggero, venezuelano figlio di italiani, si percepisce il dramma vissuto da un intero popolo. Da tre anni si trova nel focolare di Lima, in Perù. «I Paesi vicini, con la generosità tipica di queste terre, nonostante le enormi difficoltà provocate dall’entrata improvvisa ed inaspettata di centinaia di migliaia di persone, cercano di offrire accoglienza. Sono testimone diretto di uno dei tanti drammi che sta vivendo oggi l’“umanità di periferia”. Proprio ieri mi ha scritto la direttrice di una scuola della penisola di Paraguaná, nel nord del Venezuela. C’è un insolito movimento in segreteria, diversi genitori si stanno presentando per ritirare i figli. Sono costretti a partire!». Un esodo dalle proporzioni bibliche, causato da una crisi economica e sociale gravissima, che sta stravolgendo la stessa fisionomia del Venezuela. L’inflazione è alle stelle e scarseggiano drammaticamente cibo, medicinali e materie prime. «Dallo scorso mese di dicembre anche Ofelia e Armando, della comunità dei focolari di Valencia (la terza città del Venezuela), sono arrivati a Lima. Prima gestivano un asilo infantile. Con Ofelia coltiviamo un sogno: trovare un locale in cui offrire una prima accoglienza agli sfollati che arrivano a frotte, dopo un viaggio via terra di circa sette giorni. Si parla di circa 300 mila venezuelani arrivati in Perù nell’ultimo anno e mezzo! Con Ofelia – continua Silvano – abbiamo organizzato una cena di accoglienza nel focolare per un piccolo gruppo di venezuelani. Alcuni già conoscevano il movimento, ma c’era anche chi non sapeva niente del nostro gruppo. Gli ospiti sono arrivati da diversi punti della città, lontani anche un’ora o due. Non si orientano ancora molto bene in questa metropoli di quasi dieci milioni di abitanti». Sembra una goccia nel mare, ma il desiderio è quello di accoglierli come fosse Gesù in persona a presentarsi alla porta.
«Come si può immaginare, di fronte alle loro difficili situazioni non avevamo soluzioni “precostituite”. Nemmeno sapevamo da che parte cominciare, però, quello sì, potevamo offrire un pasto caldo e ascoltarli! Uno di loro era stato derubato: abili borseggiatori gli avevano portato via dallo zainetto il cellulare e tutto quanto aveva per sopravvivere. Un altro non sapeva quali documenti presentare per il permesso di soggiorno. Ofelia, già ben addentro alla pratica, avendo fatto tutta la trafila, ha offerto la sua esperienza. Un altro ancora ha raccontato di aver trovato un lavoretto, a più di due ore di distanza, per 10 euro al giorno (ma c’è chi è disposto a lavorare anche per soli 4 euro). C’era anche chi aveva un “curriculum” troppo eccellente e per questo non era considerato, nella paura che volesse sottrarre il posto di lavoro al responsabile di turno. Ma, quel che più ci ha commosso, è stato condividere le storie, vedere le foto e sentire parlare ognuno della propria famiglia».
«Per tutti, la prima necessità è ora trovare un lavoro, non importa se si dorme per terra, anche senza materassino, o si mangia poco. Il sogno più grande è quello di mandare ogni tanto a casa una ventina di euro. Ci siamo accordati per restare collegati tra noi. In focolare erano arrivati da poco, da una raccolta nella comunità, che chiamiamo “fagotto”, una piccola somma e due giacconi pesanti. Provvidenziali, perché sta per iniziare la stagione fredda. Abbiamo distribuito tutto. Quattro ore dopo, mentre stavamo per alzarci da tavola, è arrivato un nuovo SOS, questa volta proveniente da una persona che vive nelle Isole Canarie. “Undici ragazzi si sono incamminati a piedi dal Venezuela, diretti a Lima. Sono disperati, senza soldi né telefoni, hanno solo quanto indossano. Fra loro il cugino di una mia amica. Potreste aiutarli? Soprattutto per evitare che cadano nelle mani di qualche malfattore o di gruppi organizzati che vogliano approfittare della loro fragilità. Calcoliamo che impiegheranno circa 30 giorni”. Nuovi arrivi, nuove persone busseranno alla porta. Ma hanno tutte lo stesso nome, Gesù. Un ospite d’eccezione. Lo aspettiamo». Chiara Favotti (altro…)
Giornata dei bambini vittime di aggressioni
Istituita nel 1982 dall’ONU per affermare l’impegno alla protezione dei bambini, la “Giornata internazionale dei bambini innocenti vittime di aggressioni”, celebrata ogni anno il 4 giugno, affronta uno dei problemi più gravi al mondo, quello dell’infanzia che subisce violenza fisica, sessuale, psicologica, o è privata dell’attenzione, cura e protezione degli adulti. Molte, troppe violenze vengono perpetrate a danno dei bambini, non solo nelle aree geografiche caratterizzate da povertà ed emarginazione, o nei Paesi che sono teatro di guerra, ma anche tra le mura domestiche o negli ambienti dove i bambini dovrebbero essere tutelati e protetti. In occasione della Giornata segnaliamo le iniziative di supporto e formazione per la famiglia e per l’infanzia promosse in tutto il mondo da AFN Onlus.
Per una famiglia universale
https://vimeo.com/266874364 (altro…)

Entre el yo y el tú
¿Es posible el diálogo entre personas? O sea, ¿es posible escucharse, hablarse, reconocerse iguales respetando las diferencias? Antes de entrar en un diálogo cultural, político o interreligioso, ¿existen unas características humanas que capacitan para comunicar, expresarse y encontrarse con los demás? El autor responde a estas preguntas con un enfoque múltiple que aúna la reflexión filosófica, teológica, antropológica y cultural. Propone un itinerario ascético marcado por el éxodo del yo hacia el tú, mediante una dinámica del silencio-escucha como capacidad de encuentro con uno mismo y esfuerzo por reconocer y acoger al otro. El diálogo no comienza con un acto del habla, sino, paradójicamente, con un acto de la escucha. Quien no ha aprendido a escuchar no es capaz de dialogar. En los cinco capítulos del libro el autor nos guía hasta el núcleo de la «cuestión antropológica», ayudándonos a descubrir cinco grandes temas: el silencio, el diálogo, la relación, la interioridad y la comunidad, pilares de la vivencia personal e interpersonal, elementos distintivos para plantear las relaciones humanas y el encuentro con los demás. Ciudad Nueva