Apr 30, 2017 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Carissimi giovani, Dio chiama in maniere diverse e varie: chiama molti con compiti e missioni particolari; ad esempio chiama giovani alla sublime vocazione del sacerdozio, ad essere altri Cristo; chiama uomini e donne in quelle variopinte aiuole del giardino della Chiesa che sono le Famiglie religiose, per far costantemente profumare la Sposa di Cristo delle più splendide virtù. Chiama uomini e donne nei moderni movimenti ecclesiali a donarsi a Dio singolarmente e comunitariamente, o a comporre famiglie modello, tante altre piccole Chiese. Ricordate: egli chiama ad ogni età. Chiama anche i ragazzi, anche i bambini; chiama su tutti i punti della terra. Ma come si fa a conoscere la propria vocazione? Per esperienza vi devo dire che occorre una particolare disposizione in genere. Siccome la chiamata di Dio è un atto di amore suo, se lui trova amore nelle anime è più libero di chiamare. Allora cosa bisogna fare per sentire la voce di Dio? Bisogna amare, ma di amore vero. Se si fa così rendiamo facile il compito di Dio, e se già si conoscesse la propria vocazione, si trova nell’amore il modo migliore per realizzarla. Ma, occorre l’amore vero. È talmente importante l’amore vero, che se tu lo vivi scateni nel mondo una rivoluzione, che è la rivoluzione cristiana. L’amore vero ha quattro qualità: ama tutti, perché Gesù è morto per tutti; Maria è madre di tutti. Quindi un amore vero è di colui che non guarda tanto gli uomini o perché è simpatico, o antipatico, giovane o vecchio, bianco o nero, tedesco o italiano, di una religione o di un’altra, se è amico o nemico. L’amore vero ama tutti, provate a viverlo. Noi siamo abituati un po’ ad amare gli amici, ad amare i genitori, i parenti, tutte cose meravigliose. Ma abbiamo in cuore l’amore per tutti? Provate, provate. È la rivoluzione. Perché la gente non capisce e dice dopo un po’ di tempo: “Ma perché tu fai questo? Perché mi vuoi bene? Perché mi hai dato quella penna? Perché mi hai fatto quel compito? Perché?” “Perché? Perché voglio amare tutti”, e lì incomincia il dialogo fra di noi cattolici, con gli altri di altre Chiese o di altre religioni, incomincia un dialogo perché incomincia l’interesse nelle altre persone. Quindi, ricordatevi che il primo punto dell’amore vero è amare tutti. Secondo punto: amare per primi. Quando Gesù è venuto sulla terra noi non lo amavamo, eravamo tutti peccatori. Lui ci ha amato per primo. Bisogna avvicinare tutti, non aspettarsi l’amore, amare perché sei amato, no! Bisogna amare per primi. Questo è quell’amore che lo Spirito Santo ha diffuso nel nostro cuore; è l’amore stesso presente nella Santissima Trinità, del quale noi partecipiamo, ma che bisogna mettere in pratica. Poi bisogna vedere Gesù in tutti, perché l’ha detto: al giudizio finale l’esame sarà questo: l’avete fatto a me, quello che di bene facciamo e quello che di male purtroppo facciamo. Quindi terza cosa: amare tutti, amare per primi, vedere Gesù nel prossimo. Ma un amore che non deve essere un amore platonico, sentimentale; un amore concreto e per essere concreto occorre, come dice Paolo, farsi tutto a tutti, farsi uno con quello che soffre, farsi uno con quello che gode, e condividere gioie, dolori, necessità. Condividere. Allora: amare tutti, amare per primi, vedere Gesù, e poi amare concretamente. Questo è quello che possiamo fare noi, mettere nel nostro cuore l’amore vero. La chiamata è la sua parte, questa è la nostra, la chiamata è la sua parte, è compito suo. Carissimi giovani, Dio non cessa di chiamare specie se amiamo. A noi rispondere e comporre con la nostra vita quel divino, meraviglioso disegno che Dio ha su ciascuno di noi per il bene di tutti. Sapete cosa significa mettere Dio al primo posto? sia che ti chiami a consacrarsi a lui? sia che ti chiami formare una bella famiglia? Mettere Dio al primo posto nella vita significa trovare già da quaggiù la felicità. Ed è quella che auguro a tutti voi! Puntate in alto, giovani, abbiamo una vita sola, non si ripete: conviene spenderla bene». (altro…)
Apr 29, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il colle del Pincio è un balcone privilegiato sulla città di Roma. Dal suo celebre terrazzo si gode di una vista mozzafiato, che dalla sottostante Piazza del Popolo abbraccia la città fino alla sagoma rotondeggiante del cupolone. Ma dal 21 al 25 aprile non è stata questa la visione più significativa, sebbene spettacolare, che si apriva dalla terrazza. Un popolo festoso ha rubato la scena allo skyline della città, divenendo protagonista indiscusso: i partecipanti al “Villaggio della Terra”, la manifestazione organizzata da Earth Day e Movimento dei Focolari nella cornice di Villa Borghese, centralissimo polmone verde della capitale. 130mila visitatori, famiglie, bambini, giovani, cittadini di passaggio, ma anche ministri, personalità di spicco della vita economica e culturale, cardinali e responsabili delle diverse religioni. Cinque giorni di eventi, incontri istituzionali, forum a tema, corsi, spettacoli (anche big della musica), un villaggio dei bambini – nel contesto delle celebrazioni dedicate in tutto il mondo ai temi dell’ecologia e al rispetto dell’ambiente – che hanno contagiato anche i turisti o gli ignari cittadini, che a frotte passeggiavano, pattinavano o pedalavano, complici il sole radioso e i giorni di festa. Dentro il Villaggio della Terra, il Movimento dei Focolari ha trovato, già dall’anno scorso, il luogo ideale in cui realizzare una delle sue manifestazioni più significative, la Mariapoli: Nata nel 1949, ora diffusa in più di 180 paesi del mondo, la Mariapoli è una temporanea, ma incisiva città, i cui abitanti si ripropongono di vivere una legge, la Regola d’oro comune a tutte le grandi religioni, che invita a “Fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. «Questa regola è per noi il cuore vivo dell’ecologia integrale» spiegano gli organizzatori all’apertura della manifestazione, che l’anno scorso aveva avuto la visita inaspettata di papa Francesco. Concetto ripreso dal Card. Parolin, Segretario di Stato vaticano, durante una messa celebrata al Villaggio della Terra: «la scintilla d’interesse per le cose di Dio» equivale a una «scintilla di interesse per noi stessi, per la parte più vera, più profonda, più essenziale di noi (…). Un atteggiamento nuovo nei confronti del creato, di promozione di una ecologia integrale vissuta con gioia e autenticità sull’esempio di san Francesco d’Assisi».
Molti gli argomenti affrontati. impossibile citarli tutti. Un tema specifico a cui il “villaggio focolarino” si è dedicato, con un convegno e la presentazione di diversi progetti, è stato quello dell’Economia di Comunione. Nata in Brasile nel 1991 da un’idea di Chiara Lubich, l’EdC si basa su un concetto di mercato inclusivo e sociale, che supera le logiche del capitalismo selvaggio e si prefigge l’obiettivo di rendere l’economia uno strumento di umanizzazione dei rapporti. L’Economia del Villaggio. La Comunità e le Imprese, il 24 aprile, ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’economista Stefano Zamagni. Tappa di un percorso di formazione che ha proposto ai partecipanti – cittadini e operatori economici e culturali – uno spazio di condivisione di idee, esperienze e progetti basati su pace ed economia. Binomio che oggi sembra irrealizzabile, visto che dietro ogni conflitto, ogni “pezzo” dei tanti che compongono la guerra mondiale in atto, dietro ogni ecatombe umana, finanche dietro le migrazioni di migliaia di profughi, si celano sempre enormi interessi finanziari. Eppure ci sono – e al Villaggio li abbiamo visti – economisti e imprenditori che hanno scelto, controcorrente, di costruire imprese che producono utili da destinare, in parte, a sollevare situazioni di povertà. Nel panorama attuale, sono risposte concrete che portano speranza. Altro tema centrale il dialogo interculturale e interreligioso. Significativa la testimonianza proveniente da Fontem, offerta da Maria Bencivenni e Martin Nkafu. Nel piccolo paese nel nord-ovest del Camerun, chiuso tra le colline, stretto dalla foresta pluviale equatoriale, si trova il Mary Health of Africa, ospedale fondato nel 1966 dai Focolarini. A causa di una gravissima epidemia, la malattia del sonno, in quegli anni responsabile di una altissima mortalità infantile, il re del villaggio aveva chiesto aiuto. Il Movimento dei Focolari, in risposta, aveva inviato in Africa medici, infermieri, ingegneri civili e tecnici, dando inizio così a una straordinaria storia di amicizia e convivenza armoniosa tra cristiani e fedeli di altre religioni, neri e bianchi, europei ed africani.

Foto: Flora Fotografia
Due donne impegnate nelle istituzioni, Livia Turco, più volte deputata e Ministro della Salute, e Beatrice Lorenzin, attuale Ministro italiano della Salute, insieme a Vittorio Pelligra, docente di Economia all’Università di Cagliari, moderati da Ignazio Ingrao, hanno presentato il 24 aprile il volume Fedeltà creativa. Le sfide dell’attualizzazione di un carisma di Jesús Morán, attuale copresidente del Movimento dei Focolari. Uno scambio su politica e carismi, sul rapporto e le analogie tra due ambiti solo apparentemente lontani, al punto che la stessa Chiara Lubich aveva definito la politica, strumento per eccellenza atto a rispondere ai bisogni e alle sfide dell’oggi, l’“amore degli amori”. Fedeltà creativa: idealità e sua inverazione, ispirazione e concretezza, novità e fedeltà. Una sfida identitaria per tutti, in ogni ambito. «Fedeltà creatrice significa non avere paura di guardare in faccia i cambiamenti, ma al tempo stesso rimanere fermi nei propri princìpi e valori. Non è facile nel mondo della globalizzazione costruire un mondo di equità e giustizia sociale – ha affermato la Turco -. È una grande, difficilissima sfida». Un forte messaggio di pace è stato lanciato l’ultimo giorno (in Italia, giorno dell’anniversario della Liberazione). Mentre i bambini partecipavano al laboratorio Giochiamo insieme per la pace imparando le differenze che intercorrano tra le religioni cattolica, ebraica, musulmana e buddista e i diversi luoghi di culto, costruendo poi un mosaico con delle parole appena imparate, sette donne di cinque fedi diverse davano vita al panel “Madri della Terra”, tavolo di dialogo interreligioso (il primo tutto al femminile) sulla tutela dell’ambiente da un punto di vista delle religioni. «Le donne – ha dichiarato Franca Coen, presidente della comunità ebraica progressista Beth Hillel – per loro natura sanno cosa significa curare e proteggere un seme perché possa svilupparsi in un essere sano ed armonioso. Attraverso il dialogo tra varie culture e credi religiosi possono superare il timore del diverso e operare in sinergia onorando l’opera dell’unico creatore». «Secondo la nostra tradizione – ha aggiunto Lilamaya Devi, membro dell’Unione Induista Italiana – Dio riposa sulle pietre, respira con gli alberi, dorme con gli animali e si risveglia nell’uomo. Le religioni hanno una funzione molto importante, quella di ricordare a tutti l’unione profonda con la Terra». «La natura – Mervat Kelli, siriana, di confessione siro-ortodossa – è un santuario che ci insegna come avere un rapporto reciproco e vivere in profonda sintonia». Il Villaggio per la Terra ha chiuso i battenti e aperto molti cuori. Il popolo del Pincio è tornato a immergersi nella realtà metropolitana, con il proposito di vivere pienamente in comunione con l’ambiente circostante e l’umanità intorno. (altro…)
Apr 28, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità

Benjamin Barber – Foto: John FOLEY/Opale
Il 24 aprile, dopo una breve malattia, è spirato a New York il professor Benjamin Barber. Aveva 77 anni. Lascia la moglie Leah e la figlia Cornelia. Un filosofo della politica, autore di vari libri, tra cui il bestseller Jihad Vs. McWorld, Barber ha dedicato fino all’ultimo istante e con passione la sua vita ai temi della cittadinanza e della democrazia. Era convinto che le grandi sfide dell’interdipendenza si potevano risolvere in maniera costruttiva se i cittadini si impegnavano a vivere le virtù civiche ed erano attivi nella partecipazione politica. Scettico rispetto alla capacità degli stati-nazione a dare risposte efficienti alle sfide globali contemporanee (dal cambio climatico, al terrorismo, dall’immigrazione alla povertà), negli ultimi anni Barber ha enfatizzato il protagonismo indispensabile delle città. Nel suo libro Se i Sindaci Governassero dimostrò come le città oggi rispondono in maniera più efficace che gli stati ai problemi del nostro mondo interdipendente. Per questo, negli ultimi anni, Barber, con la passione e la tenacia che lo hanno sempre contraddistinto, aveva dato vita al Parlamento Mondiale dei Sindaci, al quale hanno aderito già 49 sindaci, tra cui gli italiani Leoluca Orlando e Virginio Merola. Ho conosciuto Barber all’indomani dell’11 settembre nella casa newyorkese del giornalista italiano Antonio Monda. Eravamo ad una cena insieme a Leoluca Orlando, e Barber ci parlò di una sua nuova iniziativa: dar vita alla Giornata Mondiale dell’Interdipendenza da celebrarsi ogni 12 settembre, il giorno dopo l’anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle e del Pentagono. Infatti, per Barber la risposta all’attacco all’11 settembre non poteva essere militare, ma doveva nascere da un impegno comune a trovare insieme soluzioni adeguate e sostenibili alle grandi sfide globali e che non potevano essere incontrate in maniera isolata. Ricordando che gli Stati Uniti erano nati con la Dichiarazione d’Indipendenza, Barber sottolineò la necessità di una nuova Dichiarazione dell’Interdipendenza. In seguito, ho collaborato strettamente con Barber per l’organizzazione della prima Giornata dell’Indipendenza, simbolicamente celebrata a Filadelfia. Insieme, abbiamo pensato e organizzato la seconda edizione della giornata a Roma, nel 2004, con il contributo essenziale del Movimento dei Focolari. Fu in questa occasione, che ho avuto il privilegio di presentare Chiara Lubich al professor Barber ed essere testimone di vari incontri e colloqui che hanno avuto tra il 2003 and il 2004. Ricordo che verso la fine del primo incontro, nel giugno del 2003 a Rocca di Papa, dover averlo ascoltato attentamente, Chiara osservò che il concetto di interdipendenza era importante, ma non sufficiente. Disse Chiara a Barber in quel loro primo incontro: «Non solo occorre l’interdipendenza, ma poi la comunione. Bisogna che i beni si muovano. Però i beni non si muovono da soli, e per questo bisogna muovere i cuori. Per questo io parlo della fratellanza universale che noi realizziamo ancora fra singole persone, singoli gruppi, ma se cominciassimo a rifarla questa fratellanza fra le nazioni, risolveremo il problema del terrorismo alla radice». Barber rispose: «Sì. L’espressione “interdipendenza” è la versione leggera della parola “comunione”. È il primo passo verso la comunione». Ed aggiungeva:«La democrazia è anche un affare dello spirito, inizia con l’abitudine del cuore e poi si esprime in termini secolari. Per cui tante volte la separazione tra lo spirituale e il secolare è una forzatura». Quello tra Barber e la Lubich è un dialogo che vibra ancora oggi per la sua assoluta attualità. Oggi di Barber ci rimane la preziosa eredità di un impegno intellettuale e civico per dar vita ad una cittadinanza globale che ci porti più vicini all’unità. Aldo Civico Fonte: Città Nuova (altro…)
Apr 27, 2017 | Parola di Vita
Al termine del suo Vangelo, Matteo racconta gli ultimi avvenimenti della vita terrena di Gesù. Egli è risorto ed ha portato a compimento la sua missione: annunciare l’amore rigenerante di Dio per ogni creatura e riaprire la strada verso la fraternità nella storia degli uomini. Per Matteo, Gesù è “il Dio con noi”, l’Emmanuele promesso dai profeti, atteso dal popolo di Israele. Prima di tornare al Padre, Egli raccoglie i discepoli, quelli con i quali aveva condiviso più da vicino la sua missione, ed affida loro di prolungare la sua opera nel tempo. Un’impresa ardua! Ma Gesù li rassicura: non li lascia soli; anzi: promette di essere con loro ogni giorno, per sostenerli, accompagnarli, incoraggiarli “fino alla fine del mondo” Con il suo aiuto, saranno testimoni dell’incontro con Lui, della sua parola e dei suoi gesti di accoglienza e misericordia verso tutti, perché tanti altri possano incontrarlo e formare insieme il nuovo popolo di Dio fondato sul comandamento dell’amore. Potremmo dire che la gioia di Dio è proprio questo stare con me, con te, con noi ogni giorno, fino alla fine della nostra storia personale e della storia dell’umanità. Ma è così? E’ davvero possibile incontrarlo? Egli «è dietro l’angolo, è accanto a me, a te. Si nasconde nel povero, nel disprezzato, nel piccolo, nell’ammalato, in chi chiede consiglio, in chi è privo di libertà, È nel brutto, nell’emarginato… Lo ha detto: “… ho avuto fame e ‘mi’ avete dato da mangiare…”(1)… Impariamo a scoprirlo lì dove è».(2) E’ presente nella sua Parola che, se messa in pratica, rinnova la nostra esistenza; è su ogni punto della terra nell’Eucaristia ed opera anche attraverso i suoi ministri, servitori del suo popolo. E’ presente quando generiamo concordia intorno a noi (3); allora la nostra preghiera al Padre è più efficace e troviamo luce per le scelte di ogni giorno. “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”: quanta speranza dà questa promessa, che ci incoraggia a cercarlo sul nostro cammino. Apriamo il cuore e le mani all’accoglienza e alla condivisione, personalmente e come comunità: nelle famiglie e nelle chiese, nei luoghi di lavoro e nei momenti di festa, nelle associazioni civili e religiose; incontreremo Gesù e Lui ci stupirà con la gioia e la luce, segni della sua presenza. Se ogni mattina ci alzeremo pensando: “Oggi voglio scoprire dove Dio vuole incon- trarmi!” potremo fare anche noi un’esperienza gioiosa come questa: “La mamma di mio marito è affezionatissima a suo figlio, fino a esserne gelosa. Un anno fa le è stato diagnosticato un tumore: necessita di cure ed assistenza, che la sua unica figlia non è in grado di darle. In quel periodo, partecipo alla Mariapoli (4) e l’incontro con Dio Amore mi cambia la vita. La prima conseguenza di questa conversione è la decisione di accogliere mia suocera in casa, superando ogni timore. La luce che mi si è accesa in cuore me la fa vedere con occhi nuovi. Ora so che è Gesù che curo e assisto in lei. Lei ricambia, con mia sorpresa, ogni mio gesto con altrettanto amore. Trascorrono mesi di sacrifici e, quando mia suocera parte serena per il cielo, lascia pace in tutti. In quei giorni mi accorgo di essere in attesa di un bimbo, che da nove anni desideriamo! Questo figlio è per noi il segno tangibile dell’amore di Dio”.(5)
Letizia Magri
__________________________________________ 1 Cf. Mt 25,35. 2 Cf. Chiara Lubich, Parola di vita/giugno – Scoprire Dio vicino, CN, 26, [1982],10, p.44. 3 Cf. Mt 18,20. 4 Incontro estivo del Movimento dei Focolari. 5 In “I fioretti di Chiara e dei Focolari”, a cura di Doriana Zamboni, Ed. San Paolo 2002, pp.43-44. (altro…)
Apr 27, 2017 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nel 2010 sono stato inviato nella parrocchia di Ste. Marie, nei pressi di Man, capitale della Costa d’Avorio. Allora non conoscevo le tradizioni e la cultura africane. Subito mi hanno colpito la forza e la vitalità di queste persone, nonostante la grande povertà e le conseguenze disastrose della guerra. Con il tempo, ho imparato a riconoscere la paura ancestrale nei confronti dei bianchi. Per me, prete originario della Svizzera, non si trattava tanto di elargire aiuti economici, ma di pormi profondamente in ascolto. Quello che potevo offrire era me stesso, la mia piena disponibilità, la mancanza di pretese. Abitavo nella Mariapoli Victoria, cittadella del Movimento dei Focolari, vicino a Man. Da qui ogni mattina, in bicicletta, partivo verso il mio quartiere, andavo incontro alle persone nei negozi, negli uffici, nelle strade. Salutavo tutti, passando nelle viuzze e fermandomi a parlare, talvolta cercando di mettere pace nel bel mezzo di una lite. Ai bambini dedicavo una attenzione particolare: parlavo e giocavo con loro e se qualcuno stava male lo portavo al dispensario della cittadella. Lo stesso facevo con i loro genitori e parenti. Per questo motivo quasi tutti i bambini della parrocchia hanno imparato a conoscermi e a presentarmi a loro volta agli adulti. In occasione delle feste, attraversavo con loro il quartiere per portare alle famiglie, cristiane e musulmane, gli auguri. Così ho potuto fare amicizia anche con l’Imam e con i pastori di Chiese evangeliche. Un giorno mi ha avvicinato un giovane della parrocchia, voleva fare qualcosa per i giovani dei villaggi, che a causa di un precedente malinteso avevano deciso di non frequentare più la Chiesa. Per sostenere i loro viaggi li ho incoraggiati a fare delle piccole attività: un gesto di autofinanziamento molto apprezzato anche dal vescovo. Negli undici villaggi nei quali ci siamo recati, i giovani del posto, dopo essere stati sensibilizzati, si sono dedicati a visitare malati e anziani. Nell’Anno della Misericordia, insieme agli abitanti della Mariapoli Victoria, abbiamo sostenuto il vescovo nei progetti della diocesi, ospitando un incontro con i capi tradizionali, i pastori di Chiese evangeliche e gli Imam. La marcia per la fraternità tra i popoli, che ha attraversato tutta la città, si è conclusa alla cittadella. Per un periodo ho sostituito il cappellano nel carcere civile. Durante le celebrazioni cercavo di sottolineare l’importanza di mettere in pratica il Vangelo. Alle volte mi facevo accompagnare da altre persone che davano la loro testimonianza. Queste celebrazioni si svolgevano sotto una tettoia, in un cortile, in mezzo a una grande confusione. Così ho portato un altoparlante, invitandoli a utilizzarlo anche quando facevano altre attività. Ho saputo che in seguito lo hanno prestato ai musulmani e che l’Imam è rimasto colpito da questa generosità, da lui definita “tipicamente cristiana”. Prima della mia partenza hanno voluto organizzare una festa di saluto, presente anche la direzione del carcere. E mi hanno detto: «Hai messo in pratica ciò che hai predicato». (altro…)
Apr 26, 2017 | Cultura
[:de]
Otto Betz legt Gedichte zu immer aktuellen Lebensthemen vor. Seine konzentrierten begleitenden Texte bieten Hilfen zum besseren Verständnis an: Wer sind die Dichterinnen und Dichter, wissen wir etwas über den Entstehungszusammenhang, in welchen Bildern und Metaphern kommen die Verse auf uns zu, was sagen sie uns in unserem Zeit und Lebenskontext? Ein Buch für Freunde von Lyrik, für Nachdenkliche, für Ruhe-Suchende, für Tiefer-Schürfende – zum Nachsinnen, zur Horizonterweiterung, zur Unterbrechung des Alltags: Anregungen, dem nachzuspüren, was LEBEN ist, was m e i n Leben ist, eine Einladung, das Leben zu leben, mit allem, was dazugehört, es zu entdecken, zu durchdringen – und zu feiern! Aus der Einführung von Otto Betz: »Warum lesen wir Gedichte? Wahrscheinlich aus vielen Gründen. Aus Freude an der poetischen Sprache, der Rhythmik der Verse, den eigenwilligen Bildern, die Assoziationen wecken … Es ist kein Wunder, dass uns manchmal Verse oder Strophen ein Leben lang nachgehen, dass sie zu Deuteworten unserer Existenz werden. ln gewisser Weise brauchen wir die Poeten, weil sie etwas fertigbringen, worum wir auch ringen. Ein Gedicht nimmt mich mit auf eine Reise; es nimmt mir nicht die eigene Suche nach Sinn und Richtung ab, aber es gibt vielleicht Fingerzeige, weist auf Möglichkeiten hin … Etwas Neues stürzt in mein Leben, ich merke plötzlich, wie wenig ich weiß, wie bedürftig ich bin, hungrig nach einem größeren Horizont. Und jede gelesene Zeile kann meine Welt ausweiten und reicher machen …« Mit Gedichten von … Walter von der Vogelweide – Andreas Gryphius – Johann Wolfgang von Goethe – Friedrich Schiller – Theodor Fontane – Friedrich Hölderlin – August von Platen – Hugo von Hofmannsthal – Friedrich Rückert – Albrecht Goes – Hilde Domin – Rose Ausländer – Werner Bergengruen – Bertolt Brecht u. v. a. m. Aus dem Inhalt: I. Wer kann das Menschenschicksal deuten? II. Lebensreise III. All die Geschenke IV. Vom Wunder der Liebe V. Am Abend und am Morgen VI. Das Leiden an der Zeit – Die Freuden über die Zeit VII. Von der Stille und der Sammlung Verlag Neue Stadt[:]
Apr 26, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
Solo tre giorni mancano all’apertura, il 29 aprile, della Settimana Mondo Unito 2017 con l’atteso Meeting internazionale dei Giovani per un Mondo Unito a Loppiano (Italia). Oltre 500 giovani sono ai blocchi di partenza. “United World Project” (progetto mondo unito) è lo slogan che li muove e che declinano in tutte le possibili modalità di comunicazione. Ma in che cosa consiste questo progetto di cui vogliono essere portavoce? Una rete di innumerevoli gesti, contagiosi e coraggiosi, che gettino ponti, aprano strade di dialogo e di solidarietà, indichino percorsi di fraternità. «La crisi finanziaria, economica e soprattutto culturale che attraversa tutti i Paesi – si legge nel documento programmatico “Fraternità universale: chance per il mondo” – pone interrogativi epocali. Come dare un futuro di pace, libertà, giustizia ai popoli della terra? Vogliamo ripartire dall’unità della famiglia umana, indicare l’orizzonte della fraternità universale agli uomini e ai popoli. È questo il progetto della nostra vita». La frontiera che si estende dal Golfo del Messico all’Oceano Pacifico lungo 3.169 chilometri fortemente controllati, rappresenta plasticamente i sogni spezzati di tanti immigrati in cerca di un futuro. Nelle sue vicinanze, a Mexicali (ma lo stesso succede a Calexico, sul versante degli Stati Uniti), da alcuni anni è attivo un gruppo di giovani che, nonostante il muro, a un mondo senza muri ci crede davvero. «Abbiamo cominciato a cantare in un parco della nostra città situato proprio accanto al muro di confine. Un modo per portare un po’ di sollievo a chi transita da quelle parti. Il secondo passo è stato entrare nel carcere di massima sicurezza della città dove convivono 4mila persone, per offrire musica e canzoni. Dopo aver passato molti controlli, ci è stato permesso di condividere alcune ore con 130 detenuti radunati in un salone. Durante il pranzo ci hanno raccontato che la nostra era l’unica visita che avevano ricevuto nel corso di due anni». Nel 2016 una tappa della staffetta mondiale Run4unity si è svolta proprio accanto al muro. «Abbiamo voluto depositare la nostra bandiera lungo il muro come simbolo dell’unità che ci impegniamo a costruire con quanti vivono dall’altra parte». Comunicato stampa (altro…)
Apr 25, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
L’amicizia dei Focolari con la “Fazenda da Esperanca” è di vecchia data. Sin dalla nascita stessa della prima “Fazenda”. Correva l’anno 1983, quando Nelson Giovanelli, giovane brasiliano della città di Guaratinguetà (nell’entroterra di San Paolo), si avvicina ad un gruppo di giovani tossicodipendenti spinto dalle parole dell’apostolo Paolo: “Mi sono fatto debole con i deboli…”. Uno dei giovani si sente coinvolto e chiede aiuto per uscire dalla dipendenza della droga. Ne seguono tanti altri. Nelson conosce e vive la spiritualità dell’unità di Chiara Lubich. A lui si affianca Hans Stapel, francescano tedesco, che sostiene l’iniziativa fin dall’inizio. L’opera nascente si svilupperà, quindi, poggiata su questi “due carismi”, come ebbe a dire il papa emerito Benedetto XVI in visita alla comunità di Pedrinhas durante il suo viaggio apostolico in Brasile, nel 2007: il carisma dell’unità di Chiara Lubich e quello della povertà di S. Francesco di Assisi. Domenica 23 aprile 2017: un gruppo di 60 persone, giovani e adulti, è in visita al Centro internazionale del Movimento dei Focolari, a Rocca di Papa (Italia). In maggioranza provengono dal Brasile, ma ci sono anche rappresentanti di altri paesi latinoamericani come Uruguay, Argentina, Paraguay e Messico; Germania e Svizzera; Angola e Mozambico; e dalle Filippine. Con loro ci sono i 4 fondatori: Fra Hans Stapel, Nelson Giovanelli Rosendo dos Santos, Lucilene Rosendo, Iraci Leit, insieme al loro consiglio generale per l’Europa.
«Lo scopo di questo viaggio – spiega Fra Hans – è quello di fare conoscere in Europa l’esperienza della Fazenda. Offrire questa alternativa di aiuto ai giovani che oggi soffrono la schiavitù delle dipendenze. Oltre che in Italia, andremo in Svizzera, Germania, Francia, Polonia e Portogallo, cioè nei Paesi dove ci sono le Fazendas, e queste 60 persone daranno la loro testimonianza di vita. Da noi hanno trovato una vita nuova, per questo hanno deciso di intraprendere un’esperienza missionaria ed evangelizzatrice per tre mesi in Europa. Hanno fatto un grande sforzo per pagare il biglietto aereo, come segno concreto di una testimonianza gratuita». Per quale motivo vi recate al Centro del Movimento dei Focolari? «Perché è nostro grande desiderio – risponde Nelson Giovanelli – che abbiano l’occasione di conoscere le origini del carisma che ha dato radici alle Fazendas». E ricorda quando, nel 1990, scrisse una lettera a Chiara Lubich condividendo con lei questa sua chiamata ad amare “Gesù abbandonato nelle persone che si trovavano vittime delle droghe”. Chiara lo incoraggiò a seguire la spinta dello Spirito. Oggi sono oltre 124 Comunità di Vita sparse in diverse parti del mondo. Accolgono più di 3.000 giovani impegnati a liberarsi dalla dipendenza delle droghe, attraverso una personale riscoperta della dignità e dei valori della vita. In Europa ci sono 14 Fazendas e in questi mesi ne inaugureranno altre 4 (Francia, Polonia, Italia 2).
Nelle “Fazendas da Esperança”, delle persone volontariamente si dedicano, con impegno e gratuità, al servizio dei giovani e costituiscono la comunità della “Famiglia della Speranza”. «Mio padre era alcolista, non credevo nell’amore … – racconta Priscila, giovane argentina –. Quando ho trovato e mi sono impegnata come volontaria nella Fazenda, ho recuperato il rapporto con lui, dopo 15 anni di lontananza. L’ho perdonato e pian piano lui ha lasciato l’alcol. Il perdono per me è tutto, la sintesi della mia vita: Dio lo trovo nell’amore che dono». Jesús Morán, copresidente dei Focolari, ha portato i saluti di Maria Voce e li ha ringraziati per la loro testimonianza evangelica. Augurando a tutti di «essere sempre prossimi all’uomo sofferente, a Gesù abbandonato, perché “tutti siano uno”, cominciando dagli ultimi» Il loro soggiorno in Italia prevede la visita alla città di S. Francesco e alla cittadella internazionale di Loppiano, dove parteciperanno al Meeting “Pulse” e alla consueta festa dei giovani del 1° maggio. (altro…)
Apr 25, 2017 | Cultura
Il senso del dolore, l’unione con Dio e la preghiera, l’impegno a testimoniare la fede, il rapporto con la Chiesa, la libertà. Sono solo alcuni dei temi che in occasione delle più varie manifestazioni giovanili, Chiara Lubich ha approfondito in un dialogo “a tu per tu”, personale e profondo con i giovani per i quali ha sempre mostrato una particolare predilezione. Nelle risposte l’invito potente a vivere con radicalità la vita indicando in Gesù la strada per una piena realizzazione umana e spirituale. (altro…)
Apr 24, 2017 | Focolari nel Mondo
Programma: 2 Maggio – Seminario di Comunione e Diritto: “Il Diritto come strumento di integrazione in una società multi-culturale”. 5 Maggio – Incontro con S.E. Arcivescovo di Malta Mgr. Charles J. Scicluna. – “Dialogo o dialoghi? Uno stile di vita” : discorso in occasione della ricorrenza del 40° anniversario della Commissione Ecumenica Diocesana. 7 maggio – Partecipazione al Forum “The State of Europe”. (altro…)
Apr 24, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale
«I rifugiati non sono numeri che riempiono i telegiornali ma sono persone da accogliere anche nella loro dimensione umana di donne e uomini ai quali sono stati negati sentimenti e progetti». È la convinzione cui sono giunti i 18 giovani di 5 paesi europei e del Medio Oriente, riuniti a Bad Urach (Germania), dal 12 al 17 marzo, per la seconda tappa del progetto Host Spot, promosso da New Humanity e Starkmacher, insieme ad altre associazioni, e co-finanziato dal programma Erasmus+ (UE). Host Spot persegue due obiettivi: Host richiama l’accoglienza e Spot la realizzazione di brevi video-documenti per incidere sull’opinione pubblica.
Nella prima fase del progetto, tenutasi in Giordania nell’agosto 2016, i giovani avevano potuto raccogliere dalla viva voce dei rifugiati siriani e iracheni – ospiti di Caritas Giordania – le drammatiche storie della loro migrazione forzata, documentandole con registrazioni video. Un’esperienza che li ha resi consapevoli delle reali motivazioni che li hanno spinti a lasciare il proprio Paese, dei rischi che hanno corso durante l’esodo, del precario arrivo nella nuova terra. L’idea di rendere nota questa dolorosa situazione aveva preso corpo già nei giorni di Amman. I giovani si erano infatti convinti che portare alla ribalta queste informazioni, avrebbe potuto dare al dibattito in corso, incentrato per lo più su strategie politiche e costi economico-sociali, una visione veritiera del fenomeno della migrazione; un loro concreto apporto, attraverso una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Nell’incontro a Bad Urach si è puntato a sviluppare nei giovani delle competenze tecniche nel campo della comunicazione e della produzione di documentari sociali. Erano presenti anche alcuni esperti che lavorano a contatto diretto con i rifugiati, i quali hanno fornito molte informazioni sulla situazione in Germania e sui sistemi europei di hosting. Un contributo importante per una conoscenza corretta della situazione, spesso riportata dai media in modo parziale e manipolato. I giovani partecipanti portavano con sé il proprio bagaglio culturale e la visione della migrazione che si vive e si affronta nel loro Paese. Si sono messi in gioco, in un esercizio di riflessione e ascolto, per accogliere e capire il pensiero dell’altro; convinti che il contributo che avrebbero realizzato in quei giorni, anche se piccolo, avrebbe portato un cambiamento. Il successo di questa fase del programma è di aver realizzato un apprendimento internazionale in un clima di condivisione fra giovani di culture e lingue diverse. Attraverso workshop, seminari, dibattiti, sono crollati molti dei pregiudizi e stereotipi che sia europei che medio orientali avevano gli uni verso gli altri, scoprendo che, nonostante le diversità, ci sono molti valori comuni. Come risultato concreto sono stati prodotti tre video-spot da condividere con i coetanei dei loro Paesi, per incoraggiarli a fare esperienze simili, diventando così anch’essi promotori di cambiamento. La terza e ultima tappa del progetto si terrà in Egitto a fine ottobre 2017. Su Facebook (altro…)
Apr 22, 2017 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
https://vimeo.com/147830026 (altro…)
Apr 21, 2017 | Focolari nel Mondo

Apr 21, 2017 | Nuove Generazioni
Se potessimo vedere il mondo da lontano, con uno zoom potentissimo, come talvolta possono fare gli astronauti, vedremmo il nostro pianeta pacifico e addirittura privo di frontiere. A distanza ravvicinata, invece, le immagini di cui disponiamo trasmettono i dettagli di ogni possibile divisione, odio e prevaricazione. A volte, guardare la nostra storia e il nostro pianeta da troppo lontano, o da troppo vicino, rischia di falsare la realtà e depistare il giudizio. Quale sarà la giusta distanza per non perdere di vista la traiettoria verso cui muove la nostra umanità? L’economia, la sociologia, le scienze naturali, la filosofia, interrogandosi sulle trasformazioni dell’era contemporanea, convergono su alcuni principi. Come l’interdipendenza: tutto quanto accade in un luogo può avere conseguenze altrove. Ogni singolo frammento o porzione di umanità svela il suo potenziale più alto nell’appartenenza a un destino comune. Non ci si salva da soli, né si può stare bene, arroccati dentro un guscio, se tutto intorno c’è una diffusa sofferenza. «Che il mondo si convinca che è chiamato all’unità» è la sfida che Chiara Lubich ha lanciato ai Giovani per un Mondo Unito nel 1985. Da oltre vent’anni, i giovani per un mondo unito si nutrono di questa visione del bene comune e operano per dare loro attuazione. Attirati dalle infinite possibilità della fraternità, dall’unico possibile destino della storia e dell’umanità contemporanea, centinaia di giovani di diverse nazionalità stanno accorrendo a Loppiano (Italia). Le loro iniziative, a livello planetario, convergono nella Settimana Mondo Unito che, dal 1995, rappresenta una vetrina delle azioni di fraternità in atto nel mondo. Azioni che confluiscono a loro volta nell’United World Project con l’obiettivo di attirare l’attenzione della società civile e delle istituzioni internazionali verso una cultura della fraternità. (altro…)
Apr 21, 2017 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un lavoro migliore «In seguito a un incidente avevo perso un buon posto di lavoro e lo stipendio di mia moglie non bastava a mandare avanti la famiglia. Tuttavia la provvidenza non ci ha mai abbandonati, facendoci trovare al momento giusto dei lavoretti che ci permettevano di tirare avanti. La sera, assieme ai figli, chiedevamo nella preghiera un aiuto, non solo per noi, ma anche per quanti erano nel bisogno. Sei mesi dopo l’incidente, proprio quando la situazione economica nel nostro Paese era diventata più critica, ho trovato un lavoro migliore di quello perso». J.L. – Uruguay La stanza accanto «Ero in ospedale, in uno stato di prostrazione e oscurità, a causa del mio stato di salute e anche per le medicine che prendevo. Non sapevo cosa fare per venirne fuori. Sento un suono di campanello: qualcuno nella stanza accanto chiamava l’infermiera. Mi sono alzato per vedere se potevo dare un aiuto. Si trattava semplicemente di porgere a un malato dell’acqua. Mi sono fermato accanto al suo letto, interessandomi a lui e cercando di ascoltare profondamente le sue parole. Non so come, ma di colpo mi sono sentito più leggero». T. d. M. – Italia Un dono inatteso «Sposati da 50 anni, abbiamo vissuto, come dice il Qoelet, il tempo della gioia e il tempo del dolore. In un momento di particolare ristrettezza, una sera contavamo i pochi soldi rimasti e stavamo riflettendo su cosa fosse meglio comprare per dar da mangiare ai figli. In quel mentre, ci telefona un amico: sarebbe passato da noi perché, avendo ricevuto in regalo due tacchini, ne voleva regalare uno a noi. È proprio vero che abbiamo un Padre che non ci abbandona mai». T. e R. – Polonia Imprevisti «Viaggio spesso per lavoro, per cui devo farmi un programma dettagliato delle cose da fare, pronto però a cambiare certe mie previsioni. Ho notato infatti, con sorpresa, che l’imprevisto, se colto dalle mani di Dio, risulta poi migliore di ciò che avrei programmato. Questo “far spazio” a Lui non solo quando viaggio, ma in tutte le altre circostanze, è una vera scuola a rimanere vigilanti. Di fronte alla bellezza del suo programma, anche quando mi costa perdere il mio, devo riconoscere che il Regista invisibile sa indicarmi qual è la mia vera realizzazione, la mia felicità». T.M. – Polonia (altro…)
Apr 21, 2017 | Cultura
“Negli anni venti del novecento, un critico russo che faceva parte di quel gruppo di critici che eran stati chiamati, per offenderli, formalisti, e che avevano assunto questo nome e avevan finito per chiamarsi essi stessi formalisti, questo critico che si chiamava Jurij Tynjanov ha scritto: «La prosa russa attraversa un periodo di crisi. (D’altra parte, anche la poesia attraversa un periodo di crisi. In generale, è difficile ricordarsi di un periodo in cui non attraversavano un periodo di crisi)». Ecco, io, che sono nato nel 1963, in Italia, ho l’impressione che, da quando mi ricordo io, la poesia italiana, la prosa italiana, l’economia italiana, la giustizia italiana, la pubblica istruzione, italiana, la sanità, italiana, la politica, italiana, lo sport, italiano, attraversino, da allora, un periodo di crisi, mi sembra di esser sempre vissuto in un periodo di crisi e delle volte mi chiedo cosa succederebbe se passasse, la crisi, e ho come l’impressione che ne sentirei la mancanza”. (Paolo Nori)
Collana: Prismi Semi – Città Nuova editrice
TEMPO DI LIBRI – Milano, sabato 22 aprile ore 18.30 – Sala Arial – Presentazione del libro
Apr 21, 2017 | Chiara Lubich, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Tutti gli anni, la primavera sboccia con qualche giorno d’anticipo rispetto al calendario, per chi ricorda Chiara Lubich. Il 14 marzo è tutto un fiorire di iniziative e appuntamenti, in ogni angolo del mondo, con caratteristiche e tonalità diverse, per ricordare la fondatrice dei Focolari, nel giorno della sua morte, o meglio della sua nascita al cielo, avvenuta nel 2008. Nel 2017 questa particolare e sentita ricorrenza si è intrecciata con un’altra, il 50esimo anniversario dalla fondazione di Famiglie Nuove, la diramazione del movimento che abbraccia 800mila famiglie di tutti i continenti che si propongono di vivere la spiritualità dell’unità e irradiare nei loro ambienti i valori della fratellanza universale. Chiara Lubich e la famiglia, un binomio fortissimo. Evidenziato dall’attenzione particolare e dal giusto risalto dato dalla fondatrice a un “disegno ardito, bellissimo, esigente”, i cui “valori immensi e preziosissimi, proiettati e applicati all’umanità, possono trasformarla in una grande famiglia”. «Qui, davanti a voi, mi sembra di vedere Gesù che guarda il mondo, guarda le turbe e ne ha pietà – aveva detto Chiara Lubich nello storico discorso di fondazione di Famiglie Nuove, il 19 luglio 1967 – perché, di tutta questa porzione di mondo, vi è stato messo sulle spalle quello più frantumato, più simile a Lui abbandonato .(…) Questa pietà non resti nel campo sentimentale ma si trasformi in opere».
Opere che oggi sono visibili: iniziative culturali, sostegno a minori, seminari per famiglie, aiuto ai separati, progetti sociali ed educativi che mettono in luce il valore antropologico e universale della famiglia all’interno della grande “famiglia umana”. La concretezza è tipica di questa “prima cellula” della società, come è stato fortemente sottolineato anche nei due Sinodi sul tema (2014-2015) i cui contenuti sono confluiti nella esortazione apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco, di cui proprio in questi giorni ricorre il primo anniversario di pubblicazione. “La gioia dell’amore”, di cui parla il papa, è bene rappresentata nelle mille voci e nei volti delle persone e famiglie confluite dai cinque continenti a Loppiano (Italia) nel marzo scorso, per partecipare all’evento (anzi al multi evento internazionale) “FamilyHighlights”, una tre giorni per apprendere l’arte della reciprocità («La vita matrimoniale è come una barca, commentava una famiglia del Perù: se si rema da soli si fa un’enorme fatica»), e quell’“arte di amare” che dà la forza alla famiglia di rigenerare se stessa, attraverso la fiducia, il perdono, la responsabilità, la creatività, l’accoglienza, il sostegno.
L’evento di Loppiano è stato il perno attorno a cui, sia prima che dopo, si sono svolte oltre cento manifestazioni in tutto il mondo, a partire da quello inaugurale, il 27 gennaio scorso al Cairo (Egitto) e poi nei mesi successivi (alcune sono ancora in corso) a Panama, in Croazia, Italia, Uganda, Tanzania, USA, Brasile, Francia, Kenya, Panama, Lituania, Australia, Belgio, Canada, Brasile, Burundi, Singapore… dove sono state presentate esperienze concrete e seminari sui temi dell’educazione, della relazione di coppia, dell’accoglienza, storie di quotidiano e nascosto eroismo in zone di guerra, di solidarietà in situazioni difficili e verso popoli svantaggiati, insieme a workshop, spettacoli, momenti di festa o di preghiera comune. Se è difficile nominarli tutti e descrivere le caratteristiche che ogni evento ha avuto alle diverse latitudini, è impossibile non riconoscere, in questa festosa accensione di “luci per la famiglia” – quasi fossero fuochi d’artificio – accese in sinergia con altri movimenti, rappresentanti di Chiese, religioni e istituzioni civili diverse, quei “semi di comunione per l’umanità del Terzo millennio” che erano profetizzati da Chiara Lubich nel 1993. (altro…)
Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
- Data di Morte: 21/04/2017
- Branca di Appartenenza: Volontario
- Nazione: Italia
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Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo
“Camminando Insieme. Cristiani sulla via verso l’unità”, il titolo della 59° edizione della Settimana Ecumenica dal 9 al 13 maggio 2017 a Castel Gandolfo (Roma), con la partecipazione di circa 700 cristiani di 70 Chiese e Comunità ecclesiali, di 40 Paesi. (altro…)
Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Internationale Kunstschaffende und –pädagogInnen laden nach Wien ein zu einem Bildungs- und Vermittlungsevent mit dem Titel „like COLORS“. Bei Zeichnen, Malen, Modellieren, Drucken, Film, Fotografie, Performance und Tanz fördern sie die Kreativität der Teilnehmer. Samstag ab 18 Uhr interaktive Präsentation. Sonntag um 11 Uhr Podiumsgespräch mit Rolf Laven von der Pädagogischen Hochschule Wien und der Münchner Kunstpädagogin Johanna Gundula Eder. Annemarie Baumgarten, 0650 6026210, baumgartenannamaria@gmail.com[:]
Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Die Familien der Fokolar-Bewegung im Allgäu laden auch in diesem Jahr wieder nach Balderschwang ein. Das Wochenende bietet Impulse für die Beziehungen untereinander und zu Gott, Möglichkeiten zu Gesprächen, Spielen und Unternehmungen. Anmeldung bis 15. September: Monika & Martin Blanke, 08345 952250, mblanke@t-online.de[:]
Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Um die Wechselwirkung von Familie und gesellschaftlichem Umfeld geht es bei einer Begegnung in Zwochau (Leipzig). Eingeladen sind Familien, Großeltern, kinderlose Paare, Singles. Vorgesehen sind Referate des Erfurter Altbischofs Joachim Wanke und der Kölner Psychologin Gery De Stefano, Gesprächsrunden, Workshops, Sport und Spiel. Ite Büdenbender, 030 8535499; Anmeldung: nschelenz@web.de[:]
Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Jugendliche ab 17 Jahren können sich in diesem Jahr in Zwochau bei Leipzig als „Grenzgänger“ ausprobieren. Beiträge, Diskussionen und kreative Workshops drehen sich um die Fragen: An welche kulturellen und religiösen Grenzen stoße ich? Wie können wir andere Kulturen und Religionen besser kennenlernen und Grenzen überwinden? www.die-rauszeit.de[:]
Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Christen gottgeweihten Lebens sind zu den Ottmaringer Tagen bei Augsburg eingeladen. Neben Gebeten, Betrachtungen und Gesprächen steht ein Referat über „Jesus in seiner Verlassenheit – Urheber jeder Reform“ auf dem Programm. Tagesgäste sind am 6. Juli willkommen, an dem – anlässlich des Reformationsjahres – der evangelische Bischof Herwig Sturm aus Wien spricht. Anmeldung bis 5. Juni: Sr. Bernadette Breitkopf osf, 01511 8005115, sr.bernadette@klostersiessen.de[:]
Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Unter diesem Titel steht eine Ausstellung des evangelischen Kirchenkreises Solingen zum Jubiläumsjahr der Reformation 2017 im Zentrum “Frieden” der Fokolar-Bewegung. Am 7. Juni um 19 Uhr ist die Einführung in die Ausstellung durch Pastor i.R. Jörg Schmidt. Zentrum Frieden, 0212 12510[:]
Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]150 Objekte und Skulpturen aus der „Bottega di Ciro“ von Roberto Cipollone werden in Würzburg ausgestellt. Der Künstler aus Loppiano bei Florenz kommt zur Vernissage am 9. Mai um 18 Uhr. Dafür Anmeldung bei Gabriele Hartl, 08093 2092, gabriele.hartl@neuestadt.com[:]
Apr 20, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Innehalten, den inneren Quellen nachspüren, sich beschenken lassen, Gemeinschaft erleben: Der Tag beginnt mit einem reichhaltigen Brunch. Die Teilnehmerinnen werden bedient, bekommen Zeit und Raum. Mit Inputs aus der christlichen Spiritualität, in Stille und im Austausch stärken wir Ressourcen und Beziehung zu Gott. Anmeldung: www.zentrum-eckstein.ch[:]
Apr 20, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Gianni Caso nasce a Roccapiemonte, in Campania (Italia) nel 1930. Con grandi sacrifici compie gli studi di giurisprudenza e nello stesso tempo lavora come cancelliere in Tribunale. Per la sua solida formazione cristiana diviene responsabile dei giovani dell’Azione Cattolica di Napoli. Dopo la laurea, durante il servizio militare, conosce un focolarino che gli offre il giornale Città Nuova e, nel ’59, partecipa alla Mariapoli di Fiera di Primiero. In un appassionato discorso di Bruna Tomasi del primo gruppo insieme a Chiara Lubich. Gianni scopre nell’Ideale dell’unità una particolare consonanza con la sua vocazione laica, civile e politica. Diventato magistrato sceglie il Tribunale di Milano, città dove si trova la sede di uno dei primi focolari in Italia, per poter così approfondire la conoscenza della vita dell’unità. Nel 1965 frequenta la scuola dei focolarini a Loppiano, per poi riprendere il suo lavoro di giudice vivendo ora in focolare. Nel 1968 lo troviamo giudice in Trentino Alto Adige, dove si impegna nel nascente Movimento Umanità Nuova, espressione più sociale dei Focolari e, successivamente, essendo diventato membro della Corte d’Assise d’Appello di Roma, si trasferisce al Centro del Movimento, a Rocca di Papa. In Italia, durante gli anni ‘70 si verificano atti di estrema violenza contro le istituzioni dello Stato, che danno origine alla lotta armata e al terrorismo. In quegli anni Gianni viene scelto come giudice relatore ed estensore della sentenza d’appello nel primo e più importante dei cinque processi per Aldo Moro, leader del partito della Democrazia Cristiana ucciso nel 1978, dal gruppo armato noto come le “Brigate Rosse”. Ogni mattina la scorta viene a prendere Gianni a casa, riaccompagnandolo la sera. Solitamente, una volta a casa, si reca a messa con la sua macchina. Un giorno, invece di fare il solito tragitto, cambia percorso senza pensarci (lui disse per una sorta di “un’ispirazione interiore”) arrivando a casa da un’altra direzione. Evita così di essere sequestrato dai terroristi che lo aspettavano.

Gianna Caso con Chiara Lubich
Negli anni Ottanta e Novanta, Gianni continua a lavorare per il Movimento Umanità Nuova, realizzando iniziative importanti sul problema della giustizia in Italia, in Europa e sulle questioni del mondo penitenziario che gli sta molto a cuore. Viene nominato giudice alla Corte di Cassazione e agli inizi degli anni 2000, insieme con altri, contribuisce a far nascere Comunione e Diritto, una rete internazionale che unisce studiosi ed operatori nei diversi campi del Diritto. Seguono negli anni congressi internazionali e scuole estive di formazione dedicate ai giovani. Una particolare sollecitudine accompagna Gianni nell’impegno che domanda il dialogo con la cultura giuridica, fondata sulla relazionalità tra operatori del Diritto e tra mondi giuridici e società civile. Quando, nel 2015, lascia l’impegno attivo, Gianni continua a seguirne a distanza i lavori, a scrivere, studiare, confrontarsi, fino all’ultimo. Alla notizia della sua morte, innumerevoli sono gli echi giunti da parte di quanti lo hanno conosciuto e amato: familiari, colleghi magistrati e operatori nel campo della Giustizia, gente comune, in riconoscente testimonianza di un uomo di legge che ha fatto del Vangelo la norma della sua vita, lasciandosi guidare in particolare da un brano che Chiara Lubich aveva scelto per lui: “Chiunque tra voi vorrà essere primo sarà servo di tutti.” (Mc 10,44). Una sua amica magistrato, che ha condiviso con lui questo percorso per una “giustizia di comunione”, sottolinea come in Gianni abbia visto la capacità di valorizzare al massimo tutte le categorie professionali relative all’ambito della Giustizia e la particolare “attrazione” per gli ultimi del Vangelo, i carcerati, che lui amava quasi come fossero suoi figli. (altro…)
Apr 19, 2017 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
LIVE STREAMING da Loppiano
PULSE – THE EVENT – PRIMO MAGGIO 10:00-12:30 (CET, UTC 1)
PULSE – THE MEETING, 29 Aprile 2017, rivedi lo streaming qui: prima parte – seconda parte
Flickr Gallery
Il cuore dei giovani, si sa, batte più velocemente. Pulsa a ritmo incalzante, con improvvise accelerate, segno di ottima salute. E riversa sul mondo intorno energia, vitalità, movimento. “Pulse”, il meeting internazionale (“Change your heart, Change the world”) dal 29 aprile al 30 aprile, sarà una “due giorni” a ritmo accelerato. Tenetevi forte. Potrebbe avere forti controindicazioni per chi soffre di: allergie alla contaminazione con altre culture, paura del confronto, inclinazione a risolvere tutti i conflitti con soluzioni drastiche e possibilmente violente. Ottima cura, invece, per chi, allacciate le cinture di sicurezza, desideri viaggiare a tutta velocità alla scoperta di un mondo nuovo in cui la Pace sia legge universale. Loppiano (Firenze), cittadella che, dal lontano 1973, ai primi di maggio si affolla di giovani, quest’anno offrirà a tutti i partecipanti (appartenenti a vari movimenti e gruppi, tra cui Giovani per un mondo unito, Nuovi Orizzonti, Rondine, Centro internazionale La Pira, Non Dalla Guerra, Living Peace, Istituto Universitario Sophia, Dancelab, EcoOne, Economia Disarmata, Barbiana e Sportmeet) uno spazio di incontro e riflessione per imparare, conoscersi e progettare. Tante le testimonianze dal mondo: Siria, Ecuador, Egitto, Giordania, Libano e Iraq. Sei i workshop dedicati a tematiche d’attualità: accoglienza e integrazione, impegno sociale, arte, pace, sport, comunicazione. Quattro i forum di approfondimento: pace e tradizioni religiose, economia e politica, educazione alla pace, natura. Due di questi saranno condotti dal progetto Living Peace International e dal gruppo Economia Disarmata. Il primo viene dall’esperienza di Carlos Palma: uruguaiano, nel 2011 insegnava in Egitto. Dalla sua esperienza con gli studenti, sullo sfondo di uno scenario drammatico di guerre e conflitti, nasce un progetto di educazione alla pace, diffuso in più di 100 paesi, con la partecipazione di quasi mille tra scuole, gruppi e associazioni. Ad oggi, ha coinvolto più di 200 mila bambini, adolescenti e giovani in varie parti del mondo. Il secondo, Economia Disarmata, organizza ormai da qualche anno un percorso di educazione alla pace. In questa occasione proporrà: “Obiezione alla guerra: sulle tracce di don Milani”, una visita al paese di Barbiana, vicino Firenze, guidati dalla lettura degli scritti del sacerdote italiano sulla guerra, la pace e l’obiezione di coscienza.
Insomma, un viaggio ad alta velocità per conoscere – e scegliere – cosa fare per cambiare il corso della storia, diventando un nodo di quella rete mondiale, chiamata “United World Project”, che vede impegnati dal 2012 i Giovani per un Mondo Unito, insieme ad altre associazioni e gruppi. L’idea è quella di collegare i diversi “frammenti di fraternità” e metterli in rete. Il 1° maggio a chiusura del Meeting, ancora una volta, l’atteso appuntamento di Loppiano aprirà le porte a tantissimi giovani in arrivo da oltre 40 Paesi, intenzionati a mostrare a tutti il vero “battito” dell’umanità: le infinite azioni di pace e fraternità che popolano, meno rumorose della guerra, la vita di singoli, gruppi e popoli. Idee in musica, coreografie, parole, testimonianze e spazi di dialogo su politica, economia, arte, religione, cultura, impegno sociale a favore della pace. A seguire e fino al 7 maggio aprirà i battenti la 21esima edizione della Settimana Mondo Unito, l’iniziativa che dal 1996 coinvolge grandi e piccoli in una serie di azioni in tutti i continenti, autentiche “vetrine” di fraternità. Con l’augurio che la Settimana venga un giorno riconosciuta anche dall’ONU. C’è da correre. Ma davvero. Il 7 maggio “Run4unity” chiuderà la Settimana Mondo Unito con un altro evento mondiale: una maratona a staffetta tra i diversi fusi orari unirà, idealmente, il pianeta. È ancora possibile iscriversi sul sito: run4unity Comincia un periodo di battiti accelerati del cuore. Ma di quelli salutari, che fanno bene al mondo. Per poter seguire gli eventi e interagire usa gli hashtag: #UnitedWorldWeek2017 – #4peace – #PULSE – #ChangeYourHeartChangeTheWorld – #MeetingY4UW – #PrimoMaggioLoppiano2017 – #run4unity2017.
https://youtu.be/5Bc3pj_p0FY (altro…)
Apr 18, 2017 | Cultura
Il volume raccoglie i contributi più significativi elaborati nei lavori dell’area di ricerca Sefir (Scienza e Fede sull’Interpretazione del Reale) pensati e realizzati allo scopo di stimolare la riflessione e il dibattito fra docenti e ricercatori in varie discipline su alcuni caratteri distintivi dell’attività scientifica quali la sua vicinanza all’attività artistica, il suo contributo alla comunicazione e al processo di sviluppo umano. In un panorama culturale sempre più sensibile all’interdisciplinarità e alla relazione sinergica tra scienze naturali e teologia si offre al lettore questo testo nella convinzione di poter stimolare e arricchire la propria personale riflessione. Editrice Città Nuova – Collana: Scienze e fede
Apr 18, 2017 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Spiritualità
3 novembre 1955 Se la storia universale è un quinto Evangelo per l’umanità, la vicenda personale è la stessa cosa per ciascuno. Vista da Dio essa appare un disegno per riportarci dalla dispersione all’unità con Lui. Si vede allora come il distacco di persone care e la perdita di onori e posizioni siano uno sgombero di fattori umani per lasciarti solo col Solo. E allora ogni giornata assume il valore di un’avventura divina, se è servita a farti salire lungo il raggio solo – il raggio tuo – che si collega al Sole di Dio. Si dice una marcia verso la morte: ed è un progresso verso la libertà, in cima a cui ti aspetta il Padre: quindi una marcia verso la vita, che non ha mai fine. 19 dicembre 1956 La Sapienza cristiana, nel chiederci di rinunziare a noi stessi, non ci chiede una rinunzia, ma un acquisto. Accende, al posto delle ambizioni umane, un’ambizione divina. Ci suggerisce di metter Dio al posto del nostro Io; e cioè di sollevarci dal piano umano al livello divino, di fare società con la Trinità. E’ un’umiltà che opera una grandezza sterminata. Ecco perché poi, da quella vetta, il mondo appare gramo, e le ricchezze appaiono pula e le grandezze diventano rena. Rinunziare dunque a noi, per essere sempre con Dio: trasferire l’Eterno nel tempo, far della terra il Paradiso. Allora il dolore è materia prima di grandezza: la croce una scala all’Eterno Padre. 26 dicembre 1956 La vita è un’occasione unica dataci per amare. 16 ottobre 1959 Come reazione all’individualismo oggi si coltiva la vita comunitaria e si dà alla socialità un posto centrale nello studio e nell’educazione. E’ un movimento che aiuta a menarci verso il fratello e ci induce a fare la scalata verso Dio in unione, in cordata. Ma esso contiene anche un pericolo: che a furia di stare coi fratelli ci si scordi di stare con Dio. Il fratello vale come Ianua coeli: ma se dietro di Lui non si vede il Padre, si rischia di sostituire alla desolazione dell’individualismo la desolazione del gruppismo. Chi ci fa compagnia è il Padre: chi ci assiste e vivifica è Lui. Ecco perché con le delusioni che piovono ogni giorno dalla convivenza umana Egli ci ricorda che c’è pure una convivenza divina: o meglio che la comunione c’è se dal fratello si passa al Padre e dal Padre si torna al fratello. Igino Giordani (altro…)
Apr 17, 2017 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Tutto quanto è avvenuto nella mia vita è stato un dono di Dio. Il mio cognome vuol dire “lupo”, e così è anche la mia natura. Ma quando ho cominciato a vivere il Vangelo alla luce della spiritualità dell’unità è finita la vita del lupo, ed è cominciata quella di Miloslav che significa “mansueto”. Sembrerebbe una contraddizione: un “lupo mansueto”, ma è così». Così esordisce l’allora Arcivescovo, e continua: «Nel ‘64 sono andato nella DDR (Germania orientale) per ringraziare un sacerdote che mi inviava sempre dei libri di teologia, da noi non c’era niente. Lui aveva conosciuto la spiritualità dell’unità a Erfurt. Mi ha raccontato com’è nato il Movimento dei Focolari e mi ha parlato di Gesù abbandonato. A dire la verità, non capii molto. Ricordo che mi diede un testo di Chiara Lubich». Più tardi, incontra Natalia Dallapiccola, una delle prime focolarine, anche lei trasferitasi nella DDR. Il cardinale non è ancora nemmeno seminarista, lo diventa poco dopo. «Ho avuto tante occasioni per toccare con mano che questa spiritualità era vera» innanzitutto con i seminaristi che gli sono “antipatici”. È proprio con uno di questi che comincia a condividere l’ideale dell’unità. «Dopo l’ordinazione sacerdotale, nel ‘68, sono stato nominato segretario del vescovo di Ceské Budejovice, un uomo molto profondo». Il Vescovo, però, fa fatica ad accettare la riforma liturgica avvenuta con il Concilio Vaticano II. «Mi veniva da giudicarlo, ma i focolarini mi spiegavano che dovevo amarlo anziché criticarlo. Ho sperimentato allora che l’unità era la strada per capire e far capire le cose anche agli altri». Dopo il ‘68, il comunismo prende ancora il potere e Miloslav, molto influente sui giovani, viene inviato lontano, in una parrocchia sperduta sulle montagne. «Qui ho cominciato a capire quanto mi era stato detto su Gesù abbandonato. Mi sono affidato a Dio, come Gesù sulla Croce che si abbandona al Padre. È stato un primo e profondo incontro con Gesù abbandonato».

Vlk quando lavorava come lavavetri
Dopo un anno e mezzo per ordine dagli uffici statali deve abbandonare anche quel posto, i cui abitanti gli erano divenuti molto cari, con il divieto assoluto di celebrare la messa. «Ho capito che la mia scelta di Gesù nel suo abbandono era un sì che dovevo dire per sempre». Viene trasferito in un’altra parrocchia, dove può solo predicare e benedire e ricomincia daccapo. Ma anche questa esperienza dura poco: in breve, gli viene tolta la licenza per esercitare il ministero sacerdotale. Don Vlk non si perde d’animo. «Dio mi apriva altre prospettive. Ho trovato un lavoro come “pulitore di vetri”, per poter vivere. Ero libero di girare per le strade di Praga e di incontrare tanti sacerdoti, ero meno controllabile nella folla, un semplice e sconosciuto operaio. Ancora una volta era il volto di Gesù abbandonato. All’inizio mi ribellavo. Ma ricordo di aver sentito una voce nel mio intimo: “Io amo te, voglio te, non attraverso il tuo lavoro, voglio l’incontro diretto con te”. Da quel giorno, ogni mattino gli ripetevo il mio “Sì”. Per dieci anni ho girato per le strade con il mio secchio e gli strumenti per pulire i vetri. Nel caldo o nel freddo, su strade piene di traffico, sporche, strette, nell’aria inquinata». Nel 1980 si apre a Praga il focolare maschile e “l’operaio Miloslav” chiede di entrarvi “come l’ultimo dei focolarini…”. «Sono stati anni benedetti. Ho capito di più ciò che Dio chiedeva a noi sacerdoti: andare avanti con la forza di Gesù in mezzo, amando Gesù abbandonato, ricominciando ogni giorno». Nel 1987 un infarto improvviso. «Lì, nell’ospedale, ho chiesto a Dio: “Come mai? Ho perso il sacerdozio, adesso sto perdendo la vita… Ancora una volta ho capito che anche questa situazione era un volto di Lui abbandonato e ho messo la mia vita nelle Sue mani». Un anno prima del crollo del muro gli viene ridata la licenza per esercitare il ministero sacerdotale. Viene nominato Vescovo di Ceské Budejovice. In breve arriva un’altra nomina: «Il Santo Padre desiderava che io andassi a Praga, come Arcivescovo. Lì ho capito che Gesù abbandonato era stato da sempre il filo d’oro della mia vita». L’anno seguente, essendo scaduto il mandato dell’allora Presidente Cardinal Martini, viene eletto delegato del Consiglio delle Conferenze Europee (CCE). «Vedevo tutta la mia inesperienza, essendo stato per anni isolato dal resto del mondo. Ma sentivo il sostegno dell’Opera di Maria. Sono andato da Gesù Eucarestia e Gli ho detto: “Questa è una cosa tua, il Regno è tuo, non mio”. Questo nuovo abbraccio di Gesù abbandonato mi ha liberato». Seguono anni impegnati su molti fronti, ma uno del tutto speciale è quello di moderatore, per ben 18 anni, della comunione tra i vescovi che aderiscono alla spiritualità dell’unità. Dopo una vita spesa per questo scopo, un mese fa, il 18 marzo 2017, si è spento. Una folla si è riunita nella Cattedrale di Praga per tributargli l’ultimo, commosso, saluto. (altro…)
Apr 16, 2017 | Chiesa, Spiritualità
Il 16 aprile di 90 anni fa nasceva Joseph Ratzinger, a Marktl am Inn, una cittadina della Baviera. Allora, nel 1927, il calendario segnava Sabato Santo, mentre nel 2017 festeggiamo il suo compleanno nella giornata della Domenica di Pasqua. Con gioia, anche il Movimento dei Focolari vuole inoltrare a Benedetto XVI gli auguri più sentiti e partecipati, per tutto ciò che lui ha rappresentato per noi, per la Chiesa e per l’umanità. Quale segno tangibile del nostro affetto e della nostra gratitudine, la rivista Nuova Umanità gli ha dedicato il Focus del numero 225, in uscita in questi giorni. Curato da Declan O’Byrne, tale Focus ospita saggi di Piero Coda, Stefano Zamagni e Antonio Bergamo, i quali approfondiscono le dimensioni teologiche, antropologiche ed etico-sociali del suo pensiero. In una Chiesa nella quale, spesso, emergono delle artificiali contrapposizioni fra sostenitori dell’una o dell’altra prospettiva ecclesiale, il numero dedicato a Benedetto XVI riporta un contributo di Brendan Leahy, vescovo di Limerick (Irlanda) sulla necessità di operare nella Chiesa con uno stile sinodale. Questi interessanti contributi sono in procinto di essere tradotti nelle principali lingue e appariranno sulle testate di riferimento del Movimento dei Focolari. (altro…)
Apr 15, 2017 | Chiara Lubich, Spiritualità
“Vieni, Signore Gesù!”. Guardando a te, l’amore, nostra vocazione, sarà senza timore. Nell’attesa della tua venuta, costruiremo bene questa vita e, appena si aprirà l’altra, ci tufferemo nell’avventura senza fine. Tu hai vinto la morte. E per questa preghiera avvertiamo che tu, sin d’ora, l’hai vinta anche in noi, nel nostro cuore. “Vieni Signore Gesù!”, sempre, in tutti noi. E la morte non sarà; tu sarai. Il Risorto sarà. E questo è già Pasqua. Auguri a tutti per una Pasqua gloriosa e senza interruzione, feconda, fecondissima per noi, per la Chiesa e per il mondo.
Chiara Lubich
Da C.LUBICH, Cercando le cose di lassù, Roma 1992, p.136. |
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Apr 14, 2017 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Primo passo: predisporsi Al mattino, come è possibile al risveglio, mi predispongo così: «Oggi Lo voglio attendere». Non so cosa mi porterà la giornata ma so che, in modo imprevedibile, Gesù abbandonato verrà a me: nelle difficoltà, nelle delusioni, forse perfino nelle mie mancanze, in brutte e dolorose notizie. Gli dichiaro che Egli può venire tranquillamente, che Lo attendo. Secondo passo: riconoscerlo Durante il giorno incontro, quasi sempre diversamente dall’attesa, il negativo attorno a me o in me. In questo momento è importante riconoscerLo subito senza tentennamenti. Non esiste bisogno o colpa in cui Egli nel suo abbandono non sia già presente: in tal modo ogni dolore è “suo sacramento” e ciò che importa è, dentro il segno di questo dolore, riconoscere il volto del Crocefisso e Abbandonato e, amando, adorarlo subito. Terzo passo: chiamarlo per nome Nell’incontrarLo, non solo registro qualcosa, ma Lo osservo e Lo saluto. Lo chiamo per nome. Il fatto di chiamare per nome ogni volto di Gesù abbandonato è un esercizio prezioso e molto più di un accorgimento superficiale. Non più “una cosa” ma un “Tu”. Proprio così ogni mia azione diventa contemplazione. Quarto passo: fargli festa Preparare una festa a Gesù abbandonato. Con questo intendo dire di accoglierLo non solo non tentennando, come si trattasse d’un fatto inevitabile, o come accogliere qualcuno che, pur mio amico, mi capita però inopportunamente. Invece voglio che Egli non resti seduto in sala d’attesa nemmeno un istante, ma accoglierLo subito, al centro del mio amore, della mia gioiosa disponibilità. Questo è il passo (passaggio) attraverso il dolore nell’amore, attraverso l’abbandono nella Pasqua. Solo chi ama così l’Abbandonato darà gioia al mondo. La festa che noi prepariamo all’Abbandonato è quel giorno di festa che non conosce tramonto, perché il suo sole, l’Amore, non tramonta mai. Klaus Hemmerle Pubblicato nella rivista Gen’s 36, Roma 2006, n. 1, p. 3. (altro…)
Apr 13, 2017 | Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Chi “forma i formatori”? Chi e come, in particolare, accompagna la delicata missione di seminaristi e sacerdoti nel percorso della loro formazione pastorale? Come aiutare seminaristi, diaconi e sacerdoti ad essere “ministri capaci di riscaldare il cuore alla gente, di camminare nella notte con loro, di dialogare con le loro illusioni e delusioni, di ricomporre le loro disintegrazioni?” (Discorso del Papa ai vescovi del Brasile, 27 luglio 2013) Domande di senso per tutte le comunità cristiane che interrogarono già il Concilio Vaticano II, aprendo ed esortando alla creazione di scuole che formassero alla spiritualità di comunione. Storia. Nel 1966 nasce a Grottaferrata (Roma) la Scuola sacerdotale del Movimento dei Focolari, trasferita poi nel 1974 a Frascati, quindi stabilizzatasi nel 1984 nella cittadella internazionale di Loppiano, oggi con il nome di Centro di spiritualità Vinea Mea. L’intento è quello di offrire una formazione unificata per sacerdoti, diaconi e seminaristi che metta al centro la fraternità vissuta. Una scuola di vita per uomini chiamati da tutto il mondo ad annunciare il Vangelo, per formarsi ad una vita di comunione con i propri vescovi, con gli altri sacerdoti, con i laici delle rispettive parrocchie, con uomini e donne di ogni credo e cultura, secondo l’augurio che Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, fece nel 1966 ai partecipanti a Grottaferrata: «… Saper posporre tutto, svestirsi di ogni pretesa di potere, per assicurare la presenza di Gesù fra loro, vivendo come bambini il Regno di Dio. In questo modo [nascerà]una pastorale “nuova” e dei sacerdoti “nuovi”: sacerdoti-Cristo per l’umanità, pronti a dare la vita per tutti». In sintonia con quanto Papa Francesco più volte ha ribadito oggi ai sacerdoti: di uscire verso le “periferie esistenziali”. Dal 1966 ad oggi, sotto la guida di tanti sacerdoti a cominciare da don Silvano Cola, sono stati formati più di 4.000 sacerdoti e seminaristi tra i 20 e i 75 anni, di chiese diverse e da una sessantina di Paesi da ogni parte del globo. Un’esperienza che, per l’impegno nel vivere ogni giorno l’amore evangelico, vuole essere un’esperienza che forma “sacerdoti di comunione” al servizio degli altri.
Riaperta ad ottobre 2013 dopo quasi due anni di ristrutturazione, il Centro di Spiritualità accoglie la sfida di coniugare antico e moderno, dimensione comunitaria e tradizione secolare della chiesa, tanto nelle modalità di formazione della comunità quanto nell’architettura stessa. “Vinea Mea – spiega don Imre Kiss, attuale responsabile del Centro – offre una formazione permanente alla luce della spiritualità di comunione del Movimento dei Focolari. La scuola, della durata di un anno, prevede corsi di spiritualità, teologia, antropologia, ecclesiologia, oltre a laboratori su tematiche di attualità (giovani, famiglia, comunicazione, dialogo con culture e religioni). Attraverso la condivisione della vita in piccole comunità, punta a rispondere all’esigenza espressa da molti sacerdoti di sperimentare nel concreto una spiritualità fondata sulla comunione, per poi trasmetterla agli uomini e alle donne del nostro tempo”. Il Centro opera in sinergia con simili strutture in altrettante cittadelle del Movimento dei Focolari: in Polonia, Germania, Kenya, Brasile, Filippine, Argentina. Promuove spesso, inoltre, corsi e workshop annuali rivolti a educatori nei seminari per sostenere e diffondere uno stile di vita sacerdotale fondato sulla comunione. Lo scorso novembre 2016, il Centro Vinea Mea ha concorso ad inaugurare il Centro Evangelii Gaudium (CEG): progettata e realizzata in collaborazione con l’Istituto Universitario Sophia, costituisce un proposta in risposta all’invito del Papa di dare un nuovo slancio all’opera di rinnovamento necessaria alla nuova tappa di evangelizzazione della Chiesa, chiamata ad uscire verso le periferie esistenziali del nostro tempo. Una delle prime iniziative del CEG è il corso di approfondimento sull’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, organizzato dal Centro di spiritualità Vinea Mea. Fonte: Loppiano online (altro…)
Apr 12, 2017 | Centro internazionale, Spiritualità
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Cristo è risorto! Ogni dolore, distacco, divisione, ogni fallimento e anche la stessa morte possono diventare per noi, grazie a Lui, fonte di luce e di pace. Chiamati a testimoniare il grande annuncio della risurrezione, rinnoviamo il comune impegno di donare speranza e gioia all’umanità in questo tempo di trasformazioni epocali.
Con gli auguri più fervidi per una Santa Pasqua!
Maria Voce
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Apr 11, 2017 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Il tema “Vangelo e culture” è assai complesso e delicato. Se ne parla da secoli, in ambito teologico, sociologico, pastorale, politico, educativo. Vi sono documenti, come l’Evangelii nuntiandi di Paolo VI (8 dicembre 1975) e l’Evangelii gaudium di papa Francesco (24 novembre 2013), che sono riferimenti imprescindibili. Se a questo binomio si aggiunge poi la parola “carismi”, espressione che oggi si attribuisce anche a figure e realtà non ecclesiali, allora qualsiasi ricerca di accordo diventa una sfida, specialmente se si mettono insieme esperti provenienti da culture diverse. Eppure proprio questa è stata la caratteristica del convegno-confronto “Vangelo – carismi – culture” che si è svolto il 6-7 aprile presso il Centro dei Focolari a Rocca di Papa (Roma). Nel saluto iniziale, Maria Voce ha indicato l’obiettivo di fondo: favorire «una cultura di pace, una cultura della risurrezione» che incida su scala sempre più vasta. Esperti da Asia, Africa, Americhe, Europa (presenti o in collegamento internet) si sono confrontati in tre sessioni tematiche. Carismi ed evangelizzazione della cultura. La prima sessione è partita da due domande – «Come rispondere all’urgenza che il Vangelo si faccia cultura?» (Mons. Zani) e «Come accelerare la comunione tra i carismi di fronte alle sfide del presente?» (Sr Motta) –, e da una provocazione: «Oggi tanti “carismi” nascono in ambito non religioso, mentre nella Chiesa spesso non c’è abbastanza profezia» (Bruni). Nel dialogo successivo gli esperti, presenti e in collegamento, hanno sottolineato, tra l’altro, che «ogni confronto con l’altro è incontro con una storia, familiare sociale e culturale» (Gaudiano); che «i media hanno un loro carisma per il mondo unito, se mantengono la propria autonomia» (Zanzucchi); che «l’evangelizzazione della cultura non passa per l’autorità, ma per la testimonianza» (Mons. Zani). Fino alla sollecitazione: «Ci vuole un nuovo potenziale narrativo; i giovani di oggi non capiscono più il linguaggio del ‘900» (Bruni). Dall’inculturazione all’interculturalità. La seconda sessione è iniziata con la relazione di Jesús Morán: «Le elaborazioni culturali europee non esauriscono quello che c’è da dire su Cristo. Nell’incontro con le altre culture si esprime qualcosa che non era ancora espresso». La meta, ha ricordato il filippino Andrew Recepcion, «non è un cristianesimo non occidentale, ma oltre-occidentale». Maria Magnolfi ha rilevato nel vissuto dell’Africa valori «da prendere in considerazione anche a livello accademico, per uscire da certi empasse». Soni Vargas, dalla Bolivia, ha con passione domandato di passare dal paradigma della “inculturazione”, che non esprime la “reciprocità attiva” chiesta da Chiara Lubich, a quello della “interculturalità”: «Non più “missione” ma inter-dono, in una dinamica trinitaria in cui non c’è superiorità di una cultura sull’altra». Nel dibattito, Vania Cheng, cinese, ha detto: «L’Asia chiede l’ascolto, il rispetto e il silenzio, perché la parte interiore rivela più della parola». Raphael Takougang, camerunense, ha ricordato che «nell’interculturalità il sapere non si comunica, si fa passare facendo esperienza insieme». Roberto Catalano ha sottolineato quanto Chiara avesse visto lontano quando ha invitato a «far nascere Cristo dal cuore delle culture». Ha confermato Lucas Cerviño in collegamento dal Messico: «Devo creare le condizioni perché il seme di Dio che è già dentro una cultura possa fiorire, ma senza imporre il modo». Morán ha concluso: «È giusto che non ci sia controllo o superiorità di una cultura sull’altra, ma questo non vuol dire che non ci sia un centro: Cristo è il cuore del mondo». Giovani – fede – discernimento vocazionale. La terza sessione, centrata sul tema del prossimo Sinodo dei vescovi, è stata aperta dalla relazione di Italo Fiorin: «Educare significa aiutare l’altro a trovare il senso della propria vita. Educare è l’arte di accompagnare». Sr. Jenny Favarin ha testimoniato come «la scoperta della vocazione all’amore faccia sbocciare fiori bellissimi». Maria Rosa Logozzo ha raccontato del contatto di gruppi di giovani di varie culture (credenti e non) con il focolare a Dublino: «Li attira la possibilità di fare una esperienza di Dio nella comunità». Dopo un ricco dibattito, Fiorin ha concluso sottolineando l’importanza della “pedagogia della realtà”, in particolare del service learning: «apprendere serve, servire insegna». Nel pomeriggio conclusivo è intervenuto il teologo Piero Coda sulla domanda: cosa significa che la Chiesa è nata dall’abbandono di Gesù in croce? «Una vita nell’esodo: la capacità di staccarsi dalle proprie radici per vivere l’altro. Testimoniare la follia dell’amore di Dio». Il dialogo di questi due giorni, ha infine ricordato Francisco Canzani, si trasformerà in articoli per le riviste Gen’s, Unità e Carismi, Nuova Umanità, Città Nuova, oltre ad aiutare a riflettere sull’attualità ecclesiale e culturale. Fonte: Città Nuova online (altro…)
Apr 10, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Un attentato non soltanto ai cristiani ma al popolo, alla religione», così percepiscono i membri del Movimento dei Focolari in Egitto le stragi avvenute nella Domenica delle Palme. Le comunità dei Focolari sottolineano l’immediata solidarietà dimostrata da parte di tanti musulmani che si sono offerti per donare sangue negli ospedali. «Essendo il popolo egiziano di una profonda religiosità, musulmani e cristiani si sono sentiti chiamati a rafforzare la propria fede dopo gli attentati», ha detto un membro del Movimento. Due chiese cristiane copte, il bersaglio scelto dai terroristi: nella città di Tanta, nel Delta del Nilo, e ad Alessandria, la seconda città del Paese nordafricano. A Tanta è stata colpita la Chiesa di San Giorgio, provocando 27 vittime. Ad Alessandria, la Chiesa presa di mira è stata quella San Marco, uccidendo 18 persone. Il presidente egiziano Abd al-Fattah al-Sisi ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi, nei quali si sospende il diritto alle manifestazioni di ogni genere, tra altre limitazioni. Gli attentati hanno coinciso con la celebrazione della Domenica delle Palme che segna l’avvio della settimana liturgica più importante per i cristiani. «È stato un vero inizio della Settimana Santa», scrivono. «Ci veniva in mente, in particolare, il passaggio dell’Apocalisse che descrive una “moltitudine immensa … di ogni nazione … che teneva rami di palma nelle mani” e aveva “lavato le vesti … nel sangue dell’Agnello” (cfr. Ap 7,9.14). Il Santo Padre, domenica mattina in piazza San Pietro, ha pregato «per le vittime dell’attentato», esprimendo il suo cordoglio «al mio caro fratello, papa Teodoro II, alla Chiesa copta e a tutta la cara nazione egiziana». Ed ha concluso: «Possa il Signore convertire i cuori di chi semina terrore, violenza e morte». Leggi anche: Creano un deserto e lo chiamano pace (altro…)
Apr 10, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità

Con Maria Voce e Jesús Morán
Convivenza civile, cittadinanza globale, ecologia, migrazioni e rifugiati, dialogo interreligioso, educazione alla pace: sono queste alcune delle tematiche affrontate durante il seminario promosso a Roma dalla Ong New Humanity, che ha visto, tra gli altri, la presenza dei suoi rappresentanti presso le sedi internazionali delle Nazioni Unite di Parigi, Ginevra e New York.
New Humanity organizzazione non governativa che rappresenta il Movimento dei Focolari presso l’Onu, lavora da trent’anni per promuovere e proporre, attraverso contributi teorici e buone prassi, una cultura del dialogo e percorsi di pace.
In questi giorni i partecipanti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi sulle azioni e le proposte che questo osservatorio privilegiato è in grado di portare nel dibattito internazionale.
La presenza dei giovani ai lavori ne ha caratterizzato la vivacità del dialogo e molto interessanti sono state le proposte per sviluppare un percorso di condivisione delle molteplici attività, progetti futuri ed eventi che la Ong promuove. Gli stages che molti giovani realizzano presso le sedi internazionali di New Humanity restano indelebili nel loro cammino di formazione culturale e umana. Essi hanno modo di trovarsi a contatto con le problematiche attuali, specie quelle che riguardano il diritto internazionale, seguendo le riunioni delle Nazioni Unite e dando anche contributi scritti ai documenti che vengono proposti sulle varie tematiche.

Davide Bilardi
Davide Bilardi, rappresentante aggiunto presso la sede di Ginevra, è da sette anni impegnato in New Humanity: «Faccio parte del gruppo di lavoro sul Diritto allo sviluppo a Ginevra e credo che una Ong come questa possa incidere nel contesto di una organizzazione internazionale come l’ONU. Si possono trovare risposte comuni alle sfide globali se, nel contempo, la società civile rafforzi sempre più una sensibilità alle questioni che interessano il Pianeta e possa intervenire nei processi, come ad esempio nelle azioni di solidarietà».
Ne è convinta anche Esther Salamanca, docente di Diritto internazionale presso l’università di Valladolid (Spagna): «Lavoro a Ginevra con un gruppo di esperti per una dichiarazione sui diritti umani e, in particolare sulla solidarietà internazionale, documento che sarà prossimamente presentato all’Assemblea generale dell’ONU. Si lavora insieme ad altre associazioni, esperti, Ong, in un clima di collaborazione e di fraternità».

Marco Desalvo, Presidente e Cecilia Landucci Vicepresidente di New Humanity
Marco Desalvo, Presidente della Ong, sottolinea come la presenza di New Humanity presso l’ONU sia quella di rappresentare il Movimento dei Focolari e le sue varie espressioni offrendo la possibilità di portare alle Istituzioni Internazionali la ricchezza di valori, attività spesso poco conosciute, idee e proposte in grado di influenzare i comportamenti degli Stati verso la fraternità e l’unità della famiglia umana. Si ricorda l’evento dello scorso novembre “Reinventare la pace” tenutosi presso la sede dell’Unesco a Parigi e promosso da New Humanity. Personalità del mondo della cultura, insieme a quanti operano quotidianamente per la pace hanno testimoniato come questa sia frutto di scelte coraggiose, condivise e perseveranti.
Un importante momento di condivisione e confronto è stato l’incontro con Maria Voce e Jesús Morán, presidente e copresidente del Movimento dei Focolari. Hanno incoraggiato il compito di quanti sono impegnati in New Humanity, evidenziando come il loro lavoro contribuisca a portare avanti una rete che mette in sinergia le opportunità che si presentano e le diverse azioni che i Focolari promuovono a vari livelli, anche di riflessione ed elaborazione culturale. Un progetto che si vuole rafforzare per contribuire alla costruzione di un mondo più unito.
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Apr 9, 2017 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
In Gesù l’uomo si trova a partecipare della vita stessa trinitaria, della vita sociale di Dio. Questa socialità soprannaturale, che la vita della grazia porterà agli uomini, non distruggerà però la vita naturale. Vi sarà invece fra le due un meraviglioso intreccio. La socialità soprannaturale, la grazia, darà origine e permetterà una vita sociale anche naturalmente perfetta, giacché Cristo fonderà la Chiesa visibile. […] Ma qual è il punto di passaggio da Cristo alla Chiesa? Come si passa dalla presenza spirituale dell’umanità in Cristo alla presenza di Cristo nell’umanità? Per comprendere bene ciò, occorre contemplare la natura umana di Gesù, prima della sua morte e dopo la sua risurrezione. Occorre meditare sulla sua carne individua, ma che dopo l’esaltazione diventa vivificante. […] Prima della crocifissione, il raggio di azione dell’umanità di Cristo è circoscritto dai limiti della sua carne, passibile e mortale; con la sua morte e la risurrezione, essa diventa spirito vivificante. […] Per questo, il giorno glorioso della Domenica di Pasqua, quando lo Spirito penetra e illumina ogni parte del corpo di Gesù, anche la Chiesa riceve lo Spirito Santo: essa diventa il Corpo di Cristo. Si può dire: Cristo ha seminato un corpo particolare e risuscita Corpo mistico, risuscita Chiesa. Il mistero della socialità umana riaffiora perciò con evidenza anche in questi avvenimenti meravigliosi. Cristo, poiché volle essere membro della comunità umana, diventò Capo di essa. Per questo, patendo sulla croce, riscatta il genere umano, poiché esso è racchiuso spiritualmente in lui, e anche la sua carne individua, per mezzo della quale egli, appunto assumendola, aveva voluto operare la redenzione, acquista certe dimensioni dell’infinito: viene spiritualizzata e diventa l’immagine stessa della nuova umanità tutta. Quella carne che fu per l’uomo principio di limitazione, è per Gesù, dopo la risurrezione, principio di universalizzazione di vita. […] L’espressione «Corpo mistico di Cristo», con una significazione più precisa e determinata, indica la Chiesa, che continua qui in terra l’opera di Gesù stesso. […] Cristo, Figlio di Dio, era vero uomo, era perfetto uomo, così il Corpo mistico è pienamente umano, perfettamente umano, oltre che divino. L’incarnazione sta proseguendo quotidianamente la sua opera, sino alla fine dei secoli, nella Chiesa visibile. Pasquale Foresi Dal volume: Pasquale Foresi, “Teologia della Socialità”, Città Nuova 1963, pag.85 (altro…)
Apr 8, 2017 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Félicité: Sul nostro primogenito avevamo riposto tutte le nostre speranze. Era davvero il più brillante dei nostri figli: intelligente, collaborativo, capace. Nel 2008 ho vinto un concorso come epidemiologa così mi sono dovuta trasferire a Bobo-Dioulasso, in Burkina Faso. Mio marito invece è rimasto in Benin: doveva occuparsi delle due aziende di famiglia che la forte recessione economica stava mettendo in crisi. Ma la solitudine e la grande preoccupazione hanno prevalso sulla sua salute. Travolti dagli eventi, abbiamo deciso di chiudere una delle due aziende e di affidare la gestione dell’altra – un’agenzia di viaggi – a Ghislain. Isaac: Per riprendermi sono andato in Burkina a raggiungere Félicité, ma di tanto in tanto tornavo in Benin per assicurarmi del buon andamento degli affari. Pur notando che certe regole non venivano più seguite, non mi ero accorto dell’enorme buco economico che nel giro di due anni ha portato l’agenzia al fallimento. Poiché i pagamenti non venivano rispettati, sono stati confiscati tutti i beni della società e chiusi i conti bancari. Quando sono andato in Benin ho scoperto che Ghislain era stato truffato. Avendo ancora fiducia in lui, gli ho dato degli assegni firmati in bianco. Ma improvvisamente è sparito: nessuno aveva più sue notizie; non sapevamo se era vivo o morto. Il debito era altissimo ed io, essendo ancora il titolare dell’agenzia, rischiavo la prigione. Con Félicité ci siamo impegnati con pagamenti rateizzati, convincendo i creditori che ero vittima innocente della cattiva amministrazione di Ghislain. Come potevo immaginare che il mio primogenito avrebbe abusato della mia fiducia e che, peggio, sarebbe scomparso senza lasciare traccia? Lui non era più mio figlio. Non mi restava che cancellarlo completamente dalla memoria. Félicité: Per me la ferita era più profonda. Temevo che per non affrontare l’ira di noi genitori si fosse suicidato o fosse stato rapito dai creditori. Ho vissuto mesi durissimi. Molto grande fu la sorpresa quando per il mio compleanno ho ricevuto i suoi auguri via internet. Isaac però non voleva perdonarlo e tanto meno cercarlo. Proprio in quel periodo siamo stati invitati ad un incontro in Costa d’Avorio organizzato dai Focolari. Lì, in un video, Chiara Lubich spiegava che nelle situazioni difficili occorre fare come la chioccia che quando un pulcino cade nel burrone scende con tutti i pulcini a riprendere quello caduto. Molto toccati da questo insegnamento, abbiamo condiviso la nostra situazione con le altre famiglie e tutte ci hanno esortato ad andare alla ricerca di nostro figlio.
La misericordia ha vinto sulla collera. Dopo una messa per affidare al Signore il lungo viaggio, siamo partiti alla volta del Niger: un suo amico ci aveva dato un numero di telefono in quella nazione. Era il solo riferimento che avevamo. Dopo aver attraversato due Paesi, giunti nella capitale l’abbiamo chiamato e lui ci ha subito raggiunti al parcheggio dove eravamo. Era molto contento di vederci e soprattutto di sperimentare il nostro amore malgrado tutto. Era molto dimagrito, pieno di problemi che bene o male cercava di risolvere. Noi l’abbiamo rassicurato che la soluzione l’avremmo cercata insieme. L’accoglienza e la pace ritornata gli hanno permesso di riprendere il volo, che si è concretizzato in alcune importanti tappe risolutive: pentimento, ritorno a Dio e alla preghiera, rinascita professionale, fidanzamento e matrimonio. Isaac: Al termine di questa esperienza, possiamo dire di aver toccato con mano che la Misericordia e la Pace sono delle armi che ci rendono liberi. (altro…)
Apr 7, 2017 | Cultura
Simone Weil sustentava que o critério para entender a experiência mística de uma pessoa não deveria ser a observação de como ela fala de Deus, mas sim de como ela fala do mundo, do ser humano. Os textos de Saad Zogheib são perpassados por uma dimensão humanística, espiritual e um olhar extraordinário sobre o mundo e sobre o ser humano. Na leitura de Espiritualidade no dia a dia, percebem-se a sensibilidade e a frmeza de uma pessoa de visão mística e profundamente humana, marcada, provocada e edifcada pelas relações. O tom predominante dos textos, ora mais suave, ora mais forte, é a relação com Deus e com o ser humano, cujas consequências são uma síntese que alimenta uma compreensão humanística e profundamente espiritual do próprio ser humano e do Amor de Deus para com ele. O autor Saad Zogheib Sobrinho [1945-] é bacharel em Direito, tem licenciatura em Filosofa e Ciências da Educação e em Teologia, e mestrado em Cultura da Unidade pelo Instituto Universitário Sophia (Florença – Itália). Foi professor e Coordenador pedagógico em São Paulo e no Porto (Portugal). Desenvolveu trabalhos sociais em áreas vulneráveis da região de São Paulo. Atualmente é membro da equipe de formação da Fazenda da Esperança.
(11) 4158-8898 vendas@cidadenova.org.br www.cidadenova.org.br /edcidadenova
Apr 7, 2017 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Luigina (20 anni)
Alle volte, ascoltando la storia di una persona, si ha l’impressione di ammirare l’affresco di un’intera epoca. È il caso di Luigina Nicolodi. Trentina, occhi azzurri, classe 1925. Una donna minuta, forte e luminosa, come i folti capelli bianchi che le incorniciano il volto. Luigina, che attualmente vive a Roma, ha da poco affidato il racconto della propria vita alle pagine di un libro, edito da Città Nuova, “Sarai tutta nuova”. La mia vita con Chiara Lubich. Il Novecento che Luigina percorre è un secolo di contraddizioni, guerre, tensioni fratricide, che attraversano, scuotendole, le grandi potenze mondiali e l’Europa. «Dopo un’infanzia serena, tutta giochi» sboccia alla giovinezza proprio mentre si addensano le nubi premonitici di una nuova guerra. Il 5 maggio 1936 le truppe italiane conquistano Addis Abeba. Migliaia di italiani si trasferiscono in Etiopia attratti dalle possibilità del nuovo mercato. Tra questi la famiglia di Luigina. Nel giugno 1940 il secondo conflitto mondiale entra in casa Nicolodi: «Mio padre, come tutti gli uomini validi, fu subito richiamato alle armi e chiuse l’officina». Arruolato, combatte, viene fatto prigioniero e destinato a un campo di prigionia. Il resto della famiglia, persi tutti gli averi, è destinato a un’odissea di rimpatrio nella città natale, dove vive nell’incertezza, sotto il sibilo continuo delle bombe. Luigina si occupa delle pratiche mutualistiche degli agricoltori e tocca da vicino le condizioni di sfruttamento in cui vivono. Nel 1945, la vigilia di Natale, «come un cappotto appeso a un attaccapanni», il padre, irriconoscibile, piegato da cinque anni di guerra e campi di concentramento, riappare.
Intanto, tra le rovine di una città fumante di bombardamenti, nasce la prima comunità focolarina. Nel 1947, invitata da una conoscente, avviene l’incontro con Chiara Lubich. «Avevo sempre considerato – racconta lei stessa – che Dio fosse lontano, lassù, nell’alto dei cieli. Per me tra la terra e il cielo c’era una distanza enorme, con qualcosa di grigio e di opaco, come nuvole o tendaggi frammezzo, che si sovrapponevano. Alle parole di quella giovane, mi pareva che un’infinità di coltri si scostasse misteriosamente da una parte e dall’altra come un sipario che si apre». Il piccolo appartamento al numero 2 di piazza Cappuccini, a Trento, diventa il cuore di un gruppo sempre più numeroso. Decine, poi centinaia di persone attratte da un modo nuovo di vivere secondo la logica del Vangelo. Luigina è la sedicesima compagna di avventura di Chiara a entrare a vivere stabilmente, nel 1948, nel “focolare”, lasciando decisamente alle spalle prospettive di vita più sicure e consone per l’epoca. Un giorno, mentre osservavano, dalla finestra, degli operai intenti a scavare le fondamenta di una casa, Chiara si rivolge a Luigina, paragonando quel lavoro allo scavo delle anime, per «scalfirle, farvi penetrare Dio e farvelo rimanere». È questo, in sintesi, il lavoro cui Luigina si dedica da allora: la costruzione di un’altra casa, quella di Dio nell’anima delle persone. 
Luigina Nicolodi e Chiara Lubich 1995
Dalle montagne di Tonadico, a Trento, poi a Milano, quindi a Torino, Roma, Bolzano, Trieste, Luigina, con la sua proverbiale semplicità e schiettezza, è testimone del diffondersi di una spiritualità nuova in seno alla Chiesa. A Trieste, terra di confine con la Yugoslavia, compie continui viaggi “oltrecortina”. Un giorno, «per non rischiare di essere scoperti e denunciati dagli “angeli custodi” onnipresenti della polizia, invece di ritrovarci nel luogo già convenuto, ci riunimmo in una lontana chiesina abbandonata. Fu nel suo squallore che annunciai la nostra rivoluzionaria scoperta del Vangelo». Dopo gli anni giovanili e l’epoca degli inizi sorprendenti, Luigina per tanti anni offre il suo contributo presso il Centro Internazionale di Rocca di Papa, accanto a don Foresi, primo copresidente del Movimento, poi nella vicina zona dei “Castelli romani”. Nel 1995, l’incontro con una malattia grave («presi atto che era spazzatura tutto ciò a cui il mondo dà valore e un guadagno invece stare più vicina a Gesù»), da cui guarisce pienamente. L’avventura di Luigina, compagna “della prima ora” di Chiara Lubich, continua preziosa. Tutte le citazioni sono tratte da “Sarai tutta nuova”. La mia vita con Chiara Lubich, Città nuova, febbraio 2017.
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Apr 6, 2017 | Cultura

From the back cover: Chiara Lubich (1920-2008), founder of the popularly known Focolare Movement, is widely recognized today as a “Modern Spiritual Master” and an “Apostle of Dialogue.” In this carefully researched work, Gabijan insightfully captures the life and vision of Lubich, integrating her unique spirituality with her passion for unity through dialogue. Profound insights on several levels emerge. Ms. Gabijan has, in a word, opened for us the very heart of Lubich. This seminal work will stand as a pivotal reference for years to come. – James H. Kroeger, M.M., Missiologist, Loyola School of Theology, ManilaDialogue, Light, and Fire gives us genuine insight in the life, theology, and interreligious commitment of Chiara Lubich which laid the foundation and shaped the charism of the Movement she founded. Highly recommended to advocates of dialogue in peace building. – Dr. Lilian Sison, Secretary General, Religions for Peace – PhilippinesThis book presents clearly the contribution of a spirituality of unity in incarnating a way of dialogue that comes from a Christian life lived fully, collectively, and passionately for the realization of Jesus’ prayer “that all be one” (Jn 17: 21). This fine study is a contribution to the on-going journey of the Church in the field of inter-religious dialogue as she celebrates the fifty years of Vatican II’s document Nostra Aetate. – Rev. Dr. Andrew Gimenez Recepcion, President, International Association of Catholic Missiologists Crescencia Gabijan does an excellent contribution in putting together the life story and teachings including the spiritual and community engagement of Chiara Lubich, known as “a key figure at the forefront of inter-religious dialogue.” This book is a must read for students and practitioners of inter-religious dialogue. – Prof. Julkipli Wadi, Institute of Islamic Studies, University of the Philippines With a cogent style as an experienced educator and a spiritual guru, Dr. Crescencia C. Gabijan provides us with a tool for deepening the spirituality of interfaith dialogue. Her book allows us to see and experience God in and through other people. – Fr. Rico Palaca Ponce, O.Carm., Ph.D./S.Th.D., Executive Director, Institute of Spirituality in Asia By University of Santo Tomas Publishing House, Manila, Philippines
315 pp; RRP Php 500.00 * For enquiries and orders, please email ustph.info@gmail.com, or call 4061611 local 8424
Apr 6, 2017 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
È partito il conto alla rovescia per la 21a Settimana Mondo Unito! «Vorremmo lanciare un tam tam che, partendo piano piano, salirà fino a generare tanto rumore nel mondo!», scrivono i Giovani per un mondo unito. E ancora: «Mostriamo i gesti concreti che costruiscono ponti di fraternità con la #fraternitychallenge. Sulla bacheca di Facebook scrivi qualcosa di positivo e invita i tuoi amici a fare lo stesso, fino alla Settimana Mondo Unito. Ricordati di inserire sempre gli hashtag #UnitedWorldProject, #FraternityChallenge, #Pulse, #4Peace». (altro…)
Apr 6, 2017 | Focolari nel Mondo
I due complessi internazionali saranno a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, alle ore 21, per un concerto promosso dalla Segreteria Generale dei Vescovi in vista del prossimo Sinodo sui giovani indetto da papa Francesco
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Apr 6, 2017 | Focolari nel Mondo, Sociale
254 morti (di cui 62 minori), oltre 400 feriti e altrettanti dispersi: questo il bilancio drammatico delle forti inondazioni che nei giorni scorsi hanno causato una vera e propria catastrofe nella città di Mocoa, 500 chilometri a sud di Bogotà, nel sud della Colombia. Il presidente colombiano, Juan Manuel Santos si è recato sul luogo del disastro, ridotto a un cumulo di fango, e ha dichiarato che non si conosce ancora il numero dei dispersi. L’esercito è al lavoro senza sosta alla ricerca di superstiti e persone rimaste isolate, per far arrivare gli aiuti umanitari. È stato dichiarato lo stato di emergenza in tutta la zona colpita, anche per accelerare le operazioni di recupero delle vittime. «È difficile riuscire a descrivere non solo la gravità di quanto è successo, ma anche ciò che stanno vivendo le persone, comprese quelle delle nostre comunità sul posto», ci scrive Alejandra del focolare di Bogotà. «Sono stati distrutti 17 quartieri della città di Mocoa (36.000 abitanti). La stazione dei pullman è stata cancellata.
Abbiamo cercato di riprendere i contatti con ognuno, ma la situazione è molto difficile per tutti. Nella zona, già provata dalla povertà e dalla guerriglia, ci sono molti sacerdoti del Movimento. Don Luis Fernando ha officiato uno dei funerali collettivi, don Oscar Geovanny sta ancora cercando i suoi familiari. Don Jorge ci ha mandato alcune foto dei suoi parrocchiani mentre aiutano e danno appoggio a chi ha perso tutto. Don Oscar Claros ha riferito che, dei 17 quartieri scomparsi, 5 erano parte della sua parrocchia: intere famiglie che ricevevano la Parola di vita sono scomparse. Lui personalmente sta lavorando alla distribuzione degli aiuti, dando sostegno ai suoi parrocchiani». «In tutto il Paese, le comunità dei Focolari si stanno mobilitando per una raccolta di fondi da far arrivare al più presto sul luogo del disastro, attraverso i sacerdoti del Movimento. I focolarini di Bogotà hanno attivato un canale veloce di comunicazione con le persone del posto, e cercano di sostenerli e dare loro speranza in questi momenti difficili. Questa mattina abbiamo parlato con don Oscar Claros: la situazione è ancora molto caotica, la zona senza acqua e luce, con un reale pericolo di epidemie». (altro…)
Apr 5, 2017 | Focolari nel Mondo
«Il nostro mondo, dilaniato dalla violenza cieca – che ha colpito anche il cuore della vostra cara terra – ha bisogno di pace, di amore e di misericordia». Vedi il videomessaggio Leggi il videomessaggio (altro…)
Apr 5, 2017 | Focolari nel Mondo
Per esprimere la vicinanza a questo popolo recentemente colpito da gravi attentati, il prossimo 22 aprile si terrà una serata organizzata dalle comunità dei Focolari dei Castelli Romani (Italia). A Grottaferrata (Roma) si presenterà il progetto: un viaggio in Egitto attraverso le esperienze dei protagonisti del progetto; un’immersione nella loro cultura; un resoconto di quanto realizzato finora, insieme alle prospettive future. Da circa un anno Il Movimento dei Focolari dei Castelli Romani, insieme ad altri, hanno organizzato diverse iniziative di raccolta fondi per sostenere il progetto “Chance for Tomorrow”, in Egitto. Un progetto a favore di minori a rischio e donne di uno dei quartieri più poveri del Cairo. Invito serata egiziana (altro…)