Movimento dei Focolari
[:de]So sollen auch sie eins sein[:]

[:de]So sollen auch sie eins sein[:]

[:de]Chiara Lubich“Alle sollen eins sein…” Diese Bitte Jesu wird als sein Vermächtnis bezeichnet: Einheit ist das Herzensanliegen Gottes. Es geht um eine Einheit, die lebendige Beziehung ist, Vielfalt und Fülle, göttliches Geschenk und Auftrag zugleich. In den Impulsgedanken von Chiara Lubich (1920-2008) spiegeln sich facettenreiche Erfahrungen; sie sind gekennzeichnet von mystischer Tiefe und enthalten vielfältige Anstöße zu einem neuen Miteinander. UTOREN: „Chiara Lubich gehört zu den wenigen ganz großen spirituellen Stimmen unserer Zeit“ (Kardinal Karl Lehmann). Verlag Neue Stadt[:]

Ci ha lasciato Giorgio Marchetti

Ci ha lasciato Giorgio Marchetti

DSC_0133«Qui in Africa, ci ha raggiunti la notizia (della partenza di Giorgio Marchetti), all’una di questa mattina, 29 maggio, festa del Corpus Domini. Aveva più volte espresso il suo desiderio di raggiungere Chiara Lubich in cielo. Gioiamo con lui e preghiamo». Così scrive Maria Voce ai membri del Movimento dei Focolari in tutto il mondo, dal suo soggiorno in Kenya dove si trova dal 14 maggio e fino al 1° giugno. Giorgio Marchetti (Fede), era nato a Padova (Italia) il 16 ottobre 1929, dove è tra i primi ad impegnarsi nell’avventura dell’unità, come definiva Chiara gli inizi del nascere del Movimento, ma anche il percorso che anche oggi si impegnano a portare avanti i Focolari sparsi in tutto il mondo. «Lo ricordano in tanti – scrive Michele Zanzucchi, direttore di Città Nuova – per il suo strenuo seguire Chiara Lubich sulla via tracciata dal carisma dell’unità nei primi mesi della cittadella toscana di Loppiano, in mezzo al fango ma nell’entusiasmo più autentico. Oppure in Brasile, dove si incontrò con la dura realtà delle favelas e volle guardarla in faccia. O ancora nel sostenere il Movimento, sempre in prima linea, guardando avanti». E Ángel Bartol, che è stato con lui negli ultimi momenti: “Fede si è donato interamente in corpo e anima fino alla fine”. Medico, psicologo e teologo, ha accompagnato e formato centinaia di giovani nella strada del Focolare. Intelligenza e generosità le sue note caratteristiche. Molto ci sarà da scrivere di lui e lo faremo nei prossimi giorni. Oggi diciamo solo: Grazie, Fede, per la tua vita tutta proiettata all’unità della famiglia umana! I funerali si svolgeranno presso il Centro di Castelgandolfo, mercoledì 1° giugno alle ore 11. (altro…)

Parola di vita – Giugno 2016

Come cade bene, in mezzo ai conflitti che feriscono l’umanità in tante parti del mondo, l’invito di Gesù alla pace. Tiene viva la speranza, sapendo che è Lui la pace e ha promesso di darci la sua pace. Il Vangelo di Marco riporta questa parola di Gesù al termine di una serie di detti rivolti ai discepoli, riuniti in casa a Cafarnao, nei quali spiega come avrebbe dovuto vivere la sua comunità. La conclusione è chiara: tutto deve condurre alla pace, nella quale è racchiuso ogni bene. Una pace che siamo chiamati a sperimentare nella vita quotidiana: in famiglia, al lavoro, con chi pensa diversamente in politica. Una pace che non ha paura di affrontare le opinioni discordanti, di cui occorre parlare apertamente, se vogliamo un’unità sempre più vera e profonda. Una pace che, nello stesso tempo, domanda di essere attenti a che il rapporto d’amore non venga mai meno, perché l’altro vale più delle diversità che possono esserci tra noi. «Dovunque arriva l’unità e l’amore reciproco – affermava Chiara Lubich –, arriva la pace, anzi, la pace vera. Perché dove c’è l’amore reciproco, c’è una certa presenza di Gesù in mezzo a noi, e lui è proprio la pace, la pace per eccellenza»1. Il suo ideale di unità era nato durante la Seconda Guerra mondiale e subito apparve come l’antidoto a odi e lacerazioni. Da allora, davanti a ogni nuovo conflitto, Chiara ha continuato a proporre con tenacia la logica evangelica dell’amore. Quando, ad esempio, esplose la guerra in Iraq nel 1990, espresse l’amara sorpresa di sentire «parole che pensavamo sepolte, come: “il nemico”, “i nemici”, “cominciano le ostilità”, e poi i bollettini di guerra, i prigionieri, le sconfitte (…). Ci siamo resi conto con sgomento che veniva ferito nel cuore il principio fondamentale del cristianesimo, il “comando” per eccellenza di Gesù, quello “nuovo”. (…) Invece di amarsi a vicenda, invece di essere pronti a morire l’uno per l’altro», ecco l’umanità di nuovo «nel baratro dell’odio»: disprezzo, torture, uccisioni2. Come uscirne? si domandava. «Dobbiamo tessere, dove è possibile, rapporti nuovi, o un approfondimento di quelli già esistenti, fra noi cristiani ed i fedeli delle religioni monoteiste: i Musulmani e gli Ebrei»3, ossia tra quanti allora erano in conflitto. Lo stesso vale davanti a ogni tipo di conflitto: tessere tra persone e popoli rapporti di ascolto, di aiuto reciproco, di amore, direbbe ancora Chiara, fino ad “essere pronti a morire l’uno per l’altro”. Occorre spostare le proprie ragioni per capire quelle dell’altro, pur sapendo che non sempre arriveremo a comprenderlo fino in fondo. Anche l’altro probabilmente fa lo stesso con me e neppure lui, forse, a volte capisce me e le mie ragioni. Vogliamo tuttavia rimanere aperti all’altro, pur nella diversità e nell’incomprensione, salvando prima di tutto la relazione con lui. Il Vangelo lo pone come un imperativo: “Siate in pace”, segno che richiede un impegno serio ed esigente. È una delle più essenziali espressioni dell’amore e della misericordia che siamo chiamati ad avere gli uni verso gli altri. Fabio Ciardi __________________________________

  • Alla TV Bavarese, 16 settembre 1988.
  • 28 febbraio 1991, cf. Santi insieme, Città Nuova, Roma 1994, 63-64.
  • Ibid., 68.

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Italia: Dialoghi in Architettura

L’iniziativa di circa 15 giorni che tocca diverse città o paesi dell’’Italia, è incentrato sulla conoscenza dei territori con le loro ricchezze e le loro sfide. Una speciale occasione di dialogo con le persone del posto, con i territori!
Vi partecipano docenti e studenti di architettura dell’Università di ‘La Salle’ di Bogotà (Colombia) e nelle varie tappe si uniscono i nostri dell’Inondazione e quanti sono interessati.

Il workshop partirà dalla Sicilia e si concluderà nel Trentino facendo tappa in alcune regioni italiane. 
Quale lo scopo?
Percorrere lo Stivale tutto d’un botto come propone Habitandando dalla Sicilia alle Dolomiti, significa incrociare ad ogni snodo e attraversare i grandi temi del territorio inondato di citta diffuse, dell’’uso dei beni e la sfida dell’’integrazione e dei flussi; della manutenzione sempre più impellente di vaste regioni. Significa osservare nuove attività e pratiche antiche, vedere l’’impatto dei vari turismi sulla conservazione e uso del patrimonio. Significa ancora, entrare nelle relazioni tra pubblico e privato, tra natura e costruzione, tra intervento pubblico e mercato, tra infrastruttura e ambiente, tra interessi conflittuali e ambigui. Soprattutto, avere la possibilità di percepire in forma diretta quello che oggi può rappresentare il paradigma del paesaggio, integrando le forme di territorio con le trasformazioni che la società ha voluto imprimervi, avendo come aula inquadrature che offrono cambiamenti inaspettati, fatti di sfumature antiche nel bel mezzo di violente trasformazioni.

Africa: la sfida del pluralismo

Africa: la sfida del pluralismo

DSCF8466Durante la Scuola per l’Inculturazione sono emerse alcune preoccupazioni per quegli aspetti della modernità che possono mettere in ombra i valori fondamentali delle culture africane. Eppure lo sviluppo non si può fermare. Quale, secondo lei, la via per salvare i valori contenuti nelle tradizioni? «Penso, effettivamente, che lo sviluppo non possa essere impedito. Anche la cultura della tradizione nelle culture africane è sempre in evoluzione. La modernità, però, fa penetrare nelle tradizioni africane il materialismo, l’individualismo, il primato del denaro ed il capitalismo. Non dico che i soldi siano un male, ma l’utilizzo sbagliato ci fa dimenticare la nostra umanità, ciò che in Africa chiamiamo “ubuntu”. Ma la modernità contiene anche degli aspetti positivi: come la democrazia, i diritti dell’uomo, il pluralismo che ci fa accogliere l’altro, le differenze. In alcuni paesi africani ci si ammazza perché manca il pluralismo; esiste un “io collettivo” che è molto pericoloso. In questo senso l’individualismo – un valore dell’Occidente – non sembra del tutto negativo, perché se voglio scappare dall’“io collettivo”, ci vuole una buona dose di individualismo. Insomma, penso che ci voglia un equilibrio tra individualismo e pluralismo. È importante prenderne coscienza e rifletterci, anche se non è sufficiente. Penso che dobbiamo illuminare la cultura africana contaminata dai valori negativi della modernità. Credo che a questo punto deve intervenire il cristianesimo, che fa vedere l’altro come la mia strada verso la santificazione. Il Vangelo ci invita a mettere i soldi in secondo piano. Gesù mette al primo posto l’uomo, il prossimo. Per me questo è importante, mi sembra la via per salvare i valori universali contenuti nelle tradizioni». Quale impressione si porta via di questi giorni? Quali sfide da affrontare nella vita quotidiana dei popoli africani? «Attraverso una semplice situazione che mi è capitata, ho sentito che in questi giorni potevo rinascere, come Nicodemo. È stato il mio inizio della Scuola per l’Inculturazione. La seconda impressione forte è stata vedere le persone che sono qui. Scoprire che l’Africa è plurale, che c’è “la pluralità delle Afriche”. Avevo voglia di conoscere ciascuno, di capire come vive; parlare con un camerunese, che è molto diverso da un burundese, un ruandese o un etiope. Qui ho sperimentato la pluralità dell’Africa. Ma, come africani, ci incontriamo in certi valori comuni: la solidarietà, la famiglia e le relazioni familiari, la comunione, la centralità dell’educazione dei nostri figli; questo è importante per noi africani, anche se siamo molto diversi. Per me, la sfida per sconfiggere le guerre interne, passa dall’incarnare nel quotidiano, nella vita socio politica, le parole del Vangelo. È la sfida che parte da questi giorni: tornati a casa, come ci comporteremo verso quelli che sono diversi da noi? Come ci comporteremo verso i nostri nemici? Verso le persone che non sono del mio partito politico, che non mi apprezzano? Sarò capace di amarli? Sarò questa “luce bianca” del Vangelo, nelle realtà sociali, politiche, nelle incomprensioni tra i vari gruppi della stessa nazione? Questo impegno mi porto via: la sfida di questo tempo per sconfiggere i grandi problemi dell’Africa». A cura di Irena Sargankova (altro…)

Tagaytay, Philippines: The Economy of Communion Pan-Asian Congress 2016 has started

Tagaytay, Philippines: The Economy of Communion Pan-Asian Congress 2016 has started

160525 29 Tagaytay Panasian CongressMay 25- The Pan-Asian Congress 2016 with its theme Economy of Communion, An Economy For All, just started in Mariapolis Peace, in Tagaytay City before the scenic Taal lake and volcano. It was also fitting that in this week the National Weather Bureau just announced that it will be the start of the rainy season ending a long dry spell that made many farmers suffer in the Philippines. The Philippines is also entering a new phase as it just elected its new government leaders.

160525 29 Tagaytay Pan-Asian Congress

Teresa and Francis Ganzon

Teresa and Francis Ganzon, of the EoC Asian commission welcomed the 300 participants coming from different parts of Asia. There was a large delegation from Korea. The co-directors of Mariapolis Peace,  Giuseppe Arsi and Cecilia Caro gave the welcome remarks, wishing that this event which celebrates the 25th Anniversary of EoC, would be a milestone not only for Asia but for the whole world. To better introduce EoC,  a video presented in the United Nations was shown. The video  emphasized the goal of helping the poor in all of EoC’s 750 businesses worldwide so that there will be no one who will be in need.
160525 29 Tagaytay Panasian Congress 13 rid

Luigino Bruni

After the video, Luigino Bruni, from the EoC International Commission, gave a beautiful reflection about the theme of 25 years of EoC. He first presented a graph of the world’s GDP in the last 200 years. The graph shows that before the industrial revolution, the Asian GDP was greater than that of the West. For almost 200 years the West’s GDP was ahead of Asia. It was only in 2010 that Asia has taken again the lead over the West. He pointed out that future of the world very much depends on the economies which are developing in Asia. Then, he outlined and explained what EoC has become in the last 25 years. He explained why we are celebrating EoC’s 25th year in Asia and in the Philippines. It is because of thefriendship and communion with friends here.  He recalled that the EoC international Commission, have started to reflect systemically on poverty, when he and a Dutch banker,  Leo Andringa, an EoC advocate (who recently just passed away) visited the Philippines in 2005.  They  saw poverty in a special light and in a different way. With this they  have thought of establishing an EoC International Observatory on Poverty for poverty is at the heart of EoC. He recalled that once Chiara Lubich, EoC’s founder  commented that the poor should be EoC’s  focus for as long as we have not yet meet their needs, we have not succeeded yet in  our goal that “all may be one“. Bruni emphasized the principle of subsidiarity and that the only concrete reality in the world is the real person and he/she should be the center of any intervention or help. He pointed out that the poor have also their competencies. They have some wealth in them. In this regard, we should esteem the dignity of the human person. He added, with poor people, there is such resilience even if they live in difficult homes and working conditions.160525 29 Tagaytay Panasian Congress 14 rid Bruni made a thought-provoking reflection on the intelligence of the trees compared to the intelligence of animals to show this resilience. After the moving talk of Bruni, which was warmly appreciated by almost everyone,  Tina Bonifacio of the EoC commission, led the participants in getting to know each other by grouping them according to their sectors:  academe, entrepreneurs, professionalsnon-government or government organizations and young people. To end the day in a light mode, a lively, artistic and cultural program was prepared by the citizens of the Mariapolis Peace, especially by its youths who presented colorful dances and lively songs, adding to the friendship and communion among everyone. See EoC Asia website https://vimeo.com/168195062
La GMG 2016 vista dalla Polonia

La GMG 2016 vista dalla Polonia

World Youth Day in Poland«Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia» è il tema della XXXI Giornata Mondiale della Gioventù. “Leggete le Beatitudini, vi farà bene”, aveva detto papa Francesco ai giovani radunati a Rio de Janeiro nel 2013, ed è proprio sul percorso delle beatitudini che i partecipanti alla GMG si stanno preparando all’appuntamento, incastonato nel Giubileo della Misericordia, in una terra che – per via di Suor Faustina e di Giovanni Paolo II – al culto della Divina Misericordia è molto legata. Tra gli eventi principali la Messa di Apertura (26.07), la Cerimonia d’Accoglienza col primo incontro con il Santo Padre (28.07), la Via Crucis con la Croce delle GMG (29.07), per poi arrivare al cuore della GMG: la Veglia con il Santo Padre (30.07) e la Messa Finale (31.07). Ma ad arricchire il programma ci sono anche le catechesi in diverse lingue, e il Festival della Gioventù, in cui per quattro serate la dimensione spirituale si coniuga con quella artistico-culturale. Anche i giovani del Movimento dei Focolari stanno dando il loro contributo nella preparazione della GMG, e in particolare con un evento inserito nella cornice del Festival che si svolgerà il 27 luglio 2016 a Cracovia, al Club Sportivo Plaszowianka ul. Stroza-Rybna 19 (Fermata del tram 50, 20, 11). La serata, racconta Magda, una delle giovani organizzatrici, sarà composta di due parti: «La prima dalle ore 16, comincia con l’integrazione, che ci aiuterà a conoscerci a vicenda nella diversità delle culture, con danze e giochi di tutto il mondo. Dalle ore 20 una veglia ci porterà ad un approfondimento del tema delle opere di misericordia attraverso esperienze, canzoni, coreografie e testi di Chiara Lubich. Tutto finirà con l’adorazione di Gesù Eucarestia». «Durante la veglia ci accompagnerà la band internazionale Gen Rosso. Il nostro desiderio – spiega – è che sia un momento di unione profonda con Dio e con il prossimo. Vogliamo che con questo programma si crei uno spazio di incontro, superando tutte le differenze che potrebbero esserci». I giovani dei Focolari saranno presenti con uno stand anche nel Centro vocazionale (tutta la settimana allo Stadio “Cracovia”), un luogo in cui conoscere le varie iniziative del panorama ecclesiale e porsi la domanda su «ciò che Dio si aspetta da ciascuno di noi», spiegano gli organizzatori della GMG. «La GMG 2016 si sta avvicinando a grandi passi!», scrive Magda, «e anche noi ci siamo trovati dal 30 aprile al 3 maggio scorsi a Cracovia, per elaborare il programma della serata al Festival della Gioventù. Durante questo incontro abbiamo chiesto l’aiuto dello Spirito Santo, perché sia Lui a guidarci. Attendiamo con gioia la prossima puntata alla Mariapoli Fiore (la cittadella dei Focolari polacca) l’11 e il 12 giugno, in occasione del ventesimo della nostra cittadella. Vi chiediamo di sostenerci con la preghiera!». E rivolge un invito ai coetanei: «Se pensate di venire a Cracovia per la GMG e volete dare un vostro contributo, è ben accetto! Aspettiamo le vostre proposte all’indirizzo: krakow2016@focolare.org. Lasciamoci cadere nella rete di Misericordia!». Per chi desidera poi approfondire l’esperienza della GMG alla luce della spiritualità dei Focolari, si continua con una “Scuola post GMG” in Slovacchia (Jasná – Demänovská Dolina) con 550 giovani provenienti da varie parti del mondo, tra loro anche un gruppo di 50 ortodossi. Maria Chiara De Lorenzo Il ‪#‎minutogmg‬ della settimana!! https://www.facebook.com/giornatamondialedellagioventu/videos/10154345237132094/ PLAKAT WYDARZENIA FOCOLARE ANGIELSKI_en   (altro…)

“Ottavo Sacramento”

“Ottavo Sacramento”

Spiccioli di senso e inni d’amore, nostalgie in essere e passioni in progress attraverso questa raccolta poetica di un ventennio nella vita di Claudio Cianfaglioni, poliedrica figura di studioso che esplora, come lui stesso ama dire, “quelle zoene di frointiera, al confine tra poesia, filosofia e teologia” (dalla prefazione di Gianni Maritati).  Editrice: Città Nuova PerOttavo sacramento

Figline (Italia): “OLTRE LA BARRIERA. Una partita da vincere!”

Figline (Italia): “OLTRE LA BARRIERA. Una partita da vincere!”

4c183f8d55ddbbe8934561d05d6c87677ffd4016Lo sport come luogo privilegiato di integrazione e inclusione sociale, al di là di ogni steccato. E’ questo il focus della seconda edizione di “OLTRE LA BARRIERA. Una partita da vincere!”, evento che si terrà il 30 maggio 2016 allo Stadio Comunale “Del Buffa” di Figline Valdarno (FI) a partire dalle ore 18 e che coniuga competizione sportiva, integrazione interculturale e sociale. Promosso da Rete Europea Risorse Umane (Rerum) e dal Comune di Figline e Incisa Valdarno, con il Patrocinio dell’A.I.C. Associazione Italiana Calciatori, “Oltre La Barriera” si avvale della collaborazione di Fondazione Migrantes, Istituto Universitario Sophia, Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini e del sostegno della BCC – Banca del Valdarno. “All’origine di questo evento c’è la passione per lo sport delle molte organizzazioni che hanno aderito e una certezzaspiega Roberto Tietto, presidente di RERUMcontribuire a far sì che attraverso lo Sport, il Gioco, le reti di recinzione che spesso dividono le persone anche all’interno degli impianti sportivi, diventino reti di amicizia, di relazione tra culture, etnie e religioni diverse”. Numerose le Associazioni sportive e paralimpiche della Toscana che in quest’anno hanno creduto nel Progetto e concretamente collaborato alla realizzazione di un percoso a più tappe costituito da periodici incontri e micro eventi. Il loro scopo è stato quello di dare attenzione ed attuazione a quanto contenuto nella Carta dei Valori del Progetto “INTERCULTURA 2.0 – La città plurale. Verso un nuovo umanesimo”, documento ufficialmente sottoscritto nel giugno scorso da tutti i partecipanti. L’appuntamento che avrà anche quest’anno il suo culmine in un triangolare di calcio giocato anche da ragazzi e bambini, vedrà come testimonial e capitani delle squdre un pool di atleti d’eccezione: Damiano Tommasi, Nicola Legrottaglie, Simone Perrotta, Christian Riganò, Marco Zambelli, Lorenzo Venuti, Andrea Ivan. Programma: Ore 18 Inizio Manifestazione Presentazione delle Associazioni Dimostrazione delle attività sportive e paralimpiche di ciascuna Associazione con il coinvolgimento degli atleti e del pubblico. Esibizione Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini Lettura Carta dei Valori Ore 19 Prima partita triangolare adulti Primo tempo partita bambini e ragazzi Seconda partita triangolare Secondo tempo partita bambini e ragazzi Terza partita triangolare Ore 20,45 Premiazione bambini, ragazzi e squadre del triangolare Nel corso del programma: interviste, commenti, musica, animazione Mostra fotografica “Un anno insieme… Oltre la Barriera!!” Selfie point con i campioni/testimonial presenti. Apertura del Bar e punto di ristoro dello Stadio per tutta la durata della manifestazione. Per informazioni: comunicazione@rerum.eu    #OltreLaBarriera

Slovacchia – Scuola internazionale post GMG

In Slovacchia (Jasná – Demänovská Dolina) 550 giovani provenienti da varie parti del mondo – tra loro anche un gruppo di 50 ortodossi – si trovano per approfondire i temi della Giornata Mondiale della Gioventù. Dove: Hotel Grand, Demänovská dolina 72, Liptovský Mikuláš, Slovacchia Arrivo: 31 luglio 2016 sera Partenza: 5 agosto 2016 dopo colazione Quota di partecipazione: 180€ Età dei partecipanti: dai 16 ai 30 anni Info: postgmg2016@focolare.org (altro…)

GMG Polonia – XXXI Giornata Mondiale della Gioventù

GMG Polonia – XXXI Giornata Mondiale della Gioventù

logo_en“Leggete le Beatitudini, vi farà bene”, aveva detto papa Francesco ai giovani radunati a Rio de Janeiro nel 2013, ed è proprio sul percorso delle beatitudini che i partecipanti alla GMG si stanno preparando all’appuntamento, incastonato nel Giubileo della Misericordia, in una terra che – per via di Suor Faustina e di Giovanni Paolo II – al culto della Divina Misericordia è molto legata. Tra gli eventi principali la Messa di Apertura (26.07), la Cerimonia d’Accoglienza col primo incontro con il Santo Padre (28.07), la Via Crucis con la Croce delle GMG (29.07), per poi arrivare al cuore della GMG: la Veglia con il Santo Padre (30.07) e la Messa Finale (31.07). Ma ad arricchire il programma ci sono anche le catechesi in diverse lingue, e il Festival della Gioventù, in cui per quattro serate la dimensione spirituale si coniuga con quella artistico-culturale. Anche i giovani del Movimento dei Focolari stanno dando il loro contributo nella preparazione della GMG, e in particolare con un evento inserito nella cornice del Festival che si svolgerà il 27 luglio 2016 a Cracovia, al Club Sportivo Plaszowianka ul. Stroza-Rybna 19 (Fermata del tram 50, 20, 11). Per chi desidera poi approfondire l’esperienza della GMG alla luce della spiritualità dei Focolari, si continua con una Scuola post GMG in Slovacchia (Jasná – Demänovská Dolina) con 550 giovani provenienti da varie parti del mondo, tra loro anche un gruppo di 50 ortodossi.

27 luglio: appuntamento con i giovani dei Focolari nel contesto del Festival della Gioventù

27 luglio: appuntamento con i giovani dei Focolari nel contesto del Festival della Gioventù

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[:de]Die Mönche von Tibhirine[:]

[:de]Die Mönche von Tibhirine[:]

[:de]755_131Der 20. Todestag der Mönche von Tibhirine wurde irgendwann im April „diskret“ begangen, so hieß es, in Anwesenheit von Familienangehörigen und mit einer Wallfahrt nach Algier. Niemand kennt den genauen Todestag, niemand kennt die Mörder. Die Botschaft der Mönche, ihre gelebte Freundschaft mit den muslimischen Nachbarn bleibt ein Zeugnis, gerade heute. Ihr Kloster wurde auch nach dem Mord nicht aufgegeben, und jetzt gibt es Anzeichen, dass dort bald wieder eine religiöse Gemeinschaft einziehen soll. Wer noch einmal nachlesen will, was damals geschehen ist, dem empfehlen wir unser Buch „Die Mönche von Tibhirine“ von Iso Baumer; wer das Vermächtnis des Priors Christian de Chergé vertiefen will, der findet Beeindruckendes in einem Buch, das nun bereits in der fünften Auflage vorliegt: „Den Brunnen tiefer graben“. Bekannt wurden die Mönche von Tibhirine auch durch den vielfach preisgekrönten Film „Von Menschen und Göttern“, den Sie ebenfalls gerne bei uns bestellen können. Vergal Neue Stadt E-Book[:]

Volontariato giovani: progetto MilONGa

Volontariato giovani: progetto MilONGa

manos-mundo-blog-2-720x384Progetto MilONGa = Mille ONG in azione, per offrire a giovani over 18 l’opportunità di cimentarsi, da protagonisti, nei cantieri di sviluppo sociale delle periferie del mondo. L’iniziativa è promossa dal Movimento dei Focolari in dialogo con altre organizzazioni umanitarie nel territorio, nel rispetto delle diversità, puntando ad una cultura inclusiva e fraterna. Per la sua attuazione, i Focolari mettono a disposizione le proprie strutture presenti nei 5 continenti e la loro esperienza nell’ambito dei rapporti internazionali, offrendo ai giovani l’opportunità di diventare promotori di pace e di dialogo, in uno sforzo costante di costruire ponti fra individui, popoli e culture. Altro obiettivo è quello di sviluppare nei giovani quelle competenze trasversali capaci di renderli parte attiva all’interno del proprio gruppo e in grado di influenzare i processi decisionali e gli stili di vita nei rispettivi contesti sociali. Si tratta una forma di “volontariato interculturale” che, cercando di capitalizzare il patrimonio acquisito con i numerosi progetti sociali nel mondo, dà modo alle nuove generazioni di allenarsi, da protagonisti, nei processi di cambiamento. Un’occasione per imparare a misurarsi – nello stile della reciprocità – con i differenti contesti culturali; mettere in moto l’esercizio della cittadinanza attiva; sviluppare le proprie competenze relazionali e di leadership. Tutto questo sempre nel confronto con gli altri attori del progetto, in un percorso di crescita non individuale ed isolato ma insieme. La-Casa-de-los-Niños-01La prima fase prevede destinazioni in paesi dell’America Latina e Caraibi, per allargarsi poi anche in altre aree dove sono presenti attività di sviluppo socialmente inclusivo adatte all’accoglienza. I giovani potranno trascorrere periodi da uno a sei mesi, accompagnati da volontari e tutors locali. Nel portale United World Project è possibile prendere visione delle località dove si potrà svolgere il servizio volontario e scaricare il pdf per l’iscrizione. Successivamente i coordinatori regionali prenderanno contatto con gli iscritti per un’intervista e per valutare con loro una proposta personalizzata che prevede anche una formazione preliminare (svolta in collaborazione con AMU, ONG dei Focolari); attività non formali di teambuilding e networking; e presentazione delle realtà associative che li accoglieranno sul posto. Raggiunta la meta, dopo un breve periodo di training riguardo il contesto locale, i giovani inizieranno il periodo stabilito di volontariato, durante il quale sono previste anche visite culturali, partecipazione ad eventi internazionali ed attività di svago. Per l’Europa l’ente preposto alla selezione ed invio dei volontari è New Humanity, per l’area Ispanoamericana è Sumá Fraternidad e per il Brasile Sociedade Movimento dos Focolari. Gustavo Clariá   Per saperne di più: Sito web: http://www.milongaproject.org/ Porfilo facebook: https://www.facebook.com/milongaproject/?fref=ts Contatta: Maria Chiara Humura (mariachiarahumura@gmail.com) (altro…)

È lo Spirito Santo che crea l’unità

È lo Spirito Santo che crea l’unità

S-Pietro

Centro Ave Loppiano: Copyright Marika Tassi, ‘La chiesa’ – Roma 1962

«Gesù, nell’ultima cena, pronunziò il suo meraviglioso testamento dicendo: “Che tutti siano una cosa sola”. Unità sicuramente nella verità, unità nell’amore; ma che cosa intendeva esattamente Gesù quando disse quelle parole? Adesso per noi è più chiaro dopo un’esperienza di venti secoli della Chiesa. (…) L’aspetto di vedere la rivelazione cristiana e la fede cristiana soprattutto e quasi esclusivamente come verità è andato un po’ in crisi proprio perché le persone che ascoltano questa verità non l’accettano più come una volta. (…) Allora cosa ci vuole? Ci vuole la carità. La carità si può intendere: carità fattiva, operosa, pratica, quella che si rifà un po’ all’ortoprassi, alla teologia della liberazione, alla riforma sociale o alla pratica delle opere di misericordia; però vediamo che neanche con questa si crea l’unità, molte volte si crea la divisione. C’è anche, invece, la carità intesa come realtà spirituale delle anime di buona volontà che, sotto l’ispirazione della grazia di Dio, si amano e si uniscono. (…) Però, anche la carità stessa, in sé, come realtà umana diventata divina per opera della grazia di Dio, non credo che sia sufficiente per creare l’unità. Quello che crea l’unità è lo Spirito Santo! Quello che dà vita alla mente, riprendendo tutto il patrimonio della Chiesa cattolica, riprendendo al cuore tutto il patrimonio della Chiesa ortodossa, e alla carità vissuta, è lo Spirito Santo che rinnova la faccia della terra. È lo Spirito Santo che fa l’unità della Chiesa. E noi vediamo che deve essere lo Spirito Santo, anche adesso, a rinnovare la Chiesa, lo vediamo concretamente attraverso il carisma che è stato mandato sul nostro Movimento – come su altri Movimenti altri carismi – che rinnova la Chiesa. Che cos’è un carisma? Il carisma è l’azione dello Spirito Santo ricevuto da una o più persone. Noi non abbiamo il carisma degli apostoli, abbiamo il carisma di portare l’unità, ma questo carisma vale tanto in quanto è lo Spirito Santo stesso che crea l’unità». (1980) Da:  Pasquale ForesiLuce che si incarna – Città Nuova 2014 – pag. 211-12-13 (altro…)

I Focolari dell’Africa in festa!

I Focolari dell’Africa in festa!

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Maria Voce e Jesus Moran vengono accolti al loro arrivo in Kenya da alcuni rappresentanti della comunità di Nairobi. Foto © Verônica Farias – CSC Audiovisual

Ad attenderli, un popolo in festa, rappresentato dalla comunità dei Focolari in Kenya e da alcune persone provenienti da varie nazioni: «Parto con tanta gioia, sento che attraverso il Kenya incontrerò le altre parti dell’Africa», ha affermato Maria Voce prima di partire da Roma. È la seconda visita nel continente, dopo quella del 2009 a Fontem (Camerun), per la solenne celebrazione del Cry Die per Chiara Lubich. Il calendario stesso degli eventi fa intravedere a grandi linee le chiavi di lettura di questo viaggio molto atteso: inculturazione, famiglia, ecumenismo. Sono numerosi gli incontri previsti con autorità, e i momenti pubblici, così come quelli con le varie comunità del Movimento. Il primo appuntamento in agenda è la Scuola per l’Inculturazione, dal 17 al 20 maggio. 257 partecipanti provenienti dall’Africa Sub-Sahariana: dall’Est all’Ovest, dal Centro, Nord e Sud accoglieranno Maria Voce e Jesús Morán, che saranno presenti durante i lavori, con interventi nella sessione di apertura e alla conclusione della scuola. A Morán è affidato, inoltre, un approfondimento alla luce dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Il 7 maggio 1992, durante un suo viaggio a Nairobi per incontrare i Focolari del continente africano, Chiara Lubich annotava nel suo diario: “L’inculturazione, la grande via per l’evangelizzazione!”. Cinque giorni dopo, il 19 maggio, avveniva l’inaugurazione della nascente cittadella Mariapoli Piero (Nairobi) e Chiara fondava quello stesso giorno la Scuola per l’Inculturazione: un’intuizione che si è rivelata profetica. L’11ª scuola, dal titolo “Famiglia e Inculturazione in Africa”, vedrà coinvolte per 4 giorni le varie commissioni delle aree del Sub-Sahara, composte da studiosi, accademici, esperti e da famiglie. Il 25 maggio, grande attesa alla Facoltà di Diritto alla CUEA (Catholic University of Eastern Africa) dove Maria Voce – avvocato, tra gli iniziatori della rete Comunione e Diritto – è stata invitata a tenere una lezione su “Ruolo del Diritto nel mondo contemporaneo”. La Facoltà ha tre dipartimenti: diritto pubblico, diritto privato, diritto internazionale, e offre il Corso di Laurea quadriennale Bachelor of Laws (LL.B), che mira a formare laureati con padronanza della Legge in Kenya, con una prospettiva regionale. L’intervento di Maria Voce, è rivolto principalmente a studenti e docenti della Facoltà di Diritto, ma è aperto anche alle altre Facoltà e a persone oltre l’ambiente accademico della CUEA. Il 27 maggio è il giorno dell’appuntamento al convegno dell’International Ecumenical Movement of Kenya (IEM-K), Movimento Ecumenico Internazionale del Kenya. Nata agli inizi degli anni ‘90, l’IEM-K ha sempre aspirato ad “evangelizzare la città di Nairobi vivendo una fede che non si intimidisce nell’affrontare in modo pratico, e da una prospettiva biblica, il sociale, la politica, questioni economiche e di giustizia che interessano le comunità in cui viviamo”. L’obiettivo generale dell’IEM-K è quello di fornire un forum per una comunione cristiana interconfessionale. Maria Voce è stata invitata a condividere, nell’ambito del convegno, l’esperienza dei Focolari in campo ecumenico. Il 28 e 29 maggio, infine, è previsto l’incontro con la comunità del Movimento dei Focolari in Kenya, e una rappresentanza da Burundi, Rwanda, Uganda, Tanzania, e l’inaugurazione della Chiesa “Maria della Luce”. (altro…)

Filippine: DULA TA Bai

Filippine: DULA TA Bai

20160513-03Il tema della partecipazione politica nelle Filippine, soprattutto tra le fasce giovanili, è sempre stato un punto chiave: negli anni il Movimento dei Focolari, cogliendo la necessità di formare le persone ad una partecipazione civica democratica per una ricostruzione equa del Paese, ha promosso attività di impulso all’impegno civile. E a pochi giorni di distanza dalla tornata elettorale, dal 12 al 14 maggio, è in corso un appuntamento animato da giovani e ragazzi dei Focolari, nell’ambito di Run4Unity , con l’obiettivo dichiarato di rafforzare i legami sociali. Si chiama, in dialetto locale, “DULA NAPUD TA Bai”, che significa “Giochiamo, amico”, abbreviato “DULA TA Bai”. «L’evento – scrive Joops Miranda, uno dei giovani organizzatori – ha lo scopo di creare coscienza che ciascuno può essere un catalizzatore del mondo unito; vuole rinforzare le relazioni interpersonali così come aiutare a costruirne di nuove; mira a incoraggiare il dialogo tra giovani di diverse comunità sugli argomenti di attualità in un ambiente dove ci si possa anche divertire! Speriamo di raggiungere questo scopo attraverso le molte attività sportive e ricreative. E questo sottolinea il nostro fine ultimo, che è quello di unire le persone di differenti origini etniche, nazionalità, fedi religiose per… diventare una famiglia». E20160513-02 dove ha origine l’idea di DULA TA BAi? È sempre Joops a spiegarlo. Nell’estate 2014, insieme ad altri amici, si chiedono come non “sprecare” un’altra estate davanti al computer, alla play, sul proprio tablet. E la scintilla nasce così, chiacchierando: perché non passare un’intera giornata (che poi sono diventati tre giorni) con vari tipi di attività fisica? Tutto quello che può essere fatto insieme, all’aria aperta, invitando tutte le comunità vicine? Due mesi dopo si ritrovano in 200, da varie parti delle Filippine. 20160513-01Basket, pallavolo, atletica leggera, calcio, freesbe, e la popolare “Amazing race” (una corsa), sono gli ingredienti sportivi che comporranno DULA TA Bai, per finire con una serata dal titolo “U-Nite”: musica e storie da condividere. Ma, trattandosi del secondo appuntamento, i giovani si sono chiesti come evolvere: «l’innovazione del pensiero e dei processi gioca un ruolo vitale nel nostro approccio al “che tutti siano uno” (Gv, 17-21)», spiega Joops. Così abbiamo istallato uno spazio per approfondire il tema della coscienza ambientale (Pagkabana Kalikupan). Cerchiamo di rispondere all’appello di papa Francesco nella Laudato Si’ che ci ricorda il grido di Madre Natura, e contribuire così ad un’ecologia integrale. Un’ecologia cioè, come spiega il Papa, che non si concentri solo sulla natura, lasciando da parte l’umanità e i suoi bisogni. Ma che includa un’ecologia “umana”. Vorremmo quindi, seguendo questa linea di pensiero trasmettere agli altri giovani il valore del prendersi cura l’uno dell’altro (partecipando alle attività sportive, culturali, musicali e artistiche) e dell’ambiente». Maria Chiara De Lorenzo (altro…)

Religioni e relazioni internazionali

Religioni e relazioni internazionali

L’incidenza delle Religioni nelle relazioni internazionali, un ruolo chiave nella promozione di forme organizzate di collaborazione internazionale. Lo scenario politico e sociale internazionale è oggi in profonda trasformazione. L’attentato alle Torri Gemelle, la globalizzazione, l’emergere di nuovi giganti economici hanno ridisegnato il quadro geopolitico mondiale. In tale contesto gli analisti di politica internazionale guardano con sempre maggiore interesse alle religioni come ad un elemento chiave. Alcuni importanti processi che vedono coinvolti come attori importanti le religioni infatti ne hanno determinato la riapparizione sulla scena pubblica: come elemento talvolta problematico (ad esempio la rivoluzione islamica in Iran, l’11 settembre 2001 e la minaccia del terrorismo di Al Qaeda) o come straordinaria risorsa per il ruolo sempre più rilevante nella promozione di forme organizzate di collaborazione internazionale. L’Autore, grazie anche ad una ampia e lunga esperienza diplomatica, offre una lettura originale, approfondita e ben documentata dell’incidenza delle religioni nelle relazioni internazionali attuali. Ulteriori informazioni su Citta’ Nuova Online

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nell’emisfero sud

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nell’emisfero sud

2015-Posadas-preghieraIn questo periodo per tutto l’emisfero sud – in prossimità della festa di Pentecoste – come anche in alcune chiese evangeliche del nord, su invito del Consiglio ecumenico delle Chiese insieme alla Chiesa cattolica si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, sul tema “Chiamati ad annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio”. Il Movimento dei Focolari, insieme ad altri, in varie parti del mondo, è attivo nel lavoro di preparazione di momenti di incontro e riflessione tra i fedeli, con i rappresentanti delle varie chiese, e di azioni comuni tra le chiese locali a sostegno dei più svantaggiati. Così, ad esempio, a Rosario (Argentina), dove l’anno scorso si è raccolta una somma a favore di un posto di accoglienza notturna per persone senza casa. O in Cile, dove si sono trovate insieme le autorità ecclesiastiche: il cardinale di Santiago, l’arcivescovo della Chiesa siro-ortodossa, la vescovo luterana e numerosi pastori e dirigenti di movimenti e comunità cristiane. La settimana di preghiera è anche punto di partenza per altre attività durante l’anno. souc_nova (altro…)

Dopo la crisi, l’amore. Quello vero.

Dopo la crisi, l’amore. Quello vero.

Mariarosa e Renzo Bardi-a«“La storia di una famiglia è solcata da crisi di ogni genere”. Esordisce così papa Francesco, nell’accingersi a parlare della crisi di coppia in Amoris Laetitia (AL 232 e segg.), intercettandone con grande realismo i vari passaggi. Pagine che sembrano raccontare la mia storia. Di me, bambino di 5 anni, che la guerra rende orfano di padre e di prospettive. Di me, giovane, che nell’amore di una ragazza ritrova un soffio di vita nuova e una speranza di felicità. Di me, uomo, deluso e  rimasto solo. Ma anche il racconto di una comunità che accoglie e che salva. Terminati gli studi nautici e imbarcato sulle navi della Marina Mercantile, in una licenza conosco Mariarosa e sboccia l’amore. Un sentimento così grande che non ammette distanze. Per lei lascio il mare.  Il nuovo lavoro ci porta a vivere lontani dalle nostre famiglie, dagli amici, dalla vita di sempre. Tutto l’universo è circoscritto a noi due avvolti nel sogno: sia io che lei puntiamo sull’altro ogni aspettativa di felicità. Tutto fila fino a che le nostre diversità, dapprima attraenti, iniziano ad infastidirci. Fino ad apparirci inaccettabili, fino a non riconoscerci più e a convincerci di aver sbagliato persona. E con amara delusione dobbiamo ammettere che il sogno è finito. E con esso il nostro matrimonio. Ci lasciamo. Mi ritrovo solo, nella casa vuota, in preda a rabbia e disperazione.

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1971: quando erano giovani sposi, da poco riconciliati, con i primi cinque figli

Alla festa di nozze di un collega, uno degli invitati mi offre un passaggio per tornare a casa. Incoraggiato dalla profondità del suo ascolto gli racconto della mia situazione. Egli si offre di diventare amici ma io, deluso dalla vita e dalle persone, gli dico di non credere nell’amicizia. “Io ti propongo un’amicizia nuova – rilancia fiducioso –, di amarci “come Gesù ci ha amato”. Quel “come” apre un varco nella mia anima. Comincio a frequentare la sua famiglia e i suoi amici del Focolare, amici che diventano anche miei. È ciò di cui ho davvero bisogno: la vicinanza di persone che non mi giudicano, non danno consigli, non ostentano la propria felicità. Sanno invece comprendere l’angoscia di chi come me è allo sbando. Il loro modo di vivere è come uno specchio in cui rivedo tutto il mio passato, il concatenarsi di errori e di egoismi che l’avevano sciupato. Sul loro esempio comincio anch’io a fare qualcosa di bello per gli altri.
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Renzo e Maria Rosa con tutta la famiglia

Due anni dopo, del tutto inaspettata, arriva una lettera di Mariarosa. Anche lei, per strade del tutto diverse, nella sua città ha conosciuto persone che l’hanno fatta incontrare con lo sguardo d’amore di Gesù. Titubanti ci rincontriamo e in quel momento avvertiamo che Dio ci aveva dato un cuore nuovo e la certezza che il nostro amore poteva sbocciare di nuovo. Un amore la cui misura non era più aspettare ma, dare. Nella misericordia inizia un percorso fino alla rifondazione della nostra famiglia, che sarà allietata da sei figli, fra cui tre gemelle. Ma non più isolati: con altre coppie condividiamo il ricominciare di ogni giorno, sperimentando che pur in mezzo alle fatiche e alle prove, che non mancano mai, possiamo costruirci coppia con un orizzonte di felicità. In un quotidiano intessuto di comunione, di reciprocità, di profonda condivisione di sentimenti, di propositi, di donazione verso i figli e verso tutti. Sperimentando, nella gioia, come scrive Francesco, che una crisi superata porta davvero a “migliorare, a sedimentare e a maturare il vino dell’unione”. E che ogni crisi è l’occasione per “arrivare a bere insieme il vino migliore” (AL 232)». (altro…)

Due importanti riconoscimenti a Living City

Due importanti riconoscimenti a Living City

Il 5 maggio 2016 The Associated Church Press (Florida) ha attribuito alla rivista Living City – periodico del Movimento dei Focolari pubblicato in Hyde Park (New York) – due prestigiosi premi giornalistici. Sulla base di tre numeri dell’annata 2015 (febbraio, aprile e ottobre), per la categoria “Best in Class – Riviste nazionali/internazionali per un pubblico vasto”,  Living City ha ottenuto una menzione d’onore (subito dopo due famose testate:  Christian Century e Sojourner), per “l’uso coraggioso del colore sulle copertine e le foto a piena pagina”. Riguardo ai contenuti, sono stati apprezzati gli articoli scritti in prima persona che, a parere della giuria sono fra i più coinvolgenti. Incoraggiante anche il commento: “Prospettive uniche, sempre in sintonia con il fine della rivista: una pubblicazione originale e interessante”.

LivingCity_authorIl Premio di Eccellenza è stato assegnato invece per la categoria “Reportage e Articoli: interviste (tutti i media)”, all’articolo “La pace attraverso il perdono”, pubblicato nel numero di Living City del dicembre 2015. E’ stato scritto da Jade Giacobbe a seguito dell’incontro con Rahel Muha il cui figlio di 18 anni nel 1999 è stato assassinato. I giudici così si sono espressi: “Sarebbe stata una storia straziante se non fosse stata raccontata nell’ottica del perdono. Qui la madre dà una forte testimonianza: una storia di grande impatto e descritta molto bene. Che fa capire come attraverso il perdono, anche dal male può scaturire il Bene”.

Susanne Janssen

Living City Magazine

L’articolo che ha vinto il premio: https://livingcitymagazine.com/peace-through_forgiveness  

[:zh]亞洲——五十年的生活[:]

[:zh]https://vimeo.com/162393008 旁述:這是一個關於友誼、福音的宣講、幫助窮人和宗教和文化交談的經歷。普世博愛運動剛慶祝傳入亞洲50周年。企業家、大學生、政治家、家庭等作出他們的見證,說明了普世博愛運動的團體於50年前在亞洲開始了卑微的旅程。 Silvio Daneo: 某日下午,我已在候機室準備飛往亞洲;經過不同的手續後,我終於安靜地坐下來,我記得那天是2月16日下午3時,這刻跟50年前離開前往亞洲的時間完全一樣。這樣自然地發生,因為沒有計劃過。回想50年前,重溫那些時刻,真的非常特別。 旁述: 1966年2月16日,盧嘉勒派遣Guido Mirti又叫Cengia 和Giovannna Vernuccio,與其他三位年輕的核心成員把嶄新的合一靈修帶到菲律賓群島和整個亞洲大陸。 Silvio Daneo: 我們飛往菲律賓的時候,正是越南戰爭的高峰期。我們也不知道菲律賓在哪裡,但如果有人說在越南附近,人人都可想而知。之後,越戰持續了十年。……誰知可能一去不回……所以要離開盧嘉勒,離開這裡,真的不容易。 ……我有幸陪伴Cengia,作他的口和耳朵,因為他不懂英語。我只好不斷地說兩種語言,就這樣我在他身邊15年。 Giò Vernuccio: 我們住在一座小房子,絕對沒有買任何東西。隔壁的那位婦人借給我們三張椅子。有三、四個月我們沒有冰箱。那裡的天氣,轉瞬間一切都變壞。 ……我們有點金錢,是人家給我們的。可是不能想到要買什麼,因為周圍的人也沒有。盧嘉勒來到這裡,她給我們確實了這一點,她說:因為他們是如此,你們也必須這樣。……當然理想開始在窮人中傳播,如奇蹟般一樣,很多有錢的人也認識這理想。他們給了我們很多東西,我們便與窮人分享。於是,有錢的人與窮人分享;窮人與有錢的人也分享他們心裡所擁有的。我們運用他們給的金錢進行探訪,所以理想到達南韓和日本。 ……我們有一張亞洲的地圖,貼在門內側,當我把門關上,便看到整個亞洲。總之,亞洲很大……真的不容易……我有過與螞蟻和蜘蛛的歷險,或者貧窮的、水災、地震,都發生在這些島嶼上,但這些人很堅強,用仁愛覆蓋一切。(圖像) Silvio Daneo: 最近,一位記者指出普世博愛運動在亞洲取得巨大成就的原因,正因為這種不強加人意、不施教、不期待,但只付出……用我們的慣語,就是打成一片,即同理心,空虛自己,準備交談。 ……50年前,沒有人想像到今天是如此。這些事實都見證了真理,為歸光榮於上主,同時更能從正面去看事情。(音樂與掌聲)    [:]

Carcere: “i ragazzi del comitato esterno”

Carcere: “i ragazzi del comitato esterno”

20160510-03«Sentivamo forte l’esigenza di calarci nelle ferite della nostra città. Siamo stati coinvolti da Patrizia, insegnante e collaboratrice della rivista Città Nuova, che stava scrivendo un libro sui minori figli di detenuti e aveva appena conosciuto il comitato Break the Wall. Si tratta di 7 detenuti che, tra le varie attività della sezione, si stavano impegnando per consentire ai bambini di avere qualcosa di più del freddo incontro negli stanzoni dei colloqui. Volevano realizzare delle feste, degli eventi per far divertire i bambini e lasciar loro un bel ricordo dei padri da cui vivono separati. Tra noi e i detenuti del comitato, le educatrici e la direttrice della sezione si è subito instaurata una fiduciosa collaborazione. Il primo incontro con i detenuti è avvenuto nel Natale del 2014. Ci colpì, entrando, l’ordine della polizia penitenziaria di lasciare tutto prima di varcare la soglia del cancello: si riferivano agli oggetti personali, per motivi di sicurezza. Ma per noi suonò come un richiamo simbolico, come una spinta a lasciarci dietro tutti i pregiudizi. I detenuti erano increduli che tanti giovani potessero spendere un sabato mattina lì per loro. Da quella festa è iniziato un percorso più che di volontariato, di rapporto vero e profondo costruito con i detenuti stessi. Qualcuno, sentendoci parlare di ciò che facevamo, ci diceva che ci voleva un grande coraggio. Per noi, invece, si trattava di avere fiducia nell’altro, anche se ha commesso un crimine; speranza che si può cambiare e ricominciare. Ricordiamo la gioia di quel detenuto felice di poter investire i suoi talenti in qualcosa di legale, pur non traendone profitto, come accadeva invece con le attività illecite. Per lui che non ha figli, lavorare per i bambini, lo faceva sentire pieno e soddisfatto. L’anno scorso ci siamo incontrati con i detenuti del comitato, per progettare un nuovo evento. Una loro lettera di ringraziamento ha confermato l’entusiasmo e la gioia di quell’incontro, in cui abbiamo potuto sederci insieme, come se non fossimo in una stanza interna alle mura di un carcere. E anche fare merenda insieme, sì, perché ci hanno accolto calorosamente, come si fa con dei vecchi amici. Ormai ci chiamano “i ragazzi del comitato esterno”. In quell’occasione si sono aperti raccontando gli effetti concreti della detenzione sulla vita quotidiana. Ad esempio, ci dicevano che chi è in carcere non riesce più a mettere a fuoco lo sfondo; gli occhi devono riacquistare la capacità di guardare lontano, avendo perso l’abitudine a guardare l’orizzonte. Uno di loro ci ha salutato con un messaggio:“Ai giovani dico di continuare a dedicarsi a queste attività, perché spesso chi sta dentro ha bisogno solo di vedere che dall’esterno c’è un interesse verso i nostri problemi, per avere una seconda possibilità. Spesso il carcere taglia i ponti e l’abbandono crea dei mostri. Per questo da parte mia vi ringrazio”. Nel marzo scorso, per la festa del papà, abbiamo organizzato dei giochi e attività con cui abbiamo animato mattinate o pomeriggi. Mezze giornate così semplici, hanno permesso a quelle famiglie, solitamente divise, di vivere dei bei momenti insieme; e a quei bambini di conservare dei bei ricordi nell’ambito dei rapporti tanto delicati e difficili con i loro papà. Alcuni dei nostri amici erano presenti alla visita che Papa Francesco ha fatto al carcere il Giovedì Santo dello scorso anno, hanno partecipato alla celebrazione della S. Messa e ci hanno raccontato dell’emozione vissuta. È stato per loro un momento prezioso. «Il carcere – ci dicono spesso –, toglie le emozioni oltre che la libertà». Ma in questo tempo forse qualcosa è cambiato: c’è la gioia di incontrarsi e di collaborare senza pregiudizi. In loro abbiamo scoperto il volto di Gesù prigioniero, di Gesù emarginato. Ogni volta, andando via dal carcere di Rebibbia, sentiamo di aver imparato il coraggio di voler cambiare, di ammettere i propri sbagli, di ricominciare. Sperimentiamo l’amore personale di Dio e della sua immensa Misericordia». (altro…)

Maria Voce e Jesús Morán in Kenya

Programma del viaggio in sintesi:

  • 15 maggio: festa di accoglienza alla “Mariapoli Piero”
  • 17-20 maggio: partecipazione in vari momenti alla Scuola per l’Inculturazione
  • 21-22 maggio: partecipazione all’incontro pan-africano delle Famiglie Nuove
  • 25 maggio: saluto al consiglio accademico della CUEA (Catholic University of Eastern Africa)
  • 27 maggio: intervento alla conferenza organizzata dall‘International Ecumenical Movement-Kenya
  • 28-29 maggio: incontro con la comunità del Movimento dei Focolari in Kenya, e una rappresentanza da Burundi, Rwanda, Uganda, Tanzania – inaugurazione della Chiesa “Maria della Luce”

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Loppiano – Esercizi spirituali per Consacrate

Nell’Anno della Misericordia, le Consacrate che aderiscono al Movimento dei Focolari indicono una settimana di esercizi spirituali nella cittadella di Loppiano, al Centro di spiritualità “Casa Emmaus”. «Le Consacrate avranno anche la possibilità di approfondire il proprio carisma alla luce della spiritualità dell’unità – dichiara la responsabile, suor Antonia Moioli – e in questo contesto potranno vivere la reciprocità dei carismi, crescendo dell’essere costruttrici di ponti verso tutti coloro che incontrano». Dépliant invito (altro…)

Torino: Città Nuova al Salone del Libro

Lucetta Scaraffia e Giulia Galeotti dialogano con la storica Anna Foa e don Sergio Massironi della diocesi di Milano. Introduce e coordina: Andrea Possieri, storico – Università di Perugia. All’Independents’ corner (Pad.1) – ore 11. La Chiesa è una istituzione maschilista? Le donne nei Paesi cattolici si sono veramente emancipate più tardi (sempre che si siano emancipate davvero)? Come si è evoluto nel tempo il rapporto tra la Chiesa e il mondo femminile? Le sante sono così docili e remissive, lontane dal nostro quotidiano, come l’iconografia cristiana le rappresenta? Quale è stata la vera novità prodotta dalla rivoluzione sessuale? Il pontificato di Francesco riuscirà a valorizzare e a dare più spazio alla presenza femminile? Domande provocanti, forse impertinenti, alle quali Lucetta Scaraffia e Giulia Galeotti – autrici del libro “La Chiesa delle donne” (Città Nuova) – proveranno a rispondere in dialogo con la storica Anna Foa e don Sergio Massironi. Per una riflessione seria e schietta sull’universo femminile in Occidente e in Italia, in particolare. Città Nuova editrice è presente al Salone del Libro 2016 – Pad. 3 stand R76

Festa dell’Europa. La prospettiva dei Focolari

Festa dell’Europa. La prospettiva dei Focolari

Europe«Rassegnazione e stanchezza non appartengono all’anima dell’Europa; le difficoltà possono diventare promotrici potenti di unità», ha affermato papa Francesco alla consegna del Premio Carlo Magno avvenuta lo scorso 6 maggio. Se per buona parte degli europei il 9 maggio significa celebrare l’integrazione, l’unità e la pace in Europa nella ricorrenza della dichiarazione di Schuman del 9 maggio 1950, all’origine dell’Unione europea, per altri invece segna l’avvio del periodo di privazione di diritti sotto l’Unione Sovietica, iniziato con la dichiarazione di vittoria di Stalin sulla Germania il 9 maggio 1945. Questa la storia con cui il processo innovatore di integrazione osato dall’Europa deve confrontarsi ancora oggi, dopo sessant’anni. Ed è sulle contraddizioni insite in questi paradigmi culturali e sociali che attraversano i popoli dell’Europa, che nell’attuale contesto di crisi si pone la domanda: è ancora valida e attuale l’esperienza europea? Gli europei vogliono ancora stare insieme? Per Pasquale Ferrara, diplomatico, studioso e docente di Relazioni Internazionali e di Diplomazia, «la visione europea dell’integrazione, cioè mettere insieme non tanto le sovranità ma le volontà politiche di diversi paesi per governare congiuntamente fenomeni che sfuggono al controllo dei singoli stati, rimane una grande intuizione». Attraverso l’integrazione «l’Europa dimostra che il multilateralismo può avere ancora oggi un valore aggiunto se non è più lo stato il centro dell’attenzione, ma la funzione politica che esso svolge, vale a dire rispondere ai bisogni dei cittadini in un mondo globale e transnazionale».

dsc_5834«Un’Europa capace di stare insieme e di riscoprire in questo modo cosa può fare di più e di meglio per il mondo». Così Maria Voce riassume la prospettiva del Movimento dei Focolari nel prendere parte ai processi in corso in Europa. Un esempio di questo impegno è “Insieme per l’Europa”, nel quale convergono oltre 300 Comunità e Movimenti di chiese cristiane, una rete che agisce con obiettivi condivisi in funzione del continente, promuovendo una cultura di reciprocità attraverso cui singoli e popoli possono accogliersi, conoscersi, riconciliarsi, sostenersi vicendevolmente. «“Insieme per l’Europa” non è fine a sé stessa, ma ha una natura squisitamente politica, nel senso più nobile del termine: si adopera per il bene di questo pezzo di umanità che è l’Europa, allo scopo di ravvivarne le radici e consapevole di dare anche un contributo al resto del mondo».

Dal 30 giugno al 2 luglio 2016 “Insieme per l’Europa” promuove a Monaco, Germania, un evento europeo di riflessione e di azione. Per due giorni, 36 tavole rotonde e forum permetteranno lo scambio di esperienze e di prospettive su altrettante tematiche riguardanti l’Europa. L’evento avrà la sua conclusione con una manifestazione pubblica in piazza il terzo giorno. Papa Francesco e il Patriarca ecumenico Bartolomeo I saranno presenti attraverso videomessaggi personali. Jean-Claude Junker, presidente della Commissione europea, e Thorbjørn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa, hanno accordato il loro patrocinio (http://www.together4europe.org/). «Nel momento in cui c’è più bisogno di Europa, meno l’Europa si mostra all’altezza di queste sfide», sostiene Ferrara in riferimento alla mancanza oggi di figure politiche con una visione di ampio respiro. E conclude: «Ma forse guardiamo nella direzione sbagliata? Forse pensiamo che ci vogliano uno o più leader politici e invece dobbiamo fare più calcolo della società civile, puntando di più sui giovani e sulla loro creatività sociale e politica, sulla loro capacità di immaginare il “Vecchio” continente come un continente “nuovo”».   Fonte: Comunicato stampa Servizio Informazione Focolari   (altro…)

Run4Unity 2016 #4peace

Run4Unity 2016 #4peace

Slide_Run4Unity_2016_bDal confine tra Messico e Stati Uniti a quello tra Ungheria e Austria, dove si sono alzati muri di protezione e passare dall’altra parte, nella speranza di un futuro possibile, a volte significa anche perdere la vita. Si chiama Run4unity e ad animarla domenica 8 maggio saranno centinaia di migliaia di ragazzi legati al Movimento dei Focolari: ad ogni latitudine, dalle 11 alle 12, si farà un percorso correndo a piedi, in bici, con i roller, in barca. A conclusione un time-out, un minuto di silenzio o di preghiera per la pace. In Messico i “Ragazzi per l’unitàhanno scelto di correre a Mexicali, a 3.500 chilometri di distanza da Città del Messico, al confine con gli Stati Uniti. Correranno lungo il muro che divide questi due popoli, in ricordo anche di tutti coloro che hanno perso la vita tentando di superare la frontiera e ritrovandosi in una zona totalmente desertica. L’iniziativa vede il coinvolgimento di 10 scuole per una partecipazione di 1.500 ragazzi. A sostenerla c’è una equipe di 8 insegnanti di educazione fisica, coordinati dall’ispettrice scolastica della zona, che hanno inserito la staffetta nel programma didattico. Un salto d’oceano e ai ragazzi di Mexicali hanno risposto i loro “amici” ungheresi che già domenica 1° maggio hanno corso a Sopron, al confine con l’Austria e la Slovacchia. La città è entrata lo scorso anno nelle cronache internazionali perché meta dei migranti che in treno da Budapest tentavano disperatamente di entrare in Austria. La staffetta qui si è realizzata con la partecipazione di giovani rifugiati afghani di un campo profughi. 20160508-01Nelle edizioni precedenti, Run4Unity ha visto la partecipazione di oltre 100mila adolescenti. Dalle isole Wallis e Fotuna nell’Oceano Pacifico al Cairo, il testimone passa di fuso orario in fuso orario per dare il via ad eventi sportivi, azioni di solidarietà ed esperienze di cittadinanza attiva in luoghi nei quali prevalgono solitudine, povertà, emarginazione. A Bari (Italia), l’iniziativa si svolgerà nell’Istituto penale minorile Fornelli con un quadrangolare di calcio mentre in un’altra città i ragazzi hanno scelto di andare nel Centro di prima accoglienza immigrati richiedenti asilo. La loro “bandiera” ovunque si troveranno a correre porterà scritta una “Regola d’oro”: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te, e non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Si tratta – spiegano – di un principio etico di comportamento umano presente in quasi tutte le culture e religioni. Dall’ebraismo all’Islam, fino alle più antiche tradizioni africane. Se il mondo domenica si fermasse e si consegnasse nelle mani di questi ragazzi, forse molte paure cadrebbero, le tensioni si allenterebbero, molte lacrime si asciugherebbero e un arcobaleno di pace attraverserebbe il mondo. Ma ovviamente un’ora sola per realizzare questo “sogno” non basta. E il mondo da domenica ricomincerà a girare su se stesso come sempre. Ma loro no, questi ragazzi rimarranno ed hanno imparato a guardare la vita in maniera diversa. Ma soprattutto hanno l’età del futuro e sono già capaci di inseguirlo andando nei luoghi dove l’umanità si imbatte con le grandi sfide della storia e lavorando per un mondo dove tutti gli uomini si scoprano semplicemente fratelli. Forse vale la pena ascoltarli. Fonte: SIR (altro…)

Brescia: “Dio Misericordia” le grandi tele di Michel Pochet

Brescia: “Dio Misericordia” le grandi tele di Michel Pochet

Depliant-DIO-MISERICORDIA Le grandi tele di Michel Pochet, appese come arazzi negli ampi spazi della Pieve, sono una “meditazione – si legge nell’invito – sullo splendore della verità e del bene”. Con segni decisi, colori pieni e ricorrenti chiavi simboliche, Pochet presenta un’icona moderna del volto di Dio Misericordia, un Dio che piange, quasi una trasposizione delle parole con cui Papa Francesco ha spiegato la partecipazione dell’Eterno alla vita dell’uomo: “In quelle lacrime è tutto l’amore di Dio”. Il tema della mostra ha suggerito agli organizzatori l’idea di preparare l’esposizione portando in anteprima alcuni lavori dell’artista in luoghi simbolici di Brescia collegandoli alle opere di misericordia. E così, fino al giorno dell’inaugurazione nella Pieve (sabato 7 maggio alle ore 17), il messaggio di Pochet interroga e accompagna chi si trova a frequentare il Tribunale (Perdonare le offese), la sala consiliare di Palazzo Loggia (Sopportare pazientemente le persone moleste), l’Hospice Domus Salutis (Consolare gli afflitti), la Mensa Menni per i senza fissa dimora (Dar da mangiare agli affamati), le carceri di Canton Mombello e di Verziano (Visitare i carcerati), la Poliambulanza (Visitare gli infermi), lo spaccio del riuso a servizio dei poveri di Mandacaru (Vestire gli ignudi); numerose sono anche le parrocchie della città coinvolte in questo itinerario. La Pieve, insomma, come punto di arrivo di un percorso che attraversa la città, “perché la città dell’uomo – come ha scritto Papa Benedetto XVI – non è promossa solo da rapporti di diritti e di doveri, ma ancor più e ancor prima da relazioni di gratuità, di misericordia e di comunione”. Nato nel 1940 in Provenza, Pochet si è trasferito giovanissimo a Parigi, dove si è diplomato in architettura. Dipinge, scolpisce, scrive poesie, saggi e romanzi, in particolare sul rapporto tra Dio e Bellezza. A Roma ha fondato il “Centro Maria”, un laboratorio artistico internazionale legato al Movimento dei Focolari, dove l’ispirazione è il frutto di una comunione fraterna. Accanto alle grandi tele di Pochet esporranno anche una trentina di artisti bresciani, anch’essi chiamati ad esprimere la loro visione del tema. La mostra rientra nel programma della rassegna Corpus Hominis ed è promossa dall’associazione “Amici della Pieve” e dal Movimento dei Focolari di Brescia. Rimarrà aperta fino al 22 maggio: dal giovedì al sabato dalle 16 alle 19, la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Depliant-DIO-MISERICORDIA  

Asia, giovani e ragazzi per un continente di pace

Asia, giovani e ragazzi per un continente di pace

eventSono Lilia e Paul, e parlano a nome dei loro coetanei siriani. Vivono ad Aleppo. Il loro messaggio, rivolto ai Ragazzi per l’Unità dell’Argentina, ha rapidamente fatto il giro del mondo: «Grazie, sentiamo il vostro amore, e che condividete il nostro dolore, anche se siete lontani. Noi, Ragazzi per l’Unità della Siria, viviamo in 3 città: Damasco, Aleppo, Kfarbo (vicino Hama). Siamo 125. Qui ad Aleppo siamo in 25. Eravamo molti di più prima, ma a causa della situazione tanti amici hanno dovuto emigrare». È la storia di Marian, partita per il Belgio. Lei non voleva, perché tutte le sue amiche sono rimaste in Siria, ma ha dovuto seguire la famiglia. «Un momento molto sentito per noi è il Time Out alle ore 12. Cerchiamo di pregare non solo tra noi, ma anche con i nostri parenti e amici. Uno di noi lo ha proposto ad un amico musulmano e così adesso alle 12, ciascuno prega nel suo cuore, secondo la sua religione. Vogliamo proporlo anche a tutti voi, perché giunga la pace non solo in Siria, ma in tutto il mondo. Vi vogliamo bene!». In Libano la Settimana Mondo Unito comincia con la tutela dell’ambiente, con un’azione ecologica di pulizia delle spiagge, insieme a #Recycle Lebanon e agli Scout. Il tema è caro ai Giovani per un Mondo Unito libanesi, che già erano scesi per strada a prendersi cura del proprio Paese, a partire dalla capitale, Beirut. Per continuare con un cineforum e concludere con un weekend dedicato ai senza tetto della città. https://vimeo.com/148093476 A Taiwan, si corre la Run4Unity, nel nord (Taipei), e nel sud (Kaohsiung). A Taipei, ha partecipato anche il vicepresidente. Nel Sud-est asiatico si prepara un appuntamento per giovani provenienti da molti Paesi: Thailandia, Corea, Bolivia, Myanmar, Laos, Cambogia, Malesia, Indonesia e Singapore, mentre a fine mese un appuntamento sportivo coinvolgerà i teenager sotto la bandiera di Run4Unity. Così come si correrà a Manila e a Cebu, nelle Filippine. 20160506-02Numerosi gli appuntamenti in India, che nel 2015 è stato il Paese centrale della Settimana Mondo Unito: a Bangalore un International Food Festival, con oltre 500 giovani, con l’idea di unire le culture attraverso il cibo, e sostenere così le cure mediche di Solomon Ellis, un giovane gravemente ferito in un incidente; a Mumbai, presso la YMCA Chembur, in un quartiere della metropoli, gara di murales ispirati al tema della pace; si svolgerà inoltre la Run4Unity con giochi e una maratona breve. A New Delhi invece, presso Fr Agnel Bal Bhavan a Greater Noida, 300 bambini di un orfanotrofio saranno coinvolti in vari giochi e sport con i messaggi della Regola d’Oro. I bambini appartengono a religioni diverse: indù, cristiani, musulmani e sikh, e provengono da varie parti dell’India e del Nepal, di età compresa tra 5 e 17 anni. È inoltre previsto un collegamento con il Messico l’8 maggio per Run4Unity, perché l’evento sportivo messicano, in un luogo simbolo per la pace, si concluderà proprio nel “Parco Gandhi”. A Lahore, in Pakistan, attività in una scuola tenuta dalle suore di Madre Teresa: erano 120 i bambini coinvolti da un gruppo di ragazze animate dal solo desiderio di portare un po’ di gioia. «All’inizio era difficile creare un rapporto con questi bambini, alla fine però era così bello che non volevamo più andare via. – scrive una di loro –. In questi due giorni sono tanto cambiata». Infine è in preparazione a Medan, Indonesia, un concerto per la pace il prossimo 14 maggio, il cui ricavato sarà destinato ad un Paese in guerra. Per coprire le spese organizzative stanno lavorando da mesi, vendendo succo di frutta, andando a cantare nei ristoranti, cercando sponsorizzazioni. Attraverso canzoni e testimonianze i giovani condivideranno la loro proposta per essere costruttori di pace nel quotidiano. Maria Chiara De Lorenzo (altro…)

Burundi, perdono che ferma l’odio

Burundi, perdono che ferma l’odio

Foto: stocksnap.io

Foto: stocksnap.io

«Ho concluso gli studi di Ingegneria Civile nel dipartimento di Scienze Applicate, ma per il momento sono ancora senza lavoro. Il 12 maggio 2015, rientrando da un funerale, ci è stato annunciato che uno zio, fratello di mio padre era appena stato ucciso nella sua casa. Nove giorni più tardi mio padre viene accusato del delitto e arrestato. Per me e tutta la famiglia è stato un grande dolore, anche perché ben sapevamo che nostro padre era innocente. E pensarlo in carcere con una simile accusa ci dava una grande angoscia. Ho condiviso questo mio dolore con la comunità del Focolare e questo mi ha davvero aiutato a non sentirmi sola in questa assurda situazione. La comunità mi ha anche aiutata a trovare un buon avvocato che ha preso a cuore la situazione presso le autorità competenti. La giustizia ha fatto il suo corso e un mese più tardi mio padre è stato liberato. È stata una grande gioia per noi e la situazione è ritornata alla normalità. Ma nel pomeriggio di Natale, mentre stavano rientrando a casa, un giovane ha colpito mio padre in testa ripetutamente con una pietra, ferendolo a morte. Contemporaneamente, altri due ragazzi hanno preso e legato mia madre, ma, grazie a Dio, l’hanno lasciata in vita. Un bambino che pascolava le capre in quei paraggi è corso a darci la notizia. Era difficile per noi credergli, ma ugualmente con i miei fratelli siamo andati a vedere cosa fosse accaduto. Trovandolo agonizzante, abbiamo subito portato nostro padre in un presidio della Croce Rossa dove, però, poco dopo è deceduto. La mattina successiva, mia madre è andata al posto di Polizia dove ha denunciato quei ragazzi che aveva riconosciuto. Così sono stati arrestati. Da quel giorno però, da parte dei loro genitori sono iniziate le minacce: se lei non li avesse fatto liberare, io e i miei fratelli saremmo stati uccisi. Mia madre ha subito esposto denuncia al tribunale residenziale, ma, nonostante ciò, dopo tre settimane quei ragazzi erano liberi! Come se  non bastasse i loro genitori hanno diffuso la notizia di aver dato dei soldi a mia madre affinché ritirasse la denuncia. Naturalmente questa era pura menzogna. Sconvolti dal dolore per la perdita del papà e oppressi per quanto ci stava accadendo, mia madre e noi figli eravamo in preda alla paura e pieni di interrogativi. Non sapevamo come regolarci. Un giorno sono andata in Focolare. Ascoltando un discorso di Chiara Lubich, mi ha colpito una frase : «L’amore è la chiave dell’unità, la soluzione a tutti i problemi». Sono rientrata a casa più sollevata. La sera stessa ho sentito che Dio mi domandava di perdonare gli assassini di mio padre e di aiutare la mia famiglia a fare lo stesso. Ho condiviso questo pensiero con mia madre e anche lei è riuscita col tempo a perdonarli. Così pure i miei fratelli e sorelle. Ora in noi regna la pace. Insieme preghiamo per le persone che direttamente o indirettamente hanno ucciso mio padre, affinché sia Dio stesso a convertirle. Da soli non saremmo riusciti a farlo. Ad aiutarci sono state le preghiere della comunità che tuttora continua a sostenerci affinché riusciamo a vedere queste persone, ogni giorno, con occhi nuovi ».

A.M.N.

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