Movimento dei Focolari
Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

20140912MariaVoceAccetto” è la parola che l’Assemblea attendeva da Maria Voce, appena riconfermata dai partecipanti come Presidente del Movimento dei Focolari per i prossimi sei anni. A giro di posta è arrivata la conferma della Santa Sede – come previsto dagli Statuti dei Focolari: “All’inizio di questo secondo mandato, auguriamo alla Dott.ssa Maria Voce particolare assistenza dello Spirito Santo e affidiamo il suo servizio all’intercessione materna di Maria Santissima, di cui oggi ricorre la festa del suo Santo Nome”, scrive il card. Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per il Laici. Anche nell’annunciare la sua accettazione, Maria Voce ha rilevato la felice coincidenza con questa festa: “Maria doveva mettere il suo sigillo su questo momento. Sono sicura che continuerà a farlo”. E aggiunge che tutto il Movimento nel mondo “sta crescendo nella preghiera e nell’amore e questo è già un grande frutto del lavoro che stiamo facendo insieme, grazie a tutti”. (altro…)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Pubbliche amministrazioni a servizio del bene comune

Angelo_CrescenteCapodrise (Italia) Angelo Crescente ed Emilio Donnarumma sono rispettivamente sindaco e segretario comunale di una città del Sud, un contesto territoriale non facile che nell’immaginario collettivo nazionale e anche internazionale viene associato a realtà quali corruzione e camorra. Emilio – esperienza pluridecennale nelle pubbliche amministrazioni e convinto promotore dei valori di fratellanza e partecipazione in politica – dal 2011 è a fianco di Angelo, eletto sindaco quell’anno. Condividono con altri amici dei Focolari i valori della fraternità anche in ambito politico e vogliono spendersi per la propria gente, garantendo anche la possibilità di rispettare la legalità nell’interpretazione delle leggi. Tra i compiti più urgenti che li attendono, c’è’ la revisione dei bilanci comunali che risultano in forte deficit. Rifiutando scorciatoie, come pure la tentazione di colpevolizzare le inadempienze delle precedenti amministrazioni,  scelgono di costruire il futuro della loro città insieme a tutte le forze politiche e ai cittadini. «Sforzi che sono stati premiati con un buon risultato per il comune e ottimi rapporti con le controparti», racconta Angelo. Poi è stata la volta di un gruppo di famiglie che si è vista togliere le case perché costruite non a norma di legge. Questa volta è Emilio a raccontare: «Nonostante si trattasse di un abuso, non potevamo non accogliere la richiesta d’aiuto di quelle persone che sarebbero rimaste in mezzo a una strada. Abbiamo quindi cercato un percorso nella legalità per giungere alla restituzione delle case. La soluzione è arrivata dall’amministrazione regionale che, proprio in quel periodo, ha varato una legge che ha consentito di restituire il possesso (anche se non la proprietà) delle case stesse». Nulla di straordinario per chi si occupa di amministrazione locale, si potrebbe concludere; ma è pur vero che c’è modo e modo di fare le cose. Emilio e Angelo hanno scelto il “metodo” della fraternità: «Cerchiamo di viverla prima di tutto tra di noi – conclude Emilio – è uno sforzo quotidiano che richiede impegno ma che se vissuta con costanza arriva lontano, anche ai confini delle nostre città e oltre». MilitaSalto (Stato di San Paolo – Brasile) Milta Alves Ribeiro Maron è assessore all’educazione della sua città e ricorda ancora la vigilia del IX Congresso sull’Educazione organizzato lo scorso anno dal suo comune. Fuori dalle finestre del suo ufficio soffiavano venti di guerra, o più precisamente di protesta da parte di professori, studenti e dipendenti scolastici, tutti contro la campagna anti-sprechi e privilegi che l’amministrazione pubblica stava promuovendo. «Il congresso prevedeva tre giorni di conferenze, workshop e mini-corsi e ci chiedevamo se saremmo mai riusciti a realizzarlo, con la minaccia delle manifestazioni di protesta. Alcuni dei colleghi mi consigliavano addirittura di annullarlo per non mettere in pericolo il sindaco e me stessa». Continua Milta: «La presenza di Maria Luisa, mia collaboratrice che con me condivide la visione di una politica incentrata sulla fraternità, mi ha dato la forza di agire nel rispetto di tutti: quello dell’amministrazione pubblica che aveva organizzato il congresso, ma anche il diritto dei manifestanti a protestare per le proprie idee». Milta confessa che in quei giorni ha anche rafforzato il suo rapporto con Dio e con quei collaboratori che condividevano i suoi valori politici, cercando insieme la linea del discorso di apertura che avrebbe dovuto fare al congresso. «Volevo che fosse intonato al valore della fraternità universale, al bene comune». La mattina del congresso Milta è arrivata a piedi, quasi “scortata” da tanti che desideravano dimostrarle il loro appoggio. E nonostante la presenza dei manifestanti non vi è stata alcuna violenza. Il discorso è stato accolto da qualche fischio, ma è terminato con l’applauso di tutti. «Un discorso – spiega ancora Milta – che ha segnato l’inizio di un cambiamento.  Ho potuto parlare con i professori, ascoltare le loro motivazioni e questo ha fatto scattare un rapporto di fiducia fra noi. Alla fine del congresso ci sentivamo tutti vincitori, o meglio: aveva vinto la fraternità». Fonte: www.umanitanuova.org   (altro…)

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Uno spazio di fraternità in Centrafrica

JustinNaryParla lentamente d. Justin Nary, 42 anni, della Repubblica Centrafricana a Net-working, il recente appuntamento per sacerdoti e seminaristi svoltosi a Loppiano, mentre racconta del suo Paese, balzato agli onori delle cronache da poco più di un anno in seguito alla sanguinosa guerra civile tra musulmani, cristiani e animisti. Un conflitto semi dimenticato che non fa più audience, ma che continua ad avere tutt’oggi pesanti risvolti quotidiani sulla popolazione. «Da tre anni ero parroco in una grande città che, come tutto il Paese, viveva con la psicosi di un imminente conflitto etnico-religioso. Tutto è iniziato quando mi sono reso conto con dolore che tra  noi sacerdoti, Pastori e Imam non ci conoscevamo neppure. Dovevo fare qualcosa perché era in gioco la vita della nostra gente». E’ stato così che d. Justin ha coinvolto gli altri leader religiosi in appuntamenti periodici di condivisione, per trovare insieme il modo di indirizzare i fedeli verso uno stile di vita  pacifico. Il colpo di stato ad opera di una minoranza musulmana ha fatto velocemente precipitare la situazione e sono iniziati i massacri a danno della popolazione non musulmana. Ma non era finita: una fazione ribelle composta da cristiani e militari di tradizione religiosa locale ha rovesciato nuovamente la situazione, prendendo il potere e mettendo in atto una feroce vendetta verso i musulmani. Chi poteva lasciava la città, ma circa 2.000 musulmani sono corsi a chiedere rifugio in parrocchia e d. Justin ha aperto loro le porte. Non è passato molto tempo che, saputa la cosa, i ribelli vi si sono recati con l’intento di uccidere tutti, a meno che d. Justin avesse trovato una soluzione, prima dello scadere del loro ultimatum. 20140911-01Il sacerdote continua il racconto: «Avevo fatto il possibile per cercare aiuto presso i militari e le autorità, ma invano. E’ stato mentre celebravo la messa, che ho capito che Dio mi chiedeva di donargli la cosa più grande che avevo, la mia vita. Ho così deciso che sarei rimasto con la mia gente musulmani e non, fino alla fine, cosciente che stavo rischiando con loro di essere massacrato. Di fronte alla mia determinazione anche i miei confratelli, che erano venuti per portarmi via, hanno deciso di fare lo stesso». Mancavano ormai pochissime ore allo scadere dell’ultimatum, quando, all’improvviso, ha squillato il cellulare di d. Justin: era il capo dell’esercito dell’Unione africana che assicurava il suo aiuto con l’invio dell’esercito, arrivato precisamente 17 minuti prima  dei ribelli, salvando la vita di tutti. «Dopo un fallito tentativo d’assalto, la maggior parte dei rifugiati è riuscita ad emigrare in Camerun – conclude d. Justin –, mentre  circa 800 di loro si trovano ancora in parrocchia. Ciò che mi ha dato la forza nei momenti più difficili è stato domandarmi cosa avrebbero fatto gli amici dei Focolari e Chiara Lubich al mio posto. Mi sono ricordato i suoi incontri con gli amici musulmani, quanto lei li amasse ed è stato subito chiaro: avrebbe dato la sua vita per loro». (altro…)

Democrazia intelligente

L’emergere di una nuova domanda di coinvolgimento sul territorio da parte dei cittadini che lo abitano, una nuova prospettiva sociale e politica. La globalizzazione e il declino delle culture politiche del ventesimo secolo, la “crisi dello stato” e la difficoltà di far fronte alle domande sempre più complesse della società reale hanno prodotto una progressiva estraneità tra istituzioni politiche e società civile. Se questo è vero, è sotto gli occhi di tutti, però, l’emergere di una nuova domanda di coinvolgimento sul territorio da parte dei cittadini che lo abitano. Un fenomeno nuovo che i contributi del volume prendono in esame dando spazio ai linguaggi e alle specifiche competenze della filosofia politica (Baggio) e della sociologia (Lo Presti), del diritto (Bruno) e della scienza politica (Fazzi, Ferrara, Ropelato). Ed. Città Nuova

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Gaudí. El hombre, el artista, el cristiano

Maquetación 1 (Page 1)Sinopsis: El 3 de noviembre de 1883, un joven arquitecto llamado Antoni Gaudí se hacía cargo de las obras, apenas iniciadas, del templo de la Sagrada Familia. Se han cumplido 130 años de aquella fecha. «Estas páginas ofrecen una visión renovada de la basílica de la Sagrada Familia de Barcelona y de Antoni Gaudí, el arquitecto innovador que diseñó esta catedral del siglo XXI –todavía inacabada– que suscita admiración en todo el mundo. El autor del libro fue el artífice de la dedicación de este templo, ceremonia que celebró el papa Benedicto XVI en la Ciudad Condal el 7 de noviembre de 2010. Recientemente el papa Francisco indicó la basílica barcelonesa como uno de los tres lugares especiales de todo el mundo para pedir por los frutos de los sínodos de los obispos de 2014 y 2015, dedicados a los retos que tienen que afrontar las familias en el presente. Un libro centrado en tres fachadas del templo –del Nacimiento, de la Pasión y de la Gloria– y que, partiendo de las palabras de Gaudí y de la magistral interpretación de Benedicto XVI, permiten comprender en profundidad lo obra cumbre del arquitecto Antoni Gaudí y su mensaje cultural y religioso». Al proyectar las tres grandes fachadas como tres grandes retablos, situados fuera del templo, con imágenes expresivas de la fe cristiana, el arquitecto barcelonés se adelantó a la propuesta del papa Francisco, que nos pide «una Iglesia en salida», salir de los templos para ir a las periferias. Tres fachadas del templo, las tres partes de este pequeño libro. Sobre el autor: Lluís Martínez i Sistach nació en Barcelona en 1937. Fue ordenado sacerdote en Cornellà de Llobregat en 1961. Se doctoró en derecho civil y canónico en la Pontificia Universidad Lateranense de Roma. Entre 1978 y 1987 fue vicario episcopal y luego vicario general de la archidiócesis de Barcelona. Es profesor de derecho canónico de la Facultad de Teología de Cataluña y presidente de la Asociación Española de Canonistas. En 1987 fue consagrado obispo titular de Aliezira y auxiliar de Barcelona. En 1991 es nombrado obispo de Tortosa y en 1997, de la sede metropolitana y primada de Tarragona. En 2004 fue nombrado arzobispo de Barcelona. Benedicto XVI lo creó cardenal el 24 de noviembre de 2007. Desde junio de 2008 es miembro del Tribunal Supremo de la Signatura Apostólica y del Consejo Pontificio para los Laicos. Ciudad Nueva Madrid

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Estate, tempo di laboratori

20140910-01  È stata un’estate davvero calda per quanto riguarda le iniziative nell’ambito di Economia di Comunione ed Economia Civile. L’ultima in ordine di tempo è quella che si è da poco conclusa ad Arny, in Francia. Si tratta di una Summer School di Economia di Comunione (EdC) dal carattere internazionale che si è svolta dal 26 al 31 agosto scorsi. Vi hanno partecipato infatti 40 giovani provenienti da Europa, Asia e Africa. Le lezioni, tenute da quattro “veterani” dell’EdC – i prof. Luigino Bruni e Benedetto Gui, Vittorio Pelligra e Anouk Grevin – vertevano sulle tematiche legate all’imprenditorialità sociale, occupazione, sviluppo, povertà, gratuità, reciprocità, felicità alla luce del nuovo paradigma che emerge dalla Economia di Comunione. Speranza e comunione in economia sono le parole chiave di questo laboratorio, spiega uno dei partecipanti: «La sfida per noi non è su un campo di battaglia, ma dietro le cattedre universitarie e le scrivanie di qualche multinazionale, o come leader di un’azienda, è lì che siamo chiamati a costruire un mondo più giusto». Il prossimo appuntamento EdC sarà il Workshop che si terrà al Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti (Loppiano – Italia) dall’1 al 3 ottobre prossimi. 20140910-02“Ri-generare Istituzioni, Beni Comuni, Lavoro” era invece il titolo della V Summer School di Economia Civile (SEC) che si è tenuta a Taranto (Italia) nel luglio scorso. 45 i ragazzi che vi hanno partecipato, in cerca di un’economia e un lavoro a misura d’uomo e d’ambiente; di uno stile imprenditoriale che tenga conto dei principi dell’economia civile che prefigurano un homo oeconomicus – come spiega l’economista Stefano Zamagni – che si nutre anche di relazioni, motivazioni, fiducia e che tende al bene comune più che alla ricerca di soddisfazioni individuali. Concetti verso i quali sta crescendo l’attenzione in tutto il mondo, e che risuonano nelle parole pronunciate in più occasioni anche da Papa Francesco sulla tirannia del denaro come dato di questa crisi finanziaria, caratterizzata dal rifiuto dell’etica e della solidarietà, dalla negazione del primato dell’uomo. 20140910-03A conclusione dell’esperienza i giovani partecipanti si sono dichiarati più che convinti che fare impresa attraverso i principi dell’Economia Civile sia una strada coraggiosa per contribuire a risollevare anche la difficile situazione economica del Sud del Paese. Il prossimo appuntamento per gli appassionati di Economia Civile è a Siracusa dall’11 al 14 settembre, con il laboratorio “L’impresa civile: natura, motivazioni e prospettive per lo sviluppo di un nuovo welfare state”. (altro…)

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Rimetti a noi (e a loro) i nostri debiti

20140908-01«Alla fine era capitato anche a noi. In quest’Italia della crisi in cui la stampa registra un aumento dei furti per strada, in auto e nelle case, anche il nostro caso andava a sommarsi a quello di migliaia di persone che si ritrovavano abitazioni o auto scassinate ad arte. Al ritorno da una bella giornata in un parco acquatico con le nostre bambine, ci siamo accorti che qualcuno al parcheggio si era intrufolato nella nostra macchina. Un rapido controllo e la conta dei danni è bell’e fatta: serratura forzata, furto delle chiavi di casa e di tutti i documenti. Inoltre, i ladri – evidentemente dei professionisti – per fare in modo che ci accorgessimo del furto il più tardi possibile, hanno scassinato la portiera di sinistra e hanno lasciato il navigatore nel cassetto del cruscotto, dopo averlo spostato per prendere i documenti che ci stavano sotto. Abbiamo subito provveduto a mettere in atto tutti gli accorgimenti del caso: la denuncia ai carabinieri, in primis; l’avviso ai vicini di tenere gli occhi aperti se avessero notato movimenti anomali attorno a casa nostra e l’indomani mattina abbiamo provveduto a sostituire tutte le serrature di casa, operazione non proprio indolore dal punto di vista del portafoglio, che però abbiamo potuto affrontare grazie ad un aiuto inaspettato che avevamo ricevuto giusto il giorno prima: il rimborso di una somma inattesa dalla scuola in cui lavorava mia moglie Sonia. La cifra spesa per la sostituzione delle serrature era praticamente la stessa che era stata accreditata sul nostro conto. Naturalmente le bambine avevano vissuto con noi questo scombussolamento familiare e per questo ne abbiamo voluto parlare insieme. Ricordando la frase del Padre Nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, il discorso è andato naturalmente sul tema del perdono. Ci siamo detti che questa era la nostra occasione per perdonare non solo a parole, ma con il cuore e senza conservare rancore. Anche la Parola di Vita ci ha aiutato. Abbiamo recitato tutti insieme una preghiera proprio per i “nostri” ladri, lasciando la libertà alle nostre figlie di aderire o meno. Le bimbe hanno subito accettato. Abbiamo chiesto che queste persone si convertissero. È stato un momento di unità familiare forte ed intenso, continuato poi con un bel dialogo sulla  giustizia e il senso del perdono. Per noi genitori è stata l’occasione di essere testimoni credibili. Qualche giorno dopo, a mezzogiorno, mentre con le bimbe stavamo pregando per la pace una di loro ci chiede: “Possiamo pregare ancora per i ladri?”». Fonte Città Nuova online (altro…)

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Mariapoli in Scozia: l’unità prima di tutto

20140907-02 «E’ stato molto importante partecipare alla Mariapoli qui in Scozia (appuntamento annuale caratteristico del Movimento dei Focolari), prima del referendum sull’indipendenza – ha scritto un partecipante – Ho potuto ascoltare i diversi punti di vista. Spero e prego che possiamo restare uniti nell’amore». Se ne parla ancora poco, ma per quanto riguarda la Gran Bretagna l’appuntamento del 18 settembre è di quelli davvero importanti: il referendum sull’indipendenza della Scozia è infatti al centro delle attenzioni dell’opinione pubblica degli oltre 63 milioni di abitanti del Regno Unito. Il livello di guardia si sta alzando, col rischio di una seria spaccatura sociale. Per questo il tema dell’amore reciproco è risuonato per i 500 partecipanti alla Mariapoli di Perthshire (Scozia) dell’agosto scorso come una risposta e una speranza non solo per la vita di ciascuno, ma anche per le sfide sociali e politiche che il popolo si sta preparando ad affrontare prossimamente. E il mix di culture, popoli e condizioni tipico delle nostre società attuali, era più che mai rappresentato in Mariapoli: in coda verso il self-service dei pasti ci si poteva imbattere in un magistrato del Cheshire, in un rifugiato Copto Egiziano, un eco-attivista agnostico o un vescovo scozzese… Gli spunti di riflessione quotidiani sull’amore evangelico e le numerose storie e testimonianze condivise con apertura e sincerità hanno dato vita ad un dialogo ininterrotto tra i partecipanti di tutte le età e condizioni: giovani e famiglie, bambini e adulti, persone provenienti da diversi Paesi del mondo. «E’ questo poter stare con ogni tipo di persona, indipendentemente dall’età, una delle cose migliori della Mariapoli» – racconta Sam, 21 anni.  Importante anche la presenza ecumenica grazie a quattro vescovi cattolici e un vescovo della vicina Chiesa Episcopaliana. 20140907-01«Ascoltare le forti testimonianze di alcuni cristiani in Siria, o nella Repubblica Centro Africana, – racconta un’altra partecipante –  ci hanno unito e dato la certezza che l’amore reciproco è la carta vincente anche nelle situazioni più dure. Per questo, nessuno di noi dimenticherà facilmente quell’acceso scambio di vedute sul prossimo referendum, attorno ad un tavolo da pranzo. Ci siamo lasciati con un proposito che aveva il sapore di un patto solenne: l’impegno condiviso di essere costruttori di pace e unità nelle nostre città perché Dio possa usare di noi per costruire una società nuova qui, in terra». (altro…)

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Onoriamo lo Spirito Santo

Spirito Santo

Dina Figueiredo, ‘Spirito Santo’ – Valli del Pasubio (Vicenza) 2003

«Lo Spirito Santo. È questo argomento che vorrei riprendere oggi, perché, conoscendo sempre di più questo “Dio sconosciuto”, lo amiamo, lo onoriamo, gli obbediamo. È incredibile quello che opera lo Spirito Santo. Guardate gli Apostoli: la Chiesa era stata fondata da Gesù in croce, ma essi praticamente erano ammutoliti, timidi, impauriti, chiusi in casa. Scende lo Spirito Santo ed eccoli, con enorme coraggio, per le strade e le piazze, a parlare con tale fuoco da sembrare ubriachi. Affrontano intrepidi ogni persecuzione e s’incamminano per il mondo. Questo un esempio, anche se di primaria importanza, di ciò che opera questo divino Spirito, per non dire poi di tutto quanto è avvenuto sotto il suo impulso nei venti secoli di vita della Chiesa: miracoli di luce di grazia, di capovolgimenti, di rinnovamento. Pensiamo ai Concili, pensiamo anche ai vari Movimenti spirituali che sempre così tempestivamente ha suscitato. E, guardando anche al nostro, (…) pur con le dovute proporzioni, non è successo qualcosa di questo genere (…) anche a noi, quando questo divino Spirito ci ha investito col dono di un suo carisma? Che orizzonte aveva la nostra vita prima che ciò avvenisse, se non quello di persone che non vedono al di là del proprio quartiere, con pensieri ed affetti limitati quasi esclusivamente alla cerchia della propria famiglia, tesi unicamente, com’eravamo, a raggiungere il traguardo d’una professione, o a possedere (…) una macchina, una casa…(…)? E che cosa è successo in noi quando lo Spirito Santo si è manifestato con questo splendido Ideale? Non ci ha forse spinti ad uscire dal chiuso di noi stessi per pensare al prossimo, agli altri, dandoci la speranza e donandoci spesso l’evidenza che col suo aiuto molti problemi, che travagliano il mondo, possono risolversi? Non ha immesso anche in noi, il coraggio di parlare alle folle, come non avremmo mai potuto supporre? Non ha forse dato anche a noi la forza di lasciare spiritualmente, e spesso concretamente, non dico il proprio quartiere, ma la propria patria, il proprio continente, per portar il fuoco del suo amore nelle più lontane regioni del mondo? Non ha forse dato anche a noi la forza di affrontare giorno dopo giorno disagi, difficoltà, contrarietà e spesso con la gioia nel cuore? È perché Egli ci ha spinto ad agire così che abbiamo potuto costatare tanto spesso la straordinaria Provvidenza del Padre, che abbiamo potuto raccogliere i frutti delle nostre fatiche e vedere il comporsi di una immensa famiglia che copre il mondo! Se qualcosa o molto si è rinnovato attorno a noi, non è forse per opera dello Spirito Santo, che sa rinnovare la faccia della terra? Sì, è stato Lui. È suo compito dar moto e impulso alle cose, far lavorare la grazia, la vita divina che Gesù ci ha procurato. È di Lui immettere forza e coraggio. E allora, se così è, se tanto gli dobbiamo, è nostro dovere far più spazio, nella nostra vita spirituale, allo Spirito Santo. Abbiamo visto che Egli è presente nella nostra anima. Noi siamo suoi templi, siamo templi dello Spirito Santo. Abbiamo visto perciò come ciascuno di noi deve ascoltare la sua voce che parla in noi. (…) Egli è presente anche nell’anima di ogni nostro fratello: anch’esso è tempio dello Spirito Santo o è destinato ad esserlo. Se è così, non vi pare questo un nuovo motivo per amare ancor meglio ogni prossimo? Se davanti ad un tabernacolo con Gesù Eucaristia si ha il rispetto dovuto, davanti a tutti i nostri fratelli, altrettanti tabernacoli dello Spirito Santo, non si può non comportarsi di conseguenza. Sia questo allora il pensiero che illumina il nostro cammino: onoriamo lo Spirito Santo, amando, rispettando, servendo ogni nostro prossimo». Chiara Lubich, La vita, un viaggio, Città Nuova, Roma, 1984, pag. 126. Fonte: Centro Chiara Lubich (altro…)

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Campus di cittadinanza planetaria

Loppiano_2 Che i giovani siano «cittadini del mondo», o che quantomeno lo dovrebbero essere dato che oggi nessun popolo vive più da solo, è diventato ormai quasi un luogo comune; ma appunto per questo è importante che i ragazzi siano formati in tal senso, così da essere «capaci di uno sguardo, di un sentire e di un operare che abbracci chi ci passa accanto e chi ci è sconosciuto perché lontano, ma mai anonimo. Perciò, cittadini della propria città, del proprio paese e allo stesso tempo cittadini del mondo, capaci di “Amare la patria altrui come la propria”». Così definisce l’essere «cittadini del mondo» l’AMU-Azione Mondo Unito, che anche quest’anno e per la sesta volta propone alle scuole secondarie italiane di 1° e 2° grado il Campus di cittadinanza planetaria, in primavera 2015. LoppianoL’iniziativa si svolgerà nella cittadella internazionale di Loppiano di Incisa Valdarno (Firenze) nel corso di una giornata tra aprile e maggio 2015, ed è rivolta a tutti gli studenti accompagnati dai loro insegnanti. L’obiettivo è quello di far acquisire ai giovani la consapevolezza dei significati e dell’importanza della cittadinanza attiva, dell’essere costruttori di una società civile, e di contribuire ad un’educazione multietnica ed interculturale, grazie anche al contesto in cui il campus si svolge: Loppiano ospita infatti gente di ogni età e di ogni continente, giunta per vivere nella vita di ogni giorno quell’ideale di fraternità universale proposto dal Movimento dei Focolari. Si tratta infatti di una città come tutte le altre, con scuole, uffici, aziende e quant’altro. Un luogo, dunque, in cui sperimentare la diversità come ricchezza, e l’incontro con il «diverso» non come minaccia ma come momento di scambio e condivisione. Filo conduttore della giornata sarà il tema della globalizzazione: attraverso giochi di simulazione, laboratori e momenti di dialogo i ragazzi conosceranno luci ed ombre di questo processo, le dinamiche dei rapporti tra i vari Paesi del mondo, buone pratiche per uno stile di vita sostenibile e solidale, ed esperienze portate direttamente da chi le ha vissute. Da lì si partirà per elaborare e proporre azioni concrete da portare avanti nel quotidiano nelle proprie città. Le scuole interessate sono pregate di contattare contattare l’ufficio Educazione allo Sviluppo (EaS) dell’AMU entro il 31 dicembre per concordare il percorso didattico conoscitivo e il programma, così da renderlo il più possibile coerente con il percorso realizzato durante l’anno scolastico. Segreteria Organizzativa:  Via Frascati, 342 – Rocca di Papa (RM) Tel. 06 94792170 Email: eas@amu-it.eu (altro…)

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Sopravvissuti al tifone Yolanda

20140903-01 Minx e Alfred, abitano a Kalibo, isola filippina nella Provincia delle Visayas Occidentali, particolarmente colpita dal tifone Yolanda (Haiyan), l’8 novembre 2013. Da quando hanno incontrato il Movimento dei Focolari, 29 anni fa, la loro vita è cambiata: “Ci siamo messi a servire Dio in ogni prossimo”, dicono. «Il giorno prima dell’arrivo del tifone – raccontano –, eravamo stati avvertiti da TV e radio ma abbiamo ascoltato la notizia come fosse uno dei tanti già subiti in passato. I nostri 4 figli erano a casa per le vacanze di fine semestre a scuola. Eravamo perciò tutti insieme quando i forti venti e le piogge sono cominciate. Per la prima volta sperimentavamo una tempesta così forte: le finestre tremavano, il tetto iniziava a staccarsi pezzo per pezzo e il grande albero di mango si è sradicato ed è caduto senza, per fortuna, colpire la casa. L’acqua della pioggia iniziava ad entrare dappertutto fino ad allagare tutta la casa. Quando il secondo piano ha cominciato a tremare, abbiamo pensato  che tutto sarebbe stato distrutto». 20140903-05«In mezzo al disastro – ricorda Minx –, nel mio cuore dicevo: “Sei tu Signore, questa tragedia è un volto del tuo abbandono e voglio amarti. Ti prego, risparmiaci tutti…”. Quella notte, in mezzo alle tenebre a causa del black out, a letto, pensavo a quello che sicuramente era successo a quanti vivono in case di legno. Mentre le lacrime scendevano, pregavo per loro. Al mattino presto, dopo aver visto che noi stavamo tutti bene, sono andata a cercare i nostri vicini. C’era solo distruzione e volti spaventati. Ho cercato di mettere da parte il mio dolore per accogliere ogni persona sofferente che vedevo. Una bambina, amica di famiglia, piangendo mi ha detto: “Zia Minx, non abbiamo più casa …. paano na kami? “. Le sue parole innocenti mi spezzavano il cuore. L’ho abbracciata e le ho detto: “Non perdiamo il nostro amore e la fede in Gesù, preghiamo e continuiamo ad amarLo negli altri … Gesù ci aiuterà”. 20140903-03La nostra preghiera è stata ascoltata, perché il giorno dopo sono cominciati ad arrivare aiuti, prima da parenti e amici e poi da tante parti del mondo intero, attraverso il Focolare. È arrivato anche un generatore per portare avanti una piccola attività commerciale della nostra famiglia, dato che l’elettricità è mancata per mesi. Cercavo di essere sempre disponibile in qualsiasi momento per dare un aiuto. Uno dei miei figli diceva: “Mamma, preferisci aiutare gli altri quando non abbiamo nulla per riparare la nostra casa?”, perché l’acqua continuava a entrare quando pioveva. L’ho riassicurato: “Gesù si ricorderà della nostra bontà”. Dopo qualche mese siamo rimasti sorpresi e felici perché la nostra casa è stata inclusa nel progetto di riparazione e ricostruzione per le vittime del tifone Haiyan. Ora è stata riparata e anche se altri tifoni continuano ad arrivare ci sentiamo più protetti e sicuri. Siamo così grati a Dio e al Focolare, che ha sostenuto il progetto». Progetto di ricostruzione per le vittime del tifone. Il Movimento dei Focolari nelle Filippine, con il contributo di Azione per Famiglie Nuove (AFN) e dell’Associazione Mondo Unito (AMU), sta portando avanti un progetto di ricostruzione per 60 famiglie. A Tacloban, 6 case sono già terminate e si stanno preparando i documenti e i permessi per iniziare la costruzione di altre 5; inoltre, è stato dato un sostanzioso contributo a 7 famiglie che avevano già cominciato i lavori. A Baybay, si sta completando l’acquisto di un nuovo terreno su cui costruire. A Panay Island, oltre alle 5 case già completate, altre 7 sono in fase di costruzione, mentre si stanno facendo trattative per l’acquisto di un terreno su cui saranno costruite una ventina di casette a schiera, per famiglie che non hanno terreno proprio. Le case sono costruite con materiali solidi: tetto con grondaia di cemento, fondamenta e pareti in muratura, uno o due piani (secondo le necessità), di 50 mq. circa. Si possono far arrivare gli aiuti per l’emergenza Filippine attraverso i seguenti conti correnti: AZIONE per FAMIGLIE NUOVE Onlus c/c bancario n° 1000/1060 BANCA PROSSIMA Cod. IBAN: IT 55 K 03359 01600 100000001060 Cod. Bic – Swift: BCITITMX

MOVIMENTO DEI FOCOLARI A CEBU Payable to : Emergency Typhoon Haiyan Philippines METROPOLITAN BANK & TRUST COMPANY Cebu – Guadalupe Branch 6000 Cebu City – Cebu, Philippines Tel: 0063-32-2533728 Bank Account name:  WORK OF MARY/FOCOLARE MOVEMENT FOR WOMEN Euro Bank Account no.:  398-2-39860031-7 SWIFT Code:  MBTCPHMM Payable to:  Help Philippines– Typhoon Haiyan Email: focolaremovementcebf@gmail.com Tel. 0063 (032) 345 1563 – 2537883 – 2536407

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Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Maria Voce apre l’Assemblea dei Focolari

001-a«Dichiaro ufficialmente aperta l’Assemblea». Con queste parole Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari, ha dato inizio la mattina del 1° settembre ai lavori del tanto atteso appuntamento i cui partecipanti sono  chiamati ad esprimersi su argomenti fondamentali per la vita del Movimento e ad eleggere la Presidente, il Copresidente, i consiglieri generali per i prossimi sei anni. La parola di vita del mese riprende una frase di Paolo ai Romani: “Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio” (Rm 15,7) e Maria Voce invita tutti i presenti a porsi in quest’atteggiamento. Un impegno non scontato perché qui c’è gente che arriva veramente da ogni angolo del pianeta e porta con sé le tragedie di popoli in guerra, colpiti da calamità naturali, provati economicamente. Vengono letti alcuni messaggi tra cui quello dell’evangelico Gerhard Pross, dell’Ymca di Esslingen, che scrive tra l’altro: «Vi giunga un saluto caloroso in occasione della vostra Assemblea Generale. Sono molto cosciente di quanto sia importante questo momento per voi: per ciascuno singolarmente e per tutti insieme come Movimento dei Focolari. Desidero accompagnarvi in questi giorni con una preghiera speciale, chiedendo la presenza dello Spirito Santo, che sia Lui a condurvi e a guidarvi». 14907889438_d5d37fd04d_z«Incoraggiamento e sostegno» arrivano dal fon di Fonjumetaw (Camerun) «anche a nome dei “Fon-Amici” del Movimento dei Focolari». Nel suo messaggio chiede che vengano accettati gli auguri «per la realizzazione di questa importante riunione spirituale allo scopo di portare avanti l’eredità di Chiara dell’amore reciproco verso la fraternità universale». Il dr. Walter Baier, Segretario generale della rete degli intellettuali della Sinistra Europea “Transform!europe”, scrive tra l’altro: «Ci unisce l’obiettivo di un’umanità giusta, solidale e fraterna, in cui la differenza non è vissuta come divisione, ma come arricchimento. […] Vi auguro la sapienza: che possiate tradurre il vostro specifico nell’oggi e in questo vi assicuro la mia vicinanza». L’attenzione dei partecipanti, attraverso una videoregistrazione, viene richiamata sull’“eredità” della fondatrice, Chiara Lubich, che a quanti in più occasioni l’avevano interpellata sul futuro del Movimento dopo la sua morte, aveva risposto confidando la sua assoluta fiducia che la presenza di Gesù fra coloro che si amano reciprocamente nel Suo nome (Mt 18,20), avrebbe continuato a guidare e portare avanti il Movimento stesso. Con questa premessa iniziano le prime “operazioni”, a partire dall’approvazione del regolamento dell’Assemblea. I giorni dal 2 al 4 settembre saranno dedicati ad un ritiro spirituale. (altro…)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Dalle periferie del mondo al Vaticano

01-09-2014Dalle periferie al VaticanoDalle periferie del mondo al Vaticano’ di Michele Zanzucchi. La vita del card. Joao Braz De Aviz, uomo accanto alla gente, verso la Chiesa del domani. Un ritratto inedito che mette in luce la dimensione umana e avventurosa di una vita segnata dall’impegno accanto alla gente. La storia di João Braz de Aviz, (1949), vescovo chiamato a Roma dalla Diocesi di Brasilia come prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. La sua vita, una infanzia  trascorsa nella campagna brasiliana in una famiglia numerosa (è secondo di otto figli), la scoperta della vocazione, il seminario e gli studi a Roma, le numerose avventure in mezzo al “popolo di Dio” a lui affidato – è stato tra l’altro vittima di uno scontro a fuoco durante una rapina, di cui porta ancora centinaia di pallini nella carne –, ma soprattutto la sua dimensione radicalmente evangelica nutrita dal carisma di Chiara Lubich, in sintonia si direbbe totale con il sentire e il pensare di papa Bergoglio, che lo chiama “Querido hermano João”.Dalle periferie del mondo al Vaticano’ di Zanzucchi Michele, Braz De Aviz Joao. Collana: Verso L’unità –  Ed. Città Nuova

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Vangelo vissuto: vincere la sfiducia

20140831-a«Lavoro come custode in una chiesa di Montevideo, e tempo fa, all’aprire la porta, ogni mattina mi trovavo di fronte un ragazzo vestito male, che entrava in chiesa con il suo mate, la tipica bevanda di queste parti. Sospetto e sfiducia sono state la mia prima reazione, a causa del suo aspetto. Mi dicevo: “Non sia che si metta a rubare!”. Dopo un po’ di tempo però, mi sono ricordato della Parola di Vita… Ho iniziato a salutarlo e a parlare con lui. Mi ha raccontato che era un senza tetto. Una mattina, vedendolo lavato e sistemato con dei vestiti nuovi, gli ho chiesto se avesse trovato un luogo dove vivere. “No – mi ha risposto – mi lavo in piazza con il sapone che mi danno al Ministero per lo Sviluppo Sociale. Non mi piace sentirmi sporco”. Poi mi racconta che è  cattolico e che va in Chiesa per ‘parlare con Dio’. Aveva fatto la 1°comunione. Gli ho proposto, allora, di partecipare alla Messa e di parlare con il sacerdote. Da quel momento ha iniziato a parteciparvi quotidianamente. Essendo un po’ ingrassato, avevo tanti vestiti che mi erano diventati stretti. “Forse a lui potevano andar bene “- ho pensato -.  Così riempita una borsa, glieli ho portati. “Così tanto!! Noooo!- ha esclamato vedendoli – Ho bisogno di poco, perché vivo per strada”. In seguito anche altre persone della comunità hanno iniziato ad aiutarlo nella convinzione che ogni fratello è un “altro Cristo”. Fu così che questo ragazzo, oggi ormai un amico, è riuscito a trovare un buon lavoro (è un gran lavoratore) e ad affittare una stanza». J. B. (Montevideo – Uruguay) «Alcuni giorni fa andando a fare la spesa, ho visto una signora che frugava tra la spazzatura selezionando quello che trovava. Mi sono fermata e l’ho guardata. Lei ha risposto al mio sguardo, dicendomi: “I ricchi buttano via le loro cose… ma queste a noi servono ancora”. E subito mi ha fatto vedere una pentola, commentando: “È di un buon materiale”. “Hai ragione! – le ho risposto meravigliata di quello che aveva trovato -. È una pentola buona, si vede usata, ma è una di quelle che sono eterne”. Abbiamo continuato a parlare: “… questo serve per fare il budino e questo per scolare …” e così siamo andate avanti. Mi ha fatto poi vedere un santino della Madonna che aveva trovato nell’immondizia, insieme ad una statuetta della Madonna del Valle, una di quelle piccole ed antichissime Madonne di piombo.  “Sai che significa questo per me? – le ho detto – Che la Madonna è con te”. Mi ha risposto:“Si! Dio e la Madonna sono sempre con me. Mi accompagnano sempre”. Vedendo tra gli oggetti trovati delle piante che mi piacevano, ha voluto condividerle e mi ha invitato a prenderne un ramoscello, poi anche un altro… Tornata a casa li ho messi in acqua perchè nascessero le radici per poi trapiantarli. Nel cuore ho pregato: “Grazie Gesù per averTi incontrato per strada. Grazie per venirmi a trovare. Non Ti stancare di cercarmi fino a quando non Ti cercherò con decisione nelle periferie”». T.S. (Cordoba – Argentina) (altro…)

Settembre 2014

“Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio”. Queste parole di san Paolo ci richiamano uno degli aspetti più toccanti dell’amore di Gesù. E’ l’amore con cui Gesù durante la sua vita terrena ha sempre accolto tutti, in modo particolare i più emarginati, i più bisognosi, i più lontani. E’ l’amore con cui Gesù ha offerto a tutti la sua fiducia, la sua confidenza, la sua amicizia, abbattendo ad una ad una le barriere che l’orgoglio e l’egoismo umano avevano eretto nella società del suo tempo. Gesù è stato la manifestazione dell’amore pienamente accogliente del Padre celeste verso ciascuno di noi e dell’amore che, di conseguenza, noi dovremmo avere gli uni verso gli altri. E’ questa la prima volontà del Padre su di noi; per cui non potremmo rendere al Padre una gloria più grande di quella che gli rendiamo quando cerchiamo di accoglierci gli uni gli altri a quel modo con cui Gesù ha accolto noi. “Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio”. Come vivremo allora la Parola di vita di questo mese? Essa richiama la nostra attenzione su uno degli aspetti del nostro egoismo più frequenti e, diciamo pure, più difficile da superare: la tendenza ad isolarci, a discriminare, ad emarginare, ad escludere l’altro in quanto è diverso da noi e potrebbe disturbare la nostra tranquillità. Cercheremo allora di vivere questa Parola di vita innanzitutto all’interno delle nostre famiglie, associazioni, comunità, gruppi di lavoro, eliminando in noi i giudizi, le discriminazioni, le prevenzioni, i risentimenti, le intolleranze verso questo o quel prossimo, così facili e così frequenti, che tanto raffreddano e compromettono i rapporti umani ed impediscono, bloccando come una ruggine, l’amore vicendevole. E poi nella vita sociale in genere, proponendoci di testimoniare l’amore accogliente di Gesù verso qualsiasi prossimo il Signore ci metta accanto, specialmente quelli che l’egoismo sociale tende più facilmente ad escludere o ad emarginare. L’accoglienza dell’altro, del diverso da noi, sta alla base dell’amore cristiano. E’ il punto di partenza, il primo gradino per la costruzione di quella civiltà dell’amore, di quella cultura di comunione, alla quale Gesù ci chiama soprattutto oggi. Chiara Lubich Pubblicata in Città Nuova 1992/22, pp.32-33.

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Anche da ammalati si può amare

«L’anno scorso sono stata di nuovo in trattamento oncologico per un cancro: la seconda volta è andata addirittura peggio della prima. È stato duro accettare di nuovo la malattia dopo quasi cinque anni. Le otto sessioni di chemioterapia sono durate sei mesi, poi c’è stato un periodo di riposo necessario per poter continuare con le 25 sessioni di radioterapia in un ospedale che dista circa 30 km da casa mia. Qualche volta mi hanno accompagnato delle amiche, ma spesso ci sono andata da sola, portando qualcosa da leggere o qualsiasi altra cosa che potesse distrarmi. La seconda settimana mi sono accorta di una donna musulmana che sedeva da sola nella sala d’aspetto ed aveva un’espressione di tristezza infinita. Quel giorno sono stata lì molto a lungo e ho potuto vedere mentre portavano, in barella, una bambina di cinque anni che hanno sistemata vicino a lei. Avevo sentito le infermiere parlare di quella bambina: era stata operata di un tumore celebrale e adesso le stavano applicando una radioterapia speciale che la obbligava a stare ferma e per questo la dovevano sedare. Il giorno dopo la scena si è ripetuta. Osservavo e mi dicevo che dovevo fare qualcosa. Mi vergognavo ad avvicinare la madre perché parlava male la mia lingua e non volevo metterla a disagio, così ho detto all’infermiera di chiederle se aveva bisogno di qualcosa. Sono venuta a sapere che la bambina avrebbe avuto bisogno di un cappottino e che anche un passeggino sarebbe risultato molto utile. Avevo un passeggino quasi nuovo che avevo messo da parte per mia sorella e diversi cappottini di mia figlia che sicuramente le sarebbero andati bene! Ma arrivata a casa, ho preparato tutto ed ho preso anche dei giocattoli. Sapevo che stavo facendo tutto questo a Gesù perché Lui stesso aveva detto: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40).  Ho portato tutto all’infermiera. Il giorno seguente è arrivata la bambina contentissima con la sua borsetta e una bambola: era una gioia vederla sfoggiare le sue cose “nuove”! La mamma voleva conoscermi, nonostante io volessi mantenere l’anonimato: “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3), ma, poichè insisteva molto, sono andata  a salutarla. È stato emozionante. Mi ha abbracciato e ringraziato con gli occhi pieni di lacrime. Nei cinque giorni che mi rimanevano di radioterapia mi sono seduta con lei e abbiamo parlato tanto. Avevo iniziato la radioterapia con paura e angoscia perché dopo un mese e mezzo mia figlia avrebbe fatto la prima comunione ed io sarei stata impresentabile. La mia preoccupazione maggiore riguardava i miei capelli. Oggi ringrazio Dio per aver imparato ad uscire da me stessa e a vedere il fratello che mi sta vicino, che anche soffre, mettendo in secondo piano il mio io e le mie preoccupazioni». S.G. (Murcia – Spagna) (altro…)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Al via l’Assemblea generale dei Focolari

20140827-aAl Centro Mariapoli di Castelgandolfo, Roma, sono attesi 494 delegati dei Focolari in rappresentanza del centro internazionale e delle diverse aree geografiche del mondo, espressione della pluralità che caratterizza il Movimento: laici e consacrati, adulti e giovani, uomini e donne. Inoltre, ad accompagnare i lavori dell’Assemblea vi saranno 49 invitati, tra cui alcuni cristiani di varie Chiese. Sono invitati anche rappresentanti delle Grandi Religioni e di culture non religiose appartenenti ai Focolari. L’evento è stato preparato con un’ampia partecipazione delle comunità dei Focolari, concretizzatasi in riflessioni e proposte per un’Assemblea che sarà chiamata ad esprimersi su argomenti fondamentali per la vita del Movimento. Secondo il preambolo dei suoi Statuti generali, «la norma delle norme, la premessa di ogni altra regola» è l’amore scambievole, quale fondamento all’agire dello Spirito Santo: è questa la “logica” che ha guidato tali consultazioni nel mondo. Dal lavoro preparatorio sono emerse domande, sfide ed esigenze di un popolo vitale in cammino. In particolare sono emersi la fedeltà all’identità carismatica, l’attenzione per i giovani, gli anziani e le famiglie, il bisogno di andare al di là del proprio movimento muovendosi verso i dolori dell’umanità, con uno sguardo privilegiato a quanti sono attanagliati dai bisogni più diversi. Una spinta all’azione, dunque, con un’adeguata e aggiornata formazione spirituale e culturale, sulla linea della spiritualità di comunione tipica del carisma dei Focolari, affinché sia Gesù stesso, presente fra coloro che sono uniti nel Suo nome (cfr. Mt 18, 20), a camminare per le strade per incontrare gli uomini e le donne di oggi. La totalità dei contributi è stata sintetizzata in 12 grandi temi che i partecipanti all’Assemblea, in gruppi e in plenarie, saranno chiamati ad affrontare per indirizzare il Movimento nei prossimi anni. Dopo alcuni giorni di ritiro spirituale e di lavoro comune, l’Assemblea procederà all’elezione della Presidente, del Copresidente, dei consiglieri e delle consigliere generali per i prossimi sei anni. I partecipanti saranno ricevuti da papa Francesco venerdì 26 settembre. L’Assemblea generale è il più importante organo di governo del Movimento e si riunisce ordinariamente ogni sei anni. (altro…)

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Angeli con un’ala sola: la sfida EdC in Messico

20140826-06«L’Economia di Comunione è un modo di pensare, sentire e agire diversamente!» Non usa mezzi termini Galo Pozo, consulente d’impresa dell’Equador, nel definire il progetto EdC, invitando i giovani partecipanti a «giocarsi la vita nel modo migliore possibile, per questo progetto». Sembra dica queste cose prima di tutto a se stesso Galo Pozo: in fondo è uno di loro, uno dei partecipanti alla “Summer School” di Economia di Comunione (EdC) che si è svolta dall’11 al 15 Agosto a “El Diamante”, la cittadella dei Focolari a una manciata di Km da Puebla, Messico centrale. Pozo è uno di loro perché, come ha detto Luigino Bruni, Coordinatore della Commissione Internazionale EdC, «Qui non ci sono insegnanti e allievi, ma persone che imparano le une dalle altre nella comunione». E così 60 persone, tra studenti, imprenditori e specialisti di Economia di Comunione sono accorsi da Stati Uniti, Canada, Messico, Honduras, Panama, Costa Rica, Colombia, Argentina, Brasile ed Equador oltre che da Francia, Svizzera e Italia, per approfondire i diversi aspetti della teoria e della pratica di questo progetto economico. Il programma della scuola ha offerto delle lezioni in plenaria, grazie ai contributi dei già citati Bruni e Gozo, ma anche dell’economista svizzero Luca Crivelli, della francese Anouk Grevin e dell’imprenditore brasiliano Armando Tortelli (membri della Commissione Internazionale EdC). 20140826-07Non sono mancate visite a realtà concrete che sul territorio già operano nello spirito dell’Economia di Comunione, come la Scuola Santa Maria, nella vicina città di Actipan, che rappresenta una forte testimonianza di quello che si può realizzare: in un contesto di grande povertà e degrado di tutti i tipi, è nata una scuola, frequentata oggi in armoniosa convivenza da ragazzi e ragazze di diverse estrazioni sociali e condizioni economiche. Qui tutta la comunità educativa è impegnata attivamente, a partire dalle famiglie, tutti insegnano e ciascuno impara ciò che è più importante nella vita, sperimentando la pienezza come persone in tutte le dimensioni: fisica, intellettuale, psicologica ed spirituale. Un’applicazione concreta che mostra come i nostri comportamenti nella vita dell’impresa, caratterizzati da creatività, innovazione e un forte amore per i poveri, possono davvero trasformare la realtà che ci circonda. 20140826-04Fondamentali sono stati anche i momenti di comunione e scambio di esperienze, che hanno contribuito a creare reti di collaborazione tra tutti, allo scopo di rafforzare e sviluppare le proprie iniziative imprenditoriali, quelli che sono i propri “sogni”: piattaforme digitali per trovare finanziamenti, produzioni di abbigliamento, gallerie d’arte, una scuola di formazione ai mestieri, negozi online, sono alcune delle iniziative emerse per la centralità data alla comunione dei beni, l’impegno sociale e la centralità della persona. «Siamo arrivati qui con idee, professioni e realtà nazionali molto diverse – scrivono i giovani nel loro manifesto conclusivo – L’Economia di  Comunione ci invita a guardare a tutte queste singolarità con occhi nuovi e senza frontiere, a percepire le molteplici dimensioni della povertà ed a impegnarci liberamente a cambiare il mondo giorno dopo giorno. (…) Non facendoci limitare dalle frontiere, desideriamo trovare alternative all’attuale modello di economia che non è in grado di rispondere al nostro profondo desiderio di una società più fraterna e giusta, dove l’amore sia il più grande strumento di trasformazione. Siamo “angeli con una sola ala” che per volare devono abbracciarsi gli uni agli altri». (altro…)

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Il Progetto Amazzonia continua

20140824-02 “Le parole non esprimono la grande felicità e il cambiamento che sento…”, “Questi giorni mi hanno lasciato il segno”. Le impressioni a caldo di due giovani, Eduardo di Abaetetuba e Leticia di Curupaiti del Parà (Nord Brasile), dopo un’ intensa settimana trascorsa  nel quadro del “Progetto Amazzonia”. Avviato dal Movimento dei Focolari, il progetto vuole essere una risposta all’appello lanciato dai vescovi brasiliani alle diverse espressioni della Chiesa per l’evangelizzazione di questa grande terra, dove i cattolici diminuiscono, i sacerdoti scarseggiano, mentre cresce l’adesione alle sette. Abaetetuba è una delle città al centro di questo progetto. Immersa nella foresta, sorge sulle rive del Rio Maratauira. È disseminata su 72 isole su cui vive la metà dei 150.000 abitanti. La grande maggioranza della  popolazione ogni giorno affronta non poche sofferenze per la grande povertà, ma ha un carattere  battagliero e gioioso, sempre pronto a dare agli altri ciò che di meglio ha.  I 45 “missionari” dei Focolari, provenienti da tutto il Brasile, insieme ai membri del Movimento locale e ai  parrocchiani di tre comunità, sono andati casa per casa (circa 1900 persone), incontrando ovunque una grande accoglienza. 20140824-01“In una famiglia – racconta Laiane (Maranhão, Nordest) – ho incontrato una signora che stava vivendo un grande dramma: in quei giorni era stato ucciso un ragazzo, suo vicino di casa che considerava suo figlio. Si era preso cura di lui sin da piccolo e aveva fatto di tutto per farlo uscire dalla droga, senza riuscirci. Aveva un grande bisogno di essere ascoltata. Quando ci siamo salutate, non finiva di ringraziare: “Siete stati un dono di Dio”. “In un’altra famiglia ho trovato un  anziano paralizzato. Gli ho dato la Parola di vita di quel mese: ‘Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’; ho incrociato il suo sguardo: assentiva con tutto il cuore”. “Alle volte mi lascio abbattere dalle difficoltà, ma ascoltando queste persone mi ha colpito quanto la fede li aiuta a superare grossi problemi”, afferma ancora Eduardo. 20140824-03Il “Progetto Amazzonia” non è solo evangelizzazione intesa in senso spirituale, ma servizio concreto. “In partenariato con gli enti statali – raccontano Natalia (Rio de Janeiro) e Manuela (Sergipe, Nordest) –  abbiamo collaborato in un’azione sociale  per  rispondere alla richiesta di documenti per la ricerca di lavoro, per favorire l’accesso ai servizi sanitari e la partecipazione ai programmi sociali del governo”. Questo progetto conta già 8 anni. Non pochi i frutti: rivitalizzazione delle comunità, crescita nel rapporto con le istituzioni civili, nuovo protagonismo della popolazione per lo sviluppo sociale e spirituale della città. (altro…)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Testimonianze dall’Iraq/1

20140823-02«Dopo le elezioni avvenute quest’anno – scrive R. – la situazione nel Paese è peggiorata, perché fino a pochi giorni fa non era stato formato un governo. I gruppi estremisti hanno approfittato di questa situazione e hanno cominciato ad avanzare al Nord. Tante famiglie sono scappate per rifugiarsi in posti più sicuri. Alcune famiglie del Movimento che abitano in posti più protetti le hanno accolte nelle loro case. Mentre i mass media trasmettono notizie tragiche, noi cerchiamo di testimoniare con gesti concreti l’amore e misericordia verso tutti».

«Prima del peggioramento della situazione – racconta V. – pensavo insieme ad un amico di dare coraggio e speranza agli abitanti della nostra città. Infatti tanti emigravano. Abbiamo parlato con alcune autorità cittadine per chiedere di affiggere sui muri della città delle frasi incoraggianti, cercando di evidenziare il positivo, dato che girano solo notizie negative. Un giorno abbiamo aiutato una famiglia del Movimento che si era rifugiata nella nostra città. Aveva bisogno di acqua. Uno dei nostri vicini, pur non conoscendoci molto, ci ha fornito dell’acqua destinata alla sua famiglia vedendo che ne avevano più bisogno. Altre famiglie ci hanno chiesto di trovar loro un posto dove alloggiare. Abbiamo pregato Dio che ci aiutasse. Ci è venuta in mente una casa chiusa che appartiene a dei nostri parenti emigrati all’Estero. Li abbiamo contattati. Ci hanno dato subito la loro disponibilità».

L’esperienza di V. si riferisce ai giorni in cui le persone erano incerte sul loro futuro perché a 20km i gruppi estremisti avevano cacciato via i cristiani di quella regione. Purtroppo in seguito hanno attaccato anche i piccoli villaggi, prevalentemente di cristiani, costringendoli a lasciare le loro case – durante la notte –, insieme a tutto ciò che possedevano.

«Praticamente – continua R. – tutti i giovani che conosciamo hanno dovuto lasciare tutto: le loro case, scuola, lavori… Alcuni si son rifugiati a Duhok, una città più al nord del Paese, dove sono stati accolti da una famiglia del Movimento. Si sono trovati così a vivere insieme, in una situazione simile a quella dei primi tempi del Movimento durante la Seconda Guerra Mondiale, dove nonostante l’infuriare delle bombe si continuava ad aiutare tutti. Spontaneamente, famiglie e giovani si sono ritrovati spesso per recitare il Rosario insieme. Ogni giorno se ne sono aggiunti altri e ora sono una sessantina circa di persone che si trovano quotidianamente a pregare, ogni volta in una casa diversa. Le famiglie profughe hanno trovato rifugio alcune nella chiesa, altre in una scuola, altre ancora in un edificio in costruzione. La maggioranza sono cristiane ed ultimamente sono arrivate altre famiglie yazedite. La raccolta di fondi per iniziativa dei giovani e del Movimento nel mondo ci sta dando la possibilità di  aiutarle poiché non hanno niente. A Dohok abbiamo potuto acquistare generi alimentari, materassi, lenzuola e ventilatori!».

«Insieme ad un amico – continua V. – avevano già acquistato una buona quantità di materassi, ma ancora ne mancavano parecchi e così siamo andati in un altro villaggio. Dopo aver spiegato il motivo per cui li acquistavamo, il proprietario del negozio ha voluto aderire alla nostra iniziativa e ci ha regalato tutti i materassi!  Così abbiamo potuto comperare altre generi di prima necessità» (continua)

Per chi volesse aiutare per i cristiani dell’Iraq: IBAN JO09 ARAB 1110 0000 0011 1210 9985 98 Account: 0111 210998 0 598 Swiftcode: ARABJOAX100 Causale: Aiuto cristiani in Iraq ARAB Bank – Amman branch Amman – Jordan (altro…)

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Felipe, un marinaio che vive il Vangelo

20140822-01Due episodi che sottolineano l’impegno di Felipe a vivere per la fraternità, raccontati direttamente dal protagonista. «Quando ero al Collegio Navale ho dormito in una stanzone con 200 letti. Dovevamo svegliarci presto, e rimanere immobili mentre il superiore parlava. Capivo che potevo vedere e amare Gesù in molti che erano lontani dalle loro famiglie e, appena potevamo muoverci, sistemavo il mio letto e anche i letti degli altri e dicevo ‘Buongiorno!’ a tutti quelli che trovavo nel corridoio della scuola. Una sera, dando la buona notte con un grande sorriso a un amico, lui mi ha risposto: ‘Felipe tu sei felice, e si vede che è a causa di Dio! Penso che verrò a Messa con te’. Per tre anni ho cercato di salutare e amare tutti così e ho sperimentato vera la frase: dove non c’è amore, metti amore, e troverai amore. Infatti, mentre ero in difficoltà in una finale di un torneo di scherma, i miei colleghi hanno cominciato tutti ad incitarmi ripetendo: ‘Buongiorno Felipe! Buongiorno Felipe!’ E io ho vinto il torneo». Il mettere amore dove non c’è è anche il segreto che gli ha permesso di superare le inevitabili difficoltà del vivere il Vangelo: «Una sera due colleghi che a volte mi prendevamo in giro per il mio modo di vivere, sono tornati nella camerata ubriachi e mi hanno svegliato picchiandomi. La mattina dopo, mentre loro stavano ancora dormendo, alcuni amici mi hanno incitato a vendicarmi. Ma io ho pensato: farò un altro tipo di vendetta, una vendetta d’amore. Allora sono andato in cucina e ho preparato una bella colazione per loro con panini, latte, cioccolato, frutta, succo, e ho scritto anche un biglietto che diceva: Buongiorno! Quando loro si sono svegliati non capivano perchè avessi fatto questa cosa e mi hanno abbracciato chiedendomi scusa. Il giorno seguente, quando mi sono svegliato, ho trovato un pezzo di torta di fronte al mio letto, con un biglietto che diceva: Buongiorno!! Era quell’amico che mi aveva picchiato. Veramente l’amore vince tutto!». Fonte: www.loppiano.it (altro…)

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Progetto «Learning fraternity»

LearningFraternity«Learning fraternity», «Imparare la fraternità»: è questo il titolo dell’articolato progetto che l’AMU-Azione per un Mondo Unito, in qualità di ente accreditato presso il ministero dell’Istruzione in Italia, porterà avanti nell’anno scolastico 2014-2015 in collaborazione con il Movimento Umanità Nuova dei Focolari. L’obiettivo della lunga serie di azioni, per dirla con l’AMU stessa, è quello di «sollecitare la presa di coscienza e la crescita di responsabilità rispetto alle sfide che investono il mondo contemporaneo e per le quali ciascuno è chiamato ad impegnarsi in maniera personale», attraverso l’educazione alla cittadinanza attiva, alla multiculturalità, alla pace, alla condivisione e solidarietà e agli stili di vita sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Potendo contare sulla solida base dei percorsi già avviati negli scorsi anni, AMU e Umanità Nuova propongono quindi attività di formazione su queste tematiche per insegnanti ed educatori – dando continuità in particolare ai corsi di formazione ed aggiornamento “Cambia…menti” -, il Campus di cittadinanza planetaria a Loppiano (a cui dedichiamo un articolo specifico), e laboratori tematici per gli studenti: percorsi di cittadinanza attiva strutturati su quattro livelli, dalla globalizzazione e fraternità, all’intercultura, all’economia e cultura del dare, all’ambiente e stili di vita responsabili. E poi una rete di progetti a livello mondiale: tra quelli avviati in Italia ricordiamo «Costruiamo insieme un mondo di fraternità e pace», attivo già da qualche anno in molte scuole della Sicilia e della Calabria, che ha come obiettivo l’educazione all’ascolto, all’incontro, al dialogo e alla convivenza tra diverse etnie e culture – come ad esempio quelle Rom, indiana e nordafricana, presenti in questi territori. WB-News-2014-07-11Perù-300x225Gemellaggi e partenariati con scuole estere, tra cui quest’anno occupa un posto particolare il progetto «Una scuola sulle Ande» (si veda articolo dedicato). Prosegue inoltre il progetto internazionale “Schoolmates” (www.school-mates.org), in collaborazione con i Ragazzi per l’Unità: una rete mondiale tra le classi per scambiarsi esperienze, condividendo culture, lingue, tradizioni e iniziative già in atto, e che permette ogni anno il sostegno di circa 600 borse di studio per studenti in Paesi in via di sviluppo e altri microprogetti di solidarietà in varie parti del mondo grazie ad iniziative di raccolta fondi realizzate dai ragazzi stessi. Gli insegnanti e le scuole che aderiscono a questi progetti possono contare su una rete ben consolidata, che si concretizza anche attraverso un’altra rete, quella internet: sul sito dell’AMU (www.amu-it.eu) è disponibile la documentazione prodotta a corsi e seminari all’area «Formazione insegnanti», ed è in via di ripresa la pubblicazione della newsletter per docenti sospesa nell’anno scolastico 2013-14. La rete AMU educatori ha inoltre dei referenti regionali, a cui insegnanti e scuole possono rivolgersi: per conoscere i loro nominativi e avere i loro contatti, basta rivolgersi all’AMU agli indirizzi indicati nel sito. (altro…)

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«Petite flamme», il miracolo continua

20140820-02Un progetto che, nella periferia di Kinshasa – capitale della Repubblica Deocratica del Congo – vuole dare ai ragazzi un’istruzione e un’alimentazione adeguata, cure mediche e vestiario: è «Petite Flamme», piccola fiamma, che segue 1650 bambini inseriti in 9 scuole. «Sono ormai 17 anni che accompagno questo progetto – raconta Edi, co-referente del Movimento dei Focolari – che da 19 anni portiamo avanti grazie al Sostegno a Distanza con Famiglie Nuove. Oltre ai bambini ne beneficiano anche gli insegnanti e le loro famiglie, avendo trovato un lavoro pur con un salario modesto in un Paese con oltre l’80 % di disoccupazione». 20140820-03Innumerevoli gli esempi di sostegno concreto che il progetto riesce a dare. «Ad esempio – prosegue Edi – una ragazza madre in difficoltà è riuscita ad ottenere un diploma di cucito, potendo ora sfamare il bambino e sé stessa. O ancora, un ragazzo orfano sarà il primo laureato in matematica e informatica all’Università di Kinshasa». A «Petite Flamme» vengono inoltre accolti bambini non vedenti che seguono un apposito percorso formativo. Anche una volta finiti gli studi, i ragazzi non vengono lasciati senza mezzi: le ragazze che hanno conseguito il diploma di sarta, ad esempio, hanno potuto portare a casa una macchina a cucire per dare avvio alla propria attività professionale. «I bambini non vedenti, ricevono una formazione particolare per la musica – spiega Edi – e ricevono in regalo una chitarra classica. Durante la festa di saluto un ragazzo non vedente ha fatto il dono di cantare per tutti una canzone composta da loro, in cui ringraziano i genitori d’averli cresciuti nonostante tutte le difficoltà che questo comporta, in un Paese povero».

Jonathan (sinistra) insieme ad altri alunni

Jonathan (sinistra) insieme ad altri alunni

Commoventi, poi, alcune testimonianze: «A Kinshasa, città di quasi 12 milioni di abitanti, c’è un unico centro per portatori di handicap – racconta Edi -. Una delle nostre collaboratrici, recandovisi per alcune sedute di fisioterapia, ha incontrato un ragazzo in uniforme scolastica, con un forte handicap. “Chi sarà mai”, si era chiesta. “Nonostante l’handicap, si distingueva fra tutti gli ammalati, sembrava felice”. La T-shirt del Genfest di Budapest che la collaboratrice indossava ha offerto l’occasione per fare amicizia, in quanto il ragazzo conosceva il Movimento dei Focolari. E la collaboratrice commentava: «Finalmente ho conosciuto di persona Jonathan – così si chiama il giovane – che adesso va alla scuola di recupero “Petite Flamme”. Il ragazzo, tempo fa, viveva nella miseria più nera, per cui avevamo cercato un materasso perché potesse essere accolto in casa di uno zio. Il rendimento scolastico è migliorato, così come le sue condizioni fisiche, grazie alla fisioterapia. Jonathan alla fine di quest’anno scolastico ha potuto sostenere un esame che gli permette di passare alla scuola secondaria». Molto forti anche le testimonianze di alcune ragazze che frequentano la scuola: «La sofferenza mi aveva costretto a cercarmi soldi in modo disonesto – racconta una di loro -, e mi sono trovata molto presto incinta. La nascita di mia figlia Jordan ha aumentato il mio dolore, perché ora eravamo in due ad avere bisogno di aiuto. Ma un giorno il responsabile del gruppo di base della Chiesa cattolica della Marina “Baramato” mi ha introdotta a “Petite Flamme”. Mi vergognavo di vestire ancora l’uniforme della scuola, ma sono rimasta toccata dall’amore dei nostri insegnanti. Si sono fatte uno con me, nonostante il mio basso livello scolastico. Così ho fatto anch’io con la mia piccola Jordan. Ora ho un grande interesse per tutte le lezioni: vorrei continuare la mia formazione fino alla fine, e il mio sogno è diventare una brava sarta». (altro…)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Il Vangelo in diretta

imagesSono drogato «Un ragazzo si era avvicinato a noi: «Sono drogato, ma voglio recuperarmi. Ho bisogno che qualcuno mi aiuti a non drogarmi, voglio ricoverarmi. Non so come sono arrivato fin qui. Ero sul treno e mi sono addormentato…». Poiché nella nostra città non esistono istituti per il recupero di tossicodipendenti, lo abbiamo invitato a venire da noi. Mentre consumava la merenda offertagli, ci ha confidato che la sua dipendenza era grave, tanto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riuscire a procurarsi la droga. Grazie a Dio, un medico amico ha trovato il modo di farlo ricoverare in ospedale. Il giorno dopo siamo andati a trovarlo, portandogli dolci. Ci ha supplicato di non lasciarlo solo. Quando è uscito dall’ospedale per alcuni giorni si è fermato da noi. Nel frattempo si è aperta una possibilità di ricovero presso un centro specializzato. Lo abbiamo visto partire felice e sicuro di poter contare ancora su di noi». E.C. – Argentina Il Vangelo in diretta «Un ex carcerato desiderava incontrarmi, ma nello stesso tempo avevo da portare alcuni pacchi di viveri a diverse famiglie in difficoltà, che sapevo aver urgenza d’un sostegno. Mentre riflettevo su come fare, arriva una telefonata: «Hai bisogno di aiuto? Ho la macchina e sono disponibile a portare qualche pacco alle famiglie». A sentire come Dio è vicino e vede tutto, ascolta tutto, ho preso un colpo. È proprio vero che lui manda i suoi angeli per aiutarci a fare il bene. Così sono andato a trovare il mio amico conosciuto in carcere, mentre l’ “angelo” è andato a portare i pacchi a sette famiglie. Così funziona il Vangelo in diretta». A.D.N. – Italia Gli stagionali 20140818-b«Nel cantiere dove lavoro ci sono tanti “stagionali”. Era il giorno in cui dovevo pagare la settimana lavorativa, ma a conti fatti i soldi non erano sufficienti: così la somma disponibile era destinata agli operai fissi, mentre gli stagionali avrebbero dovuto aspettare. Uscendo, mi sono venute incontro le mogli di questi. Dopo aver spiegato la situazione, mi son sentito dire che sarebbero rimaste lì fino a quando non le avremmo pagate, perché a casa i bambini avevano fame. Rientrato in ufficio ho prelevato dalla mia busta paga una certa quantità di soldi, poi ho proposto agli operai che erano stati già pagati di offrire ognuno 10 boliviani, in modo da raccogliere i soldi che mancavano. Dopo un po’ di esitazione, hanno accettato. Solo uno non si è mosso, ma proprio quando consegnavo i soldi alle mogli, mi ha raggiunto anche lui per darmi i suoi 10 boliviani».F.M. –Bolivia Fare qualcosa di più «Con mia moglie e i nostri due figli, sentivamo forte l’esigenza di fare qualcosa per il nostro piccolo paese, schiacciato da tanti problemi: coppie smembrate, ragazze madri, immigrati, povertà e miseria morale. E così il nostro grazioso appartamentino è diventato un centro d’ascolto. In paese sono stati felici di questa iniziativa; anche i parenti e tanti altri sono stati coinvolti nel volontariato. Così sono nate tante possibilità per aiutare alcune persone in difficoltà: l’accoglienza di Sonia, una ragazza madre slava, sostenuta prima e dopo la nascita del piccolo Piero, le cene per le donne ucraine che lavorano nel territorio, una mini-scuola per genitori e la collaborazione con vari giovani per la realizzazione di alcuni progetti in Africa. È piccolo l’appartamento dove abitiamo, ma ormai ospita un piccolo seme di “mondo unito”». TP. – Italia Fonte: Il Vangelo del giorno (Supplemento al n. 11/2014 della rivista Città Nuova) (altro…)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Diritto e ambiente: la Summer School 2014

DSC00212Abrigada (Portogallo): sono in 30, da Kenya , Angola, Congo, Portogallo, Spagna, Italia. Cary, angolana, studia diritto a Lisbona. È stata lei, l’ultima mattina, ad avviare una serie di impressioni e proposte: “Vorrei chiedere ad ognuno di voi di “non scendere”. Se avremo questa mente sana, onesta, piena di amore verso chi ha bisogno, allora porteremo avanti questo nostro sogno”.  Federico, italiano, ha ben sintetizzato cosa è emerso dai lavori: “Dopo questa Summer school è chiaro che non si può fare diritto senza farlo comparato; per affrontare i temi dell’ambiente occorre un approccio globale e multidisciplinare”. I 4 giorni di lavori, dal 26 al 29 Luglio, hanno ruotato attorno allo studio della tutela giuridica dell’ambiente naturale, in vario modo minacciato nelle diverse parti del mondo. Lo studio, fatto insieme con docenti di discipline giuridiche e ambientali, ha fatto venire alla luce e ha fatto sentire in ognuno, in maniera vitale, la comunione con l’ambiente che ci circonda, sì da suscitare in tutti il bisogno di custodirlo. Questa consapevolezza ha accomunato tutti i partecipanti alla scuola, al di là delle differenti origini e provenienze, nel bisogno di difendere l’integrità della natura ed insieme ha affratellato tutti i partecipanti, sì da far pensare che perseguire tutti insieme la protezione dell’ambiente in tutto il mondo è una via concreta, sicura ed efficace per realizzare la pace e la fratellanza. 2014-07-26 18.03.33Marc’Angela del Congo sente che deve impegnarsi in prima persona: “Non posso più tirarmi indietro. Ho pensato di coinvolgere un gruppo di giovani nel mio Paese, che già si impegnano in una ONG, per poter insieme lavorare a salvare l’ambiente. Qui ho capito che gli errori che stiamo compiendo nel mio Paese, in Italia sono stati fatti tanti anni fa, e ora vedo le conseguenze. Dobbiamo imparare e impegnarci, anche a costo personale”. “Quello che rende indimenticabili questi momenti è la relazione: dobbiamo imparare a trasferire questo modus vivendi nella vita di tutti i giorni. Non è il mio primo incontro di questo genere, ma ogni volta quello che mi colpisce è l’amore universale che qui si vive”, dice Michela, dall’Italia. “Tornando, voglio impegnarmi per cambiare le cose attorno a me. Sono solo una goccia nell’oceano, ma credo che con questa goccia possa fare la differenza”, spiega invece dal Kenia Eva Maria. DSC00181“Torno con grandi propositi: partecipare attivamente, vivere per gli altri. Vengo volentieri qui perché alla fine di questi incontri non sono più napoletana, italiana, ma cittadina del mondo. Qui con voi vivo la fraternità” (Maria) Il prossimo appuntamento è per il Congresso internazionale (Castel Gandolfo 13-15 novembre 2015), ma – concludono i giovani “vogliamo arrivarci da protagonisti, preparandolo insieme”. (altro…)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

A che serve la guerra?

Igino Giordani - L'inutilità della guerra«La guerra è un omicidio in grande, rivestito di una specie di culto sacro, come lo era il sacrificio dei primogeniti al dio Baal: e ciò a motivo del terro­re che incute, della retorica onde si veste e degli in­teressi che implica. Quando l’umanità sarà progre­dita spiritualmente, la guerra verrà catalogata ac­canto ai riti cruenti, alle superstizioni della strego­neria e ai fenomeni di barbarie. Essa sta all’umanità, come la malattia alla salute, come il peccato all’anima: è distruzione e scempio e investe anima e corpo, i singoli e la collettività. Secondo Einstein, l’uomo avrebbe bisogno di odiare e distruggere: e la guerra lo soddisferebbe. Ma non è così: i più degli uomini, interi popoli, non mostrano questo bisogno. Comunque lo reprimono. Ragione e religione poi lo condannano. «Tutte le cose appetiscono la pace», secondo san Tommaso. Difatti tutte appetiscono la vita. Solo i matti e gl’incurabili possono desiderar la morte. E morte è la guerra. Essa non è voluta dal popolo; è voluta da minoranze alle quali la violenza fisica ser­ve per assicurarsi vantaggi economici o, anche, per soddisfare passioni deteriori. Soprattutto oggi, con il costo, i morti e le rovine, la guerra si manifesta una «inutile strage». Strage, e per di più inutile. Una vittoria sulla vita, e che sta divenendo un suicidio dell’umanità. Dicendo che la guerra è una «inutile strage», Be­nedetto XV diede la definizione più precisa. L’inutilità fu ribadita da Pio XII nel 1951: «Tutti hanno manifestato con la medesima energica chia­rezza il loro orrore della guerra, e la loro convinzio­ne che questa non è, e ora meno che mai, un mezzo proprio a dirimere i conflitti e a ristabilire la giusti­zia. A questo possono riuscire solo delle intese libe­ramente e lealmente consentite. Che se potesse es­ser questione di guerre popolari – nel senso che es­se rispondono ai voti e alla volontà delle popolazio­ni -, ciò non sarebbe mai se non nel caso d’una in­giustizia così flagrante e così distruttiva dei beni es­senziali di un popolo da rivoltare la coscienza di tutta una nazione»[ Al corpo diplomatico, 1-1-1951.]. Come la peste serve ad appestare, la fame ad af­famare, così la guerra serve ad ammazzare: per giunta, distrugge i mezzi della vita. È una industria funeraria: una fabbrica di rovine. Solo un folle può sperare di dedurre beneficio da una strage: salute da uno svenamento, energia da una polmonite. Il male produce male, come la pal­ma produce il dattero. E la realtà mostra, anche in questo campo, l’inconsistenza pratica del machia­vellico aforisma secondo cui «il fine giustifica i mezzi». Il fine può essere la giustizia, la libertà, l’onore, il pane: ma i mezzi producono tale distruzione di pane, d’onore, di libertà e di giustizia, oltre che di vite umane, tra cui quelle di donne, bambini, vec­chi, innocenti d’ogni sorta, che annullano tragica­mente il fine stesso propostosi. In sostanza, la guerra non serve a niente, all’in­fuori di distruggere vite e ricchezze». Tratto da: Igino Giordani, L’inutilità della guerra, Città Nuova 2003, pp.9-16 (altro…)

The Cat that Purred

The Cat that Purred

The story of a cat that loved to purr and purr and purr all day. Time after time he was invited to play outside, but the cat always found a reason for not going. Finally, his friend, the bird found a good reason for the cat to play with the others in the park. The cat understands that his friends need him for the band. So, the cat joins the band and they all have a wonderful time together. Available from New City Press (NY)

Gospel Joy

Gospel Joy

This book examines the central elements of Francis’s vision of the Church as it sets out to preach the gospel to people of every nation and every walk of life. In four chapters, it examines the heart of his message and the focus of his vision for the future of Catholicism, Christianity, and the world. Central to that vision is his call to continue the new evangelization begun by Saint Pope John Paul II and embraced by his successor, Pope Benedict XVI. [more] Available from New City Press (NY)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Papa Francesco in Corea

«Avevo scritto una lettera a papa Francesco già all’inizio del suo pontificato […]. Poi sono andato alla Gmg di Rio de Janeiro con 350 ragazzi coreani, e lì lui ha detto a tutti i giovani di andare in tutto il mondo per servire i fratelli. Allora ho scritto un’altra lettera, per dirgli quanto sarebbe stato bello averlo fisicamente tra noi in occasione dell’incontro coi giovani dell’Asia. Quando ad aprile l’ho incontrato a Roma, il Papa mi ha detto che mentre leggeva la mia lettera ha sentito una voce nel petto che gli diceva: dobbiamo andare in Corea».  A parlare è, in un’intervista a Vatican Insider, Mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon, la diocesi che accoglierà la Giornata asiatica della gioventù e l’incontro di papa Francesco con i vescovi dell’Asia,. “La venuta del Santo Padre in Corea è un evento straordinario per il popolo coreano che suscita una grande aspettativa anche negli ambienti fuori della Chiesa Cattolica”, affermano Alberto Kim e Maris Moon, delegati del Movimento dei Focolari in Corea. A loro abbiamo chiesto anche di spiegarci il significato della Giornata Asiatica della Gioventù (AYD), in corso dal 10 al 17 agosto, e che avrà come momento centrale l’incontro dei giovani col Papa. Scrivono: “Quest’esperienza di una settimana consente ai giovani di riunirsi in programmi di formazione e pianificare la loro vita spirituale futura. Allo stesso tempo, il raduno ha lo scopo di fornire un’opportunità per i giovani cattolici di esplorare e rinnovare la loro fede, in modo che possano condividere il Vangelo con gli altri, inclusi giovani di altri gruppi religiosi”. Come tema della giornata è stato scelto il titolo “Asian Youth, wake up! The glory of the Martyrs shines on you” [«Gioventù dell’Asia, alzati! La gloria dei martiri brilla sopra di te»], per “proporre l’esempio e lo spirito dei martiri ai giovani di questa generazione – continuano Alberto e Maris – che deve vivere in mezzo a tante tentazioni e valori anti-cristiani, in modo che possano ottenere il coraggio di vivere secondo i valori del Vangelo”. Ai giovani dei Focolari coreani è stata affidata la preparazione di due ore di preghiera per la conclusione del secondo giorno della AYD. “Il 16 agosto – concludono – saremo presenti al Centro di recupero per disabili di Kkottongnae, per l’incontro del Santo Padre con i responsabili dei laici coreani. Paolo Kwon, dei Focolari, e  presidente dell’associazione dei laici in Corea, gli darà il benvenuto a nome di tutti laici coreani”. Una visita, quella del Papa, che pone l’attenzione sul martirio, dalla beatificazione di Paul Yun Ji-Chung e 123 compagni martiri, al tema della Giornata dei Giovani. «Un terzo dei martiri coreani venivano dalle terre della mia diocesi – dichiara ancora il vescovo Lazzaro You Heung-sik  a Vatican Insider -. Per loro la fede e la vita erano la stessa cosa. E rimangono per sempre un modello per tutti. I giovani che verranno qui da tutta l’Asia, sul loro esempio potranno riscoprire il dono che può rendere avvincente il cammino delle loro vite». 20140813-bQuali le attese? «La visita del Papa durerà quattro giorni, ma poi passerà. Con noi rimarrà Gesù, e questa è la cosa importante. Per Gesù e con Gesù posso incontrare chiunque e andare dovunque. Papa Francesco non fa che indicarci questo cammino, e per questo ci spiazza tutti: ci aiuta a non accomodarci nei nostri conformismi. È uno stimolo ad affidarsi a Dio in tutto quello che facciamo». (altro…)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Luce che si incarna

Il presente volume raccoglie alcuni testi a commento dei dodici fondamenti della spiritualità dell’unità, caratteristica del Movimento dei focolari fondato da Chiara Lubich, LuceCheSiIncarna_Foresida parte di Pasquale Foresi, cofondatore del Movimento. «…Accanto a Chiara Lubich, troviamo già negli anni iniziali della fondazione altre figure di rilievo che sono state fondamentali perché quel dono potesse esplicitarsi pienamente. Una di queste figure è Pasquale Foresi, personalità ricchissima nella quale Chiara Lubich sempre ravvisò un “disegno” particolare nell’Opera nascente, quello dell’incarnazione, e cioè il compito di aiutare a materializzare in opere concrete le intuizioni e le mozioni che lo Spirito Santo man mano andava suscitando in lei…i testi di questa raccolta compiono proprio questa funzione: aiutarci ad assumere anche noi la responsabilità di incarnare l’ideale di Gesù, “che tutti siano uno”, secondo la molteplicità di doni di pensiero e di azione che Dio ci ha dato». Dalla prefazione di Maria Voce Pasquale Foresi, Luce che si incarna. Commento ai 12 punti della spiritualità dell’unità, Città Nuova editrice, 2014

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Vescovi in comunione, guardando all’Asia

Mons. Lazzaro You Heung-sik

Alla vigilia del primo viaggio di papa Francesco in Asia e mentre il 50° dell’enciclica “Ecclesiam Suam” ne ripropone contenuti  e novità, 52 vescovi di 25 nazioni si sono incontrati a Trento dal 29 luglio al 7 agosto all’insegna della spiritualità dell’unità. Questa volta l’Asia era rappresentata unicamente dall’arcivescovo di Bangkok, Thailandia, e dall’arcivescovo di Pune, India, giacché altri vescovi interessati all’appuntamento sono impegnati nelle proprie diocesi a preparare il viaggio papale (14-18 agosto) in Corea. Tra questi mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon, la cui diocesi accoglierà la Giornata asiatica della gioventù e l’incontro di papa Francesco con i vescovi dell’Asia. La ragione dell’annuale appuntamento dei vescovi amici dei Focolari si trova in linea con il richiamo del Santo Padre nella sua visita a Caserta (Italia) il 26 luglio scorso, in cui affermava che «noi vescovi dobbiamo dare l’esempio dell’unità che Gesù ha chiesto al Padre per la Chiesa (…), un’unità nella diversità di ognuno».  E anche nel corso del presente incontro si è verificata l’esperienza affettiva ed effettiva di unità fraterna realizzata fra i vescovi presenti, la reciproca condivisione delle rispettive attività apostoliche che ha portato ciascuno a comprendere meglio come servire insieme la Chiesa e andare verso le periferie. 20140813-02Questo 38° incontro dei vescovi ha trovato ulteriore fondamento in quello che ne è stato il tema centrale, “Eucaristia, mistero di comunione”, alla cui riflessione ha portato un particolare contributo Maria Voce, Presidente dei Focolari, a partire dall’esperienza e dalla dottrina spirituale di Chiara Lubich. È emerso così quanto gli sviluppi del Movimento siano stati intimamente legati al sacramento istituto da Cristo all’Ultima Cena, tanto da far affermare  più volte alla stessa Lubich che l’Opera che ne è nata “è un affare tra me e Gesù Eucaristia”. La forza del sacramento dell’unità è apparsa radice e alimento della Chiesa, causa della comunione tra fratelli, origine della famiglia dei figli di Dio, sprone per andare incontro al mondo in dialogo profondo con tutti, credenti e non. A colloquio con Maria Voce e il copresidente Giancarlo Faletti, i presuli hanno avuto modo di approfondire le principali tematiche che saranno oggetto della prossima Assemblea generale dei Focolari, in calendario per il prossimo settembre a Castelgandolfo (Roma). Ampi spazi nel programma sono stati destinati alla riflessione sulle attuali sfide della Chiesa e alla condivisione dei volti che esse assumono nei diversi continenti di provenienza. 20140813-04Evocativa la concelebrazione dell’Eucaristia dei 52 vescovi nella cattedrale di Trento assieme all’arcivescovo del posto, Luigi Bressan, il quale ha evidenziato che «non si riscontrava nel nostro Duomo un tal numero di vescovi e di cardinali dai tempi della conclusione del Concilio di Trento, il 4 dicembre 1563». L’incontro s’inserisce nell’iniziativa, con ormai 38 anni di storia, avviata da Chiara Lubich e da mons. Klaus Hemmerle, vescovo di Aquisgrana. Attualmente ne è moderatore mons. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, Arcivescovo di Bangkok. La città scelta questa volta è stata Trento, che diede i natali alla fondatrice dei Focolari e vide nascere il Movimento dei Focolari durante i terribili anni della 2° guerra mondiale. Nello scenario drammatico dei molti conflitti in corso nel mondo, il ritorno alle origini della spiritualità dell’unità, hanno sottolineato i presuli provenienti da regioni martoriate, è risultato motivo di speranza e di conferma “che Dio non abbandona mai il Suo popolo”.
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Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Come Chiara d’Assisi

20140811-01«A noi, quando eravamo giovani come voi, come la maggior parte di voi, ha fatto sempre una grande impressione una frase che santa Chiara ha detto a san Francesco quando san Francesco l’ha praticamente trascinata nella sua strada e san Francesco le ha detto: “Figliola, che cosa desideri?” Qui c’era da aspettarsi di tutto cioè che lei dicesse: “Io voglio seguirti nella via della povertà, io voglio farmi suora, voglio rinchiudermi in un convento”, ecc. Invece lei ha proprio imbroccato. “Figliola, che cosa desideri?” e lei ha detto: “Dio”. Desiderava Dio perché sceglieva Dio perché Dio l’aveva scelta. È la stessa scelta che abbiamo fatto anche noi all’inizio del Movimento, abbiamo fatto una scelta unica: Dio! Sopra i bombardamenti e tutte le cose è emerso Dio, abbiamo creduto in Dio, abbiamo fatto di Dio l’ideale della nostra vita. E vediamo come è sempre nuovo perché questa scelta di Dio ci fa posporre un po’ tutte quelle ricchezze che noi magari andiamo accumulando anche senza accorgerci. Magari siamo ricchi del focolare, siamo ricchi delle cose, siamo ricchi della testa, degli studi, siamo ricchi, non so, dei nostri parenti, siamo ricchi magari del nostro sacerdozio, siamo ricchi magari di qualcosa ancora di più. Ecco, tutto questo il nostro ideale che è Gesù abbandonato, che è niente, che s’è fatto niente, ce lo fa posporre per mettere Dio prima e il resto farlo tutto per volontà di Dio. Questo ci ricorda ancora oggi santa Chiara. Lei l’ha fatto scegliendo la via della povertà; noi lo facciamo scegliendo la via dell’unità, avendo sempre Gesù in mezzo a noi, il Risorto e Gesù in noi attraverso l’amore a Gesù abbandonato». Mollens, 11 agosto 1987 Fonte: www.centrochiaralubich.org (altro…)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Sbloccare il dialogo

Dialogue_to_unlockI giovani dei Focolari si uniscono a quanti in tutto il mondo si mobilitano a favore della pace con un loro appello. “Dialogue to unlock” afferma la necessità di praticare il dialogo come via alla soluzione dei conflitti, incoraggia a iniziare dalla propria dimensione personale e vuole arrivare a governanti e decisori politici.

L’azione, che parte il 15 agosto, punta al coinvolgimento mondiale di quanti vogliono aderire, là dove si trovano, attraverso una pagina su Facebook , dove possono segnalare la propria adesione postando messaggi, foto e clip indossando un capo di vestiario di colore  bianco.

20140809-02L’iniziativa s’inserisce nelle varie campagne a favore della pace indette in questo periodo nei singoli Paesi. “Dialogue to unlock” continuerà nei prossimi mesi, associandosi ad altre iniziative in favore della pace.

 “Sollecitiamo in modo particolare i governanti e tutte le parti in conflitto a fermare l’utilizzo di mezzi violenti”, scrivono i giovani nell’appello. E si impegnano là dove sono, invitando tutti ad essere “promotori del dialogo nel quotidiano”.

 È stato attivato un conto corrente per chi volesse dare il proprio contributo per le molte situazioni di emergenza provocate dagli attuali conflitti:

C/c bancario n. 120434, intestato a Associazione “Azione per un Mondo Unito – Onlus”

Via Frascati, 342 – 00040 Rocca di Papa (Roma, Italy)

Banca Popolare Etica – Filiale di Roma

codice IBAN: IT16 G050 1803 2000 0000 0120 434 – codice SWIFT/BIC: CCRTIT2184D

Causale: Emergenza Medio Oriente

Per i donatori europei è possibile la deduzione fiscale.

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Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

La scommessa di Benevento

20140808-03200 giovani, 6 nazionalità diverse, in una cittadina del sud Italia, Benevento. Credono che un mondo nuovo sia ancora possibile, nonostante i conflitti in corso e la sfiducia verso un futuro migliore. Ci provano, partendo dalle piccole realtà, anche nelle parrocchie e nelle diocesi di tutto il mondo. Come? “Impegnati nell’amore”. È questo, infatti, il motto della settimana iniziata il 4 Agosto scorso. Giorni di comunione, frutto di una maturazione ideativa e realizzativa di 3 anni. Il programma è stato costruito con una convinzione: la fede ed il bene comune devono essere intessuti prima da rapporti veri, da esperienze di vita concreta e dal contatto con l’altro. 20140808-05Nel Centro Mariapoli “La Pace”, a Benevento, si vuole sperimentare una palestra di vita concreta e pratica senza trascurare il contatto con figure ispiratrici, e testimoni della spiritualità del Movimento dei Focolari: durante la mattinata sono infatti fondamentali i momenti di riflessione e introspezione accompagnati dalle parole di Chiara Lubich, lettere di Chiara Luce Badano e testimonianze della giovane Maria Orsola Bussone (per la quale è in corso il processo di beatificazione). 20140808-04Numerose sono le attività che danno spazio alla concretezza, in collaborazione con la Caritas locale: portare la colazione ai senzatetto della zona, una fattoria didattica, oltre che gli ordinari compiti di manutenzione e servizio nell’edificio, svolti direttamente dai giovani divisi per piccoli gruppi di lavoro. La formazione della persona è al centro della riflessione di questi giorni: formando chi si vuole impegnare nella chiesa locale, si formano di conseguenza parrocchie più solide, diocesi più unite. Inoltre in questa esperienza, vissuta con partecipanti provenienti anche dall’Argentina, Brasile, Romania, Portogallo, Slovacchia e Slovenia, dà l’opportunità di non sentirsi soli nella lotta per un mondo migliore e per un futuro con più possibilità e speranza.

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Cechia: giovani al lavoro col “Summerjob”

2014_07_REP_CECA2Che l’estate sia la stagione in cui tanti giovani, specialmente studenti, cercano un lavoretto, è cosa nota; ma il Summerjob, letteralmente «lavoro estivo», a cui dal 29 giugno al 6 luglio hanno partecipato 130 giovani di tutta la Repubblica Ceca, non è proprio la stessa cosa. Trattasi infatti di una settimana di attività in zone disagiate – dalle periferie delle città ai villaggi di provincia – che già da cinque anni i giovani del Movimento dei Focolari propongono ai loro coetanei, avviando durante l’inverno la ricerca del luogo e i contatti con sindaci, vescovi, parroci e popolazione, per individuare al meglio come dare il proprio contributo là dove c’è bisogno. 2014_07_REP_CECA__3L’edizione 2014 di Summerjob, dal tema “Dove il lavoro riceve una nuova dimensione”, si è svolta vicino a Brumov, nel nordovest del Paese, dove i giovani hanno dato una mano in sei villaggi a circa 90 famiglie. I lavori sono stati dei più vari: tagliare ed accatastare la legna per l’inverno, falciare l’erba, verniciare finestre, pulire stalle, fienili e soffitte, aiutare i contadini nei giardini o nei campi, rafforzando i rapporti in tutta la comunità. Ma Summerjob non è solo lavoro: la sala comunale, di giorno adibita a mensa per i ragazzi alloggiati alla meglio nella scuola, la sera diventava luogo d’incontro. Si sono così alternate iniziative sportive e culturali, spettacoli teatrali, concerti, una serata a tema sugli anni Sessanta ed altro ancora. Non è mancata la dimensione spirituale, dato che nei luoghi che ospitano Summerjob le chiese, spesso abbandonate, si trasformano in “cattedrali” con messe animate dai giovani e l’adorazione della notte conclusiva, coinvolgendo anche la popolazione locale. Proprio per mantenere i contatti avviati l’attività si ripete per tre anni nella stessa regione, dopodiché si cambia zona. 2014_07_REP_CECA_1Significative le impressioni di alcuni giovani: «Sono qui per la prima volta – racconta Pavel -, e ammetto che ero perplesso per il gran numero di partecipanti e per il lavoro stesso. La sorpresa per me è stato scoprire che questo lavoro può essere un arricchimento più che quello retribuito, soprattutto per i rapporti fra i giovani e fra loro e gli abitanti». «Sono venuta qua per imparare qualcosa di nuovo – riferisce Kristina -, e fare una sorta di scuola dell’arte di amare tutti. Volevo provare ad aiutare a qualcuno. Alla fine chi riceve sei proprio tu. Si impara a dare». Martin, che ha partecipato a tutte e cinque le edizioni, afferma addirittura di essere venuto «per riposarmi dall’ufficio dove lavoro. Questo riposo è meglio che stare sulla spiaggia: conosco tanti giovani e aiuto la gente». Summerjob ha suscitato anche l’attenzione dei media: la tv nazionale ceca vi ha dedicato un breve servizio nel telegiornale e una fotogallery sul suo sito, e alcuni articoli sono comparsi anche nei quotidiani. (altro…)

Assemblea generale: Maria Voce presidente dei Focolari

Repubblica Centrafricana, si spera nella pace

2014_07_RCA_4Nel pressoché totale silenzio dei media, un passo avanti è stato compiuto verso la risoluzione della crisi politico-militare nella Repubblica Centrafricana. Il 24 luglio scorso, con la firma «in extremis» di un accordo di cessazione delle ostilità, si è infatti chiuso il Forum per la riconciliazione nazionale e il dialogo politico in corso dal 21 luglio a Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo. L’intesa, che prevede «la fine immediata degli scontri su tutto il territorio della Repubblica Centrafricana», è stata siglata da una quarantina di partecipanti centrafricani e stranieri. Cominciata nel dicembre 2012, la crisi ha provocato migliaia di vittime e più di 4,5 milioni di sfollati e rifugiati, nonostante il dispiegamento di soldati francesi della forza Sangaris e africani delle truppe Misca per fermare le ostilità. Fortunatamente negli ultimi mesi la situazione è migliorata, per quanto permanga la divisione tra le zone nord-orientali a maggioranza musulmana e quelle sud-occidentali a maggioranza cristiana e animista. Di conseguenza la popolazione musulmana rimasta nelle zone sud-occidentali vive spesso in campi profughi ed è discriminata così come i cristiani di nordest, tanto che all’inizio di luglio è stata attaccata una chiesa a Bambari con la morte di molti rifugiati cristiani. Per questo l’accordo di Brazzaville è stato accolto con speranza, ma si attende di vederne i risvolti concreti. 2014_07_RCA_2«Con la comunità del Movimento dei Focolari, di fronte alle mille necessità ci si è attivati con fantasia, e grazie alla comunione di molti si sono distribuiti aiuti in varie forme», spiega Monica, da Bangui. In marzo, ad esempio, con i Giovani per un mondo Unito di Bangui, continua Monica, «ci si è chiesti cosa fare concretamente per dare un contributo alla pace nel nostro Paese. Pensando al nostro ideale di fraternità, si è visto che l’arte di amare vissuta su larga scala potrebbe essere una risposta ed una soluzione a tante situazioni difficili che le persone stanno vivendo. Un’altra domanda che ci si è posti è stata, dove trovare in questo momento le persone? La risposta: nei campi profughi», una ventina solo nella capitale. Si è cominciato dal Seminario Maggiore, che ospita tutt’oggi più di 4.500 persone. Domenica 24 marzo, tra canzoni, musica e testimonianze, i giovani hanno lanciato un messaggio forte in favore della pace non solo ai rifugiati presenti, ma anche a tanti altri che si sono uniti. Purtroppo però la situazione è precipitosamente peggiorata con nuovi scontri nei quartieri. Nei mesi scorsi una «cellula di crisi» composta da membri del Movimento è nata per rispondere alle necessità di molti a Bangui. 2014_07_RCA_3Diverse le attività svolte: dalla distribuzione di semolino ai bambini di una scuola materna e elementare che non avevano accesso ad un’alimentazione adeguata, a quella di materiale scolastico a bambini che hanno interrotto la scuola all’inizio dell’offensiva militare perché era pericoloso recarvisi, con la nascita di un’associazione di insegnanti che svolgono attività di educazione alla pace. Da notare che il materiale scolastico è stato distribuito in cambio di giochi di armi da guerra, consegnati dai bambini. Sono poi stati erogati aiuti economici a giovani studenti in cambio di lavori di interesse comune, così come a persone nella necessità di coprire spese sanitarie per bambini e anziani o per l’affitto. Si sono inoltre realizzati programmi radiofonici su Radio Notre Dame per la sensibilizzazione alla pace, in cui far conoscere la Parola di Vita con testimonianze ed altri interventi sulla spiritualità dell’unità. (altro…)