Giu 11, 2012 | Focolari nel Mondo
10 giugno – 17 giugno: Nel 50° dall’apertura del Concilio Vaticano II, la Chiesa Cattolica in Irlanda ospita il 50° Congresso Eucaristico a Dublino. Per l’occasione sarà presente anche la presidente dei Focolari Maria Voce (altro…)
Giu 11, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Partecipanti al 50° Congresso Eucaristico Internazionale (C) CSC Audiovisivi
Le attese su questi giorni irlandesi sono tante, ma forse non ci si aspettava che la prima giornata del congresso avesse un timbro spiccatamente ecumenico. E invece sì: è una delle caratteristiche più interessanti di questo 50° Congresso Eucaristico internazionale (Dublino, 10-17 giugno), promosso dalla chiesa cattolica, ma che – proprio per il suo tema principale, la comunione – registra un’apertura al dialogo vitale tra battezzati. Già nei giorni precedenti, durante il Simposio teologico (Maynooth, 6-9 giugno), il dialogo ecumenico era entrato in campo per la prima volta in un contesto simile. Hanno parlato esponenti di varie chiese, tra cui il Metropolita Emmanuel (Adamakis) di Francia, presidente della Conferenza Europea delle Chiese, e il Cardinal Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, intervenuto proprio sulla visione ecumenica della relazione tra Eucaristia e comunione ecclesiale.
È in questo contesto che si inserisce l’intervento di Maria Voce, tra i relatori della manifestazione. A precederla è il priore di Taizé, Frère Alois, che – ricordando la storia di Frère Roger Schutz, fondatore della Comunità – ha sottolineato come “la passione che riempie i loro cuori” è proprio l’appello a lavorare incessantemente per “l’unità del Corpo di Cristo”. A seguirla è invece il reverendo Jackson, arcivescovo anglicano di Dublino, con la liturgia della Parola e dell’acqua, per ricordare il comune battesimo. Le parole di Maria Voce sul tema della “Comunione in un solo battesimo” sono di testimonianza, a partire dalla propria esperienza di Vangelo, cominciata quando da giovane studentessa alla facoltà di legge, rimane affascinata da altri giovani che avevano trovato nel vivere le Parole di Gesù una via per la piena realizzazione. È l’esperienza iniziata da Chiara Lubich nel 1943, e che ha coinvolto milioni di persone in tutto il mondo, nella riscoperta del fascino di quelle parole. Cita Lutero, Maria Voce: “Dobbiamo essere certi che l’anima può fare a meno di ogni cosa, fuorché della Parola di Dio”. Parola, tramutata in vita, che dà testimonianza. Ne ha esperienza diretta la presidente dei Focolari, che ha vissuto 10 anni in Turchia, un Paese dove nonostante i segni esterni del cristianesimo fossero assenti, ha potuto “sperimentare la bellezza della famiglia che Gesù è venuto a comporre sulla terra. Nei 70 anni di vita dei Focolari si è sperimentato inoltre che questa spiritualità tipicamente comunitaria ed ecumenica lega chi la vive, in modo da sentirsi un solo popolo cristiano. È il dialogo della vita: “Non bastano le conclusioni e le prese di posizione anche avanzate tra i teologi, se poi il popolo non è preparato – afferma ancora Maria Voce, fino ad osare: Uniti da questa spiritualità, vorremmo essere lievito tra tutte le Chiese e contribuire ad accelerare il loro cammino verso la piena comunione anche visibile, anche eucaristica”. Anche il cardinale Ouellet – inviato da Benedetto XVI come suo rappresentante per questo congresso – ha affermato in questi giorni che il futuro della missione della Chiesa passa attraverso la sua testimonianza di unità e il suo dialogo con tutta l’umanità. E mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino e presidente del Congresso, ha rivolto un pensiero ai giovani irlandesi, aggiungendo che “la Chiesa in Irlanda è sulla strada del rinnovamento”. La giornata ecumenica dell’11 giugno prosegue con una serie di workshop, fra questi: “Il dialogo della vita in una nuova fase dell’ecumenismo”. Lo conduce Renate Komorek, del Movimento dei Focolari, con vari ospiti: Rev. Bronwen Carling, anglicana, due presidi dell’Irlanda del Nord, di una scuola protestante e di una scuola cattolica, che hanno fatto un lungo cammino insieme, membri dell’Arche, di Corrymeela e della comunità carismatica. Aggirarsi fra gli stand della Royal Dublin Society, fra i 20.000 partecipanti che sono passati in questa giornata fa proprio ripensare al “pezzo forte” che ci tiene insieme, per usare ancora le parole di Maria Voce: “L’amore reciproco vissuto, che permette la presenza di Gesù fra più cristiani uniti nel suo nome. Gesù fra un cattolico e un anglicano, fra un’armena e una riformata… Così la Chiesa oltrepassa in certo modo i confini degli edifici di culto e, nella piena comunione fra tutti, si fa più vicina all’umanità di oggi per rispondere a tutte le sue esigenze e domande con quelle risposte che solo il Vangelo può offrire”. Dall’inviata Maria Chiara De Lorenzo
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Giu 10, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un Paese ricco di storia, in cui anche il cristianesimo ha radici profonde: risale infatti ai primi secoli dopo Cristo (432) l’evangelizzazione dell’isola ad opera di San Patrizio. Conosciuta per le antiche tradizioni celtiche, per il successo della musica nazionale con gli U2 e tradizionale con i Riverdance, per i grandi autori letterari fra cui quattro premi Nobel, l’Irlanda ha anche vissuto pagine dolorose nella sua storia recente: il dramma della guerra di indipendenza, le violenze tra cattolici e protestanti, e lo scandalo degli abusi sessuali all’interno della chiesa cattolica, ferita ancora aperta. A rileggerle, le parole di Benedetto XVI nella lettera ai cattolici irlandesi del marzo 2010, risuonano ancora forti: “‘Mentre affrontate le sfide di questo momento, vi chiedo di ricordarvi della “roccia da cui siete stati tagliati” (Is 51, 1). Ed è in questo contesto – cioè nel percorso di purificazione e rinascita della Chiesa irlandese – che si situa il 50° Congresso Eucaristico Internazionale (10-17 giugno 2012). Terreno irrigato anche dalla vita e dalla proposta di autenticità evangelica del Movimento dei Focolari, da quando nel 1969, una donna – Margaret Neylon – di ritorno dall’Inghilterra, “contagia” a macchia d’olio tante persone con la nuova vita appena scoperta: l’amore (quello insegnato da Gesù) alla base di ogni azione. Insieme al figlio Eddie, affetto da distrofia muscolare, diventano l’anima della prima comunità focolarina, che attirerà poi la nascita del primo focolare in Irlanda (1971), seguito da un secondo nel 1976. Oggi sono 5 nel Paese e si è sviluppato negli anni anche un centro stabile di formazione, la cittadella “Lieta”. Prende il nome dalla focolarina argentina Lieta Betoño, che con dedizione e amore ha speso 30 anni della sua vita per donare l’ideale dell’unità a tanti irlandesi, fino al 2002, anno in cui si è spenta per un grave male. Molte storie si intrecciano nel ripercorrere le tappe dello sviluppo dei Focolari in Irlanda: tra queste quella di Suor Anna, che nel 1973 decide di portare un gruppo di giovani cattolici e protestanti ad un meeting internazionale: il Genfest. Fra loro c’è Sally Mc Allister, che diventerà la prima focolarina irlandese. Originaria dell’Irlanda del Nord, aveva deciso di abbracciare la lotta armata: nel Vangelo scopre la rivoluzione più grande, che riempie di senso anche il dolore della divisione e delle lotte fratricide della sua terra.
Oggi il Movimento dei Focolari è diffuso a vari livelli e fra persone di tutte le vocazioni; va sviluppandosi il lavoro comune con altri movimenti cattolici, con membri di altre Chiese e con membri della comunità Sikh. Dal 1991, anno di nascita dell’Economia di Comunione, alcune imprese aderiscono al progetto, per esempio: Paul Connolly Optometrist, Nettraffic (Telecomunicazioni) e la scuola di inglese Language e Leisure Internazionale. I Ragazzi per l’Unità hanno realizzato molteplici azioni per riportare pace e speranza nelle loro città: un video in cui presentano le loro attività per ‘colorarne’ gli angoli grigi; la staffetta mondiale ‘Run4Unity’, la cui tappa irlandese si è svolta a Belfast, il 12 maggio 2012, di fronte alla sede del Parlamento dell’Irlanda del nord. Sia Run4Unity, con la promozione della Regola d’oro attraverso lo sport in tante scuole di tutto il Paese, sia il programma per bambini del dado dell’amore, sono diventati dei programmi pastorali per la preparazione del Congresso Eucaristico. Chiara Lubich ha visitato l’Irlanda nel 2004, incontrando il Primate di tutta l’Irlanda Sean Brady, l’Arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin e altri Vescovi, l’allora presidente irlandese Mary Mc Aleese, l’allora primo ministro e Presidente dell’Unione Europea, Bertie Aherne tutte le persone dei Focolari dell’isola. In quell’occasione Chiara ha detto: “Abbiamo bisogno di favorire l’unità, l’unità dei cristiani nel testimoniare la fede in maniera oggi diversa (…) e credo che la testimonianza viva e autentica di vita familiare e di vita di fede è una delle cose più importanti che abbiamo da offrire per il futuro del nostro Paese”. Nel 2012 è la volta di Maria Voce, che dal 10 al 17 giugno, insieme al copresidente Faletti, è in Irlanda, in concomitanza con il Congresso Eucaristico internazionale, dove è chiamata a intervenire con una testimonianza sulla Parola vissuta. Molti sono gli avvenimenti sponsorizzati dai Focolari nel ricco mosaico del congresso: dallo spazio giovani “Chiara Luce”, ai workshop su Economia di Comunione e Chiesa Comunione; dall’incontro aperto, all’appuntamento ecumenico che si svolgerà a Belfast nella Cattedrale anglicana di Sant’Anna il 14 giugno, e che apporterà all’insieme del Congresso Eucaristico un contributo di dialogo fra le chiese. Visita l’Irlanda in Focolare Worldwide! (altro…)
Giu 9, 2012 | Non categorizzato
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Giu 9, 2012 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
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Giu 9, 2012 | Dialogo Interreligioso, Spiritualità
«È stato un “pellegrinaggio della Verità”, come Benedetto XVI aveva definito l’evento d’Assisi nel 2011», commenta uno degli organizzatori del quinto simposio promosso a Castel Gandolfo dal Movimento dei focolari. Un centinaio di persone, fra buddhisti e cristiani da provenienze, correnti ed esperienze religiose diverse. I buddhisti, arrivati dalla Thailandia, Giappone, Taiwan, Sri Lanka, Malesia e Corea, rappresentavano diverse correnti del buddhismo: theravada con un gruppo di monaci Thai, mahayana dal Giappone, oltre la Rissho Kosei-kai, associazione buddista che da più di trent’anni collabora con il Movimento dei focolari. Presenti anche membri di scuole tradizionali quali la Tendai-shu, la Nichiren-shu, e la Hosso-shu e il buddhismo cinese rappresentato dalle monache venute da Taiwan, Sri Lanka e Malaysia appartenenti a due nuove associazioni: il Dharma Drum Mountain e il Fo Guang Shan. Dalla Corea, un rappresentante del Won Buddhism.
I cristiani, in tutto una quarantina, provenivano dalla Thailandia, Giappone, Corea, Taiwan, Stati Uniti, Austria, Svizzera, Inghilterra ed Italia, con la partecipazione del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e della presidente dei Focolari Maria Voce. “Non solo trovare i punti comuni, ma costruire insieme un mondo pieno d’amore e di compassione, rimanendo fedeli all’identità di ciascuna religione, è l’aspetto straordinario di questo simposio che difficilmente si trova altrove”, ha scritto nel suo messaggio il Presidente della Rissho Kosei-kai, Nichiko Niwano, riassumendo molto bene il clima di profonda fiducia , costruita negli anni, che si respirava nel simposio e che ha coinvolto i nuovi arrivati. Il titolo del convegno “Interpretare e vivere le Scritture per costruire l’armonia e la pace universale”, è stato sviscerato da vari studiosi che si sono alternati nelle diverse presentazioni. Già nella fase preparatoria c’è stata una grande collaborazione sia per il contenuto degli interventi sia per la traduzione in quattro lingue. Tutto questo lavoro ha permesso che dopo ogni presentazione ci fosse il tempo sufficiente per il dialogo che si esprimeva piuttosto come comunione personale dei partecipanti.
Le differenze, non solo fra cristianesimo e buddhismo ma anche fra le varie correnti buddhiste, in questo speciale ambito di profonda spiritualità, non hanno creato difficoltà o tensioni, anzi, sono diventate un prezioso dono reciproco, rinforzando nello stesso tempo la propria fede. “Ascoltando le Scritture di ciascuna religione ho visto che ci sono i punti in comune e le divergenze, ma il simposio è stato un aumento di sapienza per ognuno di noi reciprocamente”, ha detto Phrakhru Suphan, maestro di meditazione Vipassana e abate del Tempio Wat Ram Poeng a Chiang Mai (Thailandia). Un dato da segnalare, l’interesse dei monaci delle scuole tradizionali per i movimenti moderni buddisti. E’ stata apprezzata anche la presenza tra i cristiani di un sacerdote anglicano, un pastore riformato e una laica luterana. Durante l’incontro molti hanno sottolineato “l’atmosfera speciale” che percepivano, tanto da ricordare le profetiche parole di Giovanni Paolo II nel 1986 all’incontro con esponenti delle religioni non cristiane, a Madras (India): “Dio sia presente in mezzo a noi, poiché mentre ci apriamo l’un l’altro nel dialogo, ci apriamo anche a Dio”. (altro…)
Giu 5, 2012 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Mi chiamo Jay, sono di origine giamaicana e faccio il contabile. Lei è mia moglie Anna ed è insegnante di sostegno. E questi sono i nostri sei figli, che hanno dai 2 ai 12 anni.” Con queste parole la famiglia Rerrie si è presentata al Papa Benedetto XVI, durante la “Festa delle testimonianze” sabato 2 giugno in diretta TV da Milano, durante il 7° incontro mondiale delle famiglie. Per Jay e Anna Rerrie la spiritualità dell’unità li ha aiutati a mantenere saldi i rapporti fra di loro e unita la loro famiglia anche nei momenti di difficoltà. All’inizio del 2006, infatti, quando il mercato del lavoro è entrato in forte crisi, Jay ha dovuto trovarsi un’altra occupazione. Decisi a mantenere vivo tra loro, nonostante gli ostacoli, l’amore reciproco, affrontano questo momento con coraggio, anche se Anna, in attesa del quarto bambino, si chiede con una certa preoccupazione, come si sarebbero sostenuti quando Jay fosse stato licenziato. Decidono insieme che, nonostante la gravidanza, lei potesse tornare ad insegnare, e si trasferiscono in un’altra città dove una scuola aveva accettato la sua domanda. Qui anche Jay trova lavoro in un ufficio dove passa lunghe ore cercando di smaltire le moltissime pratiche inevase, dato che per quattro mesi nessuno se ne era occupato, riscuotendo per questo grande apprezzamento dal suo nuovo capo. A casa però non avviene la stessa cosa. “I bambini piccoli e la moglie a scuola: una ricetta per il disastro!” spiega Jay “Il tempo per stare insieme senza fretta manca sempre di più“. Anna trova difficile accettare questa situazione, essendo cresciuta in una casa dove la famiglia si è sempre riunita per la cena, mentre Jay spesso torna quando tutti sono addormentati. Nel frattempo, sempre in seguito alla crisi, anche questa ditta comincia ad avere delle difficoltà che si traducono, anche questa volta, nel suo licenziamento. La reazione comprensiva di Anna a questa dolorosa notizia è, per Jay, di conforto. Come conseguenza sperimentano una più profonda unità tra di loro. “I due mesi successivi – ricorda Anna – sono stati divertenti e snervanti insieme. Ma è stato fantastico avere Jay a casa!”.
Col passare dei mesi, i loro risparmi si riducono, ma non per questo smettono di credere e di sperare e alla fine, arriva una telefonata. L’offerta di un lavoro migliore, molto più vicino a casa, dagli orari abbastanza compatibili con la vita della famiglia. “Ciò che è importante è cercare di mantenere l’armonia e il rapporto di unità fra di noi con l’amore reciproco. Anche se la vita non è facile. Perenni corse contro il tempo, affanni e incastri molto complicati…– dicono al Papa Anche da noi, negli Stati Uniti, una delle priorità assolute è mantenere il posto di lavoro, e, per farlo, non bisogna badare agli orari e spesso a rimetterci sono proprio le relazioni famigliari.” «Penso di capire questo dilemma… – risponde loro il Santo Padre – Quindi, vorrei qui invitare i datori di lavoro a pensare alla famiglia, … affinché le due priorità possano essere conciliate. … Mi sembra che si debba naturalmente cercare una certa creatività…ma, almeno ogni giorno, portare qualche elemento di gioia nella famiglia, di attenzione, qualche rinuncia alla propria volontà per essere insieme famiglia…. E finalmente, c’è la domenica, la festa…giorno del Signore… anche “giorno dell’uomo”, perché siamo liberi. Questa era, nel racconto della Creazione, l’intenzione originale del Creatore: che un giorno tutti siano liberi. In questa libertà dell’uno per l’altro, per se stessi, si è liberi per Dio. E così penso che difendiamo la libertà dell’uomo, difendendo la domenica e le feste come giorni di Dio e così giorni per l’uomo. Auguri a voi! Grazie ». (altro…)
Giu 5, 2012 | Senza categoria
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[:ot]Wara li tema lill-kotra bil-miraklu tal-ħobż qrib il-baħar ta’ Tiberija, Ġesù qasam bil-moħbi għax-xatt l-ieħor qrib Kafarnahum biex iwarrab min-nies li ridu jagħmluh sultan. Ħafna minnhom xorta waħda bdew ifittxuh u sa fl-aħħar sabu fejn kien qiegħed. Iżda ’l Ġesù ma għoġbitux il-ħeġġa li kienet imqanqla minn interess persunali. Huma kienu għadhom kemm kielu mill-ħobż tal-miraklu, u kienu qed jaraw biss li kisbu l-ikel materjali mingħajr ma fehmu t-tifsira kbira ta’ dak il-ħobż. Dak il-ħobż juri li Ġesù hu l-mibgħut mill-Missier biex jagħti l-ħajja vera lid-dinja. F’Ġesù raw biss wieħed li jagħmel il-mirakli, Messija ta’ din id-dinja, li jaf jipprovdilhom ħafna ikel mingħajr tbatija ta’ xejn. Ġesù ħeġġeġ lil dawn in-nies billi qalilhom: “Tħabtu mhux għall-ikel li jintemm iżda għall-ikel li jibqa’ għall-ħajja ta’ dejjem, dak li Bin il-bniedem jagħtikom”. “L-ikel li ma jintemmx” hu l-persuna nnifisha ta’ Ġesù u hu wkoll it-tagħlim tiegħu, għax it-tagħlim ta’ Ġesù u l-persuna tiegħu huma ħaġa waħda. Jekk inkomplu naqraw ftit aktar ’il quddiem, nindunaw li dan il-“ħobż li ma jintemmx” hu l-istess ġisem ewkaristiku ta’ Ġesù. Għalhekk nistgħu ngħidu li “l-ħobż li ma jintemmx” hu Ġesù nnifsu li jagħtina lilu nnifsu fil-Kelma tiegħu u fl-Ewkaristija. “Tħabtu mhux għall-ikel li jintemm iżda għall-ikel li jibqa’ għall-ħajja ta’ dejjem, dak li Bin il-bniedem jagħtikom”. Ix-xbieha tal-ħobż, kif ukoll dik tal-ilma, ta’ sikwit jintużaw fil-Bibbja. Il-ħobż u l-ilma huma meqjusa bħala l-ikel ewlieni li mingħajru l-bniedem ma jistax jgħix. Meta Ġesù xebbah lilu nnifsu mal-ħobż, hu ried ifisser li l-ħajja spiritwali tal-bniedem ma tistax tgħaddi mingħajr il-persuna u t-tagħlim tiegħu, daqskemm il-ħajja tal-ġisem ma tistax tgħaddi mingħajr il-ħobż. M’għandniex xi ngħidu, il-ħobż li nieklu hu meħtieġ. Ġesù stess kattru b’miraklu għall-folol. Imma mhux biżżejjed il-ħobż waħdu. Il-bniedem, anki forsi mingħajr ma jintebaħ, ġo fih iħoss ġuħ u għatx kbir għall-verità, għall-ġustizzja, għat-tjieba, għall-imħabba, għas-safa, għall-għerf, għall-paċi, għall-ferħ, għall-ħajja li ma tintemmx: ġuħ li l-ebda ħaġa fid-dinja ma tista’ taqta’. Ġesù qed juri li hu biss jista’ jtaffi dan il-ġuħ li hemm f’qalb il-bniedem. “Tħabtu mhux għall-ikel li jintemm iżda għall-ikel li jibqa’ għall-ħajja ta’ dejjem, dak li Bin il-bniedem jagħtikom”. Meta Ġesù wera lilu nnifsu bħala “ħobż tal-ħajja”, hu ma riedx biss jisħaq kemm hu meħtieġ li nitrejqu bih, li jeħtiġilna nemmnu fi kliemu biex niksbu l-ħajja ta’ dejjem, imma Ġesù jrid jimbuttana ngħaddu mill-istess esperjenza tiegħu. Fil-fatt, bil-kliem: “Tħabtu għall-ikel li ma jintemmx” qed jagħmlilna stedina ħerqana. Qed jgħidilna li jeħtieġ immiddu jdejna, jiġifieri nagħmlu minn kollox biex niksbu dan l-ikel. Ġesù mhuwiex iġegħelna nagħmlu xi ħaġa ta’ bilfors, imma jridna niskopruh u nduqu l-preżenza tiegħu. Bla ebda dubju li l-bniedem, bil-ħila tiegħu biss, ma jistax jasal għand Ġesù. Jista’ jasal bi grazzja minn Alla. Madankollu Ġesù l-ħin kollu qed jistieden il-bnedmin biex ikunu lesti jilqgħu r-rigal li jrid jagħtihom: lilu nnifsu. U huwa sewwa sew meta jipprova jgħix kliem Ġesù li l-bniedem jikseb fidi sħiħa fih, u jduq u jara kemm hi tajba l-Kelma tiegħu bħalma jieħu gost b’xi biċċa ħobż friska u bnina. “Tħabtu mhux għall-ikel li jintemm iżda għall-ikel li jibqa’ għall-ħajja ta’ dejjem, dak li Bin il-bniedem jagħtikom”. Il-Kelma tal-ħajja ta’ dan ix-xahar ma titkellimx fuq xi punt partikulari mit-tagħlim ta’ Ġesù (per eżempju l-maħfra, jew li ninqatgħu mill-ġid). Din id-darba qed tressaqna lejn il-qalba tal-ħajja nisranija, jiġifieri lejn ir-rabta persunali tagħna ma’ Ġesù. Jiena nemmen li min beda jgħix Kliemu bis-serjetà jista’ jintebaħ xi ftit li Ġesù hu l-“ħobż” tal-ħajja li għandu l-ħila jissodisfa x-xewqat ta’ qalbu, li hu l-għajn ta’ kull ferħ u dawl tiegħu. Dan speċjalment meta jgħix il-kmandament tal-imħabba tal-proxxmu, li fih jiġbor il-kliem kollu t’Alla u l-kmandamenti kollha tiegħu. Meta tgħix din il-Kelma tista’ tara xi ftit li l-Kelma t’Alla hi t-tweġiba vera għall-problemi tal-bniedem u tad-dinja. Billi Ġesù, “il-ħobż tal-ħajja” jagħti lilu nnifsu għal kollox fl-Ewkaristija, min jgħix Kelmtu, waħdu jħoss il-bżonn li jirċievi l-Ewkaristija bi mħabba u li jagħtiha post importanti f’ħajtu. Issa jmiss li, min għadda minn din l-esperjenza sabiħa, ikollu l-istess ħeġġa li biha Ġesù jqanqalna biex nakkwistaw il-“ħobż tal-ħajja”. Għalhekk jeħtieġ li ma jżommx dak li sab f’ħajtu għalih, imma jgħaddih lill-oħrajn ħalli ħafna nies oħra jsibu f’Ġesù dak li qalbhom fittxet sa minn dejjem. Dan ikun att kbir ta’ mħabba lejn l-oħrajn biex huma wkoll isiru jafu sa minn din id-dinja xinhi l-vera ħajja u jkollhom il-ħajja li ma tintemmx. U x’tista’ tixtieq aktar minn hekk? Chiara Lubich[:]
Giu 4, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
94 brevi storie, provenienti dai quattro angoli del mondo. Giovani e ragazzi, famiglie, professionisti, operai e dirigenti, religiose e sacerdoti, componenti di un popolo che affronta col Vangelo le situazioni del quotidiano e le sfide della società. Un popolo che crede, vive, muove, coinvolge, nel rispetto delle convinzioni e dell’esperienza altrui, consapevole che ogni persona può dare un contributo alla grande famiglia umana. Una corrente di condivisione che mira a far sperimentare cosa significa avere un solo Padre ed essere tutti fratelli. 229 citazioni, disseminate nel testo, ispirano modi per essere oggi, come duemila anni fa, testimoni credibili della “buona notizia”: il Vangelo.
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Giu 2, 2012 | Famiglie, Spiritualità
Sabato mattina, 2 giugno. Sesto San Giovanni (Milano) accoglie 4.000 persone provenienti dalla Lombardia e zone limitrofe, famiglie aderenti al Movimento dei focolari che partecipano attivamente all’incontro mondiale. Tra gli interventi, quello della presidente Maria Voce, presente anche il copresidente Giancarlo Faletti. «In questi giorni, in cui è messa a fuoco la realtà della famiglia – esordisce Maria Voce – viene da domandarci: Qual è il disegno di Dio su di essa?». Risponde citando Chiara Lubich al Familyfest ‘81 a Roma: «Dio ha creato, ha plasmato una famiglia. Quando si è incarnato, si è circondato di una famiglia. Quando Gesù ha iniziato la sua missione ed ha manifestato la sua gloria, stava festeggiando una famiglia». In riferimento al tema di Milano 2012: Il lavoro e la festa nella vita della famiglia, sottolinea l’importanza del lavoro per la sua fondazione e sussistenza. «A sua volta – afferma la presidente –, anche la famiglia è importante per il lavoro. Con l’educazione alla laboriosità e ai valori tipici di cui la famiglia è portatrice, con quello spirito di cooperazione e solidarietà, suo proprio, con l’importanza della gratuità, della reciprocità, di essere dono l’uno per l’altro, si garantiscono basi solide alla società – anche se sottolinea con forza – l’uomo non è finalizzato soltanto al lavoro. «Per questo occorre che il lavoro sia organizzato e svolto tenendo conto delle esigenze non solo economiche delle persone, ma del loro effettivo e totale benessere. Ecco l’importanza che i tempi del lavoro siano armonizzati con quelli della famiglia». A questo punto, la presidente dei Focolari ricorda che anche Gesù ha lavorato (come Giuseppe e Maria), e che «essi, oltre ad essere stati perfetti lavoratori, ci consegnano anche il vero significato della festa». In questo senso ricorda la pellegrinazione a Gerusalemme… e le nozze di Cana «dove (Gesù), con Maria sua madre, sono andati a festeggiare le nozze di due sposi. (…) Nella vita della Sacra Famiglia c’era sì il lavoro, ma anche la festa, che vuol dire un tempo dedicato al riposo, alle relazioni con gli altri». In riferimento ancora a Chiara Lubich, Maria Voce conclude sottolineando che «In certo modo (Chiara) ci aveva già anticipato i termini di questo binomio: lavoro e festa. E cioè, se vivremo bene i valori della famiglia, anche il lavoro e la festa saranno intrisi di quei valori, diventando così testimoni e costruttori autentici di una società secondo il cuore di Dio». Leggi tutto (altro…)
Giu 1, 2012 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà»(Gv 6,27). Produzione: Oscar Monteza, Movimento dei Focolari (Roma). All rights reserved. (altro…)
Mag 31, 2012 | Parola di Vita
Il “cibo che non perisce” è la persona stessa di Gesù ed è anche il suo insegnamento, giacché l’insegnamento di Gesù è tutt’uno con la sua persona. Leggendo poi più avanti altre parole di Gesù si vede che questo “pane che non perisce” si identifica anche con il corpo eucaristico di Gesù. Si può quindi dire che il “pane che non perisce” è Gesù in persona, il quale si dona a noi nella sua Parola e nell’Eucaristia. «Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà». L’immagine del pane ricorre spesso nella Bibbia, come del resto quella dell’acqua. Il pane e l’acqua rappresentano gli alimenti primari, indispensabili per la vita dell’uomo. Ora Gesù applicando a se stesso l’immagine del pane, vuol dire che la sua persona, il suo insegnamento sono indispensabili per la vita spirituale dell’uomo così come lo è il pane per la vita del corpo. Il pane materiale è senz’altro necessario. Gesù stesso lo procura miracolosamente alle turbe. Però da solo non basta. L’uomo porta in se stesso – magari senza rendersene perfettamente conto – una fame di verità, di giustizia, di bontà, di amore, di purezza, di luce, di pace, di gioia, di infinito, di eterno, che nessuna cosa al mondo è in grado di soddisfare. Gesù propone se stesso come colui che solo è capace di saziare la fame interiore dell’uomo. «Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà». Presentandosi però come il “pane di vita”, Gesù non si limita ad affermare la necessità di nutrirsi di lui e cioè che occorre credere nelle sue parole per avere la vita eterna; ma vuole spingerci a fare l’esperienza di lui. Egli infatti, con la parola: «Procuratevi il cibo che non perisce» fa un pressante invito. Dice che occorre darsi da fare, mettere in atto tutti gli accorgimenti possibili per procurarsi questo cibo. Gesù non si impone, ma vuole essere scoperto, vuole essere sperimentato. Certamente l’uomo con le sue sole forze non è capace di raggiungere Gesù. Lo può per un dono di Dio. Tuttavia Gesù invita continuamente l’uomo a disporsi per accogliere il dono di se stesso, che Gesù gli vuol fare. Ed è proprio sforzandosi di mettere in pratica la sua Parola, che l’uomo arriva alla fede piena in lui, a gustare la sua Parola come si gusterebbe un pane fragrante e saporoso. «Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà». La Parola di questo mese non ha per oggetto un punto particolare dell’insegnamento di Gesù (ad esempio il perdono delle offese, il distacco dalle ricchezze, ecc.), ma ci riconduce alla radice stessa della vita cristiana, che è il nostro rapporto personale con Gesù. Io penso che chi ha cominciato a vivere con impegno la sua Parola e soprattutto il comandamento dell’amore del prossimo, sintesi di tutte le parole di Dio e di tutti i comandamenti, avverte almeno un po’ che Gesù è il “pane” della sua vita, capace di colmare i desideri del suo cuore, la fonte della sua gioia, della sua luce. Mettendola in pratica è arrivato a gustare la Parola almeno un poco come la vera risposta ai problemi dell’uomo e del mondo. E, dato che Gesù “pane di vita” fa il dono supremo di se stesso nell’Eucaristia, va spontaneamente a ricevere con amore l’Eucaristia ed essa occupa un posto importante nella sua vita. Occorre allora che chi di noi ha fatto questa stupenda esperienza con la stessa premura con cui Gesù spinge a procurarsi il “pane della vita” non tenga per sé la sua scoperta ma la comunichi ad altri perché molti trovino in Gesù quanto il loro cuore da sempre cerca. È un enorme atto di amore che farà ai prossimi perché anch’essi possano conoscere cos’è la vera vita già da questa terra ed avranno la vita che non muore. E cosa si può volere di più?
Chiara Lubich
Pubblicata in Città Nuova, 1985/14, pp.10-11.
Mag 31, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
“La paura è il sentimento più forte che emerge in tanti e che si fa più fatica a colmare. Siamo tutti molto scossi. La vicinanza e la condivisione sono gli aiuti più desiderati”. A parlare sono Maria Palladini e Franco Monaco, i responsabili delle comunità del movimento dei Focolari della regione italiana (l’Emilia) colpita nel giro di una settimana da una serie di terremoti che ha provocato diciassette morti, più di 350 feriti e 15.000 sfollati. La situazione è in continua evoluzione, per le scosse anche di forte entità che ancora si susseguono. La fascia territoriale più colpita è stata quella tra la provincia di Modena e quella di Ferrara. I terremoti hanno provocato gravi danni agli edifici storici, alle fabbriche; tante chiese sono state distrutte e tante sono inagibili. Si susseguono in questi giorni tante storie. Come quella di chi non è riuscito ad uscire di casa ma è stato provvidenziale perché un cornicione caduto fuori dalla sua porta avrebbe potuto colpirlo. O di chi ha dovuto per lavoro condividere il dolore degli operai morti nei capannoni. E ancora chi è stato evacuato dell’ospedale. Tutti stanno sperimentando “con forza quanto in un attimo possa cambiare tutto” e subito dopo la prima scossa “è partita una rete di telefonate per sapere l’uno dell’ altro”. A fare il punto della situazione sugli aiuti umanitari sono Adriana Magnani e Stefano Masini del Movimento “Umanità Nuova”. “La Protezione Civile – dicono – si sta prodigando ormai in tutti i paesi e frazioni colpiti ed ha attivato l’accoglienza in modo diversificato (campi di accoglienza, strutture al coperto, qualche albergo) prevedendo circa 9.000 posti”. Sono arrivati volontari della Protezione civile praticamente da tutta Italia. Adriana e Stefano hanno potuto cogliere le esigenze più forti: “la necessità di un supporto psicologico, perché tutti sono duramente provati; la possibilità di avere camper o roulotte per rendere meno disagevole il passare le notti fuori casa, per questo ci stiamo attivando in tutta la regione; l’urgenza di verificare l’agibilità delle aziende grandi e piccole per accelerare la ripresa del lavoro, si parla di 15.000 persone che rischiano di rimanere senza lavoro…”.
“La priorità – aggiungono i due referenti di Umanità Nuova – è quella di poter avere tecnici per i rilievi. Per le strutture complesse, come, per esempio, condomini e locali pubblici, gli unici che possono fare i rilievi sono ingegneri strutturali che siano accreditati presso la Protezione Civile. Ma, per quanto riguarda verifiche sugli immobili privati e aziende, bastano ingegneri strutturali iscritti all’albo. Stiamo perciò cercando di diffondere questa notizia per verificare chi ha questa competenza e può rendersi disponibile”. Dunque psicologi, medici e ingegneri: ma per tutti coloro che volessero recarsi in quelle zone, l’indicazione è quella di mettersi d’accordo con la Protezione Civile locale delle città perché è la Protezione Civile a coordinare tutti i tipi di intervento da mettere in atto. Insieme ad una piccola squadra, sono Adriana e Stefano a fare da punto di riferimento per raccogliere le richieste e le disponibilità di aiuto “in modo che alle necessità corrispondano il più possibile aiuti appropriati e coordinati; aggiornare periodicamente degli aiuti arrivati e delle nuove necessità di intervento e sensibilizzare chi, a livello politico, sociale, può contribuire alla risoluzione di problemi burocratici che potrebbero bloccare la ripresa delle attività e promuovere il ritorno alla normalità”. A fianco però alla devastazione che ha messo a dura prova la popolazione emiliana, scorre in queste terre ferite dal terremoto, un fiume di solidarietà. Lo confermano Maria Palladini e Franco Monaco: “In tanti hanno aperto le loro case per ospitare gli sfollati. Nei paesi c’è una gara di fraternità e solidarietà che si allarga a macchia d’olio. È molto viva l’esperienza di Chiara Lubich e delle prime focolarine nella distruzione della seconda guerra mondiale: tutto crolla, solo Dio resta, solo l’Amore“. Per contribuire: INTESTATARIO: Associazione Solidarietà BANCA: Cariparma Crédit Agricole CODICE IBAN: IT34F0623012717000056512688 CAUSALE: Terremoto in Emilia Romagna Con Carte di Credito: Versamenti tramite PAYPAL ai Link presenti sul sito con la Causale: Terremoto in Emilia Romagna. Sito: www.solidarietaonlus.org (altro…)
Mag 31, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Intervista di Lucetta Scaraffia (L’Osservatore Romano)
Ci tenevamo che il nuovo inserto dedicato alle donne de «L’Osservatore Romano» uscisse con una sua intervista: lei è l’unica donna alla testa di un movimento di così grande importanza. Questa singolarità le pesa nei contatti con le gerarchie ecclesiastiche? Non solo non mi pesa, ma è una peculiarità sempre più riconosciuta dal Papa, da cardinali e vescovi, secondo il suo significato originario espresso da Giovanni Paolo II: essere segno e garanzia di quel profilo mariano che dice primato dell’amore soprannaturale, della santità, coessenziale al profilo apostolico-petrino. Dimensioni che concorrono, ha detto Wojtyła, «a rendere presente il Mistero di Cristo e la sua opera salvifica nel mondo». Non così nel primo ventennio della nostra storia: era una tale novità! Dietro c’è un lungo iter non privo di sofferenza. Anche la sua successione a Chiara Lubich è stata diversa dalla prassi: nessuna designazione, ma voto democratico. Anche nelle decisioni il movimento sembra seguire un iter democratico. Succedeva anche quando era in vita Chiara? La successione è avvenuta attraverso un’elezione, ma non si può dire che si sia seguito un iter democratico. Se ci fosse stato avremmo poi dovuto accettare un compromesso per comporre la polarizzazione, il che sarebbe stato in contrasto con il nostro carisma che chiede l’unità. Da quel momento abbiamo capito meglio il senso dell’eredità di Chiara: Gesù che si fa presente quando «due o più sono uniti nel mio nome». In quell’ora cruciale ne abbiamo sperimentato la forza trasformante e la luce che è guida. Ci è richiesto quell’amore scambievole che non misura, che anzi punta alla misura stessa di Gesù: dare la vita. A oggi non conosciamo altro modo nel prendere decisioni: ciò significa ascolto, condivisione di pesi, conquiste, esperienze, punti di vista, pronti a perdere tutto nell’altro. Soprattutto fedeltà allo sposalizio con Gesù crocefisso per trasformare dolori, dubbi, divisioni e ricomporre l’unità. Quando Lui c’è risplendono i doni dello Spirito: pace, nuova forza, luce; risplende l’uguaglianza, senza vanificare “il dono dell’autorità”. Mi sembra che fra i movimenti voi siate i più restii alla pubblicità: «umiltà e reticenza, mai mettersi in mostra» diceva Chiara. Quindi le persone vi conoscono quando vengono in contatto con qualcuno di voi, attraverso un rapporto personale. Questa modestia vi rende però poco noti all’esterno: ha qualcosa a che fare con la guida femminile? Siamo restii alla pubblicità, non alla comunicazione! Significativo che Chiara abbia voluto che la grande parabolica per i collegamenti intercontinentali fosse sistemata nel suo giardino: era per lei il «monumento all’unità». È vero, c’è stato un lungo periodo di silenzio, quando il Movimento era sotto studio da parte della Chiesa. Ma negli anni successivi non sono mancate grandi manifestazioni internazionali irradiate nel mondo dai satelliti, si sono moltiplicate riviste e siti web, è in funzione un ufficio stampa. Ciò che ci muove non è ricerca di notorietà, ma il detto evangelico che chiede di non tenere la lampada sotto il moggio, ma di metterla sul tavolo per far luce nella casa. Lo spirito focolarino risente della sua matrice femminile. Quali altre caratteristiche femminili si possono rintracciare nel vostro carisma? Il focolare ha una matrice femminile perché è «opera di Maria». Maria, la più alta espressione dell’umanità redenta, “tipo” del cristiano e della Chiesa tutta, come sancito dal Concilio. È lei che ha impresso a tutto il movimento il suo timbro: interiorità che lascia spazio a Dio e ai fratelli, fortezza, fede senza se e ma, Parola vissuta, canto di quel Magnificat che annuncia la più potente rivoluzione sociale, quella maternità possibile oggi nel generare ovunque la presenza misteriosa, ma reale, del Risorto che fa nuove tutte le cose. Nel movimento vi sono, come membri o simpatizzanti, esponenti delle gerarchie ecclesiastiche. Come risolvete il confronto fra autorevolezza della guida del movimento e autorità delle gerarchie che essi rappresentano? Nei rapporti con i vescovi non c’è mai stato conflitto d’autorità, ma scambio di doni: dal carisma dell’unità i vescovi attingono quella spiritualità così incoraggiata dai Papi, per dare alla Chiesa il volto delineato dal Concilio, la Chiesa comunione. Nel carisma proprio delle gerarchie ecclesiastiche, riconosciamo l’evangelico «chi ascolta voi ascolta me». Oltre agli scritti della fondatrice, a cui ovviamente vi ispirate, che rapporto avete con le sante e con i testi che hanno scritto? Due esempi: Chiara ha assunto il nome della santa d’Assisi perché affascinata dalla sua radicalità evangelica. Per anni, alla festa della santa, abbiamo approfondito aspetti paralleli delle due spiritualità. Teresa d’Avila ha fatto luce per leggere, nel nuovo carisma donato alla Chiesa, una via autentica di santità, che ha come meta non solo edificare il “castello interiore”, ma anche “il castello esteriore”, al cui centro è la presenza di Gesù nella comunità.
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Mag 30, 2012 | Chiesa, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“La famiglia: il lavoro e la festa”. È questo il motto del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si svolge dal 30 maggio al 3 giugno 2012, a Milano. Promosso dalla Santa Sede attraverso il Pontificio Consiglio per la Famiglia e l’Arcidiocesi di Milano, l’organizzazione del Convegno mobilita decine di Associazioni, Opere e Movimenti attivi nel campo della famiglia. I lavori si sono aperti il 30 maggio col Congresso teologico-pastorale, con un’introduzione del prof. Luigino Bruni, dell’Università Bicocca di Milano, sul tema portante dell’evento. Nella serata del 1° giugno, il concerto alla Scala col maestro D. Barenboim. Le famiglie del Movimento dei focolari collaborano fin dall’inizio all’organizzazione dell’evento, sia come membri del Pontificio Consiglio per la Famiglia, sia per una presenza di lunga data nelle istituzioni religiose e civili lombarde attive nel campo familiare. In preparazione al comune incontro serale con Benedetto XVI, si sono date appuntamento la mattina del sabato 2 giugno al Carroponte di Sesto San Giovanni, da cui poi raggiungeranno insieme l’aeroporto di Bresso. In programma il “raccontarsi delle famiglie, aspettando il Papa”. L’incontro prevede la partecipazione e l’intervento della presidente dei Focolari Maria Voce e dei coniugi Anna Maria e Danilo Zanzucchi, tra gli iniziatori del movimento Famiglie Nuove. Per Benedetto XVI quest’edizione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie è “un’occasione privilegiata per ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all’economia dello stesso nucleo familiare”. Comunicato Stampa Dirette radiotelevisive (altro…)
Mag 30, 2012 | Dialogo Interreligioso, Spiritualità
Buddhisti di diverse tradizioni e cristiani animati dalla spiritualità di comunione si stanno incontrando da lunedì presso il Centro Mariapoli di Castelgandolfo. Il convegno (28-31 maggio), organizzato dal Movimento dei focolari in collaborazione con diverse organizzazioni buddhiste della Thailandia e del Giappone, propone una riflessione sulle rispettive Scritture e in particolare sui criteri e le modalità dell’interpretazione dei testi, con un accento particolare sulla messa in pratica nella vita quotidiana. Il simposio, il quinto in ordine di tempo dopo quelli che si sono tenuti nel 2004 e nel 2008 a Castelgandolfo e nel 2006 e 2010 rispettivamente a Osaka in Giappone e a Chiang Mai in Thailandia, raccoglie partecipanti provenienti da Thailandia, Sri Lanka, Giappone, Corea, Taiwan, Inghilterra, Usa, Svizzera, Austria e Italia. La varietà non sta solo nella provenienza geografica, ma anche in quella delle varie appartenenze. Fra i buddhisti, infatti, sono presenti monaci e laici della tradizione Theravada e di quella Mahayana, e fra i cristiani ci sono rappresentanti della Comunione anglicana e delle Chiese riformate. Nel corso degli anni, fra i partecipanti a questi convegni è venuta maturando una profonda fiducia reciproca, che permette ora di affrontare l’argomento delle Scritture con apertura e senza fraintendimenti. Si tratta di un esame che non vuole limitarsi al semplice confronto fra studiosi, sebbene gli interventi avranno un indubbio valore accademico. Il titolo stesso, infatti, indica che l’approfondimento dei testi è finalizzato alla loro messa in pratica per contribuire alla pace e all’armonia universale. Il convegno di Castelgandolfo vede anche la presenza di S.E. il card. Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, e della presidente del Movimento dei focolari, Maria Voce. di Roberto Catalano Fonte: Città Nuova online (altro…)
Mag 28, 2012 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Mag 28, 2012 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Mag 27, 2012 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La Spagna ha una lunga storia. Nel 218 a.C. l’Impero Romano mette le basi per un’unità culturale e territoriale tra le popolazioni celtiche e iberiche, insediatesi già da alcuni secoli. Il popolo Basco, però, nella zona nord-occidentale del Paese, non subisce questo influsso. La lingua latina evolve al castigliano – lingua ufficiale –, al catalano e al galiziano, che insieme al basco costituiscono le tre altre lingue co-ufficiali. Nei secoli successivi, l’Islam arriverà a conquistare quasi tutta la Penisola. La convivenza delle culture musulmana, cristiana ed ebraica (anche loro presenti) ha determinato le condizioni necessarie per la trasmissione del patrimonio scientifico e culturale dell’antichità e della scienza araba all’Occidente cristiano. Oggi la Spagna si presenta come una società che vuol tenere conto della diversità di queste culture, raccolta nella Costituzione, ma che ha ancora tante sfide da risolvere, come le forti tensioni tra le comunità autonome e lo Stato. Una società che ha avuto negli ultimi anni un grande sviluppo economico e sociale, ma che subisce ora le conseguenze dell’attuale crisi economica e sociale.

Una delle prime Mariapoli a Seo d’Urgell
Il Movimento dei Focolari arriva a Barcellona nel 1959, attraverso Piero Pasolini, focolarino italiano. “C’è tanto di Dio in questa nazione – dirà – e mi pare che Egli l’ami d’un amore tutto particolare”. In seguito, molte persone di tutte le età, in tutta Spagna, sono attratte dalla spiritualità dell’unità: si susseguono le Mariapoli a Solsona, Seo d’Urgell, Ávila… Alcuni pionieri lasciano una profonda impronta col loro passaggio in queste terre. Per citarne soltanto alcuni, ricordiamo gli italiani Nunziatina Cilento e Gino Bonadimani, e gli argentini Margarita Bavosi e Carlos Clariá. La vita evangelica dei Focolari s’incarna, negli anni, in molti ambiti sociali e culturali, dando origine al Movimento Politico per l’Unità e ad imprese che aderiscono all’Economia di Comunione. Dalla pubblicazione nel 1964 del primo libro di Chiara Lubich, “Meditazioni”, si sviluppa l’attività editoriale con due riviste: Ciutat Nova (in catalano) e Ciudad Nueva (in castigliano), oltre a numerose collane di libri in diversi settori della spiritualità, teologia, patristica, testimonianza. Attualmente sono 25.000 circa le persone, in Spagna, che a diverso titolo fanno propria la spiritualità dell’unità.
Tappe fondamentali per la vita e lo sviluppo del Movimento dei Focolari in Spagna, sono le due visite di Chiara Lubich nel 1989 e nel 2002: la prima a Santiago de Compostela in occasione della GMG, dove tiene una delle catechesi davanti a migliaia di giovani; la seconda, con visita ad alcune città dove hanno vissuto dei grandi mistici che tanta influenza hanno avuto in lei: Teresa d’Avila, Giovanni della Croce (Segovia) e Ignazio di Loyola (Manresa). Al Monastero di Montserrat, afferma: “I movimenti possono offrire l’esempio della freschezza evangelica e carismatica… Da parte loro, i movimenti possono imparare molto dalla testimonianza della vita consacrata, che custodisce molteplici tesori di sapienza e di esperienza”. Sempre durante quel viaggio, Chiara lancia una sfida a tutte le persone dei Focolari: “Per la Spagna bisogna calcare sull’Unità, perché c’è già la distinzione” (appunto, per la varietà di popoli, culture e lingue). Sorgono così le cittadelle “Loreto” a Castell d’Aro (Girona) e “Castello Esteriore” a Madrid. Cresce il desiderio e la disponibilità per conoscersi e vivere gli uni per gli altri, così come il senso di appartenere alla stessa famiglia. “Castello Esteriore” diventa ben presto uno spazio d’incontro di tutti, dove si rende visibile la testimonianza di unità nella diversità e molteplicità tipica della spiritualità dell’unità. Nel 2011, durante la visita di Maria Voce, presidente dei Focolari, e del copresidente Giancarlo Faletti, lei ricalcherà come “ognuno di questi popoli che formano la Spagna, ha qualcosa da dare a tutti gli altri”, incoraggiando tutti ad essere dono gli uni per gli altri, proprio grazie alla peculiare identità di ciascuno. Visita la pagina della Spagna in Focolare Worldwide! (sotto) Foto della visita di Maria Voce in Spagna nel gennaio 2011 (altro…)
Mag 27, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“La Miniera” è sorta nel 2003 col desiderio di aderire ai principi dell’Economia di Comunione lanciata da Chiara Lubich nel 1991. E’ stata lei a dare il nome al progetto,‘La miniera d’oro’, in riferimento al valore delle persone a cui era rivolto: gli anziani. È con questa consapevolezza che si lavora.“Cerchiamo di far sì che al centro del nostro lavoro non siano gli utili, ma le persone – raccontano Elena Bravo e José Alonso, rispettivamente direttore e amministratore dell’azienda di cui, con Miguel Muñoz e Ana Vera sono stati i fondatori –. Facciamo tutto il possibile affinché ognuno che arriva si senta accolto e valorizzato al di là delle sue condizioni fisiche o psichiche”. L’importanza centrale dell’anziano si vive concretamente in tante occasioni: “Una volta – ricorda José Alonso – uno dei nostri operatori ci ha fatto notare che due dei nostri anziani sarebbero stati meglio in una residenza geriatrica. Anche se in quel momento la perdita di due posti rappresentava un vero problema economico, ci siamo detti:‘Dobbiamo pensare a loro prima dei nostri interessi’, e abbiamo cercato e trovato una nuova residenza”. “Abbiamo attraversato momenti di difficoltà – continua Elena Bravo –, da malattie a problemi familiari, ma l’amore reciproco ci ha fatto sempre andare avanti, facendo, quando necessario, l’uno il lavoro dell’altro”. Ed è vero, tra i 18 lavoratori de La Miniera, si avverte un clima di condivisione e di gioia. Quest’atmosfera si trasmette ai 50 anziani del Centro e a tutti coloro che vengono: “Ultimamente – racconta ancora Elena – sono venuti diversi gruppi di giovani con i loro professori di economia”. “Alcuni di loro – continua José – sono stati colpiti dalla gioia degli anziani, dall’atmosfera di famiglia e dall’entusiasmo dei lavoratori. Proprio le cose che sono importanti per noi”. L
’esistenza e lo sviluppo di La Miniera si devono in gran parte al “suo Socio nascosto”, che non le fa mancare nulla. La divina provvidenza, infatti, arriva proprio nel momento in cui c’è più bisogno: materiale d’ufficio, stoffa, tovaglie, manichini per imparare a vestirsi… e perfino attrezzature specializzate. “Avevamo bisogno di una macchina per sollevare gli anziani – ci dicono – ma non avevamo i soldi per pagarla. Abbiamo deciso di acquistarla comunque, pensando alla fatica svolta dal personale e agli anziani. Il venerdì ci viene consegnata una macchina in prova. La domenica riceviamo una telefonata: il direttore di un centro per disabili psichici, che sa come lavoriamo, ci voleva donare una macchina elettrica. Vado a prenderla e, con nostra sorpresa, era identica a quella che ci avevano lasciato in prova!”. Dopo quasi dieci anni di fedeltà ai principi dell’Economia di Comunione e alla “cultura della legalità”, mettendo sempre al centro del loro agire la persona anche nei momenti difficili, Elena e José possono affermare che “Nonostante tutte le difficoltà, anche condividendo gli utili con i più bisognosi, le aziende EdC crescono e si mantengono sul mercato, pure nei momenti di crisi”. (altro…)
Mag 25, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Abbiamo sperimentato che la nostra diversità non è un motivo di divisione, ma rappresenta una molteplicità di doni e una risorsa”. È uno stralcio del Manifesto che è stato letto allo Square Meeting Center di Bruxelles, a conclusione della giornata di Insieme per l’Europa 2012. Più di mille persone riunite a Bruxelles da ogni parte d’Europa e altre decine di migliaia collegate via satellite in 22 Paesi, hanno rivolto un messaggio di speranza, unità e pace all’Europa. “Insieme per l’Europa” ha una caratteristica inedita che la rende originale da tutte le altre manifestazioni europee: è la realizzazione – in contemporanea all’incontro di Bruxelles – di una capillare rete di eventi promossi in altre 144 città di tutta l’Europa. Piccole e grandi manifestazioni realizzate in punti di alto profilo simbolico per i singoli Paesi e città. Hanno avviato percorsi di collaborazione tra movimenti e comunità ecclesiali. Rapporti che aprono oggi spiragli di speranza per future iniziative da promuovere insieme per il bene comune delle comunità locali. Da Breslavia, Polonia, a Belfast, Irlanda. Da Oslo, Norvegia, a Malta. Molteplici sono state le iniziative che hanno coinvolto persone di tutte le età, condizioni e convinzioni.
Ad Augsburg, in Germania, il programma è iniziato con un flashmob nella piazza centrale della città: si sono lanciati in aria sette palloni giganti ognuno contraddistinto da uno dei sette “Si” che hanno caratterizzato fino ad oggi l’impegno dei movimenti e delle comunità per la famiglia, la vita, la pace ed un’economia più equa. A Breslavia, in Polonia, l’iniziativa ha voluto mettere in rilievo il delicato processo di incontro e di riconciliazione tra i popoli della Polonia e della Germania (ferito durante la seconda guerra mondiale) con una manifestazione dal titolo “I cristiani della Germania e Polonia insieme per l’Europa”. Ad Ischia, in Italia, una catena umana “ha abbracciato” il perimetro dell’isola come simbolo insieme di difesa dell’ambiente e di accoglienza. Ancora in Italia, a Firenze, è la Sala dei Cinquecento, a Palazzo Vecchio, ad ospitare il collegamento in diretta con lo Square Meeting Center di Bruxelles. E se, per una parte dei Movimenti e Comunità cristiane il percorso di fraternità di “Insieme per l’Europa” ha un’esperienza di anni, per altri l’edizione del 2012 è stata l’occasione di provare dal vivo il significato di conoscersi meglio e di lavorare insieme. Così si esprime una coppia di Laudau, in Germania: “Bruxelles 2012 è stata la scusa per conoscerci meglio, interessarci di Movimenti dei quali prima non conoscevamo nemmeno il nome. Si sente grande entusiasmo e voglia di concentrare le nostre forze per rinforzare l’anima cristiana dell’Europa cominciando dalla nostra città”.
Sono queste storie di collaborazione e di fraternità che danno oggi la possibilità di credere che è possibile dare all’Europa quella speranza di cui Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, parlava nel suo intervento a Bruxelles: “La più grande miseria europea è la mancanza di speranza”. Per questo “si deve generare un clima di simpatia e di solidarietà, un senso del destino comune deve risorgere, reti sociali debbono rinascere”. “Insieme per l’Europa – ha sottolineato Maria Voce nel suo discorso – è un’impresa affascinante: abbiamo la possibilità, anche attraverso la manifestazione di oggi, di testimoniare alle donne ed agli uomini del nostro tempo che abitare la terra in uno spirito di comunione apre un futuro di fraternità e di pace ai singoli, ai popoli, al nostro continente e all’umanità intera”.
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Mag 23, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
23 maggio 1992: il giudice italiano Giovanni Falcone muore in un attentato mafioso insieme alla moglie e agli uomini della scorta. 57 giorni dopo, il 19 luglio, un altro giudice, Paolo Borsellino, che come lui indagava sulle connessioni tra mafia e politica, muore in un secondo attentato. Quelle tristi vicende segnano un risveglio civile, a partire dalle nuove generazioni, che oggi vive una nuova fase. In occasione del 20° anniversario della strage, arrivano a Palermo con le navi della legalità 2000 studenti. Varie sono le iniziative che coinvolgono la città, fra queste quella dei Ragazzi per l’Unità, gli adolescenti dei Focolari, che hanno diffuso nelle piazze e all’Albero Falcone (l’albero cresciuto di fronte alla casa del giudice, e diventato ormai un simbolo), durante la commemorazione solenne, un loro messaggio dove si presenta la “Regola d’oro” come fondamento della cultura della legalità. «La nostra parola d’ordine è la Regola d’Oro, presente in tutti i libri sacri delle più grandi Religioni del mondo e alla base del Diritto Naturale», si legge nel manifesto.
- Nel Vangelo essa dice: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Mt 7,12)
- Nell’Antico Testamento: “Ciò che per te è odioso non farlo al tuo compagno. Questa è l’intera Legge” (31° Sabbat, Talmud Babilonese)
- Nel Corano: “Nessuno di voi è un credente finché non ama suo fratello come ama se stesso” (Profeta Muhammed, 13° dei 40 Hadiths Nawawi)
- Nel Libro sacro dei Buddisti: “Non ferire gli altri in maniera che tu non debba ritrovarti ferito” (The Buddha, Uadanavarga 5, 18).
«Vivere la Regola d’Oro nelle nostre città significa anche vivere la legalità», continua l’appello dei Ragazzi per l’Unità. L’impegno quindi a non accettare raccomandazioni, a reagire agli atti di bullismo, a cercare di essere partecipi alla vita della propria città, rifiutando ogni atteggiamento ‘mafioso’ e la corruzione. La loro aspirazione è ad una legalità «che abbia sempre a mente il più piccolo e l’ultimo delle nostre comunità», «che abbia a mente il sangue dei martiri che è stato versato in questi anni nelle nostre terre», nel desiderio che questo messaggio possa arrivare ai Ragazzi per l’Unità di tutta Italia e a più ragazzi e persone possibili per essere insieme «la risposta e il frutto di questo sangue dei martiri per costruire un futuro migliore per il nostro paese e per il mondo». A conclusione di questo percorso sulla pace e la legalità i Ragazzi per l’Unità invitano, il prossimo 2 giugno, tutti i ragazzi di Palermo e di varie città della Sicilia ad un appuntamento in un luogo simbolico: il quartiere Brancaccio. Lì dove il sacerdote ucciso dalla mafia, Padre Pino Puglisi, ha dato la vita per la sua gente, nella difficile missione rieducativa. Alla scuola media “Puglisi” verrà donato il materiale scolastico raccolto in quel giorno. (altro…)
Mag 22, 2012 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
A “Insieme per l’Europa” non poteva mancare l’economia. Ed infatti nella prestigiosa sede del Parlamento Europeo, a Pace de Luxembourg, nella sala dedicata ad Alcide De Gasperi, padre nobile e cofondatore di quella che sarebbe stata l’Unione Europea, si danno appuntamento una schiera di esperti, politici, imprenditori, giovani, cittadini per il convegno: “Economia: un affare di dono”. Certo la posta in gioco è alta: l’attuale, folle corso della finanza malata ha perso la direzione del Bene Comune. Hendrik Opdebeeck, professore di Filosofia e di Economia presso l’Università di Anversa e membro del Centro di Etica in apertura dei lavori declina in sette punti il concetto di responsabilità e lo coniuga con libertà, alterità, incontro con gli altri, responsabilità delle Istituzioni globali, giustizia, limiti dell’economia di mercato, globalizzazione. Le recenti elezioni francesi e greche, con le loro pur diverse tensioni sociali, pongono secondo il docente una domanda: distribuire quote di reddito secondo il merito con la visione del liberalismo o concedere a tutti la loro parte in conformità al loro bisogno, secondo la logica socialista? Nell’attuale società europea gli aspetti economici, sociali, legali e finanziari rischiano di prendere forma in strutture organizzate egocentriche e irresponsabili sia a livello nazionale che a livello internazionale e globale. Da questo punto di vista l’Europa in crisi, deve guardare ad un altro, paradigma futuro importante: la responsabilità.
Luigino Bruni, associato di Economia all’Università Bicocca di Milano e all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, offre un’analisi lucida e senza sconti all’attuale crisi, ma anche una proposta: l’Economia di Comunione. Evidenzia che l’Economia fin dal suo nascere ha trovato forza ed ispirazione anche dai carismi, dalle comunità monastiche che hanno saputo creare laboratori vivi dai quali sono emerse le prime categorie e le prime istituzioni che diedero vita all’economia di mercato. «Ed è innegabile che se l’umanesimo anche cristiano – ha proseguito – con la sua charitas e la sua charis, hanno svolto un ruolo decisivo». Ma più che di un processo all’economia è la finanza sempre più speculativa ad essere sul banco degli imputati. Per Bruni urge «fare qualcosa» e richiamare dalla marginalità l’azione pubblica dei carismi fatta di reciprocità, gratuità-dono, bene comune. Come? Riportando la finanza e l’economia nelle piazze perché «è troppo rischioso lasciarle ai soli addetti ai lavori». Ripartire dai poveri e rilanciare l’idea di un nuovo patto sociale e aver fiducia che i cambiamenti epocali possono essere frutto anche di una minoranza profetica, come è già avvenuto. Infine i giovani: loro possono ridare una svolta all’economia e alla finanza. Dalle proposte si passa poi a definire azioni puntuali che possono essere esplicitate a livello europeo: moratoria sulla pubblicità rivolta ai bambini che devono essere tolti dalle mani dei ricercatori di profitti, moratoria sul gioco d’azzardo, una Tobin Tax o qualcosa di simile perché anche la finanza, ad alto rischio speculativo paghi un giusto prezzo, infine un rafforzamento, anche con adeguati strumenti legislativi, dell’economia sociale e civile in Europa. Alla presenza del vice presidente del Parlamento Europeo, l’ungherese Laslo Surjan, responsabile del dialogo con le Chiese sono state esplicitate “buone prassi” economiche: tre imprese, una belga e due croate hanno raccontato come tradurre questi principi del dono in uno scambio commerciali dove “investitori”, soci, lavoratori, pur in ruoli diversi hanno un valore paritario. Jan De Volder della Comunità di Sant’Egidio belga ha raccontato della “rivolta della gratuità” mentre Claude Matz di Azione Mondo Unito (AMU) del Lussemburgo ha mostrato le azioni di sviluppo intraprese negli anni. Steve Vanackere, vice primo ministro federale e ministro dell’Economia del Belgio ha concluso i lavori evidenziando alcune criticità delle proposte per stimolare un dialogo ancora più serrato con l’attuale sistema economico e ha sfidato la politica a dare «non solo risposte, ma risposte giuste». Rivolgendosi poi al professor Bruni sull’importanza delle minoranze profetiche, ha ribadito: « questa sala lo è». di Paolo De Maina (pubblicato su Cittanuova.it il 13/05/2012) (altro…)
Mag 21, 2012 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
E finalmente, nel pomeriggio di sabato 19, l’atteso incontro con Maria Voce e Giancarlo Faletti per la grande festa comune. L’appuntamento a pochi chilometri dalla capitale, presso il Multiversum di Schwechat, moderna struttura multi-funzionale che ospita concerti, eventi culturali e sportivi, fiere. Circa settecento i convenuti dalle nove regioni dell’Austria. Nel loro saluto iniziale, i responsabili nazionali del Movimento dei focolari, Maria Magerl e Andreas Amann, hanno espresso gioia, ma soprattutto gratitudine verso Dio, per Chiara Lubich e per la spiritualità dell’unità che, alla vita di molti, ha dato nuovo senso, profondità e pienezza. E gratitudine anche a quanti in questo cinquantennio hanno contribuito, ciascuno dal suo posto, allo sviluppo del Movimento. Motivo di particolare gioia in questa celebrazione era la presenza, talvolta dopo anni di assenza, di molti “costruttori e compagni di viaggio di una volta”. Nella prima parte dell’incontro, attraverso foto storiche e testimonianze anche filmate, quasi sfogliando un album di famiglia, sono state passate in rassegna le tappe fondamentali della storia dei Focolari in Austria. Per giungere al 2001, anno in cui Chiara ha trascorso dieci giorni in Austria, dando importanti indicazioni sui campi d’azione nei quali impegnare le forze della comunità focolarina. Una videoregistrazione con stralci del suo discorso al congresso dei sindaci “1000 città per l’Europa” (Innsbruck), ha fatto rivivere a molti dei presenti quell’evento così speciale. Ha chiuso questa retrospettiva il ricordo colmo di gratitudine dei tanti membri del Movimento d’ogni età e vocazione già arrivati nella Patria celeste. È seguito l’”oggi” dei Focolari in Austria, a cominciare dalla presentazione della Mariapoli permanente Giosi e del Centro Mariapoli Am Spiegeln. Tra i “tesori di famiglia”, la testimonianza di Reinhard Domig: vittima, nell’agosto 2008, di una feroce rapina nel suo ufficio postale, ha perdonato il suo assalitore. Diverse le esperienze di “dialogo” all’interno della Chiesa cattolica, nel rapporto con cristiani di altre Chiese, ma anche con fedeli di altre fedi (musulmani soprattutto) e con persone di convinzione non religiosa, come da anni ormai è in atto con membri del Partito comunista. È un dialogo soprattutto della vita, attraverso lo scambio e la partecipazione ad azioni comuni come progetti d’integrazione per bisognosi o di pedagogia. Altre iniziative, a livello più culturale, riguardano gli ambiti dell’economia, dell’ecologia, dello sport e della comunicazione. Dai più giovani abbiamo sentito illustrare i Social Day per senzatetto, anziani e bambini di rifugiati, la staffetta mondiale per la pace Run4unity e le azioni per consentire a dieci ragazzi indonesiani di partecipare al prossimo Genfest di Budapest. E tutto per un unico scopo: contribuire alla fratellanza in un Paese sempre più pluralistico come l’Austria. A questo punto, in risposta al desiderio di molti di conoscerla personalmente, Maria Voce ha preso la parola per un breve saluto. La festa è continuata dal palco con canzoni, giochi e altri numeri artistici; a seguire un ricco buffet.
La mattina di domenica 20, nuovo appuntamento al Multiversum, stavolta con i più impegnati della comunità. Il programma prevedeva, dopo una Messa animata dai canti dei gen, un incontro-dialogo con Maria Voce e Giancarlo Faletti. Semplici, illuminanti, incoraggianti le loro risposte ad alcune domande poste da giovani e adulti su argomenti riguardanti per lo più la testimonianza da offrire tra le sfide odierne per incidere più efficacemente nei vari ambiti della società. Tra la gioia comune, esplosa in un grande applauso, la presidente dei Focolari ha concluso con un augurio: «L’idea che la nostra è una vita, non una organizzazione, mi ha accompagnato sempre in questi anni e mi ha fatto capire cos’è la libertà dei figli di Dio. Non so se è una cosa azzardata, ma vorrei farvi un augurio di libertà, che vuol dire: liberarvi anche dal desiderio di essere efficienti, dall’esigenza di far bene le cose, dal ricordo di cose andate non come avreste desiderato, dalla situazione storica. Liberarvi, per avere la felicità di poter dire di sì a Dio e sapere che lui aspetta la vostra collaborazione, per fare di questa vostra Austria “ideale” un esempio di libertà vera, profonda; libertà che viene anche dal riconoscere e accettare i propri limiti, dal pensare che nonostante questi limiti possiamo fare qualcosa di buono (questo è ancora più difficile!), dal credere che al di là di essi e con essi agisce Dio. Agisce se gli diciamo di sì. E porta quel fuoco che dice la Parola di vita di questo mese che volge ormai al termine, ma abbiamo ancora un po’ di giorni per continuare l’incendio. Questo è il mio augurio: che siate liberi di appiccare il fuoco!». Dall’inviato Oreste Paliotti (altro…)
Mag 21, 2012 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Entre os dias 20 e 27 de maio as igrejas cristãs do Hemisfério Sul realizam a Semana de Oração pela Unidade dos Cristãos, com o tema “Todos seremos transformados pela vitória de nosso Senhor Jesus Cristo”. A proposta é refletir sobre o que significa vencer e perder, destacando, principalmente, a diferença entre vitória e triunfalismo e as perdas em um contexto mais amplo do que o esportivo. O tema deste ano prega que a vitória se dará através do serviço, da ajuda mútua, da promoção da autoestima de todos, da fraternidade entre as Igrejas que se unem para socorrer os necessitados. O tema de 2012 foi preparado por representantes das igrejas Ortodoxa, Católica Romana e dos Antigos Católicos e Protestantes em atividade na Polônia. No Brasil, as iniciativas são coordenadas pelo Conselho Nacional de Igrejas Cristãs (Conic), que celebra 30 anos de caminhada na promoção das relações ecumênicas entre Igrejas cristãs. O Conic prevê a realização de celebrações ecumênicas para ressaltar a fraternidade entre as igrejas e a luta comum contra a injustiça, a desunião, a violência e o rancor. Os membros do Movimento dos Focolares no Brasil estão inseridos nas atividades da Semana de Oração pela Unidade dos Cristãos e fomentam o ecumenismo em diversas oportunidades. No extremo sul do Brasil, há, por exemplo, o Centro Mariápolis Arnold, que tem como timbre peculiar a promoção do diálogo ecumênico. Nas proximidades do Centro Mariápolis encontram-se instaladas as sedes nacionais da Igreja Luterana, da Igreja Episcopal do Brasil e da Igreja Metodista. Para mais informações sobre a Semana de Oração pela Unidade dos Cristãos no Brasil: www.conic .org.br (altro…)
Mag 21, 2012 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
El mundo de Ana Autor: Casa de Ana Frank
Ana Frank (1929-1945) se ha convertido, a lo largo de los años, en un símbolo de la esperanza opuesta a la violencia y el odio que causaron una de las mayores tragedias del siglo XX: la shoá perpetrada por el nacionalsocialismo. La voz, los sueños, los temores e interrogantes de Ana se ven reflejados en las páginas de su famoso Diario, que ha recorrido el mundo entero. En esta oportunidad, el Centro Ana Frank Argentina y la editorial Ciudad Nueva presentan El mundo de Ana, un libro a todo color, con fotografías e información que ilustran la vida cotidiana de la familia Frank y los sucesos más importantes de los tiempos de la guerra. Una propuesta para la reflexión sobre los peligros del antisemitismo, la discriminación y el racismo en todas sus manifestaciones.
La corta vida de Ana Frank
Documental en DVD y Sugerencias para el trabajo en el aula
En el documental “La corta vida de Ana Frank” se cuenta la historia de su vida a través de citas, de fotos únicas de los álbumes de la familia Frank y de extractos de películas históricas. También incluye las únicas secuencias fílmicas de Ana Frank. Esta película está destinada a un público joven y adulto, y no sólo cuenta la historia de Ana Frank, su diario, su familia, los anexos secretos, sino también de la Segunda Guerra Mundial y la persecución a los judíos, lo cual lo convierte en una excelente herramienta en la educación acerca del Holocausto. Acompaña una guía educativa para el trabajo en el aula.
Datos del autor:
Datos del Autor La Casa de Ana Frank es una organización independiente encargada de preservar la Casa de Atrás, el lugar donde Ana Frank estuvo escondida durante la Segunda Guerra Mundial y donde escribió su diario. El recuerdo de Ana Frank intenta ser una fuente de inspiración para todas las personas, para motivarlas a reflexionar sobre los peligros del antisemitismo, el racismo y la discriminación, y la importancia de la libertad, la igualdad de derechos y la democracia. La Casa de Ana Frank desarrolla proyectos educativos en más de 50 países del mundo, muchos de ellos en América Latina. El Centro Ana Frank Argentina es el primero en América Latina y abrió sus puertas el 12 de junio de 2009 en oportunidad de la conmemoración del 80° natalicio de Ana Frank.
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Mag 21, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Con i suoi 93 milioni di abitanti di 70 dialetti, sparsi in un arcipelago di oltre 7 mila isole, le Filippine – unico Paese cattolico nel sud-est asiatico – è tra i più popolati del mondo. Nonostante la ricchezza umana e le risorse naturali, gran parte della popolazione vive in condizioni di povertà. La sua struttura sociale potrebbe essere paragonata ad una piramide: l’80% della ricchezza è in mano al 5% della popolazione, e la classe media è quasi inesistente. Manila, la capitale, conta 19 milioni di abitanti, emigrati in gran parte dalle varie provincie del paese in cerca di un lavoro migliore, che difficilmente si trova. I filippini sono un popolo molto ospitale, gioioso, generoso, che sa sopportare, e dare valore alla sofferenza, grazie alla sua radice cristiana. Già dal 1966 ha accolto lo spirito del Movimento dei focolari, che pian piano è penetrato in moltissimi ambienti, sia religiosi che civili. I suoi membri, oggi circa 5.000 i più vicini e oltre 100.000 gli aderenti e simpatizzanti, hanno influito e continuano a farlo in varie e diverse circostanze della vita del Paese.
Chiara Lubich ha visitato le Filippine due volte: nel 1982, quando ha sottolineato quale “pozzo di petrolio spirituale” fossero le Filippine per il resto dell’Asia, grazie alla grande e matura presenza di cristiani; e nel 1997 quando ha ricevuto dall’Università di Santo Tomas a Manila la laurea honoris causa in Teologia, prima donna e laica a ricevere tale onorificenza, conferimento che ha permesso di stabilire rapporti di collaborazione con l’Università, particolarmente nel campo dell’Economia di Comunione. In questa stessa università nel 2012, in occasione del 4° anniversario della morte di Chiara, si sono radunati 2000 giovani, per l’evento URL: United in the Revolution of Love, a sottolineare il suo rapporto privilegiato con le nuove generazioni. I centri dei focolari sono presenti a Manila, Cebu e Davao e le varie comunità del Movimento sono sparse in tante delle migliaia di isole, e accomunate dallo stesso stile di vita, nonostante le distanze, sperimentano un vero spirito di famiglia, così consono alla cultura locale. LaMariapoli Pacedi Tagaytay, una delle cittadelle, fondata da Chiara Lubich nel 1982, è testimone della possibilità di un amore concreto e reciproco anche tra amici musulmani, alcuni indù e buddisti. È sede della School for Oriental Religions, che tiene periodicamente corsi di formazione per imparare a dialogare nel rispetto reciproco. Non manca inoltre una vivace comunione di vita con i fratelli delle altre chiese e comunità ecclesiali cristiane. Da sottolineare la partecipazione di molti sacerdoti e seminaristi alla vita del Focolare, nonché di parecchi amici vescovi, grazie alla scuola per sacerdoti di Tagaytay. La presidente dei Focolari Maria Voce (che ha visitato le Filippine dal 17 al 31 gennaio 2010, nel corso di un lungo viaggio in Asia) è intervenuta al 2° congresso nazionale del clero, con una testimonianza sulla “chiamata alla santità”, davanti a 5.500 sacerdoti, 87 vescovi e religiosi di 54 congregazioni. Lo spirito dei Focolari si è affermato anche come possibile risposta ai diversi problemi sociali. Da notare l’esperienza dei 6 centri di Bukas Palad, che raggiunge migliaia di poveri dei barrios di Manila e delle provincie dov’è presente, il Pag-asa Social Center a Tagaytay, Sulyap ng Pag-asa, la Focolare Carpentry, di Cainta, uno dei principali progetti sviluppati dall’AMU nelle Filippine, che ha formato al lavoro centinaia di giovani. E poi il sostegno a distanza, in collaborazione con Famiglie Nuove, che permette di aiutare oltre 1.800 bambini. Numerose le esperienze di azioni concrete nelle città e nei villaggi, dagli aiuti dopo le calamità naturali – come dopo il tifone Ondoy del 2010 – agli interventi in favore di leggi più giuste. È il caso della comunità di Antipolo, una città di poco più di mezzo milione di abitanti, all’estrema periferia dalla capitale, impegnata in una campagna di sensibilizzazione al fine di proteggere la famiglia e la vita, in risposta ad un decreto sulla cosiddetta ‘salute riproduttiva’.

Tagaytay, 1997: il sindaco conferisce la cittadinanza onoraria di Tagaytay a Chiara Lubich
Di particolare rilievo l’impegno delle aziende che aderiscono al progetto per un’Economia di Comunione – fra queste le più conosciute sono il Bangko Kabayan (banca rurale), Ancilla (consultancy), APCEI (distribuzione riviste), l’azienda tessile “Filo d’Oro”; dei volontari ospedalieri (Sinag Volunteers) in varie strutture sanitarie pubbliche, di diversi giornalisti nel campo dei media e di una vivace attività a livello educativo. “Ho visto una vera rivoluzione svilupparsi nelle carceri dove da quarant’anni portiamo questo spirito evangelico” – racconta Renè, uno dei primi giovani ad aver conosciuto i focolarini nel 1967, oggi con un viso ormai incorniciato da una barba bianca – “ogni mese decine di carcerati si incontrano per comunicarsi come vivono lo spirito evangelico nella vita da detenuti. Quando escono alcuni vengono accolti dalla comunità dei Focolari ed aiutati a reinserirsi nella società.” Anche Teresa Ganzon faceva parte di quel gruppo di giovani negli anni turbolenti a cavallo fra i sessanta ed i settanta. Con il marito, ed ora anche con due figlie ormai professioniste, porta avanti il già citato Bangko Kabayan, un istituto bancario rurale, che fa parte del progetto dell’Economia di Comunione, con diecimila clienti. L’85% sono donne di ceti poveri: dotate di coraggio ed intraprendenza sono riuscite a costruirsi una dignità sociale grazie al programma di micro-credito della banca. Neanche la recente crisi ha minato la fiducia nel Bangko Kabayan, che, collaborando con altri istituti bancari a livello rurale e persino con alcuni concorrenti, ha contribuito in modo decisivo a salvare l’industria sul territorio in cui opera.
Visita le Filippine in Focolare Worldwide! Dall’archivio fotografico:

Guido Mirti (secondo da sinistra) e Giovanna Vernuccio (ultima a destra) con la prima comunita' del Focolare nelle Filippine
Flickr photostream: Viaggio di Maria Voce nelle Filippine nel 2010
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Mag 20, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Tacloban City si trova sull’Isola di Leyte, nel Nord Est delle Filippine. In questa città abita Placido Maga, da tutti conosciuto con il nome di “Plas”, che fin dal 1991 vive l’ideale dell’unità, cercando di rendere concreto questo suo impegno nella vita di tutti i giorni. Nel 1996 Placido ha iniziato a lavorare come chitarrista, insegnando a suonare ai bambini di diverse scuole elementari. L’insegnamento diventa così per lui un’opportunità di amare e servire il prossimo. Camminando per le strade di Ormoc, una delle città della sua provincia, Placido scorge alcuni bambini sdraiati sulla strada che utilizzano i cartoni e i giornali come tappeti e riparo. Alcuni non hanno alcun indumento per proteggersi dal freddo. Non hanno niente da mangiare, e dormono quasi sempre a stomaco vuoto. Impressionato dalla situazione, compra un po’ di cibo e decide di tornare: loro, i più dimenticati ma anche i più indifesi della città, stanno trovando un nuovo amico. Gli torna in mente una frase di Chiara Lubich: «Quando diamo qualcosa di noi, mettendo amore in ogni azione, la vita cresce dentro di noi». E la felicità di quella sera, per l’incontro con quei bambini, ne è la prova. Placido mantiene la promessa. Ma sente di dover fare qualcosa di più, di prendersi cura di loro, cercando una sistemazione dignitosa e confortevole. Quell’Ideale ricevuto anni prima, ha ora una possibilità immensa di rendersi attuale, concreto: prendendosi carico delle situazioni ai margini della società, di coloro a cui nessuno pensa. Presenta la questione al Municipio, contatta le Organizzazioni non Governative sul posto. Senza timore di essere deriso o incompreso, continua a cercare una soluzione. Riesce così a coinvolgere nel suo progetto altre persone, e si rende conto che quando l’amore evangelico diventa “regola” della nostra vita, diventiamo tutti più creativi, più coraggiosi e talvolta eroici. Come mettere poi i bambini in condizione di poter dare anch’essi qualcosa? Insegnando a suonare una piccola chitarra, l’Ukelele, e creando così un piccolo repertorio che i bambini presentano in due spettacoli. Oggi i bambini vivono al Centro Lingap, una ex casa di riabilitazione convertita in dormitorio dal Dipartimento della Salute Sociale. Placido continua a visitare i piccoli, insegnando loro non solo a suonare, ma anche a pregare, stando loro vicino. Tratto dal sito: www.umanitanuova.org (altro…)
Mag 19, 2012 | Focolari nel Mondo
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Mag 19, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Mag 19, 2012 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Il soggiorno in Austria della presidente e del copresidente del Movimento dei focolari ha visto giovedì 17 maggio tre appuntamenti di segno molto diverso ma di grande significato: la visita, che comprendeva anche la Messa e il pranzo, all’abbazia cistercense dell’Heiligenkreuz, cuore mistico della Foresta Viennese; il successivo incontro, all’arcivescovado di Vienna, col card. Christoph Schőnborn; e infine, presso il Centro Mariapoli “Am Spiegeln”, la serata con un folto gruppo di “Giovani per un mondo unito”giunti da varie località del Paese, dal titolo “Let’s Bridge Austria”, una delle tappe introduttive verso il prossimo Genfest di Budapest (31 agosto-2 settembre 2012). Passando in rassegna gli eventi della giornata, il copresidente Giancarlo Faletti ci ha confidato «la profonda impressione provata durante la visita all’Heiligenkreuz, abbazia millenaria legata ad un carisma – quello benedettino – che esprime tutta la sua vitalità attraverso le stesse mura, attraverso la liturgia e attraverso l’accoglienza veramente fraterna ricevuta dall’Abate e dai maggiori responsabili della comunità cistercense».
E la presidente Maria Voce, a proposito del colloquio anch’esso molto aperto e cordiale avuto col primate di Vienna: «Il cardinale ha una grande stima del Movimento per quello che opera in Austria e per la testimonianza data dal Centro Mariapoli; ha anche ringraziato le focolarine e i focolarini di Vienna per aver subito accolto e messo in atto il suo appello per una scuola di formazione a diventare discepoli di Cristo. A mia volta l’ho ringraziato per la possibilità data ai nostri sacerdoti di formare un focolare nella nascente cittadella. Quello della vita in comune tra sacerdoti è un argomento al quale il Cardinale ci è parso particolarmente sensibile, avendo lui molto a cuore la solitudine in cui spesso essi si trovano a vivere. Tra l’altro ha ricordato Chiara Lubich, che aveva visto per la prima volta al Sinodo del ventennio del Vaticano II, a cui lei era stata invitata insieme a madre Teresa di Calcutta. Allora lui era un giovane teologo e non aveva osato avvicinare queste due figure, di cui ammirava tutta la forza carismatica». Entrambi poi, a proposito della effervescente serata trascorsa al Centro Mariapoli – due ore e più di testimonianze, momenti musicali e dialogo tra generazioni –, concordavano: «Ề stato bellissimo, un vero bagno di vitalità. Per apertura e libertà da tanti schemi i giovani si somigliano in ogni parte del mondo. Era interessante guardare i loro occhi, i loro volti, sentirli proiettati verso il futuro ma anche in ascolto di noi, che abbiamo più esperienza alle spalle. Quando il Cardinale ha saputo di loro e del Genfest, era contento: osservava che i giovani hanno bisogno di queste manifestazioni di massa per non sentirsi soli e pochi, ma insieme essere incoraggiati a testimoniare la loro fede in Cristo». Dall’inviato Oreste Paliotti (altro…)
Mag 18, 2012 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Il 2012 segna per il Movimento dei Focolari in Austria una data importante: sono infatti trascorsi cinquant’anni da quando l’Ideale dell’unità, cominciando da Innsbruck, è arrivato in questo piccolo Paese dalla grande storia. Per l’occasione, la presidente Maria Voce e il copresidente Giancarlo Faletti sono venuti per incontrare la comunità austriaca e per festeggiare insieme ad essa questo anniversario. Il programma del 15 maggio prevedeva una visita al Centro Mariapoli Seminarzentrum Am Spiegeln e alla Cittadella Giosi, ambedue nei pressi del castello di Schönbrunn, dimora estiva degli Asburgo a sud di Vienna. Luogo d’incontro per tutti i membri del Movimento, per la sua vicinanza alla capitale, il Centro Mariapoli è anche meta preferita di conferenze e congressi, ma non meno ricercato luogo di vacanza per il turismo. «Strada privilegiata per la nuova evangelizzazione a cui quest’anno la Chiesa ci richiama», ha definito Maria Voce questa moderna struttura immersa nel verde.
Nel pomeriggio la visita alla cittadella intitolata a Giosi Guella, una delle prime focolarine: un centinaio gli abitanti stabili (famiglie, una comunità di sacerdoti, focolarine e giovani) fra cui Gerda e Hans Schwinger. Sulla settantina, ma sempre giovani nello spirito, si sono trasferiti nella cittadella per partecipare attivamente alla sua costruzione, lasciando casa e abitudini per iniziare, da veri pionieri, una nuova avventura. È quanto hanno raccontato nel corso di una festosa serata dedicata alla presentazione della vita che in essa si conduce e della sua irradiazione esterna. «Nel preparare il trasloco – hanno detto fra l’altro – ci siamo resi conto di quante cose si erano accumulate negli anni. Ora dovevamo scegliere quali tenere e quali regalare, in quanto nel nuovo appartamento non ci sarebbe stato più posto per tutte. Certamente non è stato facile il distacco reale da esse (spiritualmente, ci sembrava di averlo sempre avuto presente), e questo ha richiesto ogni volta una soluzione comune. Ma sempre l’effetto è stato di sperimentare una libertà nuova. Ora da tre anni siamo cittadini della Mariapoli Giosi e fin dal primo momento ci siamo sentiti a casa. Questa vita in comune, che comprende attività e momenti diversi, è una crescita continua. Spesso accogliamo persone di passaggio. Siamo anche in contatto con alcune coppie attratte dal nostro stile di vita. Vorremmo donare il nostro tempo soprattutto per costruire rapporti personali autentici». Dall’inviato Oreste Paliotti (altro…)
Mag 17, 2012 | Famiglie, Focolari nel Mondo
Alfonso Di Nicola è coordinatore del Progetto Sempre Persona che si occupa dei detenuti e delle loro famiglie. Ecco il suo racconto: «Riflettevo sulla Parola di Vita mercoledì scorso, quando sento che mi arriva un messaggino. Leggo. Era Giorgio che mi diceva che venerdì gli avrebbero staccato la luce se non avesse pagato la bolletta (450 euro!). Era un conguaglio e bisognava pagarlo. Aveva chiesto aiuto al suo datore di lavoro ma non gli aveva dato fiducia. Aveva chiesto in giro ad altri suoi amici, senza nessun risultato… Poiché siamo molto amici, non voleva darmi una preoccupazione. Alla fine però, visto che tutte le porte erano chiuse, si è rivolto a me.
In questi casi attingiamo al fondo del Progetto Sempre Persona che proprio in quei giorni, aveva destinato i pochi mezzi a disposizione, per comprare olio, zucchero e generi di prima necessità per gli ex carcerati. Inoltre pensavo: “Come farà a restituirci i 450 euro, se ne guadagna 800 al mese e ha tre figli da mantenere?”. Giorgio assicurava che alla fine del mese avrebbe restituito il debito ed io che, a dire la verità, ero un po’ incredulo, ho pensato che il garante del prestito me lo avrebbe fatto Gesù. Mi tornavano spesso in mente le Sue parole:“Ho avuto sete e mi avete dissetato… alimentato… assistito… Perché ogni volta che avete fatto tutto questo a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a Me…” (Cf Mt 25, 31 e seg.). Allora sapete cosa è successo? Ho dato a Giorgio i 450 euro! Era Giovedì. Venerdì sera, quando sono tornato dal carcere dove aver fatto vari colloqui con i detenuti, apro il computer per guardare la posta e, con grande sorpresa, vedo una mail che mi invitava ad andare a ritirare un bonifico di 1720 euro, offerte da una signora che avendo ascoltato una nostra testimonianza in una chiesa, desiderava contribuire al Progetto. Il mio Garante, non mi aveva fatto aspettare un mese per restituirmi il prestito, ma solo un giorno, quadruplicando la cifra che poteva poi permetterci di aiutare altri». Alfonso Di Nicola (altro…)
Mag 15, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Per la prima volta in Belgio, il musical Streetlight manda in scena 120 giovani tra i 14 ai 25 anni, di culture diverse (francofoni, fiamminghi, germanofoni e quelli di Bruxelles con una gran varietà di culture). Per diversi mesi precedenti i giovani artisti si sono ritrovati intorno al progetto Togheter 4 Peace (Insieme-per-la-Pace). Questo progetto ha avuto come scopo iniziale quello di superare i muri dell’indifferenza, dell’odio o della paura e di rispettare l’altro nella sua specificità. In questa dinamica, i giovani hanno potuto sperimentare che possono essere «tranquilli» senza rincorrere alla violenza. Gli slogan vissuti in tutto il periodo di preparazione hanno rafforzato ciò per cui i giovani hanno lavorato insieme: 4All, BetheFirst, 4OneAnother, Don’t Stop, (vivo per tutti, essere il primo verso tutti, viviamo uno per l’altro e non fermarti!). Nella fase finale, con l’aiuto del Gen Rosso, i giovani in soli 3 giorni, con entusiasmo si sono lanciati nell’avventura di arte e vita, apprendendo canzoni, danze, scene teatrali e brani musicali e di percussioni, mentre altri ancora si sono presi carico della scenografia. Risultato finale: una sfida riuscita e la gioia straordinaria di aver potuto partecipare alla costruzione e alla rappresentazione del musical «Streetlight» davanti a un pubblico di 1200 persone nelle serate del 12 e 13 maggio 2012 a Bruxelles, nella sala «Tour et Taxi»! Gioia, entusiasmo, foto, lacrime e soprattutto la voglia di vivere e di continuare a incontrarsi per non perdere ciò che abbiamo vissuto: una possibilità di vivere per la fraternità universale e la pace che si può costruire con grandi e piccoli gesti. E per riuscirci i giovani si sono promessi di esercitarsi in questo nuovo «stile di vita» tutti i giorni: nelle loro città, quartieri, scuole, famiglie, forti del loro progetto «Together4peace». Una tematica di grande attualità! Il prossimo appuntamento è già a luglio… Poi il viaggio comune per il Genfest a Budapest…
A questa prima rappresentazione dello spettacolo in Belgio hanno assistito il principe Philippe e la principessa Mathilde. «La loro presenza ha segnato la portata socio-pedagogica del progetto che avrebbe voluto costruire una risposta alle sfide della violenza e delle problematiche d’integrazione nelle città belghe». – hanno scritto i giornali. Si sono trattenuti entrambi a dialogare sia con noi, sia coi giovani, curiosi dei particolari di questo progetto. Tante altre personalità erano presenti tra cui Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, Jean Kockerols, vescovo ausiliare per la Diocesi di Furba-Bruxelles, il Sig. Steven Vanackere, il Vice-Primo Ministro e anche numerosi rappresentanti di varie religioni radunati per l’occasione di una grande manifestazione “Insieme per l’Europa“, svoltasi in questi giorni a Bruxelles… «Together4peace» il progetto socio-educativo, promosso in co-produzione con il Gen Rosso e in collaborazione con l’associazione tedesca «Starkmacher», ha già dato molti frutti, con le varie realizzazioni, sia in Europa che oltre. Il Movimento dei Focolari in Belgio, promotore del progetto in questa nazione, ha proposto ai giovani di parteciparvi insieme ai compagni di scuola, o al gruppo Scout o del club sportivo in modo che tutta la scuola o il gruppo del quale fanno parte, divengano automaticamente sostenitori del progetto. Una bellissima idea…
Qualche impressione al caldo: Veramente incredibile quello che abbiamo combinato alla Tour&Taxis, semplicemente stupendo!!! Streetlight era assolutamente TOP! Soprattutto i giovani partecipanti l’hanno reso speciale! Il nostro fine settimana di show è stato fantastico! Grazie genrosso, e 120 altri del Together4peace! Il musical è fantastico!!! Grazie a questo progetto ho capito che vivere insieme nella pace è possibile!
Together4peace a Bruxelles è cofinanziato dalla Commissione europea, (http://eacea.ec.europa.eu/culture/index_en.php) come sotto progetto del grande progetto europeo « Arts and Culture reshaping urban life » (www.reshape.eu). Quest’ultimo ha come fine quello di favorire le relazioni tra le persone attraverso l’arte, nel contesto urbano. Incontri artistici hanno già avuto luogo in diverse città, in Germania (Schwerte), Italia (Udine, Venezia) e Repubblica Ceca (Sternberk, Olomouc), con la collaborazione del Gen Rosso. Questi appuntamenti includono tavole rotonde, conferenze e scambi internazionali. Together4peace è un’iniziativa dei Giovani per un Mondo Unito del Movimento dei Focolari in Belgio (focolare.be), in stretta collaborazione col gruppo Gen Rosso (www.genrosso.com) e il Movimento dei Focolari a Solingen (fokolar-bewegung.de).
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Mag 15, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Burgos, Jerez de la Frontera, Granada, Jaen, Madrid, Talaveira de la Reina, Vigo e Canarie. Sono le città che da una parte all’altra della Spagna hanno visto il Gen Verde in scena col nuovo spettacolo, centrato sulla figura di Maria, da cui prende il titolo. “Già dai primi accordi” – scrive Javier Rubio sulla rivista spagnola Ciudad Nueva – “si annuncia il filo che intreccia una sequenza di canzoni ispirate a lei. Ma, più che espressione di una devozione, ciò che lo spettatore percepisce è un continuo passaggio dalla figura di Maria all’esperienza di ogni persona, in modo che la storia della Madre di Gesù tocca quella di ognuno, e gli episodi della sua vita gettano luce sulle vicissitudini del tempo presente”. Dopo una poetica apertura che definisce Maria come stella che orienta l’oscurità, si alternano le tappe della sua vita, e si presenta la Madre con le note e i sentimenti di diverse culture. Ritmi brasiliani, coreani, africani e celtici, compongono un’invocazione unica, come a sottolineare che il legame che unisce le persone è davvero la fraternità. Infine, annota ancora il direttore della rivista spagnola, “sorprende l’intensa congiuntura tra l’esperienza di alcune madri di oggi, e il momento vissuto da Maria ai piedi della croce, dove è stata capace di superare il dolore più acuto e assurdo. L’ultima parola è la Resurrezione del Figlio, che trasforma per sempre Maria nella Madre di tutti”.
Un aspetto sorprendente è il lavoro che il Gen Verde svolge al di fuori dello spettacolo. Si tratta di una serie di workshop, secondo le varie forme artistiche, che mostra già una fotografia di mondo unito, a partire dall’integrazione tra culture che il gruppo dimostra già con la sua stessa internazionalità. Durante la permanenza in ogni città, il gruppo offre infatti un ampio panorama di attività multidisciplinari: canto liturgico, dialogo con gli studenti, o in carcere, e incontri per approfondire i valori universali. L’obiettivo è proporre, attraverso la musica e l’arte, la fraternità come modello di convivenza. E anche in Spagna l’eco delle migliaia di persone che hanno preso parte agli spettacoli e delle centinaia di studenti nei workshop, dimostra che questo obiettivo è vicino. (altro…)
Mag 13, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’Austria, piccolo paese (84.000 km²) nel centro dell’Europa, ha una ricca storia. I suoi 8,6 milioni di abitanti parlano in gran parte il tedesco, ma ci sono altri 6 gruppi linguistici autoctoni riconosciuti. Oltre il 18% sono immigrati di prima e seconda generazione, di cui 2/3 provenienti dal di fuori dell’Unione Europea. I gruppi più numerosi sono serbi e turchi. Questo si riflette anche nell’apparteneza religiosa. Il 66% sono cattolici; le chiese orientali (6%) e l’Islam (6%) hanno superato i cristiani evangelici (4%); mentre i non credenti (12%) sono la seconda “religione” in Austria, e in forte crescita. L’Austria ha sempre avuto un ruolo di ponte tra Est e Ovest, soprattutto in periodi storici difficili, come al tempo della cortina di ferro. Il territorio presenta una grande varietà topografica: piatte steppe ad Est, alte regioni montane alpine ad Ovest, boschi, colline, laghi e fiumi. È nota la sua ricchezza culturale, specialmente nella musica, nel teatro e non solo.
Un Paese ricco di storia: il primo documento in cui si nomina l’Austria (Ostarrichi) risale al 996. L’Austria attraversa alterne vicende: dagli sfarzi dell’Impero Austro-Ungarico nel 19° secolo (che comprendeva non solo l’Austria e l’Ungheria, ma anche le attuali Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, e parte dell’Italia, della Romania, Polonia e Ucraina), si passa al crollo della monarchia, e all’annessione dell’ Ostmark al 3° Reich nazista tedesco. Diventato uno dei paesi più poveri d’Europa dopola Seconda Guerra Mondiale, conosce negli anni successivi un grande sviluppo, che lo ha reso fra i paesi più ricchi del mondo. Dal1995 ha aderito all’Unione Europea. I prodromi dei Focolari in Austria risalgono al 1952, con la permanenza temporanea ad Innsbruck di alcuni tra i primi focolarini. La fondazione del primo focolare a Vienna è avvenuta poi nel1962. In questi giorni si ricordano i 50 anni di vita dei Focolari nel Paese mitteleuropeo, e per l’occasione è presente anche la presidente Maria Voce, in visita in Austria per una settimana.
La spiritualità si è diffusa rapidamente tra sacerdoti, giovani e famiglie e nel 1963 ha avuto luogo a Wattens (Tirolo) la prima Mariapoli per i paesi di lingua tedesca. Da allora questa tipica manifestazione dei Focolari è diventata un punto fisso per tanti (da 500 a 1000 persone). La Mariapoli è un’espressione di rilievo del Movimento in Austria, con programmi per tutte le età. La spiritualità collettiva fa nascere in molti luoghi le comunità locali, nelle quali bambini e giovani, persone di tutte le professioni e di diverse appartenenze religiose si sentono a casa. Essi danno così il loro contributo alla fratellanza universale a livello locale. In Austria vi sono attualmente circa 60 comunità locali. I Focolari in Austria si impegnano da decenni nel dialogo ecumenico, mantenendo contatti intensi con membri di varie chiese, specie con l’allora Metropolita greco-ortodosso Michael Staikos. Fra gli appartenenti al Movimento ci sono cristiani orientali ed evangelici. Nel progetto comune “Insieme per l’Europa” convergono movimenti cattolici, cristiani evangelici e membri di Chiese libere. Anche con gruppi di musulmani si è sviluppato un vivo rapporto, nato dapprima con membri della Moschea di Linz. Un progetto-pilota esemplare e continuativo è la cosiddetta “Colazione per le donne” ad Hall nel Tirolo. Nel 2010 ha avuto luogo un convegno di studi cristiano-musulmano in cooperazione con l’Università di Innsbruck, ed è previsto un seguito. Anche con persone di convinzioni non-religiose si è stabilito un dialogo. Tra queste, con i dirigenti del partito comunista austriaco a partire dalla fine degli anni ’90; è nata una cooperazione nell’ambito del Forum Sociale Mondiale ed Europeo.
La nascente cittadella del Movimento in Austria , la “Mariapoli Giosi” è situata nel distretto sud di Vienna. Fra i suoi quasi 100 abitanti: famiglie, una comunità di sacerdoti, focolari e giovani. Il Centro Mariapoli “Am Spiegeln” è luogo di incontro sia per tutti i membri del Movimento, che per iniziative sociali e seminari di economia e sviluppo umano. Con un’attenzione particolare verso le nuove generazioni è nato ARGE-Pedagogia, che organizza fra l’altro congressi europei di pedagogia. Per lo sport è stato sviluppato il dado Sports4peace con le regole del fairplay, usato da scuole e associazioni in diversi Paesi (teamtime.net). Assieme a ragazzi e giovani sono nate diverse attività e convegni: Social-day, Run4unity, peace-worker, campi estivi, musicals e l’annuale festa di fine anno. Chiara Lubich ha visitato l’Austria due volte: nel 1997, ha tenuto uno degli interventi principali sulla spiritualità di riconciliazione durante la seconda Assemblea Ecumenica Europea a Graz; e nel 2001, invitata dall’allora sindaco di Innsbruck e presidente della Camera delle autorità locali presso il Consiglio d’Europa Herwig van Staa, ha parlato della fratellanza in politica al congresso “1000 città per l’Europa”. Poco prima Chiara – su invito del vescovo Paul Iby – aveva incontrato 6000 giovani nella cattedrale di Vienna, assieme al card. Schönborn, durante l’evento “Rufzeichen”. Sito nazionale Austria: www.fokolare.at Visita la nazione dell’Austria in Focolare Worldwide! (altro…)
Mag 13, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Originario di Feldkirch nel Vorarlberg, Reinhard Domig, esperto pasticciere, poi impiegato postale, è sposato con Bernadette. Hanno tre figli e tanti amici. Spesso si ritrova in viaggio, invitato da insegnanti e catechisti a raccontare la propria esperienza di disabile. Con tanti di loro resta in contatto; molti giovani lo riconoscono per strada, chattano con lui su Internet, chiedono il suo consiglio. «Conosco il Movimento dei Focolari dal 1994. È stato uno dei momenti più importanti della mia vita. Da alcuni anni ho fatto mia l‘ “arte di amare”. Il 22 agosto 2008 ero solo nella filiale di Posta dove lavoravo. Ė arrivato un uomo che conoscevo che mi ha pregato di mostrargli un cellulare. Ad un certo punto, ho sentito un coltello puntato dietro la schiena. Gli ho detto: ‘Sono troppo giovane per morire’. Ma lui ha cominciato a colpirmi. Ho pensato che la mia vita fosse finita e, come ultima possibilità di “amare concretamente”, ho detto più volte, mentre lui scappava : ‘Ti perdono!’. Mi sono accasciato davanti alla Posta. Durante l’operazione durata ben undici ore mi è sembrato di vedere una luce meravigliosa, impossibile da descrivere. Gli amici del Movimento si sono presi cura della mia famiglia. Hanno aiutato mia moglie in modo così concreto che lei ha avuto sempre la forza di non lasciarsi andare alla disperazione. Nei giorni successivi la situazione è peggiorata e per i medici non vi era più nulla da fare ma, ad un certo punto, contro tutte le aspettative, ho cominciato a reagire positivamente. Mi sono ritrovato totalmente indifeso. Una volta, per esempio, ho visto una bottiglia di acqua minerale accanto a me e non sono riuscito a dire che avevo molta sete.
Mia moglie, i miei figli, mia madre, i miei fratelli, parenti, conoscenti, colleghi e amici del Movimento dei Focolari, persino da Vienna e nell’Alta Austria, sono venuti a trovarmi ogni giorno. Mi sentivo parte di una grande famiglia in cui tutti sono legati gli uni agli altri dall’Amore. Il personale sanitario era sorpreso che così tante persone venissero a farmi visita e chiedeva se fossi un politico…! Alcuni terapisti sono tuttora in contatto con me. Sono venuti, anche, alcuni amici musulmani che poi, mi hanno invitato in una Moschea per raccontare la mia esperienza. Uno di loro, di origine turca, è venuto da me e mi ha detto che voleva scusarsi per quello che un suo connazionale mi aveva fatto. Lo aveva saputo in Turchia e aveva pregato 3 giorni in Moschea per me. Gesù dice: “Amate i vostri nemici”. Ho cercato di farlo e ho ricevuto tanto amore grazie al mio aguzzino. Amore che vorrei dare a tutti». (altro…)
Mag 12, 2012 | Focolari nel Mondo
Promo video – multilingua (altro…)