Movimento dei Focolari
Forti senza violenza

Forti senza violenza

No, io perdono! (Dionisio, Africa)  «Stavo giocando con un mio amico quando è arrivato un altro ragazzo che senza motivo ha cominciato a picchiarmi sulla testa con una bottiglia di vetro. Per le tante ferite sono stato portato in ospedale. Ritornato a casa, il dolore era così forte che avevo un solo pensiero: quello di vendicarmi. Il giorno dopo, il papà di quel ragazzo, è venuto a casa mia a scusarsi di quanto era accaduto dandomi il permesso di fare a suo figlio ciò che lui aveva fatto a me “…forse così capirà quando si è comportato male!”. Proprio mentre lui parlava, mi sono ricordato che noi gen 3 dobbiamo amare anche il nemico. Allora ho subito risposto: “Non farò niente contro suo figlio perché l’ho perdonato”. Lui non si aspettava questa mia risposta che sconvolgeva le sue abitudini, e felicissimo ha chiamato il figlio, anche lui molto sorpreso. Ci siamo perdonati a vicenda.» L’avversario non è un nemico (Andrea, Italia)  «Gioco in una squadra di pallacanestro. Spesso noto che lo sport si trasforma in una specie di guerra, dove conta solamente vincere. Un po’ di tempo fa, durante una partita, l’avversario che marcavo era più grande di me e usava tanto il contatto fisico. Ad un certo punto, per un mio fallo, lui è caduto a terra; mi sono avvicinato e l’ho aiutato ad alzarsi. E’ successo allora un fatto strano: il mio allenatore, dalla panchina, si è arrabbiato perché avevo aiutato un avversario. Secondo la sua filosofia non avrei dovuto farlo. Ho pensato però che dovevo voler bene a quel ragazzo ma anche all’allenatore e fargli capire che si poteva vincere rispettando comunque l’avversario, non considerandolo un nemico. Da quel momento, ancora di più, quando gioco una partita, vedo nella mia squadra e in quella avversaria Gesù, come se giocassi solo con Lui.» Bestemmie? No grazie! (Un Gen 3 di Trento, Italia)  «Nella mia classe di istituto tecnico, la maggioranza dei ragazzi sono abituati a bestemmiare. A me, che sono cristiano praticante, e a un ragazzo musulmano dava molto fastidio, ma non sapevamo cosa fare. Un giorno il ragazzo musulmano è venuto da me per chiedermi come mai io non reagisco davanti alle loro bestemmie e alle loro prese in giro, e io gli risposi che cercavo di perdonarli, poiché sono un gen 3. Abbiamo cominciato a frequentarci, e un giorno ci siamo messi d’accordo per andare a dire ad uno ad uno dei nostri compagni di non parlare in questo modo. All’inizio ci hanno preso un po’ in giro, ma sorprendentemente dopo un po’ hanno quasi smesso.» (altro…)

Forti senza violenza

Congresso gen 3: “La Parola crea”

«Catturarla questa parola – dice Simone 15 anni -per viverla e portarla agli altri. Sono venuto per ricaricarmi.»; «conosco da molto tempo la vita dei gen 3 e in questo congresso ho capito meglio cosa vuol dire amare». Due impressioni dei numerosi presenti al congresso gen 3 che si è svolto a Castelgandolfo (Roma) dal 17 al 21 febbraio, con l’obiettivo di approfondire come il Vangelo può aiutarci nella vita quotidiana. Il programma si è  snodato approfondendo 4 parole chiavi: conoscere, vivere, comunicare e agire. Alla presenza di 410 gen 3 dai 13 ai 17 anni, di 17 nazionalità e sette lingue diverse, Agostino Spolti, responsabile mondiale dei gen 3, ha aperto il congresso focalizzando la figura del gen3: un costruttore d’unita dovunque si trova a vivere. Quindi, la riflessione del tema centrale: “La Parola crea”, attraverso alcuni pensieri video registrati di Chiara Lubich. Alcuni gen3  del Brasile che non sono potuti venire a Roma hanno inviato un video sull’importanza della condivisione. Raccontano che uno di loro, Marco, possedeva un gioco che gli stava caro. Manuel, vedendolo, s’incuriosì tanto da dirgli di prenderne uno per lui ma Marco rifiutò. Dopo diversi giorni quest’ultimo capì che le sue azioni erano sbagliate, quindi ritornò sui suoi passi e glielo regalò. Manuel rimase colpito da questo suo gesto e pensò: “Cosa posso fare per ricambiare il suo regalo ?”. Si ricordò che aveva un’armonica a cui anche lui teneva molto e gliela regalò. Abbiamo utilizzato 2 pomeriggi per svolgere diversi laboratori: preparazione di un concerto con il complesso internazionale Gen Rosso e comunicazione: pubblicità, spot, contagio virale, telegiornale, interviste, Giornale gen3, web, servizio stampa, Teens TV, Teens radio, Città nuova, informatica… Alcuni di noi sono andati a fare un’ intervista al sindaco di  Grottaferrata, Gabriele Mori. Gli sono state rivolte 9 domande sulla nostra fondatrice, Chiara Lubich, sul Movimento dei focolari, circa la sua vita politica, su come vive il Vangelo e sul ruolo dei ragazzi nella vita della città. Il Congresso si conclude lunedi 20 Febbraio con un grande spettacolo nel palazzetto dello sport di Genzano (Roma), messo a disposizione dalle autorità ed aperto a tutti con ingresso gratuito. Con questo spettacolo possiamo trasmettere la nostra vita gen. Una frase di uno di noi  può sintetizzare questi quattro intensi giorni: “Siamo stati molto colpiti da questo congresso perché c’è l’amore scambievole in qualunque angolo e in ogni momento della giornata.” A cura della redazione gen3 del Congresso (altro…)

Forti senza violenza

Brasile, “gigante per natura”

Il Brasile è la quinta potenza economica mondiale con 8,5 milioni di km2 e con quasi 200 milioni di abitanti, discendenti dai colonizzatori bianchi, dagli schiavi neri e dai popoli indigeni, oltre agli immigranti di ogni dove che parlano una sola lingua: il portoghese. Un Paese dalle dimensioni continentali, con condizioni climatiche e geografiche differenti, grandi ricchezze naturali e un forte potenziale di crescita. Un Paese segnato ugualmente da grandi contrasti sociali, che vanno un po’ diminuendo, grazie anche agli sforzi degli ultimi governi. Sono le sfide di una democrazia giovane, di una nazione uscita da una dittatura militare meno di 30 anni fa. È qui che nel 1991, Chiara Lubich, colpita dai gravi problemi sociali, lancia le basi di una vera rivoluzione nell’ambito economico con l’Economia di Comunione (EdC), progetto oggi conosciuto in tutto il mondo. Ma non è solo nel campo dell’economia che l’esperienza di vita dei Focolari in Brasile si è sviluppata. Essa ha riflessi infatti nel tessuto sociale in vari ambiti: educazione, salute, politica, arte, promozione umana – come testimoniano le esperienze di Santa Teresinha e Magnificat, nel Nordest; e del Bairro do Carmo e del Jardim Margarida, a San Paolo –  così come in diverse discipline. Un esempio è il gruppo di ricerca su “Diritto e fraternità”, attivo dal 2009 nel Centro di Scienze giuridiche dell’Università Federale di Santa Catarina. Varie le attività dei Focolari in tutti gli Stati della Federazione: dalla scuola di formazione politica Civitas a João Pessoa, alle azioni di solidarietà dei Giovani per un Mondo Unito e ai weekend per le famiglie nello Stato di Alagoas; dalle olimpiadi per ragazzi nello Stato del Rio Grande do Sul, al Progetto Unicidade nella Mariapoli Ginetta, che quest’anno celebra il 40° anniversario – solo per nominarne alcune. Ma da dove nasce questa vita? Facciamo un salto indietro. Correva l’anno 1958. A Recife approdano tre focolarini giunti dall’Italia: Marco Tecilla, Lia Brunet e Ada Ungaro. Comunicano la loro esperienza in scuole, università, parrocchie, associazioni, ospedali, famiglie. Dopo un mese, proseguono il viaggio: Rio de Janeiro, San Paolo, Porto Alegre, e quindi Uruguay, Argentina e Cile. Al ritorno in Italia, l’aereo fa uno scalo di emergenza a Recife a causa di un guasto serio, rimanendovi quattro giorni. Tempo sfruttato dai tre per un’infinità di contatti. Nasce così la comunità dei Focolari nel Nordest brasiliano. Sarà la prima di una lunga serie. Con l’arrivo stabile di altri focolarini, nel 1959 si aprono a Recife i primi centri del Movimento. Avviene una grande diffusione dell’Ideale dell’unità nelle metropoli e nei villaggi, tra giovani e adulti, bianchi e neri, ricchi e poveri… con una caratteristica: l’armonia sociale. Sorgono molte opere sociali come effetto della vita radicata nel Vangelo. Nel 1962 si apre un centro a San Paolo. Nascono l’Editrice Cidade Nova e il giornale Cidade Nova. Sorgono altri centri: Belém, 1965; Porto Alegre, 1973; Brasilia, 1978. Oggi ci sono centri in quasi tutte le 27 capitali degli stati federali e in tante altre città. Nel 1965 nasce vicino a Recife la prima cittadella di testimonianza del Movimento, col nome di Santa Maria, a sottolineare l’amore di questo popolo per Maria. Due anni dopo quella di San PaoloAraceli, oggi Ginetta, in ricordo di una delle prime focolarine che ha avuto un ruolo preminente nella diffusione e crescita del Movimento in Brasile. Segue la cittadella di Belém, Gloria, mentre a Porto Alegre, il Centro mariapoli Arnold ha un’impronta ecumenica; e la cittadella di Brasilia è intitolata a Maria Madre della Luce. Chiara Lubich ha sempre dimostrato un grande amore per il Brasile e la sua gente, “un popolo che si somiglia molto a quello che ascoltava Gesù: magnifico, magnanimo, buono, povero, che dona tutto: cuore e beni. La sua prima visita avviene nel 1961, a Recife. Vi ritornerà altre 5 volte. Riceve diversi riconoscimenti pubblici e lauree honoris causa. Nel 1998, la sua ultima visita, inaugura il Polo Spartaco, primo complesso imprenditoriale dell’EdC nel mondo. In questa occasione, uno dei padri del Brasile democratico, il prof. Franco Montoro, rivolgendosi a lei in un discorso tenuto all’Università Statale di San Paolo (USP), ha riconosciuto nel pensiero e nell’opera del Movimento, non solo in Brasile, una “testimonianza coerente che ha trascinato milioni di persone. Ha salvato i diritti dell’uomo nel tempo delle dittature e, nel boom della scienza, ha mostrato che l’etica deve guidarci. Ha promosso l’amore, la fraternità universale”. Valori questi che oggi i membri del Movimento sono impegnati a vivere, insieme a tanti altri, in un momento storico che vede il Brasile emergere nel panorama mondiale ed essere protagonista di eventi come la Giornata Mondiale dei Giovani nel 2013 e il Campionato Mondiale di Calcio nel 2014. Visita la pagina del Brasile nella sezione Worldwide! (altro…)