Movimento dei Focolari
Amazzonia: scuola di formazione politica per i giovani

Meeting dei Giovani per un Mondo Unito

È molto atteso l’appuntamento annuale dei Giovani per un Mondo Unito (GMU) al loro Meeting internazionale. Un gruppo di GMU si è incontrato a Loppiano, cittadella internazionale del Movimento vicino a Firenze, per elaborarne insieme i contenuti. È un percorso iniziato nel Dicembre 2010, e portato avanti con i GMU di varie parti del mondo attraverso contatti via email o messaggi sui social networks in uno scambio vivace di proposte perché il Meeting sia il frutto di una comunione di vita e di diverse sensibilità. Make visible change: l’argomento centrale si snoderà in tre temi portanti: “protagonisti oggi di una cultura di fraternità e di pace”, “alla ricerca di rapporti autentici”,  “costruendo ponti …”, dopo aver esplorato l’anno scorso le molte vie per un mondo unito. Il 29 Aprile si aprirà con una diretta internet la quattordicesima edizione della “Settimana Mondo Unito” dove verrà lanciato il Genfest 2012 insieme ad un ventaglio di iniziative per concretizzare nel quotidiano l’impegno dei giovani per la fraternità. Un infuocato messaggio di Chiara Lubich del 1987 unirà in un cuor solo giovani di tutte le latitudini. Il Meeting culminerà il 1° maggio con la partecipazione dei Giovani per un Mondo unito alla Beatificazione di Giovanni Paolo II (http://www.karol-wojtyla.org/). Per info e prenotazioni: sgmu @ focolare.org (altro…)

Focolare Medellin

Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)

Centro Mariapolis “Alegria”

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Cundinamarca

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Chocó

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Atlántico

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Nariño

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Santander

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Huila

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Valle

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Amazzonia: scuola di formazione politica per i giovani

Viaggio in Nord America

La presidente dei Focolari, Maria Voce, e il co-presidente Giancarlo Faletti visitano il Nord America in un viaggio che durerà un mese, nel corso del quale incontreranno le comunità e gli amici dei Focolari in diverse città di 3 nazioni.
Vedi tutti gli articoli – Viaggio Nord America 2011

Programma 19-20 marzo a Toronto: Weekend di dialogo e celebrazione con i membri dei Focolari in tutto il Canada, e messa solenne celebrata dal Vescovo, William McGrattan, nel 3° anniversario dalla partenza di Chiara Lubich 21-24 marzo a Montreal: Incontro con i vescovi canadesi. Serata del 23 con la comunità di Montreal. marzo“Luminosa”, NY: Incontro con i giovani 2 Aprile – Poughkeepsie, NY: Incontro con la comunità dei Focolari 3 Aprile – New York: Solenne messa di ringraziamento celebrata dall’arcivescovo Timothy Dolan (St. Patrick’s Cathedral) 5 Aprile – New York: Evento culturale alla Fordham University 7 Aprile – Washington, D.C.: E pluribus unum, programma per una comunità multietnica e multi religiosa che arriva insieme ad essere un solo popolo al servizio dell’unità (Caldwell Hall, The Catholic University of America) 9 Aprile – Chicago – incontro per i Giovani: Presentazione della vita di Chiara Luce Badano 10 Aprile –  Chicago: Incontro interreligioso 11 Aprile – Chicago: Spiritualità e teologia trinitaria – presentazione alla DePaul University 16 Aprile – Santo Domingo: Celebrazione con le comunità dei Focolari della Repubblica Domenicana e di Porto Rico. (altro…)

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Arrivederci Canada, terra chiamata all’accoglienza

Nemmeno quelli della città di Québec avevano fretta di andarsene. Eppure dovevano percorrere 250 chilometri per rientrare a casa, non era più così presto nel dopo cena e per di più il termometro era già sceso sotto lo zero. Figurarsi quelli di Ottawa, distanti solo 150 chilometri. E cosa dire dei tanti di Montreal, che giocavano in casa. Anzi, più che dire c’era solo da costatare volti soddisfatti, sorrisi sino alle orecchie, parole entusiaste, piccoli capannelli di persone, dove qui regnava la confidenza, là scoppiava una risata, mentre i lampi dei flash segnalavano il desiderio di immortalare una serata indimenticabile. Oltre trecento persone avevano colto l’unicità dell’appuntamento con Maria Voce e Giancarlo Faletti. Non mancava chi, conosciuti i primi focolarini che arrivarono a Montreal 40 anni fa, aveva inteso tornare per conoscere la donna che aveva sostituito la fondatrice Chiara Lubich e riallacciare un legame mai intimamente reciso. Qua, nella provincia del Québec, la gente è particolarmente aperta ed espansiva, ma la sera del 23 marzo ha dato il meglio di sé. Stéfanie Lamothe, 10 anni, capelli neri lunghi e dolci tratti somatici asiatici, ha il compito di aprire le danze, ovvero di iniziare la sequenza di una decina di quesiti preparati per il dialogo con Maria Voce e Giancarlo Faletti. La domanda è candida e birichina, e la sala sorride. «Chiara è stata la prima a vivere la spiritualità dell’unità e ha fatto nascere tutto nel Movimento. È normale che sia stata presidente. Tu che cosa hai fatto per essere presidente dopo di lei?». L’interpellata ne è divertita e risponde in francese per restare in dialogo diretto con l’adolescente. Alla domanda successiva, Maria Voce spiega che, per esigenze di traduzione e poi per la diffusione del video nel mondo, è necessario che parli in italiano. L’assenso del pubblico le dà il via, ma lei riprende a parlare in francese senza accorgersene. Ilarità tra la gente. Lei si ferma, sorride e decide di non saltare continuamente da una lingua all’altra. Dunque, solo francese, per la gioia dei presenti. Una gioia che trova il culmine alla fine della serata, quando la presidente riferisce la sua valutazione sul Paese. «Sono riconoscente a Dio che mi ha fatto fare questo viaggio in Canada. È Lui che mi ha suggerito l’idea». Poi spiega: «In questa terra c’è apertura, generosità, accoglienza verso le persone più diverse che arrivano qua in condizioni di bisogno. Immagino le difficoltà, ma voi mostrate che si possono superare». Rivolgendosi ai presenti, Maria Voce aggiunge: «È una grande testimonianza, la vostra. Fate vedere legami di famiglia tra persone di culture e popoli diversi. È il dono più bello che fate al Movimento. Il Canada è un trampolino dove si sperimenta l’unità e poi ci si lancia verso gli altri». È una costatazione e, allo stesso tempo, una consegna: «Continuate a fare come già state facendo, con la gioia di avere ricevuto un tale dono da Dio e offrirlo agli altri». L’intenso applauso manifesta la soddisfazione generale e nasconde la commozione di tanti. Nessuno partirà subito, e varie persone si faranno interpreti di una proposta: «Bisogna suggerire a Maria e a Giancarlo di tornare più spesso». Dall’inviato Paolo Lòriga [viaggio nord america] (altro…)

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Linea diretta col Giappone/3

L’11 marzo, alle 2:46, stavo preparando la merenda nell’asilo nido dove lavoro. Ho sentito una fortissima scossa tellurica, ed ho subito riunito i bambini per metterci al riparo. Ho aspettato che il terremoto finisse, ma – dato che le scosse non accennavano a terminare – anch’io, che sono abituata ai terremoti, ho cominciato ad aver paura. In questa situazione, tutti abbiamo sentito il desiderio di aiutarci per affrontare insieme qualsiasi cosa sarebbe successa. Verso sera sono arrivati i genitori a prendere i bambini: a causa dei trasporti paralizzati, avevano camminato molto per arrivare, e piangevano dalla gioia di vedere che i loro figli erano al sicuro. Quando tutti i bambini ormai erano tornati a casa, ho tirato un sospiro di sollievo ed ho acceso la TV dell’asilo. In quel momento ho sentito la notizia dello tsunami. Tra le zone colpite c’era anche Miyako, la mia città. Da quel momento, per sei giorni, ho continuato a provare a telefonare a casa, senza riuscirci. Più seguivo le notizie, più mi rendevo conto della portata della sciagura,  e più  sentivo in me, le sofferenze spirituali e fisiche delle vittime. Era la prima volta che provavo un dolore così grande. Nello stesso tempo, mi sentivo interpellata da Dio dentro di me: “Veramente tu Mi ami? Veramente tu credi al Mio amore?” Ed io: “Sì, Signore,  credo al Tuo Amore. Credo al Tuo Amore. Tu lo sai che io ci credo.”  E capivo che era arrivato il momento di vivere con coraggio le virtù della fede, della speranza e della carità; che occorreva amare tutti, vivendo pienamente l’amore reciproco”. Si è confermata in me la fede profonda che tutto quello che Dio permette è sicuramente per un disegno d’amore. Gli ho affidato allora  la preoccupazione per la mia famiglia decidendo di fare momento per momento quello che mi sembrava essere la Sua volontà. Ho cercato di portare un clima di serenità al lavoro: sostenere la collega che, a causa dei ritardi dei treni, arrivava al lavoro stanca, dopo 3 ore di viaggio. Prestare indumenti caldi alle colleghe che – per il risparmio energetico – avevano freddo. Soprattutto cercavo di dedicarmi ai bambini che, per il pericolo di nuove scosse, non potevano giocare fuori. Ho sentito la pace ritornare in me! Intanto cercavo di contattare con tutti i mezzi la mia famiglia, ma senza risultato. “Quando c’è stato lo tsunami mia cognata sarà stata al lavoro nel grande magazzino della città; mia nipote sarà stata a scuola, che è vicina al porto” pensavo tra me e me, e mi prendeva la preoccupazione. Ma, proprio in quei momenti, dagli amici mi arrivava una telefonata o una mail che mi sollevavano il cuore. Anche le mie colleghe soffrivano con me e questo mi riempiva di riconoscenza. Nel vangelo del 17 marzo c’era la frase di Gesù: “Chiedete ed otterrete”, proprio nel giorno in cui si celebra l’anniversario della fine della persecuzione dei cristiani nella città di Nagasaki, dopo circa 250 anni. Ho pregato la Madonna di farmi sapere dove era la mia famiglia, e con il cuore pieno di pace sono tornata a casa. Poco dopo è squillato il telefono: era mio padre. “Tutti stiamo bene, anche la casa non è stata sinistrata”, mi ha detto con voce serena . Questa esperienza mi ha insegnato tante cose, in particolare a vivere e ad abbracciare i dolori degli altri ed a trasmettere, attorno a me, l’amore e la luce ricevute da Dio. (altro…)

Piccolo intermezzo

“Un’ora di ritardo!” esclama George.  Sì, purtroppo, lo schermo nella sala d’attesa dà un messaggio chiaro. Anche se  si parla tanto che il 97 per cento dei voli viaggiano in orario, questa volta abbiamo a che fare con il 3 per cento rimanente! Fortunatamente, avevamo calcolato parecchio tempo per raggiungere Manchester, la nostra meta. La gente in coda si cerca una sedia. I bambini sono più rumorosi. Riesco a sentire che la tensione sta lentamente salendo nella sala partenze. Avrei potuto fare qualcosa di sensato, prendere il laptop e ordinare la posta. Da qualche parte, dietro la mia schiena, un bambino comincia a piangere. Non semplicemente piangere, ma strillare. La mia concentrazione è andata! Purtroppo non ho i tappi per le orecchie … Oh che fastidio! Il suono stridulo mi sta dando sui nervi. Sì, ma non è forse la mia occasione? Un invito a praticare un po’ la Parola di vita e a vedere in ogni avvenimento, situazione o persona la volontà di Dio? Ad essere paziente, a non irritarmi ma ad amare? Questo pensiero mi dà pace, e stranamente gli strilli del bambino non mi toccano più. Improvvisamente vedo tutta la scena con occhi diversi: persone che si preoccupano di come tornare a casa, il bambino che ha sentito la tensione, è stanco, ha bisogno di distrazione. Posso fare qualcosa? Idea! Chiudere il computer portatile, prendere un pezzo di carta e una penna fuori della mia valigia e andare dal bambino che piange.  Il piccolo  si agita sulle braccia del padre. “Posso fare un disegno per te?” La sirena urlante si ferma di colpo. Due grandi occhi neri mi guardano sorpresi. “Guarda, disegno un animale per te. Appena vedi che tipo di animale è, me lo dici”. La penna si muove lentamente sulla carta. “Un elefante!” grida la voce di una bambina dietro di me. E’ la sorella di quattro anni. “Fante” ripete il piccolo. “Esattamente! Ora un altro animale “. “Una farfalla!” “Un treno!” E poi all’improvviso corrono entrambi verso la finestra. Scambio qualche parola con il padre marocchino e, poi, torno al mio posto. “Missione compiuta”. “Avresti dovuto vedere le facce delle persone quando sei andato da loro”  dice George: “Hanno sicuramente pensato: chissà mai cosa succederà adesso!” D. R. (Danimarca) (altro…)

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Egitto, la speranza di Piazza Tahrir

   

La comunità dei Focolari in Egitto

Si sono recati nel Paese arabo per incoraggiare il nuovo impegno che come cittadini gli egiziani si stanno prendendo, ma soprattutto per portare il calore e il sostegno di tutto il Movimento sparso nel mondo alla comunità egiziana in un momento storico di straordinaria intensità. “Sono al settimo cielo dopo aver dato per la prima volta il mio voto. Nella mia fabbrica ci sono tanti operai, probabilmente appartenenti all’organizzazione dei ‘Fratelli musulmani’, e sapevo che il loro voto sarebbe stato contrario al mio… Siccome la fabbrica chiude dopo la chiusura delle urne, quando non ci sono più autobus ho sentito la spinta a portarli io al seggio, facendo due viaggi con la mia macchina. Non ho voluto indottrinarli, l’unico mio consiglio è stato: votare per il bene del Paese.” Ecco una delle testimonianze che ci arrivano dalla comunità de Il Cairo a ridosso del recente referendum costituzionale, che racconta la vivacità di un popolo che si sta riscoprendo protagonista del proprio cambiamento. Lucia Fronza Crepaz e Franco Pizzorno sono appena rientrati da un viaggio durato quattro giorni nel Paese arabo: li abbiamo incontrati nella sede della segreteria centrale del Movimento Umanità Nuova, di cui sono corresponsabili. Un viaggio organizzato in poco tempo e forse non previsto: com’è maturata la scelta di partire per l’Egitto? FP: “In effetti abbiamo deciso venerdì 11 Marzo e cinque giorni dopo eravamo già sul posto. L’occasione è stata una lettera che ci è arrivata dalla comunità dei Focolari presente a Il Cairo: il racconto della situazione che stanno vivendo ci ha fatto capire che era necessario far sentire loro l’appoggio e il calore di tutto il Movimento sparso nel mondo. Oltre al fatto che c’era una precisa richiesta di aiuto per formare al vivere sociale una comunità da troppi anni oppressa e che sta riscoprendo solo ora la sua identità di popolo”. Che situazione avete trovato al vostro arrivo? LFC: “Questa richiesta  è nata dal senso di responsabilità che anche i membri del Movimento hanno sentito verso il loro Paese. Abbiamo trovato uno splendido fermento, tipico di chi finalmente, dopo anni di dittatura, può respirare e pensare; c’è un grande entusiasmo nella gente che è cosciente di  farsi carico delle sorti della propria nazione, a cominciare dalla propria strada, dal proprio quartiere: la domanda era “come fare?”. Abbiamo portato le esperienze e le riflessioni maturate in questi anni in tutto il mondo e, assieme a loro, cercato di capire come ci si possa muovere, ognuno nell’ambiente dove opera, con la fraternità nel cuore, nella mente, e nella forza delle braccia”. Rientrati a Roma, cosa rimane di questo viaggio? LFC: “Il senso di una scommessa vinta, se pensiamo che loro stessi si sono scoperti pronti più di quanto pensassero. Ci ha colpito molto un fatto: il Movimento dei focolari lì può attuare la sua vocazione, quella di mettersi dentro la ferita fra cristiani e musulmani. I Focolari hanno scelto la loro frontiera che è quella di credere nella possibilità di rapporto tra questi due gruppi, nonostante le ferite profondissime che secoli di storia e di incomprensioni vorrebbero vedere vincenti. Chi vive lì per la fraternità universale è chiamato a stare dentro questa piaga e a dare un contributo fattivo al suo risanamento”. FP: “E in questo percorso penso sia fondamentale puntare sulle nuove generazioni e sulla possibilità di una nuova fiducia nelle istituzioni, che con il tempo dovrà maturare. Abbiamo visto nella comunità del Movimento e particolarmente nei giovani, grande gioia, sicurezza e voglia di fare, pur nelle difficoltà  che vivono da sempre e che li rendono particolarmente sensibili a vivere per la fraternità universale”.

A cura di Paolo Balduzzi

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Assemblea Internazionale Economia di Comunione

Assemblea Internazionale Economia di Comunione

Mariapoli_Ginetta_vista_aereaCome già da vari mesi abbiamo preannunciato sul sito, nel ventesimo anniversario dell’Economia di Comunione lanciata da Chiara Lubich in Brasile nel maggio 1991, si svolgerà presso la Mariapoli Ginetta, l’Assemblea Internazionale EdC. E’ un evento importante, preparato con cura e atteso dal dicembre del 2007, quando ne fu preannunciata la realizzazione alla fine dell’ultimo Congresso internazionale Edc di Castelgandolfo. programma invito Assemblea Internazionale Edc Sono invitate a partecipare all’Assemblea persone già coinvolte dal progetto, i responsabili e i protagonisti dell’EdC: imprenditori, lavoratori, ricercatori e studenti appassionati di EdC. Per iscriversi (entro il 31 marzo 2011) occorre compilare l’apposita scheda sul sito http://www.cmginetta.org.br.  (vedi precisazione in basso)1. L’evento sarà di festa e di riflessione, approfondimento e comprensione dei passi da fare in vista dello sviluppo futuro: dal 2011 al 2031, per continuare a Mariapoli_Ginetta02_ridcredere in una Economia di Comunione, a viverla, a farla crescere oltre tutti i muri, a piantare alberi che coltiviamo oggi e che porteranno frutti domani. Le quattro giornate dell’Assemblea saranno caratterizzate al mattino da un tema principale tenuto ogni giorno da un relatore diverso: ne sono protagonisti: Alberto Ferrucci (20 anni di EdC:una storia d’amore tra cielo e terra), Vera Araujo (Quale idea di persona alla radice dell’EdC?), Genevieve Sanze (Le sfide dello sviluppo e delle povertà) e Luigino Bruni (In cammino verso il 2031); seguirà poi ogni giorno un Panel su argomenti specifici: Imprenditore e impresa, Povertà e sviluppo, Aspetti istituzionali e dimensione culturale: a seguire esperienze e best practices. Nel pomeriggio lavori di gruppo, dialogo, tavole rotonde, una visita al Polo Spartaco. In questi mesi sono in fase di preparazione alcuni documenti che verranno portati all’attenzione dell’Assemblea: La carta d’identità Edc, le nuove Linee per condurre una impresa Edc ed il documento, rivolto alla società civile ed al mondo politico, “Per un nuovo agire economico di comunione“. Parallelamente all’ Assemblea, un gruppo internazionale di studiosi sta organizzando un workshop di ricerca dal titolo: EoC Research Workshop – Economy of Communion: Towards a new economic culture. Recent Research. Il termine per la presentazione elettronica del call for paper è il 4 aprile 2011. Mariapoli_Ginetta01_ridLa giornata conclusiva del 29 maggio sarà invece aperta a tutti: per chi partecipa SOLO a quest’ultima giornata il link per iscriversi, a condizioni agevolate entro il 20 aprile e a condizioni standard dopo quella data, è invece questo: iscrizioni giornata aperta 1 – Nota importante per le iscrizioni all’Assemblea: Attenzione! L’unica scheda valida per registrarsi per l’intero periodo è quella protetta da password sul sito della Mariapoli Ginetta:http://www.cmginetta.org.br! I referenti delle commissioni locali Edc hanno accesso all’area riservata dove è disponibile la password per accedere alla scheda di registrazione. L’altra scheda di cui si trova il link qui sopra, alla quale si accede senza password, serve per prenotarsi unicamente alla giornata aperta conclusiva e va utilizzata da chi partecipa solo a quel giorno! (altro…)

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Canada, una giornata memorabile

Com’è tipico di pochi Paesi al mondo, quelli più vasti, le distanze qui in Canada si misurano in ore di aereo. Per esempio, tra Vancouver e Toronto ci sono cinque ore di volo, pari al tragitto tra Roma e La Mecca. Indimenticabile resterà perciò la giornata di domenica 20 marzo, quando si è ritrovata una rappresentanza delle comunità dei Focolari provenienti da tutto il Paese, sia dalle metropoli che dalle città come Whitehorse, a nord, nei territori scarsamente abitati al confine con i ghiacci dell’Alaska. Ecco perché nella sala della Michel Power High School sin dall’inizio regnava un’effervescenza diffusa. Per la prima volta, la delegazione della comunità di Vancouver, all’estremo ovest, incontrava le persone di Toronto o Montreal, estremo est. Per tutti era la prima volta da quando il Movimento è presente in Canada. Un evento storico prodottosi e suggellato dalla presenza della presidente Maria Voce. Una suggestiva carrellata della vita nelle diverse città ha mostrato i frutti maturati da una presenza ormai pluridecennale e ha fatto prendere maggiore consapevolezza ai seicento presenti di quanto sia radicato nel territorio il Movimento. Un Movimento che accomuna – lo abbiamo visto anche nella festa musicale del pomeriggio – persone provenienti dai contesti più diversi e impegnate in tanti ambiti.

Numerosi gli immigrati – gente coraggiosa che ha saputo ripartire da zero –, che hanno scoperto una famiglia più grande, quella spirituale del Focolare. Ammirevole, allo stesso tempo, il legame di solidarietà sviluppato (a motivo della comune lingua francese) con la lontana isola caraibica di Haiti, forse il Paese più povero al mondo. Numerose sono le opere sociali sostenute in quell’isola da parte delle diverse comunità canadesi.

Al cuore della giornata c’è stato l’atteso incontro con Maria Voce e Giancarlo Faletti. Ottanta minuti di domande e risposte, in cui sono stati affrontati tanti temi, dal dialogo interreligioso al rapporto con i giovani, dal dopo fondatrice alla comunione dei beni. Tutto nell’orizzonte di una società ormai percorsa profondamente dal secolarismo e dal laicismo. «Il Movimento è nato in un contesto di forte tradizione religiosa, ma è stato inviato dallo Spirito Santo – ha rassicurato il co-presidente Faletti – proprio per questo tempo. Il secolarismo ci sta togliendo sicurezze ma ci invita ad essere la risposta ad un tale fenomeno, a diventare agili annunciatori del Vangelo, portatori di una novità rivoluzionaria». La Messa per il terzo anniversario della partenza di Chiara Lubich, presieduta dal vescovo William McGrattan,  è stata il culmine dell’appuntamento. «In questa celebrazione per Chiara – ha sottolineato Maria Voce – festeggiamo con lei il passo che oggi qui in Canada facciamo verso il mondo unito».

Dall’inviato Paolo Lòriga

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Religiose aderenti al Movimento dei Focolari: 40 anni di storia

«Approfondire la conoscenza e l’unità con i vostri rispettivi fondatori, nel clima di fraterna carità” questo il percorso che Paolo VI ha indicato nell’udienza pubblica del 14 Aprile 1971, chiamandole: “Religiose aderenti al Movimento dei Focolari”. Da quel momento, ogni anno un folto gruppo di religiose di diverse congregazioni e membri di istituti secolari di varie nazionalità, si incontrano dedicando la loro formazione e il loro aggiornamento alla sempre più profonda comunione tra di loro, unita all’approfondimento dei punti della spiritualità dell’unità. “Presenti fin dai primi tempi del Movimento, – disse Chiara Lubich  nella lectio per la Laurea h. c. in Teologia della Vita Consacrata (Roma 2004) –  le Religiose, le cui diverse spiritualità si armonizzavano e risplendevano maggiormente nella comune fraternità, ci hanno dato modo di contemplare gli Ordini, le Congregazioni, le Famiglie religiose, come splendide aiuole del magnifico giardino della Chiesa in cui sono fiorite e fioriscono tutte le virtù”.   L’incontro a Castel Gandolfo  è centrato sul tema della Volontà di Dio. All’approfondimento teologico, spirituale e sociale seguirà un ricco scambio di esperienze di vita di membri del Movimento di diverse vocazioni. Per poter rispondere alle sfide della società di oggi,  ci sarà un approfondimento sul dialogo interreligioso. Momento centrale dell’evento, la celebrazione di ringraziamento che darà solennità alla festa  seguita da una carrellata di testimonianze dei primi tempi. Uno speciale momento artistico inviterà tutti a camminare insieme verso la “santità”. (altro…)

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A Global Mind

More about Maria Voce’s visit to  North America – March-April 2011

What expectations do you have in visiting Canada and the U.S. and the Focolare communities here?

Like other trips I’ve made, my greatest desire is to walk in the footsteps of Chiara Lubich and discover with all of you, in the light of that unity that Jesus brings with his presence when we love each other, what new steps need to be taken in order to fulfill God’s plan on each country and the whole continent — a plan that Chiara, prophetically, already intuited.

Chiara visited the U.S. several times. She was struck from the start by its international flavor and by the simplicity that characterizes it, features she thought made this country particularly receptive to the spirit of the movement. I remember that in 1990 in New York City, a few months after the fall of the Berlin Wall and other similar walls in Eastern Europe, she talked about other walls that needed to come down — the walls of materialism, consumerism and hedonism. She prayed that God would hasten the arrival of a united world.

What can the charism of unity offer in these painful times, caused by, among other things, the economic crisis? We will find out. It seems to me that it can help us gain awareness that all peoples need one another, that we will overcome the crisis only if we activate a dynamic exchange of each other’s particular gifts. The specific calling Chiara envisioned for the movement in the U.S. and Canada was to activate a communion of spiritual and material goods, to create community everywhere.

Today it is more urgent than ever to create unity and community. It is a question of survival.

What have you discovered in visits to so many countries? What do you take away from these encounters?

Each visit has profound repercussions, and not for me alone. Here are two examples.

Africa and Asia were the first two continents I visited, and I was deeply touched by the wealth of values I found there that here in the West we have come to consider obsolete. While in the West the virus of individualism spreads, when I went to Cameroon in 2009 I saw how natural communal life is for Africans. I was struck by their religiosity: they experience their religious celebrations as integral to their lives, and their whole lives are a celebration. I saw this in Asia too: South Korea, Japan, the Philippines, Thailand and Pakistan. I was fascinated most of all by their sense of the sacred, their sensitivity to the divine. I also saw great gentleness, exquisite hospitality and an exceptional capacity to bear very painful situations.

To encounter and truly appreciate these values, among other things, helps us Westerners to free ourselves of the sense of superiority we unconsciously harbor, which truly melts away when we enter their culture with them. You find that your own sense of humanity becomes richer, that you are on your way to acquiring a global mind open to all cultures. And this is needed more than ever in our contemporary world, which in spite of evidence to the contrary is actually speeding toward unity.

You have given special attention to the youth. Why is this, and what do you hope for in meeting them?

I give special attention to the young people because I’m more and more convinced that they have tremendous potential and that they are asking us to listen, and to allow them to be the agents of a change we all very much want.

In the last few months it has been in the news every day: young people are taking center stage in country after country all over the world. They have the courage to take to the streets and say “no” to the myriad forms of corruption and injustice and to ask for bread and knowledge. And they are forcing people to pay attention.

Let me give you an example that took place in Spain last January when I was there. The young people there asked me to engage in dialogue with them during an event they entitled, “Positive revolution: protagonists in our world.” It wasn’t a last-minute thing. In the months that led up to it we had numerous exchanges via Skype on how to structure the encounter. My role was mainly to encourage them to offer their own answers to the questions that trouble young people today — and they found those answers by putting the Gospel into practice. They themselves were able to come up with the innovative language needed to communicate these answers effectively: they used music, workshops and exchanges of experiences in an event marked by a festive atmosphere, which lasted 12 hours!

I proposed to the many youth gathered there to aim high, to be love in action for everyone they meet in order to successfully carry out the positive revolution they want, and I felt that my words were hitting home. I am sure I can expect this and more from the youth here in North America.

How do you manage to follow such a vast movement, so that the Focolare remains faithful to Chiara Lubich’s inspiration and legacy?

The first “word” that comes to mind is “For them I sanctify myself” (Jn 17:19). I feel very strongly at this time that a renewed commitment to strive for holiness is what is needed. This was emphasized by the beatification of Chiara Luce Badano [an 18-year-old Focolare member], and by Pope Benedict XVI himself when he received me in an audience.

I often think back to the small group formed by Chiara and the first people who followed her. They lived love. They communicated God’s tremendous attractiveness with their very being and with words of life.

This strengthens in me the belief that the closer we get to God, the more we are faithful to Jesus crucified and forsaken — who has the power to “dry up the waters of tribulation,” as Chiara wrote, in those who are close to us, in ourselves and in the many difficult situations we encounter — then the more we contribute to unity, to the fulfillment of God’s plan for the movement to the benefit of the world, keeping the presence of Jesus alive in our midst.

We also have to keep in mind the principle of communicating vessels. Look how many all over the world have by now climbed aboard the train of what we call the holy journey of life (see Ps 84:6). Look how much suffering has been transformed into love by people in hospitals and by those who are close to the end of this journey.

As early as the 1950s, Chiara used to say that this is the way to create that “system of spiritual pulleys that will lift up the world.” Together we will carry everything ahead.

Clare Zanzucchi

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Amazzonia: scuola di formazione politica per i giovani

Welwyn Garden City

The Focolare Centre for Unity has two important roles: acting as a home for the Focolare Movement in Great Britain and serving as a significant point of convergence for the Churches and the ecumenical movement and also for inter-religious dialogue. More info (altro…)

Amazzonia: scuola di formazione politica per i giovani

Con i giovani a Toronto

La faccenda sorprendente è stato leggere lo stupore sui volti dei giovani del Movimento. Gran parte di coetanei venuti per la prima volta ad un incontro con la spiritualità dell’unità si erano infatti messi ordinatamente in fila per parlare con Maria Voce. In modo spontaneo si sono recati da lei dopo averla sentita rispondere alle loro domande. E non si è trattato di un saluto dettato dalla buona educazione. A spingerli è stato il desiderio di riferire subito qualcosa di intimo che questa signora dai capelli bianchi, dell’età della loro nonna, aveva saputo toccare dentro di loro. «Grazie di avermi dato il senso del dolore», confidava uno studente di origine filippina. «Hai spiegato in modo così semplice che posso superare la sofferenza con l’amore, che ho detto: “Ce la posso fare”», ha soggiunto Cheryl, capelli biondi e occhi celesti, mentre una ragazza afro-canadese: «La vita che ci hai proposto è radicale, ma tu ci hai dato un grande incoraggiamento». Da qui, la meraviglia. Alma e Len ci dicono: «Non abbiamo mai visto nulla del genere. Non è proprio della cultura canadese andare a riferire i propri stati d’animo». La sala del St. Joseph’s College ha visto arrivare un centinaio di ragazzi anche da Vancouver, sulla costa pacifica, e da Calgary, distante quattro ore di aereo. Ma ne valeva la pena. Il filo conduttore dell’incontro è stato la presentazione della vita di Chiara Luce Badano, da poco proclamata beata. Il titolo non consentiva scampo: “Eroi di oggi, santi di domani. Te la senti?”. Una proposta esigente ad ogni latitudine, ma che qui in Canada mette con le spalle al muro, perché significa andare contro tutto. Qui la secolarizzazione ha ridotto in qualche decennio la pratica religiosa dall’80 per cento a meno del 10. Qui una donna può abortire per qualunque ragione in qualsiasi momento della gravidanza; è stato legalizzato dal 2005 il matrimonio di coppie dello stesso sesso; la religione e i suoi simboli sono sempre più estromessi dallo spazio pubblico; i mezzi di comunicazione si mostrano intolleranti verso la fede e i credenti; i diritti fondamentali della libertà religiosa e persino della coscienza sono messi in questione dai tribunali. Eppure Maria Voce, davanti alla domanda se è possibile trasformare la società, non ha badato a mezze misure. «Se non cambiate voi il mondo, non lo cambia nessuno – ha messo subito in chiaro -. La società ci induce a pensare: se avessi di più, sarei più felice. Ho invece l’impressione che i giovani hanno tante cose, ma non la felicità, perché non scoprono che ciò che dà la felicità è l’amore». La presidente aveva acceso il fuoco. «Nella giornata di oggi avete sperimentato l’amore evangelico. Adesso non accontentatevi di meno. Non tornate indietro. Non rischiate di chiudere la porta a Dio». E ancora: «Lui ha fiducia in voi. Voi avete fatto questa esperienza, oggi. Portatela agli altri. Il futuro del Canada dipende da voi. E non sentitevi soli, perché i giovani degli altri Paesi sono i vostri supporter. Insieme è possibile cambiare il mondo». La consegna è data. E quelli in fila sono andati a dire che ci stanno a questa donna che non conoscevano un’ora prima. Poi, un abbraccio o due baci, e un’istantanea per non dimenticare. Mentre esplode l’allegria cosmopolita di questi ragazzi durante la foto corale con Maria Voce e il co-presidente Giancarlo Faletti.

Dall’inviato Paolo Lòriga

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Amazzonia: scuola di formazione politica per i giovani

Italia. Con il calore di un popolo

La fraternità, l’urgenza del dialogo, l’attenzione agli ultimi, l’impellenza della legalità. Il terzo anniversario della dipartita di Chiara per il cielo, è servito alle comunità dei Focolari presenti in Italia per affrontare temi che stanno a cuore del popolo italiano alla luce della spiritualità di comunione. A Brescia, per esempio si è deciso di ricordare la fondatrice del Movimento dei Focolari con una tavola rotonda dal titolo “Chiara Lubich, una vita per l’unità. La sfida della fraternità”, presenti  don Vincenzo Zani e il prof. Martin Nkafu. A Milano è stato il cardinale arcivescovo Dionigi Tettamanzi a presiedere una santa messa nella basilica di Sant’Ambrogio. Ma in tutte le più improntanti città della Lombardia hanno ricordato Chiara a tre anni dalla sua partenza per il cielo. Anche Roma ha reso omaggio alla Lubich, puntando alle grandi vie di dialogo aperte dal suo carisma. “Chiara Lubich, una donna in dialogo. Spunti di dialogo interreligioso e con il mondo della cultura contemporanea”: è il titolo di un incontro che si è svolto nel prestigioso Palazzo della Cancelleria. Hanno preso la parola due donne: una ebrea – Lisa Palmieri Billig dell’American Jewish Committee e una musulmana, Shahrzad Houshmand, docente di studi islamici alla Università Gregoriana. Concerti, messe, presentazioni di libri, incontri a tema. Addirittura un itinerario cittadino alla scoperta de “La Roma di Chiara” guidato da Oreste Paliotti. Così la capitale ha reso omaggio a Chiara con un fitto programma che si è dipanato per tutta la città. “Questa proposta di eventi a distanza di tre anni dalla dipartita di Chiara Lubich – spiegano i promotori delle varie iniziative – desidera mettere in luce ed insieme dare rilievo alla vita della comunità romana dei Focolari che è presente capillarmente negli ambienti più diversi e nei vari municipi e quartieri di questa città” (www.romaamor.it). Anche nel centro dell’Italia, molti e capillari sono stati gli avvenimenti organizzati in Abruzzo e in Sardegna. E sempre rimanendo nel Lazio, sono stati 18 gli eventi messi in programma per ricordare Chiara. Anche qui messe, incontri di comunità, presentazioni di libri e tavole rotonde a tema si sono svolti in modo capillare, anche nei più piccoli centri cittadini della regione. Da Poggio Mirteto e Tuscania fino al litorale romano. (altro…)