Movimento dei Focolari
Chiara Lubich: santità di popolo

Chiara Lubich: santità di popolo

In seguito alla domanda presentata il 7 dicembre 2013 dal Movimento dei Focolari al Vescovo di Frascati, Mons. Raffaello Martinelli, il 27 gennaio di un anno fa si è aperta la Causa di Beatificazione di Chiara Lubich. «L’unico nostro desiderio è quello di offrire alla Chiesa e all’umanità il dono che Chiara è stata per noi e per moltissime persone», aveva detto la presidente dei Focolari Maria Voce in quell’occasione. «Accogliendo il carisma che Dio le dava (…) Chiara si è profusa perché questa via di vita evangelica fosse percorsa da molti, in una determinazione sempre rinnovata ad aiutare quanti incontrava a mettere Dio al primo posto e a “farsi santi insieme”. Il suo sguardo e il suo cuore erano mossi da un amore universale, capace di abbracciare tutti gli uomini al di là di ogni differenza, sempre proteso a realizzare il testamento di Gesù: “Ut omnes unum sint” (che tutti siano uno)».

Chiara Lubich e Philip Potter

1982: Chiara Lubich con Philip Potter al Consiglio Ecumenico delle Chiese (COE).

Durante quest’anno, il Tribunale Diocesano ha ascoltato decine di persone ritenute in grado di contribuire a fare conoscere più pienamente possibile la vita e il carisma di Chiara. Tra i testimoni ci sono molti dei primi e delle prime compagne di Chiara, autorità religiose e civili, familiari, persone di altri Movimenti, di altre Chiese e di diverse convinzioni. Ricordiamo questo primo anniversario con uno stralcio dell’intervento pronunciato da Chiara nel 1987 a Loppiano, nel quale sottolinea la “santità di popolo” o “santità collettiva” che nasce dal carisma dell’unità. «Siamo sempre in cammino per realizzare la nostra santificazione. Senza questo obiettivo, del resto, la vita avrebbe poco senso perché Dio, che ci ha creati, ci ha pure chiamati alla santità. Tutti gli uomini devono perseguire questa mèta. È universale, infatti, la chiamata alla santità. […] Tutti dovrebbero raggiungere la propria perfezione. E chi vi si impegna raggiunge tale traguardo camminando per vie diverse. ChiaraLubich_Loppiano_bAnche noi abbiamo la strada. […] Per noi è volontà di Dio camminare per una via di santità collettiva. E per fare ciò occorre avere presenti due elementi della nostra spiritualità dai quali non si può prescindere. Noi non possiamo farci santi se non mantenendo vivo il Risorto in noi e il Risorto fra noi. Siamo in mezzo al mondo e, da qualsiasi parte ci giriamo, troviamo qualcosa che è in antitesi con Cristo e con la sua mentalità. Nel mondo si respira aria di consumismo, di edonismo, di materialismo, di secolarismo dappertutto. Come portare efficacemente e costantemente e sempre più al largo la presenza di Dio nella società odierna? Come difendersi dalle insidie del mondo, sempre pronte a colpirci e a scoraggiarci? Come mantenere i propositi che facciamo nei momenti di grazia? La Madonna con la sua Opera ci ha offerto una possibilità favolosa: ha costruito dappertutto, in vario modo, delle piccole o meno piccole comunità che hanno per vocazione di tenere Gesù presente in mezzo a loro. Chiede, quindi, non solo di superare le personali difficoltà con l’abbraccio di Gesù Abbandonato perché il Risorto sia in noi, ma anche di costruire l’unità con i fratelli perché il Risorto sia in mezzo a noi. Lei sa che da soli, in un mondo come il nostro, sarebbe difficile farcela. E per questo ha “inventato” questa spiritualità che si dice collettiva, appunto perché vissuta da più persone insieme[…]». (altro…)

Teramo: musulmani e cristiani in dialogo

Teramo: musulmani e cristiani in dialogo

20160127-02Tutto ha avuto inizio nel 2002, quando la comunità locale del Movimento dei Focolari ha conosciuto Mustapha Baztami, Imam della comunità di Teramo. Un uomo di Dio colpito dalla spiritualità dell’unità da diventarne infaticabile diffusore. Da allora sono seguiti tanti momenti in comune con approfondimenti e riflessioni, come ad esempio la famiglia vista dal Corano e dalla Bibbia, per poi condividere cibi e sapori e vedere colori e profumi mescolarsi in un tutt’uno, come le persone che li assaporano. Ma la vera sfida è riuscire a fare insieme – musulmani e cristiani – l’esperienza della fraternità. Un giorno accade un gravissimo incidente a sua moglie. I prolungati ricoveri, anche in altre città d’Italia,  permettono alla comunità focolarina di stringersi in maniera forte, proprio da fratelli. È come una gara d’amore fra chi dà e chi riceve, e che diventa humus fertile per altre iniziative come l’ideazione di un concorso letterario “Diversi… ma uno”, che da quindici anni li fa lavorare gomito a gomito in un impegno settimanale che dura tutto l’anno. «L’essere figli di Dio è ciò che ci unisce – afferma Donato dei Focolari –. È questo che dà la libertà di prendere il microfono e raccontare la propria storia, o semplicemente sorridere per una battuta, oppure lasciando cadere qualche lacrima senza vergogna». «I vostri occhi  mi guardano senza pregiudizi», dichiara una donna musulmana. 20160127-03Nel territorio gli effetti di questo dialogo non passano inosservati. Un’associazione cattolica invita Mustapha e Donato ad intervenire ad un seminario islamo-cristiano. Tutto sta andando per il meglio, ma le posizioni di alcuni partecipanti sulla donna nell’Islam creano forti tensioni in sala. Mustapha e Donato decidono di intervenire raccontando di come la loro amicizia sia fondata sulla reciproca volontà di amarsi al di là della cultura e della religione. Ricercando ciò che unisce piuttosto che ciò che potrebbe dividere. «La mia vita è profondamente cambiata – afferma Mustapha – da quando ho conosciuto Chiara Lubich, donna cristiana, bianca e occidentale. Lei mi ha  insegnato ad amare tutti e a farlo per primo». Da quel momento il seminario prende un’altra piega. Uno degli organizzatori va ad abbracciarlo dicendogli: «Fratello, ho capito che la ragione dell’uomo è nulla rispetto all’amore». Viene l’estate e con essa la voglia di una gita in montagna le due comunità insieme con le famiglie al completo. Appena arrivati alla meta, gli uomini musulmani scaricano semola, carne, ortaggi, spezie, pentole e stoviglie, e le donne prendono posto nella cucina di una canonica. Anche i cristiani non sono da meno: pane casareccio, olive all’ascolana, gallinella in gelatina. Nella normalità di una giornata tra amici, ogni momento ha il suo posto: il gioco dei bimbi, lo scambio spirituale, il tè, il cus-cus, gli assaggi, la passeggiata. Sebbene non programmato, ogni attimo è prezioso per continuare e consolidare un’amicizia che man mano si fa più profonda. Il giorno dopo, Mustapha manda un messaggio: «… chiediamo all’Altissimo di continuare ad illuminare i nostri percorsi comuni».  E quando il vescovo deve fornire in Prefettura i dati sui rapporti della sua diocesi con la comunità islamica, riferisce di questa esperienza di dialogo vero. (altro…)

Intervista a Giuseppe Maria Zanghì

In queste pagine è contenuta l’ultima intervista, realizzata poco prima della sua morte (23 gennaio 2015), a Giuseppe Maria Zanghí. È un testo che contiene confessioni intime e riflessioni a volte inaspettate: dalla crisi della cultura europea all’oggi del Movimento dei Focolari, dal ruolo delle donne nella Chiesa alla sua personale esperienza con la filosofia. Soprattutto, è la storia di un uomo fedele al carisma di Chiara Lubich per oltre sessant’anni. Giuseppe Maria Zanghí (1929-2015), primo direttore della rivista «Nuova Umanità» e, insieme a Chiara Lubich, tra i membri fondatori della Scuola Abbà, centro studi del Movimento dei Focolari, è stato autore per Città Nuova di Dio che è Amore. Trinità e vita in Cristo (1991, 20043); Notte della cultura europea (2007, 20074); Gesù abbandonato maestro di pensiero (2008); Occidente la mia terra. Storia, società, politica alla luce del paradigma trinitario (2008). L’Autore, Marco Martino, è laureato in Scienze politiche all’Università di Roma «La Sapienza», ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Filosofia politica presso la stessa Università. Attualmente è professore incaricato di Filosofia politica presso l’Istituto Universitario Sophia.  

#riscaldiamolasiria

#riscaldiamolasiria

#riscaldiamolasiria_1«Un contatto della comunità del Movimento dei Focolari, ai confini con la Siria, ci ha messo al corrente della critica situazione che si trovano a vivere. In Siria fa molto freddo adesso, non hanno come riscaldare la casa e gli indumenti adatti per sopportare le basse temperature. Non hanno neanche la possibilità di comprarli, sia per difficoltà economiche sia perché a causa dell’embargo non arriva questo tipo di indumenti. Dopo un rapido confronto tra di noi abbiamo capito che potevamo, e volevamo, fare subito qualcosa per questi fratelli. Tramite un gruppo facebook, che tiene in rete tutti i giovani dei Focolari in Italia, abbiamo allargato questa richiesta d’aiuto a tutti, diffondendola con l’hashtag  #riscaldiamolasiria. La soluzione più immediata per andare incontro alle loro esigenze era quella di spedire un pacco con i vestiti adatti. Abbiamo iniziato noi giovani dall’aprire i nostri armadi fino ad organizzare punti di raccolta in tutta Italia per raccogliere gli indumenti. La generosità di ognuno non si è fatta attendere! Con l’aiuto anche della parte adulta del Movimento e di tutte le comunità, nel giro di qualche giorno, molti pacchi stanno raggiungendo la Siria. All’inizio il nostro entusiasmo nell’aiutarli sembrava frenarsi per gli elevati costi di spedizione, ma dalle varie notizie da tutta Italia in tempo reale, siamo riusciti ad identificare la tariffa più economica e sicura. Il nostro aiuto non si vuole fermare qui, continueremo ad essere presenti concretamente per loro con tutti i mezzi a nostra disposizione! Per ora faremo arrivare in Siria il necessario, e il resto andrà a chi ha più bisogno nelle nostre città». Maria Chiara De Lorenzo (altro…)

Aquisgrana – Premio Klaus Hemmerle 2016

Aquisgrana – Premio Klaus Hemmerle 2016

Dream_AwardNella motivazione del premio il riconoscimento al suo lavoro e al lavoro della comunità di Sant’Egidio nella lotta contro l’AIDS, e alla capacità, come donna musulmana, di creare in modo eccezionale ponti tra cristiani e musulmani, dimostrando con la sua vita che una convivenza pacifica e una collaborazione efficace tra cristiani e musulmani è possibile. Tra i presenti alla cerimonia di conferimento anche Annette Schavan, ambasciatrice tedesca presso la Santa Sede, che terrà la Laudatio. In memoria della persona e dell’eredità spirituale del Vescovo cattolico di Aquisgrana, Klaus Hemmerle (1929 – 1994) il Movimento dei Focolari conferisce un premio a personalità che si distinguono come “costruttori di ponti” di dialogo tra le chiese, le religioni e visioni del mondo. Il premio viene assegnato ogni due anni. www.fokolar-bewegung.de Progetto DREAM (altro…)

Dubai: quei fiori nel deserto testimoni fra i grattacieli

Dubai: quei fiori nel deserto testimoni fra i grattacieli

Dubai2Delle centinaia di comunità che, nel corso degli anni, si sono formate in ogni angolo del mondo attorno alla spiritualità dei Focolari quella degli Emirati Arabi ha, senza dubbio, una sua originalità ed unicità. Si tratta, infatti, di un gruppo composto da persone del Movimento, nessuno dei quali è originario del posto. Sono persone, spesso famiglie intere, provenienti da vari Paesi dell’Asia o del Medio Oriente, ma anche da Europa e America Latina, che sono arrivate nel Golfo Persico per motivi di lavoro e che, terminati i loro contratti, lasceranno questa parte di mondo. Gli stranieri, infatti, costituiscono quasi il 90% della popolazione degli Emirati, ma sono una presenza fluttuante e il gruppo dei Focolari fa parte di questa sezione del Paese. Presso uno degli hotel di questa capitale mondiale della finanza, dove si vede ciò che i petroldollari hanno potuto fare in pochi decenni, trasformando un angolo di deserto in una metropoli modernissima dallo skyline impressionante con un architettura futuristica, si sono incontrate – venerdì 15 gennaio – una ottantina di persone. Le provenienze parlano di una geografia dell’Asia e non solo: Filippine, India, Pakistan, Egitto, Siria, Giordania, Libano, Palestina e anche Brasile e Italia. Le professioni e gli impieghi i più diversi: ingegneri edili, impiegata di ambasciata, maestri ed insegnati di scuole superiori, infermiere, informatici, ricercatori universitari ed anche lavori, forse, più umili. Alcuni sono qui da anni, sono cresciuti in questo mondo e ne hanno visto lo sviluppo vertiginoso e quasi irreale, altri sono arrivati da poco con la certezza di un lavoro, magari svanito dopo poco ed hanno vissuto il dramma di doverne trovare un altro in tempi brevi, pena il dover ritornare in patria. Alcuni hanno figli nati qui, altri, forse, partiranno presto. I motivi di questi trasferimenti sono spesso legati a situazioni difficili dal punto di vista economico nei Paesi di provenienza o, semplicemente, dal desiderio di assicurare ai figli un futuro migliore, con guadagni che mai potrebbero sognarsi nelle nazioni di origine. Una situazione complessa, spesso surreale, una vita fatta di lavoro, al centro tuttavia di un mondo all’apice del consumismo. Qui i cristiani si ritrovano secondo le comunità linguistiche e dei Paesi di provenienza e, soprattutto, nelle chiese di Dubai, ogni venerdì, giorno di festa trattandosi di un Paese musulmano. Le persone radunatesi in questi giorni provenivano anche da altri angoli della zona: Doha in Qatar o Abu Dhabi, Sharja e Fujera sempre negli Emirati, da Oman e dal Bahrein. L’occasione per questo incontro è stata la sosta negli Emirati di Maria Voce e Jesús Morán, che all’inizio del loro viaggio in India hanno pensato ad una breve sosta negli Emirati per un momento di condivisione con questa originale comunità. La mattinata è trascorsa veloce, fra la presentazione della storia della presenza di membri del Movimento fin da vari decenni orsono per periodi più o meno lunghi, caratterizzati anche da visite di focolarini dal Pakistan, dall’India o dalle Filippine o da Paesi del Medio Oriente. Sono, poi, seguite alcune esperienze che hanno rivelato la realtà vera di come si vive in questo apparente paradiso del consumismo imperante, lontano dalla propria cultura, con il pericolo, giorno dopo giorno, di essere risucchiati da una mentalità fatta di comodità, guadagno e interessi. Spesso si sono lasciate da parte le esperienze vissute negli anni giovanili ispirate dalla spiritualità di comunione per ritrovare, poi, inaspettatamente e in momenti di grande difficoltà, altri fratelli e sorelle che condividono il carisma di Chiara Lubich. Difficoltà di rapporti sul lavoro, ma anche rischi di famiglie che si incrinano per via del consumismo e della lontananza dai valori di casa, solitudine.  Eppure, anche in questo angolo di mondo un gruppo di persone ha continuato a incontrarsi attorno alla Parola di Vita o all’interno di una parrocchia nel nome dello spirito del Focolare.

Un momento di dialogo con Maria Voce e Jesús Morán

Da qui, un secondo momento di dialogo con Maria Voce e Jesús Morán proprio incentrato su queste sfide e sofferenze, sui rischi che si corrono e sulla necessità di una comunità viva che sappia essere culla di valori di comunione, fraternità e sobrietà evangelica. La presidente ed il copresidente dei Focolari hanno ricordato come le prime comunità cristiane fossero disperse nel grande impero romano e di come i cristiani, spesso soli ed isolati, riuscissero a resistere alle lusinghe di quel mondo grazie alle loro comunità anche piccole. L’immagine dei fiori del deserto è spesso tornata in evidenza nel corso del dialogo, ricordando come fosse stata Chiara stessa negli anni novanta a esprimere con questa immagine i primi del Movimento dei Focolari che si erano trovati a vivere negli Emirati Arabi. E, poi, oltre alla necessità di gareggiare per il primato dell’amore in un ambiente che annovera primati ben diversi – il grattacielo più alto del mondo, le fontane con il gettito più elevato, la maggior concertazione di centri commerciali -, è emersa la sfida di restare ben radicati nel presente. Non si può pensare di fare diversamente, commentava Maria Voce a conclusione del dialogo. Il Paese non garantisce nulla su tempi lunghi, i contratti di lavoro possono terminare, un impiego può svanire per i giochi finanziari. Allora, resta importante mettere radici profonde anche per coloro che verranno, magari quando quelli che vivono oggi negli Emirati non saranno più qui. Questa comunità deve continuare. Impressionava alla conclusione della mattinata vedere la commozione su molti volti, ma anche la gioia e l’entusiasmo: l’aver trovato o ritrovato una famiglia spirituale e sapere che anche qui si è parte di questa grande famiglia mondiale.   (altro…)

Maria Voce e Jesús Morán in India

Sulla scia dei viaggi compiuti da Chiara Lubich nel 2001 e nel 2003, la presidente del Movimento dei Focolari Maria Voce e il copresidente Jesús Morán sono in India dal 15 gennaio al 10 febbraio 2016 per visitare le comunità del Movimento dei Focolari in alcune regioni del Paese. New Delhi, Bangalore, Trichy, Coimbatore e Mumbai sono le principali tappe previste. La dimensione del dialogo interreligioso, avviato dalla fondatrice dei Focolari, accompagna anche l’attività di queste settimane. (altro…)

«La malattia mi ha fatto cambiare la visione del mondo»

«La malattia mi ha fatto cambiare la visione del mondo»

20160115-03Una sera, al cinema con la sorella, avverte dolore a un dente. Non poteva immaginare che fosse il primo sintomo di qualcosa di grave. Nei giorni successivi si gonfia la guancia sinistra e non riesce quasi ad aprire la bocca. «Mi faceva molto male, però anziché andare dal dentista, cerco di guarire da solo mettendomi impacchi e creme. Niente mi aiuta ed è sempre peggio. Alla fine vado dal dentista che rimane scioccato e mi manda subito da un medico chirurgo, il quale mi fa ricoverare. Rimango sorpreso, ma non mi preoccupo più di tanto. Penso di tornare a casa in un paio di giorni». Dalle analisi si costata però che qualcosa non va bene nel sangue. Viene trasferito in un altro reparto, poi in un’altra clinica. Infine la diagnosi è severa: leucemia. «Non sapevo nulla di questa malattia – racconta Nikola –, non immaginavo che avrei dovuto sottopormi alla chemioterapia e che la cura sarebbe stata lunga. Ho cominciato le prime sessioni della chemio e mi sembrava di perdere la ragione. Mi venivano in testa tutti i pensieri più neri. Ho cominciato a dubitare dell’esistenza di Dio e a chiedermi perché fosse successo proprio a me. Cosa avevo fatto di male, forse Lui mi aveva abbandonato? Ho cercato la risposta e ho capito che questa malattia è un messaggio di Dio per me. Ho sperimentato la Sua presenza in maniera più forte, era sempre accanto a me; avvertendo che voleva qualcosa da me, ho pensato tanto a cosa potrebbe essere. Mi è venuto in mente di tutto, forse dovevo donarmi totalmente agli altri? La malattia mi ha svegliato da una vita vuota che mi scorreva davanti, mi ha fatto cambiare la visione sul mondo e adesso vedo tutto in modo più sereno. Una delle cose che ho fatto è smettere di fumare e di questo sono molto orgoglioso! Qui in ospedale ho conosciuto molte care persone e un paio di buoni amici. Un giorno pieno di sole ho aperto la finestra e ho visto passare una ragazza. L’ho guardata e lei mi ha sorriso con tanto amore. Dopo ho scoperto che è un’infermiera. Ho capito allora che la felicità sta in piccoli segni di attenzione come questo. Un ragazzo mi ha detto: tutto quello che è mio è anche tuo. Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere. Ho provato una grande gioia». «Ho avuto fortuna, perché sono risultato compatibile con i miei fratelli per il trapianto di midollo. Questo diminuisce il tempo delle cure e le probabilità che la malattia ritorni. Sono molto riconoscente per tutte le preghiere e per tutti i messaggi che arrivano da tutto il mondo attraverso Facebook. In ospedale ci facciamo compagnia, e quando ci si trova insieme con un gruppo di giovani, il tempo passa velocemente. Poi ho un fratello buono che mi ha lasciato il suo computer! Così posso vedere dei film, navigare in internet… Trascorro tanto tempo in preghiera. Le condizioni in cui viviamo non rendono la vita facile, ma ci si abitua a tutto…». 20160115-01 Alla domanda su cosa direbbe ai suoi coetanei, Nikola risponde: «Direi: imparate pure dal passato, fate pure piani per il futuro, ma più importante è vivere l’attimo presente, è questo che ho imparato. Sappiate che la vera felicità si raggiunge con piccoli segni di attenzione e non preoccupatevi del domani, perché quando imparate a farlo vi sentirete molto meglio. Se vi arrivano pensieri negativi, cambiateli subito con altri positivi. Fate così ogni volta e, col tempo, spariranno. Amate chi vi passa accanto e siate sempre riconoscenti di tutto quello che avete». Fonte: Novi Svet 1-2. / 2015 (altro…)

Encontro do Movimento Paroquial na Mariápolis Ginetta

Encontro do Movimento Paroquial na Mariápolis Ginetta

movimento-paroquial-jan-20161-300x192De 21 a 24 de janeiro, o Centro Mariápolis Ginetta, em São Paulo, será sede de um encontro preparado pelo Movimento dos Focolares para todos os envolvidos com atividades paroquiais e que se interessam em realizar esse serviço à luz do carisma da Unidade. Estão convidados os leigos que ajudam com a catequese, equipe de liturgia, cantos, Eucaristia e ainda párocos e vigários paroquiais. Repasse esse convite para a comunidade da sua cidade. As inscrições podem ser feitas pelo site  www.cmginetta.org.br   Chegada: 21/01 (para o jantar) / Término: 24/01 (com o almoço) Valor total da estada: R$ 265,00 (trazer roupa de cama e banho) Contatos:Talita: anafortes@hotmail.com.br /(11) 99972-6466 Roberto: robertofortes@hotmail.com.br /(11) 99936-6785

Firenze – “Una carta etica per la medicina oggi”

AULA MAGNA Nuovo Ingresso Careggi / Azienda Ospedaliero – Universitaria Careggi PROGRAMMA Introduzione – Raffaele De Gaudio (Università di Firenze) – Flavia Caretta (Associazione Medicina Dialogo Comunione – Roma) Lezione introduttiva: Verso una “MEDICINA ETICA”- Spartaco Mencaroni (Azienda ASL1 Massa e Carrara) Tavola rotonda: Quale medicina: tra globalizzazione sostenibilità e personalizzazione delle cure Moderatori: Anna Bevilacqua (Firenze) – Pierpaolo D’Ippolito (Azienda USL4 Prato) PARTECIPANO Martino Ardigò – Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica – Università di Bologna Laura Bazzini – Ospedale di Fontem (Cameroun) Paulo Celso N. Fontão – Facoltà di Medicina Santa Marcelina – S. Paolo (Brasile) Iacopo Lanini – Università di Firenze Massimo Petrini – Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria “Camillianum” – Roma

Loppiano – Presentazione del libro “Intervista a Giuseppe Maria Zanghì”

Presentazione del Volume di Marco Martino Intervista a Giuseppe Maria Zanghì. La sfida culturale del carisma dell’unità.  Confessioni intime e illuminanti riflessioni nell’intervista a Peppuccio: dalla crisi della cultura europea all’oggi della chiesa e dei Focolari. La storia di un uomo fedele al carisma di Chiara Lubich per oltre 60 anni. Dialogano Antonio Maria Baggio, Luigino Bruni, Piero Coda, Sergio Rondinara, Gérard Rossé. Conduce Alberto Frassineti. Sabato 23 gennaio 2016 alle ore 16.30 presso l’Auditorium di Loppiano.  

Premio Chiara Lubich per la fraternità

Sala capitolare Pio Sodalizio dei Piceni Piazza S.Salvatore in Lauro, 15 Roma Ore 15,30

  • Saluto della Presidente Milvia Monachesi
  • Saluto del Coordinatore Movimento Politico per l’Unità Italia Silvio Minnetti

Ore 16,00 SI PUÒ NORMARE LA FRATERNITÀ? Prof. Filippo Pizzolato Istituzioni di Diritto Pubblico – Università Bicocca Milano Tavola rotonda Esperienze a Confronto

  • Fabrizio Brignolo – Sindaco di Asti
  • Bruna Sibille – Sindaco di Bra
  • Giampiero Fontana – Sindaco di Grottaferrata
  • Pasquale Boccia – Consigliere Città Metropolitana di Roma
  • Pietro Fassino – Sindaco di Torino e Presidente Anci

Intervallo musicale OLTRE LA “NORMA” QUALI “POLITICHE”? Tiziano Vecchiato – Direttore Scientifico della Fondazione Zancan Padova. Intervallo musicale ore 17,30 CERIMONIA 7° EDIZIONE PREMIO CHIARA LUBICH PER LA FRATERNITA’   Ad oggi sono circa 134 i Comuni italiani e 4 a livello internazionale (Argentina, Brasile e Francia) che, a vario titolo aderiscono all’Associazione. Fondata da Pasquale Boccia, sindaco di Rocca di Papa (Rm) che ne è stato presidente per 5 anni, è ora presieduta da Milvia Monachesi, sindaco di Castelgandolfo (Rm); vice presidenti i sindaci di Montefalco (PG), Donatella Tesi, e Pisa, Marco Filippeschi. Ogni anno l’associazione propone un convegno di approfondimento e formazione sui temi della Fraternità. Il prossimo 22 gennaio, nella Sala Capitolare di San Salvatore in Lauro a Roma, l’ annuale appuntamento verterà su «Si può normare la Fraternità? Dal principio di Fraternità a Politiche di Fraternità». L’argomento scaturisce dal fatto che 5 Comuni italiani (Asti, Bra, Città Metropolitana di Roma, Grottaferrata) hanno inserito nei loro Statuti il principio di Fraternità.

Un patto di misericordia

Un patto di misericordia

Foto-di-gruppo-le-prime-focolarine

Foto di gruppo delle prime focolarine

«C’è un’esperienza di vita nel primo focolare che è stata un’applicazione di questo “amare per primi”. Specie in un primo tempo non era sempre facile per un gruppo di ragazze vivere la radicalità dell’amore. Eravamo persone come le altre, anche se sostenute da un dono speciale di Dio, e anche fra noi, sui nostri rapporti, poteva posarsi della polvere, e l’unità poteva illanguidire. Ciò accadeva, ad esempio, quando ci si accorgeva dei difetti, delle imperfezioni degli altri e li si giudicava, per cui la corrente d’amore scambievole si raffreddava. Per reagire a questa situazione abbiamo pensato un giorno di stringere fra di noi un patto che abbiamo chiamato “patto di misericordia”. Si decise di vedere ogni mattina il prossimo che incontravamo – in focolare, a scuola, al lavoro, ecc. -, di vederlo nuovo, nuovissimo, non ricordandoci affatto dei suoi nei, dei suoi difetti, ma tutto coprendo con l’amore. Era avvicinare tutti con questa amnistia completa del nostro cuore, con questo perdono universale. Era un impegno forte, preso da tutte noi insieme, che aiutava ad essere sempre primi nell’amare a imitazione di Dio misericordioso, il quale perdona e dimentica. Ora siamo certi che se non ci fosse stato questo patto di perdono quotidiano, il Movimento non avrebbe camminato neanche da Trento a Rovereto; in pratica, non avrebbe avuto l’energia necessaria per diffondersi». Chiara Lubich, L’amore al prossimo, all’incontro degli amici musulmani, Castel Gandolfo, 1 novembre 2002 (stralcio). (altro…)

Anche da un monastero si raggiungono le periferie

Anche da un monastero si raggiungono le periferie

monastero_janua_coeli«Incontro in parlatorio una persona, non più giovane, mandata da un amico comune. È stata operata di un tumore che per il momento non dà particolari problemi. Però non è tranquilla, non accetta la malattia, vive un momento di grande incertezza. Vorrebbe farsi aiutare da uno psicologo o da uno psichiatra, ma intanto viene da noi. Certo, dico, l’aiuto medico e farmacologico in certi momenti possono essere utili, ma solo la fede può donarle la pace che cerca, la forza per accettare la malattia, la speranza e la gioia di continuare a vivere fidandosi e affidandosi al Signore Gesù e a Maria, nostra madre. Quando ci salutiamo penso: chissà se la rivedrò ancora? Forse sono stata troppo precipitosa nel proporre un cammino di fede. La porto comunque con me nella preghiera. Dopo alcuni giorni mi telefona: “La settimana prossima parto per Lourdes”. È l’occasione per riaccostarsi ai sacramenti e iniziare un cammino di fede sotto la protezione della Madonna». «Un’altra esperienza, molto forte, la vivo con un ragazzo giovane malato di leucemia. Viene a trovarmi con la ragazza, con cui convive, e chiede preghiere per riuscire ad accettare questa grande prova. Ci sentiamo al telefono e ogni tanto viene in monastero per, come dice lui:, “ricaricarsi e fare buona scorta di serenità e di pace”. Vorrebbe sposarsi, ma il momento è difficile e rimandano. Dopo il trapianto di midollo osseo torna a casa e perfino al lavoro, ma per poco tempo. Nuova ricaduta, ancora chemioterapia … È sempre speranzoso, non si arrende. Mi racconta di persone conosciute in ospedale con la sua stessa malattia che a un certo punto non riescono più a camminare, arrivano in ospedale prima con le stampelle, poi in carrozzella e poi … non si vedono più. Lui sta facendo lo stesso percorso, ma sembra non rendersene conto. Intanto anche il rapporto con la sua ragazza si fa difficile, per cui doppia sofferenza. Faccio il possibile per stargli vicino, lo ascolto, cerco di amarlo “fino in fondo” e prego soprattutto perché lui ritrovi la preghiera e ravvivi la fede. Gli regaliamo una medaglia della Madonna miracolosa appartenuta a Madre Teresa di Calcutta davanti alla quale inizia a pregare con fervore. Trova serenità, pace e la forza di interrompere la convivenza e tornare a casa dai genitori. Si accosta al sacramento delle Riconciliazione, riceve l’Eucaristia ogni settimana e anche l’Unzione degli infermi. Dopo 2 mesi dal ritorno a casa parte per il cielo a 29 anni, ma con Gesù nel cuore».   «Molti sono i contatti con persone che vivono difficoltà familiari. Con una giovane sposa e mamma è iniziato da anni un cammino di ascolto e di sostegno orante. Ora la cosa più importante è aiutarla a rafforzare il suo rapporto personale con Gesù perché dia senso a ogni cosa, ogni gesto, anche il più piccolo. L’ideale dell’unità di Chiara Lubich mi aiuta molto in questo, così, con questa giovane donna, facciamo il patto di dire sempre “per te Gesù” prima di ogni azione e di chiedere il suo aiuto in ogni momento della giornata cercando di vivere bene l’attimo presente. Penso alle difficoltà della vita fraterna e che io per prima devo vivere quello che dico a lei. Con questo patto camminiamo insieme e ci sosteniamo a vicenda».

Natale in Bulgaria

Natale in Bulgaria

Gostilya«Nei giorni precedenti il Natale siamo andate a Gostilya, un villaggio a nord della Bulgaria, per trovare alcuni amici che negli ultimi anni sono venuti a Sofia per le Mariapoli. Volevamo dimostrare la nostra riconoscenza ed affetto, andandoli a visitare nel posto dove vivono». È il racconto di M. Lucia, Majda, Julia e Ildiko, originarie di Italia, Slovenia, Germania e Romania e che attualmente compongono l’unico centro del Movimento dei Focolari in Bulgaria. «Non ci aspettavamo di trovare un paesino quasi morto», continuano. Dei 1.500 abitanti agli inizi degli anni ’90, infatti, ora sono appena un centinaio a causa della forte emigrazione. I ragazzi sono una ventina. Hanno chiuso la scuola, l’asilo, la biblioteca e altri luoghi pubblici. La chiesa cattolica è stata riaperta da 3 anni, da quando è stato ordinato un anziano diacono che vive la spiritualità dell’unità. NataleBulgaria3«Avevamo preparato una tombola con regali per tutti e portato in dono la statuetta di Gesù Bambino in gesso realizzata dai bambini. Non potevamo immaginarci che la loro gioia sarebbe stata così grande: erano grati che qualcuno fosse venuto da loro. Sono arrivate anche una famiglia che abita a 30 km di distanza, e altre persone a quasi 3 ore di macchina. Il Sindaco ci ha volute suoi ospiti e ci ha fatto fare una “visita guidata” del paesino». «Tutti facevano a gara per donarci qualcosa: una anziana signora, molto povera e malata, che non è potuta venire all’incontro, ha fatto una focaccia dolce per la colazione. Prima di partire, siamo passati da casa sua per ringraziarla e regalarle un Gesù Bambino. Commossa, ha ascoltato i nostri canti di Natale sulla porta. E ancora abbiamo ricevuto  un pollo enorme per il pranzo di Natale, barattoli di miele e altre conserve fatte in casa “ecologicamente pulite” – come hanno tenuto a precisare». NataleBulgaria2Dopo Gostilya, è la volta dell’estrema periferia della capitale bulgara. A Sofia, il 24 dicembre, le focolarine fanno visita ad una famiglia rom con 7 bambini. Li conoscono da anni, e cercano di aiutarli come possono. Una di loro, Majda, li ha preparati al battesimo e un’altra ha fatto da madrina. A sottolineare l’amore e la stima, la mamma ha voluto chiamare l’ultima figlia Majda, un nome sloveno, che non c’è in Bulgaria. Julia, che lavora invece in una scuola tedesca, ha parlato di questa famiglia ai suoi colleghi, che hanno voluto donare vestiti, generi alimentari e giocattoli. «Abbiamo potuto preparare così dei regali personalizzati per ciascuno – raccontano -. Un’insegnante ha voluto che venissero con noi i suoi tre figli (di 8, 11 e 13 anni), per accostarsi ad una realtà diversa da quella a cui sono abituati. Sostenuti da tutta questa solidarietà, siamo partiti per Botunetz, il nome del sobborgo in cui vive la nostra famiglia. Avevamo comprato un piccolo albero di Natale, per adornarlo insieme.  La mamma aveva pulito la casa e vestito bene i bambini, ma c’era tanta umidità e freddo e muffa. Siamo stati da loro alcune ore, preparando l’albero, cantando canzoni di Natale, colorando disegni del presepe, aprendo i regali. Tutti erano felici e c’era fra noi l’aria di un vero Natale». È stato così anche alla tradizionale Messa nelle carceri di Sofia, dove un gruppo del Movimento dei Focolari va ogni anno insieme con le Suore di Madre Teresa; e per la festa in un club di pensionati… Un Natale in cui, per chi racconta, è stato possibile sperimentare una condivisione, all’insegna della gioia, della sobrietà e della solidarietà. Maria Chiara De Lorenzo (altro…)

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2016

La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste. Qui si possono trovare i testi preparati da un gruppo misto di lavoro della Lettonia, nominato dalla Chiesa cattolica (Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani) e dal Consiglio ecumenico delle Chiese (Ginevra). Le Chiese cristiane invitano a «trovare opportunità in tutto l’arco dell’anno per esprimere il grado di comunione già raggiunto tra le chiese e per pregare insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso», secondo la preghiera di Gesù al Padre: “perché tutti siano una cosa sola” (Gv 17). Il Movimento dei Focolari nel mondo è impegnato a promuovere e sostenere i vari eventi locali in programma per le celebrazioni della settimana di preghiera, anche attraverso la testimonianza del suo tipico contributo, il ‘dialogo della vita’, basato sul comandamento dell’amore reciproco (Gv 13, 34). Alla frase scelta per la Settimana di preghiera 2016 si ispira anche la Parola di Vita del mese di gennaio: «Chiamati a proclamare le opere meravigliose del Signore» (cfr 1 Pietro 2, 9) (altro…)

Redescobrir a Árvore da Vida – Luigino Bruni

Redescobrir a Árvore da Vida – Luigino Bruni

  O Livro do Génesis é um texto surpreendente para quem procura novas palavras e reflexões para desafiar a economia de hoje, que desvalorizou os bens sufocando-os com as mercadorias, tirando do horizonte tudo aquilo que não está à venda. Luigino Bruni, Professor de Economia Política na Universidade LUMSA em Roma e no Instituto Universitário Sophia, ajuda-nos a penetrar o texto bíblico e a deixarmo-nos interpelar por ele, nos nossos comportamentos, nos relacionamentos, no contributo que damos à sociedade em que vivemos.   ISBN 978-989-99392-4-0 156 pág. Ÿ 13×20 cm Ÿ € 12,00   Editora Cidade Nova

La stella e il cuore

La stella e il cuore

Epiphany2016 La stella non si è ingannata, quando ha chiamato chi era più lontano, perché s’incamminasse verso il Dio a lui vicino. La stella non si è ingannata, indicando la via del deserto, la più umile, la più dura. La stella non si è ingannata, fermandosi sopra la casa di gente umile: è nato là il grande futuro. Il tuo cuore non si è ingannato, mettendosi in cammino in cerca dell’ignoto. Il tuo cuore non si è ingannato, non cedendo alla vana impazienza. Il tuo cuore non si è ingannato, inginocchiandosi dinanzi al Bambino.   Klaus Hemmerle – DIO SI È FATTO BAMBINO – pag.11 – Città Nuova 2007 (altro…)

Gioia e le altre

Gioia e le altre

GioiaEleAltre“Non mi piace invecchiare, ma considerando l’alternativa…” ha affermato Woody Allen in un’intervista. Ed oggi che la vita media si è allungata, in molti si trovano a fare i conti con una longevità che è indubbiamente una ricchezza delle nostra società del benessere. Attraverso la storia di Gioia, nonna iperattiva che improvvisamente si trova a dover fare i conti con un corpo che non la segue più come vorrebbe, si ripercorrono i piccoli e i grandi problemi di chi è avanti negli anni. E quando la debolezza del corpo si fa più evidente l’istituto sembra essere l’unica soluzione, la più normale, la più fisiologica; soluzione a cui Gioia, in modo assolutamente delicato e originale, si oppone. Ne scaturisce una sorprendente alleanza tra generazioni da cui nascono nuove energie, nuove soluzioni, nuova voglia di vita. Il saggio di Giantin evidenzia le criticità del soggetto anziano e indica possibili soluzioni assistenziali. Michelangelo Bartolo, angiologo, dirige il servizio di telemedicina dell’Ospedale San Giovanni di Roma. Autore dei romanzi “La nostra Africa” e “Sognando l’Africa in sol maggiore” per i tipi della Gangemi. Questa è la sua terza opera di narrativa. www.mbartolo.com Valter Giantin insegna presso la Scuola di Specializzazione in Geriatria – Università degli studi di Padova ed è responsabile della U.O.S. dipartimentale: “Ambulatorio Polifunzionale per la gestione dell’anziano fragile” del Dipartimento Interaziendale ad Attività Integrata dell’Anziano, Clinica Geriatrica, Azienda Ospedaliera – Università degli studi di Padova.

Giovani e la pace, dalla Romania alla Cina

Giovani e la pace, dalla Romania alla Cina

Campus RomaniaC’è aria di festa a Resita, un Municipio romeno di quasi 90.000 abitanti situato al confine con la Serbia. Già da ieri sera i primi arrivi dall’Italia – di giovani cattolici – accolti con una cerimonia ufficiale nella chiesa ortodossa più antica della città e alloggiati presso le famiglie dei loro coetanei romeni. Oggi invece arrivano i giovani ortodossi del posto: chi in pullman, chi in auto, anche a piedi. L’amministrazione comunale ha organizzato un momento di saluto prima che la comitiva al completo si diriga a Baile Herculane, villaggio turistico nel sudovest del Paese, dove avrà luogo un “campo ecumenico”. Le parole del vice-sindaco parlano di compiacimento e congratulazioni per l’esperienza di gemellaggio tra la parrocchia romena dell’Assunta e quella di Borgo s. Maria, a Pesaro (Italia), che dura ormai da 8 anni. Gli interventi si susseguono, sia di giovani italiani che romeni. La nota dominante è la gioia di riscoprirsi fratelli, uniti nella stessa fede cristiana. Un legame che prende ancor più vigore dal comune obiettivo di voler costruire un mondo più unito e che vogliono approfondire con uno scambio vero e sincero durante i giorni del ‘campo’. Conoscendoli più a fondo, si scopre che tra loro non ci sono solo cattolici e ortodossi. Gabor, per esempio, è calvinista, altri sono evangelici. Ma qui sono solo cristiani, accompagnati dalla sapiente e affettuosa guida dei loro parroci. Venire a Resita non è stata una scelta casuale. Essa si trova nella regione di Banat, la cui particolare vocazione, da decenni, è la tolleranza e l’apertura. Qui vivono insieme 18 etnie differenti, appartenenti a diverse chiese cristiane. Anna è venuta perché crede nell’unita tra i cristiani e vuole dare il proprio contributo perché essa si attui al più presto. Joseph studia medicina ma finito il corso vorrebbe prepararsi al sacerdozio. Emil vuole fare il regista. Invece Matteo non ha ancora nessuna certezza su cosa studiare e tanto meno su cosa fare nella vita. Sa solo che vuole far parte di questo progetto di costruire l’unità ad ogni livello. Non sanno come sarà il loro futuro ma credono all’ideale che li accomuna. Li aspettano giorni di condivisione e di amicizia profonda, basata sul medesimo amore di ciascuno per Gesù e per il “suo sogno”: che tutti siano una cosa sola. Cina 1In Cina l’iniziativa riguarda invece la pace e la fraternità. Gli apripista sono ancora loro, i giovani. Con l’intento però di coinvolgere persone di tutte le età. La loro proposta è presto detta: il giorno 11 di ogni mese, da novembre ad aprile, chi vuole rinunci ad un pasto, o ad una merenda, o a qualcosa di superfluo che vorrebbe acquistare per dare il corrispettivo ai poveri. L’importo si può inviare tramite un “red pocket” via social network. Per ricordarlo a tutti, hanno predisposto dei porta-tesserino dell’autobus con su il logo dei Giovani per un Mondo Unito e sei “thumbs up” (pollice alzato in segno di ‘evviva’) da colorare ogni qualvolta si aderisce all’iniziativa. Con gioia e sorpresa, nel giro di poche ore sono giunti un bel numero di “red pockets” accompagnati da messaggi di gratitudine e di incoraggiamento. Sembrava un tam-tam che diffondeva pace, generosità ed impegno. Finora l’importo raggiunto è di 844 Euro, un piccolo contributo se vogliamo, ma pieno di significato per i messaggi che accompagnavano le donazioni. L’11 novembre in Cina era la giornata dedicata alle persone non sposate e allo shopping. Chi aveva rinunciato alla merenda, chi ad un pasto più sontuoso. Una ragazza ha scritto: “Non ho trovato nulla da comprare perché era tutto molto caro. Sono poi stata contenta di sapere della vostra iniziativa che mi consente di offrire questo mio piccolo contributo per chi è più nel bisogno”.   Gustavo Clariá (altro…)

Vinci l’indifferenza e conquista la pace

Vinci l’indifferenza e conquista la pace

20151231-01Il messaggio di Papa Francesco, in quest’anno giubilare della Misericordia, sollecita più che mai a vivere per il dono immenso della Pace. Un appello forte, che scuote le coscienze e invita alla conversione. Pace e Misericordia: due elementi imprescindibili per la convivenza umana e per quella con il Creato. Due parole di cui prendiamo, oggi, maggiore consapevolezza per gli effetti della loro assenza. Nel messaggio papale, un brano che parlava di Gesù mi ha riportato nella mia Terra. È toccante per me – araba, cattolica, di origine palestinese – rivedere l’agire di Gesù seguendo il motto “Vinci l’indifferenza e conquista la Pace”. Ripercorrendo quei posti posso affermare che Egli ha vissuto come Persona tra persone e narrato parabole divine traendole dalla vita quotidiana. Purtroppo ancora oggi la mia è una Terra in cui la Pace non si conosce ancora nella sua interezza, eppure in essa sono nate le tre grandi religioni monoteiste. Nello Stato d’Israele vi abitano 8 milioni di persone e 4 nei Territori Palestinesi. Nelle due località i cristiani sono solo il 2% della popolazione, appartenenti a varie chiese: cattolica, ortodossa, armena, siro-ortodossa, copta, luterana e altre. Una Terra piccola ma vasta per le sue dimensioni multi-religiose, multi-culturali e multi-confessionali. Una Terra che ha visto tante invasioni, tante conquiste e tanti conflitti che tuttora continuano. La possibilità di vivere pacificamente è un cammino ancora tutto da percorrere. Anche se qua e là non mancano tentativi per trovare una soluzione politica giusta e duratura. Paure e sfiducia reciproca hanno innalzato muri di divisione tra l’una e l’altra parte della popolazione, ma sono soprattutto l’ostilità e la diffidenza dentro il cuore che sono difficili da abbattere. Mi colpiscono profondamente le parole del Papa: “A livello individuale e comunitario l’indifferenza verso il prossimo, figlia di quella verso Dio, assume l’aspetto dell’inerzia e del disimpegno, che alimentano il perdurare di situazioni di ingiustizia e grave squilibrio sociale, le quali, a loro volta, possono condurre a conflitti o, in ogni caso, generare un clima di insoddisfazione che rischia di sfociare, presto o tardi, in violenze e insicurezza”. Negli anni vissuti a Gerusalemme mi sono impegnata, con tanti altri, a diffondere lo spirito di dialogo vero e sincero tra il mondo arabo e quello ebraico, attraverso l’amicizia e l’affetto che solo i rapporti umani possono creare. Parlare di pace, infatti, solo in senso politico non è così efficace se prima non si costruisce il rapporto tra le persone. Da qui sono nati momenti di incontro tra giovani, famiglie, studiosi delle due parti che hanno prodotto gesti concreti di riavvicinamento, solidarietà e rispetto reciproco. “Vinci l’indifferenza e conquista la Pace”. Un messaggio che fa fiorire nell’anima una nuova speranza. Il Papa ci ammonisce dicendo: “Alcune persone preferiscono non cercare, non informarsi e vivono il loro benessere e la loro comodità sorde al grido di dolore dell’umanità sofferente. Quasi senza accorgersene, siamo diventati incapaci di provare compassione per gli altri, per i loro drammi, non ci interessa curarci di loro, come se ciò che accade ad essi fosse una responsabilità estranea a noi, che non ci compete”. Il messaggio di Papa Francesco ci sia di sprone per un reale cambiamento. Che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace. Sì, quest’ultima è dono di Dio ma è affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne del mondo. Sta a ciascuno di noi realizzare questo traguardo. (altro…)

La unidad

La unidad

El libro que presentamos al lector recoge el pensamiento y la experiencia de Chiara Lubich acerca de “la unidad”. La unidad presenta dos características esenciales: la primera es que la palabra “unidad”, para muchos, no tiene necesariamente una connotación religiosa o cristiana. Estrechamente unida a realidades humanas que expresamos con términos como amistad, amor, reconciliación, evoca además armonía, paz con nosotros mismos y con los demás. Por lo tanto es una anhelo, un profundo deseo presente en el ser humano. Pero en el curso de la historia de la humanidad la palabra “unidad” también tomó significados de lucha, de “unidad contra” y no “para”, tanto para los individuos como para los pueblos. Pero ella es, también, una palabra clave de la cristiandad que en la edad contemporánea ha descubierto el anhelo de volver a los tiempos en los cuales éramos “un solo corazón y un alma sola”, hermanos en Cristo. Es el anhelo ecuménico al cual el Espíritu Santo empuja a las Iglesias y a las comunidades eclesiales cristianas. La segunda característica de este punto fundamental del carisma ligado a la experiencia y al pensamiento de Chiara Lubich es que da el nombre a toda su espiritualidad, llamada también “espiritualidad de la unidad”. Unidad que es necesario abrir “en abanico” para ofrecer al lector lo que podemos considerar una “llave de acceso” a todo el Evangelio. tapa_la-Unidad_web_0 LA UNIDAD               Edición Ciudad Nueva – Buenos Aires                                                      Edición Ciudad Nueva – Madrid

Luz que se encarna

Luz que se encarna

Foresi_webLos dones carismáticos que Dios, en todas las épocas, dona a su pueblo y que, a menudo, toman la forma de nuevas espiritualidades, como luces sobre los contenidos de la Revelación para que ésta se encarne de manera más profunda, siempre están ligados a circunstancias y a personas concretas que son como mediadores de esos dones al servicio de la humanidad. La historia del carisma de la unidad no escapa de esta dinámica humano-divina. De hecho, junto a Chiara Lubich, además de sus primeras compañeras y compañeros, encontramos ya desde el inicio de la fundación a otras figuras de relieve que han sido fundamentales para que ese don pudiera explicitarse plenamente. Una de estas figuras es Pascual Foresi, primer focolarino sacerdote de la Obra de María y primer co-presidente, personalidad riquísima en la cual Chiara Lubich siempre entrevió un “designio” particular en la Obra naciente, el de la encarnación, es decir, la función de ayudar a materializar en obras completas las intuiciones, los impulsos que el Espíritu Santo iba suscitando en ella. De este modo, la historia del Movimiento de los Focolares, gracias a esta singular y paradigmática unidad entre Chiara Lubich y Pascual Foresi, tomaron forma dimensiones fundamentales del carisma de la unidad en el campo del pensamiento de la cultura, en su ordenamiento jurídico, en sus estructuras de formación, en sus actividades de difusión y editorial, entre otros. Si el encuentro Igino Giordani —conocido político y escritor católico— marca el inicio, además de la apertura del movimiento a la humanidad a 360 grados, de esa experiencia de luz conocida como el Paraíso del 49, el encuentro con Pascual Foresi hizo que las iluminaciones encontraran estructuras adecuadas e instrumentos idóneos de mediación y encarnación. En estos textos se despliegan los doce puntos de la espiritualidad de la unidad que surgen de esa oración. Quién haya leído los libros de Chiara Lubich en los que se exponen estos mismos puntos podrá captar, al mismo tiempo, la unidad de inspiración y la diversidad de aproximación: no se trata de algo que los completa, sino de extraer de esa inspiración originaria las implicancias prácticas de naturaleza teológica, entre otras. Por lo tanto, ellos nos presentan a Pascual Foresi en su característico rol junto a Chiara Lubich: rol que él ha sabido desarrollar con un amor infinito, como infinito es nuestro gracias a él por su ejemplar donación. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires

Natale nel Morro

Natale nel Morro

20151229-01«Ho sognato un focolare fra i mocambos – appunta nel suo diario Chiara Lubich il 21 aprile 1964 durante un viaggio in Brasile – fatto come un mocambo. Perché la casa nostra deve essere come l’ambiente dove si svolge l’apostolato prevalente». Seppur a distanza di anni, il sogno si avvera. Lucival, Helson, Keles (brasiliani), Estimable (haitiano), Fabrizio (italiano), da quasi un anno hanno lasciato la loro abitazione della capitale Florianopolis per trasferirsi nel morro, una delle tante “periferie esistenziali” del mondo. “Come sta andando?”, chiediamo a questi focolarini. «Cerchiamo soprattutto di inserirci nel nuovo ambiente. Keles lavora nella scuola Marista, che nel morro ricopre grande importanza educativa e sociale per bambini e adolescenti. Lucival – che lavora nella Fazenda da Esperança, una comunità di recupero per giovani tossicodipendenti – si è impegnato nell`Associação de Moradores “Alto da Caieira”, un’organizzazione per tutelare i diritti degli abitanti del morro». Sappiamo che farsi accettare dalla gente delle favelas non è sempre facile. Questi cinque giovani ci stanno provando, aiutati anche da don Vilson Groh, che nel morro presta servizio da oltre trent’anni. “«È stando con la gente – dicono – che vengono le idee. Per esempio qualcuno ha lanciato la proposta di celebrare la messa nelle case, a turno. Così da un paio di mesi ogni giovedì lo si sta facendo. Mentre il mercoledì, sempre in case diverse, si recita il rosario degli uomini (una pratica abbastanza comune in Brasile). Non sono grandi numeri (sulle 10/12 persone) ma è un seme gettato. Che già sta portando i suoi frutti, nel senso che vediamo man mano aumentare la conoscenza e la fiducia, sia verso di noi che reciproca tra loro. Cresce il senso di responsabilità comunitaria, il sentire propri i bisogni e le necessità dell´altro». missa con Pe.VilsonQualche episodio per capire? «C’era un uomo dipendente dall’alcool che dormiva in un immondezzaio. Don Vilson ne ha parlato con la comunità, che si è data da fare per inserirlo in un cammino di recupero. Gli hanno letteralmente ricostruito l’abitazione (un capanno in legno di circa 3mt x 4), che hanno anche ammobiliato, chi portando un fornello, chi il letto, chi il frigorifero, ecc. Due settimane fa tra i 15 adolescenti cresimati c’era anche lui. E giovedì della scorsa settimana la messa è stata celebrata nella sua abitazione. Siamo venuti a conoscenza anche della situazione altrettanto disumana di una donna ed è ancora la comunità che si sta dando da fare per aiutarla. Come sono loro stessi che distribuiscono a chi ha più bisogno quanto riusciamo a procurare di vestiario e cibo». E come segno che i rapporti si stanno davvero approfondendo, raccontano che nell’ultimo venerdì una ventina di persone si sono trovate in focolare per la “confraternização”, un momento di festa per il Natale, dove ognuno ha portato qualcosa. Anche qui, nel morro, non solo si è mangiato insieme il “churrasco”, celebre piatto brasiliano a base di carne, ma si è festeggiato Gesù che ancora una volta non disdegna di nascere – come a Betlemme – nella povertà di una favela. (altro…)

Parola di vita – Gennaio 2016

Quando il Signore opera, compie opere meravigliose. Appena ebbe creato l’universo vide che era “cosa buona” (Gen 1,25), mentre dopo avere creato l’uomo e la donna, affidando loro tutto il creato, vide che era “cosa molto buona” (Gen1,31). Ma la sua opera che supera tutte, è quella compiuta da Gesù: con la sua morte e risurrezione ha creato un mondo nuovo e un popolo nuovo. Un popolo al quale Gesù ha donato la vita del Cielo, una fraternità autentica, nell’accoglienza reciproca, nella condivisione, nel dono di sé. La lettera di Pietro rende consapevoli i primi cristiani che l’amore di Dio li ha fatti diventare “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo di Dio” (leggi per intero i vv. 9-10). Se anche noi, come i primi cristiani, prendessimo davvero coscienza di ciò che siamo, di quanto la misericordia di Dio ha operato in noi, fra noi e attorno a noi, rimarremmo stupefatti, non potremmo contenere la gioia e sentiremmo il bisogno di condividerla con gli altri, di “proclamare le opere meravigliose del Signore”. Ma è difficile, quasi impossibile, testimoniare in maniera efficace la bellezza della nuova socialità, cui Gesù ha dato vita, rimanendo isolati gli uni dagli altri. È quindi normale che l’invito di Pietro sia rivolto a tutto il popolo. Non possiamo mostrarci litigiosi e faziosi, o soltanto  indifferenti gli uni verso gli altri, e poi proclamare: “Il Signore ha creato un popolo nuovo, ci ha liberato dall’egoismo, dagli odi e dai rancori, ci ha dato come legge l’amore reciproco che fa di noi un cuore solo e un’anima sola …”. Nel nostro popolo cristiano ci sono sì differenze nei modi di pensare, nelle tradizioni e culture, ma queste diversità vanno accolte con rispetto, riconoscendo la bellezza di questa grande varietà, consapevoli che l’unità non è uniformità. È il cammino che percorreremo durante la Settimana di Preghiera per l’Unità dei cristiani che nell’emisfero Nord si celebra dal 18 al 25 gennaio – e durante tutto l’anno. La Parola di vita ci invita a cercare di conoscerci meglio tra cristiani di Chiese e comunità diverse, a narrare vicendevolmente le opere meravigliose del Signore. Allora potremo “ proclamare” in maniera credibile tali opere, testimoniando che siamo uniti tra di noi proprio in questa diversità e ci sosteniamo concretamente gli uni gli altri. Chiara Lubich ha incoraggiato con forza questo cammino: «L’amore è la più potente forza del mondo: scatena, attorno a chi lo vive, la pacifica rivoluzione cristiana, sì da far ripetere ai cristiani di oggi quello che, tanti secoli fa, dicevano i primi cristiani: “Siamo di ieri e già siamo diffusi in tutto il mondo”. […] L’amore! Quanto bisogno d’amore nel mondo! E in noi, cristiani! Tutti noi insieme delle varie Chiese siamo più d’un miliardo. Molti, dunque, e dovremmo essere ben visibili. Ma siamo così divisi che tanti non ci vedono, né vedono Gesù attraverso di noi. Egli ha detto che il mondo ci avrebbe riconosciuti come suoi e,  attraverso noi, avrebbe riconosciuto Lui, dall’amore reciproco,  dall’unità: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv13,35). […] Il tempo presente, con ciò, domanda a ciascuno di noi amore, domanda unità, comunione, solidarietà. E chiama anche le Chiese a ricomporre l’unità infranta da secoli». A cura di Fabio Ciardi (altro…)

Il Concilio della misericordia

Il Concilio della misericordia

ConcilioMisericordiaLa celebrazione del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco e il 50° anniversario della chiusura del Vaticano II descrivono il contesto ed esprimono l’attualità di questo volume: un’occasione preziosa per verificare se e fino a che punto la Chiesa cattolica si è fatta plasmare dall’autocoscienza profetica della sua identità e missione profilata nel Concilio. Esso raccoglie infatti una serie di saggi e interventi sull’evento conciliare, sui suoi documenti e sulle sue prospettive che tuttora ne descrivono l’attualità in sintonia con il magistero di Papa Francesco, entrando nel vivo del dibattito sulla comprensione del Vaticano II e sulle piste concrete di attualizzazione del suo messaggio. Il percorso così tracciato sottolinea che l’annuncio del Vangelo deve oggi incrociare, in spirito di ascolto, di dialogo, di compagnia i pensieri e i propositi di pace, di fraternità e di giustizia che ovunque germogliano nell’impegno a partorire quella “rivoluzione spirituale e culturale” (così Papa Francesco) realisticamente in grado di promuovere i paradigmi nuovi di pensiero e di prassi che il nostro tempo invoca. Piero Coda (Cafasse, Torino 1955), già professore presso la Pontifica Università Lateranense, è attualmente preside dell’Istituto Universitario Sophia (Loppiano, FI) dove insegna teologia sistematica. È membro, tra l’altro, della Commissione Teologica Internazionale, della Commissione Mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa, della Pontificia Accademia di Teologia, dell’Associazione Teologica Italiana (di cui è stato Presidente), del Comitato della CEI per gli Studi Superiori di Teologia e di Scienze Religiose, e consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani. È autore di numerose pubblicazioni. La collana TEOLOGIA, diretta da Piero Coda, privilegia il tema trinitario, fondamentale per una riformulazione dell’ontologia, dell’antropologia e dell’ecclesiologia, e conduce un approfondimento originale sui principali momenti della riflessione teologica contemporanea. Dovute alla competenza di autori qualificati, italiani e stranieri, mediante la trattazione di tematiche accuratamente scelte, le opere si propongono anche come strumento adeguato per la formazione di una fede adulta.

La nascita al cielo di Dori Zamboni

La nascita al cielo di Dori Zamboni

Dori Zamboni

Dori Zamboni

“Scrivo, (dettando) il mio ricordo per voi. La mano non va più, ma la testa pensa e prega per voi tutti mano a mano che mi venite alla mente con le vostre gioie, coi vostri dolori e con i vostri problemi”. È l’incipit di una lettera di Dori di pochi giorni fa, per il Natale 2015, ai suoi “carissimi amici”, quelli conosciuti nell’arco di una vita, e che ha cercato di raggiungere in tutto il mondo. Doriana Zamboni, conosciuta semplicemente come “Dori” era nata a Trento nel 1926 e aveva incontrato Chiara Lubich giovanissima, ancora studente – ribelle – delle scuole superiori, che da lei prendeva lezioni di filosofia. Era il 1943, data dell’inizio dell’avventura spirituale che avrebbe portato alla nascita del Movimento dei Focolari. “La Madonna e Gesù vi aiuteranno anche attraverso la mia preghiera – continua la sua lettera – Gesù ha detto: “Chiedete e vi sarà dato”… E anche se non conosco i vostri bisogni, li metto nel cuore di Lei affinché manteniate fedele l’amore a Gesù in croce abbandonato”. Questa “fedeltà” ha segnato la vita di Dori: è stata lei, infatti, la prima a cui Chiara – il 24 gennaio 1944 – ha confidato l’intuizione sul massimo dolore di Gesù, quello dell’abbandono in Croce, che diventerà presto il segreto e il caposaldo della vita di Chiara, e di quanti avrebbero condiviso questo cammino. “Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9) è la parola del Vangelo che Chiara le aveva indicato come guida per la sua vita, e che meglio rispecchiava il suo essere. E in questo amore, radicato in Dio, Dori ha girato il mondo per testimoniare e diffondere l’ideale dell’unità: nel 1956 è in Francia, nel 1965 in Inghilterra, nel 1971 in Belgio, aprendo, insieme ai nuovi Focolari, nuove vie nel cammino ecumenico e nel dialogo con la cultura. Ha seguito nel loro percorso umano e spirituale migliaia di persone: dal 1976 la fondatrice dei Focolari le affida l’accompagnamento della branca dei Volontari di Dio – laici impegnati nel sociale – e lo sviluppo del Movimento Umanità Nuova. Nell’équipe che nel 1956 ha dato vita a Città Nuova è dunque tra i pionieri dell’editrice e rivista dei Focolari, e tra le prime firme su quelle pagine. Dori ha sempre incoraggiato e sostenuto il lavoro della redazione, fino agli ultimi giorni. “Dovunque siate, ricordatevi di me, perché la mia salute indietreggia e vorrei che essa fosse nella preghiera di tanti per aiutarmi nella scaletta… Vi sento tutti vicinissimi e desiderosi di aiutarmi a sopportare e offrire quello che Dio mi manda”, scrive ancora Dori. E così, circondata dall’affetto e dalle preghiere di chi l’ha assistita fino all’ultimo, la mattina del 26 dicembre si è spenta serenamente. Ne dà l’annuncio a tutto il Movimento dei Focolari la presidente Maria Voce, esprimendo la riconoscenza per la sua vita e l’invito a unirsi a questa preghiera corale. I funerali si svolgeranno al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (largo G.B. De la Salle) lunedì 28 dicembre alle ore 10.30. Intervista a Dori di Oreste Paliotti – Città Nuova Intervista a Dori su “la scoperta di Gesù Abbandonato” (altro…)

The War was Raging

The War was Raging

SilvanaBook_front pageSilvana Veronesi narrates the eyewitness account of one who actually participated in the events of the extraordinary adventure of unity lived by Chiara Lubich together with a small group of young women, and subsequently, of young men, in the City of Trent (in northern Italy) devastated by the bombs of the Second World War. Silvana – the youngest member of the group – writes with spontaneity and in an irresistible and vivacious style. She describes her life as a high school student, illustrating episodes and recounting memories of the amazing events that were encountered day by day in those early times of the Focolare Movement. Published by the Gen 2 International Centre, Grottaferrata, Italy (2007) Enquiries: Focolare International Website