Movimento dei Focolari
Aux sources de la Miséricorde

Aux sources de la Miséricorde

chocholski_aux_sources_de_la_misericorde_ed2015Qu’est-ce que la miséricorde dans les grandes traditions religieuses, chez les philosophes contemporains ? Et comment rendre compte de la foi chrétienne en partant de la miséricorde ? Fruit d’une longue expérience dialogue interreligieux sur plusieurs continents, « Aux sources de la Miséricorde » présente de façon originale la notion de miséricorde, mot-clef pour les grandes religions, aussi bien dans le christianisme que dans le judaïsme, l’islam, le bouddhisme et l’hindouisme ainsi que chez les grands philosophes contemporains. Tous témoignent de l’universalité de l’expérience de la miséricorde de Dieu et de son partage avec les plus fragiles. Alors la miséricorde est-elle un nouveau paradigme théologique, une nouvelle vision du monde qui se dessine de plus en plus et dont nous avons tous tant besoin ? Comment dire aujourd’hui le Christ, unique sauveur du monde à partir de la Miséricorde ? Comment exprimer l’amour miséricordieux qui jaillit de la Trinité et donne sens à toutes nos relations ? En faisant le point sur la situation du discours théologique, ce livre rend compte de la foi chrétienne aujourd’hui, à partir de la centralité même de la miséricorde, noyau de l’évangile et cœur de l’agir du Christ. En cela, cet ouvrage répond exactement aux appels de Jean XXIII et Jean-Paul II, selon les indications du Pape François : « La Miséricorde n’est pas seulement une attitude pastorale, mais la substance même de l’Evangile. Je vous encourage à étudier comment, dans les différentes disciplines – dogmatique, morale, spiritualité, droit, etc… – se reflète vraiment la centralité de la miséricorde. » (Lettre à l’Université catholique argentine, 3 mars 2015). Parue initialement en 2005, cette nouvelle édition a été révisée, actualisée et augmentée par l’auteur, le père Patrice Chocholski, actuel curé et recteur d’Ars et secrétaire général des Congrès mondiaux de la Miséricorde, aux côtés du Cardinal Christoph Schönborn. Nouvelle Cité ed.

La Chiesa delle donne

La Chiesa delle donne

La chiesa delle donneLa Chiesa ha una visione maschilista della donna? Come si è evoluto nel tempo il rapporto tra l’istituzione ecclesiale e le donne? Le sante sono veramente così docili e remissive, lontane dal nostro quotidiano, come l’iconografia cristiana le rappresenta? Le donne nei Paesi cattolici si sono emancipate più tardi (sempre che si siano emancipate davvero)? Quale è stata la vera novità prodotta dalla rivoluzione sessuale? Lucetta Scaraffia, docente universitaria di storia contemporanea convertitasi in età adulta, ha partecipato al femminismo degli anni Sessanta ed è oggi una delle voci cattoliche più autorevoli, nel presente volume in dialogo con Giulia Galeotti, risponde con schiettezza e lucidità a tali domande, imprescindibili per una reale comprensione della condizione femminile nella società occidentale contemporanea.

Giorgio Marchetti (Fede)

Giorgio Marchetti (Fede)

Giorgio Marchetti (destra) con Gino Bonadimani e Aldo Stedile.

Giorgio Marchetti (a destra) con Gino Bonadimani e Aldo Stedile. Foto © CSC Audiovisivi

Mentre studia medicina nella sua città natale (Padova), Giorgio conosce una studentessa trentina sbarcata nel suo stesso ateneo. È una delle prime giovani che con Chiara Lubich hanno dato inizio all’avventura del Focolare. Giorgio è un dirigente diocesano dell’Azione Cattolica, ma non ha reticenza a confidarle la sua continua ricerca e i suoi dubbi sul piano della fede e della dottrina. Un giorno, mentre con un’amica gli parla del Vangelo, Giorgio obietta loro che quelle cose lui le sa già. “Va bene – rilanciano –, ma lei queste cose le fa?”. Giorgio rimane spiazzato. Da allora, racconta egli stesso, la sua ricerca passa “dai libri alla vita”. E dopo una giornata trascorsa sempre pensando “agli altri e mai a me”, sperimenta “una grande gioia”. Decide di recarsi a Trento per conoscere, oltre alle prime anche i primi focolarini e viene a sapere che Gino Bonadimani, pure lui padovano e studente presso la sua stessa facoltà, si sta preparando per diventare focolarino.
GiorgioMarchetti_con Chiara Lubich e Valeria Ronchetti

(da sinistra) Valeria Ronchetti, Chiara Lubich e Giorgio Marchetti. Foto © CSC Audiovisivi

Una chiamata questa che fa breccia pure nel cuore di Giorgio, anche se continua a nutrire dubbi sull’esistenza di Dio. Nell’estate ‘52, durante una delle prime Mariapoli sulle Dolomiti, apre il suo animo a Chiara. E lei, Vangelo alla mano, gli legge ciò che Gesù dice a Marta nel racconto della risurrezione di Lazzaro: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me anche se è morto vivrà. Credi tu questo?” (Gio 11,25-26).  «Ecco – gli dice Chiara –, prendi per te questa Parola di Vita: “Credi tu questo?”». E gli suggerisce che se i dubbi fossero tornati, lui avrebbe dovuto ripetere, come Marta: “Sì, Signore, io credo”. In quel colloquio con Chiara, per Giorgio tutto diventa chiaro, semplice. Con sorpresa scopre di avere la fede. E così sarà poi chiamato: Fede. Appena laureato – col massimo dei voti e la lode – Fede entra a far parte del focolare di Trento. Inizia col fare il dentista, attività che continua anche quando si trasferisce a Roma. La chiamata al servizio militare lo porta a Firenze, dove chiede di poter saltare la colazione per andare alla Messa. Dopo alcuni mesi, sono vari i colleghi che partecipano alla Messa ogni mattina. Sebbene in servizio militare, segue la comunità che si sta formando in Toscana. Lo stesso fa quando viene trasferito a Trapani. Oltre a fare il militare ed il responsabile del Movimento, inizia a studiare Filosofia. Nel 1961 giunge a Recife (Brasile). Dalla finestra del focolare si vede una distesa di mocambos, baracche molto povere fatte di legno, lamiera, cartone. «Avrei desiderato andare a vivere con quella gente – confiderà in seguito – a fare qualcosa per loro, magari come medico», invece si trova a mettere le basi per il  nascente Movimento dal quale, nei decenni futuri, sarebbero sorte, in Brasile e nel mondo, innumerevoli opere sociali. Nell’aprile ‘64, a Recife, viene ordinato sacerdote. Nel Natale dello stesso anno Chiara lo chiama alla costruzione della cittadella di Loppiano, nei pressi di Firenze. Per Fede, e per la ventina di giovani giunti lì da ogni parte del mondo a prepararsi per la vita di focolare, è un tempo carico «d’imprevisti, progressi, contrattempi, ma anche di risate, di grande allegria; e poi di sapienza, preghiera, contemplazione». GiorgioMarchetti-03Già responsabile della Sezione dei focolarini dal 1957, lo sarà anche più tardi fino al 2000. Un compito che svolge con grande dedizione, facendo crescere come cristiani e come uomini, generazioni di giovani. Egli ha una particolare attenzione anche per i focolarini coniugati, nella specificità della loro vocazione. Sebbene fortemente impegnato per gli altri, Fede non smette di approfondire, nella sua spiccata attitudine di studioso, diverse discipline. Dal ‘95 fa parte della “Scuola Abbà”, il Centro studi interdisciplinare del Movimento, dando il suo apporto di teologo esperto di etica, ma anche di filosofo e psicologo. Negli ultimi anni, con le difficoltà di salute, comincia quello che Fede ama definire «uno dei periodi più belli della mia vita, tanto che spesso mi trovo a ripetere a Gesù: Non sapevo che la vecchiaia potesse essere un’avventura così bella!», caratterizzata da un «rapporto con Gesù sempre più intimo e profondo». A chi gli chiede come si sente, risponde: «fisicamente male ma spiritualmente benissimo!». Fede lascia in eredità la sua fede inscalfibile in Dio e nel carisma dell’unità. In lui si può ben identificare la figura di un sapiente ed efficace costruttore di un’opera di Dio – il Movimento dei Focolari –, cui egli ha contribuito a sviluppare e a rendere attiva e visibile nella Chiesa e nel mondo. (altro…)

Conflitto, dialogo e cultura dell’unità

Conflitto, dialogo e cultura dell’unità

«Chiara Lubich, attraverso l’azione del Movimento dei Focolari, ha creato un nuovo fenomeno di integrazione sociale ispirato dal carisma dell’unità evangelica che mostra nuove dimensioni psicologiche, sociali, economiche e religioso-spirituali», affermava il prof. Adam Biela nella Laudatio per il conferimento alla Lubich del dottorato h.c. in Scienze Sociali all’Università Cattolica di Lublino Giovanni Paolo II nel giugno 1996. Spiegò allora come tale messaggio «costituisce un vivo esempio di come un nuovo paradigma nelle scienze sociali non solo è possibile, ma si deve necessariamente costruire». Lo definì «paradigma dell’unità» attribuendogli un ruolo ispiratore per le scienze sociali paragonato «alla rivoluzione copernicana per le scienze naturali». A quel primo riconoscimento ne seguirono altri 15 da parte di varie università nel mondo. 20 anni dopo l’Università Cattolica di Lublino Giovanni Paolo II vuole fare il punto e, in partenariato con il Centro per il Dialogo con la Cultura dei Focolari e l’Istituto Universitario Sophia, organizza un convegno di riflessione e di ricerca su “Conflitto, dialogo e cultura dell’unità”. Dalle prospettive disciplinari della psicologia, economia, pedagogia, politologia, sociologia e comunicazione, il presente convegno, dichiara oggi il prof. Adam Biela, «analizzerà quanto la ricerca e la pratica ispirate dal paradigma dell’unità, che è fondato sulla spiritualità dell’unità, possono offrire alle questioni concettuali e applicate riguardanti la costruzione dell’integrazione sociale, economica e politica nell’Europa contemporanea e nel mondo». Sotto particolare osservazione, afferma ancora il prof. Biela, «l’attività sociale di Chiara Lubich e del Movimento dei Focolari nel costruire strutture psicosociali per l’unità in vari ambiti sociali». JPII_CatholicUniversity_LublinAd un call for papers hanno risposto oltre 90 ricercatori e studiosi di molte parti del mondo, inviando i propri abstract in relazione alle cinque aree tematiche in cui si articolerà il convegno: dialogo nelle comunità: tra carisma e istituzione; risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo; attori del cambiamento politico e processi di partecipazione; processi individuali, interpersonali e intergruppo nella gestione e nella prevenzione dei conflitti; dialogo tra le discipline e transdisciplinarietà. Relatori principali, oltre al prof. Adam Biela e Jesús Morán, copresidente dei Focolari che offre la relazione iniziale, sono i professori Bernhard Callebaut (Istituto Universitario Sophia Loppiano, Italia), Mauro Magatti (Università Cattolica di Milano, Italia), Bogusław Śliwerski (Università di Lodz, Polonia), Marek Rembierz (Università di Slesia, Polonia), Stefano Zamagni, (Università di Bologna, Italia), Krzysztof Wielecki (Università Wyszynski di Varsavia, Polonia), Catherine Belzung (Università di Tours, Francia), John Raven (Università di Manchester, Regno Unito). Il convegno ha inizio il giorno del Sacro Cuore di Gesù, patrono dell’Università. Lo precederà la Cerimonia ufficiale con cui l’Ateneo celebra questa festa, presieduta dal Magnifico Rettore prof. Antoni Dębiński, con la partecipazione del Nunzio apostolico arcivescovo Celestino Migliore e di altre personalità civili e religiose. Info: http://psychointerwencja.wix.com/congress Fonte: Comunicato stampa SIF (altro…)

Il Gen Rosso in Uruguay

Il Gen Rosso in Uruguay

gen-rosso-Montevideo«L’esperienza più importante vissuta in questi due giorni con il Gen Rosso è stata vedere realizzarsi il mio sogno: sentirmi forte, carica, senza bisogno di usare la violenza», è l’impressione di Veronica, una dei 200 ragazzi che hanno partecipato ai tre giorni di workshop organizzati dalla band internazionale, nel suo passaggio per Montevideo (Uruguay), in una tournée che include anche l’Argentina, Bolivia e Paraguay. Promotore dell’iniziativa la Fazenda da Esperança. «Forti senza violenza” – spiegano gli artisti del Gen Rosso – è un progetto indirizzato a ragazzi e giovani per una formazione alla cultura della pace, della legalità; prevenzione al dilagante fenomeno della violenza nelle scuole in varie sue forme, della vendetta, del bullismo, del suicidio e del disagio giovanile, della dispersione scolastica». Già sperimentato con esito positivo in varie nazioni, questo progetto anche a Montevideo ha coinvolto circa 200 ragazzi e giovani di zone a rischio della capitale uruguaiana. Una di queste associazioni è il Centro Nueva Vida: «Ricordo quando siamo arrivati in questa zona periferica, nel marzo del 2001– racconta Luis Mayobre, presente dagli inizi e attuale direttore –; siamo stati ricevuti con il lancio di sassi da parte di ragazzi. Vedere i nostri giovani oggi sul palco in piena azione, insieme a tanti altri coetanei e lanciando un messaggio di non violenza, mi ha commosso». Infatti la grande novità del progetto artistico “Forti senza violenza” sta proprio nel coinvolgimento di ragazzi e giovani che, dopo i workshop di danza, musica, scenografia e preparazione insieme agli artisti, salgono insieme sulla scena e diventano tutti protagonisti. gen-rosso-Montevideo_b«Impressionante! È stato coinvolgente – confida Inés, ancora presa dalla commozione –. Si sono realizzati due concerti, il 21 e 22 maggio, con la sala del Teatro Clara Jackson (1.200 posti) strapiena, una quantità molto significativa  dalle nostre parti; e non si distinguevano i nostri ragazzi dagli artisti del Gen Rosso: erano pienamente integrati». Tutti questi centri che lavorano in questa zona a rischio, come il Centro Nueva Vida dei Focolari fanno crescere i giovani dando loro prospettive di un futuro positivo, lontano dalle droghe ed altri pericoli. Lo spettacolo Streetlight”, ambientato nella Chicago degli anni ‘60, racconta la storia vera di Charles Moats, giovane afroamericano dei Focolari ucciso da una banda rivale a causa del suo impegno per la costruzione di un mondo più unito. Charles con la sua scelta della non-violenza segnerà il suo destino. Però la sua coerenza fino all’estremo farà scoprire agli amici orizzonti nuovi e impensati per la loro vita. «Dal mio punto di vista, forse il concerto più riuscito del Gen Rosso», sottolinea ancora Luis. «Frasi del tipo “se tu lo vuoi, lo puoi”, “tutto vince l’amore”, “se vuoi conquistare una città all’amore, raduna gli amici che la pensano come te …”  – osserva un altro dei partecipanti – sembrava che cadessero come piccole gocce che irroravano i cuori dei presenti. Il tutto espresso con una tale forza che ti scuoteva. C’era grande empatia tra il palco ed il pubblico. Avevo invitato un’amica che, dopo un po’ piangeva commossa. Credo che Dio abbia bussato forte alle nostre porte». La stampa uruguaiana, di forte impronta laica, si è fatta eco dell’insolito evento. “200 giovani uruguaiani si preparano in intensi workshop per una presentazione musicale, insieme al gruppo internazionale Gen Rosso”, il titolo non privo di orgoglio di uno dei tanti giornali della capitale. «Felice di vedere mio figlio sul palco! – scrive la madre di uno dei ragazzi diventati artisti –. Ringrazio il Centro Nueva Vida che ha sempre puntato a dargli le opportunità per farlo crescere come persona». E Patty: «Quel “se lo vuoi, tu lo puoi” resterà segnato a fuoco in ciascuno di questi ragazzi e di tutti i presenti. Grazie! Ci avete caricato le pile e trasmesso un’energia contagiosa». https://www.youtube.com/watch?v=s5eR25VL53M&feature=youtu.be (altro…)

Cosa ho imparato dai carcerati

Cosa ho imparato dai carcerati

20160531-02«Ero impiegato da ispettore merceologico, ovvero, controllo qualità, quantità, peso, ma per motivi aziendali, sono stato licenziato. Ho perso tutto: lavoro, famiglia, dignità. Dopo alcuni mesi mia moglie mi ha inviato la lettera di separazione, portandosi via la nostra unica figlia di 5 anni. Come se non bastasse e per avere ascoltato anni prima un consiglio del suocero, sono stato arrestato per truffa, millantato credito, associazione a delinquere. In realtà, però, non avevo fatto nulla! Ho provato una vergogna infinita, anche per i miei cari, e una rabbia smisurata! Dov’è,  mi chiedevo, quel Dio che tutti proclamavano buono e che, invece, permetteva ingiustizie come questa? Sono stato 15 giorni in carcere, di cui 5 giorni in isolamento, chiuso in una cella di 2m per 2, privato di tutto: della libertà di aprire una finestra, di vedere o parlare con chiunque. Poi, una volta uscito dall’isolamento, mi sono dovuto confrontare con spacciatori, tossici, ladri, violentatori, rapinatori. Erano uomini. In carcere sono stato rispettato da tutti perché avevano la certezza – anche  senza conoscermi – che ero del tutto innocente, che quello non era il mio posto. Era il loro modo per restituirmi la dignità che mi era stata tolta. Ho imparato molto dai carcerati. Ero in libertà provvisoria quando i miei familiari mi hanno convinto a partecipare ad una Mariapoli, dicendomi che andavamo a riposarci  4 giorni. Ho incontrato una nonna dai capelli bianchissimi che mi parlò di Dio Amore. Proprio a me che avevo fortemente dubitato di quel Dio buono. Mi si è illuminato un mondo nuovo e immenso, come se già lo conoscessi, ma non l’avevo mai esperimentato prima. Ho capito che per camminare per la strada dell’amore, non si può prescindere da quello che allora chiamavo dolore e che ora identifico con le sofferenze di Gesù sulla Croce. Quando si vive nel dolore più profondo siamo più disposti ad ascoltare Dio, il quale ci dona una vita più piena e più grande. Oggi non serbo rancore per la mia ex moglie, il suocero e per mia figlia, che in questi anni non mi aveva più voluto vedere. Sono stato assolto con formula piena, perché 3 anni dopo hanno appurato che ero del tutto estraneo ai fatti contestatimi. Non potevo tenere per me quello che la mia vita mi aveva insegnato, sentivo forte dentro di dovermi donare agli altri, soprattutto ai giovani. Ho iniziato con 5 ragazzi di 11/12 anni, che non sapevano nulla di fede, né loro né i genitori. Ho cominciato giocando a calcio per ore, poi riaccompagnandoli a casa, chiedevo loro solo di fare un semplice gesto d’amore verso la famiglia. Oggi questi giovani sono cresciuti, alcuni sono entrati nel mondo del lavoro ma, soprattutto, anche loro hanno voluto ridonare ad altri quello che hanno ricevuto, portando la certezza dell’amore di Dio a tanti. Non finirò mai di ringraziare Dio per avermi concesso di amare senza pregiudizi, conoscere che Lui è Amore, che ama ciascuno di noi personalmente e che tutti siamo uguali, tutti figli suoi». (Erasmo – Italia) (altro…)

Girona (Spagna) – Workshop per manager e responsabili aziendali

Dal 17 al 19 giugno prossimi, a Girona (Spagna) si terrà il primo workshop europeo per manager e responsabili d’azienda. Promosso dalla Commissione Economia e Lavoro del Movimento Umanità Nuova (Movimento dei Focolari) il laboratorio si presenta come un’opportunità di confronto e approfondimento su tematiche tipicamente gestionali, alla luce del paradigma della reciprocità, risorsa quanto mai attuale per l’immissione di strumenti e prassi di sussidiarietà, cooperazione e collegialità, che migliorano le modalità di lavoro e i risultati dell’impegno professionale. Il programma prevede diversi panel di lavoro in sessioni plenarie e in circoli minori per un totale di due giorni e mezzo di impegno comune, anche con contributi culturali da docenti dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Firenze-Italia): si parlerà di strumenti professionali nell’ambito del management, dalla comunicazione all’integrazione produttiva, la gestione del gruppo, la gestione della leadership. Temi che si integreranno con quelli della cooperazione tra imprese, relazione, collegialità nelle decisioni, inclusione della persona, oltre ad approfondire aspetti culturali dell’impegno professionale in ambito gestionale. Una vera e propria chance per aumentare consapevolezza e disponibilità di strumenti in grado di far sperimentare un nuovo approccio antropologico ed economico. L’idea del workshop nasce dall’esperienza di un gruppo di manager spagnoli impegnati nelle diverse responsabilità- dal marketing alle risorse umane, dall’amministrazione alla logistica –  che da qualche anno si ritrovano insieme per dialogare, scambiarsi idee ed esperienze su temi specifici, convinti che questa condivisione arricchisca il loro impegno professionale e possa contribuire a migliorare il contesto economico e organizzativo. Un vero e proprio “laboratorio” il cui funzionamento prevede sessioni tematiche tenute da esperti, a partire dai quali si innestano il dialogo e la riflessione personale, nella concretezza dei problemi e delle esperienze di successo, cui segue una sintesi comune. Elisa Golin è Presidente della Commissione Economia e lavoro del Movimento Umanità Nuova: «Con il workshop di Giugno questo laboratorio si apre a una dimensione europea, sarà un modo per rivalutare la “persona” con le sue risorse prima di tutto, che può riscoprire in sé stesso, nei colleghi e nelle persone che lui gestisce, delle persone il cui valore supera la funzione operativa, un arricchimento di visione e di strumenti che fa bene al singolo e ha ricadute operative anche nella professione». Per info: newhumanity@focolare.org Vedi sito: https://sway.com/H32Hs6UQRDhtwlYR

[:de]So sollen auch sie eins sein[:]

[:de]So sollen auch sie eins sein[:]

[:de]Chiara Lubich“Alle sollen eins sein…” Diese Bitte Jesu wird als sein Vermächtnis bezeichnet: Einheit ist das Herzensanliegen Gottes. Es geht um eine Einheit, die lebendige Beziehung ist, Vielfalt und Fülle, göttliches Geschenk und Auftrag zugleich. In den Impulsgedanken von Chiara Lubich (1920-2008) spiegeln sich facettenreiche Erfahrungen; sie sind gekennzeichnet von mystischer Tiefe und enthalten vielfältige Anstöße zu einem neuen Miteinander. UTOREN: „Chiara Lubich gehört zu den wenigen ganz großen spirituellen Stimmen unserer Zeit“ (Kardinal Karl Lehmann). Verlag Neue Stadt[:]

Ci ha lasciato Giorgio Marchetti

Ci ha lasciato Giorgio Marchetti

DSC_0133«Qui in Africa, ci ha raggiunti la notizia (della partenza di Giorgio Marchetti), all’una di questa mattina, 29 maggio, festa del Corpus Domini. Aveva più volte espresso il suo desiderio di raggiungere Chiara Lubich in cielo. Gioiamo con lui e preghiamo». Così scrive Maria Voce ai membri del Movimento dei Focolari in tutto il mondo, dal suo soggiorno in Kenya dove si trova dal 14 maggio e fino al 1° giugno. Giorgio Marchetti (Fede), era nato a Padova (Italia) il 16 ottobre 1929, dove è tra i primi ad impegnarsi nell’avventura dell’unità, come definiva Chiara gli inizi del nascere del Movimento, ma anche il percorso che anche oggi si impegnano a portare avanti i Focolari sparsi in tutto il mondo. «Lo ricordano in tanti – scrive Michele Zanzucchi, direttore di Città Nuova – per il suo strenuo seguire Chiara Lubich sulla via tracciata dal carisma dell’unità nei primi mesi della cittadella toscana di Loppiano, in mezzo al fango ma nell’entusiasmo più autentico. Oppure in Brasile, dove si incontrò con la dura realtà delle favelas e volle guardarla in faccia. O ancora nel sostenere il Movimento, sempre in prima linea, guardando avanti». E Ángel Bartol, che è stato con lui negli ultimi momenti: “Fede si è donato interamente in corpo e anima fino alla fine”. Medico, psicologo e teologo, ha accompagnato e formato centinaia di giovani nella strada del Focolare. Intelligenza e generosità le sue note caratteristiche. Molto ci sarà da scrivere di lui e lo faremo nei prossimi giorni. Oggi diciamo solo: Grazie, Fede, per la tua vita tutta proiettata all’unità della famiglia umana! I funerali si svolgeranno presso il Centro di Castelgandolfo, mercoledì 1° giugno alle ore 11. (altro…)

Parola di vita – Giugno 2016

Come cade bene, in mezzo ai conflitti che feriscono l’umanità in tante parti del mondo, l’invito di Gesù alla pace. Tiene viva la speranza, sapendo che è Lui la pace e ha promesso di darci la sua pace. Il Vangelo di Marco riporta questa parola di Gesù al termine di una serie di detti rivolti ai discepoli, riuniti in casa a Cafarnao, nei quali spiega come avrebbe dovuto vivere la sua comunità. La conclusione è chiara: tutto deve condurre alla pace, nella quale è racchiuso ogni bene. Una pace che siamo chiamati a sperimentare nella vita quotidiana: in famiglia, al lavoro, con chi pensa diversamente in politica. Una pace che non ha paura di affrontare le opinioni discordanti, di cui occorre parlare apertamente, se vogliamo un’unità sempre più vera e profonda. Una pace che, nello stesso tempo, domanda di essere attenti a che il rapporto d’amore non venga mai meno, perché l’altro vale più delle diversità che possono esserci tra noi. «Dovunque arriva l’unità e l’amore reciproco – affermava Chiara Lubich –, arriva la pace, anzi, la pace vera. Perché dove c’è l’amore reciproco, c’è una certa presenza di Gesù in mezzo a noi, e lui è proprio la pace, la pace per eccellenza»1. Il suo ideale di unità era nato durante la Seconda Guerra mondiale e subito apparve come l’antidoto a odi e lacerazioni. Da allora, davanti a ogni nuovo conflitto, Chiara ha continuato a proporre con tenacia la logica evangelica dell’amore. Quando, ad esempio, esplose la guerra in Iraq nel 1990, espresse l’amara sorpresa di sentire «parole che pensavamo sepolte, come: “il nemico”, “i nemici”, “cominciano le ostilità”, e poi i bollettini di guerra, i prigionieri, le sconfitte (…). Ci siamo resi conto con sgomento che veniva ferito nel cuore il principio fondamentale del cristianesimo, il “comando” per eccellenza di Gesù, quello “nuovo”. (…) Invece di amarsi a vicenda, invece di essere pronti a morire l’uno per l’altro», ecco l’umanità di nuovo «nel baratro dell’odio»: disprezzo, torture, uccisioni2. Come uscirne? si domandava. «Dobbiamo tessere, dove è possibile, rapporti nuovi, o un approfondimento di quelli già esistenti, fra noi cristiani ed i fedeli delle religioni monoteiste: i Musulmani e gli Ebrei»3, ossia tra quanti allora erano in conflitto. Lo stesso vale davanti a ogni tipo di conflitto: tessere tra persone e popoli rapporti di ascolto, di aiuto reciproco, di amore, direbbe ancora Chiara, fino ad “essere pronti a morire l’uno per l’altro”. Occorre spostare le proprie ragioni per capire quelle dell’altro, pur sapendo che non sempre arriveremo a comprenderlo fino in fondo. Anche l’altro probabilmente fa lo stesso con me e neppure lui, forse, a volte capisce me e le mie ragioni. Vogliamo tuttavia rimanere aperti all’altro, pur nella diversità e nell’incomprensione, salvando prima di tutto la relazione con lui. Il Vangelo lo pone come un imperativo: “Siate in pace”, segno che richiede un impegno serio ed esigente. È una delle più essenziali espressioni dell’amore e della misericordia che siamo chiamati ad avere gli uni verso gli altri. Fabio Ciardi __________________________________

  • Alla TV Bavarese, 16 settembre 1988.
  • 28 febbraio 1991, cf. Santi insieme, Città Nuova, Roma 1994, 63-64.
  • Ibid., 68.

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Italia: Dialoghi in Architettura

L’iniziativa di circa 15 giorni che tocca diverse città o paesi dell’’Italia, è incentrato sulla conoscenza dei territori con le loro ricchezze e le loro sfide. Una speciale occasione di dialogo con le persone del posto, con i territori!
Vi partecipano docenti e studenti di architettura dell’Università di ‘La Salle’ di Bogotà (Colombia) e nelle varie tappe si uniscono i nostri dell’Inondazione e quanti sono interessati.

Il workshop partirà dalla Sicilia e si concluderà nel Trentino facendo tappa in alcune regioni italiane. 
Quale lo scopo?
Percorrere lo Stivale tutto d’un botto come propone Habitandando dalla Sicilia alle Dolomiti, significa incrociare ad ogni snodo e attraversare i grandi temi del territorio inondato di citta diffuse, dell’’uso dei beni e la sfida dell’’integrazione e dei flussi; della manutenzione sempre più impellente di vaste regioni. Significa osservare nuove attività e pratiche antiche, vedere l’’impatto dei vari turismi sulla conservazione e uso del patrimonio. Significa ancora, entrare nelle relazioni tra pubblico e privato, tra natura e costruzione, tra intervento pubblico e mercato, tra infrastruttura e ambiente, tra interessi conflittuali e ambigui. Soprattutto, avere la possibilità di percepire in forma diretta quello che oggi può rappresentare il paradigma del paesaggio, integrando le forme di territorio con le trasformazioni che la società ha voluto imprimervi, avendo come aula inquadrature che offrono cambiamenti inaspettati, fatti di sfumature antiche nel bel mezzo di violente trasformazioni.

Africa: la sfida del pluralismo

Africa: la sfida del pluralismo

DSCF8466Durante la Scuola per l’Inculturazione sono emerse alcune preoccupazioni per quegli aspetti della modernità che possono mettere in ombra i valori fondamentali delle culture africane. Eppure lo sviluppo non si può fermare. Quale, secondo lei, la via per salvare i valori contenuti nelle tradizioni? «Penso, effettivamente, che lo sviluppo non possa essere impedito. Anche la cultura della tradizione nelle culture africane è sempre in evoluzione. La modernità, però, fa penetrare nelle tradizioni africane il materialismo, l’individualismo, il primato del denaro ed il capitalismo. Non dico che i soldi siano un male, ma l’utilizzo sbagliato ci fa dimenticare la nostra umanità, ciò che in Africa chiamiamo “ubuntu”. Ma la modernità contiene anche degli aspetti positivi: come la democrazia, i diritti dell’uomo, il pluralismo che ci fa accogliere l’altro, le differenze. In alcuni paesi africani ci si ammazza perché manca il pluralismo; esiste un “io collettivo” che è molto pericoloso. In questo senso l’individualismo – un valore dell’Occidente – non sembra del tutto negativo, perché se voglio scappare dall’“io collettivo”, ci vuole una buona dose di individualismo. Insomma, penso che ci voglia un equilibrio tra individualismo e pluralismo. È importante prenderne coscienza e rifletterci, anche se non è sufficiente. Penso che dobbiamo illuminare la cultura africana contaminata dai valori negativi della modernità. Credo che a questo punto deve intervenire il cristianesimo, che fa vedere l’altro come la mia strada verso la santificazione. Il Vangelo ci invita a mettere i soldi in secondo piano. Gesù mette al primo posto l’uomo, il prossimo. Per me questo è importante, mi sembra la via per salvare i valori universali contenuti nelle tradizioni». Quale impressione si porta via di questi giorni? Quali sfide da affrontare nella vita quotidiana dei popoli africani? «Attraverso una semplice situazione che mi è capitata, ho sentito che in questi giorni potevo rinascere, come Nicodemo. È stato il mio inizio della Scuola per l’Inculturazione. La seconda impressione forte è stata vedere le persone che sono qui. Scoprire che l’Africa è plurale, che c’è “la pluralità delle Afriche”. Avevo voglia di conoscere ciascuno, di capire come vive; parlare con un camerunese, che è molto diverso da un burundese, un ruandese o un etiope. Qui ho sperimentato la pluralità dell’Africa. Ma, come africani, ci incontriamo in certi valori comuni: la solidarietà, la famiglia e le relazioni familiari, la comunione, la centralità dell’educazione dei nostri figli; questo è importante per noi africani, anche se siamo molto diversi. Per me, la sfida per sconfiggere le guerre interne, passa dall’incarnare nel quotidiano, nella vita socio politica, le parole del Vangelo. È la sfida che parte da questi giorni: tornati a casa, come ci comporteremo verso quelli che sono diversi da noi? Come ci comporteremo verso i nostri nemici? Verso le persone che non sono del mio partito politico, che non mi apprezzano? Sarò capace di amarli? Sarò questa “luce bianca” del Vangelo, nelle realtà sociali, politiche, nelle incomprensioni tra i vari gruppi della stessa nazione? Questo impegno mi porto via: la sfida di questo tempo per sconfiggere i grandi problemi dell’Africa». A cura di Irena Sargankova (altro…)

Tagaytay, Philippines: The Economy of Communion Pan-Asian Congress 2016 has started

Tagaytay, Philippines: The Economy of Communion Pan-Asian Congress 2016 has started

160525 29 Tagaytay Panasian CongressMay 25- The Pan-Asian Congress 2016 with its theme Economy of Communion, An Economy For All, just started in Mariapolis Peace, in Tagaytay City before the scenic Taal lake and volcano. It was also fitting that in this week the National Weather Bureau just announced that it will be the start of the rainy season ending a long dry spell that made many farmers suffer in the Philippines. The Philippines is also entering a new phase as it just elected its new government leaders.

160525 29 Tagaytay Pan-Asian Congress

Teresa and Francis Ganzon

Teresa and Francis Ganzon, of the EoC Asian commission welcomed the 300 participants coming from different parts of Asia. There was a large delegation from Korea. The co-directors of Mariapolis Peace,  Giuseppe Arsi and Cecilia Caro gave the welcome remarks, wishing that this event which celebrates the 25th Anniversary of EoC, would be a milestone not only for Asia but for the whole world. To better introduce EoC,  a video presented in the United Nations was shown. The video  emphasized the goal of helping the poor in all of EoC’s 750 businesses worldwide so that there will be no one who will be in need.
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Luigino Bruni

After the video, Luigino Bruni, from the EoC International Commission, gave a beautiful reflection about the theme of 25 years of EoC. He first presented a graph of the world’s GDP in the last 200 years. The graph shows that before the industrial revolution, the Asian GDP was greater than that of the West. For almost 200 years the West’s GDP was ahead of Asia. It was only in 2010 that Asia has taken again the lead over the West. He pointed out that future of the world very much depends on the economies which are developing in Asia. Then, he outlined and explained what EoC has become in the last 25 years. He explained why we are celebrating EoC’s 25th year in Asia and in the Philippines. It is because of thefriendship and communion with friends here.  He recalled that the EoC international Commission, have started to reflect systemically on poverty, when he and a Dutch banker,  Leo Andringa, an EoC advocate (who recently just passed away) visited the Philippines in 2005.  They  saw poverty in a special light and in a different way. With this they  have thought of establishing an EoC International Observatory on Poverty for poverty is at the heart of EoC. He recalled that once Chiara Lubich, EoC’s founder  commented that the poor should be EoC’s  focus for as long as we have not yet meet their needs, we have not succeeded yet in  our goal that “all may be one“. Bruni emphasized the principle of subsidiarity and that the only concrete reality in the world is the real person and he/she should be the center of any intervention or help. He pointed out that the poor have also their competencies. They have some wealth in them. In this regard, we should esteem the dignity of the human person. He added, with poor people, there is such resilience even if they live in difficult homes and working conditions.160525 29 Tagaytay Panasian Congress 14 rid Bruni made a thought-provoking reflection on the intelligence of the trees compared to the intelligence of animals to show this resilience. After the moving talk of Bruni, which was warmly appreciated by almost everyone,  Tina Bonifacio of the EoC commission, led the participants in getting to know each other by grouping them according to their sectors:  academe, entrepreneurs, professionalsnon-government or government organizations and young people. To end the day in a light mode, a lively, artistic and cultural program was prepared by the citizens of the Mariapolis Peace, especially by its youths who presented colorful dances and lively songs, adding to the friendship and communion among everyone. See EoC Asia website https://vimeo.com/168195062
La GMG 2016 vista dalla Polonia

La GMG 2016 vista dalla Polonia

World Youth Day in Poland«Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia» è il tema della XXXI Giornata Mondiale della Gioventù. “Leggete le Beatitudini, vi farà bene”, aveva detto papa Francesco ai giovani radunati a Rio de Janeiro nel 2013, ed è proprio sul percorso delle beatitudini che i partecipanti alla GMG si stanno preparando all’appuntamento, incastonato nel Giubileo della Misericordia, in una terra che – per via di Suor Faustina e di Giovanni Paolo II – al culto della Divina Misericordia è molto legata. Tra gli eventi principali la Messa di Apertura (26.07), la Cerimonia d’Accoglienza col primo incontro con il Santo Padre (28.07), la Via Crucis con la Croce delle GMG (29.07), per poi arrivare al cuore della GMG: la Veglia con il Santo Padre (30.07) e la Messa Finale (31.07). Ma ad arricchire il programma ci sono anche le catechesi in diverse lingue, e il Festival della Gioventù, in cui per quattro serate la dimensione spirituale si coniuga con quella artistico-culturale. Anche i giovani del Movimento dei Focolari stanno dando il loro contributo nella preparazione della GMG, e in particolare con un evento inserito nella cornice del Festival che si svolgerà il 27 luglio 2016 a Cracovia, al Club Sportivo Plaszowianka ul. Stroza-Rybna 19 (Fermata del tram 50, 20, 11). La serata, racconta Magda, una delle giovani organizzatrici, sarà composta di due parti: «La prima dalle ore 16, comincia con l’integrazione, che ci aiuterà a conoscerci a vicenda nella diversità delle culture, con danze e giochi di tutto il mondo. Dalle ore 20 una veglia ci porterà ad un approfondimento del tema delle opere di misericordia attraverso esperienze, canzoni, coreografie e testi di Chiara Lubich. Tutto finirà con l’adorazione di Gesù Eucarestia». «Durante la veglia ci accompagnerà la band internazionale Gen Rosso. Il nostro desiderio – spiega – è che sia un momento di unione profonda con Dio e con il prossimo. Vogliamo che con questo programma si crei uno spazio di incontro, superando tutte le differenze che potrebbero esserci». I giovani dei Focolari saranno presenti con uno stand anche nel Centro vocazionale (tutta la settimana allo Stadio “Cracovia”), un luogo in cui conoscere le varie iniziative del panorama ecclesiale e porsi la domanda su «ciò che Dio si aspetta da ciascuno di noi», spiegano gli organizzatori della GMG. «La GMG 2016 si sta avvicinando a grandi passi!», scrive Magda, «e anche noi ci siamo trovati dal 30 aprile al 3 maggio scorsi a Cracovia, per elaborare il programma della serata al Festival della Gioventù. Durante questo incontro abbiamo chiesto l’aiuto dello Spirito Santo, perché sia Lui a guidarci. Attendiamo con gioia la prossima puntata alla Mariapoli Fiore (la cittadella dei Focolari polacca) l’11 e il 12 giugno, in occasione del ventesimo della nostra cittadella. Vi chiediamo di sostenerci con la preghiera!». E rivolge un invito ai coetanei: «Se pensate di venire a Cracovia per la GMG e volete dare un vostro contributo, è ben accetto! Aspettiamo le vostre proposte all’indirizzo: krakow2016@focolare.org. Lasciamoci cadere nella rete di Misericordia!». Per chi desidera poi approfondire l’esperienza della GMG alla luce della spiritualità dei Focolari, si continua con una “Scuola post GMG” in Slovacchia (Jasná – Demänovská Dolina) con 550 giovani provenienti da varie parti del mondo, tra loro anche un gruppo di 50 ortodossi. Maria Chiara De Lorenzo Il ‪#‎minutogmg‬ della settimana!! https://www.facebook.com/giornatamondialedellagioventu/videos/10154345237132094/ PLAKAT WYDARZENIA FOCOLARE ANGIELSKI_en   (altro…)

“Ottavo Sacramento”

“Ottavo Sacramento”

Spiccioli di senso e inni d’amore, nostalgie in essere e passioni in progress attraverso questa raccolta poetica di un ventennio nella vita di Claudio Cianfaglioni, poliedrica figura di studioso che esplora, come lui stesso ama dire, “quelle zoene di frointiera, al confine tra poesia, filosofia e teologia” (dalla prefazione di Gianni Maritati).  Editrice: Città Nuova PerOttavo sacramento

Figline (Italia): “OLTRE LA BARRIERA. Una partita da vincere!”

Figline (Italia): “OLTRE LA BARRIERA. Una partita da vincere!”

4c183f8d55ddbbe8934561d05d6c87677ffd4016Lo sport come luogo privilegiato di integrazione e inclusione sociale, al di là di ogni steccato. E’ questo il focus della seconda edizione di “OLTRE LA BARRIERA. Una partita da vincere!”, evento che si terrà il 30 maggio 2016 allo Stadio Comunale “Del Buffa” di Figline Valdarno (FI) a partire dalle ore 18 e che coniuga competizione sportiva, integrazione interculturale e sociale. Promosso da Rete Europea Risorse Umane (Rerum) e dal Comune di Figline e Incisa Valdarno, con il Patrocinio dell’A.I.C. Associazione Italiana Calciatori, “Oltre La Barriera” si avvale della collaborazione di Fondazione Migrantes, Istituto Universitario Sophia, Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini e del sostegno della BCC – Banca del Valdarno. “All’origine di questo evento c’è la passione per lo sport delle molte organizzazioni che hanno aderito e una certezzaspiega Roberto Tietto, presidente di RERUMcontribuire a far sì che attraverso lo Sport, il Gioco, le reti di recinzione che spesso dividono le persone anche all’interno degli impianti sportivi, diventino reti di amicizia, di relazione tra culture, etnie e religioni diverse”. Numerose le Associazioni sportive e paralimpiche della Toscana che in quest’anno hanno creduto nel Progetto e concretamente collaborato alla realizzazione di un percoso a più tappe costituito da periodici incontri e micro eventi. Il loro scopo è stato quello di dare attenzione ed attuazione a quanto contenuto nella Carta dei Valori del Progetto “INTERCULTURA 2.0 – La città plurale. Verso un nuovo umanesimo”, documento ufficialmente sottoscritto nel giugno scorso da tutti i partecipanti. L’appuntamento che avrà anche quest’anno il suo culmine in un triangolare di calcio giocato anche da ragazzi e bambini, vedrà come testimonial e capitani delle squdre un pool di atleti d’eccezione: Damiano Tommasi, Nicola Legrottaglie, Simone Perrotta, Christian Riganò, Marco Zambelli, Lorenzo Venuti, Andrea Ivan. Programma: Ore 18 Inizio Manifestazione Presentazione delle Associazioni Dimostrazione delle attività sportive e paralimpiche di ciascuna Associazione con il coinvolgimento degli atleti e del pubblico. Esibizione Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini Lettura Carta dei Valori Ore 19 Prima partita triangolare adulti Primo tempo partita bambini e ragazzi Seconda partita triangolare Secondo tempo partita bambini e ragazzi Terza partita triangolare Ore 20,45 Premiazione bambini, ragazzi e squadre del triangolare Nel corso del programma: interviste, commenti, musica, animazione Mostra fotografica “Un anno insieme… Oltre la Barriera!!” Selfie point con i campioni/testimonial presenti. Apertura del Bar e punto di ristoro dello Stadio per tutta la durata della manifestazione. Per informazioni: comunicazione@rerum.eu    #OltreLaBarriera

Slovacchia – Scuola internazionale post GMG

In Slovacchia (Jasná – Demänovská Dolina) 550 giovani provenienti da varie parti del mondo – tra loro anche un gruppo di 50 ortodossi – si trovano per approfondire i temi della Giornata Mondiale della Gioventù. Dove: Hotel Grand, Demänovská dolina 72, Liptovský Mikuláš, Slovacchia Arrivo: 31 luglio 2016 sera Partenza: 5 agosto 2016 dopo colazione Quota di partecipazione: 180€ Età dei partecipanti: dai 16 ai 30 anni Info: postgmg2016@focolare.org (altro…)

GMG Polonia – XXXI Giornata Mondiale della Gioventù

GMG Polonia – XXXI Giornata Mondiale della Gioventù

logo_en“Leggete le Beatitudini, vi farà bene”, aveva detto papa Francesco ai giovani radunati a Rio de Janeiro nel 2013, ed è proprio sul percorso delle beatitudini che i partecipanti alla GMG si stanno preparando all’appuntamento, incastonato nel Giubileo della Misericordia, in una terra che – per via di Suor Faustina e di Giovanni Paolo II – al culto della Divina Misericordia è molto legata. Tra gli eventi principali la Messa di Apertura (26.07), la Cerimonia d’Accoglienza col primo incontro con il Santo Padre (28.07), la Via Crucis con la Croce delle GMG (29.07), per poi arrivare al cuore della GMG: la Veglia con il Santo Padre (30.07) e la Messa Finale (31.07). Ma ad arricchire il programma ci sono anche le catechesi in diverse lingue, e il Festival della Gioventù, in cui per quattro serate la dimensione spirituale si coniuga con quella artistico-culturale. Anche i giovani del Movimento dei Focolari stanno dando il loro contributo nella preparazione della GMG, e in particolare con un evento inserito nella cornice del Festival che si svolgerà il 27 luglio 2016 a Cracovia, al Club Sportivo Plaszowianka ul. Stroza-Rybna 19 (Fermata del tram 50, 20, 11). Per chi desidera poi approfondire l’esperienza della GMG alla luce della spiritualità dei Focolari, si continua con una Scuola post GMG in Slovacchia (Jasná – Demänovská Dolina) con 550 giovani provenienti da varie parti del mondo, tra loro anche un gruppo di 50 ortodossi.

27 luglio: appuntamento con i giovani dei Focolari nel contesto del Festival della Gioventù

27 luglio: appuntamento con i giovani dei Focolari nel contesto del Festival della Gioventù

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[:de]Die Mönche von Tibhirine[:]

[:de]Die Mönche von Tibhirine[:]

[:de]755_131Der 20. Todestag der Mönche von Tibhirine wurde irgendwann im April „diskret“ begangen, so hieß es, in Anwesenheit von Familienangehörigen und mit einer Wallfahrt nach Algier. Niemand kennt den genauen Todestag, niemand kennt die Mörder. Die Botschaft der Mönche, ihre gelebte Freundschaft mit den muslimischen Nachbarn bleibt ein Zeugnis, gerade heute. Ihr Kloster wurde auch nach dem Mord nicht aufgegeben, und jetzt gibt es Anzeichen, dass dort bald wieder eine religiöse Gemeinschaft einziehen soll. Wer noch einmal nachlesen will, was damals geschehen ist, dem empfehlen wir unser Buch „Die Mönche von Tibhirine“ von Iso Baumer; wer das Vermächtnis des Priors Christian de Chergé vertiefen will, der findet Beeindruckendes in einem Buch, das nun bereits in der fünften Auflage vorliegt: „Den Brunnen tiefer graben“. Bekannt wurden die Mönche von Tibhirine auch durch den vielfach preisgekrönten Film „Von Menschen und Göttern“, den Sie ebenfalls gerne bei uns bestellen können. Vergal Neue Stadt E-Book[:]

Volontariato giovani: progetto MilONGa

Volontariato giovani: progetto MilONGa

manos-mundo-blog-2-720x384Progetto MilONGa = Mille ONG in azione, per offrire a giovani over 18 l’opportunità di cimentarsi, da protagonisti, nei cantieri di sviluppo sociale delle periferie del mondo. L’iniziativa è promossa dal Movimento dei Focolari in dialogo con altre organizzazioni umanitarie nel territorio, nel rispetto delle diversità, puntando ad una cultura inclusiva e fraterna. Per la sua attuazione, i Focolari mettono a disposizione le proprie strutture presenti nei 5 continenti e la loro esperienza nell’ambito dei rapporti internazionali, offrendo ai giovani l’opportunità di diventare promotori di pace e di dialogo, in uno sforzo costante di costruire ponti fra individui, popoli e culture. Altro obiettivo è quello di sviluppare nei giovani quelle competenze trasversali capaci di renderli parte attiva all’interno del proprio gruppo e in grado di influenzare i processi decisionali e gli stili di vita nei rispettivi contesti sociali. Si tratta una forma di “volontariato interculturale” che, cercando di capitalizzare il patrimonio acquisito con i numerosi progetti sociali nel mondo, dà modo alle nuove generazioni di allenarsi, da protagonisti, nei processi di cambiamento. Un’occasione per imparare a misurarsi – nello stile della reciprocità – con i differenti contesti culturali; mettere in moto l’esercizio della cittadinanza attiva; sviluppare le proprie competenze relazionali e di leadership. Tutto questo sempre nel confronto con gli altri attori del progetto, in un percorso di crescita non individuale ed isolato ma insieme. La-Casa-de-los-Niños-01La prima fase prevede destinazioni in paesi dell’America Latina e Caraibi, per allargarsi poi anche in altre aree dove sono presenti attività di sviluppo socialmente inclusivo adatte all’accoglienza. I giovani potranno trascorrere periodi da uno a sei mesi, accompagnati da volontari e tutors locali. Nel portale United World Project è possibile prendere visione delle località dove si potrà svolgere il servizio volontario e scaricare il pdf per l’iscrizione. Successivamente i coordinatori regionali prenderanno contatto con gli iscritti per un’intervista e per valutare con loro una proposta personalizzata che prevede anche una formazione preliminare (svolta in collaborazione con AMU, ONG dei Focolari); attività non formali di teambuilding e networking; e presentazione delle realtà associative che li accoglieranno sul posto. Raggiunta la meta, dopo un breve periodo di training riguardo il contesto locale, i giovani inizieranno il periodo stabilito di volontariato, durante il quale sono previste anche visite culturali, partecipazione ad eventi internazionali ed attività di svago. Per l’Europa l’ente preposto alla selezione ed invio dei volontari è New Humanity, per l’area Ispanoamericana è Sumá Fraternidad e per il Brasile Sociedade Movimento dos Focolari. Gustavo Clariá   Per saperne di più: Sito web: http://www.milongaproject.org/ Porfilo facebook: https://www.facebook.com/milongaproject/?fref=ts Contatta: Maria Chiara Humura (mariachiarahumura@gmail.com) (altro…)

È lo Spirito Santo che crea l’unità

È lo Spirito Santo che crea l’unità

S-Pietro

Centro Ave Loppiano: Copyright Marika Tassi, ‘La chiesa’ – Roma 1962

«Gesù, nell’ultima cena, pronunziò il suo meraviglioso testamento dicendo: “Che tutti siano una cosa sola”. Unità sicuramente nella verità, unità nell’amore; ma che cosa intendeva esattamente Gesù quando disse quelle parole? Adesso per noi è più chiaro dopo un’esperienza di venti secoli della Chiesa. (…) L’aspetto di vedere la rivelazione cristiana e la fede cristiana soprattutto e quasi esclusivamente come verità è andato un po’ in crisi proprio perché le persone che ascoltano questa verità non l’accettano più come una volta. (…) Allora cosa ci vuole? Ci vuole la carità. La carità si può intendere: carità fattiva, operosa, pratica, quella che si rifà un po’ all’ortoprassi, alla teologia della liberazione, alla riforma sociale o alla pratica delle opere di misericordia; però vediamo che neanche con questa si crea l’unità, molte volte si crea la divisione. C’è anche, invece, la carità intesa come realtà spirituale delle anime di buona volontà che, sotto l’ispirazione della grazia di Dio, si amano e si uniscono. (…) Però, anche la carità stessa, in sé, come realtà umana diventata divina per opera della grazia di Dio, non credo che sia sufficiente per creare l’unità. Quello che crea l’unità è lo Spirito Santo! Quello che dà vita alla mente, riprendendo tutto il patrimonio della Chiesa cattolica, riprendendo al cuore tutto il patrimonio della Chiesa ortodossa, e alla carità vissuta, è lo Spirito Santo che rinnova la faccia della terra. È lo Spirito Santo che fa l’unità della Chiesa. E noi vediamo che deve essere lo Spirito Santo, anche adesso, a rinnovare la Chiesa, lo vediamo concretamente attraverso il carisma che è stato mandato sul nostro Movimento – come su altri Movimenti altri carismi – che rinnova la Chiesa. Che cos’è un carisma? Il carisma è l’azione dello Spirito Santo ricevuto da una o più persone. Noi non abbiamo il carisma degli apostoli, abbiamo il carisma di portare l’unità, ma questo carisma vale tanto in quanto è lo Spirito Santo stesso che crea l’unità». (1980) Da:  Pasquale ForesiLuce che si incarna – Città Nuova 2014 – pag. 211-12-13 (altro…)

I Focolari dell’Africa in festa!

I Focolari dell’Africa in festa!

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Maria Voce e Jesus Moran vengono accolti al loro arrivo in Kenya da alcuni rappresentanti della comunità di Nairobi. Foto © Verônica Farias – CSC Audiovisual

Ad attenderli, un popolo in festa, rappresentato dalla comunità dei Focolari in Kenya e da alcune persone provenienti da varie nazioni: «Parto con tanta gioia, sento che attraverso il Kenya incontrerò le altre parti dell’Africa», ha affermato Maria Voce prima di partire da Roma. È la seconda visita nel continente, dopo quella del 2009 a Fontem (Camerun), per la solenne celebrazione del Cry Die per Chiara Lubich. Il calendario stesso degli eventi fa intravedere a grandi linee le chiavi di lettura di questo viaggio molto atteso: inculturazione, famiglia, ecumenismo. Sono numerosi gli incontri previsti con autorità, e i momenti pubblici, così come quelli con le varie comunità del Movimento. Il primo appuntamento in agenda è la Scuola per l’Inculturazione, dal 17 al 20 maggio. 257 partecipanti provenienti dall’Africa Sub-Sahariana: dall’Est all’Ovest, dal Centro, Nord e Sud accoglieranno Maria Voce e Jesús Morán, che saranno presenti durante i lavori, con interventi nella sessione di apertura e alla conclusione della scuola. A Morán è affidato, inoltre, un approfondimento alla luce dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Il 7 maggio 1992, durante un suo viaggio a Nairobi per incontrare i Focolari del continente africano, Chiara Lubich annotava nel suo diario: “L’inculturazione, la grande via per l’evangelizzazione!”. Cinque giorni dopo, il 19 maggio, avveniva l’inaugurazione della nascente cittadella Mariapoli Piero (Nairobi) e Chiara fondava quello stesso giorno la Scuola per l’Inculturazione: un’intuizione che si è rivelata profetica. L’11ª scuola, dal titolo “Famiglia e Inculturazione in Africa”, vedrà coinvolte per 4 giorni le varie commissioni delle aree del Sub-Sahara, composte da studiosi, accademici, esperti e da famiglie. Il 25 maggio, grande attesa alla Facoltà di Diritto alla CUEA (Catholic University of Eastern Africa) dove Maria Voce – avvocato, tra gli iniziatori della rete Comunione e Diritto – è stata invitata a tenere una lezione su “Ruolo del Diritto nel mondo contemporaneo”. La Facoltà ha tre dipartimenti: diritto pubblico, diritto privato, diritto internazionale, e offre il Corso di Laurea quadriennale Bachelor of Laws (LL.B), che mira a formare laureati con padronanza della Legge in Kenya, con una prospettiva regionale. L’intervento di Maria Voce, è rivolto principalmente a studenti e docenti della Facoltà di Diritto, ma è aperto anche alle altre Facoltà e a persone oltre l’ambiente accademico della CUEA. Il 27 maggio è il giorno dell’appuntamento al convegno dell’International Ecumenical Movement of Kenya (IEM-K), Movimento Ecumenico Internazionale del Kenya. Nata agli inizi degli anni ‘90, l’IEM-K ha sempre aspirato ad “evangelizzare la città di Nairobi vivendo una fede che non si intimidisce nell’affrontare in modo pratico, e da una prospettiva biblica, il sociale, la politica, questioni economiche e di giustizia che interessano le comunità in cui viviamo”. L’obiettivo generale dell’IEM-K è quello di fornire un forum per una comunione cristiana interconfessionale. Maria Voce è stata invitata a condividere, nell’ambito del convegno, l’esperienza dei Focolari in campo ecumenico. Il 28 e 29 maggio, infine, è previsto l’incontro con la comunità del Movimento dei Focolari in Kenya, e una rappresentanza da Burundi, Rwanda, Uganda, Tanzania, e l’inaugurazione della Chiesa “Maria della Luce”. (altro…)

Filippine: DULA TA Bai

Filippine: DULA TA Bai

20160513-03Il tema della partecipazione politica nelle Filippine, soprattutto tra le fasce giovanili, è sempre stato un punto chiave: negli anni il Movimento dei Focolari, cogliendo la necessità di formare le persone ad una partecipazione civica democratica per una ricostruzione equa del Paese, ha promosso attività di impulso all’impegno civile. E a pochi giorni di distanza dalla tornata elettorale, dal 12 al 14 maggio, è in corso un appuntamento animato da giovani e ragazzi dei Focolari, nell’ambito di Run4Unity , con l’obiettivo dichiarato di rafforzare i legami sociali. Si chiama, in dialetto locale, “DULA NAPUD TA Bai”, che significa “Giochiamo, amico”, abbreviato “DULA TA Bai”. «L’evento – scrive Joops Miranda, uno dei giovani organizzatori – ha lo scopo di creare coscienza che ciascuno può essere un catalizzatore del mondo unito; vuole rinforzare le relazioni interpersonali così come aiutare a costruirne di nuove; mira a incoraggiare il dialogo tra giovani di diverse comunità sugli argomenti di attualità in un ambiente dove ci si possa anche divertire! Speriamo di raggiungere questo scopo attraverso le molte attività sportive e ricreative. E questo sottolinea il nostro fine ultimo, che è quello di unire le persone di differenti origini etniche, nazionalità, fedi religiose per… diventare una famiglia». E20160513-02 dove ha origine l’idea di DULA TA BAi? È sempre Joops a spiegarlo. Nell’estate 2014, insieme ad altri amici, si chiedono come non “sprecare” un’altra estate davanti al computer, alla play, sul proprio tablet. E la scintilla nasce così, chiacchierando: perché non passare un’intera giornata (che poi sono diventati tre giorni) con vari tipi di attività fisica? Tutto quello che può essere fatto insieme, all’aria aperta, invitando tutte le comunità vicine? Due mesi dopo si ritrovano in 200, da varie parti delle Filippine. 20160513-01Basket, pallavolo, atletica leggera, calcio, freesbe, e la popolare “Amazing race” (una corsa), sono gli ingredienti sportivi che comporranno DULA TA Bai, per finire con una serata dal titolo “U-Nite”: musica e storie da condividere. Ma, trattandosi del secondo appuntamento, i giovani si sono chiesti come evolvere: «l’innovazione del pensiero e dei processi gioca un ruolo vitale nel nostro approccio al “che tutti siano uno” (Gv, 17-21)», spiega Joops. Così abbiamo istallato uno spazio per approfondire il tema della coscienza ambientale (Pagkabana Kalikupan). Cerchiamo di rispondere all’appello di papa Francesco nella Laudato Si’ che ci ricorda il grido di Madre Natura, e contribuire così ad un’ecologia integrale. Un’ecologia cioè, come spiega il Papa, che non si concentri solo sulla natura, lasciando da parte l’umanità e i suoi bisogni. Ma che includa un’ecologia “umana”. Vorremmo quindi, seguendo questa linea di pensiero trasmettere agli altri giovani il valore del prendersi cura l’uno dell’altro (partecipando alle attività sportive, culturali, musicali e artistiche) e dell’ambiente». Maria Chiara De Lorenzo (altro…)

Religioni e relazioni internazionali

Religioni e relazioni internazionali

L’incidenza delle Religioni nelle relazioni internazionali, un ruolo chiave nella promozione di forme organizzate di collaborazione internazionale. Lo scenario politico e sociale internazionale è oggi in profonda trasformazione. L’attentato alle Torri Gemelle, la globalizzazione, l’emergere di nuovi giganti economici hanno ridisegnato il quadro geopolitico mondiale. In tale contesto gli analisti di politica internazionale guardano con sempre maggiore interesse alle religioni come ad un elemento chiave. Alcuni importanti processi che vedono coinvolti come attori importanti le religioni infatti ne hanno determinato la riapparizione sulla scena pubblica: come elemento talvolta problematico (ad esempio la rivoluzione islamica in Iran, l’11 settembre 2001 e la minaccia del terrorismo di Al Qaeda) o come straordinaria risorsa per il ruolo sempre più rilevante nella promozione di forme organizzate di collaborazione internazionale. L’Autore, grazie anche ad una ampia e lunga esperienza diplomatica, offre una lettura originale, approfondita e ben documentata dell’incidenza delle religioni nelle relazioni internazionali attuali. Ulteriori informazioni su Citta’ Nuova Online

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nell’emisfero sud

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nell’emisfero sud

2015-Posadas-preghieraIn questo periodo per tutto l’emisfero sud – in prossimità della festa di Pentecoste – come anche in alcune chiese evangeliche del nord, su invito del Consiglio ecumenico delle Chiese insieme alla Chiesa cattolica si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, sul tema “Chiamati ad annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio”. Il Movimento dei Focolari, insieme ad altri, in varie parti del mondo, è attivo nel lavoro di preparazione di momenti di incontro e riflessione tra i fedeli, con i rappresentanti delle varie chiese, e di azioni comuni tra le chiese locali a sostegno dei più svantaggiati. Così, ad esempio, a Rosario (Argentina), dove l’anno scorso si è raccolta una somma a favore di un posto di accoglienza notturna per persone senza casa. O in Cile, dove si sono trovate insieme le autorità ecclesiastiche: il cardinale di Santiago, l’arcivescovo della Chiesa siro-ortodossa, la vescovo luterana e numerosi pastori e dirigenti di movimenti e comunità cristiane. La settimana di preghiera è anche punto di partenza per altre attività durante l’anno. souc_nova (altro…)