Movimento dei Focolari
7 dicembre 1943, un sì per sempre

7 dicembre 1943, un sì per sempre

chiara1«Avevo 19 anni ed una grande sete di Dio», esordisce Chiara Lubich. Ed è così forte questa sua sete che ogni volta che incontra un sacerdote gli chiede: «Mi parli di Dio». Spinta sempre da quella sete intende frequentare l’università cattolica e siccome la sua famiglia non ne ha i mezzi, partecipa ad un concorso per ottenere una borsa di studio, ma per un punto non vi rientra. «Ricordo il pianto che ho fatto, perché credevo che all’università cattolica parlassero di Dio. E ricordo, che in mezzo al pianto, in quel salotto con mia madre, dentro di me ho sentito qualcuno che mi diceva: “Sarò io il tuo Maestro”». Pochi mesi dopo, con il gruppo delle studentesse cattoliche che frequenta, si reca a Loreto, una città del centro Italia dove c’è un grande santuario che custodisce una piccola costruzione che la tradizione sostiene si tratti della casetta di Nazareth dove ha vissuto la Sacra Famiglia. Chiara racconta che quando è entrata in quella casetta, dentro di lei è successo qualcosa di straordinario. «Sono stata presa da una commozione così grande, così grande, che mi sembrava di essere schiacciata dal divino che contemplavo attorno a me. Perché era così viva in me l’idea che di lì era passato magari Gesù, che quelle mura forse avranno sentito riecheggiare la voce di Maria, il suo canto, Giuseppe, l’Annunciazione, l’Angelo … era così viva questa sensazione che io non facevo che piangere». Un pianto, quello di Chiara, provocato «dal peso del divino che mi schiacciava». Durante quei giorni a Loreto, ella racconta che “appena poteva scappava” per andare alla casetta, avvertendo la forte sensazione che Dio stava aprendo una nuova strada che aveva a che fare con quel luogo e con la Sacra Famiglia che l’abitava. Il giorno prima di partire, Chiara entra nel Santuario e lo trova pieno di gente. Rimane in fondo alla chiesa ed è in quel momento che nel cuore sente la voce di Dio: «Ti seguirà una schiera di vergini». Con gli anni capirà che sono i prodromi della nuova via che il Signore sta preparando: il focolare. Dopo quattro anni, nel 1943, avviene un altro fatto, semplice ma decisivo: è inverno, a casa sua manca il latte. La mamma chiede alle figlie più piccole di andare a prenderlo, ma fa freddo. Chiara, pur intenta a studiare, coglie l’invito della madre e si offre di andare lei a prendere il latte, come un gesto di carità nei riguardi delle sorelline. «Lungo la strada – racconta –, sento come se Dio mi dicesse: “Datti tutta a me, datti tutta a me”. Mi fermo sorpresa. Vado a prendere il latte, torno a casa, e scrivo una lettera infuocatissima ad un sacerdote», in cui racconta ciò che aveva avvertito nella sua anima. In quel tempo, a chi esprimeva il desiderio di consacrarsi a Dio veniva consigliato di farlo per un certo tempo e di ripeterlo più volte finché il proposito fosse ben certo. In quella lettera Chiara era così determinata e così presa dall’amore di Dio, da convincere il sacerdote ad autorizzarla a consacrarsi subito e per tutta la vita. È il 7 dicembre 1943 quando si reca, sola e di buon mattino, in chiesa, mentre “infuria una grande bufera”. «Avevo l’impressione di avere il mondo contro», ricorderà Chiara. E ancora: «Mi era stato preparato un panchetto vicino all’altare e avevo un messalino in mano piccolino. Mi fanno pronunciare la formula che mi do totalmente a Dio per sempre. Ero talmente felice che non mi rendevo conto neanche di quello che facevo, perché ero giovane. Solo quando ho pronunciata la formula ho avuto l’impressione come se un ponte cadesse dietro di me, che non potevo più tornare indietro perché ormai ero tutta di Dio. E lì è caduta una lacrima sul messalino. Però la felicità era immensa!». Chiara conclude così il racconto di quel 7 dicembre 1943 che segna la nascita del Movimento dei Focolari: «Sposo Dio, quindi mi aspetto tutto il bene possibile. Sarà una divina avventura. Io sposo Dio! E in seguito abbiamo visto che è stato proprio così». Gustavo Clariá Guarda il video: Chiara ad un convegno di giovani (30/12/1984) (altro…)

Francesca Fialdini: Il sogno di un venditore di accendini

Francesca Fialdini: Il sogno di un venditore di accendini

Il sogno di un venditore di accendiniLa storia vera di Youssou, fuggito dal Senegal in cerca di fortuna in Europa. Una storia straordinaria di integrazione e successo. Raccontata dalla conduttrice di Unomattina  (Rai 1) La storia vera di Youssou, fuggito dal Senegal in cerca di fortuna in Europa, prima in Belgio, poi in Francia, Paesi saturi di migranti e poveri di opportunità. Da immigrato clandestino entra nel bergamasco e diventa un venditore di accendini. Di successo. Le lettere che scrive alla moglie e ai due figli, una bambina di 2 anni e un bambino di 4 rimasti a Dakar, lo tengono ancorato a un filo di speranza che non si spezzerà, fino all’agognato ricongiungimento familiare. La forza d’animo, la saggezza africana, la solidarietà di tanti italiani sconosciuti, permetteranno ai figli di integrarsi. Suo figlio diventerà il primo avvocato dell’ordine forense della Lombardia e sua figlia un affermato ingegnere. Una storia di cuore, coraggio, progetti realizzati. A conclusione il saggio di Perego fotografa l’integrazione in atto nelle nostre città mettendo in evidenza le criticità e le sfide, ma anche le iniziative del volontariato che diventano occasioni di incontro e relazione con l’altro e superamento della cultura della paura e dell’indifferenza. Francesca Fialdini è inviata e conduttrice radiotelevisiva. Dopo la laurea in Scienze della comunicazione presso l’Univ. degli Studi “La Sapienza” di Roma e un corso di specializzazione in diritto dei popoli presso la fondazione Lelio Basso, inizia la sua carriera lavorando per la redazione esteri e come conduttrice di Radio Vaticana. Dopo aver lavorato come inviata e conduttrice di A sua immagine, affiancato Fabio Volo in Volo in diretta di Raitre, oggi conduce Unomattina su Rai uno. Mons. Gian Carlo Perego è stato fino al 2006 direttore di Caritas Italiana e dal 2006 al 2009 del Centro Documentazione Caritas e Migrantes. Nel 2009 è stato nominato dalla CEI Direttore generale della Fondazione Migrantes. Roma, lunedì 23 gennaio 2017 alle ore 18.00 presso la libreria Feltrinelli – via E. Orlando, 78/81, Umberto Broccoli dialoga con Francesca Fialdini e Giulio Albanese in occasione della presentazione del romanzo.   Editrice Città Nuova  

La Pace grida ad Aleppo

La Pace grida ad Aleppo

facebook_1481010213236Per la prima volta ho assistito ad un concerto di musica classica in mezzo ad una battaglia. Ad Aleppo succede che in mezzo alla morte una voce di pace si alza in mezzo a tutte le altre che annunciano la guerra, per sollevare gli animi e dimenticare per qualche istante la morte e il freddo. È come un capitolo di una tragedia moderna che ricorda la mitologia greca. Con pochi mezzi, Padre Elias Janji con il coro Naregatsi e la pianista, hanno presentato brani di Verdi, Mozart, Vivaldi e Karl Orf, in una chiesa gremita, nonostante il freddo polare che invade Aleppo in questi giorni, elevando i nostri spiriti in un altro cielo. E pensare che non tanto distante da qui la tragedia continua con missili lanciati da Aleppo Est sulla parte Ovest, uccidendo bambini nelle scuole e persone innocenti, mentre nella parte Est della città continua l’attacco dell’esercito siriano. Migliaia di persone (si parla di 60.000 fino ad oggi) sono riuscite a scappare da Aleppo Est e a rifugiarsi nella zona Ovest. Raccontano di come molti sono stati presi in ostaggio e che ad altri, mentre scappavano, hanno sparato alle spalle uccidendone alcuni; altri ancora correvano in mezzo alle sparatorie portando la nonna o altri parenti anziani sulle spalle. La gente è contenta perché finalmente alcuni sono potuti tornare nelle loro case liberate in questi giorni mentre l’esercito ha preso possesso della stazione di pompaggio dell’acqua di tutta la città, anche se minata. Si prevede che in un mese, dopo che i tecnici avranno finito il loro lavoro, l’acqua tornerà in tutta la città. Così finirà un capitolo della tragedia ma sicuramente, penso, ce ne saranno altri. facebook_1481010280568 Il 4 dicembre si ricorda Santa Barbara, la giovane ragazza martire dei primi secoli del cristianesimo trafitta con la spada dal padre perché, credendo in Gesù, non aveva accettato di adorare un altro Dio. Una grande festa per i cristiani d’Oriente per cui, nonostante la guerra, adulti e bambini si sono radunati per festeggiarla, mascherati e cantando la sua storia, una storia che – nonostante i secoli – è cambiata poco. Viene da domandarsi cos’è rimasto dell’uomo e della sua dignità? Cosa succederà adesso? Finirà la guerra ad Aleppo ridando tranquillità alla gente che ha tanto sofferto, anche se si ritroverà con una gran parte della città distrutta? La popolazione è stanca e vuole che il conflitto finisca, ma i gruppi armati non si danno per vinti e vogliono combattere fino in fondo. Nonostante l’appello dell’inviato speciale dell’ONU, Staffan De Mistura, a tutti i gruppi a lasciare la città e a risparmiare la vita della gente che, altrimenti, pagherà con un numero di vittime molto alto, secondo la logica della guerra! Ma come dimenticare che alla fine è l’Uomo che muore, poiché ciascuno, buono o cattivo è ad immagine di Dio, anche se questa è sepolta sotto mille vizi e cattiverie. Con il Natale che bussa alle porte, chiediamo allora che non sia solo ricordare un fatto passato con i soliti festeggiamenti, ma che l’arrivo del “Principe della Pace” cambi qualcosa nei cuori e nei gesti di noi tutti, e che diventino delle piccole pietre nella costruzione di un mondo migliore che tutti sogniamo. Da Aleppo, Pascal Bedros (altro…)

Brasile: il muro colorato di Manaus

Brasile: il muro colorato di Manaus

bras2A Coroado, periferia di Manaus (capitale dello Stato di Amazonas), il muro di cinta del Centro Sociale Roger Cunha Rodrigues si è fortemente deteriorato per le rovinose piogge degli ultimi tempi. Un muro che separa e protegge il Centro dalla dura realtà di droga e di violenza che si consuma nel quartiere. Nato nei primi anni ‘90 ad opera di alcune persone dei Focolari, esso ha iniziato a funzionare all’insegna dell’accoglienza e dell’inclusione sociale con una scuola materna ed elementare, ma ben presto si è trasformato in un vero e proprio Centro sociale, aperto mattina e pomeriggio. Proprio per garantire a bambini e adolescenti del territorio, attraverso attività educative e ludiche, il diritto fondamentale di una crescita armoniosa e integrale, a supporto delle loro famiglie. Finanziariamente si regge con la generosità di tanti, soprattutto col sostegno a distanza di AFNonlus che, oltre all’istruzione, permette di offrire ai ragazzi nutrizione e prevenzione medica. Sono infatti diverse le attività che via via si susseguono, come lo studio – in collaborazione con la facoltà di Psicopedagogia dell’Università Federale di Amazonas – per individuare e superare le difficoltà di apprendimento di alcuni ragazzi; o il progetto elaborato dagli studenti di Farmacia per far acquisire a bambini e famiglie nozioni di igiene, corretta alimentazione e cura della persona. È stato fatto anche una ricerca sulle malattie infettive mediante prelievi di sangue e conseguente terapia per le patologie riscontrate. Non sono poi  mancati programmi di prevenzione alla droga e di contrasto allo sfruttamento del lavoro minorile, mentre ai genitori vengono offerti corsi di formazione professionale in collaborazione con il Centro di Educazione Tecnologica dello Stato dell’Amazonas. «Negli anni – raccontano i referenti del progetto, Jeanne e Carlos –, abbiamo ideato laboratori di narrazione, teatro e alfabetizzazione letteraria. Siamo anche riusciti a realizzare un  programma per la formazione di adolescenti e giovani all’affettività e sessualità». bras3L’ultima conquista ce la raccontano ancora Janine e Carlos: «La crisi economica sta rendendo sempre più difficile la situazione del nostro territorio. Ad esempio, un’istituzione che da quasi 10 anni offriva un corso di informatica ha dovuto interrompere la collaborazione. Alcuni genitori dei  bambini stanno perdendo il lavoro. E i mezzi per dipingere il nostro muro di recinzione che aveva assunto un aspetto tetro e addirittura minaccioso, spesso imbrattato da vandali, proprio non c’erano. È nata allora l’idea di rivolgersi al Tribunale di Giustizia di Manaus, proponendo una partnership dal titolo: “Coloriamo il muro”. La proposta, che è stata poi accolta, consisteva nel descrivere con la pittura le esperienze e i valori che viviamo con i bambini nel Centro Sociale e dare un’aria di gioia e di armonia al nostro quartiere. Volevamo che i ragazzi diventassero protagonisti di questo progetto, così abbiamo raccolto i loro disegni affinché venissero riprodotti sul muro di cinta». Il nuovo muro, restaurato e dipinto, è stato inaugurato il 27 ottobre scorso. «È stato per noi un momento di grande gioia – dichiarano Janine e Carlos –  perché questo riconoscimento da parte del Tribunale, non solo conforta il lavoro del Centro, ma ci dà  la possibilità di portare avanti al meglio il progetto. Ringraziamo in modo particolare anche le tante persone che generosamente ci sostengono nel dare ai bambini e ragazzi quelle opportunità di conoscenza e di sviluppo che permetteranno loro di prendere in mano la propria vita e diventare donne e uomini nuovi». Giovanna Pieroni (altro…)

Parola di Vita – Dicembre 2016

Il verbo è al presente: Egli viene. È certezza di adesso. Non dobbiamo  aspettare domani, o la fine dei tempi, o l’altra vita. Dio agisce subito, l’amore non consente dilazioni o ritardi. Il profeta Isaia si rivolgeva a un popolo che attendeva con ansia la fine dell’esilio e il ritorno in patria. In questi giorni d’attesa del Natale non possiamo non ricordare che una simile promessa di salvezza fu rivolta a Maria: “Il Signore è con te” (Lc 1,28); l’angelo le annunciava la nascita del Salvatore. Non viene per una visita qualsiasi. Il suo è un intervento decisivo, della massima importanza: viene a salvarci! Da cosa? Siamo in grave pericolo? Sì. A volte ne siamo consapevoli, a volte non ce ne rendiamo conto. Interviene perché vede gli egoismi, l’indifferenza verso chi soffre ed è nel bisogno, gli odi, le divisioni. Il cuore dell’umanità è malato. Egli viene mosso a pietà verso la sua creatura, non vuole che si perda. La Sua è come la mano tesa verso un naufrago che sta annegando. Purtroppo in questo periodo questa immagine, che si rinnova di giorno in giorno con i profughi che tentano di attraversare i nostri mari, ci è sempre sotto gli occhi, e vediamo con quanta prontezza afferrano quella mano tesa, quel giubbotto salvavita. Anche noi, in ogni momento, possiamo afferrare la mano tesa di Dio e seguirlo con fiducia. Egli non soltanto guarisce il nostro cuore da quel ripiegamento su noi stessi, che ci chiude verso gli altri, ma ci rende, a nostra volta, capaci di aiutare quanti sono nella necessità, nella tristezza, nella prova. «Non è certo il Gesù storico o Lui in quanto Capo del Corpo mistico – scriveva Chiara Lubich – che risolve i problemi. Lo fa Gesù-noi, Gesù-io, Gesù-tu, … È Gesù nell’uomo, in quel dato uomo – quando la Sua grazia è in lui –, che costruisce un ponte, fa una strada, … […] È come altro Cristo, come membro del Suo Corpo mistico, che ogni uomo porta un contributo suo tipico in tutti i campi: nella scienza, nell’arte, nella politica, nella comunicazione e così via». L’uomo è con ciò collaboratore con Cristo. «È l’incarnazione che continua, incarnazione completa che riguarda tutti i Gesù del Corpo mistico di Cristo»1. È proprio quanto è accaduto a Roberto, un ex-carcerato che ha trovato chi l’ha “salvato” e che si è trasformato a sua volta in uno che “salva”. Ha raccontato la sua esperienza, il 24 aprile, alla Mariapoli di Villa Borghese a Roma. «Finita una lunga detenzione pensavo di ricominciare una vita, ma come si sa, anche se hai pagato la tua pena, per la gente rimani sempre un poco di buono. Cercando lavoro  ho trovato  tutte le porte chiuse.  Ho dovuto elemosinare per strada, per sette mesi ho fatto il barbone. Finché non ho incontrato Alfonso che, mediante l’associazione da lui creata, aiuta le famiglie dei carcerati. “Se vuoi ricominciare, mi ha detto, vieni con me”. Adesso da un anno lo aiuto a preparare le buste della spesa per le famiglie dei carcerati che andiamo a visitare. Per me è una grazia immensa perché in queste famiglie rivedo me stesso. Vedo la dignità di queste donne sole con bambini piccoli, che vivono in situazioni disperate, che aspettano qualcuno che vada a portare loro un po’ di conforto, un po’ di amore. Donandomi ho ritrovato la mia dignità di essere umano, la mia vita ha un senso. Ho una forza in più perché ho Dio nel cuore, mi sento amato…». Fabio Ciardi

  1. Chiara Lubich, Gesù Abbandonato e la notte collettiva e culturale, al congresso delle gen 2, Castel Gandolfo, 7 gennaio 2007 (letto da Silvana Veronesi).

(altro…)

Maria Voce ai giovani dei Focolari

Maria Voce ai giovani dei Focolari

emmaus gen«Ho visto con quanto impegno vi siete preparati, e questo mi dà una grandissima gioia, e tranquillità per il futuro del Movimento, perché ho visto che veramente avete preso sul serio la consegna che Chiara (Lubich) passa alla seconda generazione […] con lo stesso slancio» degli inizi del Movimento. Alle numerose domande che i giovani le hanno rivolto sul punto della spiritualità dell’unità scelto per approfondire in quest’anno, Gesù abbandonato, Maria Voce spiega: «Dio ha mandato il Figlio per ricostruire questi legami (di unità tra Dio e l’uomo e tra gli uomini), quindi per fare un’opera grandiosa». E per fare ciò «Gesù non ha scelto di venire con un’armata […], ma ha scelto un mezzo che forse non viene capito subito: ha scelto il mezzo della croce. Ma della croce che voleva dire per Gesù: l’amore fino alla fine, l’amore più grande, prendere su di sé tutti i dolori dell’umanità, tutte le sofferenze, tutte le umiliazioni, proprio per amore! E in quel momento, Gesù ha fatto questa nuova creazione, ha creato questa nuova unità, ha redento l’umanità, cioè ha ristabilito quell’unità che l’umanità aveva perduto con Dio e degli uomini fra di loro, quindi l’opera più grande». «Quindi Gesù abbandonato in quel momento è veramente il Re vittorioso! Non è soltanto quello che soffre; sì, la sofferenza è stata il mezzo che Lui ha scelto, ma perché dimostrava con quella sofferenza l’amore più grande, perché testimoniava agli uomini quanto il Padre li amava, e quanto Lui per amore del Padre e loro era pronto a soffrire. Ora Gesù abbandonato si presenta a noi e ci dice la stessa cosa: “Volete testimoniare a tutto il mondo, a tutti gli uomini l’amore di Dio? Usate il mio stesso mezzo, prendete su di voi le sofferenze, i dolori, i dubbi, le angosce che attraversano l’umanità», creando «sempre di più quei legami che faranno della famiglia umana una vera famiglia di figli di Dio legati fra di loro e legati con il Padre». E riguardo alle domande dei giovani sul proprio futuro, Maria Voce risponde: «Siate generosi con Dio! Se voi sentite veramente che Dio in qualche modo vi chiama, vi dice una parolina in fondo al cuore, non date retta a nient’altro, date retta solamente a questa voce e rispondete di sì […] dopo sarà Lui che vi porterà dove Lui vuole», per realizzare su ciascuno un «piano d’amore che vi darà la massima felicità. Io ve lo auguro con tutto il cuore!». Gustavo Clariá   https://vimeo.com/192247283   (altro…)

Mille Italie

Mille Italie

Mille ItalieL'”altra Italia”, quella delle eccellenze e dei cervelli in fuga. Quella che adora l’italiano e il “made in Italy”. Quella che sogna di venirci o di tornarci. Quella che non dimentica le sue radici. L’Italia di quasi ottanta milioni di persone (tra emigrati recenti e pronipoti vari) sparsi in tutti i continenti. Con una lingua tra le più studiate al mondo e un marchio, Made in Italy, terzo assoluto per popolarità. Una storia lunga e spesso travagliata, di orgogli e pregiudizi, di successi memorabili e di tragedie, pubbliche e private. Un libro per ripercorrere il senso dell’italianità, la storia della nostra emigrazione, la diffusione della nostra lingua e cultura nel mondo, le nostre eccellenze, le principali istituzioni impegnate sul campo, l’impegno della tv pubblica, i giovani e le nuove rotte dell’emigrazione tra passato, presente e futuro. Ciascun capitolo contiene una intervista a protagonisti che incarnano l’eccellenza italiana nel mondo. Tra questi: Samantha Cristoforetti, Renzo Arbore, Carla Fracci, Dacia Maraini, Andrea Riccardi, Cristina Ravaglia e Piero Corsini. Franz Coriasco è un giornalista torinese da anni trapiantato a Roma. Scrittore, dee-jay radiofonico, autore televisivo e teatrale, lavora attualmente per il programma “Community” di Rai Italia, un magazine televisivo per gli italiani all’estero. È stato inoltre autore e coordinatore artistico della syndication Radio InBlu e autore di grandi eventi televisivi per RAI Uno. Per “Città Nuova” ha pubblicato tra l’altro il saggio Di tutto un rock, musica giovani e società dal blues alla video-music e la biografia dedicata a Chiara Badano: Dai tetti in giù.

Editrice Città Nuova

España: Proyecto Up2Me

España: Proyecto Up2Me

temas_Up2Me_3 El mundo actual puede resultar complejo de descifrar; son muchos los estímulos -incluso contradictorios en la mayoría de las ocasiones- que envuelven y en ocasiones sepultan a jóvenes y adultos. ¿Quién no necesita herramientas para poder gestionar adecuadamente tales situaciones?
El Proyecto Up2Me pretende ofrecer –especialmente a chicos y adolescentes- una respuesta basada en la visión antropológica de la persona-relación y en la experiencia acumulada por los diferentes agentes que trabajan con y por niños y adolescentes en el Movimiento de los Focolares. Del 23 al 27 de noviembre el CM Luminosa acoge una escuela internacional de formación para tutores del Programa Up2Me. Los tutores son un hombre y una mujer casados (no necesariamente entre sí) capacitados para acompañar a los grupos de chicos que participan del Proyecto. La Escuela para tutores se desarrollará en cinco idiomas: inglés, francés, español y portugués.El objetivo de Up2Me es contribuir a formar personas-relación con bases sólidas que les permitan vivir con conciencia y éxito los momentos decisionales de la vida. Esta formación que se propone abarca seis aspectos: emocional, social/relacional, físico, espiritual, histórico-ambiental e intelectual. Importante destacar que el tema de la sexualidad no se puede ver como algo aislado, sino como una dimensión relacionada con todo el ser y demás dimensiones de la vida, siendo conscientes de las motivaciones y consecuencias de sus propias elecciones. Up2Me_ProjectEl programa didáctico está dirigido a chicos y adolescentes, adaptado según tres franjas de edad: de 9 a 11 años, de 12 a 14 y de 15 a17 años. También se está desarrollando un temario destinado a padres, que será implementado en breve. El proceso formativo para cada franja de edad comienza con el conocimiento detallado de la belleza y la complejidad del cuerpo humano. Se abordan también distintos aspectos, teniendo en cuenta la edad evolutiva, que ayudan a una sana relación consigo mismo y con los demás así como al descubrimiento del propio proyecto de vida.
50° del Movimento Gen a Roma

50° del Movimento Gen a Roma

2congr gen aziiL’intervento di Azeez, giovane iracheno, è accolto con un lungo applauso. Gli occhi lucidi dei più di mille partecipanti al Congresso Gen sono fissi sul suo volto asciutto che racconta il dramma che lui e la sua famiglia hanno vissuto a Qaraqosh, una cittadina nella Piana di Ninive, all’arrivo dei miliziani del sedicente stato Islamico. «Prima di raccontarvi la mia storia – dice Azeez dal palco –, voglio farvi una domanda: avete mai pensato che un giorno voi potreste perdere tutto? La casa nativa con tutti i tuoi ricordi più belli, i tuoi amici, sogni, la tua gente? Questo è quello che è successo a me …». Il dolore dei momenti vissuti in fuga dalla sua città con la famiglia verso il Kurdistan iracheno, è ancora visibile nei suoi occhi: «Mi sono chiesto perché toccasse a me vivere questo calvario, ma proprio lì è iniziata l’esperienza, quella di ritrovarmi a vivere con Gesù, l’Abbandonato. Sembrava di ritrovarmi in un film d’azione, nel quale non ero più in grado di distinguere tra il reale e l’immaginario: folle di persone che avanzavano a piedi per cercare una via di fuga, lacrime, grida. Ero quasi impietrito dal dolore, ma mi sono detto che forse avrei potuto far tornare il sorriso a chi mi stava accanto. C’era con noi una comunità di religione Yazidi, persone che avevano più bisogno di aiuto perché l’Isis aveva compiuto delle vere e proprie torture nei loro confronti. Ho dimenticato le mie paure e angosce per stare con loro e sostenerli». Azeez, insieme ai genitori, è adesso rifugiato in Francia, una scelta difficile, con mille sfide da affrontare ma non si è mai sentito abbandonato dall’amore di Dio, che «con mano impercettibile continua ad asciugare le nostre lacrime alleggerendo le nostre sofferenze. Noi giovani abbiamo un potenziale enorme per cambiare il mondo, iniziando dalle piccole cose: o viviamo per cambiare qualcosa e migliorare questa terra o la nostra vita non ha senso». gen2Le parole di Chiara Lubich rivolte ai gen 2 nel 1967 risultano quanto mai attuali e profetiche: «Rumori e notizie di guerre rattristano l’orizzonte del mondo. Forse nel Medio o nell’Estremo Oriente qualche nostro amico gen (…) è stato od è ora in pericolo di morte. Il nostro stesso scopo – quello di aiutare la pace nel mondo – sembra dolorosamente compromesso. Che facciamo? Non scoraggiamoci (…) Le bombe cadono e distruggono case ed ammazzano persone: l’amore si diffonda con maggiore celerità per costruire una società nuova ed un mondo nuovo». «Sono passati 50 anni ma siamo ancora questa generazione che non si ferma – dice Gloria dell’Uganda – e che ancora vuole vivere l’ideale che Chiara ci ha dato». Damián dell’Argentina spiega: «Per noi è un momento di festa. Abbiamo percorso questi 50 anni del Movimento Gen attraverso i momenti più importanti, cercando di rivivere ogni parola che Chiara ci ha dato». Testimonianze dai vari continenti, riflessioni, dialoghi, canti, musica si sono alternati per celebrare questi anni di vita della seconda generazione dei Focolari, vissuti con grande intensità. Maria Voce, presidente del Movimento, in un video messaggio, ha invitato i giovani a seguire il disegno d’amore che Dio ha su ciascuno, seguendo l’esempio di Gesù che ha scelto la Croce, l’amore fino alla fine, per essere pronti e generosi nell’impegnarsi per un mondo di pace. Jesùs Morán, copresidente dei Focolari, in un dialogo ferrato e quanto mai aperto, li ha incoraggiati a vivere una vita spesa nell’amore per i fratelli, facendo la scelta degli ultimi, gli scartati della società, in un mondo sempre più frammentato e diviso. Più di mille giovani ripartono prendendo sul serio la consegna profetica di Chiara Lubich: «Sarà la seconda generazione che farà riecheggiare il grido di Gesù Abbandonato fino agli ultimi confini della terra … Ed in quel grido il mondo intero rispererà». Patrizia Mazzola (altro…)

España: Proyecto Up2Me

Jorge Novak

tapa-novak_2016webMónica Gangemi y Nicolás F. Mirabet (comps.) “¡Ay de mí si no predicara el Evangelio!” (1 Cor 9, 16). Esa fue la primera cita bíblica en la misa de inicio del ministerio episcopal del padre obispo Jorge Novak (1928-2001) el 19 de septiembre de 1976. A 40 años de aquel día, estas páginas presentan a este pastor ejemplar que, sin perder la frescura del misionero que desde niño quiso ser, dejó documentado cada paso de su acción pastoral, cosa que naturalmente le surgía hacer. Fruto de esta tarea son los textos seleccionados cuidadosamente para esta edición. Estos han sido agrupados en cuatro ejes temáticos del ministerio pastoral de Novak; él los llamó “los cuatro cauces fundacionales de la diócesis de Quilmes”. Y son: 1. La opción preferencial por los pobres. 2. La misión evangelizadora. 3. La defensa de los derechos humanos. 4. El trabajo por la unidad de los cristianos. Un libro que transmite al lector la pasión evangelizadora y el compromiso de este gran pastor “con verdadero olor a oveja”. Añadir nuevo comentario Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires

Vangelo vissuto: Lavorare a due

Vangelo vissuto: Lavorare a due

foto pdv20161120Sapevo tutto «Come prete, credevo di saper dare un giudizio su tutto. Un giorno sono stato invitato a celebrare la messa al ritiro di alcuni giovani impegnati, che durante il rito hanno fatto esplicitamente il patto di essere pronti a dare la vita l’uno per l’altro. Ne sono rimasto sconvolto: sarei stato capace di fare una cosa del genere? Tutto quello che sapevo mi è sembrato, non dico inutile, ma insufficiente a essere un vero cristiano. Quante cose trascurate in nome dello studio, quante omissioni giustificate con qualche impegno che ritenevo importante …! Quei giovani mi hanno cambiato la vita».  (R. P. – Francia) Prima dell’offerta «Dopo il trasferimento nel nuovo paesino è nata un’amicizia con una famiglia di vicini che ci ha molto aiutati a inserirci nel nuovo ambiente, a sistemare i bambini nelle scuole… La stima era reciproca, i figli di quella famiglia ci chiamavano zii, e così i nostri con gli altri. Purtroppo qualcosa con il tempo si è incrinato ed i figli dei vicini hanno cominciato a salutarci con un “buongiorno, signori”. Non si poteva andare avanti così, anche perché facevamo parte della stessa comunità parrocchiale. Una domenica alla messa il brano del Vangelo ci ricorda che prima di offrire l’offerta sull’altare è bene riconciliarsi con il fratello… Mia moglie ed io ì ci siamo guardati e abbiamo deciso di operare di conseguenza. All’uscita della messa, siamo andati verso i nostri vicini e abbiamo chiesto loro perdono se li avevamo offesi in qualche modo. Dopo un attimo di sorpresa imbarazzante, ci siamo abbracciati».   (A.T. – Ungheria) Era un’altra persona «Nell’ospedale dove lavoro come ginecologa era stata ricoverata una donna conosciuta come prostituta. Le altre pazienti e anche qualche infermiera cercavano di evitarla. Avendo notato il suo isolamento, le ho prestato attenzioni particolari, e questo ha incoraggiato anche altre a rivolgerle la parola, a darle qualche aiuto. Lo stesso racconto della sua triste vita le ha attirato attenzione e benevolenza. Pochi giorni e già sembrava un’altra persona. Quando è stata dimessa, ringraziandomi, diceva: «La vera guarigione non è fisica … La vita ricomincia in altro modo».   (M. S. – Polonia) (altro…)

España: Proyecto Up2Me

Jesús Morán: Unità e cultura di pace

Jesús Morán © Fabio Bertagnin - CSC Audiovisivi

Jesús Morán © Fabio Bertagnin – CSC Audiovisivi

«Vent’anni fa, in questa prestigiosa sede, Chiara Lubich descriveva il rapporto fra la cultura dell’unità e la pace, presentando l’esperienza del Movimento dei Focolari nel mondo. Essa – diceva – era al servizio del mutuo riconoscimento della dignità di ciascuno, favoriva uno stile di vita comunitario, abbatteva le artificiali barriere che producevano diffidenza, ostilità e inimicizia, e soprattutto presentava l’idea portante del nuovo ordine mondiale basato sulla visione della pace: l’umanità come famiglia, con Dio Padre, sorgente di infinito amore per tutti e per ciascuno. E se si elevavano, allora, venti di guerra nell’umanità, Chiara Lubich metteva in luce le tante iniziative ed esperienze che indicavano la strada della ricerca dell’unità fra le persone, le comunità, i popoli. Vent’anni fa il mondo era diverso. Era afflitto da numerosi conflitti, i quali si presentavano in forma perlopiù localizzata e coinvolgevano gruppi riconoscibili di belligeranti. La guerra è, oggi, un dramma dai mille volti. Alle guerre fra gli Stati si aggiungono guerre all’interno degli Stati, fra etnie, gruppi politici e comunità religiose. […] Anche gli strumenti della guerra sono cambiati. È evidente che le guerre oggi si manifestano spesso sugli inediti campi di battaglia dei mercati finanziari ed economici, per l’approvvigionamento delle materie prime e delle risorse energetiche, per conquistare nuovi mercati. L’insorgenza e lo sviluppo di nuovi conflitti chiede anche alle culture di pace di trovare nuove e più aggiornate risposte. Pensiamo, per esempio, alla cultura della non-violenza. Essa è autenticamente una forza rivoluzionaria al servizio della pacificazione dei contesti di guerra più cruenti. È potente perché trasforma l’ingiustizia subita nell’opportunità di fondare azioni di pace e di perdono. È la risposta di chi, offeso e perseguitato, rifiuta di impugnare le armi perché non crede che l’azione di guerra sia il modo ragionevole di superare i conflitti. […] La spiritualità di Chiara Lubich, centrata sull’unità, può dare un contributo alle culture di pace odierne. Il Movimento dei Focolari è impegnato, al pari di altre organizzazioni, in questi ambiti. È presente in circa 180 paesi del mondo, e in molti di essi rappresenta una sorta di presidio per l’unità e la pace. Consentitemi di ricordare qui che esiste oggi una comunità dei focolari ad Aleppo, in Siria, che offre spazi di condivisione e reciproca solidarietà a una popolazione martoriata dalla guerra. […] Nessuno può salvarsi da sé, nessuno può sperare di rimanere felice da solo.
Jesús Morán © Fabio Bertagnin - CSC Audiovisivi

Jesús Morán © Fabio Bertagnin – CSC Audiovisivi

[…] Al centro della nostra esperienza non c’è un ente collettivo, non c’è un impersonale “noi”, ma una persona: la persona di Gesù. È Gesù, perciò, a portare la sua pace. Di più, Gesù ci indica la misura radicale con cui dovremmo agire per guarire ogni ferita, sanare ogni problema, risolvere ogni conflitto. Amare come Lui ci ha amato, fino a salire sulla Croce per amore dell’umanità. […] Non c’è altra soluzione che intavolare processi di dialogo che coinvolgano culture diverse, fedi diverse, concezioni del mondo diverse, finalizzati al mutuo riconoscimento, alla cooperazione internazionale, alla promozione della solidarietà e del bene comune. Questi sono i caratteri di una comunità fondata su uno stile di vita alla ricerca dell’unità. […] È questa la cultura di pace che nasce dall’unità. La sua efficacia è stata mostrata ad Assisi, lo scorso settembre, all’incontro di dialogo fra le religioni e le culture, a trent’anni dal primo grande incontro voluto da san Giovanni Paolo II. Il Movimento dei Focolari è al servizio di tale prospettiva, oggi avvertita come determinante per pacificare un mondo sempre più interdipendente. La profezia del messaggio di Chiara Lubich, premiata vent’anni fa dall’Unesco, risuona oggi ancora più attuale». Leggi il discorso integrale (altro…)

Educare alla pace, uno sforzo e una scelta

Educare alla pace, uno sforzo e una scelta

20161116-03 Arooj Javed © Fabio Bertagnin - CSC Audiovisivi

Arooj Javed. Foto © Fabio Bertagnin – CSC Audiovisivi

«I giovani oggi aspirano a diventare cittadini del mondo e noi, aspiriamo ad un mondo unito». A fine giornata, questa dichiarazione di Arooj Javed, giovane studentessa in relazioni internazionali, ha riassunto le speranze, gli obiettivi fissati da New Humanity (Ong dei Focolari presso l’ONU). Perché, questo anniversario dei 20 anni della consegna del premio per l’educazione alla pace a Chiara Lubich non aveva nulla di nostalgico. Le recenti elezioni americane, la tragedia dei rifugiati, le minacce climatiche, la disuguaglianza crescente, i mercati dominati dall’avidità…; questa attualità drammatica evocata nei diversi interventi giustificava appieno il titolo scelto per il simposio: “Reinventare la pace”. Cioè in che modo, a partire dalla Spiritualità comunitaria del Movimento dei Focolari, “trovare nuove risposte” al “volto duro e angoscioso di nuove situazioni di guerra”, ha detto Jesús Morán, copresidente del Movimento. Diverse parole chiave hanno così illuminato le riflessioni: laboratori interculturali, fraternità universale, solidarietà interreligiosa, arte del “vivere insieme” e, soprattutto, educazione al dialogo e alla pace.
20161116-02 © Fabio Bertagnin - CSC Audiovisivi

Enrico Letta. Foto © Fabio Bertagnin – CSC Audiovisivi

«Dobbiamo dialogare come in un’orchestra, dove ogni strumento deve suonare in armonia con tutti gli altri, creando una sinfonia», dirà con linguaggio poetico mons. Francesco Follo, osservatore permanente della Santa Sede presso l’UNESCO. Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors ed ex presidente del Consiglio dei Ministri italiano, affermerà: «Per dialogare occorre la consapevolezza che siamo tutti minoranze su questa terra […] Se seguiamo la freschezza dei giovani e la loro apertura mentale, capiamo che l’educazione al dialogo rimane la nostra missione fondamentale». Nella dichiarazione finale, tra le proposte, una molto concreta: «Fornire agli Stati membri percorsi di formazione per gli insegnanti sull’arte del vivere insieme».
20161116-01 © Fabio Bertagnin - CSC Audiovisivi

Francesco Follo, osservatore permanente della Santa Sede presso l’UNESCO. Foto © Fabio Bertagnin – CSC Audiovisivi

Papa Francesco – che ha inviato un messaggio – ha parlato recentemente di una “terza guerra mondiale a pezzi”. Questa guerra «chiama in risposta una pace anch’essa costruita “a pezzi”, fatta di piccoli passi, di azioni concrete. Ognuno ha il proprio ruolo, la propria responsabilità. La pace non è una promessa, è uno sforzo, una scelta. È un invito a tutti noi che siamo qui e a coloro che ci seguono nel mondo intero, ad armarci di pace…», ha dichiarato nel suo discorso letto da Catherine Belzung, Maria Voce, presidente dei Focolari, assente per motivi di salute. Diversi video hanno illustrato tante opere di pace in diverse parti del mondo che ci permettono di sperare. La presentazione di alcune esperienze in atto ha dimostrato quanto “la pace non sia solo una teoria, un sogno, ma un modello”, come: l’associazione delle donne cristiane e musulmane Koz Kazak, al Cairo (Egitto) diventate “come sorelle” tra loro, le 40 imprese dell’economia di comunione in Africa, la presenza di una comunità dei Focolari ad Aleppo (Siria) che offre uno spazio per la condivisione alla popolazione martoriata, la scuola Santa Maria a Recife (Brasile), dove si vive la reciprocità tra scuola e famiglie. Tante piccole pietre poste al servizio della costruzione di una cultura di pace. Da Parigi, Chantal Joly Rivedi la diretta Messaggio del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella (altro…)

Le antiche Chiese cristiane d’Oriente, un cammino millenario

Le antiche Chiese cristiane d’Oriente, un cammino millenario

Le antiche Chiese cristiane d'OrienteUn grande patrimonio di vita e di spiritualità. La storia del cristianesimo nel Vicino e nel Medio Oriente è poco nota. Si sa che tutte le Chiese particolari risalgono alla Chiesa di Gerusalemme, da dove partì la missione evangelizzatrice degli Apostoli. Nacquero, così, le Chiese siro-occidentale e siro-orientale o assira, la copta, l’armena e la georgiana. Gemmate da una o dall’altra di queste comunità ecclesiali, ebbero origine verso Est la Chiesa dell’India, verso Sud la Chiesa Etiopica e in area mediterranea la Chiesa Maronita del Libano. Un panorama vasto e complesso che il volume ricostruisce con l’intento di offrire uno strumento per la conoscenza di comunità cristiane che hanno espresso in poco meno di due millenni testimonianze religiose e culturali di grande valore, generalmente ignorate. Comunità che, in maggioranza, stanno vivendo giorni tragici di dolore e di immani distruzioni, con il pericolo reale di scomparire proprio là dove, oltre mezzo millennio prima delle conquiste islamiche, hanno cominciato a vivere. Paolo Siniscalco è emerito di Storia del Cristianesimo presso l’Università di Roma «La Sapienza». Autore di numerose pubblicazioni, ha tradotto e/o commentato opere di Apuleio, Minucio Felice, Egeria, Ambrogio di Milano, Agostino di Ippona, Gregorio Magno. Ha collaborato all’edizione del 500° volume delle «Sources Chrétiennes» dedicato al De unitate ecclesiale di Cipriano di Cartagine. Dirige con Pierangelo Catalano la collezione di Documenti e studi «Da Roma alla Terza Roma», comprendente ormai 30 volumi in lingua italiana, francese e russa. LA COLLANA – Prismi/saggi offre monografie di argomento filosofico e sociologico, storico e letterario, spirituale o di attualità per leggere ed interpretare i fenomeni e le sfide culturali del momento. Città Nuova Editrice

Una generazione inarrestabile

Una generazione inarrestabile

50thGenCinquant’anni di vita, ma la stessa freschezza e lo stesso ideale degli esordi. Sono i Gen, la nuova generazione dei Focolari che, dal 17 al 20 novembre, si riuniranno a Castelgandolfo per il loro congresso. Un migliaio, provenienti da tutte le latitudini del mondo. Non un congresso ordinario, ma una grande festa per celebrare il loro 50° anno di vita.

ChiaraLuce_03

La giovanissima Chiara Luce Badano beatificata nel 2010

Era il 1966 quando Chiara Lubich lanciò un appello ai giovani del Movimento dei Focolari, perché chiamassero a raccolta il più gran numero possibile di loro coetanei per realizzare il testamento di Gesù, “che tutti siano uno”. Oggi i Gen sono sparsi ovunque, appartengono a diverse fedi religiose, parlano tutte le lingue e gli idiomi del mondo, ma hanno lo stesso entusiasmo e radicalità evangelica di allora. È una Gen la prima persona che, vivendo la spiritualità dell’unità di Chiara Lubich, è giunta agli onori degli altari. La giovanissima Chiara Luce Badano, morta nel 1990 a 18 anni e beatificata nel 2010, è diventata per tutti, giovani e non solo, un esempio di come si possa testimoniare la fede nell’amore di Dio persino in situazioni di malattia e sofferenza. Il 29 ottobre di ogni anno la giovane beata è venerata in tutto il mondo. Tanzania_ChiaraLuceAnche a Iringa, in Tanzania, poche settimane fa, i Gen hanno organizzato una festa per proporla come modello di vita. Hanno radunato un centinaio di giovani e proiettato il video di Chiara Luce in lingua swahili, accompagnato da esperienze e danze tipiche. «Ho imparato tante cose, per esempio che devo amare sempre chi è vicino a me. E qui ho visto che nell’amore si può stare insieme nonostante la nostra diversità». «Quello che mi ha toccato è la pazienza di Chiara Luce. Lei ha accettato tutto della sua malattia, vivendo ogni momento senza lamentarsi». Nonostante gli ostacoli, non si fermano. Da 50 anni. Unstoppable generation. Chiara Favotti


https://vimeo.com/191033570 https://vimeo.com/191033565 https://vimeo.com/191033568 https://vimeo.com/191033569 https://vimeo.com/191039964 https://vimeo.com/191033564 (altro…)

Unesco: “Reinventare la pace”

Rivedi la diretta – programma del mattino https://youtu.be/pD15PSa38T0 Rivedi la diretta – programma del pomeriggio https://youtu.be/oeo7HwgcM1Q


  Messaggio di Papa Francesco Messaggio del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella


DISCORSI UFFICIALI


  Servizio Informazione Focolari – SIF Comunicato stampa – 09/11/2016 Comunicato stampa – 26/10/2016 Programma dell’evento: “Reinventare la pace” – Programma New Humanity: “Reinventare la pace” – Dichiarazione


  Chiara Lubich, 17/12/1996: Discorso all’UNESCO   (altro…)

NetOne: Progetto Giornalismo e migrazioni

NetOne: Progetto Giornalismo e migrazioni

MigrationCoinvolti nel loro lavoro dal fenomeno migratorio, attivi nel dibattito di opinioni, a confronto con lotte ideologiche, un gruppo di giornalisti ed esperti di comunicazione di diverse regioni dell’Europa (Italia, Ungheria, Germania, Slovenia, Austria…) sta cercando di aprire una via originale di interpretazione e di narrazione per i giornalisti, e non solo. Per far ciò si incontra in simposi professionali promossi da NetOne (rete internazionale di professionisti della comunicazione diffusa nei cinque continenti, che opera a servizio del dialogo e della pace tra i popoli), in alcuni punti caldi quali Budapest (Ungheria), Atene (Grecia), Man (Costa d’Avorio), Varsavia (Polonia). L’obiettivo di questi incontri è di mettere in rapporto di collaborazione fattiva giornalisti, altri operatori dei media, esperti di comunicazione, politici ed amministratori e rappresentanti di ONG, accademici ed operatori sociali, per capire meglio i contorni del macro-fenomeno, interpretarne i diversi elementi e offrire strumenti narrativi e comunicativi adeguati. Questi simposi avvengono “sul terreno”, parlando con esperti del posto, incontrando i rifugiati, dando la parola a chi si occupa di essi. Si cerca cioè di entrare nelle “prospettive dell’altro” in modo rigoroso, cercando di comprendere il suo punto di vista e di capire insieme quali soluzioni funzionano nei diversi casi. L’esperienza fatta finora ha portato alla crescita di uno stile di ascolto e di interesse reciproco (tra giornalisti, tra giornalisti ed esperti e tra giornalisti e migranti); stile che permette di capire gli sfondi storici, culturali e politici soggiacenti alle migrazioni. Tali simposi professionali si sono svolti sinora in alcuni luoghi caldi della crisi migratoria: Budapest (Ungheria), Atene (Grecia), Man (Costa d’Avorio), Varsavia (Polonia). I prossimi in programma saranno a Beirut (Libano), dal 24 al 27 novembre e Bruxelles (Belgio) dal 26 al 28 gennaio, Chiaramonte Gulfi e Pozzallo (Italia) 4-5 novembre 2016. Il prossimo sarà a  Beirut-Ain Aar (Libano) dal 24 al 27 Novembre. Programma (pdf) Progetto Giornalismo e Migrazioni (altro…)

Sophia: inaugurazione Centro Evangelii Gaudium

Sophia: inaugurazione Centro Evangelii Gaudium

untitledSi tratta di un nuovo “laboratorio” promosso dall’Istituto Universitario Sophia, in collaborazione con i Centri di formazione e di azione pastorale che sono sorti negli anni dalla proposta del Movimento dei focolari: il Centro dei presbiteri e diaconi focolarini, il Centro dei presbiteri e diaconi volontari, il Centro gen’s, il Centro dei religiosi, il Centro delle consacrate, la Segreteria del Movimento parrocchiale e la Segreteria del Movimento diocesano. Come suggerito dal suo nome, il Centro intende rispondere all’invito rivolto da Papa Francesco alla Chiesa in Italia – nel corso del Convegno nazionale a Firenze del 2015 – a riprendere in mano l’Esortazione “Evangelii Gaudium” per dare slancio, contenuto e direzione all’opera di rinnovamento, di aggiornamento e di conversione pastorale necessario alla nuova tappa dell’evangelizzazione cui la Chiesa è oggi chiamata per “uscire” verso le periferie esistenziali del nostro mondo e del nostro tempo. I corsi, i seminari, gli stages e i laboratori attivati dal Centro saranno indirizzati a presbiteri, persone di vita consacrata, operatori pastorali, laici impegnati nei diversi ambiti della vita ecclesiale e sociale, e soprattutto ai giovani. Essi intendono offrire un contributo a questo impegnativo e urgente compito, convogliando – in dialogo e sinergia con le diverse istanze ed espressioni della vita della Chiesa e della società – gli impulsi spirituali e le esperienze suscitati dal carisma dell’unità di Chiara Lubich nei decenni del post-Concilio che tuttora si mostrano ricchi di frutti e promettenti. Il CEG (Centro Evangelii Gaudium), in particolare, ha la missione di promuovere e sostenere, in sintonia con il progetto formativo e il metodo accademico di Sophia e con attenzione alla ricchezza dei diversi contesti socio-culturali ed ecclesiali, la formazione, lo studio e la ricerca nell’ambito dell’ecclesiologia, della teologia pastorale e della missione, della teologia spirituale e della teologia dei carismi, nella vita della Chiesa oggi in uscita missionaria. Il programma dell’atteso convegno inaugurale, oltre ai saluti iniziali di alcune personalità del mondo ecclesiale e civile, tra cui il card. Joao Braz de Aviz e mons. Vincenzo Zani, prevede la presentazione del Centro da parte del preside dell’Istituto Universitario Sophia, prof. Piero Coda, una prolusione sui punti-forza dell’Esortazione apostolica di Papa Francesco affidata alla prof.ssa Tiziana Merletti (già Superiora generale delle Suore Francescane dei Poveri) e una tavola rotonda con la partecipazione, in particolare, di esponenti del mondo della cultura e della politica come Massimo Toschi e Damiano Tommasi. «Si tratta di un evento significativo – ha dichiarato Piero Coda –, nel contesto italiano ma non solo: perché gli enti promotori dell’iniziativa e i membri del Comitato scientifico che farà da supporto e da stimolo al Centro sono di rilievo internazionale. La sfida è quella di dare un contributo a quel cambio di paradigma, nella cultura e nella relazione tra comunità ecclesiale e società civile, che il nostro tempo chiede e a cui la profezia di Papa Francesco ci dice con forza essere giunto il momento di porre mano con fedeltà e creatività». Conferenza Stampa di presentazione del CENTRO DI ALTA FORMAZIONE  EVANGELII GAUDIUM” (C.E.G.) 8 novembre 2016 alle ore 11,30. presso la sede di “Toscana Oggi” Via dei Pucci, 2 Firenze Modera: Don Giovanni Momigli, collaboratore CEG Intervengono: Don Emilio Rocchi (Segretario Centro Evangelii Gaudium), Prof. Sergio Rondinara (Docente allo I.U.S. di Epistemologia e Cosmologia)   Info: relazioni.esterne@iu-sophia.org Istituto Universitario Sophia: Via San Vito 28, Loppiano – 50063 Figline e Incisa Valdarno (FI) ITA Tel. +39 055 9051500 – Fax +39 055 9051599 (altro…)

Roma: “Alberto e Carlo – Non esiste un amore più grande“

Roma: “Alberto e Carlo – Non esiste un amore più grande“

locandinaArriva in porto la produzione di uno spettacolo musicale/teatrale dedicato alla storia di Alberto Michelotti, Carlo Grisolia (A&C) e del loro gruppo di amici con le loro passioni (sport, musica, amicizie) che si ritrova al “Muretto”, una piazzetta della periferia di Genova, sul finire degli anni 70. E’ la storia di ragazzi che si impegnano in un contesto di fatica e di condivisione: il porto, luogo di confine, luogo di passaggio e di incontro, soprattutto fra giovani, perché quelli che sbarcano sono principalmente giovani; ragazzi che sanno dare attenzione all’altro, spendere per questo il proprio tempo, facilitare l’incontro con il nuovo e con il diverso (che i giovani, a differenza degli adulti, non temono). L’amicizia è la “philadelphia” che fa scoprire l’altro profondamente, perfettamente, ontologicamente uguale a sé, che sostanzia e rende reale l’appartenenza, la solidarietà, la pace, il dialogo, l’apertura. E’ la decisione di dare la vita per i propri amici che fa essere davvero solidali, aperti, rispettosi, propositivi. E’ questo l’”amore più grande”. Lo spettacolo, in una prima “short version” debutta a novembre 2016 in due teatri romani il 17 al “Tor Bella Monaca”, il 21 e 22 al “Vascello”. Ad esso e collegato un interessante ed articolato progetto educativo e sociale che verrà successivamente proposto, in collaborazione con il M.I.U.R. Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione e la Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione, agli istituti Secondari grazie anche al sostegno di Fondazione Migrantes, Caritas Italiana, Comitato Alberto&Carlo, Movimento dei Focolari, Fondazione Ente dello Spettacolo, Liceo Bertolucci Parma, Diocesi di Genova. Una squadra di professionisti (autore/compositore, regista, scenografo, direttore musicale, coreografo, tecnici luce e suono) sono i veri e propri “coach” di un giovane cast di artisti provenienti da varie Regioni di istituti Superiori ed Università italiane. Particolarmente significativa la presenza tra loro di un giovane nigeriano ‘richiedente asilo’. Anzitutto questi sono i primi invitati a rivivere e sperimentare quanto la storia di Alberto & Carlo contiene. Fonte: rerum.eu

(altro…)

Finalmente un lavoro, ma per fabbricare armi!

Finalmente un lavoro, ma per fabbricare armi!

20161107-01Alcuni anni fa, mio marito ed io abbiamo rilevato una piccola azienda meccanica, con 6 dipendenti e una numerosa clientela. Era un piccolo sogno che si avverava anche per il fatto che così potevamo assicurare un futuro lavorativo ai nostri figli. Pur avendo ricevuto dai clienti tutte le rassicurazioni che nulla sarebbe cambiato, già nei primi sei mesi di attività ci siamo scontrati con la dura realtà del lavoro in proprio: discontinuità, burocrazia e anche qualche velato tentativo di corruzione. Per noi era importante rimanere nella legalità ignorando queste richieste ma, anche a causa di questo atteggiamento e alla crisi del settore automobilistico, nell’arco di un anno abbiamo riscontrato che il fatturato dell’azienda si era dimezzato. Ci siamo ritrovati quindi con tanti debiti da pagare, senza risorse e di conseguenza abbiamo dovuto affrontare la durissima scelta di licenziare gran parte degli operai, dando loro il tempo di trovare un nuovo lavoro e siamo stati anche costretti a vendere i macchinari per poter dar loro tutto quanto gli spettasse. Abbiamo vissuto tutto questo come un fallimento ma non ci siamo arresi. Intorno a noi la comunità dei Focolari, della quale facciamo parte da alcuni anni, ci sosteneva con la preghiera e noi ci siamo affidati a Dio perché ci guidasse nelle nostre scelte. La provvidenza, non si è fatta attendere. Si è presentata l’occasione di cambiare settore di lavoro, che ci dava più garanzie di una continuità; mio padre ha messo a nostra disposizione una somma per far fronte alle cose più urgenti; un nostro rappresentante ci ha lasciato in comodato d’uso un macchinario per un lungo periodo e i fornitori ci agevolavano con pagamenti dilazionati. Così pian piano ci siamo ripresi. armi1Il frutto più bello di quel periodo è stato che i nostri figli sono cresciuti dando valore alle cose importanti come la scelta di una vita sobria e poter sperimentare così l’amore di Dio attraverso tanti piccoli ma importanti segni. Tutto questo ha rafforzato il legame nella nostra famiglia. Il 2009 ha segnato l’inizio della crisi economica a livello internazionale e quindi anche noi ne abbiamo molto risentito. A volte lo scoraggiamento ha prevalso ma siamo andati avanti tra mille difficoltà senza nessuna certezza sul domani, sempre confidando nella provvidenza che ci ha stupito in tante occasioni. Per esempio, quella volta in cui eravamo molto preoccupati perché non avevamo avuto neppure un ordine! Ho chiesto alle volontarie del mio gruppo, con le quali condivido la spiritualità dei Focolari, di pregare e nella tarda mattinata il fax ha cominciato a stampare 72 pagine di ordini! Veramente abbiamo toccato con mano la potenza della preghiera e la concretezza dell’amore di Dio per noi. Quest’earmi2state un nostro cliente, che ci commissionava dei lavori saltuari, ci ha affidato un lavoro importante, durato un paio di mesi ma che per il futuro prospettava la possibilità di grosse commesse e quindi una tranquillità economica che sognavamo da tempo. Verso la conclusione di questo lavoro scopriamo che i pezzi prodotti verranno impiegati nell’industria delle armi pesanti. Avevamo negli occhi le immagini della disperazione dei tanti profughi che fuggono dalle guerre nei loro paesi. La scelta di non accettare di lavorare per questa azienda è stata difficile perché ci avrebbe assicurato il lavoro per molti mesi ma non avevamo dubbi. La cosa che ci ha resi più felici è il fatto che nostro figlio, che ha iniziato a lavorare con noi, è stato pienamente d’accordo e siamo certi che la provvidenza di Dio, sperimentata molte volte in questi anni, non verrà a mancare. (altro…)

Siria: la pace è possibile

Siria: la pace è possibile

20161104-03Fortemente impegnata nell’assistenza alla popolazione civile martoriata da anni dalla guerra che si protrae ormai da cinque anni, la Caritas Internazionale ha indetto, lo scorso 31 ottobre, una giornata mondiale di preghiera per la Siria. In concomitanza, Papa Francesco ed altri leader religiosi presenti in Svezia per l’apertura delle celebrazioni del 500° della Riforma, hanno pregato insieme per la pace in Medio Oriente e in particolare per il popolo siriano. «Mentre il popolo soffre, incredibili quantità di denaro vengono spesi per fornire le armi ai combattenti, e alcuni di questi paesi che forniscono le armi sono anche quelli che parlano di pace. Come si può credere a chi con la mano destra ti accarezza e con la sinistra ti colpisce?», ammonisce il Papa nel suo forte videomessaggio in sostegno della campagna promossa da Caritas Internazionale. Dopo incoraggiare tutti a vivere con decisione l’Anno della Misericordia, il Santo Padre ribadisce con forza che “la pace in Siria è possibile”, invitando i gruppi ecclesiali, le parrocchie, le comunità a promuovere tutte le iniziative possibili di sensibilizzazione «per diffondere un messaggio di pace, di unità e di speranza». E aggiunge: «Alla preghiera, poi, seguono le opere di pace». 20161104-02Tante le comunità che hanno risposto all’appello del Papa. In particolare la comunità cristiana di Damasco si è riunita in preghiera domenica scorsa, 30 ottobre, credendo nella forza della preghiera per chiedere il dono della pace. Scrivono alcuni membri della comunità dei Focolari che vi hanno partecipato: «In una chiesa stracolma eravamo presenti: fedeli di tutte le chiese, cattolici, ortodossi ed evangelici, il Nunzio Apostolico e alcuni vescovi. In questi momenti, come mai, si sente la forza della preghiera, l’unità è tangibile, forte è la speranza che presto si ristabilisca la pace. Gli scout, riuniti da tutta la Siria, alla fine della preghiera, hanno presentato in piazza alcuni documentari sulla pace, delle canzoni, facendoci vivere anche un momento di gioia, con fuochi d’artificio e lancio di palloncini». 20161104-01Siria: la pace è possibile”, questo quindi l’invito di Papa Francesco a tutti i fedeli e alle persone di buona volontà; invito a rivolgersi «a coloro che sono coinvolti nei negoziati di pace affinché prendano sul serio questi accordi e si impegnino ad agevolare l’accesso agli aiuti umanitari». E conclude: «Uniamo le forze, a tutti i livelli, per far sì che la pace nell’amata Siria sia possibile». Sul sito Caritas Siria (syria.caritas.org/) è possibile trovare tutto il materiale per aderire e diffondere la campagna per la pace in Siria. #peacepossible4syria


https://www.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=E-Q-8rThyUY&app=desktop (altro…)

Castel Gandolfo: Congresso aderenti

Castel Gandolfo: Congresso aderenti

Congresso AderentiA Castel Gandolfo (Roma), oltre al congresso per gli aderenti del Movimento dei Focolari che è stato il  27 – 29 gennaio 2017  è previsto dal: 6 – 8 aprile 2017 (da giovedì mattina a sabato dopo pranzo) con arrivo il 4 o il 5 sera (con la possibilità, per le persone che ci hanno chiesto, di partecipare all’udienza del Papa il mercoledì 5 aprile) Il tema dei due Congressi è: “Gesù Abbandonato: finestra di Dio, finestra dell’umanità”. (altro…)

Castel Gandolfo: Congresso aderenti

A Castel Gandolfo (Roma), sono previsti due congressi per gli aderenti del Movimento dei Focolari 27 – 29 gennaio 2017 (da venerdì mattina a domenica dopo pranzo) con arrivo il 26 sera 6 – 8 aprile 2017 (da giovedì mattina a sabato dopo pranzo) con arrivo il 4 o il 5 sera (con la possibilità, per le persone che ci hanno chiesto, di partecipare all’udienza del Papa il mercoledì 5 aprile) Il tema dei due Congressi sarà: “Gesù Abbandonato: finestra di Dio, finestra dell’umanità”. (altro…)